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laprima

09/09/2017

Catechesi N. 175
 
A - Gesù presenta la società del futuro piena di odio e rivalità, ancora più di quanto già avveniva nella sua Terra, e presenta la triste situazione per preparare i suoi Apostoli. In questa pagina il Signore educa i discepoli al coraggio e alla certezza dell’aiuto del Padre
B - Il Vangelo di domenica scorsa trattava sul Pane di vita, Gesù indicava se stesso come vero Cibo che sazia ogni brama umana e mette quiete agli spiriti più istintivi. D’altronde, perché rimane nel Tabernacolo se non per donarci tutte quelle Grazie che chiediamo per la nostra vera conversione e percorrere un cammino di santità?
C - Il brano di oggi completa le istruzioni date da Gesù agli Apostoli e contenute nel capitolo 10 di San Matteo. Sabato scorso abbiamo letto la prima parte della terza serie di istruzioni, il Vangelo di oggi completa con la seconda parte arrivando a toccare il primo versetto del capitolo 11.
D - Il tema della corrispondenza alla Grazia di Dio, all’adempimento di quanto deve osservare il cristiano, va a sgretolare quella convinzione tutta umana di coloro che si considerano perfetti o quasi, con la sola partecipazione alla Messa festiva e magari con la recita di qualche preghiera giornaliera.
 

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laseconda
 
+ Vangelo (Mt 5,10).
 
“Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” 
 
A - Gesù presenta la società del futuro piena di odio e rivalità, ancora più di quanto già avveniva nella sua Terra, e presenta la triste situazione per preparare i suoi Apostoli. In questa pagina il Signore educa i discepoli al coraggio e alla certezza dell’aiuto del Padre, li forma in preparazione delle prove che incontreranno, di tutte le difficoltà che nasceranno per impedire loro di annunciare la salvezza nel Cristo. 
Anche se non pronuncia il nome di satana, l’autore principale delle trappole che si tenderanno ai discepoli sarà satana.
Gesù però non riversa la colpa solo sui diavoli, anticipa che anche gli uomini avrebbero agito con malizia perché accecati dal Bene presente nei cristiani. “Guardatevi dagli uomini”. Tre parole che esprimono una vera preoccupazione, anche dagli uomini corrotti infatti escono parole e opere cattive perché essi sono cattivi, senza che i diavoli ne sappiano nulla…
Ricordiamo che Santa Caterina da Siena accusava numerosi Cardinali di essere demoni incarnati, essi agivano contro il Papa del tempo spinti da uno spirito talmente cattivo da uguagliarsi ad essi. E magari i demoni non ne sapevano nulla… 
Brutta cosa è la cattiveria prodotta dal cuore dell’uomo, mentre l’atto cattivo di una persona tranquilla è solo occasionale. Bisogna proteggersi con molta preghiera quando si conoscono persone cattive, uomini o donne, solo la Grazia di Dio può controllarli e darci infine la vittoria.
Non è una vittoria dopo una lotta verbale o con altri mezzi, per vittoria intendo la fine in qualche modo di una persecuzione o il ravvedimento di chi era diventato come un mostro invisibile. Effettivamente le cattiverie si patiscono spesso senza conoscere la reale provenienza né si capisce il motivo trainante. Avviene nelle famiglie, tra i parenti, nel lavoro, ovunque c’è una comitiva. 
“Sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. Le persecuzioni o le cattiverie poi sono più mirate se si segue Gesù e si conduce una buona vita cristiana. Allora conviene non seguire Gesù? È insensato pensarlo, sappiamo che schierarsi con Gesù comporta necessariamente l’invidia dei suoi nemici, i diavoli falliti, poi di coloro che vivono già qui una vita dannata e sfogano con i buoni le loro frustrazioni. 
Le avversità sono il sintomo che satana ci teme, invece quando tutto va bene lui comanda e non disturba… Cosa è migliore?
Devo precisare questi passaggi. Per avversità intendo tutte quelle occasioni di contrasti con i familiari e amici, incomprensioni tra i coniugi, attacchi da persone che invidiano e seminano diffamazioni, situazioni di sofferenze fisiche dovute a reali insufficienze o a strani malesseri, anche quelle tentazioni dei diavoli sempre presenti per sviare soprattutto i cristiani e allontanarli dalla verità. 
Le stesse tentazioni non vengono causate ai cattivi perché essi sono già in mano ai diavoli e seguono gli errori e le strade perdute per andare verso il baratro della dannazione eterna.
“Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”. Le persecuzioni intese come attacchi invidiosi e pieni di malizia, Gesù li considera scontati ai suoi veri seguaci, anche se lasciano un’idea di sofferenza in realtà queste prove sono la vera palestra per diventare come ci vuole Dio. Un cammino cristiano senza prove sarebbe insignificante e spento, la monotonia non permetterebbe mai la ricerca di aiuti e la necessità di una preghiera più fiduciosa.
Sono le prove strane o maliziose che arrivano dai diavoli e dagli uomini a darci la spinta per pregare di più, meglio, con amore.
Le persecuzioni o le prove che causano sofferenze diventano un bene per l’anima anche se sono amare come il fiele, però si trasformano da tribolazioni in gioie spirituali, per questo Gesù invita a perseverare nel fare bene. 
Non è facile per una persona che vive in famiglia e si è comportata sempre rettamente, accettare certe persecuzioni da parenti o amici. Potrebbe domandarsi per quale motivo? Noi sappiamo che il Male deve prima o poi bussare alla porta dei buoni per disturbare e cercare di farli deviare dal Vangelo storico per seguire la superficialità del mondo quello dei modernisti.
“Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,10). La giustizia è la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. 
La giustizia verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle relazioni umane l’armonia che promuove l’equità nei confronti delle persone e del bene comune. L’uomo giusto, di cui spesso si fa parola nei Libri Sacri, si distingue per l’abituale dirittura dei propri pensieri e per la rettitudine della propria condotta verso il prossimo.
“Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra”, non è solo una fuga fisica, bisogna soprattutto rifugiarsi nella preghiera fervorosa e convinta, Gesù prima o poi risolverà ogni avversità e farà trionfare ogni verità. I buoni sempre ottengono giustizia da Dio. Buona preghiera a tutti.
 
laterza
 
+ Vangelo (Gv 6,24-35).
 
“Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” 

B - Il Vangelo di domenica scorsa trattava sul Pane di vita, Gesù indicava se stesso come vero Cibo che sazia ogni brama umana e mette quiete agli spiriti più istintivi. D’altronde, perché rimane nel Tabernacolo se non per donarci tutte quelle Grazie che chiediamo per la nostra vera conversione e percorrere un cammino di santità? Di questo tratterò più avanti, prima voglio riportare alcune frasi che ho scritto domenica scorsa e che spiegano anche il Vangelo di oggi.  Il Vangelo di domenica terminava con queste parole di Gesù: “Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” (Gv 6,24-35). In questo commento vogliamo capire in che modo possiamo sfamare le passioni disordinate e mettere calma alla sete che infuoca la mente e spinge a compiere opere opposte al Vangelo. Leggiamo alcune frasi di domenica scorsa: «Oggi Gesù ci insegna nel Vangelo con ripetute parole chiare ed avvalorate dai suoi miracoli, che Lui è il vero Dio, il Pane disceso dal Cielo per sfamare le anime affamate, è Lui a permettere a volenterosi di riuscire a calmare la fame sbagliata, quella propensa all’egoismo e ai propri interessi, calpestando le esigenze e le richieste degli altri. Solo chi trova Gesù, troverà attraverso di Lui quella verità sconosciuta al mondo, che calma la fame di vita. Nel Vangelo Gesù richiama molti di quanti Lo seguivano perché cercavano il pane materiale, non il suo Amore, la Verità, la salvezza eterna. Per pane materiale oggi possiamo intendere il potere all’interno della Chiesa, la carriera posta davanti a tutto, oppure per qualche credente il raggiungimento di interessi personali che variano da caso a caso.  Fermiamoci un po’ a riflettere quale pane cerchiamo di Gesù, se quello materiale e così strumentalizziamo Lui, oppure quello Divino e siamo pronti a saper perdere qualcosa per trovare Lui. Chi non è pronto a perdere qualcosa del suo orgoglio o del suo comportamento sopra le righe, non potrà mai riempirsi dello Spirito di Dio. Ci sono quelli che affermano che le devozioni sono inutili, sorpassate, insignificanti, medioevali, invece il Catechismo e i Santi ci insegnano che solo incontrando Gesù Eucaristia e recitando con amore il Santo Rosario, si possono superare prove dolorose e sofferenze atroci, oltre a vivere da cristiani autentici». Ho ripreso queste frasi perché il discorso di oggi del Signore è una continuazione del Vangelo della passata domenica, soprattutto è utile per approfondire l’importanza dell’Eucaristia. In vaste zone della Chiesa l’Eucaristia è considerata esclusivamente un pezzo di pane, forse neanche questo per il mancato sapore del pane, comunque c’è una grande indifferenza verso il Tabernacolo dove Gesù rimane per amarci da vicino. Basta osservare se il Tabernacolo è ornato di fiori, di luci, di tovaglie pregiate, di pulizia, per capire se lì c’è amore o indifferenza. Noi oggi vogliamo comprendere meglio cosa dona Gesù presente nell’Eucaristia, quali effetti si sviluppano rimanendo in adorazione, cosa avviene alla persona che fa adorazione all’Eucaristia, perché è determinante per la vera crescita spirituale nutrire una grande devozione al Santissimo Sacramento. Come insegna il Magistero autentico, “l’Eucaristia è il centro, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Senza Eucaristia non c’è nulla e si possono organizzare grandi eventi in diocesi o in parrocchia, ma se Gesù Eucaristia non è al centro e il centro di tutto l’interesse dei Vescovi e dei Sacerdoti, ai credenti non viene donato assolutamente nulla. Rimane solo l’illusione di avere organizzato incontri di catechesi o eventi pastorali, di Divino non rimane niente. Possiamo affermare che soprattutto in questi tempi l’Eucaristia è il grande dono di Dio non compreso. Gesù per tutta la sua vita terrena fu l’Incompreso, continua ad essere ancora ai giorni nostri Dio sconosciuto, ignoto, nascosto alla stragrande maggioranza dei cattolici. Se Gesù si identifica con il Pane disceso dal Cielo ci vuole dire che solo Lui riesce a sfamare ogni forma di fame dell’uomo, solo Lui ci dona la pace e la gioia che il mondo non può conoscere perché si oppone a Lui. Quando si mangia l’Eucaristia, quindi si prende la Comunione non in stato di peccato mortale, essendo veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo di Dio, L’EUCARISTIA TRASMETTE UNA FORZA SPIRITUALE CHE VARIA DALLE DISPOSIZIONI INTERIORI DEL CREDENTE. Chi è fervoroso e si è preparato bene prima della Messa ed è rimasto attento durante, senza parlare con i vicini o pensare al cellulare e ad altre incombenze irrilevanti in quel momento, riceve senza dubbio molta Grazia dal Signore Gesù. La sua vita cambia in meglio, ha più lucidità e l’intelletto è più libero nel ragionare, si sente spinto ad amare tutti, ad esprimere sempre la verità e ad avere un grande senso di onestà e di rettitudine. Chi prende parte in stato di Grazia alla Messa, partecipa alla Vita Divina che Gesù trasmette nel Sacrificio dell’altare, partecipa ai frutti che ne scaturiscono e ottiene benefici propri e specifici della Comunione eucaristica. La presenza reale di Gesù nell’Eucaristia dà a questo Sacramento un’efficacia soprannaturale infinita. Sotto le specie eucaristiche Gesù si dona a noi per intero, e la sua presenza si sviluppa se l’anima è in Grazia, si spegne se invece l’anima si trova in peccato mortale. Commettendo anche sacrilegio. Al contrario, chi partecipa senza interesse e sbadatamente alla Messa, non si prepara spiritualmente prima e non rimane attento al mistero che si svolge sotto gli occhi della Fede, riceve pochissimo e sicuramente nessuna Grazia. Non è la presenza fisica in Chiesa a garantirci i doni Divini, non è il ruolo che possiamo ricoprire in quell’assemblea neanche e l’autorità ecclesiale, è l’amore a Gesù e la vita onesta a garantirci abbondanti Grazie durante la Santa Messa. Se molti comprendessero lo 0,1% del valore del Sacrificio Eucaristico, resterebbero raccolti come Angeli. Chi più ama Gesù durante la Messa e si immerge nel mistero del Sacrificio Eucaristico, più Grazie riceve, anche miracoli! L’Eucaristia è il Sacramento più grande, centro e culmine di tutti gli altri Sacramenti. Gesù è il Sacramento del Padre, si fa Uno di noi per trasformarci in Lui. Senza la sua presenza eucaristica e senza l’adorazione dell’Eucaristia, il credente non potrà mai compiere un vero cammino spirituale. È impossibile! Gesù si è fatto per ognuno di noi cibo di verità e di amore, e quando afferma che ha donato la sua Vita per noi e che Lui è il Pane che ci sfama, dichiara che “chi mangia di questo pane vivrà in eterno. Colui che mangia di me, vivrà per me”. Chi si nutre degnamente dell’Eucaristia 
nel tempo diventa anima eucaristica, assorbe le virtù di Gesù e la sua vita si trasforma giorno dopo giorno. Così si sono formati i Santi, così vogliamo fare noi per proseguire questo santo cammino e arrivare alla trasfigurazione spirituale. Buona preghiera a tutti.
 
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+ VANGELO (Mt 10,37-42) 
Chi non prende la croce non è degno di Me. Chi accoglie voi, accoglie Me
 
C - Il brano di oggi completa le istruzioni date da Gesù agli Apostoli e contenute nel capitolo 10 di San Matteo. Sabato scorso abbiamo letto la prima parte della terza serie di istruzioni, il Vangelo di oggi completa con la seconda parte arrivando a toccare il primo versetto del capitolo 11, con questo finale che indica l’avviò della predicazione del Signore nelle città dei Dodici discepoli.
Il capitolo 10 che completiamo oggi è molto ricco di istruzioni valide anche per i cristiani che con amore e disponibilità vogliono fare qualcosa per Gesù. È un dovere morale ringraziare il Signore per gli aiuti e le Grazie che ci dona ma è pure un impegno riconoscente ricambiare lavorando per il suo Vangelo. Come ho scritto non tutti siete chiamati ad andare anche in altre città per parlare di Gesù ai lontani e a quanti corrono il rischio della dannazione eterna, ma è un dovere lavorare per il Vangelo dove si vive.
La condizione spirituale delle persone che conosciamo tocca anche la nostra responsabilità, non possiamo rimanere inattivi dinanzi ai conoscenti che non pregano e si avviano verso il fallimento finale. Non dobbiamo insistere quasi con violenza verbale nel parlare di Gesù e del Vangelo, non vogliamo assillare nessuno, ma è compito di ognuno di noi agire come apostoli di Gesù e fare apostolato.
Per fare chiarezza sul compito dei cristiani, riprendo una frase contenuta nella prima serie delle istruzioni: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele” (10,5-6). Qui Gesù non dà un comando definitivo, è un impegno apostolico momentaneo rivolgersi solo agli ebrei, ma dopo la Pentecoste essi andranno in tutto il mondo a predicare il Vangelo di salvezza.
Dopo la Risurrezione di Gesù e la Pentecoste, gli Apostoli infatti iniziarono a predicare il Vangelo in ogni angolo della Terra.
Il raggio d’azione degli Apostoli si è esteso al mondo intero, varcarono i confini della Palestina e fronteggiarono nemici sfrontati e rapaci ma nessuno potè vincerli se non dopo il completamento della loro missione. Anche in Israele incontrarono ostilità e persecuzioni, come oggi i buoni cristiani incontrano avversione e contrarietà dove vivono, anche da persone vicine ormai in mano ai diavoli.
La spiegazione completa del brano citato sopra và compreso nella sua completezza, non fermatevi mai a considerare una parola o una frase distaccata dal contesto. Per esempio, sempre nel capitolo 10 un’altra frase và compresa meglio. “Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (10,16). I lupi per forza sbranano le pecore ma non avvenne questo agli Apostoli, nessuno divorò queste pecore senza la permissione di Dio. 
La vita terrena potrà essere loro tolta solo quando il Padre lo permetterà, fino a quel momento nessuno farà loro del male.
Sentirsi dire di essere come pecore in mezzo ai lupi non è piacevole, si pensa subito ad una fine violenta ma questo non poteva accadere ai Dodici perché la potenza del Padre li ha difesi e resi invincibili nella loro missione. Dovevano imitare l’unica cosa buona del serpente, la sua prudenza. Inoltre, la predicazione và unita all’accortezza, quindi si annuncia il Vangelo con la semplicità propria delle colombe. 
La parte finale di queste istruzioni la troviamo nel Vangelo di oggi, Gesù ripete per ben 10 volte il pronome indefinito chi, indica in modo vago la qualità che deve avere il suo seguace. Anche il brano di oggi richiede una sistematica Catechesi, una lezione per spiegare quasi parola per parola i versetti che meditiamo del Vangelo odierno, comunque siamo in attesa dei gruppi per iniziare le conferenze e i ritiri spirituali guidati da me e da voi.
Dei versetti introdotti dal pronome chi, prendo la prima e l’ultima per approfondirle. “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me”. La fedeltà a Gesù comporterà necessariamente divisioni anche fra coloro che hanno strettissimi legami di sangue, e il cristiano non deve diventare complice delle ingiustizie, delle menzogne, dell’odio, della vita corrotta dei suoi familiari. Non può. Deve quindi dissentire e opporsi, da qui nasce la divisione fra loro.
Gesù non vuole alcuna divisione né contrarietà fra i familiari, diventa però un obbligo dissentire dal familiare che agisce con disonestà. Non si può amare un padre, una madre o i figli più di Gesù, solo Lui è Verità, Amore, Santità.
Infine, Gesù promette molte ricompense anche a coloro che sostengono, aiutano, i suoi discepoli. “Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità Io vi dico: non perderà la sua ricompensa”. 
In una apparizione Gesù disse a Santa Faustina Kowalska che donava Grazie a tutti quelli che aiutavano lei, anche se fossero stati atei, quindi non credenti. Lo faceva per amore della umile Suora, infatti lei corrispondeva ai disegni di Dio. Era sufficiente aiutare la Santa per ricevere molte Grazie dal Signore, ma i benefattori non lo sapevano, vedevano però i miracoli frutti.
Con mia sorpresa, nella mia vita ho visto sempre che i benefattori, tutte le persone che in qualche modo mi hanno aiutato, sono stati abbondantemente aiutati da Dio e oggi nonostante la crisi lavorano e soprattutto incrementano le loro attività. E le famiglie dei benefattori vivono nella vera felicità, sono unite come mai prima, superano sofferenze dolorose e malattie gravi, ritrovano il coniuge che si era smarrito… o i figli che vivevano nell’immoralità e stavano per perdersi definitivamente.
Questi fatti meravigliosi sono avvenuti a centinaia e centinaia di famiglie e persone, io non so proprio come ringraziare Gesù per l’ascolto e la sua premura! Ha aiutato incalcolabili persone che mi hanno sostenuto, ha mostrato ad essi che hanno compiuto buone opere e che in realtà hanno aiutato un apostolo benedetto da Lui. Ha sempre dato a tutti loro la prova che io vivo ed agisco nel suo Santissimo Nome. 
Bacio Gesù per ringraziarlo. Buona preghiera a tutti.
 
laquinta 
 
+ VANGELO (Mt 25,14-30) 
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone. 
 
D - Il tema della corrispondenza alla Grazia di Dio, all’adempimento di quanto deve osservare il cristiano, va a sgretolare quella convinzione tutta umana di coloro che si considerano perfetti o quasi, con la sola partecipazione alla Messa festiva e magari con la recita di qualche preghiera giornaliera.
Essi dimenticano la vera osservanza degli insegnamenti del Vangelo e la pratica delle buone opere, che si compiono solamente nella verità.
I due servi che hanno ricevuto cinque e due talenti, solo lodati dal padrone per il loro impegno, hanno osservato solo quanto aveva detto l’uomo ricco partito per un viaggio, senza deviare su altre strade o impegni che non sono da Dio e allontanano dalla Fede. 
Nella parabola il talento significa una antica unità di misura della massa. Era un peso di riferimento per il commercio, nonché una misura di valore pari alla corrispondente quantità di metallo prezioso. Oggi per talento si indica un dono, un ingegno, una qualità. I doni di Dio sono beni preziosi da coltivare per non allontanarsi da Lui. 
La prova della lontananza pericolosa da Gesù arriva dall’aridità, dal mancato impegno spirituale e dalle scelte opposte alla Volontà di Dio.
Questo succede ai cattolici come anche a quei Sacerdoti che sono premurosi nell’eseguire iniziative frutto di pensieri personali, sono pensieri apparentemente pastorali ma che conducono solo alla distrazione e appare evidente che rallegrano molto ai diavoli. 
Sono pensieri che mettono inquietudine, ansia, determinazione di compierli subito.
In questi casi il cattolico cammina sul ciglio del burrone, è paralizzato nello spirito, dalle sue stesse manie o ossessioni, nel senso che non può fare più a meno di compiere determinate opere sbagliate o di compiacersi delle opere che annullano la sua preghiera, perché al contrario chi prega bene, si eleva di continuo nella contemplazione delle cose di Dio.
Diventa migliore e aiuta gli altri con la sola presenza o con parole sincere, giorno dopo giorno diventa sempre più simile a Gesù Cristo! 
I due servi che hanno ricevuto cinque e due talenti hanno osservato le disposizioni del padrone, che è figura di Gesù, e ricevono un sovrabbondante premio e con il premio aumenta anche la stima, la fiducia del padrone nei loro confronti.
Lo stesso agire compie Gesù verso quanti osservano la sua Parola e li premia con molte Grazie, trasmette i suoi sentimenti e diventano nuove persone interiormente ed esteriormente, dona abbondantemente il suo Spirito che rimpiazza quello umano e sbarra la strada allo spirito diabolico di opprimere quel credente come in passato.
Oggi Gesù ci dice che il cristiano autentico non solo deve partecipare alla Messa festiva, deve in ogni circostanza della vita osservare la Legge di Dio che contempla l’amore verso tutti, l’onestà intellettuale e la pratica, la verità, l’umiltà, la bontà, la mitezza, il rinnegamento, ecc.
Come nella parabola, Dio ha dato ad ognuno di noi dei doni, insieme ai Comandamenti e alla Sacra Scrittura, dicendoci di far fruttificare tutto il bene concesso alla nascita e durante la vita. Chiediamoci se abbiamo tenuto questo in considerazione e se le nostre scelte seguono il volere di Dio.
Dalle nostre azioni si comprende chi siamo dentro e se è presente lo Spirito di Dio. 
Ognuno può fare questa valutazione per mettersi nella Via della Verità e incontrare la vera Vita. Molti ripartono daccapo con la determinazione di osservare con sincerità il Vangelo e solo in questo modo mostrano di amare veramente Gesù e la Madonna.
Ognuno rimane libero delle sue scelte, non si spinge nessuno nel cambiare l’orgoglio con la verità e l’ostinazione con l’obbedienza a Dio, e questo indica che il Cristianesimo è la vera Religione dell’Amore e del libero arbitrio.
Ognuno decide il suo futuro: o segue il terzo servo che invece di far fruttificare l’unico talento ricevuto lo sotterrò, nel senso che non lo mise in atto, non operò secondo la Volontà di Dio e fece scelte scellerate, non lo usò secondo le disposizioni ricevute. 
Oppure, segue i due sinceri e affidabili servi che hanno ricevuto cinque e due talenti, così come autentico cristiano comincia ad adoperarsi nel farli fruttare con le sue buone opere e il rinnegamento di quanto è avverso a Gesù ed allontana da Lui. Con l’aiuto della Madonna diventa più facile il cammino di Fede, la vera spiritualità del Vangelo si acquisisce bene e i frutti spirituali saranno meravigliosi.
Chi dirige la sua volontà nella Volontà di Gesù, vedrà cambiare il male presente nella sua vita in Bene e saranno molte le Grazie che riceverà. Buona preghiera a tutti.
 
lasesta
 
 
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