PortaAnnun
 
30/04/2018
 
PRIMO MISTERO GAUDIOSO
 
L'ANNUNCIAZIONE
 
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc 1,26-38)
 
Pellegrinaggio a Lourdes dal 21 al 25 Giugno.
 
Martedì 1° Maggiio anniversario dell'Associazione 9° anno. Apriamo al mattino ore 10, ore 12,30 pranziamo insieme, ore 15 Santo Rosario, ore 15,30 Messa di Guarigione. Se il tempo sarà bello ci saranno i gonfiabili per i bambini. Si potrà parchreggiare presso la scuola in via Garibaldi.
 
Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.
Tutti i venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario, ore 21 funzione dei Malati tutto in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione.
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Riflessione
 
Il grande mistero invocato da secoli si compie, la Vergine diviene il tabernacolo vivente di Dio e nel mondo, intorpidito nel gelo della colpa, si accende la fiamma dell'amore infinito.
L'Arcangelo Gabriele è venuto, come ambasciatore celeste, ad offrirle la dignità sovrumana di Madre di Dio, e ne attende il supremo responso. Maria trema di umiltà, ma accetta. Il suo fiat schiude le porte del cielo e fa trasalire di gioia tutta la terra.
Anche il suo Cuore esulta. D'ora innanzi esso si struggerà, come fiaccola palpitante, davanti al tabernacolo vivo del suo seno. Quel cuore verginale, traboccante di grazia, è in giubilo, perché la divina presenza verrà a deporre il sigillo sulla sua perenne consacrazione. Quel cuore di Madre tripudia, al pensiero che il suo sangue sarà sangue e vita di Gesù. Esulta sapendo che è vicina la redenzione per tutte le anime per le quali Maria già prova quell'immenso palpito materno che Iddio vivente in lei ha acceso nel suo petto. Diventando Madre di Gesù, Maria è diventata anche madre nostra.
Uniamo il nostro gaudio a quello della Vergine e ringraziamo il Signore per aver così altamente onorato la nostra umanità da assumerla nel seno di Maria; per averci donato una madre così tenera e così adorna di privilegi divini.
Imitiamo il grande esempio di umiltà che ci porge il suo Cuore Immacolato. Proclamata Madre di Dio, Maria si protesta sua umile ancella.
«Se piacque al Signore la sua verginità, è la sua umiltà che ha attirato Iddio nel suo seno» assicura san Bernardo; e sant'Agostino aggiunge che «l'umiltà di Maria è diventata la scala celeste per cui Iddio discese sulla terra». Preghiamo ardentemente questa nostra buona Madre ad ottenerci l'umiltà del cuore, la disponibilità alla volontà divina, una fedeltà incrollabile al nostro dovere, fino alla morte.
 
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre.
 
Mariavisit
 
SECONDO MISTERO GAUDIOSO  
 
LA VISITAZIONE
 
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Il Magnificat. - Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. (Lc 1,39-56)
 
Riflessione
 
«È volontà di Dio - ha scritto S. Bernardo - che ogni grazia venga a noi per mezzo di Maria».
Il Signore ha racchiuso nel suo Cuore Immacolato, come in uno scrigno prezioso, tutti i tesori del cielo, e a Lei ha affidato la distribuzione di questi tesori ad ogni anima.
Ne abbiamo in questo mistero una conferma eloquente. Appena la Vergine saluta Elisabetta, ecco che la grazia santifica Giovanni Battista, ancora nel seno materno, e una luce sovrumana, investendo lei stessa, le fa intravedere il mistero della divina maternità: onde proclama Maria beata fra tutte le donne.
Anche Maria ha preso coscienza dei misteri di grazia e di servizio che Iddio le ha elargiti, ma non per invanirsene. Quel suo Cuore ardente e umile, quel Cuore di ancella e di Regina, canta al Signore con ispirato lirismo la sua sconfinata riconoscenza: Magnificat anima mea Dominum!
A Dio solo l'onore e la gloria. Meditiamo il cantico che Maria nell'estasi della sua umiltà glorificata levò, come profumo di verginità e di amore che inebria le anime, ed impariamo a riferire al Signore ogni istante della nostra vita, ché tutto è dono di Dio.
Impariamo a disprezzare la vanità, la compiacenza di sé, che sono il tarlo dei meriti; impariamo dall'esempio della Vergine santa una carità tenera e delicata per il prossimo.
In ogni necessità, in ogni ora, rivolgiamoci al Cuore Immacolato di Maria, tesoro inesauribile e sorgente creata di grazia. O beata quella casa in cui entra il Cuore di Maria con la sua protezione! Beata l'anima che è visitata da questo Cuore magnificamente materno!
 
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre.
 
Gesùnasce
 
TERZO MISTERO GAUDIOSO  
 
LA NASCITA DI GESÙ
 
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama». (Lc 2,1-14)
 
Riflessione
 
Gesù è nato! Reclinato nel piccolo presepe, Egli contempla la Madre sua che, in ginocchio, l'adora, perduta in un'estasi d'amore. Esiliandosi su questa terra Gesù l'ha creata appositamente, perché tenesse presso di sé il posto di tutta la Corte celeste. Le ha quindi formato un cuore capace per estensione, profondità e tenerezza, di comprendere e consolare il suo.
Nella notte luminosa, il Cuore di Maria è un oceano di gaudio. Il suo Figliolo, tenero come un fiore, che Ella stringe fra le braccia, è il suo Dio, il Redentore che ha dato al mondo divenendo Madre, pur restando Vergine, «concepito per arcana potenza dalla virginea sostanza, e germogliato, come un fiore di luce e di vita, all'alito caldo dello Spirito Santo» (S. Giovanni Damasceno).
Quel Dio che i cieli non bastano a comprendere nella sua immensità s'è annientato per rivestire la nostra umanità, attratto da quell'eterna carità con cui ci ha amati.
Maria gode delle umili adorazioni dei pastori, trasalisce alla voce ed all'omaggio dei Re Magi, pensando che il suo Gesù sarà conosciuto ed amato da tante anime. Se per breve trema d'angoscia perché Erode ha sospeso la sua spada sanguinosa sul capo del Bimbo, si riconforta nella intimità di un amore materno, così umile, tenero e sconfinato che forma lo stupore degli angeli.
Rallegriamoci con il Cuore di Maria. È la salvezza che è sorta per l'umanità peccatrice. Gesù è la via al cielo per tutte le anime. Impariamo la divina lezione di Betlem. «Nell'angustia di una greppia è contenuto chi ha sede nel cielo, affinché noi potessimo espanderci nella gioia d'un regno eterno. È reclinato nel presepe Colui che è pane degli Angeli, affinché noi fossimo saziati col frumento delle sue carni - esclama Beda, il Venerabile. - Poteva venir sommovendo il cielo e scuotendo la terra. Ma viene per salvare, non per perdere. Dalla culla calpesta la superbia e le cupidigie, e nasce povero, da povera madre».
Disprezziamo anche noi gli agi, i conforti, la facile vita dei sensi. Gesù e Maria c'insegnano l'abnegazione, il sacrificio. Abbracciamo con gioia la nostra piccola croce quotidiana. Insieme a Gesù, con l'aiuto della Vergine Santissima, essa ci parrà leggera.
 
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre.
 
Gesùpresen
 
QUARTO MISTERO GAUDIOSO  
 
LA PRESENTAZIONE AL TEMPIO
 
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo, che era su di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
Il Nunc dimittis.
«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele».
Le profezie di Simeone. - Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». (Lc 2,22-35)
 
Riflessione
 
Come tutte le madri ebree, Maria si presenta alla porta del Tempio a chiedere la sua purificazione, ad offrire all'Eterno il suo Unigenito. Eppure la Vergine non ha bisogno di purificazione essendo per un privilegio ineffabile Vergine Madre. Non ha bisogno d'esser riscattato Gesù, che per natura è l'Unigenito del Padre, il Sacerdote Eterno del Nuovo Patto. Anche in questa occasione Maria è modello di virtù; esempio di modestia, di umiltà, di obbedienza, di fedeltà al dovere, alla legge del Signore. Quale virtù non rifulge nel cuore di Maria? È un cielo di meraviglie. «Dio ha fatto un mondo per l'uomo pellegrino ed è quello che noi abitiamo. Ha fatto un mondo per l'uomo beato ed è il paradiso: ma ne ha fatto un altro per abitarvi Egli stesso a cui ha dato il nome di Maria» (S. Luigi Grignion de Montfort).
Riflettiamo: che gioia per quel Cuore materno udire il canto del vecchio Simeone evocare i tempi avvenire! Il suo Gesù è proclamato l'Aspettato d'Israele, la salvezza di tutti. Ma insieme che strazio a quel preludio di dolorosa passione! Già la punta acuminata di una spada ricerca quel Cuore materno.
Impariamo dalla Vergine Santissima la generosità nel bene, la fedeltà costante al nostro dovere, a piegarci con umile rassegnazione alla volontà di Dio.
In un celebre quadro è dipinta la presentazione di Gesù al Tempio. Il venerando Simeone solleva Gesù sulle sue braccia scarne. L'ombra di quel gesto staglia sullo sfondo il profilo di una Croce... Maria la vede trasalendo d'angoscia, ma ripete senza esitare la sua parola d'agonia: Fiat! Apriamo anche noi il nostro cuore e le nostre braccia alla croce e portiamola come un divino retaggio, lungo il nostro Calvario. «Chi acconsente a soffrire per Iddio - dice S. Giovanni della Croce - dimostra d'essersi dato veramente a lui, e di amarlo».
Un educatore santo, Edoardo Poppe, ha scritto: «Una piccola croce sopportata con dolorosa pazienza per cinque minuti fa maggior bene che non grossi volumi ed innumerevoli scritti; perché operare è bene, pregare è meglio, ma la cosa migliore è soffrire!». Penetriamoci di queste alte verità, procuriamo di praticarle.
O Maria, come il nostro cuore è diverso dal tuo! Insegnaci, o Madre, la preziosità della docilità a Dio, della fedeltà alla legge santa, dell'amore alla sofferenza, del sacrificio riparatore.
 
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre.
 
Gesùritrov
 
QUINTO MISTERO GAUDIOSO  
 
IL RITROVAMENTO DI GESÙ NEL TEMPIO
 
I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole.
Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (Lc 2,41-52)
 
Riflessione
 
«Abbiamo smarrito Gesù». Chi può ridire lo strazio di Maria e di Giuseppe, quando s'accorsero che Gesù non era con loro? Lo cercarono dappertutto, nelle giornate febbrili, nelle notti insonni, affacciandosi ad ogni tenda, scrutando ogni ombra, interrogando ogni viso di bimbo. Dov'era mai Gesù? Forse lungo una via a stendere esitante la mano per sfamarsi? Oh benedetta la mano che si fosse tesa ad alleviare la sua pena, con un gesto di carezza!
Gesù era nel Tempio. Insegnava ai maestri d'Israele. La Vergine lo scorse da lontano, ed il suo Cuore traboccò di gioia, indicibilmente.
Il Cuore di Maria si è rivelato: è pieno di ansia e di tenerezza per i suoi figli. Non sono forse io il figliol prodigo che si è smarrito nella notte del peccato? Forse la Vergine, nostra Madre, m'insegue palpitando d'angoscia, struggendosi nell'attesa, deplorando la mia sconsiderata ostinazione. Forse l'anima mia è lacera e sanguinante nel groviglio delle passioni, nel rovaio delle colpe. Oh mi alzerò anch'io, come il prodigo giovinetto e ritornerò al Cuore della Madre mia, per sentirmi alitare in volto il soffio del tenero perdono: Figlio, perché mi hai fatto questo?
È il peccato che ci fa perdere Gesù, che insozza la bellezza dell'anima nostra. Il Cuore Immacolato di Maria che non fu mai per un solo istante offuscato da macchia, né sfiorato da alcuna sozzura, c'ispiri un odio inestinguibile per l'offesa a Dio, ci faccia amare la purezza, l'innocenza della vita.
Il messaggio di Fatima è un accorato invito di Maria a desistere dal peccato, a far penitenza. «La Madonna ha detto che i peccati del mondo sono molto grandi, ed Ella non può più trattenere il braccio del suo amato Figlio. Bisogna far penitenza». Così Giacinta sul letto di morte.
Rallegriamoci ancora con quel Cuore ammirabile che ha saputo serbare in sé, meditando senza posa, i divini misteri della vita di Gesù, facendone nutrimento alla sua mente, fiamma al suo spirito, e chiediamogli l'amore alla vita interiore, il dono di vivere continuamente alla presenza di Dio, raccogliendoci anche nel frastuono delle occupazioni; chiediamo la grazia di ritrovare Gesù, in ogni nostro dovere, compiuto fedelmente. Oh, se le nostre famiglie saranno una copia fedele della Sacra Famiglia di Nazaret, la vita intera sarà santificata e benedetta e sarà assicurato un gran premio in cielo!
 
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre.
Litanie.
 
 
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