Strizza
 
14/09/2019
 
Catechesi N. 280
 
 A – La Fede autentica si manifesta soprattutto nelle avversità. È facile credere quando va tutto bene, e più difficile quando giunge una sofferenza inaspettata. È proprio in questa occasione che il credente deve abbandonarsi fiducioso nelle braccia del Signore e sperare anche nell’impossibile perché la Fede supera ogni ostacolo!
B - Tra gli Apostoli due portano il nome di Giacomo e per distinguerli vengono chiamati il Maggiore e il Minore. Oggi festeggiamo il Maggiore, fratello di San Giovanni Evangelista e figli di Zebedeo. Essi furono tra i primi discepoli a seguire Gesù e insieme a Pietro i “fortunati” ad assistere da vicino il Signore in alcuni momenti straordinari.
C - La zizzania è come la gramigna che cresce nel terreno e lo deturpa, è un’erba infestante anche brutta da vedere. Nel linguaggio comune la zizzania indica sempre qualcosa di ostile, in genere una persona che semina calunnie, discordie, inimicizie, conflitti.
D - Questa ricorrenza è molto significativa per i cristiani, ognuno si può confrontare con Santa Maria Maddalena per capire che si possono compiere grandi
trasformazioni interiori quando si incontra veramente il Signore Gesù e Lo si mette al centro della propria vita. 
 
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Miraculus
 
+ VANGELO (Mt 14,13-21) 
Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 
 
A – La Fede autentica si manifesta soprattutto nelle avversità. È facile credere quando va tutto bene, e più difficile quando giunge una sofferenza inaspettata. È proprio in questa occasione che il credente deve abbandonarsi fiducioso nelle braccia del Signore e sperare anche nell’impossibile perché la Fede supera ogni ostacolo!
Agire animati da una Fede profonda non è facile, non è automatico e richiede un cammino spirituale energico, costante e umile.
Molti credenti considerano la Fede come qualcosa di scontato, pensano di possederla, ma non riescono ad abbandonarsi alla volontà di Dio.
C’è una precisa gradualità nella valutazione della Fede, cosa che nessun uomo è in grado di stabilire, solo Dio riesce a pesare immediatamente la Fede di ognuno di noi. Dalla Fede dipende tutto, Gesù lo ha spiegato chiaramente.
“Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca Fede?” (Mt 6,30). 
«All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: “In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una Fede così grande”» (Mt 8,10). 
«Gesù disse al centurione: “Và, e sia fatto secondo la tua Fede”. In quell'istante il servo guarì» (Mt 8,13). 
«Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca Fede?”. Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia» (Mt 8,26). 
«Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro Fede, disse al paralitico: “Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”» (Mt 9,2). 
«Gesù, voltatosi, la vide e disse: “Coraggio, figliola, la tua Fede ti ha guarita”. E in quell'istante la donna guarì” (Mt 9,22). 
«Allora toccò loro gli occhi e disse: “Sia fatto a voi secondo la vostra Fede”» (Mt 9,29). 
«E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca Fede, perché hai dubitato?”» (Mt 14,31). 
«Allora Gesù le replicò: “Donna, davvero grande è la tua Fede! Ti sia fatto come desideri”. E da quell'istante sua figlia fu guarita” (Mt 15,28). 
«Accortosene, Gesù chiese: “Perché, uomini di poca Fede, andate dicendo che non avete il pane?”» (Mt 16,8). 
“In verità vi dico: se avrete Fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile” (Mt 17,20). 
“In verità vi dico: Se avrete Fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà” (Mt 21,21). 
“E tutto quello che chiederete con Fede nella preghiera, lo otterrete” (Mt 21,22). Buona preghiera a tutti.
 
Lousple
 
+ VANGELO (Mt 20,20-28) 
Il mio calice, lo berrete. 
 
B - Tra gli Apostoli due portano il nome di Giacomo e per distinguerli vengono chiamati il Maggiore e il Minore. Oggi festeggiamo il Maggiore, fratello di San Giovanni Evangelista e figli di Zebedeo. Essi furono tra i primi discepoli a seguire Gesù e insieme a Pietro i “fortunati” ad assistere da vicino il Signore in alcuni momenti straordinari.
Invece Giacomo, il Minore, si festeggia il 3 maggio insieme a San Filippo, altro Apostolo. Ricordiamo l’interessante episodio dell’invito che fece Filippo a Natanaele (Bartolomeo), quando gli comunicò di avere trovato “Colui del quale hanno parlato Mosè e i Profeti”. Fu Filippo a convincere il saggio Natanaele a seguirlo per l’incontro con Gesù.
Giacomo il Maggiore era un pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade. Lavorava con il fratello Giovanni e furono chiamati dal Signore, dopo essere stati discepoli di Giovanni Battista, una chiamata improvvisa e inaspettata, ma sicuramente preparata da Dio.
Giacomo e Giovanni erano presenti quando Giovanni Battista riconosce e proclama Gesù come l’inviato del Padre: «Il giorno dopo Giovanni Battista stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’Agnello di Dio!”. 
E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che Lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbì (che significa maestro), dove abiti?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di Lui; erano circa le quattro del pomeriggio» (Gv 1,35-39).
È dunque il Precursore a scoprire la vera identità di Gesù e Lo indica a Giacomo e Giovanni, invitandoli tacitamente a seguirlo. 
La grandezza di Giovanni Battista emerge anche in questo distacco da ogni vanagloria. Egli mostra un’umiltà straordinaria, subito infatti si mette da parte affinchè i suoi Discepoli seguano il Messia.
Un atteggiamento questo in netto contrasto con l’ambizione sfrenata di tanti uomini d’oggi che vogliono sempre stare sul piedistallo senza mai cedere il posto.
Tutti i Consacrati dovrebbero agire allo stesso modo, ma per far ciò occorre dominare l’amor proprio con una vita improntata sul rinnegamento e sulla mortificazione. Anche tutti i cristiani che conoscono il Vangelo sono chiamati a compiere rinunce per vincere le tentazioni e dominare la volontà, ma ognuno liberamente decide cosa e quanto offrire a Gesù.
La mortificazione comprende la privazione, la rinuncia, la penitenza e il sacrificio. Su questi termini si fa spesso molta confusione.
La privazione consiste nell’essere privi di qualcosa che piace, ma che comunque non è determinante per vivere dignitosamente. La privazione acquista maggiore validità ai fini della vita spirituale quando ci si priva volontariamente di qualcosa; in questo caso si parla di rinuncia.
La rinuncia è, appunto un atto volontario, ma non ha nessun valore davanti a Gesù se non si compie per amor suo!
La penitenza indica un processo di conversione a Dio attraverso il riconoscimento del peccato e il proposito di una vita santa. 
Infatti, Gesù parlava di penitenza quando indicava il cammino da compiere per iniziare la vera conversione. “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere” (Mt 11,21). 
Anche negli Atti degli Apostoli si parla della penitenza come gesto di inizio del cammino spirituale. “Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele” (At 13,24). 
È il cammino della conversione, in cui i più fervorosi si impongono delle sofferenze fisiche intese come privazioni da ciò che piace, considerate come mezzo per una più profonda conversione, o come forma di supplica a Dio, o come mezzo per unirsi alle sofferenze di Cristo.
Ci sono stati Santi che hanno avuto la chiamata di Gesù ad unirsi alle sue sofferenze per riparare i peccati dell’umanità e ottenere incalcolabili Grazie. Uno di questi è stato San Pio da Pietrelcina, e sappiamo la straordinarietà della sua opera di attrazione e di stimolo alla vera conversione.
Il termine “sacrificio” indica uno sforzo, una rinuncia a qualcosa in vista di un fine. Il sacrificio indica uno stato spirituale già più maturo e in profonda comunione con Gesù. Spesso la Madonna nelle sue apparizioni invita a compiere sacrifici per la salvezza dei peccatori.
Le Grazie si ottengono con facilità quando alla preghiera fiduciosa si aggiungono i sacrifici intesi come privazioni e rinunce. Buona preghiera a tutti.
 

Caduta1

+ VANGELO (Mt 13,36-43) 
Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 
 
C - La zizzania è come la gramigna che cresce nel terreno e lo deturpa, è un’erba infestante anche brutta da vedere. Nel linguaggio comune la zizzania indica sempre qualcosa di ostile, in genere una persona che semina calunnie, discordie, inimicizie, conflitti.
Non è mai piacevole vivere o avere a che fare con simili persone, a meno che non si abbia lo stesso spirito.
Ovviamente, può capitare a tutti, anche alle persone buone, di sbagliare per debolezza e dire alcune parole fuori luogo senza la volontà di infangare il buon nome degli altri e magari distruggere la sua dignità. Si può cadere ma poi i buoni sanno riparare, rettificando le parole sconvenienti e sanando quanto era stato sfigurato.
Può sfuggire un giudizio per le leggerezza di un momento, per l’impulsività di parlare senza riuscire a controllare il linguaggio.
Però non appena ci si accorge dell’errore si rettifica e si precisa che è stato un giudizio avventato e che in realtà non c’era alcuna prova verso quell’uomo o quella donna. Questa riparazione fa parte della giustizia ed è un dovere morale porre rimedio ai giudizi temerari, proferiti senza possedere alcuna prova morale. 
Altri invece hanno il cuore perfido e godono nel seminare discordie e divisioni; la loro mente diabolica è sempre occupata a progettare calunnie e diffamazione a danno del prossimo.
La zizzania bisogna combatterla nel cuore, è lì che si sviluppa e cresce l’invidia e la cattiveria verso altre persone. 
Nel Vangelo troviamo una chiara spiegazione del Signore sulla assoluta necessità di purificare il cuore: «”Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!”. 
Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: “Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?”. Ed Egli rispose: “Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». 
Pietro allora gli disse: “Spiegaci questa parabola”. 
Ed egli rispose: “Anche voi siete ancora senza intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. 
Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo” (Mt 1510-20)».
La nostra principale preoccupazione deve riguardare la vita interiore, la vera spiritualità fedele al Vangelo. Solo conoscendo le parole di Gesù potremo agire come Lui, parlare come Lui, amare come Lui.
Per questo è urgente diffondere ovunque il Vangelo storico, bisogna aiutare tutte le persone raggiungibili a confrontarsi con la Parola di Verità, quella infallibile e che nessuno potrà mai cancellare. Molti purtroppo, anche all’interno della Chiesa stanno cercando in tutti i modi di manipolarla, ma non riusciranno ad abolire la Parola di Dio. 
Sono già sconfitti in partenza anche se apparentemente si illudono del loro momentaneo trionfo.
Oggi festeggiano Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù e i genitori di Maria Santissima. Erano persone Sante e giuste a tal punto che meritarono di avere come figlia una Creatura unica e straordinaria scelta da Dio per divenire la Madre del Verbo Incarnato.
Vorrei qui aprire una parentesi molto importante riguardo i nonni.
Essi sono diventati al giorno d’oggi figure indispensabili perché spesso hanno il compito di accudire i nipoti, i genitori infatti devono entrambi lavorare.
Il loro dovere è dunque quello di contribuire ad educare santamente i bambini, di istruirli sui valori più importanti della nostra Fede.
Il cuore di un bambino piccolo infatti è come un terreno fertile, pronto ad accogliere tutto ciò che in esso viene seminato. Grande quindi è la responsabilità dei genitori, ma anche dei nonni!
E guai, tre volte guai a quei nonni (soprattutto nonne) che sono la rovina delle loro famiglie e dei loro figli!
Guai a coloro che seminano il veleno mortale della discordia e della divisione!
Guai a coloro che ricorrono ai maghi e a fattucchieri per commissionare malefici contro figli, nuore e nipoti per invidia e gelosia satanica!
Guai perché ricadrà su di loro le indicibili sofferenze causate! Nel giorno del Giudizio dovranno rendere conto a Dio di tutto il male fatto ….. di tutta la disperazione procurata ….. di tante vite distrutte ….. di tanti matrimoni falliti!
Nonni siate angeli e non demoni per i vostri familiari!!!
Promuovete sempre la Pace, l’Unione, l’Armonia nelle famiglie dei vostri figli; pregate tanto per il bene dei vostri cari e sappiate anche compiere il sacrificio di ritirarvi in silenzio quando le situazioni consigliano di usare prudenza e di tacere.
Riempite il vostro cuore d’amore con una vita Santa e sappiatelo irradiare su tutti coloro che vi circondano. Avrete così su di voi la benedizione di Dio e Dio benedirà attraverso di voi tutta la vostra generazione. Buona preghiera a tutti.
 
Aliblu
 
+ VANGELO (Gv 20,1-2.11-18) 
Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose. 
 
D - Questa ricorrenza è molto significativa per i cristiani, ognuno si può confrontare con Santa Maria Maddalena per capire che si possono compiere grandi
trasformazioni interiori quando si incontra veramente il Signore Gesù e Lo si mette al centro della propria vita. 
Tutto è possibile insieme a Lui, ogni aspetto della vita può prendere la direzione giusta in modo che ogni cosa venga fatta per la gloria di Dio.
Il mondo invece glorifica l’amor proprio, in questa prospettiva il piacere è considerato il fine ultimo dell’esistenza, mentre il soprannaturale viene considerato come un problema per la libertà di azione, ma Dio non obbliga nessuno e lascia liberi tutti. 
Questa libertà viene usata in modo sbagliato nella quasi totalità delle persone che si allontanano da Dio per assecondare le proprie passioni.
Lo stesso faceva la giovane Maria Maddalena, Ella è la prostituta convertita del Vangelo, la libertina sorella di Lazzaro e di Marta, la pubblica peccatrice che scandalizzava la popolazione per la sua immoralità ed indecenza. 
Maria Maddalena è venerata ora come Santa dalla Chiesa.
A cosa è dovuto questo radicale cambiamento??? È dovuto all’incontro con Cristo. Per lei il Signore è stato veramente il liberatore, Colui che ha spezzato le catene dei sette demoni che la tenevano prigioniera e le ha donato un cuore nuovo.
D’ora innanzi ella amerà solamente Gesù di un amore purissimo che le otterrà la cancellazione di tutti i suoi peccati: “Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato” (Lc 7,47). 
Questo amore puro per Gesù la porterà a vivere una vita di penitenza e di rinnegamento per riparare le colpe del passato.
Tutto è capace di compiere l’amore e quando si attua la vera conversione e si rimane meravigliati nel percepire una pace intensa, una gioia interiore presente anche quando si soffre.
È la vicinanza di Gesù a trasmetterci l’Amore Divino, quell’Amore soprannaturale che l’umanità non può conoscere perché è schiava di tutti i suoi istinti passionali.
 Gesù, dopo la sua Resurrezione apparve per primo a Maria Maddalena proprio perché ella era riuscita ad adorare il Signore rinnegandosi pienamente. “Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demoni” (Mc 16,9). 
Questa è la vera prova dell’amore, infatti non è amore autentico quando si continua a peccare gravemente e si vuol conciliare l’amore a Dio con l’amor proprio e tutti i suoi vizi!
Quando Ella rientrò in sé e comprese l’abisso in cui era finita, lavorò interiormente e riuscì a cambiare vita, mortificando l’amor proprio e le sue passioni.
“L’amor proprio è il debole di tutti gli esseri umani”. (Santa Teresina di Lisieux)
Tutti i Santi hanno lottato ottenendo risultati meravigliosi, ognuno di noi può mortificare e dominare l’amor proprio! Buona preghiera a tutti.
 
Bambinnm 
Madonna Orione
Madonna di Lourdes San Luigi Orione

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