"Siamo venuti per adorarlo" (Mt 2,2).

San Tarcisio, martire dell'Eucaristia e patrono dei chierichetti.

 

Quanto leggerete non è invenzione, ma è una storia VERA...dalla quale parte e si snoda questa sezione dedicata alla Catechesi...

C‘è movimento in città. Domani cominceranno le feste. L’imperatore ha ordinato giochi e gare al Circo Massimo e al Colosseo. Gli spettacoli con le tigri e i leoni sono i più attesi: la folla urla quando le fiere affamate sopraggiungono nell’arena.
Spesso a dover lottare con le bestie sono gli schiavi, ma non raramente sono spinti anche i cristiani incatenati.
Uomini e donne, bambini e ragazzi si abbracciano e pregano; offrono la loro vita a Gesù e sentono il loro cuore pieno di pace e di Paradiso.
Oggi è la vigilia e i cristiani nelle prigioni si rincuorano a vicenda e sperano che un fratello porterà loro l’Eucarestia.
Nella catacomba dell’Appia si è radunata la comunità per celebrare l’Eucarestia: pregano in silenzio e in pace al lume della lucerna. Poi uno di loro si alza e parla: è il Papa.

“ Fratelli – dice – chi porterà ai prigionieri il Corpo del Signore? “
“ Vado io –risponde una voce molto giovane – io sono solo un ragazzo, mi lasceranno passare. “
Il Papa guarda ammirato Tarcisio, ma ha paura per lui.
Il ragazzo insiste: “ Nessuno sa che sono cristiano “ Infatti era appena stato battezzato e dice di nascondere l’ Eucarestia sotto la tunica e di coprirsi col mantello.
Il Papa prende il Pane consacrato, lo avvolge in un lino e lo affida al ragazzo: “ Va’, Tarcisio. Dì loro che presto saremo tutti in Cielo. Dì loro che non abbiano paura di chi può uccidere il corpo, ma non può uccidere l’anima. Porta loro questi Misteri e il nostro bacio santo. “
Tarcisio si avvia per i cunicoli oscuri, uscito all’aperto dà un’occhiata attorno e si avvia svelto sull’Appia verso la città.
Alle mura nessuno lo nota, entra con altra gente. Cammina raccolto: sta portando il Signore!
Ma ecco là dei compagni! L’ hanno riconosciuto, lo chiamano: “Fermati, vieni con noi!“ “Non posso, più tardi! “ “Cosa nascondi? Facci vedere!“ Lui stringe ancora di più il suo tesoro: “Non è niente per voi“.
Tarcisio da un po’ di tempo è cambiato e i compagni hanno notato il mutamento:
“Non sarai per caso un cristiano che porta i Misteri?“
Gli sono tutti addosso, lo buttano a terra, tentano di aprirgli le braccia. Lui si piega e serra le braccia in croce sul petto, con tutte le forze difende il suo Signore.
I ragazzi gridano e colpiscono Tarcisio con le pietre e i pugni. Un fiotto di sangue gli scorre sul viso e fa inferocire ancor di più i violenti.

Tarcisio si sente venir meno, ma non riescono ad aprirgli le braccia. Tarcisio non abbandona Gesù ai pagani e prega i santi martiri, poi sospira: “ Signore Gesù, ricevi il mio spirito. “
Arriva Quadrato, un soldato che s’è fatto cristiano e riconosce il ragazzo, lo chiama. Tarcisio lo guarda e gli fa un sorriso debole. Apre un po’ le braccia e mostra al soldato il suo Segreto.
Poi in pace reclina il capo e muore.
Quadrato, singhiozzando copre col mantello il piccolo corpo e lo porta in braccio fino alle catacombe ove lo depone sull’altare.
Sul petto di Tarcisio sta ancora il lino con l’ Eucarestia. Mai Gesù aveva avuto per il suo Corpo un altare più bello.
E dal popolo di Dio delle catacombe si alzò una preghiera: “Tarcisio, martire di Cristo, prega per noi“.
Ancora oggi molti pregano con commozione il martire dell’ Eucarestia e gli affidano una preghiera da portare al Signore.
Soprattutto lo pregano i chierichetti: Tarcisio che con tanto amore ha “servito” l’ Eucarestia è il loro patrono.

Hai letto che bella la storia di Tarcisio? Sai quando si festeggia? San Tarcisio Martire è festeggiato dalla Chiesa il 15 agosto, insieme alla Festa dell'Assunzione di Maria al Cielo (vabbè, è anche Ferragosto).
La sua storia è veramente straordinaria e aiuta anche a capire bene in quale clima vivevano i primi cristiani, pochi anni dopo l'Ascensione del Signore. Infatti la vita di questo giovane martire si colloca nel III sec., poiché morì nel 258, durante la persecuzione dell'imperatore Valeriano.

Questa storia è importante per noi oggi per comprendere il valore effettivo di quel: SIAMO VENUTI PER ADORARLO, inteso proprio all'EUCARESTIA cuore e fulcro di ogni catechesi....
san Tarcisio ancora oggi fa catechismo a chiunque, con cuore umile e sincero, si pone all'ascolto di quanto gli costò proteggere l'Eucarestia...... 

 

PICCOLA MARTIRE DELL’EUCARESTIA

Non conoscevo il suo nome. Doveva avere circa 13 anni ed era “la Bontà in Persona”; come mi fu detto da una suora. Era tutto ciò che sapevo di lei quando i comunisti entrarono nella nostra città.

Erano trascorsi alcuni mesi e già mi stavo abituando al regime comunista, ma non doveva durare a lungo... Un bel giorno estivo venne nella scuola un comandante, accompagnato da quattro militari. Entrarono senza bussare: "I tempi in Cina sono cambiati e tutti questi oggetti religiosi vanno buttati nel fuoco. -      Orsù, cari bambini, cominciamo!" Mentre egli diceva così, i militari strappavano dalle pareti il crocifisso, i quadri religiosi, le tavole e le statue e li posavano sui banchi. Poi ordinarono ai ragazzi di sistemare il tutto in una scatola e di portarla nel gabinetto. I ragazzi, spaventati, indugiavano. "Presto!", urlava il comandante: "Oppure mi servo della rivoltella". Tuttavia ci fu una resistenza. Nell'ultimo banco si trovava una ragazzina, le labbra strette, le mani giunte, immobile come una statua. "E tu, in fondo!", urlò il comandante e si precipitò verso di lei. Egli ripeteva bestemmie in continuazione. "Prendi!", disse minacciando. La ragazza abbassò gli occhi, ma non si mosse.

Gli altri ragazzi restarono come inchiodati. Silenzio assoluto. Il militare tirò fuori la rivoltella e sparò sulla finestra. I bambini gridarono di spavento e sempre più gente accorse sulla strada attirata dai rumori fino a quando una vera e propria folla si trovò ammassata davanti alla scuola. Il comandante continuava ad urlare senza interruzione, ma la ragazza non si muoveva, soltanto una grande lacrima le scorreva lungo la guancia. Quando egli vide la folla ordinò: "Cercate il padre della ragazza e portate tutta la gente in chiesa".

La chiesa nel frattempo si era riempita e vi portarono il padre della ragazzina con le mani legate dietro la schiena sistemandolo accanto al banco della comunione. Fu costretto ad assistere mentre la figlia con violenza era spinta allo stesso posto. Il comandante, dopo essersi schiarita la gola, disse: "Voi avete imparato che il vostro Dio è potente e vive qui nel tabernacolo. Ora vi dimostrerò come siete stati ingannati. Egli non è capace di nulla! Noi, ora, lo calpesteremo con i nostri stivali e Lui non si difenderà".

I militari poi forzarono il tabernacolo usando la rivoltella. La gente rimase in un silenzio angoscioso. Il comandante afferrò la pisside, la aprì e sparse le ostie per terra nel coro. "Calpestate il loro Dio!", ordinava ai militari. "Che cosa dite ora?", urlava. Tutti rimasero con il fiato sospeso. "Credete ancora ai racconti dei vostri preti?" Rivolgendosi al padre della ragazzina esclamò: "Guarda là e rispondi!" - "Sì, credo ancora!", disse il padre sommessamente. "Portatelo via!", gridò il comandante.

In quel momento fu avvicinato da un ufficiale che gli parlò. Dopo averlo ascoltato, si subordinò al comando del superiore e disse: "Tutti lascino la chiesa! Soltanto la piccola resta vicino al banco della comunione!" Io fui trattenuto e chiuso nella cantina della chiesa, dove si conservava il carbone.

C'era una piccola apertura verso il coro, dalla quale potevo vedere le ostie calpestate e la ragazzina impaurita appoggiata al muro. Poco dopo vidi entrare una Signora giovane e bella con un volto sorridente. Ella vestiva abiti preziosi, portava anelli alle dita e braccialetti alle braccia. "Povera bambina!", diceva mentre l'abbracciava: "Povera piccola, che cosa ti hanno fatto gli uomini? Vieni con me, ti tratterò bene. Vuoi? Vieni!" La ragazza cominciò a singhiozzare e le cadde fra le braccia, poi andarono via...

In quella buia prigione non distin­guevo più né il giorno né le ore... Pregavo, dormivo, avevo fame e sete e mal di testa. Intorno a me regnava un silenzio di tomba. Poi iniziai a percepire rumori che non distinguevo. Era già mattino? Sentii aprire silenziosamente una porta e cosa vidi attraverso il mio buco? La ragazzina era entrata e si avvicinava al coro. Ella si fermò, si guardò intorno, fece qualche passo, poi si inginocchiò, chinò la testa con devozione fino a terra e con la lingua fece la comunione con una delle ostie profanate. Si rialzò, giunse le mani, chiuse gli occhi e pregò... Dopo un po' si alzò e sparì...

Ogni mattina mi si offrì la stessa scena, l'unica consolazione nella mia buia prigionia. Aspettavo sempre con impazienza il primo chiarore del mattino e la ragazzina che veniva per fare la comunione. La sua bella immagine, i suoi occhi sorridenti, i suoi movimenti timidi mi incantavano sempre più. Quante volte venne? Non so dirlo. Ma un mattino, quando tornò di nuovo da Gesù, inginocchiata, le mani giunte e assorta in preghiera, ecco, all'improvviso fu spalancata con violenza la porta della chiesa. Sentii delle urla selvagge, poi uno sparo.

La ragazza poggiandosi sulle mani, scivolò lentamente, dolorosamente a terra e con le sue ultime forze cercava di comunicarsi con una ostia. Un militare si avvicinò e osservò la piccola che per l'ultima volta tentava di alzarsi per giungere le mani; poi però cadde indietro battendo la testa a terra con un tonfo cupo e chiuse gli occhi per sempre. Il soldato guardò attentamente la ragazza e le ostie, restò un attimo pensieroso e indeciso, poi abbandonò con passi pesanti la chiesa.

Ancora sotto l'impressione dolorosa degli avvenimenti, guardavo la bambina martire. Inaspettatamente si aprì la porta della mia prigione. Lo stesso militare che poco prima aveva ucciso la ragazzina si presentò davanti a me: "Signore, lei è libero! ".

Stupito ringraziai e mi recai il più rapidamente possibile nel coro. Mi ero appena inginocchiato accanto al corpicino ucciso, che il militare venne di nuovo. "Signore", mi disse: "se in tutte le città ci fosse una ragazzina come questa, nessun militare combatterebbe più per il comunismo". Ebbi solo il tempo di seppellire la piccola, cara martire. Poi mi si avvicinò un uomo e mi pregò di salire in una macchina con la quale mi portò direttamente al confine...

(Tratto da: `Schweizer katholisches Sonntagsblatt' n. 45, del 9.11.1997, p. 12­13.) 

sotto Immagini di San Tarcisio 

  

 

 

 

 

 

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