A - La Santa che ricordiamo oggi è stata instancabile nelle preghiere e nelle azioni a favore della Chiesa e del Papa che si trovava in quei tempi ad Avignone per una scelta dettata dalla prudenza umana, a causa dei contrasti tra Papa Bonifacio VIII, la famiglia Colonna di Roma e il re di Francia Filippo IV.
B - Quando si legge la vita di Padre Pio si rimane scioccati per le persecuzioni che ha patito da parte di tanti anticlericali e da gente indiavolata, fortemente agitata interiormente e decisa a soffocare in tutti i modi l’opera di misericordia che svolgeva il Santo, con inauditi sacrifici.
C - Oggi la liturgia ci presenta un Apostolo particolare Mattia. All’inizio non faceva parte del gruppo Apostolico, ma era ugualmente pieno di fede.
Il Signore non aveva scelto i migliori, infatti tra i Dodici Apostoli c’era anche il traditore. Secondo la Scrittura e come anticipato da Gesù.
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Martedì 25 Giugno ore 21 Catechesi con Mons. Sergio Ubbiali Teologo dell'Italia Settentrionale e Curia di Milano.
Giovedì 4 Luglio ore 21 Santa Messa con don Marcello Stanzione, Venerdì 5 ore 21 Messa di Guarigione e Sabato 6 Luglio ore 15,30 Santa Messa di Guarigione con don Marcello.
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+ VANGELO (Mt 11,25-30)
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
A - La Santa che ricordiamo oggi è stata instancabile nelle preghiere e nelle azioni a favore della Chiesa e del Papa che si trovava in quei tempi ad Avignone per una scelta dettata dalla prudenza umana, a causa dei contrasti tra Papa Bonifacio VIII, la famiglia Colonna di Roma e il re di Francia Filippo IV.
Ci sarebbe da discutere molto sulla presenza del Papa ad Avignone. Fu una scelta quella fatta in un primo tempo per sviare il re francese dal proposito di indire un Concilio in Francia, separando così quella Chiesa da Roma e in un secondo tempo per timore di rappresaglie sempre da parte del re francese.
Il nuovo Papa venne eletto a Perugia per evitare tumulti a Roma, viveva in Francia, e non era presente al conclave. Prevalse quindi una linea accomodante e venne eletto un francese proprio per ristabilire i rapporti con Filippo IV. Si trattava del cardinale Bertrand de Got, che prese il nome di Clemente V (1305-1314).
Questo Papa rimase all’inizio a Bordeaux in Francia dove avvenne la sua incoronazione. I cardinali si recarono in questa città e tutto sembrava essere ritornato sereno. Ma Filippo IV non era tranquillo, anche se si mostrava accomodante, egli avanzava pretese eccessive, come la distruzione dell’Ordine templare, i cui beni suscitavano il suo interesse.
Il Papa Clemente V capì che la città dove risiedeva non garantiva più una protezione sicura e si spostò ad Avignone che era di proprietà dei d’Angiò, sovrani di Napoli (da cui ottenne il permesso ad insediarsi, dopo aver pagato loro la somma di 80.000 fiorini). Avignone si trovava assai vicino al Contado Venassino, feudo pontificio e purtroppo non si parlava di fare ritorno a Roma, la sede ufficiale di Pietro.
Il periodo della permanenza dei Papi in Francia viene indicata dalla storia come la Cattività avignonese, è un periodo della storia della Chiesa che indica il trasferimento del Papato da Roma ad Avignone dal 1309 al 1377.
Gli storici affermano che Santa Caterina fu determinante per il ritorno del Papa a Roma, Ella stessa descrive quanto avvenne e il suo risolutivo intervento. Dobbiamo soffermarci sulla sua intensa vita spirituale. Fu una mistica dedita esclusivamente alle cose di Dio, come d’altronde fanno tutti i mistici che sono tali per la loro piena donazione a Dio.
In Santa Caterina da Siena troviamo una preghiera supplice che commuove ed esprime con chiarezza la profondità della sua spiritualità e la sua confidenza con Dio. Una fiducia piena di abbandono in Lui, con la certezza che Lui è l’Amore e ama tutti.
I suoi scritti mettono in evidenza soprattutto l’infinita tenerezza di un Padre buono, semplice e pieno di amore per ogni sua creatura. Se si considerano le parole affabili e la dolcezza di Gesù, si conosce di conseguenza anche il Padre perché hanno lo stesso Spirito, sono una cosa sola, come dice Gesù stesso: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 10,30).
Santa Caterina nella sua vita penitente e di intensa preghiera, ha ricevuto molte rivelazioni dal Padre. Tali rivelazioni sono contenute nel libro: Nel “Dialogo della divina Provvidenza”.
Consiglio vivamente a tutti di leggere questo libro per avere una conoscenza più approfondita del Padre, tanto trascurato dall’umanità perché considerato come un’entità astratta e distante dall’uomo.
Questo è un gravissimo errore perché ci impedisce di cogliere la sua infinita bontà presente in ogni più piccola cosa. È il nostro Creatore, l’Amore infinito da cui proviene ogni bene. Il nostro cuore batte attimo dopo attimo, solo per il suo Volere e tutto l’Universo è regolato da leggi perfette e sublimi dettate dalla sua Onnipotente Provvidenza e Sapienza.
Leggiamo brevemente una rivelazione di Dio a Santa Caterina: “Molto è piacevole a me il desiderio di volere portare ogni pena e fatica fino alla morte per la salvezza delle anime. Quanto l’uomo più sostiene, più dimostra che mi ama; amandomi più conosce della mia Verità e quanto più conosce, più sente pena e dolore intollerabile per le offese fattemi”.
Per quanto riguarda la vicenda di Avignone, trascrivo un testo che descrive anche l’intervento di Santa Caterina, cosa avvenne nelle dispute e la guerra che la repubblica di Firenze scatenò contro il Papato.
«Nel 1375 la repubblica di Firenze, che era in conflitto con la Santa Sede per aver aderito a una politica antipapale e per questo era stata colpita da interdetto, si trovava in forti difficoltà economiche. Caterina da Siena fu incaricata di fare da mediatrice di pace e di perdono e inviò, perché la precedessero con una sua lettera, il suo confessore e altri due frati. Non le bastò però questa missiva e così Caterina da Firenze si mise in cammino verso la Francia.
Il 18 giugno 1376 Caterina giunse ad Avignone, dove l'attendevano fra Raimondo coi suoi compagni. La religiosa fu ricevuta dal Papa. Per quanto riguarda l'ambasceria per la città di Firenze, il comportamento dei messi mandati dal Governo della città toscana rese vana la mediazione di Caterina. Il 13 settembre Papa Gregorio XI varcò il ponte sul Rodano e lasciò Avignone alla volta di Roma.
Una volta arrivato a Marsiglia il Pontefice proseguì il viaggio per nave, facendo scalo a Genova. Lì fu messo in crisi dalla notizia dei disordini scoppiati a Roma e delle disfatte delle truppe pontificie per opera dei fiorentini. La maggioranza dei cardinali insisteva per tornare indietro. In questo clima di incertezza, si narra che fu Santa Caterina a rassicurare il Papa che la volontà divina lo chiamava a Roma e che Cristo lo avrebbe protetto, facendogli riprendere il viaggio.
Tuttavia gravi problemi sorsero quando fu eletto il successore di papa Gregorio XI. Uno scisma era scoppiato nella Chiesa a causa della rivolta di alcuni cardinali, in gran parte stranieri, che avevano dichiarata invalida l'elezione di Urbano VI.
Il 20 settembre del 1378 elessero a Fondi un altro Papa, che prese il nome di Clemente VII, il quale fu poi costretto a fuggire ad Avignone con i cardinali che lo avevano eletto. Santa Caterina si schierò a favore di Urbano VI».
Impariamo ad amare il Padre perché verso ciascuna delle Tre persone della Santissima Trinità abbiamo un debito e di Amore e di gratitudine infinito. Fra poco inizierà il mese di agosto, è il mese dedicato a Dio Padre. In questo periodo di vacanze preghiamo più intensamente e cerchiamo di onorare il Padre proprio con il bellissimo Rosari dedicato a Lui (rosario del Padre). Dio ha promesso abbondantissime Grazie a tutti coloro che lo reciteranno con Amore. Non dimentichiamo mai che la Grazia più importante è quella di imparare ad amare il nostro Dio al di sopra di tutto e con tutto il cuore! Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Gv 15,18-21)
Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti Io dal mondo.
B - Quando si legge la vita di Padre Pio si rimane scioccati per le persecuzioni che ha patito da parte di tanti anticlericali e da gente indiavolata, fortemente agitata interiormente e decisa a soffocare in tutti i modi l’opera di misericordia che svolgeva il Santo, con inauditi sacrifici.
La causa delle tremende persecuzioni non proveniva solo dagli atei o dagli anticlericali, c’erano anche molti Sacerdoti e Vescovi che Lo avversavano con grande crudeltà ed implacabilità, colpiti da un forte senso di invidia per la popolarità del Frate.
Tutte queste grandi sofferenze patite dai Santi Dio le permette per la loro Santificazione. Sempre i Prescelti da Dio per una particolare missione devono passare attraverso il crogiolo di innumerevoli prove come quando il ferro è arrugginito e per renderlo lucido, si riscalda a temperature elevatissime, tanto che presto perde quanto aveva di corroso, ossidato, deteriorato, e ritorna come nuovo. Con il forte calore perde tutto l’ossido che si era formato.
La sofferenza è la Fiamma che rende l’anima luminosa e splendente pronta per l’incontro con Dio.
I Santi non si lamentavano mai della sofferenza che pativano proprio perché ne comprendevano il valore.
Diceva San Francesco: “e tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”.
Noi non sappiamo cos’è il Paradiso, noi purtroppo viviamo unicamente con lo sguardo rivolto alla terra. I nostri occhi sono pieni di “polvere” che ci impedisce di vedere oltre …..
I Santi contemplavano fin da quaggiù quella Luce sconosciuta che fa esultare l’anima di indicibile gioia. Essi comprendevano che ogni pena accettata con Amore li faceva salire un gradino più in su nella conoscenza di Dio, li avvicinava sempre di più alla Fonte Perenne della Vita ….. al Cuore della Santissima Trinità ….. Oceano sconfinato di Bellezza, di Luce e di Amore. Non si può descrivere a Parole ciò che è il Paradiso!!!
Mi viene da piangere quando vedo tantissimi uomini rinnegare Dio per possedere una manciata di fango e prepararsi poi un’eternità disperata lontano dalla Felicità eterna: è davvero inconcepibile!!!
Preciso qui un concetto molto importante. Sento troppe volte accusare Dio per la sofferenza che c’è nel mondo. Dio non gode dell’infelicità dei suoi figli! Quando creò l’uomo, lo creò esente da ogni dolore, da ogni sofferenza, da ogni malattia, esente perfino dalla morte stessa! Infatti se l’uomo fosse stato ubbidiente a Dio sarebbe passato dal Paradiso terrestre alla visione Beatifica e perfetta di Dio senza tutte quelle conseguenze penose che comporta la morte, ma l’uomo preferì seguire la voce del serpente dietro il quale si celava satana e peccò.
Il peccato originale ha causato conseguenze gravissime sull’uomo e su tutta la creazione; il mondo da allora giace nel dolore. Ecco perché spesso siamo noi la causa dei nostri mali, o perché facciamo scelte sbagliate, o perché ci siamo allontanati da Dio cedendo alle tentazioni.
Le tentazioni arrivano dai diavoli e queste si vincono con la preghiera, senza dimenticare che bisogna osservare una regola d’oro per non cadere in tentazione ed è quella di evitare le occasioni di peccato, ma non è facile ci vuole un impegno costante.
L’altra causa della sofferenza è la cattiveria altrui.
Sento molto spesso tanti bravi cristiani che mi riferiscono di essere bersaglio di invidie e antipatie da parte di parenti, colleghi e amici, senza aver commesso nulla contro loro. Chi c’è allora dietro queste persone?
Sempre lui, satana dannato ed eternamente infelice, che brucia in un fuoco divorante senza consumarsi mai e vuole trascinare con sé il numero più elevato di anime.
A tutti voi dico che è inevitabile incontrare sofferenze e ostacoli nel mondo da parte di quelli che appartengono a satana. Gesù infatti ha detto: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me”. E ancora: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”.
Molti oggi sono schierati con satana magari senza rendersene conto, ma le loro opere lo testimoniano.
Vi garantisco che i diavoli fanno di tutto per “proteggere” i loro seguaci, dando loro un breve momento di euforia e di trionfo. Alla fine saranno però scaraventati all’inferno tra indicibili sofferenze.
Ora vi chiedo: “E’ preferibile soffrire in questa vita insieme a Gesù e a Maria per vivere poi eternamente nella Gloria Beata, oppure seguire la falsa gioia del mondo per poi cadere in eterno nel fuoco che non finirà mai”?
Nessuno si illuda pensando che quelli che non pregano vivono bene e quanti pregano hanno invece sempre sofferenze. È un inganno di satana: questo lo ispira ai deboli per abbatterli e fermarli nella preghiera. Sappiamo invece che quelli lontani da Gesù vivono già adesso interiormente un anticipo di inferno, perché sono sempre insoddisfatti, senza pace nel cuore, avviliti anche se non lo lasciano vedere.
Noi siamo benedetti perché abbiamo la certezza che Gesù è sempre vicino a noi e non vuole assolutamente lasciarci soli. Rimane solo quel cristiano che non prega più o vuole intraprendere nuove vie lontano dalla Parola di Dio.
Quando preghiamo con Fede, Gesù ci aiuta sempre, dunque non bisogna mai abbattersi anche se dovessimo trovarci in una grande sofferenza.
Ci sono poi anime che riescono a sopportare con amore ogni sofferenza perché hanno compiuto un forte cammino di Fede. Esse hanno scoperto che Gesù è il Tesoro più prezioso, la Perla nascosta per cui vale la pena lasciare ogni cosa.
Gesù plasma con amore queste anime docili che non si lamentano mai, ma addirittura ringraziano Gesù per averle rese partecipi della sua Passione. Così si comportavano Santa Veronica Giuliani, Teresa Neumann, Padre Pio e tanti altri.
Vi consiglio però di non chiedere mai al Signore la sofferenza perché non sappiamo se poi saremo in grado di sopportare, si finirebbe con il peccare di presunzione e cadere poi rovinosamente. I Santi e certe anime scelte da Dio diventavano “anime vittime” per la salvezza dell’umanità, ma questa era la loro particolare missione. Noi cerchiamo di accettare con amore, ed e già tanto, le inevitabili sofferenze che la vita comporta. Sarà poi il Signore, se lo ritiene opportuno, a chiederci qualcosa in più. Lasciamo fare a Lui che tutto vede, che tutto sa e che tutto predispone per il nostro vero bene! Buona preghiera a tutti.
14/05/2019/6
+ VANGELO (Gv 15,9-17)
Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.
C - Oggi la liturgia ci presenta un Apostolo particolare Mattia. All’inizio non faceva parte del gruppo Apostolico, ma era ugualmente pieno di fede.
Il Signore non aveva scelto i migliori, infatti tra i Dodici Apostoli c’era anche il traditore. Secondo la Scrittura e come anticipato da Gesù, proprio questo vile personaggio doveva essere presente, anche per dare la conoscenza ai posteri del tradimento che si compie quando il potere o il denaro diventano la priorità nella vita di una persona soprattutto di un consacrato.
Mattia non era dunque uno dei Dodici ma viveva come un vero Apostolo quando Gesù predicava, questo ci dice che anche i cattolici anonimi possono raggiungere una santità elevata. Per il mondo costoro sono insignificanti, ma davanti a Dio sono potenti almeno nell’intercessione. Di sicuro sono amati di un Amore particolare perché mettono Dio al centro della loro vita.
La santità è interiore, formata dai ripetuti atti virtuosi giornalieri, dalla retta intenzione e dal cuore puro.
La santità è possibile a tutti, anzi oggi proprio i laici hanno maggiori possibilità di avvicinarsi al Signore se rimangono fedeli alla Parola di Dio. È vero che per la Grazia dell’Ordine facilità la santificazione dei Sacerdoti perché sono partecipi del sacerdozio ministeriale di Cristo, ma purtroppo oggi sono troppi i consacrati che non seguono più la Legge di Dio: è un dato di fatto che non si può nascondere!
I laici vivono nel mondo, ma se sono anime spirituali sanno come fare per non essere del mondo: occorre meditare ogni giorno buoni libri spirituali e proporsi una determinata condotta di vita, alzandosi dopo una caduta, consapevoli che le cadute ci saranno sempre e diminuiranno solo nel tempo.
Per questo, non bisogna mai indignarsi se un credente che prega commette un errore, al contrario va incoraggiato a rialzarsi e a ricorrere alla Confessione. Bisogna sostenerlo con la preghiera e nessuno deve mai puntare l’indice verso un altro.
Il cammino spirituale è impegnativo, per esempio Mattia diventato uno dei Dodici ci dice che la perseveranza e la fedeltà alla Parola di Dio facilitano la vera conversione e la propria santificazione. Non bisogna mai arrendersi né tornare indietro per non perdere quanto si era guadagnato davanti a Dio.
“Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici Apostoli” (At 1,26).
Tutti siamo chiamati a diventare veri apostoli, Gesù conta su ognuno di noi, chiede ad ognuno di fare qualcosa per un fratello o una sorella in difficoltà, non solo con la preghiera, anche con la propria testimonianza.
Quando si vive nella sofferenza e nella prova e si ascoltano testimonianze di Grazie ricevute, anche la Fede dei più deboli si rafforza.
Facciamo ogni giorno di più per tutti, pregando innanzitutto per la Chiesa, per l’Italia, per l’Associazione, senza dimenticare i propri familiari. Buona preghiera a tutti.