21/08/2021
Catechesi N. 379
A - Gesù, dopo avere trascorso alcuni giorni a Gerusalemme, intraprende un viaggio difficile per ritornare in Galilea, nella sua terra, considerando il fatto che proprio nel suo paese avevano cercato di buttarlo giù dal monte; ma Gesù deve ritornare in quella zona per portare l’annuncio di salvezza a tutti.
B - La presunzione del fariseo che nel Tempio elogia se stesso, disprezzando il povero pubblicano, è l’esempio più classico di tutti coloro che si innalzano continuamente sul piedistallo del proprio io e si compiacciono di tutte le loro opere, credendosi proprio in virtù di queste superiori agli altri.
C - L’importanza della Croce che emerge dalle parole di Gesù è il messaggio principale del Vangelo di oggi.
La Croce di Cristo trasmette ai suoi seguaci una forza interiore straordinaria e una gioia non paragonabile a nessun’altra felicità terrena.
Dal Lunedì al Venerdì ore 9,30 Santa Messa
Per tutto il mese di agosto il Sabato ore 18 Santa Messa prefestiva. La Domenica e i festivi Messa ore 10,30 .
Lunedì 30 Agosto ore 20.30 Preghiere di Liberazione e Guarigione.
La Messa di Guarigione riprenderà Venerdì 3 Settembre alle ore 20,30
Se qualcuno ci aiuta con qualche offerta vi ringrazio di cuore.
Pino rimane assente da Giovedì 5 Agosto e riprende Giovedì 2 Settembre
Dal 22 al 29 Agosto gita al Lago termale di Heviz in Ungheria le iscrizioni terminano Venerdì 23 Luglio
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+ VANGELO (Gv 4,43-54)
Va’, tuo figlio vive.
Gesù, dopo avere trascorso alcuni giorni a Gerusalemme, intraprende un viaggio difficile per ritornare in Galilea, nella sua terra, considerando il fatto che proprio nel suo paese avevano cercato di buttarlo giù dal monte; ma Gesù deve ritornare in quella zona per portare l’annuncio di salvezza a tutti.
Questa volta però avviene qualcosa di inatteso, la sua gente infatti Lo accoglie con euforia, è contenta e compiaciuta di riaverLo con loro.
Il Vangelo ci spiega il motivo di questo cambiamento improvviso: “Lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa”.
Dalla prima visita fatta da Gesù a Nazareth è dunque cambiato l’atteggiamento dei galilei perché a Gerusalemme avevano assistito ai suoi molti e meravigliosi miracoli.
I galilei cambiano opinione su Gesù perché in qualche modo la sua missione nobilita anche loro, essendo della stessa regione.
Gesù però è amareggiato, sente che ancora troppi cuori sono chiusi, troppi cercano solo i segni e miracoli senza considerare la rivelazione straordinaria portata da Lui: Egli è il Figlio di Dio, Colui che ha lasciato gli Splendori del Cielo ed è sceso sulla terra per mostrare il Volto del Padre.
Lui è dunque il Messia atteso, il Salvatore del mondo; Lui è la Via, la Verità e la vita! L’amarezza di Gesù traspare dalle seguenti parole: “Se non vedete segni e prodigi voi non credete”. L’umanità di Gesù soffrì moltissimo per l’incredulità della sua gente, per l’indifferenza verso il suo Amore, per il rifiuto della sua Persona.
Gesù nella sua breve vita ha incontrato molte e cocenti delusioni; il suo pane quotidiano era fatto di incomprensioni, di amarezze, di falsità, di tradimenti!
È vero che tornando in Galilea trova molta accoglienza, però, come ho spiegato, non è quella che Lui desidera. Gesù anche oggi cerca cuori disposti a credere in Lui, ad amarLo e riconoscerLo come unico Redentore.
Gesù cerca cuori innamorati della sua Parola, che non hanno bisogno di correre ovunque alla ricerca di cose sensazionali, di messaggi straordinari provenienti poi da chissà chi ….. La cosa più straordinaria, il miracolo più strepitoso è proprio lì, dinnanzi a noi, quando ci rechiamo davanti al Santissimo Sacramento dove Lui, il Signore dell’Universo e della Storia è Vivo e Presente con il suo Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità in quella Piccola Candida Ostia!
Quando capiremo questa formidabile Verità non avremo più bisogno di nulla perché in Gesù troveremo rimedio a ogni nostro problema, conforto a ogni nostro dolore. Comprenderemo che Lui solo è la nostra Forza, la nostra Speranza, la nostra Vittoria su ogni male e su tutti i demoni che mai come ora ci attanagliano con le loro insidie e tentazioni. Purtroppo la nostra Fede è diventata come una piccolissima fiammella pronta a spegnersi al primo soffio di vento. Il funzionario del re, ottenne l’immediato miracolo proprio per la sua Fede: “Signore scendi prima che mio figlio muoia”.
Queste parole esprimono la convinzione che l’intervento di Gesù può tutto, anche strappare dalla morte chi è già avvolto dalla sua ombra gelida.
Gesù infatti gli rispose: “Va, tuo figlio vive”. «Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: “Tuo figlio vive!”».
Il Signore è sempre pronto a donarci le sue infinite Grazie, ma occorre ricorrere a Lui con piena fiducia e abbandono; occorre credere che a Lui nulla è impossibile! Siamo capaci di avere questa Fede? Buona preghiera a tutti.
+VANGELO (Lc 18,9-14)
O Dio abbi pietà di me peccatore. .
La presunzione del fariseo che nel Tempio elogia se stesso, disprezzando il povero pubblicano, è l’esempio più classico di tutti coloro che si innalzano continuamente sul piedistallo del proprio io e si compiacciono di tutte le loro opere, credendosi proprio in virtù di queste superiori agli altri.
Senza l’umiltà, nessuna azione, anche se è buona, ha valore agli occhi di Dio.
La superbia e la vanagloria inquinano ogni cosa. La persona superba infatti compie tutto per essere ammirata e per compiacersi. Il superbo si specchia continuamente in se stesso e non c’è peccato più grave e pericoloso perché chi tiene fisso lo sguardo su se stesso non può contemplare Dio, non può dunque vivere nella Verità, finendo così per cadere nella menzogna e nelle infinite trappole del maligno.
Cerchiamo di rimanere sempre piccoli, anche se fossimo dotati di grandi doni e di grandi capacità.
Non dimentichiamoci mai che nulla ci appartiene e che tutto ci potrebbe essere tolto da un momento all’altro.
Ricorderò sempre una persona molto colta, un eminente biblista che avevo conosciuto personalmente. Quando predicava conquistava le platee per la sua eloquenza, per la sua cultura, per la sua grandissima intelligenza.
Purtroppo a un certo punto della sua vita fu colpito da una terribile malattia che lo ridusse all’impotenza, non ricordava più neanche chi fosse e spesso compiva anche gesti insensati. Mi ha sempre fatto riflettere la storia di questo personaggio e mi rendo sempre più conto di quanto siamo miseri e poveri, basta infatti un morbo per annientare la nostra mente e il nostro corpo.
Mio Signore, di cosa ci potremmo vantare dinnanzi a Te!!!??? Tu solo sei la Fonte perenne di ogni Bene. Nostra è solo la miseria e il peccato!
Ripetiamo spesso, durante la giornata, la bellissima invocazione del pubblicano, che, seduto in fondo al Tempio non osava neppure alzare lo sguardo, ma battendosi il petto supplicava il Signore: “O Dio abbi pietà di me peccatore”.
È un invocazione bellissima che attira su di noi la misericordia e la benedizione di Dio. Egli infatti non può resistere al grido di un suo figlio che, riconoscendosi tanto povero e fragile implora continuamente la sua pietà.
Chiediamo sempre aiuto alla Vergine Santissima, l’umile Serva del Signore; Lei che pur essendo Madre di Dio e arricchita di Doni straordinari ed eccelsi, volle passare su questa terra sconosciuta e nascosta.
Ora Splende in Cielo di una Santità irraggiungibile. Preghiamola dunque affinchè ci conceda la sua grande umiltà: “Ave o Maria, Regina dell’Amore, dona a noi tuoi figli, l’umiltà del cuore”! Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Lc 14, 26-28)
Chi non porta la propria croce e non viene dietro a me non può essere mio discepolo.
L’importanza della Croce che emerge dalle parole di Gesù è il messaggio principale del Vangelo di oggi.
La Croce di Cristo trasmette ai suoi seguaci una forza interiore straordinaria e una gioia non paragonabile a nessun’altra felicità terrena. Può sembrare un paradosso, ma quando si accetta la Croce, essa diviene strumento di Grazia per se e per gli altri e costituisce il distintivo del vero seguace di Cristo: “Chi non porta la propria croce e non viene dietro a me non può essere mio discepolo”.
Non dimentichiamo mai che dopo la sua Crocefissione Gesù è Risorto, Trionfando definitivamente sulla morte e su tutte le potenze infernali.
Lo stesso Trionfo è riservato a tutti i suoi seguaci.
Ognuno di noi, qui sulla terra ha il suo calvario, o perché lo crea da sè con le scelte sbagliate, o perché e una conseguenza della cattiveria altrui.
Per esempio, nella nostra Associazione, accogliamo tantissime persone che soffrono pene atroci a causa di malefici subiti da persone malvage. Queste anime le chiamo “Principesse” e le seguo con particolare cura e amore perché sono associate in modo speciale alla Passione di Cristo.
Si confortino tutte queste anime perché in Cielo le attende una Gloria inconcepibile. Ho già spiegato, in diverse occasioni, che non è stato Dio a volere il dolore, esso è entrato nel mondo come conseguenza del peccato Originale.
Dio nel suo immenso Amore non ha abbandonato a se stessa la sua creatura, pur essendo gravemente colpevole, anzi, ha assunto su di Sé il dolore umano, mandando suo Figlio a morire per noi. Gesù morendo sulla Croce ha trasfigurato il dolore dandogli un potere salvifico. Non finirò mai di stupirmi dinnanzi all’Amore inconcepibile di Dio per l’uomo!
La Croce dove morì Gesù è una maestra di vita, lo è perché accolse l’unico Maestro Divino della storia umana, il quale da questo Trono insegnò in tre ore, quanto tutti i falsi maestri e falsi profeti di tutti i tempi non sono mai riusciti a insegnare in tutta la loro vita.
La contemplazione della Croce è una delle meditazioni più importanti del Cristiano.
Da questa contemplazione si acquisiscono tutti gli elementi necessari per riuscire ad imitare le virtù di Gesù: l’umiltà, la pazienza, la mitezza, la fortezza nella sofferenza, il perdono e l’amore ai nemici.
Questi insegnamenti che si ricavano dalla meditazione di Gesù Crocifisso, rendono il cristiano padrone di sé e forte nelle prove e nelle tentazioni della vita.
Colui che porta con Amore la Croce quotidiana, compiendo in ogni istante la volontà di Dio, si trasforma pian piano a immagine di Cristo e si ritrova nel cuore una Pace e una Gioia inesprimibile che non possono essere paragonate alla falsa gioia del mondo.
I mondani mostrano spesso un allegria che è solamente una maschera per nascondere il vuoto spaventoso della loro anima.
La felicità del cristiano ha un’origine soprannaturale, sgorga da un cuore che ha compreso di aver trovato il Tesoro più importante della sua vita: Cristo Signore! È un cuore che ama e che si sente amato immensamente da Dio.
Termino con questa rivelazione fatta da Dio a Santa Faustina sul valore della sofferenza. Sono parole che non hanno bisogno di alcun commento, ma solo di essere meditate e interiorizzate soprattutto in questi nostri tempi in cui si esalta il piacere ad ogni costo, dimenticando i beni eterni.
Il Signore mi fece anche conoscere quale ineffabile gloria attende l’anima che è simile a Gesù sofferente sulla terra. Tale anima sarà simile a Gesù anche nella Gloria. Il Padre celeste onora e stima le nostre anime in quanto vede in noi la somiglianza con il Figlio suo. Compresi che tale somiglianza a Gesù ci viene data qui sulla terra. Vedo delle anime pure e innocenti, sulle quali Iddio esercita la sua Giustizia e queste anime sono le vittime che sostengono il mondo e completano ciò che è mancato alla Passione di Gesù. Di queste anime non ce ne sono molte. Sono enormemente felice che Iddio mi abbia concesso di conoscere tale anime. O Santissima Trinità, o Dio eterno, Ti ringrazio per avermi fatto conoscere la grandezza e la differenza dei gradi di Gloria che dividono le anime. Oh, che grande differenza che c’è tra un grado di più profonda conoscenza di Dio! Oh se le anime potessero saperlo! O mio Dio, se potessi conquistarne uno in più, sopporterei volentieri tutti i tormenti che hanno patito i martiri tutti insieme. Buona preghiera a tutti.