Raffamichy
 
29/12/2018
 
Catechesi N. 243
 
A - Abbiamo visto che chi lavora seriamente per Gesù lo fa sempre nell’umiltà e con grande spirito di servizio.
Questo amore presente nella vita e nelle opere soprattutto dei Sacerdoti fervorosi, si può notare quando celebrano la Santa Messa, nell’omelia, nei consigli elargiti nella Confessione, nell’ansia apostolica di voler salvare le anime.
B - Il Martirologio commemora insieme i Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. 
Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente San Michele Arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a Lui dedicato.
    C - Il buon Samaritano è Gesù che discende dal Cielo per risanarci.
Solo San Luca riporta questa bellissima parabola, è uno dei racconti più commoventi del Nuovo Testamento. In essa Gesù ci indica che è nostro prossimo ogni persona che incontriamo e che la carità o bontà va vissuta con tutti.
D - San Luca nel suo Vangelo racconta che Gesù era diretto verso Gerusalemme, e qualche chilometro prima della città si fermò a riposare in casa di alcuni amici nel piccolo villaggio di Betania. Questo nome ci è familiare, sappiamo che si sono svolti episodi molto importanti e che qui il Signore risuscitò il fratello di Marta e Maria Maddalena, Lazzaro.
 

Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.

Tutti i venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario, ore 21 funzione dei Malati tutto in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione.

Pellegrinaggio alla Madonna dal Cuore d'Oro in Belgio dal 25 al 28 Aprile 2019
Domenica 6 Gennaio ore 15 Tombolata, ore 18,30 Santa Messa 
Giovedì 10 Gennaio ore 21 Santa Messa e Catechesi sugli Angeli con don Marcello Stanzione
Venerdì 11 Gennaio ore 21 Santa Messa di Guarigione con don Marcello Stanzione.
Sabato 12 Gennaio ore 15,30 Santa Messa di Guarigione con don Marcello Stanzione.
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Castello 
 
+ VANGELO (Lc 9,46-50) 
Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande. 
 
A - Abbiamo visto che chi lavora seriamente per Gesù lo fa sempre nell’umiltà e con grande spirito di servizio.
Questo amore presente nella vita e nelle opere soprattutto dei Sacerdoti fervorosi, si può notare quando celebrano la Santa Messa, nell’omelia, nei consigli elargiti nella Confessione, nell’ansia apostolica di voler salvare le anime.
I fedeli non devono giudicare il Sacerdote che celebra la Messa in modo superficiale, semmai devono intervenire se succedono fatti non in linea con la sacra liturgia, se si diffondono eresie, se il sacro viene intenzionalmente eliminato… ecc.
Bisogna parlarne con il Sacerdote e avvisare il suo Vescovo per aiutarlo e ripristinare la sana dottrina.
Qualche giorno fa ho letto una breve, ma intensa dichiarazione del Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti. In questa intervista condanna severamente le celebrazioni spettacolo e le liturgie modificate per compiacere i fedeli più mondani che spirituali.
Questa la sua espressione più tenera: “Basta con l’intrattenimento nelle liturgie, così non c’è più posto per Dio”.
«Il Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, nel corso di un intervento sull’Osservatore Romano, si è espresso in maniera dura nei confronti delle modifiche liturgiche che in molte Chiese vengono introdotte dai Sacerdoti e aiutati da alcuni vescovi e cardinali modernisti.
“Su questi punti –scrive- l’insegnamento del Concilio Vaticano II è stato spesso distorto”. In particolare, Sarah ha affermato che “il celebrante non è il conduttore di uno spettacolo” riprendendo il pensiero di papa Francesco. 
“Non deve cercare il sostegno dell’assemblea, stando di fronte a loro come se le persone dovessero primariamente entrare in dialogo con lui. Al contrario, entrare nello spirito del Concilio significa stare nel nascondimento, rinunciare alle luci della ribalta”.
Il Cardinale Sarah chiede che si torni ad uno stile liturgico più tradizionale, in cui il Prete, invece di rivolgersi all’assemblea, si rivolga verso est, “ad orientem”, la direzione da cui Cristo arriverà durante la sua seconda venuta. 
“Contrariamente a quanto dicono alcuni talvolta, è in piena conformità con la costituzione conciliare che tutti, Prete ed assemblea, si girino insieme verso est durante il rito penitenziale, il canto del Gloria, le orazioni e la preghiera eucaristica, per esprimere il desiderio di partecipare all’opera di redenzione compiuta da Cristo. 
Questa pratica potrebbe essere reintrodotta innanzitutto nelle Cattedrali, dove la vita liturgica dovrebbe essere di esempio per tutti”. Inoltre, per Sarah, il secolarismo ha infettato la liturgia: “Una lettura troppo umana ha portato alla conclusione che il fedele deve essere costantemente occupato”.
Il Cardinale Sarah nota che troppo spesso il Sacerdote cerca di tenere alta l’attenzione dell’assemblea con modalità per nulla ortodosse. “Il modo di pensare occidentale, infarcito dalla tecnologia e deviato dai media, vorrebbe trasformare la liturgia in una vera e propria produzione da spettacolo. 
In questo spirito, molti hanno cercato di rendere le celebrazioni delle feste. A volte i Sacerdoti introducono nelle celebrazioni elementi di intrattenimento contrari al Magistero autentico della Chiesa. Non abbiamo forse visto la proliferazione di testimonianze, scenette, applausi, discoteche, pranzi, balli ecc.? 
Immaginano di allargare la partecipazione dei fedeli, mentre, nei fatti, riducono la liturgia ad una cosa del tutto umana. Corriamo il reale rischio di non lasciare spazio per Dio nelle nostre celebrazioni”.
Dai tempi antichi, la posizione del Prete e del popolo rifletteva questa comprensione della Messa, poiché la gente pregava, stava in piedi o in ginocchio nel posto che visibilmente corrispondeva al Corpo di Nostro Signore, mentre il Prete all’altare stava alla testa come la Testa (del Corpo).
Formavamo l’intero Cristo -Testa e membra- sia sacramentalmente tramite il Battesimo sia con la nostra posizione e postura. Altrettanto importante: ciascuno, celebrante e congregazione, guardava la stessa direzione, poiché erano uniti con Cristo nell’offrire al Padre, l’unico, irripetibile ed accettabile Sacrificio di Cristo.
Quando studiamo le pratiche più antiche della Chiesa, troviamo che il Prete e la gente guardavano nella stessa direzione, di solito verso est, in attesa che quanto Cristo tornerà, tornerà dall’Oriente. Alla Messa, la Chiesa teneva veglie in attesa di quel ritorno. Questa particolare posizione è chiamata “ad orientem”, che semplicemente significa “verso est”. Buona preghiera a tutti.
 
Bamnialii
 
+ VANGELO (Gv 1,47-51) 
Vedrete il cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’Uomo. 
 
B - Il Martirologio commemora insieme i Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. 
Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente San Michele Arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a Lui dedicato.
Il titolo di Arcangelo deriva dall’idea di una corte celeste in cui gli Angeli sono presenti secondo gradi e dignità differenti.
Gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie Angeliche. Queste hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio. Nello stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza salvifica.
Il ruolo degli Angeli nella nostra vita è straordinariamente importante, senza la Loro protezione non sarebbe possibile resistere agli attacchi dei diavoli e ogni pericolo potrebbe diventare mortale. Essi invece ci proteggono, ci guidano per evitare i pericoli e spesso nelle situazioni rischiose ci inducono a schivarle.
Nelle vite dei Santi troviamo moltissimi casi di apparizioni dei tre Arcangeli che festeggiamo il 29 settembre, potenti e presenti.
Gli Angeli vorrebbero ispirare tutti, ma rimane impossibile dove è radicato il peccato o si conduce una vita piena di orgoglio e superbia. 
La purificazione interiore è determinante per ogni credente, comporta la rimozione di ogni ostacolo che impedisce la vicinanza a Dio. La pratica della rinuncia rende più forti dinanzi alle inclinazioni naturali verso il peccato e ci si avvicina a Dio con maggiore partecipazione.
La devozione ai tre Arcangeli deve essere una costante nella nostra vita di preghiera, perché Loro ci sono sempre e quando Li invochiamo ascoltano con grande attenzione, proprio per la responsabilità che hanno davanti a Dio. 
Diventano sempre più premurosi nella misura della nostra devozione a Loro e alla vita spirituale che conduciamo.
Riflettiamo su alcune visioni della Beata Caterina Emmerick di San Michele Arcangelo: viene evidenziata la sua potente intercessione. 
 
PREGHIERE AI TRE ARCANGELI
 
Venga dal Cielo nelle nostre case l’Angelo della pace, 
Michele, venga portatore di serena pace e releghi nell’inferno le guerre, 
fonte di tante lacrime.
Venga Gabriele, l’Angelo della forza, 
scacci gli antichi nemici e visiti i templi cari al Cielo, 
che Egli trionfatore ha fatto elevare sulla Terra.
Ci assista Raffaele, l’Angelo che presiede alla salute; 
venga a guarire tutti i nostri malati e a dirigere 
i nostri incerti passi per i sentieri della vita.
Glorioso San Michele Arcangelo, principe delle milizie celesti, difendici contro tutti i nostri nemici visibili e invisibili e non permettere mai che cadiamo sotto la loro crudele tirannia.
San Gabriele Arcangelo, tu che giustamente sei chiamato la forza di Dio, poiché sei stato scelto per annunciare a Maria il mistero in cui l’Onnipotente doveva manifestare meravigliosamente la forza del suo braccio, facci conoscere i tesori racchiusi nella persona del Figlio di Dio e sii nostro messaggero presso la sua Santissima Madre!
San Raffaele Arcangelo, guida caritatevole dei viaggiatori, tu che, con la potenza divina, operi miracolose guarigioni, degnati di guidarci nel corso del nostro pellegrinaggio terreno e suggerisci i veri rimedi che possono guarire le nostre anime e i nostri corpi. Amen. 
 
Il Santo Arcangelo Michele - Di Anna Katharina Emmerick
Il 29 settembre 1820 Anna Katharina Emmerich così raccontava: Ebbi molte visioni meravigliose sulle apparizioni e celebrazioni del Santo Arcangelo Michele. Mi trovai in molti posti del mondo e vidi una sua chiesa in Francia, su uno scoglio del mare (monte St. Michel), divenne Patrono della Francia. Vidi poi come re Luigi, il Pio, venne aiutato a conseguire la vittoria. In seguito ad un’apparizione della Madre di Dio si era rivolto all’Arcangelo Michele, e poi per la devozione a quest’ultimo, volle imprimere la sua immagine sulla bandiera e fondò un ordine cavalleresco in suo onore. Mi apparirono una serie di immagini diverse dell’Arcangelo: una sua apparizione a Costantinopoli e qualche altra che non ricordo più. Vidi anche il miracolo della Chiesa di Michele sulle montagne del Gargano, durante una grande celebrazione: giungevano molti pellegrini stranieri con il bastone ornato e l’Angelo serviva sull’altare con gli altri. Fui poi con lui a Roma dove una chiesa era stata eretta al suo culto, credo da papa Bonifacio, in seguito all’apparizione della Madre di Dio.
Seguii l’Angelo dappertutto; si librava sopra di me, grande e maestoso, ed aveva una spada. Presso la chiesa di S. Michele c’era una contesa di moltissime persone; la maggior parte era formata da cattolici che non si distinguevano dagli altri per il modo di agire nella mischia, altri erano protestanti o membri di sette. Motivo della ressa era la S. Messa; Michele calò giù e con la sua grande spada scacciò via il grosso della mischia disperdendola; restarono ancora circa quaranta persone e così si poté celebrare facilmente la S. Messa. L’Angelo prese per il pomo il tabernacolo con il Santissimo e, librandosi in alto, lo portò via allontanandosi da quel luogo. Mi invitò a seguirlo ancora, andammo verso Oriente fino al Gange, io sempre sotto l’Angelo che volava. Poi ci dirigemmo verso settentrione. Nell’accostarci a questa regione il freddo si faceva sentire sempre più e il paesaggio diveniva più selvaggio e solitario. Giungemmo ad una immensa superficie ghiacciata. Ebbi molta paura in questo posto deserto, e molte anime da me conosciute, tra le altre quella di mia madre, vennero a incoraggiarmi e mi accompagnarono per un pezzo di strada. Arrivammo ad un mulino che dovemmo attraversare. Le anime amiche, giunte fin qui, si ritirarono. La superficie ghiacciata scricchiolava sotto i miei piedi e l’acqua, che veniva sospinta dal mulino, era calda. Questo mulino era pieno delle anime dei governanti e altri grandi illustri di tutti i tempi e paesi. Costoro scontavano la loro pena per tutte le loro mancanze sulla terra. Facevano penitenza in questo luogo macinando una quantità di rospi, serpenti e altri animali velenosi e disgustosi, come anche oro e argento, che così passati scivolavano nell’acqua e, senza più danneggiare, ritornavano sulla terraferma. Queste persone lavoravano nel mulino come mugnai e dovevano adoperarsi sempre con la scopa per spazzare da sotto la macina gli innumerevoli insetti per non essere impediti nel lavoro. Essi si alternavano nel lavoro e dovevano inoltre distruggere gli odiosi insetti per non permetterne la propagazione. Una di queste persone parlò con me, dopo aver spazzato gli insetti in modo da permetterci di attraversare il mulino. Mi spiegò, avvicinandosi, che le persone là dentro, adibite a quel lavoro dovevano scontare una pena e rimanere in questo luogo finché la grande massa di ghiaccio non si fosse disciolta del tutto, mi disse pure che erano felici in quanto noi passando di là avremmo contribuito a far ritirare una piccola parte di questa massa di ghiaccio. Risalimmo e l’Arcangelo Michele volava sopra di me, mentre il cielo diveniva sempre più chiaro di un blu tenue. Il sole e gli altri astri mi apparivano adesso come dei volti umani. Mi guidò per tutta la terra e attraverso tutti i mondi celesti. Vidi innumerevoli giardini e la frutta con le sue caratteristiche. Spero che questi segreti mi restino ancora aperti in modo che possa trarne medicinali per guarire i devoti e la povera gente. Vidi cori di Santi e spesso, sparpagliati dappertutto, Santi con i simboli dei loro ordini religiosi e le loro caratteristiche individuali. Librando nell’aria giungemmo più in alto, in un mondo maestoso e indescrivibilmente meraviglioso che aveva le sembianze di una cupola gigantesca: la base era come un piano blu circondato da un anello di luce sul quale ce n’erano ancora altri nove. Su ognuno di questi si erigeva un trono e differenti cori di Angeli. Da ogni trono si innalzavano archi pieni di colori, frutta, pietre preziose e tutti gli infiniti doni di Dio. Questi archi tendevano verso l’alto e si intrecciavano tra di loro formando così una cupola sulla quale, in cima a tutto, c’erano tre altri scanni, oppure troni di Angeli. Al centro si trovava quello dell’Arcangelo Michele. Quest’ultimo si librava nell’aria, e depose il tabernacolo della Chiesa sulla cupola. 
 
I tre Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, si libravano intorno a tre dei nove archi. Nove cori angelici stavano sotto di loro. Quattro grandi Angeli alati e splendenti si muovevano in circolo intorno ai tre Arcangeli: Raphiel, Etophiel, Emmanuel e Salatiel. Essi sono gli Elohim, i curatori e gli elargitori delle abbondanti grazie di Dio che distribuiscono nella Chiesa nelle quattro direzioni di tutto il mondo ricevendo direttamente, queste Grazie di Dio, dai tre Arcangeli. I più spirituali, tra i tre Arcangeli, apparivano Raffaele e Gabriele, perché vestiti interamente di bianco, mentre Michele aveva un elmo con una cresta sul capo. La parte superiore del corpo era avvolta da un’armatura e cinta da legacci, la sua veste scendeva fino alle ginocchia come un grembiule increspato. In una mano aveva una lunga bacchetta con una croce e, sotto, una bandierina con l’effige di un agnello, nell’altra mano portava invece una spada fiammeggiante. Ai suoi piedi c’erano anche legacci. Più in alto, sopra questa cupola, potei vedere la Santissima Trinità rappresentata da tre figure: il Padre, come un vecchio supremo sacerdote, il quale porgeva al Figlio, alla sua destra, la sfera del mondo; il Figlio aveva la croce nell’altra mano. Alla sinistra del Padre c’era una figura alata splendente di luce. Intorno a loro sedevano, in circolo, 24 anziani su scranni. I Cherubini e i Serafini stavano con molti altri intorno al trono di Dio in permanenti canti di lode. Al centro, elevata un pò più sopra Michele, si trovava Maria circondata da innumerevoli anime luminose di Angeli e Vergini. La grazia di Gesù passava, attraverso Maria, ai tre Arcangeli. Ognuno dei tre Arcangeli irradiava tre doni divini su tre dei nove Cori degli Angeli, e questi, a loro volta, agivano di nuovo su tutta la natura e la storia. Quando il tabernacolo fu ben piazzato vidi come il medesimo, con l’aiuto della s. Vergine Maria e tutti i cieli, e con l’aiuto diligente degli Angeli si trasformava in una chiesa. Poi il tabernacolo crebbe ancora trasformandosi alla fine in una grande e splendente città piena di luci e colori, era la Gerusalemme celeste! La quale prese a scendere, attraverso un arco, lentamente e a tratti, sempre più in giù verso la terra. Non so come ciò potesse avvenire. 
 
Improvvisamente vidi venirmi incontro tanta gente che camminava capovolta, seguendo la rotazione della terra, in un secondo momento la vidi, invece, camminare con i propri piedi, verso la nuova Gerusalemme che prendeva il posto di quella terrestre. A questo punto la visione si interruppe ed io cadendo sempre più nell’oscurità mi mossi verso casa. In un’altra immagine vidi una battaglia grandiosa svolgersi sulla terra: gli uomini sparavano dalle macchie piene di soldati, tutto il campo di battaglia era avvolto dal fumo. Grandi città si scorgevano da lontano. Poi giunse san Michele con un grande esercito di Angeli e separò i litiganti quando proprio tutto sembrava perduto. Un capo potente ebbe un incontro con san Michele e in conseguenza vidi trionfare la pace. Buona preghiera a tutti.
 
Altare1
 
+ VANGELO (Lc 10,25-37) 
Chi è il mio prossimo? 
 
C - Il buon Samaritano è Gesù che discende dal Cielo per risanarci.
Solo San Luca riporta questa bellissima parabola, è uno dei racconti più commoventi del Nuovo Testamento. In essa Gesù ci indica che è nostro prossimo ogni persona che incontriamo e che la carità o bontà va vissuta con tutti.
È una parabola che richiede molto tempo per spiegarla dettagliatamente, sono tanti gli spunti che vi si trovano. Ho indicato Gesù come il buon Samaritano, mentre l’uomo che cadde in mano ai briganti è la figura dell’umanità ferita e spogliata dei suoi beni a causa del peccato originale e dei peccati personali.
Sant’Agostino a proposito scriveva: “Spogliarono l’uomo della sua immortalità e lo coprirono di piaghe, inclinandolo al peccato”.
I briganti della strada sono i diavoli, le passioni che incitano al male, gli scandali. 
Il levita che apparteneva a una tribù ebraica che aveva mansioni relative al culto nel Tempio, e il sacerdote ebreo che era una figura religiosa preposta all'esercizio del culto, passarono oltre l’uomo rimasto ferito nell’aggressione. 
In questo caso il levita e il sacerdote ebreo che non curarono il ferito sono simbolo dell’Antica Alleanza, incapaci di curare le ferite.
La locanda era il luogo dove tutti potevano trovare rifugio e rappresenta la Chiesa.
La parabola del buon Samaritano è in profonda armonia col comportamento di Gesù stesso, poiché tutta la sua vita sulla terra è stato un continuo avvicinarsi all’uomo per curare i suoi mali spirituali o materiali.
Noi dobbiamo avere la stessa compassione di Gesù verso tutti, così da non passare mai oltre quando ci imbattiamo nella sofferenza altrui.
Impariamo da Gesù ad avvicinarci, con sollecitudine, senza frettolosità, a chi, portando i segni evidenti della sua situazione infelice, sta chiedendo aiuto fisico o spirituale. Gesù vuole insegnarci che il nostro prossimo è ogni uomo che si trovi accanto a noi e abbia bisogno del nostro aiuto.
Il Maestro ci ha dato l’esempio di quello che dobbiamo fare anche noi. Questo Samaritano porta i nostri peccati e soffre per noi, porta il moribondo e lo conduce in albergo, cioè nella Chiesa, la quale accoglie tutti gli uomini, non rifiuta il suo soccorso a nessuno e nella quale tutti sono invitati da Gesù.
Incontriamo spesso persone ferite anche se apparentemente non lo mostrano. Le ferite possono essere molto diverse: traumi prodotti dalla solitudine, dalla mancanza di affetto, dalle necessità del corpo: fame, vestiti, casa, lavoro; la ferita profonda dell’ignoranza; piaghe nell’anima prodotte dal peccato, che la Chiesa guarisce nel Sacramento della Confessione.
Quando ci avviciniamo a chi soffre ed è nel bisogno, dobbiamo farlo con atti concreti di carità e partecipando di cuore, condividendo la sofferenza cui cerchiamo di porre rimedio. 
Dobbiamo avvicinarci a tutti nelle loro necessità spirituali e materiali, però, poiché la carità è ordinata, dobbiamo interessarci di chi ci è più vicino, perché Dio stesso li ha posti accanto a noi o perché Egli ha voluto, attraverso le circostanze della vita, che passassimo vicino a loro e ce ne prendessimo cura. Buona preghiera a tutti.
 
Caduta1
 
+ VANGELO (Lc 10,38-42) 
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore. 
 
D - San Luca nel suo Vangelo racconta che Gesù era diretto verso Gerusalemme, e qualche chilometro prima della città si fermò a riposare in casa di alcuni amici nel piccolo villaggio di Betania. Questo nome ci è familiare, sappiamo che si sono svolti episodi molto importanti e che qui il Signore risuscitò il fratello di Marta e Maria Maddalena, Lazzaro.
Erano tre fratelli per i quali Gesù manifestava una particolare predilezione, come si può costatare in altri passi del Vangelo Storico.
Gesù li amava particolarmente e si trovava a proprio agio nella loro casa, circondato da amici. Gesù è sempre contento di chi Lo ama. 
Per lungo tempo si è considerata Marta simbolo e immagine della vita attiva, così come Maria della vita contemplativa. 
Noi dobbiamo cercare di fondere questi due modi di vivere il Vangelo ed è facile. 
Non si può fare a meno di essere attivi durante la giornata, chi per il lavoro esterno e altri per i lavori nelle loro case, ma in ogni istante si può rimanere legati spiritualmente a Gesù Cristo offrendo a Lui le fatiche grandi e piccole, comunque tutto quello che si compie.
Inoltre, durante la giornata si hanno centinaia di occasioni per elevare la mente e il cuore verso il Cielo e ripetere atti di amore a Gesù, alla Madonna, ai Santi, senza dimenticare assolutamente il Padre, poco adorato e la preghiera dedicata a Lui, il Padre Nostro, viene recitata frettolosamente. 
Questi atti di amore o giaculatorie a Gesù e alla Madonna sono determinanti per tenere accesa la fiammella spirituale della nostra anima, è una fiamma di amore che permette di rimanere in comunione con Gesù e la Madonna e la persona, pur continuando a compiere lavori materiali o impegnata intellettualmente, dimora nei Loro Sacratissimi Cuori.
Non c’è più il modo di Marta che lavorava anche se per preparare buon cibo a Gesù, non c’è il modo di Maria Maddalena che rimaneva estasiata ai piedi del Signore e Lo adorava. Noi possiamo essere attivi mentre contempliamo con l’anima Dio, ed essere contemplativi mentre, oltre all’adorazione di Dio, facciamo intensamente delle preghiere che infiammano il cuore.
Nell’esistenza del cristiano non possono esserci due vite parallele, da una parte, la vita cosiddetta “spirituale”, coi suoi valori e le sue esigenze; e dall’altra, la vita cosiddetta “secolare”, ossia la vita di famiglia, di lavoro, dei rapporti sociali, dell’impegno politico e della cultura.
Tutti i vari campi della vita laicale rientrano nel disegno di Dio, che li vuole come “luogo storico” del rivelarsi e del realizzarsi della carità di Gesù a gloria del Padre e a servizio dei fratelli.
Ogni attività, ogni situazione, ogni impegno concreto, sono occasioni provvidenziali per un continuo esercizio della Fede, della Speranza e della Carità.
Questo riguarda la competenza e la solidarietà nel lavoro, l’amore e la dedizione nella famiglia e nell’educazione dei figli, il servizio sociale e politico, la proposta della verità nell’ambito della cultura. Buona preghiera a tutti.
 
Acquev
 
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