Abelmari

10/04/2021

Catechesi N. 360 

A - La Pasqua è la Festa Liturgica più importante dell’anno; è la nostra Festa, la Festa di ogni cristiano perché se Cristo non fosse Risorto vana sarebbe la nostra Fede.
Gesù risorgendo dalla morte ha vinto la morte e ha fatto trionfare la vita quella Eterna, quella Vera, nella gioia perfetta e indicibile del Cielo.
B - Nelle prime parole che Gesù pronuncia dopo la Risurrezione, c’è l’invito ad andare in Galilea, "Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno". Gesù riporta i suoi discepoli nel luogo dove ha avuto origine il Cristianesimo.
C - Oggi nella Chiesa si è creata una grande confusione sul concetto di misericordia di Dio, purtroppo anche molti cristiani si sono convinti che Dio perdona sempre e a tutti anche a coloro che il perdono non lo chiedono. 
    D - Rendere buono il tempo dei giorni cattivi
1. “i giorni sono cattivi”(Ef 5,16).
I giorni sono cattivi, perché sono ostili al bene, al desiderio di stare bene, di essere in pace.
I giorni sono cattivi, perché sono abitati dalla minaccia del male, con qualsiasi nome lo si possa chiamare.
 
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa 
La Domenica e i festivi 2 Messe ore 10,30  e ore 17. 
Lunedì sera ore 20 Preghiere di Liberazione e Guarigione. 
Mercoledì sera ore 20 Messa di Guarigione e Liberazione. 
Venerdì sera ore 20 Messa di Guarigione e Liberazione.
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ArosaGesù 
 
Sabato Santo
Triduo pasquale
+VANGELO
 
A - La Pasqua è la Festa Liturgica più importante dell’anno; è la nostra Festa, la Festa di ogni cristiano perché se Cristo non fosse Risorto vana sarebbe la nostra Fede.
Gesù risorgendo dalla morte ha vinto la morte e ha fatto trionfare la vita quella Eterna, quella Vera, nella gioia perfetta e indicibile del Cielo.
Gesù con la sua vita, la sua morte e soprattutto la sua Resurrezione ci ha riaperto le porte del regno dei Cieli, indicandoci qual’è il nostro destino futuro se sappiamo accogliere in noi la sua parola. 
Le tenebre del Venerdì Santo avevano fatto esultare satana; pensava, con la morte di Gesù di avere vinto, di avere finalmente sconfitto il Figlio di Dio, il suo eterno nemico. 
Ma come ha potuto pensare di sconfiggere Dio? Solo un folle poteva avere una simile convinzione. 
Satana è intelligentissimo, perché pur essendo un angelo decaduto, ha mantenuto tutte le caratteristiche proprie della natura angelica, usandole ovviamente in male, ma era folle, folle di rabbia e di odio contro Dio, folle di superbia, e la superbia sempre acceca e impedisce di vedere la Verità.
Il Venerdì Santo aveva spento la speranza e la fede in molti cuori; anche tra gli Apostoli c’era stato sgomento, delusione e abbattimento così come nei due Discepoli di Emmaus che si mostrano totalmente sconsolati perché con la morte di Gesù erano morte anche le loro speranze: “Noi speravamo che fosse Lui a liberare Israele” (LC 24,21).
Ma i piani di Dio sono spesso sconvolgenti e inaspettati.
La logica di Dio è inafferrabile perché appunto è una logica Divina, completamente al di là dei nostri ragionamenti e dei nostri schemi mentali. 
La morte di Gesù non è dunque l’ultima parola … Presto infatti le tenebre si diradano … scompaiono, per lasciare il posto alla sfolgorante Luce del Sabato Santo.
La morte è costretta a fuggire dinnanzi allo Splendore indicibile di Gesù. Il suo Corpo Risorto è come un Sole potente, i suoi occhi sono zaffiri di Luce. Le sue piaghe sono rubini ardenti; quel suo povero Corpo sfigurato da mille ferite e quel suo Capo martoriato dalla crudele Corona di Spine irradiano tutta la Luce del Cielo. 
Cristo Risorto è veramente il VINCITORE, il Re Glorioso, il Signore della Storia, il Vivente in eterno. Tutto si inchina dinnanzi alla sua Bellezza, alla sua Maestà e alla sua Potenza. 
Noi cristiani guardando il nostro Redentore Risorto esultiamo di indicibile Gioia perché anche tutto il nostro dolore sarà trasfigurato. Tutte le infermità del nostro corpo e le ferite del nostro cuore scompariranno sotto la fulgida Luce di Cristo Risorto. Tutto sarà risanato, tutto rinnovato, tutto splenderà di Gioia, di Pace e di Amore infinito. Gesù Risorto è tutta la nostra speranza! Quando un dolore ci lacera il cuore, cerchiamo di tenere fisso lo sguardo nella Luce di Gesù Risorto con la certezza che le nuvole nere che solcano il cielo della nostra vita lasceranno il posto all’indicibile azzurro del Paradiso. Buona preghiera a tutti.
 
Abiaabi
 
+VANGELO  (Matteo 28,8-15)
Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.
 
B - Nelle prime parole che Gesù pronuncia dopo la Risurrezione, c’è l’invito ad andare in Galilea, "Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno". Gesù riporta i suoi discepoli nel luogo dove ha avuto origine il Cristianesimo, poiché in un villaggio della regione della Galilea, a Nazareth, è cresciuto Gesù, ha vissuto con la Madre e il Padre putativo San Giuseppe. Eppure la Galilea è considerata contaminata per la presenza di tribù pagane.
Al tempo di Gesù vi abitavano alcune antiche tribù di Israele, ma agli occhi dell'ortodossia giudaica di Gerusalemme si erano contaminate con i popoli vicini, di religione pagana. Questo è il motivo principale del rifiuto degli ebrei di accogliere Gesù come Messia, proprio per la provenienza dalla Galilea. Ma è accertato dai racconti evangelici che il padre putativo di Gesù, Giuseppe e la Madre Maria erano di discendenza dalla tribù di Giuda. L'appartenenza ebrea dei due è indubbia, infatti gli stessi Vangeli descrivono alcune celebrazioni che Giuseppe e Maria compiono in stretta osservanza delle consuetudini israelite.
Gli ebrei della Giudea, centro della religione e cultura ebraica, nutrivano disprezzo per gli abitanti della Galilea, il disprezzo verso Gesù si associava anche alla Nuova Dottrina incentrata sull'amore e sul perdono, una Dottrina per loro inaccettabile! 
In Giovanni 7,52, un gruppo di farisei obietta, rivolti a Nicodemo che nessun profeta può provenire dalla Galilea: “Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea”. In un altro brano del Vangelo di Giovanni, (1,46)  Natanaele esclama: “Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono”?
Gesù considera meno colpevoli gli abitanti della Galilea rispetto ai giudei che da secoli rifiutavano i Profeti e li uccidevano. 
I molti pregiudizi che i giudei costruiscono su Gesù ci insegnano che non bisogna mai giudicare dall'apparenza o da quanto viene riferito da altri. Chi riferisce un giudizio negativo su un collega, un conoscente, un vicino di casa, senza conoscere bene la sua storia e la sua condizione spiritualità, pecca gravemente di calunnia perché distrugge la buona reputazione di una persona.
Inoltre succede spesso che, da una sola parola iniziale ascoltata, si aggiunge sempre una propria interpretazione personale, così il fatto diventa un racconto sempre più ricco di pettegolezzi, quasi un romanzo, il tutto a svantaggio della persona calunniata.   
La regola del Vangelo è quella di coprire con il manto della carità, di giustificare le debolezze altrui proprio come Gesù perdona le colpe dei peccatori pentiti.
La Pasqua ci invita a fare un passaggio risolutivo, ed esorta ogni cristiano a  vivere da risorto, quindi con una nuova mentalità per amare tutti ed evitare qualsiasi giudizio. È l'impegno che dobbiamo portare ogni giorno dell'anno, con un rinnovato spirito di lotta contro le debolezze e i difetti che mortificano. Buona preghiera a tutti.
 
Achebel1
 
+ VANGELO (Gv 20,19-31) 
Otto giorni dopo venne Gesù. 
 
C - Oggi nella Chiesa si è creata una grande confusione sul concetto di misericordia di Dio, purtroppo anche molti cristiani si sono convinti che Dio perdona sempre a tutti anche a coloro che il perdono non lo chiedono. 
C’è stata una vera e propria distorsione di tale concetto una interpretazione sbagliata di tanti teologi modernisti che preferiscono seguire le teorie protestanti anziché la Sana Dottrina della Chiesa. 
I modernisti non seguono più il Vangelo Storico, né i Dieci Comandamenti, ma manipolano la Sacra Scrittura secondo il loro comodo, secondo le loro interpretazioni personali che sono sempre ingannatrici perché non ispirate da Dio.  
Questa loro mentalità si è ingigantita e diffusa a macchia d’olio anche all’interno della Chiesa, tanto che diversi gruppi di cattolici pregano settimanalmente con i protestanti/evangelici, senza tener conto che costoro non credono nella Confessione, nella Presenza reale di Gesù nell’Eucarestia; sono contrari alla devozione della Madonna e dei Santi, alla presenza del Papa e di altre Verità Cattoliche.
Che significa cattolico? Perché la nostra Chiesa si chiama Cattolica ed è l’unica nella storia umana in cui Dio si è rivelato pienamente?
La Chiesa Cattolica (dal latino ecclesiastico catholicus, a sua volta dal greco antico ka??????? katholikòs, cioè “universale”, è la Chiesa fondata dal Figlio di Dio e Dio stesso, e solo in Essa ha rivelato le importanti Verità per diffonderle a tutti gli esseri umani, come Lui stesso ha dichiarato.
Il nome richiama l’universalità della Chiesa fondata a partire dalla predicazione di Gesù Cristo e dei suoi Apostoli, costituita dal “popolo di Dio” a sua volta formato da “tutte le nazioni della terra”, la quale viene dichiarata sussistere in modo perfetto nella Chiesa Cattolica visibilmente organizzata.
A questa Chiesa Gesù ha dato incarico di far conoscere all’umanità la sua Divina Misericordia, chiedendo il pentimento dei peccati per ottenere il suo perdono. Dio vuole salvare anche i più grandi peccatori e quanti adesso perseguitano la Chiesa o ne sono fieri oppositori. 
Però una cosa è perseguitare la Chiesa senza farne parte; un'altra cosa è perseguitarla dal suo interno essendo un membro influente della Chiesa stessa.
C’è la possibilità di una infinita Misericordia nel primo caso si può ottenere ancora Misericordia da Dio, mentre è quasi impossibile la salvezza per chi consapevolmente e con piena lucidità vuole arrecare danni alla Sposa di Cristo. Non dobbiamo    dimenticare che la bestemmia contro lo Spirito Santo è un peccato non assolvibile come dichiarato da Gesù stesso. 
Chi in piena lucidità e ostinazione combatte Cristo e la sua Chiesa convinto di non aver bisogno del perdono di Dio, non otterrà la mai sua Misericordia.
Nel Vangelo di oggi trovo una frase di Gesù che spiega con chiarezza l’efficacia della sua Divina Misericordia, in pratica fa capire che Essa agisce esclusivamente dove c’è il sincero pentimento dei peccati. Molto semplice e corretto, come ogni parola espressa dal Signore. Leggiamo le parole che mettono dei limiti alla sua Misericordia, e ogni persona intellettualmente onesta l’accetta.
«Soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”». L’agire del confessore dipende dunque dalle condizioni spirituali del penitente, dalla sua volontà di ricevere il perdono o meno. I peccati vengono perdonati solo se il penitente mostra il suo vero pentimento. 
La condizione essenziale è il pentimento. È dunque una grande menzogna, un vero inganno diabolico affermare che Gesù perdona tutti senza il pentimento e senza la Confessione.  
In chi non può per diverse ragioni ricorrere alla Confessione, il pentimento sincero e interiore rimane molto gradito a Gesù e ogni preghiera viene ascoltata. Il Signore non rifiuta chi si pente anche solo interiormente e non riesce a confessarsi per motivi gravi. Resta sottointeso che lo farà al più presto.
Gesù è infinitamente buono e desidera la salvezza dell’umanità. Lui è sempre pronto a perdonare e abbracciare tutti i peccatori pentiti.
La Festa della Divina Misericordia è stata chiesta espressamente da Lui a Santa Faustina Kowalska:
“Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia. Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Misericordia! L’anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata, otterrà piena remissione di colpe e castighi. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa”. 
La richiesta della prima domenica dopo Pasqua contiene un senso teologico interessante: il legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la Festa della Misericordia. “Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore”. Questa era la spiegazione trovata dalla Santa dopo le parole di Gesù.
Voglio ricordare che in questa Festa Gesù ha promesso fiumi di Misericordia. La Novena che precede la Festa è stata desiderata da Gesù ed Egli ha detto che durante questa novena “elargirà Grazie di ogni genere”.
Qui nella nostra Associazione abbiamo pregato la Novena della Divina Misericordia e abbiamo compreso maggiormente la bontà di Gesù, l’infinito Amore che nutre verso ciascuno di noi e la sua instancabile disponibilità ad aiutarci, anche quando si vive una vita dissipata; anzi, Gesù cerca proprio i peccatori più lontani per salvarli e noi vogliamo aiutare Gesù pregando ogni giorno per la conversione del mondo intero.
Non dimentichiamo di pregare anche per i bisogni della Chiesa e la salvezza dell’Italia! Gesù usi Misericordia all’una e all’altra! Buona preghiera a tutti.
 
Acheazzu
 
Riporto qui sotto la bellissima è commovente Omelia che il nostro caro Arcivescovo Mons. Mario Delpini ha inviato alla nostra Associazione in occasione della Santa Pasqua. 
 
CELEBRAZIONE EUCARISTICA - OMELIA
D - Rendere buono il tempo dei giorni cattivi
1. “i giorni sono cattivi”(Ef 5,16).
I giorni sono cattivi, perché sono ostili al bene, al desiderio di stare bene, di essere in pace.
I giorni sono cattivi, perché sono abitati dalla minaccia del male, con qualsiasi nome lo si possa chiamare.
I giorni sono cattivi, perché uomini e donne diventano cattivi e invece di farsi del bene si fanno del male.
I giorni sono cattivi perché irrompe la morte e porta il pianto e la desolazione.
I giorni sono cattivi e non si sa dove sia Gesù: perché non si rende presente là dove la sua presenza sarebbe così necessaria? Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!
2. La visita pastorale.
La visita pastorale è l’occasione per dire di persona alle comunità della diocesi: mi state a cuore, sento responsabilità per voi. Il Vescovo fa abitualmente con i preti suoi collaboratori. La visita pastorale è l’occasione per venire a dirlo di persona.
La visita pastorale è anche il momento per ricordare a ogni comunità la grazia e la responsabilità di essere parte della grande Chiesa di Milano, della grande Chiesa cattolica.
La visita pastorale è un momento propizio alla verifica del cammino compiuto, della recezione delle indicazioni del Vescovo nella visita pastorale precedente, dei passi compiuti e dei problemi della comunità.
La visita pastorale è, in particolare, una occasione per far risuonare una parola del Vangelo nei giorni cattivi, per annunciare la presenza di Gesù, per indicare con la modestia e la responsabilità della autorità apostolica vie da percorrere per continuare la missione della Chiesa in questa terra.
3. Comportandovi non da stolti, ma da saggi, facendo buon uso del tempo (Ef
5,15-16).
Ci sarà un modo per vivere bene il tempo quando i giorni sono cattivi?
3.1. La grazia di passare dalla speranza per sentito dire, alla speranza per
incontro personale.
La Chiesa che vive i giorni cattivi ha una verità buona da testimoniare. Di fronte alla minaccia più radicale alla bontà della vita, cioè la morte, noi accogliamo Gesù, la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se muore vivrà, chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Le sorelle di Lazzaro passano da una speranza per sentito dire all’incontro personale con Gesù che vince la morte.
La speranza in Gesù risorto è il mistero che celebriamo a Pasqua. Eppure i discepoli di Gesù sono imbarazzati non solo nel parlarne, ma addirittura nello sperare. C’è il rischio che la speranza per sentito dire non sia di nessun aiuto di fronte alle lacrime e alla disperazione.
Solo l’incontro con Gesù, se diventa reale, se diventa fede (Sì, o Signore, io credo …) se diventa amicizia e comunione può dare fondamento a una speranza affidabile, quella necessaria per vivere i giorni cattivi senza diventare cattivi, senza lasciarsi vincere dalla tristezza.
3.2. Ispirati dalla sapienza per essere saggi.
Il tempo buono è dedicato al bene. Invochiamo la grazia di vivere bene il tempo che ci è dato, da saggi, non da stolti.
Una comunità unita nella preghiera e nella letizia: siate ricolmi dello Spirito Santo, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (Ef 5,18-20). 
3
Non siamo convocati per essere una comunità noiosa, triste, scontenta, divisa. La tradizione diventa talora una stanca abitudine, la conoscenza diventa talora un continuo ritornare sulle solite beghe.
Il dono dello Spirito ci rende disponibili al cantare per rendere grazie, perché siamo contenti, godiamo la bellezza di essere insieme, di essere uniti nel Signore, di dare testimonianza a tutti della nostra gioia per la presenza tra noi di Gesù risorto.
Siamo chiamati a vivere con sapienza, a non essere “sconsiderati”, per comprendere quale è la volontà del Signore.
La sapienza che è Gesù illumina la vita anche nei giorni cattivi.
La sapienza che è Gesù ci convince che la vita vince la morte.
Ci aiuta a tenere sempre presente che quello che conta di più: le persone contano più delle cose, la famiglia conta di più dei rapporti precari, il lavoro conta di più dei soldi, la lucidità è un bene, l’ebbrezza che perde in controllo è un male, la virtù fa bene, il vizio fa male, in ogni ambito della vita.
La sapienza che è Gesù ci insegna le parole buone che meritano di essere dette, le esperienze buone che meritano di essere vissute, il bene ordinario che merita di essere praticato,
Vivremo un tempo buono nei giorni cattivi, insieme con Gesù, risurrezione e vita. Amen
Sia Lodato Gesù Cristo.
Arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini
 
Abcielo
 
Madonna Orione
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