inferno

26/09/2017

Chi era Martin Lutero?

E’ con profondo rammarico che in questi giorni ho appreso la notizia che tra i Cristiani c’è chi approva l’operato di Martin Lutero arrivando persino a sostenere che i protestanti possono insegnare qualcosa di buono ai cristiani. Sono affermazioni assurde che non fanno altro che alimentare il caos e lo scompiglio che purtroppo in questi tempi  tremendi regnano nella Chiesa. Lutero è stato il fondatore del protestantesimo e fu scomunicato  il 3 gennaio 1521 con la bolla  Decet Romanum Pontificem, Leone X .

Era contro Gesù Cristo, contro la Vergine Santissima, contro il Papa, contro la Santa Messa e la Confessione. Che cosa abbiamo dunque da imparare da questo eretico??? 

Vi ricordo che Domenica 1° Ottobre, nell’ultima pagina del foglietto della Messa, dove di solito si riporta il ritratto di Santi e Beati, verrà inserita anche la figura dell’eretico Lutero.

Come si fa a mettere nel foglio della nostra Messa questo eretico che è all'inferno???

LA CHIESA DA SEMPRE CI INSEGNA CHE DALL’INFERNO NON SI ESCE. NON SI PUO’ DUNQUE RIABILITARE CHI E’ STATO CONDANNATO PER SEMPRE!!!

Sotto riporto il foglietto della Santa Messa con l'immagine di questo eretico.

 

foglio

Vi ricordo che la Beata Serafina Micheli ebbe una visione in cui vide Lutero all’inferno. Tale Mistica nata nel 1849 e morta nel 1911, fù dichiarata Beata il 28 Maggio 2011; le sue rivelazioni sono quindi autentiche e degne di credibilità.

Se Martin Lutero è all’inferno, non è certo un modello da seguire anche se, per giungere a tale conclusione, basta conoscere la sua vita piena di episodi a dir poco raccapriccianti.

Il cristiano che decide di seguire la dottrina di Lutero tradisce Cristo e la Sua Chiesa e si incammina verso l’inferno.

LA VERITA’ RIVELATA DA CRISTO E’ UNA VERITA’ ETERNA. LA SUA PAROLA E’ IMMUTABILE E NON PUO’ ESSERE IN NESSUN CASO MODIFICATA  O  “ AMMORBIDITA “ LUNGO IL CORSO DEGLI ANNI.

Chi si allontana dagli insegnamenti del Vangelo Storico di Gesù Cristo non fa più parte della Sua Chiesa.

La Chiesa fondata da Cristo è l’unica vera Chiesa perché Cristo non è un uomo qualunque, come lo sono stati tutti i fondatori delle altre religioni.

Cristo è la seconda Persona della Santissima Trinità, unico uomo nella storia ad essere morto e risorto. E’ l’uomo-Dio che con il Sacrificio della Croce ha riscattato tutto il genere umano dalla schiavitù del peccato, restituendo alle creature la dignità di Figli di Dio e spalancando ad essi le Porte del Paradiso .

Ecco perché è un vero tranello diabolico affermare che tutte le religioni sono uguali.

Quanto dolore sento quando vedo tantissimi cristiani rinnegare la nostra Fede per correre qua e là, alla ricerca di chissà quali dottrine!

Abbiamo nelle nostre mani una PERLA di incalcolabile valore. Non commettiamo il gravissimo e imperdonabile errore di gettarla via per raccogliere…..sassi!!!

LA SALVEZZA E’ SOLO IN GESU’ CRISTO!!!

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Leggi sotto il racconto della visione avuta  della Beata Serafina Micheli.

Nel 1883 Suor Maria Serafina Micheli (1849-1911) che sarà beatificata a Faicchio in provincia di Benevento e diocesi di Cerreto Sannita il 28 maggio 2011, fondatrice dell’Istituto delle Suore degli Angeli, si trovava a passare per Eisleben, nella Sassonia, città natale di Lutero. Si festeggiava, in quel giorno, il quarto centenario della nascita del grande eretico ( 10 novembre 1483) che spaccò l’Europa e la Chiesa in due, perciò le strade erano affollate, i balconi imbandierati. Tra le numerose autorità presenti si aspettava, da un momento all’altro, anche l’arrivo dell’imperatore Guglielmo I, che avrebbe presieduto alle solenni celebrazioni. La futura beata, pur notando il grande trambusto non era interessata a sapere il perché di quell’insolita animazione, l’unico suo desiderio era quello di cercare una chiesa e pregare per poter fare una visita a Gesù Sacramentato. Dopo aver camminato per diverso tempo, finalmente, ne trovò una, ma le porte erano chiuse. Si inginocchiò ugualmente sui gradini ... 

...  d’accesso, per fare le sue orazioni. Essendo di sera, non s’era accorta che non era una chiesa cattolica, ma protestante. Mentre pregava le comparve l’angelo custode, che le disse: “ Alzati, perché questo è un tempio protestante”.

Poi  le soggiunse: “Ma io voglio farti vedere il luogo dove Martin Lutero è condannato e la pena che subisce in castigo del suo orgoglio”.

Dopo queste parole vide un’orribile voragine di fuoco, in cui venivano crudelmente tormentate un incalcolabile numero di anime. Nel fondo di questa voragine v’era un uomo, Martin Lutero, che si distingueva dagli altri: era circondato da demoni che lo costringevano a stare in ginocchio e tutti, muniti di martelli, si sforzavano, ma invano, di conficcargli nella testa un grosso chiodo.

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La suora pensava: se il popolo in festa vedesse questa scena drammatica, certamente non tributerebbe onori, ricordi, commemorazioni e festeggiamenti per un tale personaggio.

In seguito, quando le si presentava l’occasione ricordava alle sue consorelle di vivere nell’umiltà e nel nascondimento. Era convinta che Martin Lutero fosse punito nell’Inferno soprattutto per il primo peccato capitale, la superbia.

L’orgoglio lo fece cadere nel peccato capitale, lo condusse all’aperta ribellione contro la Chiesa Cattolica Romana. La sua condotta, il suo atteggiamento nei riguardi della Chiesa e la sua predicazione furono determinanti per traviare e portare tante anime superficiali ed incaute all’eterna rovina.

Se vogliamo evitare l’Inferno viviamo nell’umiltà. Accettiamo di non essere considerati, valutati e stimati da quelli che ci conoscono. Non lamentiamoci, quando veniamo trascurati o siamo posposti ad altri che pensiamo siano meno degni di noi. Non critichiamo mai, per nessun motivo, l’operato di coloro che ci circondano. Se giudicheremo gli altri, non siamo neppure cristiani.

Se giudichiamo gli altri, non siamo neppure noi stessi. Confidiamo sempre nella grazia di Dio e non in noi stessi. Non preoccupiamoci eccessivamente della nostra fragilità, ma del nostro orgoglio e presunzione. Diciamo spesso col salmista: “Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze” (Salm. 130).

Offriamo a Dio il nostro “nulla”: le incapacità, le difficoltà, gli scoraggiamenti, le delusioni, le incomprensioni, le tentazioni, le cadute e le amarezze di ogni giorno. Riconosciamoci peccatori, bisognosi della sua misericordia. Gesù, proprio perché siamo peccatori ci chiede solo di aprire il nostro cuore e di lasciarsi amare da Lui. E’ questa l’esperienza di San paolo: “La mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò, quindi, ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo” (2 Cor. 12,9). Non ostacoliamo l’amore di Dio nei nostri riguardi col peccato o con l’indifferenza. Diamogli sempre più spazio nella nostra vita, a vivere in piena comunione con Lui nel tempo e nell’eternità.

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