17/08/2019
Catechesi N. 276
A - Alcuni mesi prima dell’Annunciazione dell’Arcangelo alla Madonna sull’incarnazione del Verbo eterno, lo stesso Arcangelo Gabriele era apparso a Zaccaria, marito di Elisabetta e cugina della Vergine Maria. È opportuno leggere quanto era avvenuto proprio a Zaccaria.
B - Leggendo queste parole si rimane pietrificati e si capisce una verità non scritta, ma validissima: “I figli del Regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti”. Parole molto chiare e si riferiscono ai cristiani senza Dio, soprattutto riguardano quelli che hanno assunto responsabilità nella Chiesa di Dio.
C - Gesù sale sulla barca che gli si mette a disposizione, vive nelle anime che Lo desiderano e Lo accolgono come loro Signore. Si dimentica facilmente questo presupposto, oppure si sorvola per una indifferenza magari non intenzionale, ma reale e dannosa.
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+ VANGELO (Lc 1,57-66.80)
Giovanni è il suo nome.
A - Alcuni mesi prima dell’Annunciazione dell’Arcangelo alla Madonna sull’incarnazione del Verbo eterno, lo stesso Arcangelo Gabriele era apparso a Zaccaria, marito di Elisabetta e cugina della Vergine Maria. È opportuno leggere quanto era avvenuto proprio a Zaccaria.
«Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso. Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso. Allora gli apparve un Angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso.
Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’Angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio.
Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto”.
Zaccaria disse all’Angelo: “Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni”. L’Angelo gli rispose: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo”.
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini” (Lc 1,8-25).
Rileggere questi brani è sempre edificante e in questo modo si scopre e ci si convince della grandezza di Dio, del suo Amore senza limiti.
Zaccaria aveva pregato per avere un figlio, c’erano però due grandi ostacoli: Elisabetta era sterile, inoltre era anziana. Sempre San Luca scrive: “Non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni” (1,7). La loro richiesta era umanamente improponibile, non c’era alcuna speranza di avere un figlio. Destinati a rimanere soli senza una preghiera perseverante e una Fede solida.
Tutte le nostre preghiere sono destinate a fallire se sono prive di requisiti indispensabili come la piena fiducia in Gesù e Maria. Una fiducia che significa abbandono in Loro, la certezza che non ci abbandonano mai se Li invochiamo con Fede e osserviamo i Loro insegnamenti.
Molti credenti chiedono Grazie quasi senza credere nella riuscita e già all’inizio paralizzano la loro richiesta di guarigione o di liberazione.
Elisabetta e Zaccaria pregavano contro ogni legge della natura, forse tutto potevano chiedere tranne la nascita di un figlio. Invece, docilmente ascoltavano gli impulsi dello Spirito di Dio e pregavano con grande Fede. Il figlio nacque davvero e lo chiamarono Giovanni, come aveva detto l’Arcangelo Gabriele.
Possiamo davvero credere che nulla è impossibile a Dio e tutto possiamo ottenere se la nostra preghiera è carica di Fede, piena di fiducia e fatta con amore.
Ci fu un inconveniente e appare a prima vista irrilevante, ma bisogna valutarlo come una lezione di vita data a Zaccaria.
Dopo la rivelazione di San Gabriele, Zaccaria rimase incredulo e in buonafede voleva spiegarsi la possibilità della nascita di un figlio con la moglie sterile e anziana. Allora perché aveva pregato con insistenza? Si trattò di un atto di stupore dinanzi all’apparizione dell’Arcangelo e non sapeva cosa pensare. Il dubbio ci fu lo stesso.
“Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni”. Lui dubitò della possibilità della nascita del figlio, eppure aveva pregato molto e la sua insistenza era stata premiata. Non rispose con spirito di piena accettazione e la sua sorpresa divenne perplessità.
Dinanzi a Dio non si può avere assolutamente uno spirito incerto o dubbioso. San Gabriele era stato chiaro.
«Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’Angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni”».
Dopo l’esitazione Zaccaria si riprese perché era un uomo buono e pienamente osservante della Legge, dovette però rimanere muto fino dopo la nascita del bambino, e fu un insegnamento notevole per lui e la moglie. “Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo”.
Cosa ne possiamo trarre?
Chi non crede pienamente, quindi con abbandono alle parole del Vangelo, vive come un muto, nel senso che non riesce a pronunciare parole di verità e questa condizione viene scelta dal credente, non è una punizione di Dio. È la conseguenza di una vita poco spirituale.
Zaccaria ritorna a parlare dopo avere indicato su una tavoletta il nome Giovanni, questo nome era stato rivelato per il bambino.
Ogni peccatore o il credente che crede a intermittenza, non parla mai delle cose di Dio, non mette al centro il Vangelo, non compie la volontà di Gesù e rimane muto nel mondo, senza testimoniare concretamente la sua Fede.
Non basta andare a Messa o fare parte di un gruppo di preghiera per dare sincera testimonianza di Fede, bisogna formarsi una solida struttura spirituale.
Quando Zaccaria manifestò la volontà di Dio, “all’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio”.
Erano davvero Santi questi genitori, da loro nacque l’uomo che Dio scelse come Precursore del Figlio eterno. Giovanni Battista è il grande modello di credente che smascherava le ipocrisie del suo tempo e non aveva timore di chiamare ogni cosa con il suo nome.
Uomini come Lui necessitano oggi a questa Madre Chiesa, Essa ha bisogno di difensori autentici! Gesù la protegge, ma gli uomini?
Rimarrà sempre Santa nonostante gli errori intenzionali e gravissimi di moltissimi cardinali e vescovi.
Modelli come Giovanni Battista si formano nella prolungata preghiera contemplativa, nell’incessante rinnegamento e nel vivo desiderio sempre rinnovato di diffondere ovunque la Parola di Dio. Così devono vivere principalmente i Consacrati, soprattutto quanti hanno responsabilità all’interno della Chiesa.
“E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito”.
Chiediamo anche noi ogni giorno di diventare come Giovanni Battista, forti nella Fede, coraggiosi nel difenderla, umili nel viverla! Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 8,5-17)
Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe.
B - Leggendo queste parole si rimane pietrificati e si capisce una verità non scritta, ma validissima: “I figli del Regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti”. Parole molto chiare e si riferiscono ai cristiani senza Dio, soprattutto riguardano quelli che hanno assunto responsabilità nella Chiesa di Dio.
Chi è sicuro di salvarsi l’anima? Chi vive con coerenza il Vangelo?
Una grande distinzione è opportuno fare per distinguere i credenti che sbagliano per debolezza da quelli che amano i peccati e vivono compiacenti nella corruzione. Dio distingue perfettamente ogni intenzione, ogni sfumatura interiore prima che la persona compie un peccato.
Dio riconosce nell’uomo la volontarietà e la debolezza, la ricerca del peccato e lo smarrimento dinanzi l’occasione di peccare.
Le parole di Gesù sono severe, sono rivolte a quanti hanno conosciuto e conoscono la sua dottrina, e nessuno potrà mai dire che non sapeva o che si era confuso… La responsabilità aumenta in chi conosce la Parola di Dio e chi non la conosce per negligenza dovrà pagare lo stesso per omissione.
Si chiama omissione la mancanza della conoscenza del Vangelo Storico e dell’insegnamento della sana Dottrina. È la trascuratezza di quanti sono rivolti alle cose materiali e verso esse hanno un’attenzione quasi sacra. È l’eliminazione di Dio dalla vita di quei cristiani illusi da qualche piacere umano che finisce presto, ipnotizzati da ciò che diletta i sensi per poco tempo.
Queste parole devono riguardare tutti: “I figli del Regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti”.
Molti di quelli che illusoriamente oggi si considerano meritevoli di grandi premi senza averne i titoli, utilizzano un loro metro di valutazione e non sono in grado di distinguere il paragone di riferimento. Nel Giudizio avranno dolorose sorprese.
Questo mi dispiace moltissimo e voglio pregare di più per quanti sono confusi dietro i piaceri e si ingannano di condurre una vita coerente.
La riflessione approfondita che dobbiamo fare su questa frase è evidentemente importante, per non camminare nell’errore e rimanere convinti della bontà della vita che si conduce. “I figli del Regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti”.
Santa Veronica Giuliani, francescana e grande mistica stimmatizzata, nata nel 1660 e morta nel 1727, è stata una testimone dell’esistenza dell’inferno ed è bene meditare su questo luogo di dannazione. Conoscere lo stato dei dannati aiuta il discernimento e si cominciano a compiere nella vita scelte migliori e non più in contrasto con il Vangelo.
Sappiamo che Gesù è misericordioso, ma quando un peccatore sceglie volontariamente l’inferno per la vita che conduce, cosa può fare? Lo può scegliere consapevolmente o inconsapevolmente perché impegnato nella vita immorale e non ha più la capacità di controllarsi e fermarsi. È una grande disgrazia e finisce per dannarsi eternamente.
Santa Veronica Giuliani ebbe più volte visioni dell’inferno, sono una conferma degli insegnamenti di Dio. Leggendole dal suo Diario bisogna senza dubbio tener conto del simbolismo che sotto immagini materiali rappresenta supplizi spirituali, di cui noi non potremmo altrimenti farci una minima idea.
È indubbio che vi sono dei dannati che soffrono meno di quelli di cui ella vide le orribili torture; può anche darsi che il castigo, pur essendo eterno, non abbia sempre il medesimo grado d’acutezza. Gesù nel Vangelo parla del fuoco e d’un fuoco eterno e che la sciagura della danna¬zione oltrepassa tutto quello che noi possiamo immaginare.
Il 14 febbraio 1694, ella vide l’inferno aperto; vi cadevano molte anime ch’erano così turpi e così nere ch’era uno spavento a vederle.
Si precipitavano una dietro all’altra e scomparivano tra le fiamme. Dal mezzo del fuoco che le inghiottiva si sollevavano dei pugnali, dei rasoi e degli strumenti di supplizio di ogni sorta che poi ricadevano con tutto il loro peso per schiacciare quei miseri. La Santa chiese al Signore se fra le anime ch’ella aveva veduto cadere si trovasse qualche Religioso o Religiosa.
E il Signore le fece conoscere che fra le anime Religiose ce n’erano che vi erano precipitate e che l’avevano davvero meritato, perché non avevano mantenuto quello che avevano promesso e perché si erano rese colpevoli di tante violazioni delle loro regole.
Il 4 luglio, l’inferno le parve così vasto che tutto il mondo, dice ella, non sarebbe nulla al confronto. Vide una ruota -come una macina- di grandezza smisurata, che ad ogn’istante cadeva sui dannati, poi si sollevava per ricadere ancora.
Il 27 gennaio 1716, la Madonna, comparendo a Santa Veronica, chiamò i due Angeli che la servivano da custodi e loro ordinò di condurla in spirito all’inferno; Ella la benedì e le disse: “Figlia mia, non temere, Io sarò con te e t’aiuterò”.
“Ad un tratto -racconta la Santa-, mi trovai in un luogo oscuro, profondo e fetente, udii ogni sorta di voci confuse e spaventose e grandi rombi di tuono che riempivano di terrore. Vidi lampi e fumo molto denso.
Scorsi una gran montagna tutta coperta di serpenti, di vipere e di basilischi fra loro attorcigliati in numero incalcolabile. Udendo uscire di sotto a loro delle maledizioni e voci orrende, chiesi ai miei Angeli che voci fossero quelle, ed essi mi risposero che lì si trovavano molte anime nei tormenti. Infatti quella gran montagna ad un tratto s’aprì ed io la vidi tutta ripiena d’anime e di demoni.
Quelle anime erano tutte avvinghiate insieme, per modo che formavano una sola massa; i demoni le tenevano così legate a se stessi con catene di fuoco; ogni anima aveva parecchi demoni attorno a sé. Vidi altre montagne ove si praticavano dei tormenti più crudeli, ma mi è impossibile descriverli.
Al centro di tal soggiorno infernale si erge un trono altissimo; in mezzo a quel trono vi è un seggio formato dei demoni che sono i capi e i principi. Là siede Lucifero, spaventoso, orribile. O Dio che figura orrenda; sorpassa in orrore tutti gli altri demoni. Sembra avere una testa formata di cento teste e piena di lance, a capo di ciascuna delle quali vi è come un occhio che proietta frecce infiammate che infiammano tutto l’inferno.
Benché il numero dei demoni e dei dannati sia incalcolabile, tutti hanno quella testa orribile e ricevono tormenti sopra tormenti da quello stesso Lucifero. Esso li vede tutti e tutti lo vedono. Qui i miei Angeli mi fecero comprendere che, come in Cielo la vista di Dio rende beati tutti gli eletti, così nell’in¬ferno l’orribile figura di Lucifero, orrendo mostro infernale, è un tormento per tutti i dannati.
La loro maggior pena è l’aver perduto Iddio. Questa pena Lucifero la sente per il primo, e tutti vi partecipano. Egli bestemmia, e tutti bestemmiano; maledice e tutti maledicono; soffre ed è torturato, e tutti soffrono e sono torturati.
In quel momento i miei Angeli mi fecero osservare il cuscino ch’era sul seggio di Lucifero e su cui stava seduto; era l’anima di Giuda.
Sotto i piedi di Lucifero vi era un cuscino molto grande, tutto lacero e coperto di segni; mi si fece capire ch’erano anime di Religiosi.
Allora il trono fu aperto e, in mezzo ai demoni che stavano sotto il seggio, vidi un gran numero d’anime.
Chi sono queste? domandai ai miei Angeli; ed essi mi risposero ch’erano dei Prelati, dei dignitari della Chiesa, dei Superiori d’anime Consacrate a Dio.
Io credo che se non fossi stata accompa¬gnata dai miei Angeli ed anche, come penso, invisibilmente fortificata dalla mia buona Madre, io sarei morta di spavento. Tutto ciò ch’io ne dico non è nulla e tutto ciò che udii dire dai predicatori non è nulla in paragone di quello ch’io vidi”. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 8,23-27)
Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
C - Gesù sale sulla barca che gli si mette a disposizione, vive nelle anime che Lo desiderano e Lo accolgono come loro Signore.
Si dimentica facilmente questo presupposto, oppure si sorvola per una indifferenza magari non intenzionale, ma reale e dannosa.
Gesù rispetta la volontà di tutti noi e attende le nostre richieste di aiuto, perché solo chi Lo invoca e Lo adora dimostra interesse verso la sua Persona. Quando tutto scorre bene o senza grandi problemi, si è portati naturalmente a pregare di meno e con meno fervore.
In questo modo non si forma la costanza nella preghiera e non si impara mai a pregare.
La preghiera non si improvvisa, non viene valutata dalle parole che si pronunciano, ma dall’amore che si possiede verso Gesù e la Madonna. Senza la costanza e la perseveranza spirituale non si può diventare esperti nella preghiera, c’è una evidente inesperienza che non può guidare verso una notevole elevazione spirituale.
Rimane comunque l’amore la prima condizione per adorare Gesù, un amore che scaturisce dalla conoscenza di Lui e dalla preghiera!
In tutti i momenti della nostra esistenza, Gesù c’è sempre se Lo chiamiamo e Lo invitiamo a restare in noi. Soprattutto quando i credenti cadono in qualche sofferenza e pregano con maggiore fervore, Gesù mostra di esserci ed aiuta senza indugi.
Non si deve adorare e invocare solo nella sofferenza. Ogni giorno dobbiamo stabilire dei momenti da dedicare all’incontro spirituale con Gesù e la Madonna, momenti meravigliosi perché da questa comunione scaturiscono Grazie spirituali e il credente si trasforma sempre più in Loro, assorbendo il Loro Spirito.
“Avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma Egli dormiva”.
A quel tempo Gesù poteva anche lasciare riposare il suo Corpo, come Dio non dormiva mai. Dio veglia ininterrottamente su tutti quelli che Lo adorano e osservano i suoi Comandamenti. In quella circostanza Gesù apparentemente dormiva, mentre il suo Spirito conosceva tutto e nulla poteva sfuggirli.
Gesù non intervenne subito, pur conoscendo il pericolo causato dalle onde e rimase in attesa della richiesta di aiuto degli Apostoli. “Salvaci, Signore, siamo perduti!”. Un solo Angelo poteva bloccare la barca e non farla muovere nonostante le onde.
Gesù poteva far sostenere la barca da milioni di Angeli… Invece, rimase in attesa dell’invocazione degli uomini.
Lo stesso modo utilizza con i cristiani. Se veramente Lo riconoscono come Dio, devono invocarlo e la loro Fede determina il suo intervento. Rimane sicuro, comunque, che il Signore è desideroso di aiutare tutti, però la sua risposta è condizionata dalla Fede di chi prega.
Il Signore è sempre vicino a quanti Lo invocano. “Perché avete paura, gente di poca Fede?”.
I cristiani devono compiere giornalmente l’esame di coscienza anche per verificare come vivono la loro Fede, quanto spazio danno a Gesù e se Lo pregano con fervore durante la giornata. Non si può vivere superficialmente la Fede che si pensa di avere o di adorare il Signore solo quando arriva una sofferenza.
Gesù è l’Onnipotente ed interviene quando Lo invochiamo e siamo costanti. “Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia”.
«Tutti, pieni di stupore, dicevano: “Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?”». Chi è Gesù per noi? Buona preghiera a tutti.