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B - Il Vangelo di domenica scorsa trattava sul Pane di vita, Gesù indicava se stesso come vero Cibo che sazia ogni brama umana e mette quiete agli spiriti più istintivi. D’altronde, perché rimane nel Tabernacolo se non per donarci tutte quelle Grazie che chiediamo per la nostra vera conversione e percorrere un cammino di santità? Di questo tratterò più avanti, prima voglio riportare alcune frasi che ho scritto domenica scorsa e che spiegano anche il Vangelo di oggi.  Il Vangelo di domenica terminava con queste parole di Gesù: “Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” (Gv 6,24-35). In questo commento vogliamo capire in che modo possiamo sfamare le passioni disordinate e mettere calma alla sete che infuoca la mente e spinge a compiere opere opposte al Vangelo. Leggiamo alcune frasi di domenica scorsa: «Oggi Gesù ci insegna nel Vangelo con ripetute parole chiare ed avvalorate dai suoi miracoli, che Lui è il vero Dio, il Pane disceso dal Cielo per sfamare le anime affamate, è Lui a permettere a volenterosi di riuscire a calmare la fame sbagliata, quella propensa all’egoismo e ai propri interessi, calpestando le esigenze e le richieste degli altri. Solo chi trova Gesù, troverà attraverso di Lui quella verità sconosciuta al mondo, che calma la fame di vita. Nel Vangelo Gesù richiama molti di quanti Lo seguivano perché cercavano il pane materiale, non il suo Amore, la Verità, la salvezza eterna. Per pane materiale oggi possiamo intendere il potere all’interno della Chiesa, la carriera posta davanti a tutto, oppure per qualche credente il raggiungimento di interessi personali che variano da caso a caso.  Fermiamoci un po’ a riflettere quale pane cerchiamo di Gesù, se quello materiale e così strumentalizziamo Lui, oppure quello Divino e siamo pronti a saper perdere qualcosa per trovare Lui. Chi non è pronto a perdere qualcosa del suo orgoglio o del suo comportamento sopra le righe, non potrà mai riempirsi dello Spirito di Dio. Ci sono quelli che affermano che le devozioni sono inutili, sorpassate, insignificanti, medioevali, invece il Catechismo e i Santi ci insegnano che solo incontrando Gesù Eucaristia e recitando con amore il Santo Rosario, si possono superare prove dolorose e sofferenze atroci, oltre a vivere da cristiani autentici». Ho ripreso queste frasi perché il discorso di oggi del Signore è una continuazione del Vangelo della passata domenica, soprattutto è utile per approfondire l’importanza dell’Eucaristia. In vaste zone della Chiesa l’Eucaristia è considerata esclusivamente un pezzo di pane, forse neanche questo per il mancato sapore del pane, comunque c’è una grande indifferenza verso il Tabernacolo dove Gesù rimane per amarci da vicino. Basta osservare se il Tabernacolo è ornato di fiori, di luci, di tovaglie pregiate, di pulizia, per capire se lì c’è amore o indifferenza. Noi oggi vogliamo comprendere meglio cosa dona Gesù presente nell’Eucaristia, quali effetti si sviluppano rimanendo in adorazione, cosa avviene alla persona che fa adorazione all’Eucaristia, perché è determinante per la vera crescita spirituale nutrire una grande devozione al Santissimo Sacramento. Come insegna il Magistero autentico, “l’Eucaristia è il centro, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Senza Eucaristia non c’è nulla e si possono organizzare grandi eventi in diocesi o in parrocchia, ma se Gesù Eucaristia non è al centro e il centro di tutto l’interesse dei Vescovi e dei Sacerdoti, ai credenti non viene donato assolutamente nulla. Rimane solo l’illusione di avere organizzato incontri di catechesi o eventi pastorali, di Divino non rimane niente. Possiamo affermare che soprattutto in questi tempi l’Eucaristia è il grande dono di Dio non compreso. Gesù per tutta la sua vita terrena fu l’Incompreso, continua ad essere ancora ai giorni nostri Dio sconosciuto, ignoto, nascosto alla stragrande maggioranza dei cattolici. Se Gesù si identifica con il Pane disceso dal Cielo ci vuole dire che solo Lui riesce a sfamare ogni forma di fame dell’uomo, solo Lui ci dona la pace e la gioia che il mondo non può conoscere perché si oppone a Lui. Quando si mangia l’Eucaristia, quindi si prende la Comunione non in stato di peccato mortale, essendo veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo di Dio, L’EUCARISTIA TRASMETTE UNA FORZA SPIRITUALE CHE VARIA DALLE DISPOSIZIONI INTERIORI DEL CREDENTE. Chi è fervoroso e si è preparato bene prima della Messa ed è rimasto attento durante, senza parlare con i vicini o pensare al cellulare e ad altre incombenze irrilevanti in quel momento, riceve senza dubbio molta Grazia dal Signore Gesù. La sua vita cambia in meglio, ha più lucidità e l’intelletto è più libero nel ragionare, si sente spinto ad amare tutti, ad esprimere sempre la verità e ad avere un grande senso di onestà e di rettitudine. Chi prende parte in stato di Grazia alla Messa, partecipa alla Vita Divina che Gesù trasmette nel Sacrificio dell’altare, partecipa ai frutti che ne scaturiscono e ottiene benefici propri e specifici della Comunione eucaristica. La presenza reale di Gesù nell’Eucaristia dà a questo Sacramento un’efficacia soprannaturale infinita. Sotto le specie eucaristiche Gesù si dona a noi per intero, e la sua presenza si sviluppa se l’anima è in Grazia, si spegne se invece l’anima si trova in peccato mortale. Commettendo anche sacrilegio. Al contrario, chi partecipa senza interesse e sbadatamente alla Messa, non si prepara spiritualmente prima e non rimane attento al mistero che si svolge sotto gli occhi della Fede, riceve pochissimo e sicuramente nessuna Grazia. Non è la presenza fisica in Chiesa a garantirci i doni Divini, non è il ruolo che possiamo ricoprire in quell’assemblea neanche e l’autorità ecclesiale, è l’amore a Gesù e la vita onesta a garantirci abbondanti Grazie durante la Santa Messa. Se molti comprendessero lo 0,1% del valore del Sacrificio Eucaristico, resterebbero raccolti come Angeli. Chi più ama Gesù durante la Messa e si immerge nel mistero del Sacrificio Eucaristico, più Grazie riceve, anche miracoli! L’Eucaristia è il Sacramento più grande, centro e culmine di tutti gli altri Sacramenti. Gesù è il Sacramento del Padre, si fa Uno di noi per trasformarci in Lui. Senza la sua presenza eucaristica e senza l’adorazione dell’Eucaristia, il credente non potrà mai compiere un vero cammino spirituale. È impossibile! Gesù si è fatto per ognuno di noi cibo di verità e di amore, e quando afferma che ha donato la sua Vita per noi e che Lui è il Pane che ci sfama, dichiara che “chi mangia di questo pane vivrà in eterno. Colui che mangia di me, vivrà per me”. Chi si nutre degnamente dell’Eucaristia 
nel tempo diventa anima eucaristica, assorbe le virtù di Gesù e la sua vita si trasforma giorno dopo giorno. Così si sono formati i Santi, così vogliamo fare noi per proseguire questo santo cammino e arrivare alla trasfigurazione spirituale. Buona preghiera a tutti.
 
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+ VANGELO (Mt 10,37-42) 
Chi non prende la croce non è degno di Me. Chi accoglie voi, accoglie Me
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