16/08/2020
Catechesi N. 326
A - Gesù compie questo grandioso Miracolo della moltiplicazione dei pane e dei pesci per sfamare quella folla immensa. Erano migliaia di persone che da giorni avevano lasciato la loro casa per seguire il Maestro e ora non avevano più cibo per sfamarsi.
B - Nel giorno Glorioso nella festa dell’Assunta dimentichiamoci per un momento di questa povera terra con tutti i suoi affanni e immergiamoci nella contemplazione delle realtà Celesti.
C - Quanti giorni sono passati? È difficile stabilirlo con sicurezza. Se si giudica dai fiori che fanno corona intorno al corpo esanime di Maria, si dovrebbe dire che sono passate poche ore. Ma se si giudica dalle fronde di ulivo su cui posano i fiori freschi ….. Si deve concludere che ormai sono passati dei giorni.
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+ Vangelo Mt 14, 13-21
Tutti mangiarono e furono saziati.
A - Gesù compie questo grandioso miracolo della moltiplicazione dei pane e dei pesci per sfamare quella folla immensa. Erano migliaia di persone che da giorni avevano lasciato la loro casa per seguire il Maestro e ora non avevano più cibo per sfamarsi.
Il cuore compassionevole di Cristo sempre viene in soccorso a tutte le nostre necessità se lo seguiamo con cuore umile e sincero.
Quando Gesù chiese agli Apostoli quanti pani e quanti pesci erano rimasti, gli Apostoli risposero che c’erano solamente cinque pani e due pesci, una quantità che ovviamente non consentiva di sfamare tutti, ma poiché nulla è impossibile a Dio, dopo la benedizione di Gesù i pani e i pesci si moltiplicarono prodigiosamente sotto gli occhi sbalorditi degli Apostoli, anzi avanzarono ben dodici ceste piene.
Dio è il Signore assoluto di ogni cosa, basta un solo comando per realizzare ogni sua Volontà.
Quando penso all’onnipotenza di Dio e al suo infinito Amore per noi, sempre mi commuovo. Egli rimane incessantemente curvo sulla sua creatura e non aspetta altro che ella si rivolga a Lui con affetto filiale per esaudirla in ogni sua giusta necessità.
Ecco, Gesù vuole da noi proprio quei cinque pani e due pesci, ossia vuole la nostra disponibilità a seguirlo, ad accogliere la sua parola, poi ….. Farà tutto Lui!
Mi hanno sempre colpito le parole dette da Gesù a una Mistica suor Consolata: “Tu pensa solo ad amarmi ….. al resto provvederò Io, fin nei minimi particolari”!
E fu proprio così. Se avessimo più amore e più fiducia nel Signore, vedremmo compiersi Miracoli straordinari anche nella nostra vita.
Gesù è il nostro Salvatore che può saziare non solo la fame materiale, ma soprattutto, quella spirituale. Dice Gesù nel discorso della montagna: “ Beati quelli che hanno fame della giustizia perché saranno saziati” (Mt 5, 6-7).
La giustizia qui è intesa come santità. Coloro che hanno fame e sete di santità, ossia coloro che desiderano Dio saranno saziati. Dio si dà a tutti coloro che Lo amano e Lo cercano e proprio per questo gustano, già da questa terra, le ineffabili gioie del Cielo. Non c’è che Dio che possa appagare il desiderio ardente dell’anima.
Chi cerca la felicità lontano da Lui, nei piaceri e nelle seduzioni del mondo e del maligno avrà sempre più fame, sempre più sete, perché ciò che è puramente materiale, non può saziare l’anima, scintilla che proviene dal braciere ardente dell’Amore divino.
Quel pane offerto a migliaia di persone ci ricorda la Santissima Eucarestia, il Figlio di Dio che, consegnandosi alla morte, si fa cibo immortale per la Salvezza di tutta l’umanità.
L’adorabile Corpo del Signore rimane perennemente presente nel Santissimo Sacramento dell’Eucarestia. Lì è il nostro Tesoro, la Fonte inesauribile della Vita, della Grazia e di ogni Bene. In questo periodo estivo cerchiamo di trascorrere un po’ del nostro tempo dinnanzi al Tabernacolo dove Dio è vivo e presente e dove il suo Amore trepidante ci attende.
Solo Lui può darci la forza per uscire vittoriosi da questo combattimento estremo contro satana, il principe di questo mondo.
Questi tempi che stiamo vivendo infatti sono i suoi tempi, ma presto assisteremo al TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA CHE ANCORA UNA VOLTA GLI SCHIACCERA’ LA TESTA.
Presto Dio effonderà il suo Santo Spirito sulla terra, tutta la Creazione sarà rinnovata e il cuore dell’uomo diverrà finalmente dimora dell’Onnipotente. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
B - Nel giorno glorioso nella festa dell’Assunta, dimentichiamoci per un momento di questa povera terra con tutti i suoi affanni e immergiamoci nella contemplazione delle Realtà celesti.
Mentre tanti si “stordiscono” nei divertimenti, facciamo un tuffo nell’azzurro paradisiaco del Mare divino per contemplare lo splendore della nostra Mamma Celeste che sale al Cielo con il suo Corpo Santissimo e Immacolato.
Leggiamo questo racconto di una mistica favorita da Dio con numerosissime e strepitose visioni.
Quello che qui sotto leggiamo, sono alcuni degli ultimi istanti della vita di Maria trascorsi insieme all’Apostolo Giovanni, e la successiva Assunzione in Cielo in Anima e Corpo.
Maria nella sua stanzetta solitaria, alta sulla terrazza, tutta vestita di candido lino sta riordinando le vesti sue e di Gesù che ha sempre conservate ….. Dopo aver ben piegati questi indumenti e baciato il Manto Sanguinoso del suo Figlio, si dirige al cofano dove sono ormai da anni raccolte e conservate le reliquie dell’Ultima Cena e della Passione.
Sta chiudendo il cofano quando Giovanni salito sulla terrazza, si affaccia e le chiede: “Che fai Madre?” “Ho messo a posto tutto quanto è bene conservare”. “Perché o Madre riaprire le ferite del Cuore con rivedere quelle tristi cose? Sei pallida e la tua mano trema”. “Oh! Non è per questo che sono pallida e tremo. Non è perché mi si riaprono le ferite. Esse, in verità non si sono mai chiuse completamente. Ma pure la Pace e il Gaudio sono in Me ….. Ora sono nel Gaudio, immenso Gaudio, come immensa fu la pena perché sento che la mia vita è compiuta. Ho fatto quanto dovevo fare. Ho finito la mia missione terrena. L’altra, quella Celeste sarà senza fine. In questa sera di sabato così serena e calma Io sento gli Angeli intorno a Me. E sento crescere in Me, la Luce, una insostenibile Luce come quella che mi avvolse quando concepii il Cristo, quando lo detti al mondo. Luce che viene dal un empito d’Amore più potente del mio solito. Per una simile potenza d’Amore Io spero che il Cielo mi rapisca e trasporti là, dove anelo di andare con lo Spirito Mio per cantare in eterno, con il Popolo dei Santi e il Coro degli Angeli il Mio imperituro Magnificat a Dio per le grandi cose che ha fatto a Me, sua Ancella ….. La misura della mia capacità d’amare è colma. La mia Anima e la mia Carne non possono più contenerla!
L’Amore mi sommerge e mi solleva verso il Cielo, verso Dio, mio Figlio.
E la sua voce mi dice: “Vieni! Esci! Sali al nostro Trono e al nostro Trino abbraccio”.
La terra e quanto mi circonda spariscono nella grande Luce che dal Cielo mi viene. I rumori sono coperti da questa Voce Celeste: è giunta per Me l’ora dell’abbraccio divino, Giovanni mio”!
Giovanni, ascoltando Maria la guarda estatico e quasi rapito lui pure, le accorre vicino per sorreggerla ed esclama: “Sei come Gesù quando si trasfigurò sul monte Tabor. La tua Carne splende come Luna. Le tue vesti rilucono come lastra di diamante posta davanti ad una fiamma bianchissima! Non sei più umana, Madre! La pesantezza dell’opacità della carne è sparita! Tu sei Luce! Vieni ti aiuto io a riposare il tuo Corpo stanco e beato sul tuo lettuccio. Riposati”.
E amorossimamente la conduce presso il povero letto sul quale Maria si stende, senza levarsi neppure il manto. Raccogliendo le braccia sul petto, abbassando le palpebre sui suoi dolci occhi fulgidi d’Amore dice a Giovanni: “ Io sono in Dio e Dio è in Me. Mentre Io lo contemplo e ne sento l’abbraccio, recita i Salmi e quante altre pagine della Scrittura a Me si addicano ….. recita poi l’orazione del Figlio mio; ripetimi le parole dell’Arcangelo annunziante e di Elisabetta a Me e il mio inno di Lode. Ti seguirò con quanto ho ancora di Me sulla terra”.
Giovanni lottando contro il pianto che gli sale dal cuore, sforzandosi di dominare le emozioni che lo turbano, fa quanto ha chiesto Maria. Per ultimo intona il Magnificat.
Ma giunto al nono versetto si accorge che Maria non respira più, pur essendo rimasta naturale nella posa e nell’aspetto, sorridente, placida, come non avesse avvertito il cessare della vita. Giovanni con un grido di strazio si getta a terra e chiama, chiama Maria non sa persuadersi che Ella non possa rispondergli più, che il suo corpo sia ormai senza l’anima vitale. Ma deve bene arrendersi all’evidenza. Si curva sul suo volto rimasto fisso in un’espressione di Gaudio soprannaturale e lacrime e lacrime piovono dai suoi occhi su quel volto soave, su quelle pure mani così dolcemente incrociate sul petto. È l’unico lavacro che abbia avuto il Corpo di Maria: il pianto dell’Apostolo dell’Amore ed il suo figlio di adozione, per volere di Gesù.
Passato il primo impeto di dolore, Giovanni ricordando le parole di Maria di non voler ricevere le cerimonie dell’imbalsamazione perché il suo corpo Santo era giusto che fosse visto solo da Dio, predispone tutto secondo i suoi desideri e poi si siede presso il lettuccio e contempla pregando la Vergine.
C - Quanti giorni sono passati? È difficile stabilirlo con sicurezza. Se si giudica dai fiori che fanno corona intorno al corpo esanime di Maria, si dovrebbe dire che sono passate poche ore. Ma se si giudica dalle fronde di ulivo su cui posano i fiori freschi ….. si deve concludere che ormai sono passati dei giorni.
Ma il Corpo di Maria è quale era appena spirata. Nessun segno di morte è sul suo volto, sulle piccole mani. Nessuno odore sgradevole è nella stanza. Anzi aleggia in essa un profumo indefinibile che sa di incenso, di gigli, di rose, di mughetti e di erbe montane insieme mescolati.
Giovanni, che chissà mai da quanti giorni veglia, si è addormentato, vinto dalla stanchezza ….. L’alba deve essere ormai cominciata perché il suo debole chiarore rende visibili la terrazza e gli ulivi che circondano la casa …..
Ad un tratto una grande Luce riempie la stanza, una Luce argentea, sfumata d’azzurro, quasi fosforica, e sempre più cresce annullando quella dell’alba e quella della lucerna posta accanto a Giovanni.
Una Luce uguale a quella che inondò la Grotta di Betlemme al momento della Natività divina. Poi, in quella Luce paradisiaca, si palesano delle creature Angeliche, Luce ancor più splendida nella Luce già tanto potente apparsa per prima.
Come già avvenne quando gli Angeli apparvero ai pastori, una danza di scintille di ogni colore si sprigiona dalle loro ali dolcemente mosse dalle quali viene come un mormorio armonico, arpeggiato, dolcissimo.
Le creature Angeliche si dispongono a corona intorno al lettuccio, si curvano su di esso, sollevano il Corpo immobile e, con un più forte agitar d’ali, che aumenta il suono già esistente prima, per un varco apertosi prodigiosamente nel tetto, come prodigiosamente si apri il Sepolcro di Gesù, se ne vanno, portando con loro il Corpo della loro Regina, Santissimo, è vero, ma non ancor Glorificato e perciò ancora soggetto alle leggi della materia, soggezione a cui non era più soggetto il Cristo perché già Glorificato quando risorse da morte.
Il suono dato dalle ali Angeliche aumenta, ed è ora potente come un suono d’organo.
Giovanni si desta, si guarda intorno ancor mezzo assonnato, per rendersi conto di ciò che avviene. Si accorge che il letto è vuoto e che il tetto è scoperto.
Intuisce che un prodigio è avvenuto. Corre fuori sulla terrazza e, come per un istinto spirituale, o per un richiamo Celeste, alza il capo ..... E vede. Vede il Corpo di Maria, ancor privo di vita, e in tutto a quello di persona dormiente, che sale sempre più in alto, sostenuto dallo stuolo Angelico. Come per un ultimo saluto, un lembo del Manto e del Velo si agitano, forse per azione del vento suscitato dalla rapida Assunzione e dal moto delle ali Angeliche ….. Giovanni continua a fissare quel Corpo che sale verso il Cielo e, certamente per un prodigio concessogli da Dio, per consolarlo e per premiarlo del suo Amore alla Madre adottiva, egli vede, distintamente, che Maria, avvolta ora dai raggi del sole che è sorto, esce dall’estasi che le ha separata l’Anima dal Corpo, torna viva, sorge in piedi, perché ora Lei pure fruisce dei Doni propri dei Corpi già Glorificati. Giovanni guarda, guarda, guarda. Il Miracolo che Dio gli concede gli dà potere, contro ogni legge naturale, di vedere Maria qual’è ora mentre sale veloce verso il Cielo, circondata, ma non più aiutata a salire, dagli Angeli osannanti. E Giovanni è rapito da quella visione di bellezza che nessuna penna d’uomo, nè parola umana, nè opera di artista potrà mai scrivere o riprodurre perché è di una bellezza indescrivibile. Giovanni, stando sempre appoggiato al muretto della terrazza continua a fissare quella splendida e splendente forma di Dio (perché realmente può dirsi così Maria, formata in modo unico da Dio che la volle Immacolata, perché fosse forma al Verbo Incarnato) che sale sempre più in alto.
E un ultimo, supremo prodigio concede il Dio-Amore a questo suo perfetto amatore: quello di vedere l’incontro della Madre Santissima con il suo Santissimo Figlio che, Lui pure splendido e splendente, Bello di una Bellezza indescrivibile scende dal Cielo, raggiunge la Madre, se la stringe al cuore, e insieme, più fulgenti di due astri maggiori, con Lei ritorna da dove è venuto. Il vedere di Giovanni è finito.
Egli abbassa il capo. Sul suo volto stanco sono presenti il dolore per la perdita di Maria e il gaudio per la sua Gloriosa sorte. Ma ormai il gaudio supera il dolore.
Egli dice: “Grazie mio Dio! Grazie! Io presentivo che questo sarebbe accaduto. E volevo vegliare, per non perdere nessun episodio della sua Assunzione. Ma erano ormai tre giorni che non dormivo! Il sonno, la stanchezza, congiunti alla pena, mi hanno abbattuto e vinto proprio quando era imminente l’Assunzione ….. ma forse Tu stesso lo hai voluto, o Dio, perché io non turbassi quel momento e non soffrissi . troppo ….. Si. Certo Tu lo hai voluto, come ora volesti che io vedessi ciò che senza un Tuo miracolo non avrei potuto vedere. Mi hai concesso di vederLa ancora benché già tanto lontana, già Glorificata e Gloriosa, come mi fosse vicina. E rivedere Gesù!
Oh! Visione beatissima, insperata, insperabile! Oh Dono dei Doni di Gesù al suo Giovanni! Grazia suprema! Rivedere il mio Maestro e Signore! Vedere Lui presso la Madre! Lui simile a sole e Lei a luna, splendidissimi entrambi, e per essere Gloriosi e per essere Felici di essere uniti in eterno! Che sarà il Paradiso ora che Voi vi Splendete, Voi, astri maggiori della Gerusalemme Celeste? Quale il gaudio degli Angelici cori e dei Santi? ….. Credete, o cristiani tutti, nella Resurrezione della carne alla fine dei secoli, e alla vita eterna e dell’anima e dei corpi, vita Beata per i santi, orrenda per i colpevoli impenitenti. Credete e vivete da santi, come da santi vissero Gesù e Maria, per avere la loro stessa sorte. Io ho visto i Loro Corpi salire al Cielo.
Ve lo posso testimoniare. Vivete da giusti per poter un giorno essere nel nuovo mondo eterno, in anima e corpo, presso Gesù-Sole e presso Maria, Stella di tutte le stelle. Grazie ancora o Dio”! …..
Leggendo queste pagine stupende, così impregnate di atmosfera Celeste, penso alla bellezza e alla sublimità della nostra Fede e a quale grandioso destino Dio ci chiama.
Eppure quanti pochi sono coloro che corrispondono al suo Amore!
È un pensiero questo che mi stringe il cuore e mi spinge ad amarLo ogni giorno di più per riparare tutta l’indifferenza del mondo. Invito tutti voi a unirvi a me, in un coro incessante di voci che salgono verso il Trono dell’Altissimo per ringraziarLo di averci predestinati a una simile sorte di Gloria e di Gaudio inimmaginabili!
Preghiamo sempre per la conversione di tutti i peccatori perché la sua atroce passione del nostro Salvatore non sia stata vissuta invano. Preghiamo perché l’adorabile Cuore di Dio sia Glorificato in Cielo da un sempre maggior numero di anime e l’inferno sia vinto e sigillato.
Questo è il mio più grande desiderio perché siamo stati creati per vivere eternamente felici con Dio. Il Paradiso è troppo Bello ed è una follia assurda perderLo per sempre. Buona preghiera a tutti.