L’inferno esiste ed è eterno.
Esorcista - Prosegui e dì quanto il Cielo ti ordina di dire.
Demonio - Io, Belzebub, sono stato costretto a dirvi queste cose e sono costretto a raccomandarvi ancora: curate questo santo e salutare timore dell’Altissimo. Dovete parlarne tutti: gli educatori ai giovani loro affidati, i maestri ai loro bambini e i genitori ai loro figli. Deve parlarne il Papa a tutta la Chiesa, i Vescovi ai loro sacerdoti e i superiori religiosi alle anime consacrate. Soprattutto ne parlino i sacerdoti nelle loro omelie, molto più di quanto non facciano ora.

 

Se non viene predicato il timore dell’Altissimo in questa vita, non resterà che il terrore nell’altra, il terrore di un Giudice che di là non perdona, il terrore dell’inferno, un terrore tremendo, eterno e senza rimedio. Meglio per voi il timore di questa vita che le angosce del purgatorio nell’altra o il terrore eterno che trovereste all’inferno. (Grida paurosamente). Io sono costretto a dirvi che questa è la verità. Non credete a chi vi inganna dicendo che l’Altissimo è misericordia infinita e tralascia di dirvi che è anche giustizia infinita.
Il timore dell’Altissimo è cosa santa, è un mezzo di salvezza. È lui che ve lo dona. Ma voi custoditelo, accrescetelo, divulgatelo. Soprattutto educate i bambini fin da piccoli a vivere nel timore di lui. Solo così li difenderete dal peccato in questa vita e dall’inferno nell’altra.
Demonio - Non ci sono parole per descrivere l’inferno: neanche l’uomo con la più viva fantasia e con la più grande capacità di inventiva può riuscire a immaginarlo e tanto meno a descriverlo.
L’inferno è infinitamente peggio di quanto possiate pensare: il peggior campo di concentramento di questo mondo paragonato all’inferno sembra un angolo di paradiso.
Là tutto è dolore e un dolore così grande che i dolori della terra, al confronto, sembrano gioie.
Là tutto è disperazione perché l’inferno non finirà mai.
Là tutto è odio: da nessuno verrà una parola di conforto, ma, al contrario: il terrore di uno si assommerà al terrore di tutti gli altri.
Là tutto è tenebre e disarmonia.
Là è raccolto ogni male e regna solo la parola “castigo”.
L’inferno è una pattumiera in cui l’Altissimo getterà ogni immondizia umana e ogni uomo che, col suo rifiuto di obbedire alla sua legge, ha fatto di sé un rottame umano, un rifiuto di umanità, un mostro di brutture, un concentrato di ogni male.
Nemmeno l’Altissimo, pur con tutta la sua onnipotenza può farvi capire fino in fondo che cos’è l’inferno. Per capirlo bisogna solo provarlo.
Io non volevo dirvi queste cose, ma (e lo dice urlando) sono stato costretto a ricordarvele dalla SS.ma Trinità e dalla Madre del buon Consiglio, che non vuole che andiate perduti per sempre.
UN SOGNO IRREALIZZABILE
Demonio - È spaventoso che gli uomini non credano al suo vangelo nel quale tutto è verità. Verità che purtroppo non si possono cancellare.
Che cosa non daremmo noi dannati se potessimo cancellare la verità sull’eternità dell’inferno! Se noi potessimo dire: “Signore, fa che questo tormento cessi almeno alla fine del mondo, nel giorno del giudizio.
O, se non può finire l’inferno, che almeno finisca la nostra vita e noi possiamo piombare nel nulla!”. Se l’Altissimo ci garantisse questo…tutti noi dannati, nonostante le tremende sofferenze che dobbiamo sopportare, esploderemmo in un cantico di gioia e di ringraziamento e il nostro inferno ci sembrerebbe già un’anticamera di paradiso. Ma ora lasciami, non voglio più parlare!
GESÙ HA PIANTO PENSANDO ALL’INFERNO
Esorcista - Continua! Che cosa ancora ti ordinano di dire il Signore e la sua SS.ma Madre?
Demonio - Il Vangelo vi testimonia che Lui (si riferisce a Gesù) vi ha parlato molte volte dell’inferno; ve ne ha parlato sempre in tono minaccioso per aprirvi gli occhi e il cuore, per distogliere i vostri passi dalle vie che portano alla perdizione eterna e ne ha parlato anche in tono accorato, con infinita tristezza, pensando a quanti non avrebbero accolto le sue parole, i suoi richiami e a quanti avrebbero reso inutile la sua tremenda passione e la sua morte.
Ha pianto su Gerusalemme pensando alla sua rovina terrena: “Gerusalemme, Gerusalemme…”.
E quante altre volte ha pianto, nei suoi dialoghi segreti con il Padre, pensando, non alla rovina terrena di una città, ma alla rovina eterna di miliardi di uomini!
Ha pianto su tutti i peccati, perché ogni peccato è peggiore di qualsiasi disgrazia terrena, ma soprattutto ha pianto sui peccati di cui gli uomini non si sarebbero pentiti e che, per questo, avrebbero spalancato loro per sempre le porte dell’inferno.
Basta, basta, bastaaaaa!


UN COLLOQUIO INQUIETANTE
La possessione diabolica è una drammatica realtà che trovia¬mo ampiamente documentata negli scritti dei quattro Evangelisti e nella storia della Chiesa. È possibile, dunque, e c'è anche oggi. II demonio, se Dio glielo permette, può prendere possesso di un corpo umano, o di un animale ed anche di un luogo. Nel Rituale Romano la Chiesa ci insegna da quali elementi si possa riconoscere la vera possessione diabolica. Per più di quarant'anni un noto esorcista ha lottato contro Satana. Ri¬porto un episodio tra i tanti che ho vissuto. Fu incaricato dal suo Arcivescovo di cacciare il demonio dal corpo di una ragazza che era tormentata da qualche tempo. Sottoposta più volte a visite da parte di medici specialisti, era stata trovata perfettamente sana. Quella ragazza aveva una istruzione piuttosto bassa, avendo frequentato soltanto le scuole elementari. Nonostante questo, appena il demonio entrava in lei, riusciva a comprendere e ad esprimersi in lingue classiche, leggeva nel pensiero dei presenti e vari fenomeni strani avvenivano nella stanza, quali: rottura di vetri, forti rumori alle porte, movimento concitato di un tavolo isolato, oggetti che uscivano da soli da un cesto e cadevano sul pavimento, ecc... All'esorcismo assistevano parecchie persone, tra cui un altro sacerdote e un professore di storia e di filosofia che registrava tutto per un'eventuale pubblicazione. Il demonio, costretto dall’Immacolata  Concezione a parlare manifestò il suo nome e rispose a diverse domande.
- Mi chiamo Melid!... Mi trovo nel corpo di questa ragazza e non l'abbandonerò fino a quando non accetterà di fare quello che voglio io!
- Spiegati meglio.
- Io sono il demonio dell'impurità e tormenterò questa ragazza fino a quando non sarà diventata impura come la desidero io."
- Nel nome di Dio, dimmi: all'inferno c'è gente a motivo di questo peccato?
- Tutti quelli che sono là dentro, nessuno escluso, ci sono con questo peccato o anche solo per questo peccato!
Gli rivolsi ancora tante altre domande: - Prima di essere un demonio, chi eri?
- Ero un cherubino... un alto ufficiale della Corte Celeste. - Che peccato avete commesso voi angeli in Cielo?
- Non doveva farsi uomo!... Lui, l'Altissimo, umiliarsi così... non doveva farlo!
- Ma non sapevate che ribellandovi a Dio sareste sprofondati all'inferno?
- Lui ci disse che ci avrebbe messi alla prova, ma non che ci avrebbe puniti così... L'inferno!... L'inferno!... L'inferno!... Voi non potete comprendere che significhi il fuoco eterno!
Pronunciava queste parole con rabbia furibonda, con voce d’oltre tomba e con una tremenda disperazione.
 

 

 

COME SI FA PER SAPERE SE L’INFERNO C'È?
Che cos'è questo inferno del quale oggi si parla troppo poco (con grave danno per la vita spirituale degli uomini) e che invece sarebbe bene, anzi, doveroso conoscere nella giusta luce? È il castigo che Dio ha dato agli angeli ribelli e che darà anche agli uomini che si ribellano a Lui e disobbediscono alla sua legge, se muoiono nella sua inimicizia. Prima di tutto conviene dimostrare che c'è e poi cercheremo di capire che cosa è. Così facendo, potremo arrivare a delle conclusioni pratiche. Per abbracciare una verità la nostra intelligenza ha bisogno di solide argomentazioni. Trattandosi di una verità che ha tante e così gravi conseguenze per la vita presente e per quella futura, prenderemo in esame le prove della ragione, poi le prove della divina Rivelazione e infine le prove della storia.


IL NUMERO DEI DANNATI
sul tema: "IL NUMERO DEI DANNATI " in Italia, poco o tanto, quasi tutti avevano un qualche legame con la fede, se non altro sotto forma di lontani ricordi, mai del tutto dimenticati, che affioravano quasi sempre in punto di morte. Nel nostro tempo, invece, anche in questa povera Italia, un tempo cattolica e che il Papa è arrivato a definire oggi 'terra di missione", troppi, non avendo più nemmeno un pallido ricordo della fede, vivono e muoiono senza alcun riferimento a Dio e senza porsi il problema dell'aldilà. Molti vivono e "muoiono come cani", diceva il Card. Siri, anche perché molti sacerdoti sono sempre meno solleciti nel prendersi cura dei morenti e nel proporre loro la riconciliazione con Dio! È chiaro che nessuno può dire quanti siano i dannati. Ma considerando il dilagare attuale dell'ateismo... dell'indifferenza... dell'incoscienza... della superficialità... e dell'immoralità... io non sarei così ottimista nel dire che sono pochi quelli che si dannano. Ma sono moltissimi purtroppo c’è lo dicono i Santi e c’è lo ha detto la Madonna a Fatima che a fatto vedere ai  tre Pastorelli quante anime finiscono all’inferno.     

 

                                                                                                                              
UNA DONNA DI NAPOLI
Tutti sanno che la Chiesa, prima di elevare qualcuno agli onori degli altari e dichiararlo "Santo", esamina attentamente la sua vita e specialmente i fatti più strani e insoliti. II seguente episodio fu inserito nei processi di canonizzazione di San Francesco di Girolamo, celebre missionario della Compagnia di Gesù, vissuto nel secolo scorso. Un giorno questo sacerdote predicava a una gran folla in una piazza di Napoli. Una donna di cattivi costumi, di nome Caterina, abitante in quella piazza, per distrarre l'uditorio durante la predica, dalla finestra cominciò a fare schiamazzi e gesti spudorati. II Santo dovette interrompere la predica perché la donna non la smetteva più, ma tutto fu inutile. II giorno dopo il Santo ritornò a predicare sulla stessa piazza e, vedendo chiusa la finestra della donna disturbatrice, domandò cosa fosse capitato. Gli fu risposto: "È morta questa notte improvvisamente". La mano di Dio l'aveva colpita. "Andiamo a vederla", disse il Santo. Accompagnato da altri entrò nella camera e vide il cadavere di quella povera donna disteso. II Signore, che talvolta glorifica i suoi Santi anche con i miracoli, gli ispirò di richiamare in vita la defunta. San Francesco di Girolamo guardò con orrore il cadavere e poi con voce solenne disse: "Caterina, alla presenza di queste persone, in nome di Dio, dimmi dove sei!".
Per la potenza del Signore si aprirono gli occhi di quel cadave¬re e le sue labbra si mossero convulse: "All'inferno!... Io sono per sempre all'inferno!".
 

UN EPISODIO CAPITATO A ROMA
A Roma, nel 1873, verso la metà di agosto, una delle povere ragazze che vendevano il loro corpo in una casa di tolleranza si ferì a una mano. II male, che a prima vista sembrava leggero, inaspettatamente si aggravò, tanto che quella povera donna fu trasportata urgentemente all'ospedale, dove morì poco dopo. In quel preciso momento, una ragazza che praticava lo stesso "mestiere" nella stessa casa, e che non poteva sapere ciò che stava avvenendo alla sua "collega" finita all'ospedale, cominciò a urlare con grida disperate, tanto che le sue compagne si svegliarono impaurite. Per le grida si svegliarono anche alcuni abitanti del quartiere e ne nacque uno scompiglio tale che intervenne la questura. Cos'era successo? La compagna morta all'ospedale le era ap¬parsa, circondata di fiamme, e le aveva detto: "Io sono dannata! E se non vuoi finire anche tu dove sono finita io, esci subito da questo luogo di infamia e ritorna a Dio!". Nulla poté calmare l'agitazione di quella ragazza, tanto che, appena spuntata l'alba, se ne partì lasciando tutte le altre nello stupore, specialmente non appena giunse la notizia della morte della compagna avvenuta poche ore prima all'ospedale. Poco dopo, la padrona di quel luogo infame, che era una gari¬baldina esaltata, si ammalò gravemente e, ben ricordando l'apparizione della ragazza dannata, si convertì e chiese un sacerdote per poter ricevere i santi Sacramenti. L'autorità ecclesiastica incaricò della cosa un degno sacerdote, Mons. Sirolli, che era il parroco di San Salvatore in Lauro. Questi richiese all'inferma, alla presenza di più testimoni, di ritrattare tutte le sue bestemmie contro il Sommo Pontefice e di esprimere il proposito fermo di mettere fine all'infame lavoro che aveva fatto fino allora. Quella povera donna morì, pentita, con i conforti religiosi. Tutta Roma conobbe ben presto i particolari di questo fatto. Gli incalliti nel male, com'era prevedibile, si burlarono dell'accaduto; i buoni, invece, ne approfittarono per diventare migliori.


UNA NOBILE SIGNORA DI LONDRA
Viveva a Londra, nel 1848, una vedova di ventinove anni, ricca e molto corrotta. Tra gli uomini che frequentavano la sua casa, c'era un giovane lord di condotta notoriamente libertina. Una notte quella donna era a letto e stava leggendo un roman¬zo per conciliare il sonno. Appena spense la candela per addormentarsi, si accorse che una luce strana, proveniente dalla porta, si diffondeva nella came¬ra e cresceva sempre più. Non riuscendo a spiegarsi il fenomeno, meravigliata spalancò gli occhi. La porta della camera si aprì lentamente ed apparve il giovane lord, che era stato tante volte complice dei suoi peccati. Prima che essa potesse proferire parola, il giovane le fu vicino, l'afferrò per il polso e disse: "C'è un inferno, dove si brucia!". La paura e il dolore che quella povera donna sentì al polso furono così forti che svenne all'istante. Dopo circa mezz'ora, ripresasi, chiamò la cameriera la quale, entrando nella stanza, sentì un forte odore di bruciato e constatò che la signora aveva al polso una scottatura così profonda da lasciar vedere l'osso e con la forma della mano di un uomo. Notò anche che, a partire dalla porta, sul tappeto c'erano le impronte dei passi di un uomo e che il tessuto era bruciato da una parte all'altra.
II giorno seguente la signora seppe che la stessa notte quel giovane lord era morto. Questo episodio è narrato da Gaston De Sègur che così com¬menta: "Non so se quella donna si sia convertita; so però che vive ancora. Per coprire agli sguardi della gente le tracce della sua scottatura, sul polso sinistro porta una larga fascia d'oro in forma di braccialetto che non toglie mai e per questo particolare viene chiamata la signora del braccialetto".


UN PROFESSORE DI PARIGI
Sant'Alfonso Maria De' Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa, e quindi particolarmente degno di fede, riporta il seguente episodio. Quando l'università di Parigi si trovava nel periodo di maggior splendore, uno dei suoi più celebri professori morì improvvisamente. Nessuno si sarebbe immaginato la sua terribile sorte, tanto meno il Vescovo di Parigi, suo intimo amico, che pregava ogni giorno in suffragio di quell'anima. Una notte, mentre pregava per il defunto, se lo vide apparire davanti in forma incandescente, col volto disperato. II Vescovo, compreso che l'amico era dannato, gli rivolse alcune domande; gli chiese tra l'altro: "All'inferno ti ricordi ancora delle scienze per le quali eri così famoso in vita?". "Che scienze... che scienze! In compagnia dei demoni abbiamo ben altro a cui pensare! Questi spiriti malvagi non ci danno un momento di tregua e ci impediscono di pensare a qualunque altra cosa che non siano le nostre colpe e le nostre pene. Queste sono già tremende e spaventose, ma i demoni ce le inaspriscono in modo da alimentare in noi una continua disperazione!"


IL PENSIERO DI ALCUNI SANTI
La perdita di Dio, dunque, è il più grande dolore che tormenta i dannati.
 - San Giovanni Crisostomo dice: "Se tu dirai mille inferni, non avrai ancora detto nulla che possa uguagliare la perdita di Dio".
 - Sant'Agostino insegna: "Se i dannati godessero la vista di Dio non sentirebbero i loro tormenti e lo stesso inferno si cambierebbe in paradiso".
- San Brunone, parlando del giudizio universale, nel suo libro dei "Sermoni" scrive: "Si aggiungano pure tormenti a tormenti; tutto è nulla davanti alla privazione di Dio".
- Sant'Alfonso precisa: "Se udissimo un dannato piangere e gli chiedessimo: 'Perché piangi tanto?, ci sentiremmo rispondere: “Piango perché ho perduto Dio!”. Almeno il dannato potesse amare il suo Dio e rassegnarsi alla sua volontà! Ma non può farlo. È costretto a odiare il suo Creatore nello stesso tempo che lo riconosce degno di infinito amore".
Santa Caterina da Genova quando le apparve il demonio lo interrogò: "Tu chi sei?" - "lo sono quel perfido che si è privato dell'amore di Dio!".
Ascoltiamo che cosa disse un dannato riguardo alle sue atroci sofferenze.
Nel 1634 a Loudun, nella diocesi di Poitiers, si presentò ad un pio sacerdote un'anima dannata. Quel sacerdote chiese: "Che cosa soffri all'inferno?" - "Noi soffriamo un fuoco che non si spegne mai, una terribile maledizione e soprattutto una rabbia impossibile a descriversi, perché non possiamo vedere Colui che ci ha creati e che abbiamo perduto per sempre per colpa nostra!... ".


PARLA LUCIFERO
Nel libro 'Invito all'amore' è descritto un colloquio tra il principe delle tenebre, Lucifero e alcuni demoni. La Menendez così lo racconta.
"Mentre ero discesa all'inferno, udii Lucifero dire ai suoi satelliti: 'Voi dovete tentare e prendere gli uomini ognuno per il suo verso: chi per la superbia, chi per l'avarizia, chi per l'ira, chi per la gola, chi per l'invidia, altri per l'accidia, altri ancora per la lussuria... Andate e impegnatevi più che potete! Spingeteli all'amore come lo intendiamo noi! Fate bene il vostro lavoro, senza tregua e senza pietà. Bisogna rovinare il mondo e far in modo che le anime non ci sfuggano'. Gli ascoltatori rispondevano: `Siamo tuoi schiavi! Lavoreremo senza riposo. Molti ci combattono, ma noi lavoreremo giorno e notte... Riconosciamo la tua potenza'. Sentii in lontananza come un rumore di coppe e di bicchieri. Lucifero gridò: 'Lasciateli gozzovigliare; dopo, tutto ci sarà più facile. Visto che amano ancora godere, finiscano il loro banchetto! Quella è la porta per cui entreranno'. Aggiunse poi cose orribili che non si possono dire né scrivere. Satana gridava rabbiosamente per un'anima che gli stava sfuggendo: 'Istigatela al timore! Spingetela alla disperazione, perché se si affida alla misericordia di quel... (e bestemmiava Nostro Signore) siamo perduti. Riempitela di timore, non lasciatela un solo istante e soprattutto fatela disperare'." Così dicono e purtroppo così fanno i demoni; la loro potenza, anche se dopo la venuta di Gesù è più limitata, è ancora spaventosa. 

 

 

 

 

 

 

 

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