Il teologo che ha dichiarato guerra a Satana
di Gianluca Barile
CITTA’ DEL VATICANO – Il Papa teologo, per quanto uomo di Pace, ha un nemico dichiarato: Satana. E non perde occasione per mettere in guardia l’umanità contro di lui, l’angelo decaduto, il grande ingannatore, il Maligno.
D’altro canto, il Cardinale Joseph Ratzinger, all’atto dell’elevazione alla Cattedra di Pietro, ha deciso di chiamarsi Benedetto, sì come il suo predecessore Giacomo Della Chiesa, ma soprattutto, e non a caso, come il Santo di Norcia, invocatissimo dagli esorcisti e dai cattolici contro le insidie di Lucifero. Allora, immaginando una sorta di battaglia spirituale, se è vero che la più grande vittoria di Satana è quella di far credere che non esiste, per poter così agire indisturbato nei cuori degli uomini, il Papa è senza ombra di dubbio già ampiamente in vantaggio. Basta che la liturgia offra anche un minimo spunto, infatti, perché Benedetto XVI dica al Mondo che l’Inferno e il Maligno non sono delle invenzioni, qualcosa creato dalla mente dell’uomo per giustificare le proprie colpe, ma pericolose realtà presenti e attive nella società, tra i giovani, nelle famiglie. Nell’epoca del materialismo e del relativismo, delle guerre preventive, della ignobile legittimazione dell’aborto e dell’eutanasia, del riconoscimento di coppie contro-natura e della sconcertante manipolazione genetica, il Papa è lì a dirci di fermarci, di lottare contro Satana, di amare meno noi stessi, il nostro io, la nostra perfezione, di non mirare a ricchezza e potere, perchè sono inganni del cuore, ma a mirare alla Croce salvifica di Cristo, che è al tempo stesso mezzo di martirio e di esaltazione, e di pensare alla Pace non solo come strumento di conformazione all’Altissimo ma anche di ribellione e distacco dal Maligno. “Quante volte abbiamo, anche noi, preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia”: le catechesi di Benedetto XVI contro Satana sembrano la naturale prosecuzione di ciò che scrisse da Cardinale per le meditazioni alla Via Crucis del 2005 riferendosi alla condanna a morte di Gesù. Già, quante volte anche noi abbiamo messo in disparte Cristo per un attimo di piacere e di auto-glorificazione; quante volte abbiamo aperto le porte della nostra anima al Maligno facendo finta di nulla, abusando del libero arbitrio che ci è stato generosamente concesso dal Creatore; quante volte siamo scesi a compromessi con il Male, quello con la “M” maiuscola, per prevalere sugli altri; quante volte non abbiamo neanche accennato un timido tentativo di reazione contro le tentazioni e le insidie infernali nascondendoci dietro a una falsa debolezza solo perché ci sembrava la strada più comoda! Insomma, quante volte avremmo potuto ribellarci al Male e non lo abbiamo fatto? Quante volte abbiamo finto di non sapere che lottare contro Satana si può? Sì, perché Cristo ci ha dato un comando: “Nel nome mio scaccerete i dèmoni”. E’ ciò che in questa epoca corrotta, in cui i giovani preferiscono la droga allo studio e il sesso all’amore, Benedetto XVI ricorda particolarmente ai più deboli: tutti possono resistere a Satana reggendosi alla salvifica Croce del Messia. Tutti, nessuno escluso, perché tanto più grande è