Risortot
 
29/04/2018
 
PRIMO MISTERO GLORIOSO  
 
LA RISURREZIONE DI GESÙ
 
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue parole, e, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto. (Lc 24,1-12)
 
Riflessione
 
Due passioni: l'odio e la paura vegliavano al sepolcro di Gesù. Chiuso con una grossa pietra, sigillato, il sacro avello era custodito da soldati che vi alternavano la guardia. Povera saggezza umana! Dopo la notte dell'umiliazione doveva spuntare l'alba del trionfo.
L'aveva predetta il salmista: «Non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione». L'aveva preannunziata Gesù: «Distruggete questo tempio mortale e in tre giorni lo riedificherò» (Gv 2,19). È risorto, vincitore dell'odio dei suoi nemici, vincitore del peccato, e la sua risurrezione è divenuta il fondamento della nostra fede, la causa della nostra giustificazione e ci ha aperto le sorgenti della vita.
Regina coeli, laetare, alleluia! Rallegrati, o Cuore dolcissimo di Maria! la gloria del Figlio è gloria della Madre. Unita al Figlio nella sua passione, Maria partecipa intimamente al suo trionfo e per Lei certamente fu la prima apparizione di Gesù Risorto. Il primo desiderio di un Figlio, non è forse quello di condividere con la Madre la gioia d'una grande vittoria? Ora la Vergine Santissima esulta, perché il peccato è stato finalmente debellato e le anime riscattate alla dignità di figlie di Dio.
Il trionfo della Risurrezione di Gesù deve esser il nostro trionfo, gloria della nostra fede. «La vittoria che trionfa nel mondo è la nostra fede!» dice S. Giovanni (1Gv 5,4). Risorgeremo anche noi un giorno, come Gesù, perché egli è Vita per i suoi seguaci. Ma come Gesù toccò il trionfo della Risurrezione attraverso l'umiliazione, la passione e la morte, anche noi dovremo soffrire; per trionfare, dovremo morire al peccato, alle lusinghe del mondo, per poter vivere di Cristo. Portiamo nel nostro corpo la «mortificazione di Gesù», viviamo una «vita nuova», «rivestiamoci dell'uomo novello, creato secondo Gesù Cristo» (Rm 6,4) come ci esorta S. Paolo, e ci arriderà la certezza della vittoria. Tutti dobbiamo essere dei vittoriosi nelle battaglie della vita; ed allora trionferemo con Gesù, nella gloria dell'eterna risurrezione: «Se però soffriremo con lui, da essere con lui glorificati...» (Rm 8,17).
 
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre.
 
 
Pellegrinaggio a Lourdes dal 21 al 25 Giugno.
 
Martedì 1° Maggiio anniversario dell'Associazione 9° anno. Apriamo al mattino ore 10, ore 12,30 pranziamo insieme, ore 15 Santo Rosario, ore 15,30 Messa di Guarigione. Se il tempo sarà bello ci saranno i gonfiabili per i bambini. Si potrà parchreggiare presso la scuola in via Garibaldi.
 
Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.
Tutti i venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario, ore 21 funzione dei Malati tutto in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione.
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Ascensione  
 
SECONDO MISTERO GLORIOSO
 
L'ASCENSIONE
 
Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare al cielo». (At 1,9-11)
 
Riflessione
 
A capo dello stuolo osannante degli eletti, sua gloriosa conquista, liberati dal Limbo, Gesù fa il suo ingresso trionfale nel cielo.
«Padre, glorifica il Figliuol tuo, affinché egli ti glorifichi!» aveva pregato Gesù (Gv 17,1). Ora Egli trasvola oltre tutti i cieli, siede alla destra del Padre, Re dei tempi e Giudice delle anime, Mediatore unico, sorgente di benedizione, di vita, di grazia.
È l'ora del trionfo di Gesù. Dopo aver compiuto con suprema fedeltà la volontà del Padre, dopo esser disceso negli abissi insondabili del dolore e dell'obbrobrio, riscattando il mondo, sgominando le potenze dell'inferno, la sua Umanità santissima è chiamata al premio, a gustare gli splendori, la beatitudine e la potenza di una eterna esaltazione.
Maria esulta, pur nella tristezza del distacco. Oltre il velo di nubi che ha rapito ai suoi occhi mortali Gesù, l'anima estatica contempla, al di sopra di tutte le schiere angeliche, il Re della gloria che prende possesso del suo regno.
Anche noi dobbiamo esultare nel trionfo di Gesù: «Se voi mi amate, vi rallegrerete che io vada al Padre» (Gv 14,28). Quanti amano Gesù, provano una gioia profonda ed intensa contemplando il mistero della sua Ascensione, nel ringraziare il Padre di avergli dato una tale gloria. Rallegriamoci, perché il trionfo di Gesù è pure nostro. La gloria del Capo legittima la speranza delle membra: il Capo è Gesù e le membra siamo noi. Anche per noi è serbata l'apoteosi del premio. Questa gioiosa speranza ci darà sempre nuovo slancio a camminare per la via dei comandamenti del Signore, senza fermarci alle piccole gioie, alle cose caduche di quaggiù. Serbiamo il nostro cuore libero da attaccamenti terreni; serbiamo una incrollabile fiducia, guardando al cielo. Lassù è il nostro destino, la nostra patria. Gesù è andato a prepararci il posto. Egli non vuole essere solo nel suo trionfo: «Padre, io voglio che dove sono io sian pure con me quelli che mi affidasti...» (Gv 17,24).
 
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre
 
Pentecoste
 
TERZO MISTERO GLORIOSO  
 
LA PENTECOSTE
 
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. (At 2,1-4)
 
Riflessione
 
In mezzo agli apostoli, rapita nella più ardente supplica, stava la Vergine santissima, Regina degli apostoli. Nel suo cuore di Sposa in attesa dello Sposo divino, si alternavano la gioia e l'ansia, il desiderio e l'amore per Iddio e per le anime, che il Signore, sulla croce, le aveva affidato. Ella implorava agli apostoli quel dono sovrumano di zelo con cui lo Spirito Santo arse le loro anime, facendone delle fiaccole viventi, per infiammare e convertire il mondo.
E lo Spirito Santo discese su di loro: lo Spirito che è la carità che illumina, fortifica, infiamma, la carità che unisce il Verbo con il Padre, Iddio alle creature e le creature a Dio.
La Vergine santissima fu piena della grazia dello Spirito Santo fin dal momento della sua immacolata concezione: ma questa pienezza, per un prodigio divino, pur sempre traboccante, andò sempre crescendo nel suo cuore, fino a consumarlo nell'unione più perfetta con questo divino Spirito.
Anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nel battesimo, siamo stati confermati in Lui, nel sacramento della cresima; l'anima nostra è un tabernacolo vivo, e il corpo un tempio consacrato del divino Spirito, quando conserviamo e alimentiamo in noi la grazia del Signore. «Io ho trovato il cielo sulla terra - diceva un'anima santa - perché il cielo è Dio e Dio l'ho nell'anima». È vero; insieme con lo Spirito Santo è tutta la Santissima Trinità che vive in noi, per lo stato di grazia. Supplichiamo il Cuore Immacolato di Maria che ci conceda di non aver mai la disgrazia di cader nel peccato, per non cacciar Iddio dall'anima nostra, per non profanare questo tempio dello Spirito Santo che è il nostro corpo: anzi procuriamo di accrescere senza posa in noi la grazia, con la frequenza ai sacramenti e con la corrispondenza alle ispirazioni di Dio.
Imploriamo dalla Vergine SS. i doni dello Spirito Santo: sapienza, consiglio, fortezza, pietà, timor di Dio. Chiediamo trasporto per la virtù, zelo per la salute eterna dei nostri cari, amore tenero e forte per Iddio e una devozione soda, ardente e riparatrice al suo Cuore.
 
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre
 
Assunta
 
QUARTO MISTERO GLORIOSO
 
L'ASSUNZIONE DI MARIA
Maria Santissima è Assunta in cielo:
…Gesù, che ti accoglie in cielo gloriosa.
“Padre voglio che anche quelli che mi hai dato, siano dove sono io, perché contemplino la mia gloria…” (Gv. 17, 24).
 
Riflessione
 
Come la risurrezione di Gesù fu il compimento glorioso della sua vita mortale, della missione e della prova, così l'assunzione della Vergine fu la palma dopo il martirio, la corona dopo il trionfo.
Il Signore premierà ora la sua diletta Sposa, la tenerissima sua Madre. Virtù impareggiabili, dolori ineffabili, rassegnazione perfetta, operosità amorosa hanno tessuto la sua corona, veramente d'oro e tempestata di gemme. E la fine della sua giornata terrena non è una morte dolorosa, ma un intenso atto di amore che scinde, in un supremo palpito, l'involucro terreno; un transito beato che compie l'anelito insaziabile di quel Cuore Immacolato, il quale dopo l'ascensione di Gesù al cielo andò sempre consumandosi di desiderio e di struggente amore per il suo Figliuolo diletto.
La morte è vita, quando la vita è passata amando, beneficando, pregando.
Gli apostoli si recano al sepolcro che aveva accolto il corpo virgineo della Madre di Dio... Un olezzo di fiori celestiali, un'onda di arcana luce suprema annunziano che qualcosa di divino s'è compiuto là dentro.
E intanto si indovinano gli inni melodiosi di cui risuona il soggiorno degli eletti. Quanto sono belli i tuoi passi, o figlia del Re eterno, o dolce fanciulla di Iesse, che trasvoli di coro in coro, di luce in luce, fino al centro di ogni bellezza, di ogni bontà!
Ripensiamo a quel transito soavissimo, alla gloriosa incorruzione di quel corpo verginale, a quella trionfale assunzione fra il coro tripudiante degli angeli, al suo ingresso in cielo, nel giubilo di tutto il Paradiso. Quel trionfo se lo è meritato, come anche noi possiamo meritarci quaggiù il nostro trionfo nel cielo. Com'è consolante giungere alle soglie della vita eterna, con le mani piene di meriti, l'anima ricca di grazie e di opere buone, il cuore traboccante di amor di Dio.
O Cuore Immacolato di Maria, ottienimi una morte santa, come hai promesso a quanti praticheranno i tuoi Sabati. Assistimi in quell'ora estrema, difendimi contro i nemici dell'anima mia. Dammi ora slancio nel bene, fedeltà alla legge del Signore e ai miei doveri cristiani, odio al peccato, amore alla preghiera, finché dura la mia giornata terrena, ed accogli poi, nel seno della tua misericordia, il mio spirito in pace. Ottienimi coraggio e vigore davanti al sacrificio e alla tribolazione, e soprattutto il dono della santa perseveranza.
  
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre
 
Coronatate
 
QUINTO MISTERO GLORIOSO  
 
L'INCORONAZIONE DI MARIA
 
Maria Santissima è regina degli Angeli e dei Santi:
…Gesù, che ti dà a noi Madre e Regina.
“Quelli che Dio ha chiamati, li ha raccolti come suoi, e li ha fatti partecipi della Sua Gloria ” (Romani 8, 30).
+ Attraverso l’intercessione di Maria e di tutti i i Santi, il Signore ci accompagni nel nostro “santo viaggio” su questa terra: uniti fra di noi, incontro a Lui.
Riflessione
 
«Vieni dal Libano, o mia sposa, vieni dal Libano: vieni e sarai coronata» (Ct 4,8).
Così lo Spirito Santo andava sussurrando al cuore di Maria, finché l'invito si tradusse in palpitante realtà. Ma l'ultimo mistero di predilezione nella vita della Vergine non si svolge sulla terra. Lassù, nel cielo dei cieli, fra il tripudio degli angeli e dei santi, nella luce folgorante di Dio, Maria viene incoronata dalla SS. Trinità, Regina del cielo e della terra, mediatrice universale di grazie presso il trono di Dio, dispensatrice dei divini tesori, madre tenerissima e guida di tutte le anime.
L'umile ancella che ha vissuto nel nascondimento, poveramente, operosamente, nella dedizione, in continua preghiera è ora esaltata dal «giusto Giudice» al di sopra di ogni grandezza celeste dopo Dio, oltre ogni potenza creata, e Iddio stesso si piega alla preghiera amorosa di Lei.
La Madre dolorosa che visse intrepidamente nell'anima la Passione del Figlio è ora saziata alla stessa sorgente di beatitudine di Gesù. L'affetto del suo Cuore Immacolato, tenerissimo, umile e adorante, è ora trasumanato, naufrago nell'oceano dell'Amore senza fine.
Maria corrispose con assoluta fedeltà ai disegni della Provvidenza con il suo immutabile fiat, e Dio la investe di un potere sovrano a cui sottostanno i santi del cielo, le anime sofferenti del Purgatorio, i fedeli militanti sulla terra.
Ella visse di fede, fermamente credendo alle verità rivelate, anche fra le fitte tenebre delle persecuzioni e delle apparenti delusioni cui furono soggette la vita e l'opera di Gesù, e Dio le svela il suo volto e l'ammette ai segreti della visione beatifica, nel più alto grado possibile ad una creatura.
Anche noi, figli di Maria, esultiamo della gloria e della potenza toccata in sorte alla Madre nostra. «Ricordati anche della gioia che io godo in cielo», rammentava un giorno la Vergine apparendo a S. Tommaso di Canterbury. Consideriamo spesso i trionfi di Maria SS., e siamo pronti a ricorrere in ogni occasione al suo patrocinio potentissimo.
Il nostro paradiso in terra sia nel meditare i gaudi, i dolori e le grandezze di Maria, madre nostra; sia nell'amarla teneramente e incondizionatamente. La devozione alla Vergine SS. è pegno di salvezza; saperla pregare è segno di predestinazione, amarla sia la nostra felicità.
Ma l'amore è conforto; è ammenda d'onore, è riparazione al cuore della nostra Madre, per gli oltraggi che Lei riceve direttamente, per le orribili bestemmie lanciate al suo nome ed alle sue virtù santissime e per le offese fatte al suo divin Figliuolo, che si ripercuotono, con strazio indicibile, nel suo cuore materno. Sacrifichiamoci, nell'abnegazione del nostro dovere, perseverando, sino alla fine, e non cessiamo d'implorare dal Cuore Immacolato di Maria che ci sia in vita e in morte rifugio sicuro, e via per andare a Dio.
 
Pregare per il Santo Padre, per la Chiesa, per le Anime del Pugatorio e per ottenere le Sante Indulgenze.
 
Litanie
 
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