Rossa
 
28/09/2019
 
A - Edith Stein era nata nel 1891 a Wroclaw - Breslau in Germania.
La madre era una ebrea praticante, ma Edith trovò nell’ateismo la sua apparente stabilità. Era dotata di un intelligenza eccezionale e la sua sete di conoscenza era insaziabile.
B - Il significato immediato di questo breve versetto del Vangelo è che bisogna perdonare sempre. Probabilmente Pietro pensava che perdonare fino a sette volte era già il massimo delle possibilità, ma la risposta del Signore fu inaspettata e sorprendente
C - Il tema del divorzio è un argomento molto delicato e generalmente suscita reazioni di disapprovazione in quei divorziati che non accettano l’insegnamento tradizionale della Chiesa.
 
 
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Calice1
 
+ VANGELO (Mt 25,1-13) 
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
 
A - Edith Stein era nata nel 1891 a Wroclaw - Breslau in Germania.
La madre era una ebrea praticante, ma Edith trovò nell’ateismo la sua apparente stabilità. Era dotata di un intelligenza eccezionale e la sua sete di conoscenza era insaziabile. Frequentò l’università e poiché era appassionata di studi filosofici si guadagnò la stima dei più grandi pensatori di quel tempo tra cui il famoso filosofo Edmund Hussel, tanto che a soli 25 anni ne divenne l’assistente.
 Edith Stein non sapeva però che Dio l’attendeva a quello che sarebbe stato l’incontro più importante della sua vita e che avrebbe cambiato completamente le sue convinzioni.
Tale incontro avvenne quando, in una sola notte, lesse la vita di Santa Teresa D’Avila. Il mistero di Dio le si spalancò improvvisamente d’innanzi e scoprì così il vero senso della vita, riuscendo a distinguere tra l’apparente e falsa felicità e la vera felicità interiore che arriva solo da Dio.
Questo indica quanto sia importante e fondamentale per la vita spirituale e per un autentica conversione la lettura della vita dei Santi.
A trent’anni incontrò dunque Gesù e presto decise di diventare Carmelitana scalza.  Il Vescovo le consigliò di aspettare e rimase così in attesa per otto anni prima di fare l’ingresso nel monastero di Colonia e diventare una monaca. 
L’entrata in monastero significò la vera realizzazione della sua vita. Lasciò molti scritti da cui emerge la sua profonda spiritualità. 
Leggiamo un suo pensiero, così per capire la sua grande maturità spiritualità.
“Non accettate nulla come verità che sia privo di Amore. 
E non accettate nulla come amore che sia privo di Verità! 
L'uno senza l'altra diventa una menzogna distruttiva”. 
Il 21 aprile 1938 Edith Stein fece la professione perpetua. Prese il nome della fondatrice, e divenne così Suor Teresa Benedetta della Croce. 
Presto però arrivò la persecuzione nazista e gli ebrei venivano ricercati un po’ ovunque, Suor Teresa fu mandata in Olanda, perché la sua presenza al Carmelo di Colonia rappresentava un pericolo per l’intera comunità, ma venne catturata il 2 agosto 1942. Dopo sette giorni trascorsi nel campo di stermino di Auschwitz vicino Cracovia in Polonia, lei e la sorella Rosa vennero uccise nella camera a gas.
Visse poco più di cinquant’anni di cui gli ultimi venti dedicati interamente alla causa del Vangelo. 
Divenne una delle vergini sagge che una volta trovata la Fede la conservò come il Tesoro più prezioso che le permise di essere pronta all’arrivo dello Sposo.
Questo pensiero le avrà dato una immensa gioia interiore, perché lei era un’anima perduta nell’ateismo ed era stata ritrovata dal Pastore che sempre va alla ricerca della pecorella smarrita. 
Nella conversione di Edith Stein vediamo la paterna misericordia di Dio che non abbandona mai quelle anime lontane da Lui, ma che desiderano cercare con tutto il cuore la Verità!
Nel 1998 Papa Giovanni Paolo II ha proclamata Santa la convertita Edith Stein e l’anno successivo l’ha dichiarata compatrona d’Europa.
In questo scritto della Santa scorgiamo lo spirito di San Giovanni della Croce, ed è bene per tutti comprenderne il significato.
“Nell'aridità e nel vuoto l'anima diventa umile. L'orgoglio di un tempo sparisce quando in se stessi non si trova più nulla che dia l'autorizzazione a guardare gli altri dall'alto in basso. L'anima deve considerare l'aridità e il buio come buoni presagi: come segni che Iddio le sta al fianco, liberandola da se stessa, strappandole di mano l'iniziativa”. Buona preghiera a tutti.
 
Angioletto 
 
 
+ VANGELO (Mt 18,21-19,1) 
Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 
 
B - Il significato immediato di questo breve versetto del Vangelo è che bisogna perdonare sempre. Probabilmente Pietro pensava che perdonare fino a sette volte era già il massimo delle possibilità, ma la risposta del Signore fu inaspettata e sorprendente: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”. 
Il perdono deve essere dunque illimitato.
C’è un'altra affermazione di Gesù che ci deve aiutare a riflettere e farci capire che siamo tutti peccatori, tutti abbiamo bisogno del perdono di Dio e come Dio è sempre pronto ad accogliere il peccatore pentito così noi dobbiamo perdonare al nostro fratello che sbaglia: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” (Gv 8,7). 
La domanda posta da Gesù agli ebrei che volevano lapidare l’adultera, è la stessa domanda che dobbiamo porci nelle varie circostanze.
Chi può considerarsi migliore degli altri e credersi immune da ogni peccato? 
I cattolici autentici questo lo sanno e sono sempre pronti a perdonare, quantomeno con il cuore a coloro che commettono gravi sbagli. 
Qui sta il punto da focalizzare. Non c’è la possibilità di stabilire l’intenzionalità o la leggerezza delle colpe commesse dagli altri. Nessuno infatti è in grado di scrutare i pensieri altrui e di scoprire le motivazione che spingono a compiere determinati gesti. 
In tanti contesti la vita in comune, in famiglia o sul lavoro con i colleghi è molto difficile, si arriva a perdere la pazienza con facilità e spesso non c’è la forza interiore di chiedere perdono o dall’altra parte di accettare il pentimento altrui. 
C’è una diffusa debolezza spirituale nella società dovuta all’allontanamento da Dio. L’uomo infatti non seguendo più i dieci Comandamenti non riesce ad irrobustirsi spiritualmente e diviene preda di tutti gli stati d’animo negativi.
Gesù individua nel perdono il modo per la riconciliazione, un perdono frutto dell’amore disinteressato, e se non si riesce subito a provare sentimenti caritatevoli, bisogna almeno allontanare il rancore e i pensieri negativi. 
Bisogna pregare umilmente e chiedere aiuto a Gesù per riuscire a perdonare!
La Santa che festeggiamo oggi si è elevata notevolmente nella vita contemplativa, a Lei possiamo guardare per imparare la necessità del rinnegamento, il quale se all’inizio è impegnativo, poi diventa dolce e piacevole perché si acquista una grande gioia interiore.
Santa Chiara d’Assisi ci può senza dubbio aiutare nel cammino di conversione, nella comprensione del messaggio del Vangelo.
La sua vita è stata straordinaria, senza dubbio come tanti altri Santi, ma Lei seguendo San Francesco è stata grande nell’amore al Vangelo puro, non per niente fu la prima pianticella del ramo femminile del francescanesimo. La guida di San Francesco l’aiutò a intraprendere la Via dell’unica Verità, anche questo ci indica che senza una buona guida spirituale è molto difficile mantenersi fedeli al Vangelo storico.
Nacque ad Assisi nel 1194 e morì nella stessa città l’11 agosto 1253. Leggiamo una breve biografia.
«Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d’Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall’esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. 
Il Santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di San Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. 
Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l’Ordine femminile delle “povere recluse” (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. 
Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il “privilegio della povertà”. 
Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. 
Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243». Buona preghiera a tutti.
 
Rosetoi
 
+ VANGELO (Mt 19,3-12) 
Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. 
 
C - Il tema del divorzio è un argomento molto delicato e generalmente suscita reazioni di disapprovazione in quei divorziati che non accettano l’insegnamento tradizionale della Chiesa.
Per me è una grande gioia sapere comunque che ci sono molti divorziati che vanno a Messa e fanno parte dei gruppi di preghiera; in questo modo ottengono sicuramente da Gesù quegli aiuti indispensabili per non perdersi e ricevere i sacramenti quando avranno fatto un impegnativo cammino di fede.
Queste persone non vengono assolutamente discriminate e se la loro condizione spirituale non è conforme al Vangelo, possono senz’altro, con l’aiuto di Dio, attuare quanto insegna la Chiesa, e trovare in questo modo grande serenità. 
L’attesa del tempo della Grazia li aiuta e far comprendere ad essi, meglio di chi prende l’Eucaristia per abitudine, l’importanza del Sacramento. Desiderarlo aumenta la conoscenza e la partecipazione interiore alla Santa Messa.
Forse Gesù non vuole salvare anche i divorziati? Gesù guarda con amorevole   attenzione anche loro per aiutarli nella salvezza delle loro anime.
La confusione che si è creata in questi ultimi anni è dovuta al fatto che molti cardinali e vescovi non seguono più il Magistero autentico della Chiesa e vogliono concedere la comunione a tutti. Questo, a mio avviso e un modo di strumentalizzare i divorziati (che invece meritano grande rispetto) per far approvare leggi palesemente contro il Vangelo. 
Di sicuro, questi cardinali se avessero un grande amore per l’Eucaristia e avessero “l’intelligenza dell’Eucaristia”, quindi la consapevolezza della presenza vera, reale e sostanziale di Gesù Cristo, si sarebbero guardati bene dall’indicare questa possibilità.
Giustamente i divorziati risposati sono felici di una apertura alla Comunione, è comprensibile, però devono confrontarsi con le parole di Gesù e di San Paolo per capire che si può accedere alla Comunione esclusivamente se si è in Grazia di Dio.
Qual è allora la soluzione per i divorziati risposati? Vivere come fratello e sorella, facendo una solenne e personale promessa di castità.
Questo, sembrerebbe impossibile per quanti non sono avanti nel cammino spirituale, ma potrebbero giungere anche per loro il momento della conversione
e allora perché non attendere il tempo della maturazione spirituale per accedere alla Comunione, evitando di commettere adesso tanti peccati?
Questo bisogna spiegare ai divorziati risposati, far sapere che Gesù li ama lo stesso e li vuole salvare, ma essi devono in questo momento osservare l’insegnamento che arriva dalla Sacra Scrittura. 
Molti divorziati risposati impegnati nella preghiera e lucidi nel ragionamento che riguarda la Comunione, hanno compreso che non c’è l’assoluta necessità di prendere adesso la Comunione nello stato in cui si trovano, e che invece conducendo una vita interiore vicina a Gesù e pregando sempre la Madonna, raggiungeranno la migliore soluzione proprio perché si affidano a Loro.
Qui sta la vera Fede dei divorziati risposati!
Se riescono ad attendere il tempo giusto per accedere lecitamente alla Comunione, hanno trionfato su tutto e possono essere davvero felici!
Invito tutti voi a considerare il fine ultimo della nostra esistenza: noi siamo stati creati da Dio e per Dio!
Lontano da Lui non esiste nessuna autentica felicità.
Per essere un giorno felici nel suo Regno d’Amore vale dunque la pena affrontare qualsiasi sacrificio, anche quello della castità.
Il piacere della carne a ben riflettere è un ben misero piacere come del resto sono tutti i piaceri del mondo; ingannevoli ed effimeri. 
Dio vale infinitamente di più, anche perché Dio è eterno!
LUI È LA PERLA NASCOSTA NEL CAMPO …..E CHI LA TROVATA E NE HA COMPRESO L’IMMENSO VALORE, E’ DISPOSTO A LASCIARE OGNI COSA PER POSSEDERLA! ( Matteo 13,44-45 ).
Chiediamo Spirito Santo e alla Vergine Santissima di farci capire l’importanza fondamentale di questa verità, così ci sarà più facile a essere disposti a fare qualsiasi rinuncia. 
Le persone divorziate non risposate e senza una relazione sentimentale possono invece accedere ai Sacramenti.
In tutti i divorziati non deve mai esserci alcuna rassegnazione come di una sconfitta, al contrario c’è la certezza che, rispettando gli insegnamenti della Chiesa, Gesù resterà sempre vicino a loro. 
Io prego ogni giorno anche per tutti i divorziati e chiedo a Gesù tutti gli aiuti che necessitano ad essi. Buona preghiera a tutti.
 
Attaccati 
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