Acuor3be

06/03/2021

Catechesi N. 355 

A - Inizio con la spiegazione della parabola precisando subito il suo significato. 
I servi siamo noi; i talenti sono le doti che Dio ha dato a ciascuno (intelligenza, sensibilità, doti naturali, capacità lavorative, carismi e i beni temporali); il periodo   durante il quale il padrone è in viaggio rappresenta la durata della nostra vita; il suo  ritorno inatteso è la morte; la resa dei conti è il Giudizio; il banchetto è il Cielo.
B - Il cieco del Vangelo mi spinge a fare una riflessione sulla cecità spirituale in cui vivono moltissime persone. Per i non credenti si deve parlare di una cecità assoluta, dovuta a una concezione totalmente materialistica della vita.
C - Oggi si sta facendo una grande confusione tra peccatori che desiderano convertirsi    e i peccatori che simpatizzano per la nuova Chiesa. In questi ultimi non si nota l'atteggiamento di Zaccheo, il protagonista del brano di Vangelo di oggi.
 
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa 
La Domenica e i festivi 2 Messe ore 10,30  e ore 17. 
Lunedì sera ore 20 Preghiere di Liberazione e Guarigione. 
Venerdì sera ore 20 Messa di Guarigione e Liberazione.
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Aadoraange 
 
+VANGELO (Mt 25,14-30)
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone. 
 
A - Inizio con la spiegazione della parabola precisando subito il suo significato. 
Il Padrone è Dio, e i servi siamo noi; i talenti sono le doti che Dio ha dato a ciascuno (intelligenza, sensibilità, doti naturali, capacità lavorative, carismi, i beni temporali … ecc..); il periodo durante il quale il padrone è in viaggio rappresenta la durata della nostra vita; il suo  ritorno inatteso è la morte; la resa dei conti è il Giudizio; il banchetto è il Cielo.
Dopo avere compreso il significato di questa bellissima e illuminante parabola, chiediamoci con profonda sincerità: “Che uso facciamo dei nostri talenti? Servono veramente a dar gloria a Dio”?
Gesù, ribadisce diverse volte in questo brano del Vangelo che siamo amministratori dei suoi beni, e di questi beni dovremo un giorno rendere conto. 
Il mondo corrotto non capisce questo concetto, non vuole accettare questa verità:     siamo stati creati da Dio e da Lui abbiamo ricevuto tutto gratuitamente (senza nostro merito), a partire dal dono della vita. 
Verrà il tempo in cui Dio ci chiederà conto di tutto!
Dobbiamo chiederci se siamo amministratori responsabili dei suoi doni, oppure se ci comportiamo da padroni assoluti, considerando quei doni come nostra proprietà e usandoli di conseguenza a nostro piacimento. 
Lui attende da noi una risposta proporzionata a quanto abbiamo ricevuto. "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più" (Lc 12,48).
Notiamo poi che Gesù loda nella stessa maniera sia il servo che aveva ricevuto cinque talenti, sia quello che ne aveva ricevuti due.
A entrambi infatti dice: "Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco…", "…, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone". 
 
Il Signore dunque non guarda se abbiamo ricevuto tanti o pochi talenti, quello non dipende da noi, ma guarda il nostro impegno nel farli fruttificare e se ci vede disponibili e volonterosi ce ne concederà sicuramente ancora.
“Sei stato fedele nel poco” ….. Significa che tutti i Beni che il Signore ci concede quaggiù, sono sempre poca cosa rispetto a quello che Lui ha preparato per noi e che ci donerà alla fine della vita se saremo stati servi fedeli. 
Prendere parte alla gioia di Dio è infatti il “Dono dei doni”, è il Dono supremo … è qualcosa di inimmaginabile perché e inimmaginabile è il Paradiso!
Non c’è ricchezza terrena paragonabile a questa gioia. Partecipare alla vita divina, vivendo nell’abbraccio dell’Amore Trinitario significa infatti essere immersi in un oceano di Beatitudine che non avrà mai fine.
Cerchiamo dunque di non comportarci come il servo che aveva ricevuto un solo talento e andò a fare una buca nel terreno per nasconderlo.
 Quando il padrone poi gli chiede cosa avesse fatto di quel talento, il servo in modo arrogante e presuntuoso, osa anche accusarlo di essere un uomo duro: "Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso".
Questo servo che ha ricevuto un solo talento rappresenta il cristiano il comportamento del cristiano quando non vive una fedeltà operosa nei confronti di Dio. 
Se il padrone gli aveva dato quel talento, perché non si è adoperato per raddoppiarlo?
Infatti il padrone resta amareggiato e disgustato dall'indifferenza del servo: "Servo malvagio e pigro. (…) Questo servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti".
Come vediamo è il servo a costruirsi il suo futuro, la sua vita viziosa e oziosa gli ha fatto perdere l'utilizzo del talento, dell'unico talento che aveva! 
Ecco perché il padrone ne aveva donato solo uno, già sapeva l'incapacità di quel servo di far fruttare i talenti e non lo caricò di maggiori colpe.
Questo servo conosceva il Signore come gli altri due servi laboriosi, nonostante questo non Lo ha amato e non lo ha ubbidito, anzi quando il padrone lo rimprovera, non chiede perdono, ma si giustifica accusandolo. È proprio in questo modo che ci si avvia verso l'inferno. Quando una persona è corrotta e si ostina nel peccato senza mostrare segni di pentimento, si incammina purtroppo verso la definitiva condanna    eterna.
L'uomo è stato creato per conoscere, amare e servire Dio in questa vita e poi vederlo e goderlo per sempre nell'altra.
La mancata obbedienza a Dio indica l'indifferenza del servo malvagio, e il suo rifiuto di amarlo, perché quando si ama, servire non solo non è costoso, ma diventa un piacere. 
Quel servo non ha servito il suo padrone per mancanza di amore!
Ciò non succeda anche a noi! Chiediamo alla Madonna ogni giorno nel Santo Rosario di farci crescere nell'amore verso Gesù. Buona preghiera a tutti.
 
Abchebe
 
+ VANGELO (Lc 18,35-43) 
Che cosa vuoi che Io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo! 
 
B - Il cieco del Vangelo mi spinge a fare una riflessione sulla cecità spirituale in cui vivono moltissime persone. Per i non credenti si deve parlare di una cecità assoluta, dovuta a una concezione totalmente materialistica della vita.
Non voglio però trattare ora di questa categoria di persone, che per vari motivi possono trovarsi in queste condizioni, ma di tutti quei cristiani che pur avendo ricevuto il Battesimo, vivono in una trascuratezza morale e deplorevole e si comportano come se Dio non esistesse; ma la stessa cecità colpisce anche “i tiepidi”, coloro che apparentemente conducono una buona vita cristiana, ma il loro cuore è lontano da Dio ….. “vivacchiano” tranquillamente senza impegnarsi nel cammino spirituale, senza una preghiera costante; convivono comodamente con i loro vizi, pensando che basti adempiere il precetto domenicale per avere la coscienza a posto. 
Credono di essere buoni cristiani (e proprio qui sta la loro cecità), solo perché non commettono colpe gravi, senza comprendono che è molto pericoloso vivere in queste condizioni.
La fiamma della Fede infatti, non essendo più alimentata da un autentico Amore per Dio, diviene, con il passare del tempo, un debole lumicino e al primo vento impetuoso di una tribolazione o tentazione finisce inevitabilmente per spegnersi.
Satana non aspetta altro, appena vede che l’anima si è indebolita sferra il suo attacco mortale.  
Nei credenti impegnati può anche capitare di attraversare un periodo di “oscurità”, un periodo di stanchezza in cui non si sente più il desiderio di perseverare nel cammino di perfezione; si avverte nel cuore un senso di noia, di tedio, di svogliatezza verso la preghiera e tutto ciò che riguarda il mondo dello spirito.  
A volte non sarà facile individuare le cause per cui l’anima attraversa questa difficile situazione, in cui tutto sembra costare di più. 
Quando ci si trova in questa condizione sarebbe opportuno, se non indispensabile, trovare un bravo confessore che sia anche esperto nella direzione spirituale per aiutare l’anima a togliere tutte quelle “scaglie” che le impediscono di vedere esattamente lo stato in cui si trova. 
Purtroppo in questi tempi in cui molti teologi e sacerdoti hanno aderito alle nefaste teorie moderniste è sempre più difficile trovare delle guide esperte e preparate. Dunque che fare? In questi tempi così confusi e tribolati il buon Dio ci ha lasciato un rimedio formidabile: LA VERGINE SANTISSIMA!
LEI E’ LA STELLA LUMINOSA, E’ IL FARO POTENTE CHE CI GUIDERA’ NEL MARE TEMPESTOSO DELLA VITA PER GIUNGERE SICURI AL PORTO DELLA SALVEZZA ETERNA!
Recitiamo ogni giorno la preghiera a Lei tanto cara, e che sempre raccomanda nelle sue apparizioni, il Santo Rosario! Recitiamolo con amore e perseveranza cercando di diventare ogni giorno più buoni e Lei non mancherà di illuminare la nostra mente e il nostro cuore con le scelte giuste da compiere.
Non dimentichiamo mai che la Vergine Santa è la nostra Mamma del Cielo, nessuna madre terrena può amarci come Lei. Immaginate l’Amore della più buona e santa delle madri e moltiplicate all’infinito questo Amore, non avrete che una pallida ombra di ciò che è l’amore di Maria per ciascuno di noi.
Ricorriamo dunque sempre al suo Aiuto, alla sua Intercessione e alla sua Protezione. Non allontaniamoci mai con il peccato dal rifugio del suo Cuore Immacolato. Lontano da Lei il pericolo di perdersi è altissimo, infatti il demonio in questi ultimi tempi è furente, ma non può avvicinarsi alla Vergine Santissima, perché ha terrore della Luce che irradia dal suo Cuore.
Viviamo dunque stretti a Lei, avvolti dal suo Raggio d’Amore!
Un altro aiuto validissimo è la lettura della vita dei Santi. Sono stati uomini e donne come noi, ma che hanno vissuto e praticato il Vangelo in forma eroica. Erano anime piene di Luce, piene d’Amore e ci hanno lasciato scritto pagine indimenticabili, dei veri capolavori di vita cristiana!
Meditiamo queste pagine, e ci riempiremo il cuore e la mente della loro stessa Sapienza divina. 
Quando sentiamo in noi la stanchezza e il tedio … quando diminuisce il fervore,   non si deve commettere l’errore gravissimo di abbandonarsi a questa onda di apatia. È un onda pericolosa che trascina negli abissi tenebrosi dove non si intravvede più la Luce. 
Occorre reagire prontamente, aumentando la preghiera anche se in queste condizioni costa molta fatica. Imitiamo dunque la fede di Bartimeo. 
Egli, per ottenere il Miracolo, cominciò a gridare come un pazzo, tanto che gli stessi Apostoli cercavano di farlo zittire. Gridava forte come forte era la sua Fede, anche se non aveva mai visto il Volto del Signore. Lo aveva amato dentro di sé, dopo l’ascolto delle sue prediche. 
Proprio per questa sua Fede Bartimeo, il cieco di Gerico, guarì miracolosamente dalla cecità. Q uando sentiamo l’oscurità che ci avvolge e che si impadronisce della nostra anima, supplichiamo forte Gesù: “Signore fa che io Ti veda, fa che io Ti senta ancora nel mio cuore perché Tu sei la mia vita e senza di Te non posso vivere! Buona preghiera a tutti.
 
Abambigesu1 
 
+VANGELO  (Lc 19,1-10)
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. 
C - Oggi si sta facendo una grande confusione tra peccatori che desiderano convertirsi e i peccatori che simpatizzano per la nuova Chiesa. In questi ultimi non si nota l'atteggiamento di Zaccheo, il protagonista del brano di Vangelo di oggi. In questo uomo c'è un vero pentimento e un dolore sincero per il male commesso.
Non può esserci vera conversione se non si eliminano dalla propria vita quelle cose che contrastano con gli insegnamenti di Gesù, altrimenti si rimane sempre schiavi dei vizi, degli istinti più bassi, avvolti da quelle negatività demoniache che abbruttiscono l’uomo e lo separano da Dio.
Cerchiamo di capire in cosa consiste la vera conversione. Innanzitutto non si deve limitare a qualche buon proposito, come quando uno decide di andare a Messa tutte le domeniche, ma poi continua a vivere da pagano in tutti gli altri giorni della settimana. 
La conversione non deve essere teorica o concettuale, come chi sostiene tanti bei discorsi, ma poi rimane saldamente attaccato ai propri peccati, e agisce di conseguenza. 
Sono le opere a testimoniare la nostra Fede e l’appartenenza a Cristo. Lo scrive chiaramente San Giacomo nella Bibbia: "Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la Fede ma non ha le opere? Forse che quella Fede può salvarlo?" (Gc 2,14). 
"Così anche la Fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la Fede ed io ho le opere; mostrami la tua Fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia Fede " (Gc 2,17-18). 
"Ma vuoi sapere, o insensato, come la Fede senza le opere è senza calore? Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare? 
Vedi che la Fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella Fede divenne perfetta. 
Vedete che l'uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla Fede. 
Così anche Raab, la meretrice, non venne forse giustificata in base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli rimandati per altra via? Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la Fede senza le opere è morta" (Gc 2,20-22.24-26). 
L'atteggiamento di Zaccheo è un esempio per tutti, per la sua autentica trasformazione interiore, maturata con l'ascolto degli insegnamenti di Gesù. 
Quando il Signore passava da Gerico, Zaccheo rimaneva nascosto ad ascoltare quelle parole divine che toccavano i cuori e li guarivano da ogni miseria umana, parole che portavano la vera pace e la vera gioia. 
Zaccheo inizia così a riflettere sulla sua vita condotta fino a quel momento, e giunge alla conclusione che viveva da disonesto. La risoluzione di cambiare vita, sbocciata miracolosamente nel suo cuore è subito avvertita da Gesù che lo chiama davanti a una folla che giudicava Zaccheo come un pubblicano disonesto e senza cuore. 
Questo testimonia che Gesù può cambiare anche i cuori più induriti se gli si apre anche un piccolo spiraglio!
Gesù chiama Zaccheo per nome pur non conoscendolo: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". Quale gioia inonda il suo cuore, convinto com’era di non meritare alcuna attenzione! Ma Gesù è venuto per salvare i peccatori, per guarire i malati. "Il Figlio dell’Uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".
Arrivati a casa sua, Zaccheo colto da grande commozione va ancora oltre la sola conversione e la completa con una promessa che solamente i grandi ed autentici convertiti riescono a fare: si propone di restituire ciò che aveva ottenuto in modo disonesto: "Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto". 
È la prova della grande conversione di quest’uomo, disprezzato e condannato da tutti perché considerato un grande peccatore, ma Gesù ha visto il suo pentimento e lo ha premiato. Gesù attende a braccia aperte tutti i peccatori. Non dimentichiamo mai che c’è più Gioia in Cielo per un peccatore pentito, che non per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. In questa Quaresima diamo questa grandissima gioia a Gesù e se sono anni che non ci accostiamo al Sacramento della Confessione decidiamoci seriamente per una vera rinascita spirituale per un cambiamento radicale della nostra vita; solo così sarà una vera Pasqua, una Pasqua di risurrezione anche per la nostra anima! Buona preghiera a tutti.
 
Acuorbello1
 
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