Achecoronba

22/05/2021

Catechesi N. 366 

A - Oggi leggiamo i 5 versetti che presentano la figura della profetessa Anna. Essi sono collocati subito dopo la Profezia del vecchio Simeone. 
Questi due Santi e anziani personaggi rappresentano la figura dei cristiani autentici 
che vivono per il Signore, Lo mettono al centro di tutto, compiono ogni azione  guidati sempre dalla sua Parola.
B - Quando l’Apostolo Giovanni scrisse il Vangelo, ricordava con immensa commozione il giorno dell’incontro con Gesù, e lo esprime precisando l’ora: “Erano circa le quattro del pomeriggio”. 
Egli poco prima aveva udito il Battista dire: “Ecco l’Agnello di Dio!” 
C - In questo brano del Vangelo si narra che Gesù si trovava a passare nel giorno di sabato lungo dei campi di grano e che i suoi Discepoli si erano messi a raccogliere alcune spighe per sfamarsi. Tale gesto aveva suscitato l’immediata reazione dei farisei, accusandolo di avere violato il riposo del sabato.
D - Lascia molta amarezza leggere periodicamente nel Vangelo manomissioni che alterano anche l’operato di Gesù, arrivando a presentarlo non più Figlio di Dio, ma in modo più umano. 
In questo brano del Vangelo è stato sostituito un verbo che dà un significato istintivo, mentre l’altro si applicava perfettamente alla bontà misericordiosa di Gesù. 
 
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa 
La Domenica e i festivi 2 Messe ore 10,30  e ore 17. 
Lunedì sera ore 20.30 Preghiere di Liberazione e Guarigione. 
Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione
Sabato 29 Maggio pellegrinaggio alla Piccola Lourdes a Forno di Coazze (TO) se qualcuno si deve iscrivere entro domenica 23 Maggio 
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Achebiasopra
 
+VANGELO   (Lc 2,36-40)
Anna parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione.
 
A - Oggi leggiamo i 5 versetti che presentano la figura della profetessa Anna. Essi sono collocati subito dopo la Profezia del vecchio Simeone. 
Questi due Santi e anziani personaggi rappresentano la figura dei cristiani autentici 
che vivono per il Signore, Lo mettono al centro di tutto, compiono ogni azione  guidati sempre dalla sua Parola.
Colpisce in Anna la sua rinuncia a sposarsi nuovamente quando rimase vedova, dopo appena sette anni di matrimonio. Nella sofferenza ha scoperto la gioia della preghiera e dell’unione con Dio. 
Trascorreva le giornate in preghiera nel Tempio, nella contemplazione di Dio, pregando e digiunando.
Questa elevatezza spirituale non si può improvvisare, occorrono anni di impegno costante nella pratica delle Virtù, nell’osservanza della Parola di Dio e nel rinnegamento quotidiano di sè.
È una spiritualità elevata che hanno le anime giù molto avanti nel cammino    spirituale, e la loro autenticità è data dalla mancanza assoluta di esaltazione di se. Sono anime molto riservate che amano circondarsi di silenzio per nascondere la loro intimità con Dio e i Doni da Lui ricevuti. 
Al contrario, la mancanza di spiritualità spinge molti imbroglioni a crearsela dal nulla… inventano storie curiose e manifestando pubblicamente di avere dei doni… di vedere Gesù, la Madonna e… addirittura la Trinità…
Non è semplice capire la spiritualità di una persona, tanti sanno fingere molto bene. È dunque indispensabile avere il discernimento perché, come ho appena detto ci sono casi in cui il falso veggente è molto astuto e studia attentamente il modo per rendere credibile le sue fantasie; è sempre alla ricerca del consenso della gente, vuole stare al centro dell’attenzione usurpando così il posto a Gesù Cristo.
Il credente sincero anche se prova esperienze mistiche, non fa pubblicità e ne parla solo al Padre spirituale o in Confessione.
Il dramma di molti cristiani è di avere perduto i riferimenti spirituali e privi di una solida formazione religiosa brancolano nell'incertezza pronti a rincorrere qualsiasi fenomeno appariscente che solletica la loro curiosità morbosa. 
La profetessa Anna ci insegna che si può mettere Dio al centro di tutto e lasciare tutte quelle cose futili non importanti per la nostra salvezza eterna. Chi fa questo è benedetto e insieme ai suoi cari o agli amici, riesce a compiere con facilità grandi opere di carità e di servizio che rimangono difficili a quanti non pregano.
In qualsiasi luogo è possibile pregare, oltre il Santo Rosario, le preghiere brevi o atti di amore a Gesù e alla Madonna infiammano il cuore e anche dinanzi alle dure prove, alle sofferenze morali o fisiche, si riceve sempre la forza per proseguire il cammino. Non dimentichiamo mai l’Adorazione Eucaristica che è importantissima per la vita della nostra anima. Gesù Eucaristia è il Sole divino che ci irradia con la sua Luce donandoci ogni bene e ogni Grazie di guarigione e di liberazione. 
Chiediamo a Gesù di trasmetterci i suoi sentimenti, parliamo con Lui a cuore a cuore con grande fiducia e abbandono. Non dimentichiamoci mai che Lui è il nostro più grande amico e ha dato la sua vita per noi, nessuno ci amerà come Lui! Buona preghiera a tutti.
 
Achecolor 
 
+VANGELO  (Gv 1,35-42)
Videro dove dimorava e rimasero con lui.
 
B - Quando l’Apostolo Giovanni scrisse il Vangelo, ricordava con immensa commozione il giorno dell’incontro con Gesù, e lo esprime precisando l’ora: “Erano circa le quattro del pomeriggio”. 
Egli poco prima aveva udito il Battista dire: “Ecco l’Agnello di Dio!” 
Tali parole si riferivano a Gesù che in quel momento stava passando. Giovanni udito ciò segui il Maestro. La definizione usata dal Battista indica esattamente il Messia atteso, l’inviato da Dio per redimere l’umanità; è davvero l’Agnello profetizzato dal Profeta Isaia, capace di prendere su di sé i peccati del mondo, un Agnello docile, buono, pronto a sacrificarsi, subendo un atroce martirio per salvare l’intera umanità.
La spietatezza usata dei nemici di Gesù è stata impressionante, si può ben dire che erano tutti istigati e mossi da satana per giungere a un tale grado di crudeltà quale fu quella usata nei confronti di Gesù.
Isaia aveva prefigurato circa settecento anni prima l’avvento del Messia sofferente e ispirato da Dio iscriveva eventi non inimmaginabili, ma presenti fin dall’eternità nella mente di Dio. 
Quale Dio sceglie la sofferenza personale, assumendo la natura umana per donare la vita alle sue creatur,e morendo sulla Croce? 
In nessuna religione o filosofia esiste un Dio come il nostro. Solo nel Cristianesimo si parla di un Dio perdutamente innamorato della sua creatura, a tal punto che compirà questa “follia” per dimostrare il suo infinito Amore agli uomini peccatori e immeritevoli di tale dono.
In questo capitolo 53 leggiamo alcuni versetti commoventi e sconvolgenti che toccano profondamente il cuore e che dovrebbero spingerci a ricambiare con un Amore tenero e appassionato il nostro Redentore che tanto ha patito per noi:
“Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi Lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di Lui;
per le sue Piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di Lui
l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca;
era come Agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca” (Is 53,3-7).
Questo è l’Agnello che il Battista indica all’Apostolo Giovanni e che allo stesso tempo indica ad ognuno di noi. Un Agnello apparentemente vinto, colpito e abbattuto, che abbraccia volontariamente la morte per darci la vita. Un gesto d’Amore inconcepibile che indica a tutti coloro che lo vogliono seguire che l’unica via che ci salva è quella di donarsi completamente. 
Giovanni e Giacomo si lasciano guidare dal Battista e credono fermamente in Gesù, questo spiega l’importanza della guida spirituale. Deve essere una guida fedele al Magistero autentico della Chiesa, al Catechismo di San Giovanni Paolo II del 1992 e al Vangelo Storico, senza apportare la modifica di una sola virgola. 
Solo con questa formazione la guida spirituale potrà indicare la Verità e il luogo dove è possibile incontrare Gesù Cristo. “Venite e vedrete”. Trovare il Signore è l’obiettivo più importante e nobile della nostra vita. Chi trova Gesù trova la Perla preziosa e questa Perla è di un valore tale che per possederla si è disposti a lasciare ogni cosa.
Quelli che incontrano Gesù, e si lasciano plasmare dalle sue parole, realizzano in pienezza la propria vita, diventano creature nuove, creature di Luce, capaci di illuminare il mondo e di trasformarlo. Buona preghiera a tutti.
 
Acheblubell
 
+VANGELO  (Mc 2,23-28)
Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
 
C - In questo brano del Vangelo si narra che Gesù si trovava a passare nel giorno di sabato lungo dei campi di grano e che i suoi Discepoli si erano messi a raccogliere alcune spighe per sfamarsi. Tale gesto aveva suscitato l’immediata reazione dei farisei, accusandolo di avere violato il riposo del sabato.
L’attacco dei farisei scaturisce dunque da un gesto di compassione di Gesù verso i suoi discepoli, gesto che non poteva essere compreso dai farisei perché loro si ritenevano perfetti ed erano sempre pronti a guardare gli altri per accusarli. Erano “specialisti” nell’osservare scrupolosamente riti e precetti, ma tale osservanza non era gradita a Dio perché era una pratica tutta esteriore.
Il loro cuore era putrido di tutti i vizi e privo di carità.  
Vedete come si ripete in questa società senza Dio, come senza Dio erano i farisei, la condotta orgogliosa e sprezzante di chi osserva continuamente il prossimo, controlla attentamente ogni movimento e ogni sua parola per poi giudicarlo sempre negativamente.
La mancanza di Dio sviluppa queste potenze interiori, ed invece di indirizzarle verso il Bene, si orientano verso il male.
Il comportamento dei farisei era ipocrita, infatti è questo il significato della parola farisei.
Il cristiano deve guardarsi dal giudizio avventato e senza alcuna necessità, non deve ricercare i difetti negli altri, ma su se stesso.
La conoscenza personale fa vigilare con maggiore maturità e si eviteranno così comportamenti irrazionali, parole fuori posto e accuse inopportune, come furono inopportune le accuse dei farisei ai discepoli perché mangiavano delle spighe. 
Cosa c’è di più ridicolo di questa affermazione?
Le parole dette in libertà sono espresse da quelli che non controllano la volontà, esprimono quanto pensano senza riflettere e alle volte feriscono senza motivo. 
Tanti litigi e discussioni nascono anche da una sola parola indiscreta, che può diventare sgarbata e scortese.
Meditate come Gesù spesso rimaneva in silenzio perché le sue parole non venivano accolte dai presenti. Gesù parla molto nel Vangelo e non c’è una sola virgola fuori posto, ma fa anche silenzio quando il dialogo è infruttuoso e si spreca tempo.
Già il tempo. Quanto se ne spreca in discussioni inutili? “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5,37). Buona preghiera a tutti.
 
Achearanci
 
+ VANGELO (Mc 1,40-45) 
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 
 
D - Lascia molta amarezza leggere periodicamente nel Vangelo manomissioni che alterano anche l’operato di Gesù, arrivando a presentarlo non più Figlio di Dio, ma in modo più umano. 
In questo brano del Vangelo è stato sostituito un verbo che dà un significato istintivo, mentre l’altro si applicava perfettamente alla bontà misericordiosa di Gesù. 
Rimandò è stato sostituito con cacciò, termine che altera il senso dell’azione di Gesù e Lo si presenta quasi come un Uomo cattivo o violento. 
La traduzione della Bibbia del 1974 riportava questa versione: “E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse…”.
La traduzione della Bibbia di Gerusalemme del 2009 volgarizza in questo modo: “E, ammonendolo severamente, lo cacciò e gli disse…”.
Ognuno ha la capacità di capire la strana distorsione, ma in questi tempi abbiamo tantissimi problemi inquietanti e queste manipolazioni sono diventate addirittura monotone piccolezze, per chi conosce Gesù e crede fermamente nella sua infinita bontà. 
Oggi tantissimi problemi non riguardano la sola Fede, nello scacchiere mondiale si muovono pedine che arrecano molta apprensione.
La nostra piena fiducia riposta in Gesù ci permette di rimanere svegli e sereni, ci siamo messi nel suo Cuore e niente potrà farci abbattere. 
Vi chiedo: Gesù utilizzava modi bruschi e disprezzava quanti venivano guariti da Lui? Questa è una enorme contraddizione.
In queste parole troviamo un verbo che è più logico utilizzarlo per un uomo cattivo, ma non per Gesù. “…lo cacciò via subito e gli disse…”. È una enorme stonatura presentare questo verbo parlando di Gesù, soprattutto quando aveva appena guarito un lebbroso pieno di Fede, «se vuoi, puoi purificarmi!», un uomo condannato alla morte e di cui Lui, il Signore ne aveva avuto compassione.
«Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, guarisci!”». 
È un’offesa all’intelligenza, una manipolazione modernista, una contraddizione che ribalta il vero significato del Vangelo.
La Bibbia del 1974 non utilizza il termine “cacciò”, ma “rimandò”, quindi Gesù lo invitò dolcemente e sempre con infinita bontà ad andare a trovare il testimone designato dalla Legge. Gli disse: “Va’ a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”. 
Cacciare è sinonimo di allontanare con violenza, eliminare dalla sua presenza, esiliare altrove con prepotenza e maltrattamenti.
Ma davvero i traduttori hanno visto Gesù così violento e privo di Amore? Era presente Gesù nei loro cuori quando traducevano la Bibbia?
C’è anche un’altra parola che viene manipolata e qui è chiaro l’intento di minimizzare la Persona di Gesù. La versione di oggi afferma: “Lo voglio, sii purificato!”. La Parola pura e fedele alla Sana Tradizione utilizza un termine che glorifica Gesù e Lo presenta come vero Dio: “Lo voglio, guarisci!”.
Il dato certo è la vera guarigione di un lebbroso, “e subito, la lebbra scomparve ed egli guarì”. 
La traduzione più vecchia ed autentica ribadiva concetti che esaltavano Gesù, per mostrarlo come Figlio di Dio e si parlava molto di miracoli e di guarigioni. Oggi c’è una tendenza modernista che ridimensiona le opere sante di Gesù e sorvola sui miracoli, non accentua la forza onnipotente del Signore che guariva tutti gli ammalati e liberava gli indemoniati e quanti pativano sofferenze a causa di negatività.
È certa questa modificazione perché è il Vangelo a mostrarcelo. 
Daranno conto a Dio quanti ignorano i miracoli di Gesù, negano le possessioni e gli esorcismi e non parlano delle guarigioni.
Dovrebbero approfondire il nuovo significato di lebbra di questa società, una malattia spirituale che deturpa anche i lineamenti del volto e sporca la dignità di quanti hanno perduto il controllo della volontà e vivono sottomessi agli istinti.
La lebbra non è più visibile come ai tempi di Gesù, è una lebbra immorale che si manifesta nelle parole e nelle opere. Spesso non si fa più caso ai peccati che si commettono per l’abitudine, la ripetizione di ciò che si considera vantaggioso non fa riflettere sulla bontà o sulla malizia dell’azione. E i peccati mortali si ripetono continuamente.
 “La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato”. 
La lebbra sono anche i pensieri immorali che deturpano la bellezza dell’anima e se non si prega si cade nella trappola della trasgressione. La lebbra del peccato rimane inguaribile in coloro che ostinatamente vogliono obbedire ai pensieri contorti e si rifiutano di confrontarsi con il Vangelo del Signore. 
Preghiamo ogni giorno per tutti i peccatori, noi riflettiamo e comprendiamo che Gesù e la sua Chiesa in questi mesi sono perseguitati come mai prima. Buona preghiera a tutti.
 
Abluabe
 
 
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