Aconangeli

03/04/2021

Catechesi N. 359

 
A - Nella proposta fatta da Giuda di non utilizzare il costoso nardo per donare il ricavato della vendita ai poveri, c'è tutta l'ipocrisia di quanti escogitano espedienti maliziosi per appropriarsi di ciò che non appartiene a loro. Infatti a Giuda dei poveri non importava nulla; il suo unico scopo era quello di mettere le mani su una ingente somma di denaro.
B - In una mia Catechesi ho spiegato la mia convinzione sulla dannazione eterna di Giuda. Qualsiasi persona con un po’ di buon senso arriva a questa conclusione. Ci sono però determinati cristiani che per ragioni diverse, ma tutte fondate sul modernismo, la mettono in dubbio e la contestano, facendo riferimento alla misericordia di Dio e ad altri pretesti che considero diabolici.
C - Siamo nella settimana Santa, la settimana più importante dell’anno Liturgico.
L’Amore di Cristo ha raggiunto livelli impensabili, Egli: “Avendo amato i suoi, li amo fino alla fine” ….. fino alla fine del Sacrificio e dell’Immolazione versando tutto il suo Sangue per la Salvezza dell’umanità.
Cristo in un atto supremo d’Amore si consegna volontariamente alla morte, e come Agnello mansueto si lascia catturare dai suoi carnefici.
 
Dal Lunedì a Mercoledì ore 9,30 Santa Messa 
Giovedì 1 Aprile Messa: Cena del Signore ore 20 Santa Messa
Venerdì 2 Aprile ore 15 Passione del Signore, ore 19,30 Via Crucis
Sabato 3 Aprile ore 20 Messa Solenne, Risurrezione del Signore.
Domenica 4 Aprile Messa Santa Pasqua ore 10,30 e ore 17
Lunedì 5 Aprile Messa Ore 10,30 e ore 17  
La Domenica e i festivi 2 Messe ore 10,30  e ore 17. 
Lunedì sera ore 20 Preghiere di Liberazione e Guarigione. 
Mercoledì sera ore 20 Messa di Guarigione e Liberazione. 
Venerdì sera ore 20 Messa di Guarigione e Liberazione.
Se qualcuno ci aiuta con qualche offerta vi ringrazio di cuore.
 
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Achevelo 
 
 +VANGELO (Giovanni 12,1-11)
 Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura 
 
A - Nella proposta fatta da Giuda di non utilizzare il costoso nardo per donare il ricavato della vendita ai poveri, c'è tutta l'ipocrisia di quanti escogitano espedienti maliziosi per appropriarsi di ciò che non appartiene a loro. Infatti a Giuda dei poveri non importava nulla; il suo unico scopo era quello di mettere le mani su una ingente somma di denaro.
In questo brano risulta molto evidente il contrasto fra il gesto di squisita gentilezza della donna che ama sinceramente il Signore e la grettezza d’animo di questo Apostolo, privo di qualsiasi sentimento d’amore verso il maestro. Giuda non stima Gesù, non Lo considera Dio e addirittura Lo biasima come un povero folle, un ingenuo che non ha capito nulla della realtà di Israele. Giuda non tiene in alcun conto i miracoli, i fatti prodigiosi, l’infinita sapienza e bontà di Gesù. La presenza dei diavoli è così potente in lui, a tal punto da offuscargli la mente e raggelargli il cuore.
La proposta che fa Giuda di non utilizzare i profumi migliori per Gesù, mi ricorda molte Chiese di oggi con altari spogli e senza fiori accanto al Tabernacolo, senza luci come ad indicare che Lì non c'è nessuno, mentre in verità nel Tabernacolo dimora la Luce Eterna di Dio. 
Devo ammettere purtroppo che gli altari trascurati senza fiori, luci, né tovaglie preziose, indicano assenza di amore per Gesù.
C'è un'altra atmosfera quando l'altare è addobbato di bei fiori, illuminato, pulito, ordinato, rivestito di tovaglie pregiate. Da queste cose si comprende l'interesse verso Gesù, la certezza della sua presenza reale e il vivo desiderio di adorarlo, lodarlo, ringraziarlo.
Oggi inizia la Settimana Santa e siamo chiamati a fare qualcosa in più. Fermiamoci a riflettere e rinneghiamoci con grande amore per Gesù. Meditiamo con maggiore interesse il Vangelo per elevarci spiritualmente. Buona preghiera a tutti.
 
Achesangue
 
+VANGELO   (Matteo 26,14-25)
Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
 
B - In una mia Catechesi ho spiegato la mia convinzione sulla dannazione eterna di Giuda. Qualsiasi persona con un po’ di buon senso arriva a questa conclusione. Ci sono però determinati cristiani che per ragioni diverse, ma tutte fondate sul modernismo, la mettono in dubbio e la contestano, facendo riferimento alla misericordia di Dio e ad altri pretesti che considero diabolici.
I pretesti li voglio apostrofare proprio con questo termine luciferino, perché sono giustificazioni che contrastano con la Sacra Scrittura.  Non c'è un solo appiglio che possa far pensare alla salvezza eterna di Giuda e se vogliamo appellarci alla misericordia infinita di Dio, non dobbiamo mai dimenticare che essa presuppone sempre il pentimento del peccatore. Nel caso di Giuda non c’è stato nessun pentimento, perché altrimenti non si sarebbe impiccato.
Giuda si è impiccato come un disperato, e già questa sua morte è un segno molto indicativo sulla sua tragica destinazione eterna.
Leggiamo cosa dice oggi il Signore riguardo a Giuda; sono parole che non ha mai rivolto a nessun altro, neanche ai suoi più grandi nemici e i suoi torturatori. 
Il tradimento di uno che era stato tra i Dodici Apostoli è un peccato di bestemmia contro lo Spirito Santo, un peccato che non si può perdonare.
Vi ho spiegato che non si tratta di bestemmia intesa come parola offensive allo Spirito Santo, si tratta di un comportamento e di una disposizione interiore simile a quelle dei diavoli.
Analizziamo ora queste parole: "Il Figlio dell’Uomo se ne va, come sta scritto di Lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’Uomo viene tradito!". Più che un ammonimento è una condanna anticipata perché Gesù conosceva il cuore dell'infame e la modalità del suo tradimento.
Il "guai" che Gesù lancia contro il traditore, preannuncia una conseguente sua rovina, non è un richiamo né una ammonizione severa. 
Il "guai" di Gesù è irreversibile perché il traditore si era posto nella situazione di non ritorno. 
Ma per far comprendere meglio la rovina di colui che Lo tradisce, Gesù in presenza degli Apostoli aggiunge una frase che mette i brividi. Tale frase Dio non l'ha pronunciata neanche contro i diavoli perché essi all'inizio erano puri: "Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!".
Non ci sono margini di speranza in una affermazione di questa portata. Giuda ha organizzato tutto contro Gesù e nell'Ultima Cena avviene un fatto tremendo che abbiamo letto nel Vangelo di ieri e che ci fa comprendere a quale infimo stato spirituale era giunto Giuda. 
Dopo la frase spaventosa e tagliente di Gesù: "Uno di voi mi tradirà", Giovanni gli chiese sottovoce: «"Signore, chi è?". Rispose Gesù: "È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò". E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, satana entrò in lui». 
Dopo avere mangiato l'Eucaristia in uno stato peccaminoso difficile da definire con termini umani, satana prese pieno possesso di Giuda. Non c'è alcuna attenuante per lui, era fin troppo lucido il suo comportamento. Difendere Giuda alla luce delle parole di Gesù e della Scrittura è irriverente e provocatorio. Nessuno è felice per la sua sorte, è lui che l’ha scelta liberamente.
Considerare Giuda salvo è un tentativo per consolare la propria coscienza, un modo per non pensare all'inferno che attende quanti commettono con molta determinazione e sfrontatezza ogni genere di peccato e senza alcun pentimento tradiscono continuamente il Signore Gesù con spietata lucidità. Preghiamo per tutti i peccatori e speriamo nella loro conversione.
Vi invito ad aumentare la preghiera e vi chiedo la carità di pregare molto anche per me. Alle volte non sono solo i satanisti quelli che attaccano la nostra Associazione, ci sono anche tanti cristiani, apparentemente innocui, ma che nascondono nel proprio cuore un nido di serpi infernali, e diffamano gli altri con il veleno delle loro maldicenze, calunnie, e falsità. Non auguriamo a loro alcun male, ma solo tanto bene e la conversione sincera. Diamo amore e perdono, sempre!!! Buona preghiera a tutti.
 
Allecroce
 
Passione di Nostro Signore Gesù Cristo
 
C - Siamo nella settimana Santa, la settimana più importante dell’anno Liturgico.
L’Amore di Cristo ha raggiunto livelli impensabili, Egli: “Avendo amato i suoi, li amo fino alla fine” ….. fino alla fine del Sacrificio e dell’Immolazione versando tutto il suo Sangue per la Salvezza dell’umanità.
Cristo in un atto supremo d’Amore si consegna volontariamente alla morte, e come Agnello mansueto si lascia catturare dai suoi carnefici.
La cattiveria umana nei confronti dell’innocente si scatena violenta, come se satana avesse caricato con il suo potere malefico tutte le persone che saranno in qualche modo coinvolte nel dramma della Passione. Seguiamo passo dopo passo ….. in silenzio e adorando la Crocifissione del nostro Salvatore. Lasciamo la parola a una grande Mistica che ha ricevuto da Gesù stesso questa straordinaria visione.
 
Quattro uomini robusti giungono da un sentiero sul luogo del supplizio. Sono vestiti di tuniche corte e sbracciate e hanno in mano chiodi martelli e funi che mostrano con lazzi ai tre condannati. La folla si agita in delirio crudele. Viene dato l’ordine ai condannati di spogliarsi. I due ladroni lo fanno senza nessun pudore. Anzi si divertono a fare atti osceni verso la folla. I carnefici offrono tre stracci ai condannati perché se li leghino all’inguine. I ladroni li pigliano con più orrende bestemmie. Gesù che si spoglia lentamente per lo spasimo delle ferite lo rifiuta. Ma quando gli viene detto di spogliarsi completamente Egli tende la mano per mendicare lo straccio dei boia a difesa della sua nudità. È proprio l’Annichilito fino a dover chiedere uno straccio ai delinquenti. Ma Maria ha visto e si è sfilata il lungo e sottile telo bianco che le vela il capo sotto al manto e lo dà a Giovanni perché lo porga a Longino per il Figlio.
È Gesù lo riconosce. Se ne avvolge in più riprese il bacino assicurandoselo per bene perché non caschi ….. e sul lino cominciano a cadere le prime gocce di Sangue perché molte delle ferite, appena coperte di coagulo si sono riaperte e il sangue riprende a sgorgare. La folla lo schernisce come in coro: “Oh! Bello il più bello dei figli degli uomini! Le figlie di Gerusalemme Ti adorano”. Poi ridono e urlano: “Il lebbroso! Il Lebbroso! Hai dunque fornicato con un idolo se Dio ti ha così colpito? Oh, il perfetto! Sei il figlio di Dio? Ma no! L’aborto di satana sei, almeno egli è forte e potente, Tu sei uno straccio impotente e schifoso”.
I ladroni sono legati sulla croce. È la volta di Gesù. Egli si stende mite sul legno. Si corica e mette il capo dove gli dicono di metterlo. Apre le braccia come gli dicono di farlo, stende le gambe come gli ordinano. Si è solo preoccupato di accomodarsi per bene il suo velo. Due carnefici gli si siedono sul petto per tenerlo fermo e io penso che oppressione e che dolore avrà provato sotto quel peso.
Il quarto che ha già in mano il lungo chiodo acuminato, guarda se il buco già fatto nel legno corrisponde alla giuntura del polso. Va bene. Il boia appoggia la punta del chiodo al polso, alza il martello e dà il primo colpo.
Gesù, che aveva gli occhi chiusi, all’acuto dolore ha un grido e una contrazione e spalanca gli occhi nuotanti fra le lacrime. Maria risponde al grido della sua Creatura con un gemito che ha quasi del lamento di agnello sgozzato e si curva, come spezzata, tenendosi la testa fra le mani. Gesù per non torturala non grida più. La mano destra è inchiodata. Si passa alla sinistra. Il foro non corrisponde al carpo. Allora prendono una fune, legano il polso sinistro e tirano fino a slogare la giuntura e a strappare tendini e muscoli, oltre che a lacerare la pelle già segata dalle funi della cattura. Ora si arriva appena all’inizio del metacarpo, presso il polso. Si rassegnano e inchiodano dove possono, ossia tra il pollice e le altre dita proprio al centro del metacarpo. Qui il chiodo entra più facilmente, ma con maggiore spasimo perché deve recidere nervi importanti. Ora è la volta dei piedi. Quelli che erano seduti sul petto di Gesù si alzano per spostarsi sui ginocchi dato che Gesù ha un movimento involontario di ritirare le gambe vedendo il lunghissimo chiodo lungo il doppio e largo il doppio di quello usato per le mani e picchiano, picchiano picchiano. Non si sente che l’atroce rumore del martello sulla testa del chiodo perché tutto il Calvario non è che occhi e orecchie tesi per gioire dei lamenti di Gesù. La Crocifissione è tremenda perché si vede scomparire il chiodo fra le carni vive. Ora la croce è trascinata verso il buco e rimbalza scuotendo il povero crocifisso. Viene poi issata la croce che sfugge per ben due volte a coloro che la alzano, dando un aspro tormento a Gesù perché la scossa subita smuove gli arti feriti. 
Quando la croce viene lasciata cadere nel buco la sofferenza deve essere atroce. Tutto il peso del corpo si sposta in avanti e in basso e i buchi si allargano, specie quello della mano sinistra e si allarga il foro dei piedi mentre il sangue scorre più forte. Finalmente la croce è assicurata e non c’è che il tormento dell’essere appeso. La gente e i farisei continuano nelle loro imprecazioni: “Bestemmiatore! Ha salvato gli altri, diceva con l’aiuto di Dio! E non riesce a salvare se stesso! Vuoi che ti si creda? E allora fai il miracolo. Non puoi più eh? Ora hai le mani inchiodate e sei nudo”, e la folla in coro: Scendi dalla Croce e ti crederemo. Tu che distruggi il Tempio! ….. folle! Guardalo là il glorioso e santo tempio di Israele. È intocca bile o profanatore! E Tu muori”. Altri lanciando sassi dicevano: “Muta questo in pane, Tu moltiplicatore dei pani”. Altri scimmiottando l’osanna della domenica delle Palme, lanciano dei rami e gridano: “Maledetto colui che viene nel nome del demonio”!
  Anche il ladrone di sinistra lo insulta. L’altro ladrone che è a destra ed è più vicino ai piedi di Maria la guarda quasi più che non guardi Cristo e da qualche momento piange mormorando: “Taci. Non temi Dio neppure ora che soffri questa pena? Perché insulti chi è Buono? È in un supplizio ancor più grande del nostro e non ha fatto nulla di male”. Ma il ladrone continua le sue imprecazioni. Gesù tace. Anelante per lo sforzo della posizione, per la febbre, per lo stato cardiaco e respiratorio conseguenza della flagellazione subita in forma tanto violenta e anche dall’angoscia profonda che gli aveva fatto sudare sangue. Il Volto ha già l’aspetto che ha nelle fotografie della Sindone, con il naso deviato e gonfio da una parte e anche il tenere l’occhio destro quasi chiuso per il gonfiore che è da questo lato, aumenta la somiglianza. La bocca 
invece aperta con la sua ferita sul labbro superiore ormai ridotta a una crosta. La sete deve essere intensa, tanto che Egli, con mossa macchinale, beve le stille del suo sudore e del suo pianto e anche quelle del sangue che gli scende dalla fronte fino su ai baffi e si bagna con queste la lingua ….. Il buon ladrone prosegue: “Taci, ricordati che sei nato da una donna. E pensa che le nostre hanno pianto per causa dei figli. E furono lacrime di vergogna perché noi siamo delinquenti. Le nostre madri sono morte e il vorrei chiederle perdono ….. Io sono un peccatore. Chi mi perdona? Madre in Nome del Tuo Figlio morente prega per me”. La Madre alza per un momento il suo viso straziato e lo guarda questo sciagurato che attraverso il ricordo di sua madre e alla contemplazione della Madre va verso il pentimento, e pare lo carezzi col suo sguardo, Disma piange più forte. 
Gesù parla per la prima volta: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”!
Questa preghiera vince ogni timore in Disma. Osa guardare il Cristo e dice: “Signore ricordati di me, quando sarai nel Tuo Regno. Io è giusto che qui soffra. Ma dammi misericordia e pace oltre la vita. Una volta Ti ho sentito parlare e folle ho respinto la Tua parola. Ora me ne pento. E dei miei peccati me ne pento, davanti a Te, Figlio dell’Altissimo, io credo che Tu venga da Dio ….. perdonami in Nome di Tua Madre e del Tuo Padre Santissimo”. 
Gesù si volge e lo guarda con profonda pietà e ha un sorriso ancora bellissimo sulla sua bocca torturata. Dice: “Io te lo dico: oggi tu sarai con me in Paradiso”.   
Il cielo si fa sempre più fosco, Gesù sembra illividire sinistramente come per inizio di decomposizione, quasi fosse già morto. La testa comincia a pendere sul petto e le forze mancano rapidamente. Trema nonostante la febbre che lo arde, e nella sua debolezza mormora il nome che prima ha detto solo nel fondo del Cuore: “Mamma ….. Mamma”! Lo mormora piano come in un sospiro e Maria ogni volta ha un atto irrefrenabile di tendere le braccia come per soccorrerLo. E la gente crudele ride di questi spasimi di Gesù e della Madre. È in questa Luce crepuscolare e paurosa che Gesù da Maria a Giovanni, e Giovanni a Maria: Donna ecco tuo figlio. Figlio: ecco Tua Madre”.  Le sofferenze crescono sempre di più, il corpo ai primi inarcamenti propri della tetania e ogni clamore di folla li esaspera. La morte delle fibre e dei nervi si estende dalle estremità torturate al tronco, rendendo sempre più difficoltoso il moto respiratorio, debole la contrazione diaframmatica e disordinato il movimento cardiaco. Il Volto di Cristo passa alternativamente da vampate di rossore intensissimo, a pallori verdastri di morente per dissanguamento. La bocca si muove con maggior fatica perché i nervi propagano il crampo anche alle mascelle. La gola gonfiata dalle carotidi ingorgate deve dolere ed estendere il suo edema alla lingua che appare ingrossata e lenta nei movimenti. La gente vede poco e male queste cose, perché la luce è ormai di un cenere cupo. Gesù si affloscia, a un certo momento, tutto in avanti e in basso come fosse già morto.  “Non è possibile”, urlano dei sacerdoti e dei giudei. “È una finta per farci andare via. Soldato: pungilo con la lancia. È una buona medicina per ridargli la voce”. Poiché i soldati non lo fanno, una scarica di pietre di zolle di terra volano verso la croce, colpendo il Martire. Gesù ha un gemito pietoso e rinviene. A gran fatica puntandosi ancora sui piedi torturati trovando forza unicamente nella sua Volontà, Gesù si irrigidisce sulla croce e grida a gran voce vincendo, con la forza della sua Volontà, con il bisogno della sua anima, l’ostacolo delle mascelle irrigidite e della lingua ingrossata: “Eloi, eloi, lama sabactani”! 
Deve sentirsi morire, in un assoluto abbandono del Cielo. È l’agonia solitaria, totale, crudele, della Grande Vittima. Tornano le valanghe di dolore desolato che già l’avevano oppresso al Getsemani. Tornano le onde dei peccati di tutto il mondo a percuotere il naufrago innocente, a sommergerlo nella loro amarezza. Torna soprattutto la sensazione, più crocifiggente della stessa croce, più disperante di ogni tortura dell’abbandono di Dio. È il tormento finale, quello che accelera la morte, che spreme le ultime gocce di sangue e stritola le superstiti fibre del cuore. 
L’oscurità si fa ancora più fitta, e da questa oscurità giunge la voce lamentosa di Gesù: Ho sete”. Un soldato prende la spugna immersa nell’aceto e nel fiele, la infila su una canna sottile e la porge a Gesù. 
Gesù, che ha succhiato avidamente l’aspra e l’amara bevanda, torce il capo avvelenato dal disgusto di essa. Deve, oltretutto, essere come del corrosivo sulle labbra ferite e spaccate. Si ritrae, si accascia e si abbandona. Un silenzio poi netta nell’oscurità totale la parola” “Tutto è compiuto”. Ancora un silenzio, poi ecco l’ultimo spasimo di Gesù. Una convulsione atroce che pare voglia svellere il corpo dal legno della croce, sale per tre volte dai piedi al capo, scorre per tutti i poveri nervi torturati; solleva per tre volte l’addome in maniera normale, poi lo lascia dopo averlo dilatato come per sconvolgimento dei visceri, ed esso ricade e si infossa come svuotato; alza gonfia e contrae tanto fortemente il torace che la pelle si infossa tra coste e coste che si tendono riaprendo le ferite dei flagelli; fa rovesciare violentemente indietro una, due, tre volte il capo che percuote duramente contro il legno della croce; contrae in uno spasimo tutti i muscoli del volto, accentuando la deviazione della bocca a destra, fa spalancare e dilatare le palpebre sotto cui si vede roteare il globo oculare. Il corpo si tende tutto; nell’ultima delle tre contrazioni è un arco teso, vibrante, tremendo a vedersi e poi un grido potente, impensabile in quel corpo sfinito, si sprigiona, lacera l’aria, è il grande grido di cui parlano i Vangeli e che è la prima parte della parola: MAMMA! ….. e poi nulla più. La testa ricade sul petto, il corpo in avanti, il fremito cessa, cessa il respiro. È morto!
La terra risponde al grido dell’ucciso con un boato pauroso, e i fulmini rigano il cielo in tutti i sensi, cadendo sulla città, sul tempio e sulla folla. Credo che ci saranno stati dei fulminati, perché la folla è colpita direttamente. E poi subito mentre ancora durano le scariche delle saette la terra si scuote in un turbine di vento ciclonico. Il terremoto e l’aeromoto si fondono per dare un’aspetto apocalittico ai bestemmiatori.
La vetta del Golgota ondeggia e balla come un piatto in mano a un pazzo per le scosse sussultorie e ondulatorie che scuotono talmente le tre croci che sembra che le debbano ribaltare. Per tre volte si ripete il terremoto e l’aeromoto, e poi si fa l’immobilità assoluta di un mondo morto ….. 
 
Facciamo un profondo silenzio nel nostro cuore e portiamoci in spirito ai piedi della Croce del Nostro Redentore e della sua Santa Madre Addolorata. Meditiamo a quale prezzo Gesù ci ha ottenuto la Salvezza. Il Crocifisso è la prova più sconvolgente dell’Amore di Dio per noi. Penetriamo, per quanto ci è possibile in questo sconfinato      abisso del suo Dolore e Adoriamolo e Ringraziamolo con infinita gratitudine perché nessuno ci amerà mai come Lui. Ringraziamo anche la Vergine Santissima perché il suo Cuore era indissolubilmente al suo Amatissimo figlio e lo stesso Dolore che straziò le Carni di Gesù, lacerò anche il suo sensibilissimo Cuore di Madre. In questa Quaresima prendiamo la risoluzione di rinunciare per sempre al peccato, perché è proprio il nostro peccato, tutti i nostri peccati e i peccati dell’intera umanità che gli hanno procurato una Passione tanto terribile. Non potremo mai dire di essere cristiani autentici e di amare veramente il Signore se continuiamo a convivere con il peccato! Buona preghiera a tutti.
 
Achepadre
 
Madonna Orione
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