18/05/2018
16° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
IL SERPENTE INFERNALE
Se è necessaria la protezione della Madonna per vincere le attrattive del mondo e superare le lotte dure ed insistenti del corpo, molto più si richiede per lottare contro il demonio, che è il più astuto dei nostri nemici. Cacciato dal Paradiso, perdette l'amicizia di Dio, ma conservò l'intelligenza,- che è di gran lunga superiore a quella umana; divorato dall'odio verso Dio che l'ha punito, arde di gelosia verso la creatura umana, destinata all'eterna felicità. Mette in atto la sua malvagità, adoperando ogni insidia per indurre al peccato, per non fare riacquistare la Grazia di Dio e lasciar morire nell'impenitenza.
La Santa Chiesa, che conosce ciò, ha messo nelle preghiere liturgiche questa invocazione: «Ab insidiis diaboli, libera nos Domine! » Liberaci, o Signore, dalle insidie del diavolo!
La Sacra Scrittura ci presenta il nemico infernale come un leone inferocito: « Fratelli, siate sobri e state vigilanti, perché il vostro nemico, il diavolo, come un leone ruggente va in giro cercando qualcuno per divorarlo; resistetegli restando forti nella fede! » (San Pietro I, V, 8-9).
Sotto forma di serpente, Satana tentò Adamo ed Eva e riuscì vittorioso. Per ingannarli, si servi di una menzogna: « Se mangerete di questo frutto, diverrete simili a Dio! » (Genesi, III, 5). In realtà il demonio è il padre della menzogna e ci vuole accortezza per non cadere nei suoi lacci.
Il demonio tenta tutti, anche i buoni, anzi specialmente costoro. È utile conoscere le sue insidie per liberarsene.
Si contenta di ottenere poco da un'anima; poi domanda di più, la porta sull'orlo del precipizio, dà un assalto più forte... e l'anima cade in peccato mortale.
Dice: Pecca! Dopo ti confesserai!... Dio è misericordioso!... Nessuno ti vede!... Quanti peccano più di te! ... Nell'ultimo periodo della vita ti darai sul serio a Dio; ora pensa a godere!
Rallenta o taglia i canali, per i quali all'anima viene la forza: Confessioni e Comunioni rare ... senza frutto; preghiera ridotta o del tutto omessa; noia della meditazione e della buona lettura; trascuratezza nell'esame di coscienza ... Più diminuisce la forza dell'anima e più aumenta quella del demonio.
Negli assalti non si stanca; tenta da solo; se non riesce, chiama altri sette demoni peggiori di lui e riprende la lotta. Conosce il temperamento ed il lato debole della vita spirituale di ognuno. Sa che il corpo è inclinato al male e ne sobilla le passioni, prima con i pensieri e le immaginazioni e poi con i desideri e gli atti cattivi. Insensibilmente porta l'anima nella pericolosa occasione, dicendo: In questo sguardo, in questa libertà, in quest'incontro ... non c'è niente di male, al massimo c'è la venialità... - Al momento opportuno intensifica l'assalto ed ecco la rovina di quell'anima.
Satana cerca di trionfare attaccando il cuore; quando riesce a legare con affetti peccaminosi, facilmente canta vittoria.
Chi può darci gli aiuti contro le insidie del demonio? Maria! Dio disse al serpente infernale: « Una Donna schiaccerà il tuo capo! » (Genesi, III, 15). La Madonna è il terrore dell'inferno. Satana la teme e la odia, prima di tutto perché ha cooperato alla Redenzione ed inoltre perché può salvare coloro che a Lei ricorrono.
Come il bambino atterrito alla vista di un serpente, chiama gridando la mamma, così noi nelle tentazioni, chiamiamo Maria, che di certo verrà in aiuto. Prendiamo la Corona del Rosario, baciamola con fede, protestiamo voler morire anziché cedere all'insidia del nemico.
E’ anche molto potente ed efficace questa invocazione, quando il demonio assale: Scenda, Signore, il tuo Sangue sopra di me per fortificarmi e sul demonio per abbatterlo! - Si ripeta attentamente finché dura la tentazione e se ne vedrà la grande efficacia.
ESEMPIO
San Giovanni Bosco ebbe una visione, che poi raccontò ai suoi giovani. Vide in un prato un serpentaccio, lungo sette o otto metri e di una grossezza straordinaria. Inorridì a tale vista e voleva fuggire; ma un personaggio misterioso, che soleva guidarlo nelle visioni,
gli disse: Non fugga; venga qui ed osservi! -
Andò la guida a prendere una corda e disse a Don Bosco: Tenga questa corda per un capo, ma strettamente. - Egli poi passò dall'altra parte del serpente, sollevò la corda e con questa diede una sferzata sulla schiena della bestiaccia. Il serpente fece un salto, volgendo la testa per mordere, ma s'impiglio di più. I capi della corda furono poi legati ad un albero e ad una inferriata. Frattanto il serpente si dimenava e dava tali colpi in terra con la testa e con le spire, che lacerava le sue carni. Così continuò finché morì e rimase solo lo scheletro.
Il personaggio misterioso raccolse la corda, ne fece un gomitolo e la pose in una cassetta; dopo riaprì la cassetta ed invitò Don Bosco a guardare. La corda si era disposta in modo da formare le parole « Ave Maria ». - Veda, gli disse, il serpente raffigura il demonio e la corda l'Ave Maria o piuttosto raffigura il Rosario, che è una continuazione di Ave
Maria. Con questa preghiera si possono battere, vincere e distruggere tutti i demoni dell'inferno. -
Fioretto - Allontanare subito dalla mente i pensieri non buoni, che il demonio suole suscitare.
Giaculatoria - O Gesù, per la tua coronazione di spine, perdona i miei peccati di pensiero!
17° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
MADRE DELLA PERSEVERANZA
Nel Vangelo è detto: « Chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo! » (S. Matteo, XXIV, 13).
Il Signore non richiede solamente i principi della buona vita, ma la fine, e darà il premio a chi avrà perseverato. Giustamente la perseveranza è chiamata la porta del Cielo.
La volontà umana è debole; ora detesta il peccato e più tardi lo commette; un giorno decide di mutare vita e l'indomani riprende le cattive abitudini. Il perseverare senza cadute o rallentamenti è una grazia di Dio, che si deve chiedere con insistenza nella preghiera; senza di ciò, ci si mette in pericolo di, dannarsi.
Quanti, da fanciulli, erano angioletti e poi in gioventù sono divenuti diavoli ed hanno continuato la cattiva vita sino alla morte!
Quante fanciulle e signorine pie ed esemplari, in un certo periodo della vita, a motivo di una cattiva occasione, si sono date al peccato, con scandalo della famiglia e del vicinato, e poi sono morte nell'impenitenza!
Il peccato che porta all'impenitenza finale è l'impurità, perché questo vizio toglie il gusto delle cose spirituali, a poco a poco fa perdere la fede, lega talmente che non fa distaccare più dal male e spesso porta ai sacrilegi della Confessione e della Comunione.
Dice Sant'Alfonso: A chi ha avuto l'abitudine del vizio impuro, non basta il fuggire le occasioni prossime, più pericolose, ma egli deve tenere lontane anche le occasioni remote, evitando quei saluti, quei regali, quei biglietti e simili... - (S. Alfonso - Apparecchio alla morte). « La nostra fortezza, dice il Profeta Isaia, è come la fortezza della stoppa posta nella fiamma » (Isaia, I, 31). Chi si mette nel pericolo con la speranza di non peccare, è come quel pazzo che pretendesse di camminare sul fuoco senza bruciarsi.
Si riferisce nelle storie ecclesiastiche, che una santa matrona compiva il pietoso ufficio di seppellire i Martiri della fede. Una volta ne trovò uno che ancora non era spirato e lo portò a casa sua. Quel tale guarì. Ma cosa avvenne? Con l'occasione vicina queste due sante persone (co.me allora potevano chiamarsi) a poco a poco perdettero anche la fede.
Chi può essere sicuro di sé, quando si pensa alla fine misera del re Saul, di Salomone e di Tertulliano?
L'àncora di salvezza per tutti è la Madonna, Madre della perseveranza. Nella vita di Santa Brigida si legge che un giorno questa Santa udì Gesù che così parlava alla Vergine Santissima: Madre mia, chiedimi quanto vuoi, poiché qualunque tua domanda non può che essere esaudita. Niente tu, o Madre, mi hai negato vivendo sulla terra e niente ti nego ora io essendo in Cielo. -
Ed alla stessa Santa disse la Madonna: Io son chiamata la Madre della misericordia e tale io sono perché tale mi ha fatta la Divina Misericordia. -
Alla Regina del Cielo dunque domandiamo la grazia della perseveranza e chiediamola specialmente durante la Consacrazione, nella Santa Messa, recitando un'Ave Maria con fede.
ESEMPIO
Si riporta un fatto, assai significativo. Mentre un Sacerdote confessava in una Chiesa, vide prendere posto, a qualche passo dal confessionale, un giovanotto; pareva che volesse e non volesse confessarsi; dal volto appariva la sua inquietudine.
Il Sacerdote in un dato momento lo chiamò: Vuoi confessarti? - Ebbene... mi confesso! Però la mia confessione sarà lunga. - Vieni con me in una stanzetta solitaria. -
Finita la confessione, il penitente disse: Quanto ho confessato, lei può dirlo anche dal pulpito. Racconti a tutti la misericordia della Madonna verso di me. -
Il giovanotto così iniziò la sua accusa: Credo che Dio non mi perdonerà i miei peccati!!! Oltre agli innumerevoli peccati di disonestà, più per dispetto a Dio che per soddisfazione, ho buttato un Crocifisso per disprezzo ed odio. Più volte mi sono comunicato col sacrilegio ed ho calpestato la Sacra Particola. -
Narrò poi che passando davanti a quella Chiesa, aveva sentito un grande impulso ad entrarvi e non potendo resistere vi era entrato; aveva avvertito, stando in Chiesa, un grande rimorso di coscienza con una certa volontà di confessarsi e per questo si era avvicinato al confessionale. Il Sacerdote, meravigliato di questa strepitosa conversione, chiese: Hai avuto in questo periodo qualche devozione verso la Madonna? - No, Padre! Io pensavo di essere dannato. — Eppure, qui deve esserci la mano della Madonna! Pensa meglio, cerca di ricordarti se hai fatto qualche atto di ossequio alla Vergine Santissima. Tieni addosso qualche cosa di sacro? - Il giovane scopri il petto e mostrò l'Abitino della Madonna Addolorata. - Oh, figlio! Non vedi che è stata la Madonna a farti la grazia? La Chiesa, ove sei entrato, è dedicata alla Vergine. Ama questa buona Mamma, ringraziala e non tornare a peccare più! -
Fioretto. - Scegliere un'opera buona, da fare ogni sabato, affinché la Madonna ci aiuti a perseverare nel bene sino alla fine della vita.
Giaculatoria. - Maria, Madre della perseveranza, mi chiudo nel vostro Cuore!
18° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
LA PREGHIERA
È dovere di ogni anima sollevare la mente ed il cuore a Dio, per adorarlo, per benedirlo e per ringraziarlo.
In questa valle di lacrime la preghiera è uno dei più grandi conforti che possiamo avere. Iddio ci esorta con insistenza a pregare: « Domandate e vi sarà dato » (S. Giovanni, XVI, 24). « Pregate, affinché non entriate in tentazione » (San Luca, XXII, 40). « Pregate senza interruzione » (I Tessalonicesi, V, 17).
I Dottori di Santa Chiesa insegnano che la preghiera è un mezzo senza del quale non si possono ottenere gli aiuti per salvarsi. « Chi prega, si salva, chi non prega, si danna, anzi non è necessario che il demonio lo trascini all'inferno; lui stesso ci va con i suoi piedi » (S. Alfonso).
Se quello che si domanda a Dio nella preghiera è utile all'anima, si ottiene; se non e utile, si otterrà qualche altra grazia, forse superiore a quella richiesta.
Perché la preghiera sia efficace, dev'essere fatta per utilità dell'anima ed anche con molta umiltà e grande fiducia; l'anima che si rivolge a Dio sia in stato di grazia, cioè distaccata dal peccato, particolarmente dall'odio e dall'impurità.
Molti non chiedono altro che, grazie temporali, mentre le più utili e quelle che Dio concede più volentieri sono le spirituali.
D'ordinario c'è una lacuna nella preghiera; si sogliono chiedere solamente grazie. Si deve pregare anche per altri fini: per adorare la Divinità, per bene dirla, per ringraziarla, sia per noi che per coloro che trascurano di fare ciò. Affinché la preghiera sia più accetta a Dio, si presenti per le mani di Maria, la più degna al trono dell'Altissimo. Preghiamo spesso la potente Regina e non resteremo confusi. Recitiamo sovente 1'Ave Maria, prima e dopo del cibo e del lavoro, intraprendendo qualche affare d'importanza o mettendoci in viaggio. Mattino, mezzogiorno e sera salutiamo la Vergine con l'Angelus Domini e non passi giorno senza offrire alla Madonna la recita del Rosario. È anche preghiera il canto devoto e Maria gradisce le lodi che si cantano in suo onore.
Oltre la preghiera vocale, c'è quella mentale, che si chiama meditazione, e consiste nel riflettere sulle grandi verità che Dio ci ha rivelate. La Madonna, come insegna il Vangelo, meditava nel suo cuore le parole che diceva Gesù; imitiamola.
La meditazione non è solo un dovere di poche anime che tendono alla perfezione, ma è un dovere di tutti coloro che vogliono stare lontani dal peccato: « Ricordati dei tuoi novissimi e non peccherai in eterno! » (Eccl., VII,' 36).
Si pensi perciò che si ha da morire e lasciare tutto, che si andrà a marcire sotto la terra, che dovrà rendersi conto a Dio di tutto, anche delle parole e dei pensieri, e che ci attende un'altra vita.
In ossequio alla Madonna promettiamo di fare ogni giorno un poco di meditazione; se non possiamo disporre di molto tempo, impieghiamoci almeno un po' di minuti. Scegliamo quel libro, che giudichiamo più utile all'anima nostra. Chi manca di libro, impari a meditare sul Crocifisso e sulla Vergine Addolorata.
ESEMPIO
Un Sacerdote, a motivo del sacro Ministero, visitò una famiglia. Una vecchietta, sugli ottant'anni, l'accolse rispettosamente e gli manifestò il desiderio di compiere un'opera di beneficenza.
- Sono avanzata negli anni; non ho eredi; sono nubile; vorrei aiutare i giovani poveri, che si sentono chiamati al Sacerdozio. Sono contenta io ed anche mia sorella. Se permette, vado a chiamarla. -
La sorella, di novantuno anni, serena ed arzilla, con perfetta lucidità di mente, intrattenne il Sacerdote in lungo ed interessante colloquio: - Reverendo, lei confessa?
- Tutti i giorni.
- Non tralasci mai di dire ai penitenti che facciano ogni giorno la meditazione! Quando ero giovane, tutte le volte che mi presentavo al confessionale, il Sacerdote mi diceva: Hai fatta la meditazione? - E mi rimproverava se qualche volta avveniva di ometterla.
- Un secolo fa, rispose il Sacerdote, s'insisteva sulla meditazione; ma oggi se si ottiene da tante anime che vadano a Messa la domenica, che non si diano ai divertimenti immorali, che non diano scandalo ... è già troppo! Prima c'era più meditazione e per conseguenza più rettitudine e più moralità; oggi c'è poca o nessuna meditazione e le anime vanno di male in peggio! -
Fioretto. - Fare un po' di meditazione, possibilmente sulla Passione di Gesù e sui dolori della Madonna.
Giaculatoria. - Vi offro, Vergine Santa, il mio passato, il mio presente ed il mio avvenire!
19° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
IL SANTO SACRIFICIO
La Madonna giunse sul Calvario assieme a Gesù; assistette alla crudele crocifissione e, quando il suo Divin Figlio pendeva dalla Croce, non si allontanò da Lui. Per circa sei ore Gesù rimase inchiodato e per tutto questo tempo Maria prese viva parte al solenne sacrificio che si compiva. Il Figlio agonizzava tra gli spasimi e la Madre agonizzava con Lui nel suo cuore.
Il Sacrificio della Croce si rinnova, misteriosamente, ogni giorno sull'Altare con la celebrazione della Messa; sul Calvario il sacrificio fu cruento, sull'Altare è incruento, ma è del tutto identico.
L'atto più solenne di culto che dall'umanità possa rendersi all'Eterno Padre, è il Sacrificio della Messa.
Coi nostri peccati irritiamo la Divina Giustizia e provochiamo i suoi castighi; ma grazie alla Messa, in tutti gl'istanti della giornata ed in tutti i punti del globo, umiliandosi Gesù sugli Altari sino ad una incredibile immolazione, offrendo le sue sofferenze del Calvario, presenta al Divin Padre un magnifico compenso ed una sovrabbondante soddisfazione. Tutte le sue Piaghe, come altrettante bocche divinamente eloquenti, esclamano: Padre, perdona loro! - domandando misericordia.
Apprezziamo il tesoro della Messa! Chi trascura di assistervi nel giorno festivo, senza una grave ragione scusante, commette un peccato grave. E quanti peccano nelle feste tralasciando colpevolmente la Messa! Son lodevoli coloro che, per riparare il bene omesso dagli altri, ascoltano nella festa, se possono, una seconda Messa e se non è possibile far ciò di festa, suppliscono con l'ascoltarla durante la settimana. Si diffonda questa bella iniziativa!
I devoti della Madonna, d'ordinario, assistono al Santo Sacrificio tutti i giorni. Si ravvivi la fede, per non perdere facilmente un sì gran tesoro. Quando si sentono i tocchi della Messa, si faccia di tutto per andare ad ascoltarla; il tempo che vi s'impiega non si perde, anzi è il meglio utilizzato. Se non si può andare, si assista in ispirito, offrendola a Dio e stando un po' raccolti.
Nel libro « Pratica di amare Gesù Cristo » c'è un ottimo suggerimento: Dire al mattino: « Eterno Padre, vi offro tutte le Messe che si celebreranno questo giorno nel mondo! » Dire alla sera: « Eterno Padre, vi offro tutte le Messe che si celebreranno questa notte nel mondo! » - Anche nella notte si compie il Santo Sacrificio, perché mentre è notte in una parte del globo, nell'altra è giorno. Da confidenze fatte dalla Madonna ad anime privilegiate, si rileva che la Vergine ha le sue intenzioni, come le ha Gesù nell'immolarsi sugli Altari, ed è contenta che si facciano celebrare delle Messe secondo le sue intenzioni materne. In vista di ciò, una buona schiera di anime offre già alla Madonna un tanto gradito omaggio.
Assistere alla Messa, ma assistervi come si deve!
La Vergine, mentre Gesù si offriva sul Calvario, stava silenziosa, meditava e pregava. Si imiti la condotta della Madonna! Durante il Santo Sacrificio si stia raccolti, non si chiacchieri, si mediti con serietà il sublime atto di culto che si rende a Dio. Per taluni sarebbe meglio non andare a Messa, perché è più il disturbo che apportano ed il cattivo esempio che danno, anziché il frutto.
San Leonardo da Porto Maurizio consigliava di assistere alla Messa dividendo la in tre parti: rossa, nera e bianca. La parte rossa è la Passione di Gesù Cristo: meditare le sofferenze di Gesù, sino alla Elevazione. La parte nera raffigura i peccati: richiamare alla memoria le colpe passate ed eccitarsi al dolore, perché i peccati sono la causa della Passione di Gesù; e questo sino alla Comunione. La parte bianca sarebbe il proponimento di non peccare più, protestando di fuggire anche le occasioni; e ciò può farsi dalla Comunione alla fine della Messa.
ESEMPIO
L'apostolo della gioventù, San Giovanni Bosco, racconta che in una visione assistette al lavorio che fanno i demoni durante la celebrazione della Messa. Egli vide molti diavoli aggirarsi in mezzo ai suoi giovani, i quali erano raccolti in Chiesa. Ad un giovane il demonio presentava un giocattolo, ad un altro un libro, ad un terzo qualche cosa da mangiare
Certi diavoletti se ne stavano sulle spalle di alcuni, non facendo altro che accarezzarli. Giunto il momento della Consacrazione, i demoni scapparono, tranne quelli che stavano sulle spalle di alcuni giovani.
Don Bosco così spiegò la visione: La scena rappresenta le varie distrazioni cui, per suggestione del demonio, vanno soggette le persone che stanno in Chiesa. Quelli che avevano il demonio sulle spalle, sono coloro che stanno nel grave peccato; appartengono a Satana, ricevono le sue carezze e non sono capaci di pregare. La fuga dei demoni alla Consacrazione insegna che gl'istanti dell'Elevazione sono terribili per il serpente infernale. -
Fioretto. - Ascoltare qualche Santa Messa per riparare la trascuratezza di coloro che non vi assistono nella festa.
Giaculatoria. - Gesù, Vittima Divina, ti offro al Padre per le mani di Maria, per me e per il mondo intero!
20° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
GESÙ EUCARISTICO
I pastori all'annuncio dell'Angelo ed i Magi all'invito della stella andarono alla grotta di Betlem. Vi trovarono la Vergine Maria, San Giuseppe ed il Bambino Gesù, avvolto in poveri panni. Di certo non si contentarono di mirare il Celeste Bambino, ma lo avranno accarezzato, baciato ed abbracciato.
Un sentimento di santa gelosia ci fa esclamare: Fortunati pastori! Fortunati Magi! -
Noi però siamo più fortunati di loro, perché abbiamo Gesù Eucaristico a nostra completa disposizione. L'Eucaristia è mistero di fede, ma dolce realtà.
Gesù, amandoci d'amore infinito, dopo la sua morte volle restare vivo e vero in mezzo a noi nello stato eucaristico. È l'Emmanuele, cioè Iddio con noi.. Lo possiamo visitare e contemplare sotto le Specie Eucaristiche, anzi possiamo nutrirci delle sue Carni Immacolate per mezzo della Santa Comunione. Cosa abbiamo da invidiare ai pastori ed ai Magi?
I Cristiani, detti all'acqua di rose, deboli nella fede e nelle altre virtù, solamente una volta all'anno, nella Pasqua, si accostano a Gesù Eucaristico. Anime più disposte al bene si comunicano più volte all'anno, nelle solennità ed anche mensilmente. C'è chi si comunica quotidianamente e considera perduto il giorno in cui non pub ricevere Gesù. Sono numerose le schiere di tali anime; i devoti di Maria è bene che tendano a questa perfezione di vita eucaristica: Comunione quotidiana.
La Comunione dà gloria a Dio, è omaggio alla Regina del Cielo, è aumento di grazia, mezzo di perseveranza e pegno di gloriosa risurrezione. Anche quando non si sente il gusto sensibile o fervore esterno all'atto della Comunione, è bene comunicarsi lo stesso. Diceva Gesù a Santa Geltrude: Quando, trascinato dalla veemenza del mio Cuore amoroso, io entro con la Comunione in un'anima che non ha peccato mortale, la ricolmo di bene, e tutti gli abitatori del Cielo, tutti quelli della terra e tutte le anime del Purgatorio, risentono nel medesimo istante qualche nuovo effetto della mia bontà. Il gusto sensibile è il minimo dei vantaggi che derivano dal Sacramento Eucaristico; il frutto principale è la grazia invisibile. -
Comunichiamoci dunque con frequenza, specialmente nei giorni sacri alla Madonna e tutti i sabati.
Facciamo di tutto per accostarci bene al Banchetto Eucaristico.
La Madonna si affliggeva a vedere Gesù Bambino, il Re dell'Eterna gloria, dimorante in una squallida grotta. Quanti cuori ricevono Gesù e sono più miseri ed indegni della grotta di Betlem! Che freddezza glaciale! Quanta scarsezza di buone opere!
Se vogliamo piacere di più a Gesù ed a Maria, comunichiamoci con frutto:
1. - Prepariamoci fin dal giorno precedente, per portare a Gesù atti di carità, di ubbidienza ... e piccoli sacrifici.
2. - Prima di comunicarci, chiediamo perdono di tutte le piccole mancanze e promettiamo di evitarle, specialmente quelle in cui cadiamo più sovente.
3. - Ravviviamo la fede, pensando che l'Ostia Consacrata è Gesù vivo e vero, palpitante d'amore.
4. - Ricevuta la S. Comunione, pensiamo che il nostro corpo diviene un Tabernacolo e tanti Angeli ci stanno attorno.
5. - Allontaniamo le distrazioni! Offriamo ogni S. Comunione per riparare il Cuore di Gesù ed il Cuore Immacolato di Maria. Preghiamo per i nemici, per i peccatori, per i moribondi, per le anime del Purgatorio e per le persone consacrate.
6. - Promettiamo a Gesù di compiere qualche opera buona o di fuggire qualche occasione pericolosa.
7. - Non usciamo dalla Chiesa, se non passa circa un quarto d'ora.
8. - Chi ci avvicina lungo il giorno, deve accorgersi che ci siamo comunicati e dimostriamolo con la dolcezza ed il buon esempio.
9. - Lungo il giorno ripetiamo: Gesù, ti ringrazio che oggi sei venuto nel mio cuore! -
ESEMPIO
È doveroso riparare i sacrilegi e le profanazioni eucaristiche. L'Osservatore Romano, il 16-12-1954, pubblicò quanto segue: « Il settimanale di Montrèal Partie ha pubblicato una intervista con la Madre Superiora del Carmela di Bui Chu, presentemente in Canada con le Consorelle. Tra l'altro la Superiora ha narrato un fatto straordinario, accaduto nel Carmelo stesso.
Un soldato comunista , entrò un giorno nel Carmelo, deciso a ispezionarlo da capo a fondo. Penetrando nella cappella, una Suora gli disse che quella era la casa di Dio da rispettarsi. « Dov'è il vostro Dio? » - domandò il militare - Là, disse la Suora, e indicò il Tabernacolo. Piazzandosi al centro della Chiesa, il soldato impugnò il suo fucile, prese la mira e tirò. Una pallottola perforò il Tabernacolo, spezzando la Pisside e disperdendo le Particole: L'uomo restò sempre immobile col fucile spianato, senza più fare un movimento, con gli occhi fissi, rigido, pietrificato. Una paralisi improvvisa lo aveva reso un blocco inanimato, che al primo urto cadde disteso sul pavimento, davanti all'Altare così ignobilmente profanato ».
Fioretto. - Fare durante il giorno molte Comunioni Spirituali.
Giaculatoria. - Sia lodato e ringraziato ogni momento - Il Santissimo e Divinissimo Sacramento!
21° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
L'ADDOLORATA
Sul Calvario, mentre si compiva il grande sacrificio di Gesù, si potevano mirare due vittime: il Figlio, che sacrificava il corpo con la morte, e la Madre Maria, che sacrificava l'anima con la compassione. Il Cuore della Vergine era il riflesso dei dolori di Gesù.
D'ordinario la madre sente le sofferenze dei figli più delle proprie. Quanto dovette soffrire la Madonna a vedere morire Gesù in Croce! Dice San Bonaventura che tutte quelle piaghe ch'erano sparse sul corpo di Gesù, erano nello stesso tempo tutte unite nel Cuore di Maria. - Più si ama una persona e più si soffre nel vederla soffrire. L'amore che la Vergine nutriva per Gesù era smisurato; lo amava di amore soprannaturale come suo Dio e di amore naturale come suo Figlio; ed avendo un Cuore delicatissimo, soffrì tanto da meritare il titolo di Addolorata e di Regina dei Martiri.
Il Profeta Geremia, tanti secoli prima, la contemplò in visione ai piedi del Cristo morente e disse: « A che ti paragonerò o a chi ti somiglierò, figlia di Gerusalemme? ... La tua amarezza infatti è grande come il mare. Chi ti potrà consolare? » (Geremia, Lam. II, 13). E lo stesso Profeta pone in bocca alla Vergine Addolorata queste parole: « O voi tutti che passate per la via, fermatevi e vedete se c'è dolore simile al mio! » (Geremia, I, 12).
Dice Sant'Alberto Magno: Come noi ' siamo obbligati a Gesù per la sua Passione sofferta per nostro amore, così pure siamo obbligati a Maria per il martirio che ebbe nella morte di Gesù per la nostra eterna salute. -
La nostra riconoscenza verso la Madonna sia almeno questa: meditare e compatire i suoi dolori.
Gesù rivelò alla Beata Veronica da Binasco che molto si compiace nel vedere compatita la Madre sua, perché gli sono care le lacrime che Ella sparse sul Calvario.
La stessa Vergine si dolse con Santa Brigida che sono molto pochi coloro che la compatiscono e la maggior parte dimentica i suoi dolori; onde le raccomandò tanto di aver memoria delle sue pene.
La Chiesa per onorare l'Addolorata ha istituito una festa liturgica, che ricorre il quindici settembre.
Privatamente è bene ricordare tutti i giorni i dolori della Madonna. Quanti devoti dí Maria recitano ogni giorno la corona dell'Addolorata! Questa corona ha sette poste ed ognuna di queste ha sette grani. Che si allarghi sempre più la cerchia di coloro che onorano la Vergine Dolente!
E’ una buona pratica la recita quotidiana della preghiera dei Sette Dolori, che trovasi in tanti libri di devozione, ad esempio, nel « Massime Eterne ».
Nelle « Glorie di Maria » Sant'Alfonso scrive: Fu rivelato a Santa Elisabetta Regina che San Giovanni Evangelista desiderava vedere la Beata Vergine, dopo essere stata assunta in Cielo. Ebbe, la grazia e gli apparvero la Madonna e Gesù; in tale occasione intese che Maria domandò al Figlio qualche grazia speciale per, i,devoti dei suoi dolori. Gesù promise quattro grazie principali:
1. - Chi invoca la Divina Madre per i suoi dolori, prima della morte meriterà fare vera penitenza di tutti i suoi peccati.
2. - Gesù custodirà questi devoti nelle loro tribolazioni, specialmente al tempo della morte.
3. - Imprimerà loro la memoria della sua Passione, con grande premio in Cielo.
4. - Gesù porrà questi devoti in mano di Maria, affinché Ella ne disponga a suo piacere e loro ottenga tutte le grazie che vuole.
ESEMPIO
Un ricco signore, abbandonata la via del bene, si diede completamente al vizio. Accecato dalle passioni, fece espressamente un patto con il demonio, protestando di dargli l'anima dopo la morte. Dopo settant'anni di vita di peccato giunse al punto della morte.
Gesù, volendo usargli misericordia, disse a S. Brigida: Va' a dire al tuo Confessore che corra al letto di questo moribondo; lo esorti a confessarsi! - Il Sacerdote andò per tre volte e non riuscì a convertirlo. In fine manifestò il segreto: Non sono venuto da voi spontaneamente; Gesù stesso mi ha mandato per, mezzo di una santa Suora e vuole accordarvi il suo perdono. Non resistete più alla grazia di Dio! -
L'infermo, sentendo ciò, s'intenerì e ruppe in pianto; poi esclamò: Come posso essere perdonato dopo avere servito il demonio per settant'anni? I miei peccati sono gravissimi ed innumerevoli! - Il Sacerdote lo rassicurò, lo dispose alla Confessione, lo assolvette e gli diede il Viatico. Dopo sei giorni quel ricco signore moriva.
Gesù, apparendo a S. Brigida, così le parlò: Quel peccatore è salvo; al presente è in Purgatorio. Ha avuta la grazia della conversione per intercessione della mia Vergine Madre, perché, sebbene vivesse nel vizio, tuttavia conservava la devozione ai suoi dolori; quando ricordava le sofferenze dell'Addolorata, se ne immedesimava e la compiangeva. -
Fioretto. - Fare sette piccoli sacrifici ad onore dei sette dolori della Madonna.
Giaculatoria. - Regina dei Martiri, pregate per noi.
22° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
Primo dolore:
LA PROFEZIA DI SIMEONE
Affinché la devozione ai dolori di Maria si radichi nel nostro cuore, consideriamo una ad una le spade che trafissero il Cuore Immacolato della Vergine.
I Profeti avevano descritta la vita di Gesù in tutti i particolari, specialmente iella Passione. La Madonna, che conosceva le profezie, accettando di divenire Madre dell'Uomo dei dolori, sapeva bene a quante sofferenze- sarebbe andata incontro.
È cosa provvidenziale non conoscere le croci che Dio ci riserva nel corso della vita; la nostra debolezza è tale che resterebbe schiacciata al pensiero di tutte le tribolazioni future. Maria Santissima, affinché soffrisse e meritasse di più, ebbe una conoscenza dettagliata delle pene di Gesù, che sarebbero state anche pene sue. Per tutta la vita portò in pace nel cuore la sua amarezza amarissima.
Presentando Gesù Bambino al Tempio, senti dirsi dal vecchio Simeone: « Questo Bambino è posto in segno di contraddizione ... Ed una spada trapasserà la tua stessa anima » (S. Luca, II, 34).
Ed invero, il cuore della Vergine senti sempre la trafittura di questa spada. Amava senza limiti Gesù e si doleva che un giorno sarebbe stato perseguitato, chiamato bestemmiatore ed indemoniato, sarebbe stato condannato innocentemente e poi ucciso. Dal suo Cuore materno non si allontanava tale visione dolorosa e poteva dire: - Il mio diletto Gesù è per me un mazzetto di mirra! -
Scrive il Padre Engelgrave essere stata rilevata a Santa Brigida questa sofferenza. La Vergine disse: Nutrendo il mio Gesù, io pensavo al fiele ed all'aceto che i nemici gli avrebbero dato sul Calvario; rivolgendolo nelle fasce, il mio pensiero andava alle corde, con le quali sarebbe stato legato come un malfattore; quando lo contemplavo addormentato, me lo figuravo morto; quando miravo quelle sue sacre mani ed i piedi, pensavo ai chiodi che l'avrebbero trafitto ed ' allora i miei occhi si riempivano di lacrime ed il mio Cuore era straziato dal dolore. -
Anche noi abbiamo ed avremo nella vita la nostra tribolazione; non sarà la spada acuta della Madonna, ma certo per ogni anima la propria croce è sempre pesante. Imitiamo nella sofferenza la Vergine e portiamo in pace la nostra amarezza.
A che giova dirsi devoti della Madonna, se nel dolore non ci si sforza a rassegnarsi ai voleri di Dio? Non si dica mai quando si soffre: Questa sofferenza e troppa; supera le mie forze! - Il dire così è una mancanza di fiducia in Dio ed un affronto alla sua bontà e sapienza infinita.
Gli uomini conoscono i pesi che i loro giumenti possono portare e non danno ad essi un peso più forte, per non aggravarli. Il vasaio sa quanto tempo la sua creta deve rimanere nel forno, per essere cotta al grado di calore che la renda pronta agli usi; non ve la lascia né più né meno.
Bisogna non aver riflettuto mai per osare dire che Dio, Sapienza infinita e che ama di amore infinito, possa caricare le spalle delle sue creature di un fardello troppo pesante e possa lasciare più a lungo di quanto occorra nel fuoco della tribolazione.
ESEMPIO
Nelle Lettere Annuali della Compagnia di Gesù si legge un episodio, avvenuto ad un giovane indiano. Questi aveva abbracciata la Fede Cattolica e viveva da buon cristiano. Un giorno fu preso da forte tentazione; non pregò, non rifletté al male che stava per compiere; la passione lo aveva accecato.
Decise di uscire da casa per commettere un peccato. Mentre si avviava all'uscio, udì queste parole: - Fermati! ... Dove vai? -
Si voltò e vide un prodigio: l'immagine della Vergine Addolorata, ch'era alla parete, si animò. La Madonna staccò dal suo petto la piccola spada e riprese a dire: Su, prendi questa spada e ferisci me, anziché il Figlio mio, col peccato che vuoi commettere! -
Il giovane, tremante, si prostrò a terra e con vera contrizione chiese perdono, piangendo dirottamente.
Fioretto. - Non sprecare le sofferenze, specialmente le piccole, perché offerte a Dio per le anime, sono preziosissime.
Giaculatoria. - O Maria, per la vostra fortezza nel dolore, aiutateci nelle pene della vita!
23° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
Secondo dolore:
LA FUGA IN EGITTO
I Magi, avvisati dall'Angelo, ritornarono alla propria patria, non ripassando da Erode. Questi, irato per essere stato deluso e temendo che il nato Messia un giorno gli avrebbe tolto il trono, stabili di uccidere tutti i bambini di Betlem e dei dintorni, dai due anni in giù, nella stolta speranza di coinvolgere nella strage anche Gesù.
Ma l'Angelo del Signore apparve nel sonno a Giuseppe e gli disse: Alzati, prendi il Bambino e la Madre sua e fuggi in Egitto; starai lì finché io te lo dica. Infatti manca poco che Erode cerchi il Bambino per ucciderlo. - Giuseppe si alzò, prese il Bambino e la Madre sua di nottetempo e si recò in Egitto; quivi rimase sino alla morte di Erode, affinché si adempisse quanto era stato detto dal Signore per mezzo del Profeta: « Ho chiamato dall'Egitto il mio Figliuolo » (San Matteo, II, 13).
In questo episodio della vita di Gesù consideriamo il dolore provato dalla Madonna. Quale angoscia per una madre il sapere che il proprio figlio è cercato a morte, senza motivo, da un uomo forte e prepotente! Deve fuggire subito, di notte, nella stagione invernale, per recarsi in Egitto, circa 400 miglia distante! Abbracciare i disagi di un lungo viaggio, per le vie incomode ed attraverso il deserto! Andare ad abitare, priva di mezzi, in paese sconosciuto, ignara della lingua e senza conforto dei parenti!
La Madonna non disse parola di lamento, né contro Erode né verso la Provvidenza, che tutto disponeva. Avrà richiamato alla mente la parola, di Simeone: Una spada trapasserà la tua stessa anima! -
È provvidenziale ed umano l'ambientarsi. Dopo parecchi anni di dimora in Egitto, la Madonna, Gesù e San Giuseppe si erano acclimatati. Ma l'Angelo ordinò di ritornare in Palestina. Senza addurre pretesti, Maria riprese il viaggio del ritorno, adorando i disegni di Dio.
Quale lezione devono apprendere i devoti di Maria!
La vita è un intreccio di contrattempi e di disillusioni. Senza la luce della fede, potrebbe avere il sopravvento lo scoraggiamento. È necessario mirare gli avvenimenti sociali, familiari ed individuali, con gli occhiali celesti, cioè vedere in ogni cosa il lavoro della Provvidenza, che tutto dispone per il maggior bene delle creature. I disegni di Dio non si possono scrutare, ma con l'andar del tempo, se si riflette, ci si convince della bontà di Dio nell'aver permessa quella croce, quell'umiliazione, quella incomprensione, nell'avere impedito quel passo e nell'averci posto in circostanze impreviste.
In ogni contrarietà procuriamo di non perdere la pazienza e la fiducia in Dio e in Maria Santissima. Uniformiamoci ai voleri di Dio, dicendo umilmente: Signore, sia fatta la tua volontà!
ESEMPIO
Si narra nelle Cronache Francescane che due Religiosi dell'Ordine, amanti della Madonna, si misero in viaggio per visitare un santuario. Pieni di fede, avevano fatto molto cammino ed infine s'inoltrarono in un fitto bosco. Speravano poterlo presto attraversare, ma non vi riuscirono, essendo venuta la notte. Presi da sgomento, si raccomandarono a Dio e alla Madonna; compresero che la volontà divina permetteva quel contrattempo.
Ma la Vergine Santissima veglia sui suoi figliuoli tribolati e viene a soccorrerli; meritarono questo soccorso quei due Frati, che si trovavano nell'imbarazzo.
I due sperduti camminando ancora, s'imbatterono in una casa; s'accorsero ch'era una nobile abitazione. Chiesero ospitalità per la notte.
I due servitori, che aprirono l'uscio, accompagnarono i Frati dalla padrona. La nobile matrona chiese: Come vi trovate in questo bosco? - Siamo in pellegrinaggio ad un santuario della Madonna; ci siamo per caso sperduti.
- Dato che è così, passerete la notte in questo palazzo; domani, quando partirete, vi darò una lettera che potrà giovarvi. -
Il mattino seguente, ricevuta la lettera, i Frati ripresero il cammino. Allontanatisi un po' dall'abitazione, osservarono la lettera e si meravigliarono a non vedervi l'indirizzo; nel frattempo, guardando all'intorno, si accorsero che l'abitazione della matrona non c'era più; era
sparita ed al suo posto c'erano gli alberi. Aperta la lettera, vi trovarono un foglio, firmato dalla Madonna. Lo scritto diceva: Colei che vi ha ospitato è la vostra Madre Celeste. Ho voluto ricompensarvi del vostro sacrificio, perché vi siete messi in viaggio per amor mio. Continuate a servirmi e ad amarmi. Vi aiuterò in vita ed in morte. -
Dopo questo fatto, si può immaginare con quanto ardore quei due Frati onorassero la Madonna per tutta la vita.
Iddio permise quello smarrimento nel bosco, affinché quei due potessero provare la bontà e la delicatezza della Madonna.
Fioretto. - Nelle contrarietà frenare l'impazienza, moderando specialmente la lingua.
Giaculatoria. - Signore, sia fatta la tua volontà!
24° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
Terzo dolore:
SMARRIMENTO DI GESÙ
Avvenne che Gesù, all'età di dodici anni, essendo andato con Maria e Giuseppe a Gerusalemme secondo la consuetudine della festa ed essendo finiti i giorni della festa, rimase in Gerusalemme e non se ne accorsero i suoi parenti. Credendo che Egli fosse nella comitiva dei pellegrini, fecero un giorno di cammino e lo cercarono tra gli amici e i conoscenti. E non avendolo trovato, ritornarono a Gerusalemme per cercarlo. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai Dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Quelli che ascoltavano, si stupivano della sua prudenza e delle sue risposte. Maria e Giuseppe, vedendolo, si meravigliarono; e la Madre gli disse: « Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco tuo padre ed io, addolorati, ti abbiamo cercato! - E Gesù rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo trovarmi in quelle cose che riguardano il Padre mio? - Ed essi non compresero il significato di queste parole. E discese Gesù con loro e venne a Nazareth; e stava soggetto ad essi. E la Madre sua conservava tutte queste parole nel suo cuore (S. Luca, II, 42).
Il dolore che provò la Madonna nello smarrimento di Gesù, fu tra i più acerbi della sua vita. Più prezioso è il tesoro che si perde, più dolore si ha. E quale tesoro più prezioso per una madre che il proprio figlio? Il dolore è in rapporto all'amore; quindi Maria, che viveva solo dell'amore di Gesù, dovette sentire in modo straordinario la puntura della spada nel suo cuore.
La Madonna in tutte le pene conservò il silenzio; mai una parola di lamento. Ma in questo dolore esclamò: Figlio, perché ci hai fatto questo? - Di certo non intendeva rimproverare Gesù, ma fare un'amorosa lagnanza, non conoscendo lo scopo di quanto era avvenuto.
Ciò che soffrì la Vergine in quei tre lunghi giorni di ricerca, non possiamo comprenderlo appieno. Nelle, altre pene aveva la presenza di Gesù; nello smarrimento mancava tale presenza. Dice 0rigène che forse il dolore di Maria fu intensificato da questo pensiero: Che Gesù si sia smarrito per colpa mia? - Non c'è maggior pena per un'anima amante che il timore d'avere disgustata la persona amata.
Il Signore ci ha dato la Madonna come modello di perfezione e ha voluto che soffrisse, e moltissimo, per farci comprendere che la sofferenza è necessaria ed apportatrice di beni spirituali la pazienza è indispensabile per segui e Gesù che porta la Croce.
L'angoscia di Maria ci dà degli insegnamenti per la vita spirituale. Gesù ha una moltitudine di anime che lo amano davvero, servendolo con fedeltà e non avendo altro di mira che fargli piacere. Di tanto in tanto Gesù si nasconde a loro, cioè non fa sentire la sua presenza, e le lascia nell'aridità spirituale. Spesso queste anime si turbano, non sentendo il primitivo fervore; credono che le preghiere recitate senza gusto non siano gradite a Dio; pensano che sia un male il fare il bene senza slancio, anzi con ripugnanza; in balia delle tentazioni, ma sempre con la forza di resistere, temono di non piacere più a Gesù.
Costoro si sbagliano! Gesù permette l'aridità anche alle anime più elette, affinché si distacchino dai gusti sensibili ed affinché abbiano a soffrire molto. Invero l'aridità è per le anime amanti una dura prova, spesso un'angosciosa agonia, pallidissima immagine di quella provata dalla Madonna nello smarrire Gesù.
A chi è tribolato in questo modo, si raccomanda: la pazienza, aspettando l'ora della luce; la costanza, non tralasciando alcuna preghiera od opera buona, superando la noia o l'abbattimento; dire spesso: Gesù, ti offro la mia angoscia, in unione a quella che tu provasti nel Getsemani e che la Madonna provò nel tuo smarrimento! -
ESEMPIO
Il Padre Engelgrave narra che una povera anima era angosciata per afflizioni di spirito; per quanto bene facesse, credeva di non piacere a Dio, anzi di disgustarlo. ,
Era devota della Madonna Addolorata; a Lei pensava spesso nelle sue pene e contemplandola nei suoi dolori ne riceveva conforto.
Ammalatasi gravemente, il demonio approfittò per tormentarla di più con i soliti timori. La Madre pietosa venne in aiuto della sua devota e le apparve per assicurarla che il suo stato spirituale non dispiaceva a Dio. Così le disse: Perché temi i giudizi di Dio e ti rattristi? Tu tante volte mi hai consolata, compatendo i miei dolori! Sappi che è proprio Gesù che mi manda a te per darti sollievo. Consolati e vieni con me in Paradiso! -
Piena di confidenza, quell'anima devota dell'Addolorata, spirò.
Fioretto. - Non pensare male del prossimo, non mormorare e compatire chi sbaglia.
Giaculatoria. - O Maria, per le lacrime versate sul Calvario, consolate le anime tribolate!
25° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
Quarto dolore:
INCONTRO CON GESÙ
Gesù prediceva agli Apostoli i dolori che l'attendevano nella Passione, per disporli alla grande prova: « Ecco, ascendiamo a Gerusalemme ed il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai principi dei Sacerdoti e degli Scribi e lo condanneranno a morte. E lo daranno in mano ai gentili per essere deriso, flagellato e crocifisso, ed, il terzo giorno risorgerà » (S. Matteo, XX, 18).
Se Gesù disse questo più volte agli Apostoli, di certo lo disse anche alla Madre sua, alla quale nulla nascondeva. Maria Santissima conosceva attraverso le Sacre Scritture quale sarebbe stata la fine del suo Divin Figlio; ma sentendo la storia della Passione dalle labbra stesse di Gesù, il suo Cuore sanguinava.
Rivelò la Beata Vergine a Santa Brigida, che quando si avvicinava il tempo della Passione di Gesù, i suoi occhi materni stavano sempre pieni di lacrime ed un sudore freddo le scorreva per le membra, prevedendo quel vicino spettacolo di sangue.
Quando cominciò la Passione, la Madonna era a Gerusalemme. Non assistette alla cattura nell'orto del Getsemani e neppure alle scene umilianti del Sinedrio. Tutto questo era avvenuto di nottetempo. Ma fatto giorno, quando Gesù fu condotto da Pilato, la Madonna potè essere presente ed ebbe sotto il suo sguardo Gesù flagellato a sangue, vestito da pazzo, coronato di spine, sputato, schiaffeggiato e bestemmiato, ed in fine ascoltò la sentenza di morte. Quale madre avrebbe potuto resistere a tanto strazio? La Madonna non mori per la fortezza straordinaria di cui era dotata e perché Dio la riservava a maggiori dolori sul Calvario.
Quando il doloroso corteo si mosse dal Pretorio per andare al Calvario, Maria, accompagnata da San Giovanni, vi andò ed attraversando una strada più breve, si fermò per incontrarsi con l'afflitto Gesù, che di lì sarebbe passato.
Era conosciuta dai Giudei e chi sa quante parole ingiuriose abbia udito contro il Divin Figlio e contro di Lei!
Secondo l'uso del tempo, il passaggio del condannato a morte era annunziato da un mesto suono di tromba; precedevano quelli che portavano gli strumenti della crocifissione. La Madonna con lo schianto nel Cuore udiva, mirava e lacrimava. Quale non fu il suo dolore quando vide passare Gesù carico della croce! Il volto insanguinato, la testa ricoperta di spine, il passo vacillante! - Le ferite e le lividure lo facevano sembrare un lebbroso, quasi da non riconoscersi (Isaia, LITI). Dice Sant'Anselmo che Maria avrebbe
voluto abbracciare Gesù, ma non le fu concesso; si contentò di guardarlo. Gli occhi della Madre s'incontrarono con quelli del Figlio; non una parola. Che cosa sarà passato in . quell'istante tra il Cuore di Gesù ed il Cuore della Madonna? Non può esprimersi. Sentimenti di tenerezza, di compassione, d'incoraggiamento; visione dei peccati dell'umanità da riparare, adorazione della volontà del Divin Padre! ...
Gesù continuò la via con la croce sulle spalle e Maria lo seguiva con la croce nel Cuore, diretti tutti e due al Calvario per immolarsi a bene dell'umanità ingrata.
« Chi vuol venire dietro a me, aveva detto un giorno Gesù, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua! » (San Matteo, XVI, 24). Anche a noi ripete le stesse parole! Prendiamo la croce che Dio ci assegna nella vita: o povertà o malattia o incomprensione; portiamola con merito e seguiamo Gesù con gli stessi sentimenti con cui lo seguiva la Madonna nella via dolorosa. Dopo la croce c'è la gloriosa risurrezione; dopo il patire di questa vita c'è il gaudio eterno.
ESEMPIO
Nel dolore si aprono gli occhi, si vede la luce, si mira al Cielo. Un militare, dedito ad ogni sorta di piaceri, non pensava a Dio. Sentiva il vuoto nel cuore e cercava di riempirlo con gli svaghi che gli permetteva la vita militare. Così continuò, finché gli sopraggiunse una grande croce.
Preso dai nemici, fu chiuso in una torre. Nella solitudine, nella privazione dei piaceri, rientrò in se stesso e si accorse che la vita non è un giardino di rose, ma un intreccio di spine, con qualche rosa. Gli tornarono alla mente i buoni ricordi dell'infanzia e cominciò a meditare la Passione di, Gesù ed i dolori della Madonna. La luce divina rischiarò quella mente ottenebrata.
Il giovane ebbe la visione delle sue colpe, avverti la sua debolezza per troncare ogni peccato ed allora ricorse per aiuto alla Vergine. La forza gli venne; non solo potè evitare il peccato, ma si diede ad una vita di densa preghiera e di aspra penitenza. Gesù e la Madonna rimasero così lieti di questo cambiamento, che confortarono il loro figliuolo con delle apparizioni ed una volta gli fecero vedere il Paradiso ed il posto che gli era preparato.
Quando fu liberato dalla prigionia, abbandonò la vita del mondo, si consacrò a Dio e divenne fondatore di un Ordine Religioso, detto dei Padri Somaschi. Morì santamente ed oggi la Chiesa lo venera sugli Altari, San Girolamo Emiliani.
Se non avesse avuto la croce della prigionia, forse quel militare non si sarebbe santificato.
Fioretto. - Non essere di peso ad alcuno e sopportare pazientemente le persone moleste.
Giaculatoria. - Benedite, o Maria, coloro che mi danno occasione di soffrire!
26° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
Quinto dolore:
MORTE DI GESÙ
Ad assistere alla morte di qualcuno, anche estraneo, si provano sentimenti dolorosi. E che cosa prova una madre quando è presso il letto del figlio moribondo? Vorrebbe poter lenire tutte le pene dell'agonia e darebbe la vita per procurare dei conforti al figlio morente.
Contempliamo la Madonna ai piedi iella Croce, ove agonizzava Gesù! La pietosa Madre aveva assistito alla barbara scena della crocifissione; aveva mirato i soldati che toglievano la veste a Gesù; aveva visto il vaso di fiele e di mirra appressarsi alle sue labbra; aveva visto penetrare i chiodi nelle mani e nei piedi del suo diletto; ed eccola ora ai piedi della Croce ed assistere alle ultime ore di agonia!
Un figlio innocente, che agonizza in un mare di tormenti ... la Madre vicina e le viene proibito di dargli il minimo sollievo. La terribile arsura fece dire a Gesù: Ho sete! - Chiunque corre a cercare un sorso d'acqua per un moribondo; alla Madonna fu vietato fare ciò. San Vincenzo Ferreri commentava: Maria avrebbe potuto dire: Non ho da darti che lacrime! -
L'Addolorata teneva fisso lo sguardo sul Figlio pendente dalla Croce e ne seguiva i movimenti. Vedere le mani forate e sanguinanti, contemplare quei piedi del Figlio di Dio largamente piagati, osservare la stanchezza delle membra,
senza poter menomamente aiutarlo. Oh che spada al Cuore della Madonna! E fra tanto dolore era costretta a sentire gli scherni e le bestemmie che soldati e Giudei lanciavano al Crocifisso. O Donna, grande è il tuo dolore! Acutissima è la spada che trapassa il tuo Cuore!
Gesù soffriva oltre ogni credere; la presenza della Madre sua, così immersa nel dolore, aumentava la pena del suo delicato Cuore. Si avvicina la fine. Esclamò Gesù: Tutto è compiuto! -- Un tremito pervase il suo corpo, abbassò il capo e spirò.
Maria se ne accorse; non disse parola, ma costernata all'estremo limite, uni il suo olocausto a quello del Figlio.
Consideriamo, anime pietose, il perché delle sofferenze di Gesù e di Maria: la Divina Giustizia, oltraggiata dal peccato, da riparare.
Solo il peccato fu la causa di tanti dolori. O peccatori, che con tanta facilità commettete la grave colpa, ricordate il male che fate col calpestare la legge di Dio! Quell'odio che nutrite in cuore, quelle cattive soddisfazioni che accordate al corpo, quelle gravi ingiustizie che fate al prossimo ... ritornano a crocifiggere nell'anima vostra il Figlio di Dio e 'trapassano, quale spada, il Cuore Immacolato di Maria!
Come puoi, o anima peccatrice, dopo aver commesso un peccato mortale, restare indifferente e scherzare e riposare come se nulla avessi fatto? ... Piangi ai piedi della Croce le tue colpe; supplica la Vergine che lavi con le sue lacrime le tue impurità. Prometti, se viene Satana a tentarti, di richiamare alla mente lo strazio della Madonna sul calvario. Quando le passioni vorrebbero trascinarti al male, pensa: Se cedo alla tentazione, sono figlio indegno di Maria e rendo inutili per me tutti i suoi dolori!..La morte, ma non peccati! -
ESEMPIO
Il Padre Roviglione della Compagnia di Gesù narra che un giovane aveva contratta la buona abitudine di visitare ogni giorno un'immagine di Maria Addolorata. Non si contentava di pregare, ma contemplava con compunzione la Vergine, raffigurata con sette spade nel Cuore.
Avvenne che una notte, non resistendo agli assalti della passione, cadde in peccato mortale. Capì di aver fatto male e si riprometteva di andare in seguito a confessarsi.
L'indomani mattina, al solito, andò a visitare l'immagine dell'Addolorata. Con sua sorpresa vide che nel petto della Madonna erano conficcate otto spade.
- Come mai, pensò, questa novità? Sino a ieri le spade erano sette. - Udì allora una voce, che certamente veniva dalla Madonna: Il grave peccato che questa notte hai commesso, ha aggiunto una nuova spada a questo Cuore di Madre. -
Il giovane s'intenerì, comprese il suo misero stato e senza porre tempo in mezzo andò a confessarsi. Per intercessione
della Vergine Addolorata riacquistò l'amicizia di Dio.
Fioretto. - Chiedere spesso perdono a Dio dei peccati, specialmente dei più gravi.
Giaculatoria. - O Vergine Addolorata, offrite a Gesù i miei peccati, che di cuore detesto!
27° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
Sesto dolore:
LANCIATA E DEPOSIZIONE
Gesù era morto, erano finite le sue sofferenze, ma non erano finite per la Madonna; ancora una spada doveva trafiggerla.
Affinché non fosse turbata la gioia del seguente sabato pasquale, i Giudei deponevano dalla croce i condannati; se ancora non erano morti, li uccidevano rompendo loro le ossa.
La morte di Gesù era certa; tuttavia uno dei soldati si avvicinò alla Croce, diede un colpo di lancia e apri il costato al Redentore; ne usci sangue ed acqua.
Questa lanciata fu per Gesù un oltraggio, per la Vergine un nuovo dolore. Se una madre vedesse infiggere un coltello nel petto del figlio morto, cosa proverebbe nell'animo? ... La Madonna contemplò quell'atto spietato e senti trapassare dalla stessa lancia il suo Cuore. Altre lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Anime pietose s'interessarono per avere da Pilato il permesso di seppellire il corpo di Gesù. Con grande rispetto il Redentore fu deposto dalla Croce. La Madonna ebbe tra le braccia il corpo del Figlio. Seduta ai piedi della Croce, col Cuore spezzato dal dolore, contemplò quelle sacre membra insanguinate. Rivide nella mente il suo Gesù, tenero bambino vezzoso, quando lo copriva di baci; lo rivide grazioso adolescente, quando incantava con la sua attrattiva, essendo il più bello dei figli degli uomini; ed ora lo mirava esanime, in uno stato da far pietà. Guardò la corona di spine intrisa di sangue e quei chiodi, strumenti della Passione, e si fermò a contemplare le ferite!
Vergine Sacrosanta, tu hai dato al mondo il tuo Gesù per la salvezza degli uomini e guarda come ora gli uomini te lo rendono! Quelle mani che hanno benedetto e beneficato, l'ingratitudine umana le ha forate. Quei piedi che sono andati in giro per evangelizzare sono piagati! Quel volto, che gli Angeli mirano con devozione, gli uomini lo hanno ridotto irriconoscibile!
O devoti di Maria, perché non sia vana la considerazione del grande dolore della Vergine ai piedi della Croce, prendiamo qualche frutto pratico.
Quando i nostri occhi si posano sul Crocifisso o sull'immagine della Madonna, rientriamo in noi stessi e riflettiamo: Io con i miei peccati ho aperto le ferite nel corpo di Gesù ed ho fatto lacrimare e sanguinare il Cuore di Maria!
Mettiamo nella ferita del Costato di Gesù le nostre colpe, specialmente le più gravi. Il Cuore di Gesù è aperto, affinché tutti vi possano entrare; però vi si entra per mezzo di Maria. La preghiera della Vergine è efficacissima; tutti i peccatori possono goderne i frutti.
La Madonna implorò sul Calvario la divina misericordia per il buon ladrone e gli ottenne la grazia di andare quel giorno stesso in Paradiso.
Nessun'anima dubiti della bontà di Gesù e della Madonna, ancorché fosse carica dei più enormi peccati.
ESEMPIO
Narra il Discepolo, valente scrittore sacro, che vi era un peccatore, il quale tra le altre colpe aveva anche quella di avere ucciso il padre e il fratello. Per sfuggire alla giustizia andava ramingo.
Un giorno di quaresima entrò in una Chiesa, mentre il predicatore parlava della misericordia di Dio. Il suo cuore si aprì alla fiducia, decise di confessarsi e, finita la predica, disse al predicatore: Voglio confessarmi con voi! Ho dei delitti nell'anima! -
Il Sacerdote lo invitò ad andare a pregare all'Altare della Madonna Addolorata: Domandate alla Vergine il vero dolore dei vostri peccati! -
Il peccatore, inginocchiato davanti all'immagine dell'Addolorata, pregò con fede e ricevette tanta luce, per cui capi la gravezza delle sue colpe, le molte offese recate a Dio ed alla Madonna Addolorata e fu preso da tale dolore che mori ai piedi dell'Altare.
Il giorno seguente il Sacerdote predicatore raccomandò al popolo che si pregasse per l'infelice ch'era morto in Chiesa; mentre diceva ciò, apparve nel Tempio una bianca colomba, da cui si vide cadere una cartella davanti ai piedi del Sacerdote. Questi la prese e vi lesse: L'anima del morto appena uscita dal corpo, è andata in Paradiso. E tu continua a predicare l'infinita misericordia di Dio! -
Fioretto. - Evitare i discorsi scandalosi e rimproverare chi ardisse farli.
Giaculatoria. - O Gesù, per la Piaga del tuo Costato, pietà degli scandalosi!
28° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
Settimo dolore:
SEPOLTURA DI GESÙ
Giuseppe d'Arimatea, nobile decurione, volle avere l'onore di dare la sepoltura al corpo di Gesù e diede un sepolcro nuovo, scavato nella viva pietra, poco distante dal posto ove il Signore era stato crocifisso. Comprò una sindone per avvolgervi le sacre membra.
Gesù morto fu trasportato con massimo rispetto alla sepoltura; si formò un mesto corteo: alcuni discepoli portavano il cadavere, le pie donne seguivano commosse e tra loro stava la Vergine Addolorata; anche gli Angeli invisibilmente facevano corona.
Il cadavere fu deposto nel sepolcro e, prima di essere avvolto nella sindone e legato con le bende, Maria diede l'ultimo sguardo al suo Gesù. Oh, come avrebbe voluto la Madonna restare sepolta col Divin Figlio, pur di non abbandonarlo!
Si avanzava la sera ed era necessario lasciare il sepolcro. Dice San Bonaventura che Maria al ritorno passò da quel posto ov'era ancora innalzata la Croce; la rimirò con affetto e dolore e baciò quel Sangue del Divin Figlio, che la imporporava.
L'Addolorata ritornò a casa con Giovanni, l'Apostolo prediletto. Andava così afflitta e mesta questa povera Madre, dice San Bernardo, che per dove passava muoveva al pianto.
Straziante è ' la prima notte per una madre che perde il figlio; l'oscurità ed il silenzio portano alla riflessione ed al risveglio dei ricordi.
In quella notte, dice Sant'Alfonso, la Madonna non poteva riposare e le terrificanti scene della giornata le rivivevano nella mente. In tanta ambascia era sostenuta dall'uniformità ai voleri di Dio e dalla ferma speranza della vicina risurrezione.
Consideriamo che anche per noi verrà la morte; saremo messi in un sepolcro e lì attenderemo l'universale risurrezione. Il pensiero che il nostro corpo dovrà gloriosamente risorgere, ci sia di luce nella vita, di conforto nelle prove e ci sostenga in punto di morte.
Consideriamo inoltre che la Madonna, allontanandosi dal sepolcro, lasciò il Cuore sepolto con quello di Gesù. Anche noi seppelliamo il nostro cuore, con i suoi affetti, nel Cuore di Gesù. Vivere e morire in Gesù; essere seppelliti con Gesù, per risorgere con Lui.
Il sepolcro che conservò per tre giorni il Corpo di Gesù, è simbolo del nostro cuore che conserva Gesù vivo e vero con la Santa Comunione. Questo pensiero è richiamato nell'ultima stazione della Via Crucis, quando si dice: O Gesù, fate che io vi possa ricevere degnamente nella Santa Comunione! -
Abbiamo meditato i sette dolori di Maria. Il ricordo di quello che soffri la Madonna per noi, ci sia sempre presente.
Desidera la nostra Celeste Madre che i Figli non dimentichino le sue lacrime. Nel 1259 apparve a sette suoi devoti, che poi furono i fondatori della Congregazione dei Servi di Maria; presentò loro una veste di colore nero, dicendo che se volevano farle piacere, meditassero spesso i suoi dolori e in memoria di essi portassero come abito quella veste nera.
O Vergine Addolorata, imprimete nel nostro cuore e nella nostra mente la memoria della Passione di Gesù e dei vostri dolori!
ESEMPIO
Il periodo della gioventù è assai pericoloso per la purezza; se non si domina
il cuore, può giungersi sino all'aberrazione nella via del male.
Un giovane di Perugia, ardendo di amore illecito e non riuscendo nel suo pessimo intento, invocò il demonio per essere aiutato. Il nemico infernale si presentò in forma sensibile.
- Io ti prometto di darti l'anima mia, se tu mi aiuterai a commettere un peccato!
- Sei disposto a scrivere la promessa?
- Sì; e la firmerò col mio sangue! - L'infelice giovane riuscì a commettere il peccato. Subito dopo il demonio lo condusse vicino ad un pozzo; gli disse: Mantieni ora la tua promessa! Gettati in questo pozzo; se non lo farai, ti porterò all'inferno in anima e corpo! -
Il giovane, credendo di non potere più liberarsi dalle mani del maligno, non avendo il coraggio di precipitarsi, soggiunse: Dammi tu stesso la spinta; io non oso gettarmi! -
La Madonna venne in aiuto. Il giovane teneva al collo l'abitino dell'Addolorata; da tempo lo portava. Il demonio soggiunse: Togli prima dal collo quell'abitino, altrimenti non posso darti la spinta! -
Il peccatore comprese a queste parole l'inferiorità di Satana davanti alla potenza della Vergine e gridando invocò l'Addolorata. Il demonio, arrabbiato a vedersi sfuggire la preda, protestò, cercò d'intimorire con minacce, ma alla fine parti sconfitto.
Il povero traviato, grato alla Madre Addolorata, andò a ringraziarla e, pentito dei suoi peccati, volle sospenderne anche un voto, espresso in un quadro al suo Altare nella Chiesa di S. Maria La Nuova, in Perugia.
Fioretto. - Abituarsi a recitare ogni giorno sette Ave Maria, in onore dei sette Dolori della Madonna, aggiungendo: Vergine Addolorata, pregate per me!
Giaculatoria. - O Dio, tu mi vedi. Oserò offenderti alla tua presenza?
29° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
MARIA REGINA
La Madonna è Regina. Il Figliuolo suo Gesù, Creatore d'ogni cosa, la ricolmò di tanta potenza e dolcezza da superare quella di tutte le creature.
La Vergine Maria è somigliante ad un fiore, dal quale le api possono suggere immensa dolcezza e, per quanta se ne tolga, sempre ne ha. La Madonna può ottenere a tutti grazie e favori e sempre ne abbonda. È intimamente unita a Gesù, oceano d'ogni bene, ed è costituita Dispensatrice universale dei divini tesori. È ricolma di grazie, per sé e per gli altri. Santa Elisabetta, quando ebbe l'onore di ricevere la visita della cugina Maria, all'udire la sua voce esclamò: « E donde a me questo bene, che la Madre del mio Signore venga a me? » La Madonna disse: « L'anima mia magnifica il Signore ed ha esultato il mio spirito in Dio, mia salvezza. Poiché ha guardato la piccolezza della sua serva, ecco che da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Mi ha fatto cose grandi Colui che è potente ed il cui nome è Santo » (S. Luca, 1, 46).
La Vergine, ripiena di Spirito Santo, cantò nel Magnificat le lodi di Dio e contemporaneamente proclamò la sua grandezza al cospetto dell'umanità.
È grande Maria e tutti i titoli che la Chiesa le attribuisce, le competono appieno.
In questi ultimi tempi il Papa ha istituito la festa della Regalità di Maria. Nella sua Bolla Pontificia Pio XII dice: « Maria fu preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte come già il suo Figliuolo, fu innalzata anima e corpo alla gloria del cielo, dove. risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli. Questa sua regalità vogliamo perciò esaltare con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma eccellenza di tutto il suo essere, o dolcissima e vera Madre di Colui, che è Re per diritto proprio, per eredità e per conquista ... Regna, o Maria, sulla Chiesa, che professa e festeggia il tuo soave dominio ed a te ricorre come a sicuro rifugio in mezzo alle calamità dei nostri tempi ... Regna sulle intelligenze, affinché cerchino soltanto il vero; sulle volontà, affinché seguano il bene; sui cuori, affinché amino unicamente ciò che tu stessa ami » (Pio XII).
Inneggiamo dunque alla Vergine Santissima! Salve, o Regina! Ave, Sovrana degli Angeli! Rallegrati, o Regina dei cieli! Gloriosa Regina del mondo, intercedi per noi presso il Signore!
ESEMPIO
La Madonna è conosciuta Regina non solo dei fedeli, ma anche degli infedeli. Nelle Missioni, ove penetra la sua devozione, aumenta la luce del Vangelo e coloro che prima gemevano sotto la schiavitù di Satana, godono proclamarla loro Regina. Per farsi strada nei cuori degli infedeli, la Vergine opera di continuo dei prodigi, dimostrando la sua celeste sovranità.
Negli annali della Propagazione della Fede (N. 169) si legge il seguente fatto. Si era convertito un giovanotto cinese e, in segno della sua fede, aveva portato a casa una corona del Rosario ed una medaglietta della Madonna. La madre sua, attaccata al paganesimo, si arrabbiò del mutamento del figlio e lo trattava male.
Ma un giorno la donna si ammalò gravemente; le venne l'ispirazione di prendere la corona del figlio, che gli aveva tolta e nascosta, e se la pose al collo. Così si addormentò; riposò serenamente e, quando si svegliò, si sentì proprio guarita. Sapendo che una sua amica, pagana, era ammalata e correva il rischio di morire, andò a visitarla, le mise al collo la corona della Madonna e subito si operò la guarigione. Riconoscente, questa seconda guarita, s'istruì sulla Religione Cattolica e ricevette il Battesimo, mentre la prima non si risolveva a lasciare il paganesimo.
La comunità della Missione pregava per la conversione di questa donna e la Vergine trionfò; molto contribuirono le preghiere del figlio già convertito.
La povera ostinata ricadde gravemente inferma e tentò di guarire rimettendo al collo la corona del Rosario, però promettendo di ricevere il Battesimo se fosse guarita. Riebbe la perfetta salute e con gioia dei fedeli fu vista ricevere solennemente il Battesimo.
La sua conversione fu seguita da molte altre, nel nome santo della Madonna.
Fioretto. - Fuggire la vanità nel parlare e nel vestire ed amare l'umiltà e la modestia.
Giaculatoria. - O Dio, sono polvere e cenere! Come posso invanirmi?
30° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
POTENZA DI MARIA
Gesù Cristo è Dio e uomo; ha due nature, la divina e l'umana, unite in una sola Persona. In virtù di questa unione ipostatica, Maria è pure misteriosamente imparentata con la SS. Trinità: con Colui che solo è per essenza Maestà infinita, Re dei re e Signore dei signori, quale Figlia primogenita dell'Eterno Padre, Madre tenerissima del Figlio di Dio incarnato e Sposa prediletta dello Spirito Santo.
Gesù, Re dell'universo, riflette sulla Madre sua Maria la gloria e la maestà e l'impero della sua regalità.
Gesù è onnipotente per natura; Maria, non per natura ma per grazia, partecipa dell'onnipotenza del Figlio.
Il titolo «Virgo potens» (Vergine potente) esprime la potenza di Maria. È raffigurata con la corona sul capo e lo scettro in mano, che sono i simboli della sua sovranità Quando la Madonna era su questa terra, diede saggio della sua potenza e precisamente nelle nozze di Cana. Gesù era al principio della vita pubblica, non aveva ancora operato alcun miracolo e non intendeva farne, non essendo ancora giunta l'ora. Maria espose il suo desiderio e Gesù si alzò da tavola, ordinò ai servi che riempissero di acqua i recipienti e subito avvenne il miracolo del cambiamento dell'acqua in vino prelibato.
Ora che la Madonna si trova nello stato di gloria, in Cielo, esercita la sua potenza in più larga scala. Tutti i tesori di grazia che Iddio elargisce, passano per le sue mani e, tanto la Corte Celeste quanto l'umanità, dopo che a Dio, inneggiano alla Regina del Cielo.
Volere ottenere grazie dal Signore e non rivolgersi alla Dispensatrice dei doni di Dio, è come se si volesse volare senza ali.
In tutti i tempi l'umanità ha sperimentato la potenza della Madre del Redentore e nessun credente si rifiuta di ricorrere a Maria nei bisogni spirituali e temporali. Si moltiplicano i templi ed i santuari, si assiepano i suoi Altari, s'implora e si piange davanti alla sua immagine, si sciolgono voti ed inni di ringraziamento: chi riacquista la sanità del corpo, chi rompe la catena dei peccati, chi raggiunge un alto grado di perfezione...
Davanti alla potenza, della Madonna, trema l'Inferno, si riempie di speranza il Purgatorio, esulta ogni anima pia.
La giustizia di Dio, che è terribile nel punire la colpa, cede alle suppliche della Vergine e si piega a misericordia e, se i fulmini del divino furore non colpiscono i peccatori, è per la potenza amorosa di Maria, che trattiene la mano del suo Divin Figliuolo.
Siano rese dunque grazie e benedizioni alla Regina del Cielo, nostra Madre e potente Mediatrice!
La protezione della Madonna si sperimenta specialmente con la recita del Rosario.
ESEMPIO
Il Padre Sebastiano Dal Campo, Gesuita, fu condotto schiavo in Africa dai Mori. Nelle sue sofferenze attingeva la forza dal Rosario. Con quanta fede invocava la Regina del Cielo!
La Madonna molto gradiva la preghiera del suo figlio prigioniero ed un giorno gli apparve per consolarlo, raccomandandogli d'interessarsi degli altri infelici prigionieri. - Anche loro, disse, sono miei figli! Vorrei che ti adoperassi ad istruirli nella fede. -
Il Sacerdote rispose: Madre, conoscete che non vogliono saperne di Religione! - Non scoraggiarti! Se tu insegnerai loro a pregarmi con il Rosario, a poco a poco diverranno pieghevoli. Io stessa ti porterò le corone. Oh, come piace in Paradiso questa preghiera! -
Dopo sì bella apparizione, Padre Sebastiano Dal Campo provò tanta gioia e forza, la quale crebbe quando la Madonna ritornò per consegnargli molte corone.
L'apostolato della recita del Rosario cambiò il cuore degli schiavi. Il Sacerdote fu ricompensato dalla Madonna con molti favori, uno dei quali fu questo: venne preso dalle mani della Vergine e miracolosamente messo in libertà, ricondotto tra i suoi Confratelli.
Fioretto. - Recitare le preghiere del mattino e della sera ed invitare gli altri della famiglia a fare altrettanto.
Giaculatoria. - Vergine potente, siate la nostra Avvocata presso Gesù!
31° GIORNO
Ave Maria.
Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!
DIRITTI DI SOVRANITA'
La Madonna è Regina e come tale ha i diritti di sovranità; noi siamo suoi sudditi e dobbiamo tributarle ubbidienza ed onore.
L'ubbidienza che la Vergine vuole da noi è l'esatta osservanza della legge di Dio. Gesù e Maria hanno la stessa causa: la gloria di Dio e la salvezza delle anime; ma questo piano divino non si può attuare se non si compie la volontà del Signore, espressa nei dieci Comandamenti.
Alcuni punti del Decalogo si possono osservare con facilità; altri esigono dei sacrifici ed anche degli eroismi.
È un grande sacrificio la custodia continua del giglio della purezza, perché si esige il dominio del corpo, il cuore mondo da ogni affetto disordinato e la mente pronta ad allontanare le cattive immagini ed i desideri peccaminosi; è un grande sacrificio il perdonare generosamente le offese e il fare bene a chi fa del male. Tuttavia l'ubbidienza alla legge di Dio è anche un atto di ossequio alla Regina del Cielo.
Nessuno s'illuda! Non c'è devozione vera a Maria, se l'anima offende gravemente Dio e non sa risolversi a lasciare il peccato, specialmente l'impurità, l'odio e l'ingiustizia.
Ogni regina terrena è degna di onore da parte dei sudditi. La Regina del Paradiso merita più ancora. Riceve gli omaggi degli Angeli e dei Beati del Cielo, che la benedicono come il capolavoro della Divinità; deve essere anche onorata sulla terra, dove ha sofferto a fianco di Gesù, cooperando efficacemente alla Redenzione. Gli onori che le si rendono, sono sempre inferiori a quelli che merita.
Si rispetti il santo nome della Madonna! Non si pronunzi inutilmente; non si adoperi nei giuramenti; sentendolo bestemmiare, dire subito: Sia benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre! -
Si onori l'immagine della Madonna, col salutarla e col rivolgerle contemporaneamente qualche invocazione.
Si saluti la Regina del Cielo almeno tre volte al giorno, con la recita dell'Angelus Domini, e s'invitino gli altri, specialmente i familiari a fare altrettanto. Chi non è in grado di recitare l'Angelus, supplisca con tre Ave Maria e tre Gloria Patri.
All'avvicinarsi delle feste solenni ad onore di Maria, si cooperi in qualunque modo affinché riescano bene.
Le regine di questo mondo hanno l'orario della corte,. cioè in una data :ora del giorno sono onorate dalla compagnia di personaggi illustri; le dame di corte sono orgogliose di stare presso la loro sovrana e di sollevarne l'animo.
Chi volesse tributare alla Regina del Cielo un ossequio particolare, non lasci trascorrere giorno senza fare un'ora di corte spirituale. In un'ora determinata, mettendo da parte le occupazioni, e, se ciò non fosse possibile, anche lavorando, si sollevi con frequenza la mente alla Madonna, si preghi e si cantino le sue lodi, per ripagare gl'insulti che riceve da chi la bestemmia. Chi nutre amore filiale alla Celeste Sovrana, s'industria a trovare altre anime che la onorino con l'ora di corte. Chi organizza questa pia pratica, ne gioisca, perché si pone sotto il manto della Vergine, anzi dentro il suo Cuore Immacolato.
ESEMPIO
Un bambino, precoce nell'intelligenza e nella virtù, cominciò a comprendere l'importanza della devozione a Maria e fece di tutto per onorarla e per farla onorare, considerandola la sua Madre e la sua Regina. All'età di dodici anni era abbastanza allenato a renderle omaggi. Si era fatto un programmino:
Ogni giorno fare una mortificazione particolare ad onore della Mamma Celeste.
Ogni giorno visitare la Madonna in Chiesa e pregare al suo Altare. Invitare altri a fare lo stesso.
Ogni mercoledì ricevere la Santa Comunione, per rendere omaggio a Maria Santissima, affinché si convertano i peccatori.
Ogni venerdì recitare la Corona dei sette dolori di Maria.
Ogni sabato digiunare e ricevere la Comunione per ottenere la protezione della Madonna in vita e in morte.
Appena svegliato, al mattino, volgere il primo pensiero a Gesù ed alla Divina Madre; andando a letto, alla sera, mettermi sotto il manto della Madonna, chiedendo la sua benedizione.
Il buon giovanetto, se scriveva a qualcuno, metteva un pensiero sulla Madonna; se cantava, sul suo labbro c'era soltanto qualche lode mariana; se raccontava dei fatti ai compagni o ai parenti, per lo più narrava grazie o miracoli operati per mezzo di Maria.
Trattava la Madonna da Madre e da Regina e ne fu ricambiato con tale abbondanza di favori, da raggiungere la santità. Moriva a quindici anni, visitato visibilmente dalla Vergine, che lo invitava ad andare in Cielo.
Il giovanetto di cui si parla è San Domenico Savio, il Santo dei ragazzi, il Santo più giovane della Chiesa Cattolica.
Fioretto. - Ubbidire senza lamentarsi, per amore di Gesù e della Madonna anche nelle cose spiacevoli.
Giaculatoria. - Ave Maria, salva l'anima mia!