Pilar
 
15/12/2018
 
Catechesi N. 241
 
A - I discepoli non riuscivano a comprendere le parole di Gesù per la loro poca spiritualità. Anche oggi i suoi insegnamenti sono difficili da capire per la mancanza di una solida formazione spirituale e di alcune caratteristiche indispensabili per penetrare nella profondità del cuore di Cristo.
B - Tutti noi cristiani siamo chiamati a diventare luce che illumina le tenebre di questo mondo. Chi segue Gesù è colui che tiene accensa la lampada della Fede e si rifiuta di seguire una società senza Dio.
C - Gesù sottolinea in modo deciso l’importanza di compiere la Volontà di Dio e lo fa con la seguente affermazione: Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.  
D - Cito molto spesso Padre Pio e conosco molto della sua vita. Definirlo un gigante di santità è riduttivo, allora bisogna che ognuno scopra questa elevata figura, approfondendo la sua vita. 
 

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Moltobellad
 
+ VANGELO (Mc 9,30-37) 
Il Figlio dell’uomo viene consegnato… Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti. 
 
A - I discepoli non riuscivano a comprendere le parole di Gesù per la loro poca spiritualità. Anche oggi i suoi insegnamenti sono difficili da capire per la mancanza di una solida formazione spirituale e di alcune caratteristiche indispensabili per penetrare nella profondità del cuore di Cristo.
Gesù prende come esempio un bambino e indica in lui la principale caratteristica del suo vero seguace: la piccolezza intesa come semplicità. La semplicità indica la purezza, la genuinità, la lealtà, la sincerità, la spontaneità.
Altra caratteristica del bambino è la fiducia piena, totale in colui che gli è genitore. 
Un bimbo si affida totalmente e non ha dubbi sulla bontà di chi ogni giorno si prende cura di lui; tutto spera proprio perchè si fida.
Questo è un atteggiamento fondamentale per chi vuole amare il Signore e il Signore si dona completamente, spalanca le porte del suo Cuore per accogliere l’anima che in Lui si abbandona ciecamente. Tutto ottiene chi sa amare con la semplicità e la fiducia di un bambino. Facciamoci dunque piccoli ….. chiediamo insistentemente alla VERGINE SANTA di donarci il cuore limpido di un bambino e di togliere dal nostro tutti quegli strati di peccati che come nero catrame incrostano e anneriscono l’anima; primo fra tutti l’orgoglio. Chi è orgoglioso e pieno di sé, di amor proprio, di superbia, di arroganza, di presunzione …..
Poi tutti quegli attaccamenti peccaminosi che ognuno porta dentro di sé: la vanità, la vanagloria, la sete di possedere, di apparire, di dominare, di soddisfare ogni piacere….. ABBIAMO IL CUORE PIENO DI TUTTO, MA VUOTO DI DIO!!! Questo è il dramma della nostra vita, delle nostre famiglie, della società ….. del mondo intero!!!
Nulla però è impossibile a Dio, quindi, se lo vogliamo, con il suo aiuto, e il nostro impegno costante possiamo liberare il cuore da tantissime cose inutili e rinascere spiritualmente a una vita nuova, una vita gioiosa e serena. 
Lo Spirito Santo ci aiuterà con la sua Luce e i suoi doni a scoprire chi è veramente Gesù facendo cadere dai nostri occhi la coltre di tenebre che non permetteva di vedere correttamente la realtà.
Nel Vangelo di oggi rilevo tre tematiche che traccio brevemente. La prima riguarda la Passione e Morte di Gesù. Egli ancora una volta ripete ai Discepoli l’annunciò che li lascia sgomenti: «E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’Uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente». 
Come si legge, la sofferenza e il rifiuto sono stati presenti nella vita del Signore.  Chi di noi può pretendere una vita senza dolore???
La seconda tematica l’ho spiegata all’inizio ed è la mancata comprensione delle parole di Gesù. I discepoli non capivano, alcuni forse avevano timore di capire bene il significato, ma non avevano la forza di abbandonare le proprie sicurezze. 
Quando non si comprende la Parola di Gesù si rimane bloccati alle proprie convinzioni, al proprio modo di pensare che si ritiene infallibile.
Da qui scaturiscono errori su errori, valutazioni sempre opposti alla verità, giudizi avventati ecc. 
Noi siamo fortunati perché conosciamo il Vangelo e vogliamo viverlo, sappiamo che è impegnativo, ma non ci abbattiamo; la speranza ci spinge e l’aiuto della Madonna ci avvicina sempre più a Gesù. Siamo fortunati per avere la Fede nel Dio vero, ma spesso non ce ne rendiamo conto, non riflettiamo su questo privilegio, né   sulla disgrazia di quanti non hanno la Fede.
La terza tematica ci arriva da questa domanda di Gesù: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?”. Una domanda simile la pose anche ai discepoli di Emmaus mentre ritornavano tristi a casa, immersi nelle loro convinzioni sbagliate. 
Questa domenica Gesù chiede anche a noi di che cosa parliamo durante la giornata.
Ci sorprende questa riflessione, però è importante verificare quali argomenti trattiamo nella giornata. Si parla molto, c’è chi parla saggiamente e chi avventatamente, chi parla per scaricare le tensioni e chi per curiosità. Nella maggior parte dei casi si parla sempre di cose inutile che non servono per l’edificazione dello Spirito, anzi sono addirittura dannose.
Quasi mai infatti gli argomenti trattano di Gesù, del Paradiso, dell’aldilà, della gioia che si acquisisce seguendo il Vangelo. Questi argomenti sono poco presenti o completamente assenti.
La giornata comprende tanti aspetti della vita di cui bisogna occuparsi, quindi si deve parlare di molte cose, diciamo umane e non se ne può fare a meno, però  l’assenza di una buona spiritualità conduce il credente a parlare solo delle cose del mondo e questo è un grave errore.
Se ci consideriamo discepoli sinceri di Gesù, chiediamoci di che cosa parliamo durante le nostre giornate. Cerchiamo di fare buon uso delle parole perché di ognuna di esse dovremo rendere conto a Dio. 
 La Vergine Santissima ci aiuti a creare sempre dialoghi costruttivi in famiglia, sul lavoro, tra gli amici e con tutti. Buona preghiera a tutti.
 
Raggisdt
 
+ VANGELO (Mt 9,9-13) 
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. 
 
B - Tutti noi cristiani siamo chiamati a diventare luce che illumina le tenebre di questo mondo. 
Chi segue Gesù è colui che tiene accensa la lampada della Fede e si rifiuta di seguire una società senza Dio.
Questo fece San Matteo, un pubblicano disprezzato da tutti perché, essendo esattore delle tasse, estorceva molto denaro ai cittadini. Era benestante proprio per questo, ma viveva nelle tenebre e nell’insoddisfazione. 
Quanti di noi oggi vivono insoddisfatti e non cercano la soluzione dei loro problemi in Gesù? 
Non tutti quelli che vivono nelle tenebre comprendono infatti che la causa dell’insoddisfazione è la lontananza da Gesù, è il vuoto interiore, è il pianto dell’anima che geme perché si ritrova priva del suo Creatore. I peccatori rimangono in questo stato di desolazione perché non comprendono che quel vuoto interiore può essere riempito.
Questo invece lo comprese San Matteo, ma non fu semplice la sua conversione perché come tutte le conversioni richiede un travaglio interiore. C’è sempre un percorso da compiere, un distacco da tante cose mondane che diventano un peso quando si incontra Gesù e si assapora la vera pace.
Capire il senso della vita è la spinta interiore che conduce il credente a vivere per santificarsi, cercando di praticare il Vangelo in ogni occasione.
San Matteo da tenebra divenne luce dopo l’incontro con Gesù. Qui però occorre sottolineare un concetto importante. Molti pensano di essere in comunione con Gesù perché recitano molte preghiere vocali. Non sono queste a stabilire una vera comunione con Gesù, se non c’è l’amore sincero e costante verso la sua Persona e il desiderio di compiere la sua Volontà.  
Le preghiere vocali acquistano quindi grande importanza se esiste l’amore autentico per Gesù.
Anche San Matteo ha percorso il cammino della purificazione interiore e con coraggio e grande determinazione di Fede ha abbandonato tutti i suoi beni e la sua professione per seguire il Maestro. Gesti coraggiosi i suoi, che si possono compiere quando una forza superiore a quella umana guida la persona verso il cammino della santità, verso la vera realizzazione della vita che è soprattutto la conoscenza del Signore e la pratica dei suoi insegnamenti. Chi conosce Gesù e Lo ama, scopre una nuova vita.
Come San Matteo anche noi possiamo smettere di rincorrere con bramosia i beni materiali perché questo affanno ci schiaccia, ci rende nervosi, ci sottrae il gusto   autentico della vita e la serenità. 
Impegniamoci adesso nel lasciare tutto ciò che è veramente superfluo, perché alla fine dovremo comunque lasciare tutto. Buona preghiera a tutti.
 
Moltissimo
 
+ VANGELO (Lc 8,19-21) 
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica. 
 
C - Gesù sottolinea in modo deciso l’importanza di compiere la Volontà di Dio e lo fa con la seguente affermazione: Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.  
Parole queste che a prima vista sembrano indelicate nei confronti di Maria; mentre per chi ha una spiritualità ben formata intuisce che tali parole sono invece una Lode squisita nei confronti della Vergine Santa perché nessuno come Lei ha adempiuto in modo perfetto la volontà del Padre.
Vediamo invece ora se la Parola di Dio è viva nelle famiglie di oggi. Abbiamo visto nei giorni scorsi che in famiglia si parla di tutto tranne che di Gesù e del Vangelo, mentre in poche famiglie c’è ancora sussiste ancora la recita del Santo Rosario fatto insieme.
Le giornate trascorrono tra preoccupazioni umane, lavoro per chi lo conserva ancora, impegni familiari, passatempi e altre distrazioni. 
Quando ci si ricorda di Gesù e della Madonna e gli apriamo il nostro cuore, parlando loro come si parla agli amici più cari?
Tranne pochi credenti autentici che hanno scoperto nel Signore il vero Tesoro della vita, Gesù, tutti gli altri si accontentano di poco, o meglio, si convincono di avere fatto moltissimo con il minimo… Questo succede anche ai Sacerdoti, a quanti ricoprono cariche di responsabilità e se la Grazia di Dio non riesce a irrompere nei loro cuori continueranno a pregare poco impegnandosi invece molto nelle attività.
Le opere buone sono molto importanti per vivere la propria Fede, ma tutto deve partire dall’Amore per Cristo perché si possono compiere anche opere buone per puro   compiacimento personale.
È la preghiera prolungata e contemplativa a trasformare il credente e a permettergli di assimilare gli stessi sentimenti di Gesù.
I Sacramenti sono molto importanti perché donano la Grazia, ma la Grazia come potrà sostenerla il credente che non prega molto e non medita sulle Verità del Vangelo? Come potrà ricevere le Grazie che richiede se non prega molto e bene?
La Vergine Santa è la nostra Maestra di preghiera per eccellenza! 
Chi si mette alla sua scuola cambia vita e mentalità; pian piano si distacca da tutte quelle cose che prima considerava indispensabili, ma che in realtà non lo erano. Tale distacco avviene anche per quanto riguarda i vizi e tutti i peccati mortali. 
 Si potrà ancora peccare, ma per debolezza e non per amore al peccato.
Dobbiamo recitare ogni giorno più Corone del Santo Rosario e offrirle alla Madonna, poi Ella provvederà a donarci quanto occorre a noi e ai nostri familiari. Sarà sempre pronta a proteggerci e a illuminarci verso le scelte, migliori. 
 Consacriamoci ogni giorno al suo Cuore Immacolato e amiamola tanto così renderemo contenta questa dolcissima Mamma che tanto ha sofferto per noi. Buona preghiera a tutti.
 
Recuore
 
+ VANGELO (Lc 9,1-6) 
Li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire gli infermi. 
 
D - Cito molto spesso Padre Pio e conosco molto della sua vita. Definirlo un gigante di santità è riduttivo, allora bisogna che ognuno scopra questa elevata figura, approfondendo la sua vita. 
Potrei tracciare una biografia puntando essenzialmente sulle sue virtù, e lo faccio di frequente nelle Catechesi, quindi in questa Catechesi inserisco un profilo scritto da Maria Di Lorenzo, per conoscere in poche righe Padre Pio.
«Quando muore, il 23 settembre 1968, a 81 anni, le stimmate scompaiono dal suo corpo e, davanti alle circa centomila persone venute da ogni dove ai suoi funerali, ha inizio quel processo di santificazione che ben prima che la Chiesa Lo elevasse alla gloria degli altari, Lo colloca nella devozione dei fedeli di tutto il mondo come uno dei Santi più amati dell’ultimo secolo. 
Francesco Forgione era nato a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. I suoi genitori, Grazio e Giuseppa, erano poveri contadini, ma assai devoti: in famiglia il Rosario si pregava ogni sera in casa tutti insieme, in un clima di grande e filiale fiducia in Dio e nella Madonna. 
Il soprannaturale irrompe assai presto nella vita del futuro Santo: fin da bambino egli riceveva visite frequenti di Gesù e Maria, vedeva demoni e Angeli, ma poiché pensava che tutti avessero queste facoltà non ne faceva parola con nessuno. 
Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio da Pietrelcina. 
Diventa Sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Vuole partire missionario per terre lontane, ma Dio ha su di lui altri disegni, specialissimi. 
I primi anni di sacerdozio sono compromessi e resi amari dalle sue pessime condizioni di salute, tanto che i superiori Lo rimandano più volte a Pietrelcina, nella casa paterna, dove il clima gli è più congeniale. 
Padre Pio è malato assai gravemente ai polmoni. I medici gli danno poco da vivere. Come se non bastasse, alla malattia si vanno ad aggiungere le terribili vessazioni a cui il demonio Lo sottopone, che non lasciano mai in pace il povero frate, torturato nel corpo e nello spirito. 
Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel convento di Santa Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di mediatore di miracoli e apostolo del confessionale. 
Un numero incalcolabile di uomini e donne, dal Gargano e da altre parti dell’Italia, cominciano ad accorrere al suo confessionale, dove egli trascorre anche quattordici-sedici ore al giorno, per lavare i peccati e ricondurre le anime a Dio. 
È il suo ministero, che attinge la propria forza dalla preghiera e dall’altare, e che Padre Pio realizza non senza grandi sofferenze fisiche e morali. 
Il 20 settembre 1918, infatti, il cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Padre Pio viene visitato da un gran numero di medici, subendo incomprensioni e incalcolabili calunnie per le quali deve sottostare a infamanti ispezioni canoniche.
Il frate delle stimmate si dichiara “figlio dell’obbedienza” e sopporta tutto con serafica pazienza. Infine, viene anche punito e limitato nell’espletamento del ministero sacerdotale e solo dopo diversi anni, prosciolto dalle accuse calunniose, può essere riabilitato e ritornare a svolgere il ministero sacerdotale pubblicamente. 
La sua celletta, la numero 5, portava appeso alla porta un cartello con una celebre frase di S. Bernardo: “Maria è tutta la ragione della mia speranza”. Maria è il segreto della grandezza di Padre Pio, il segreto della sua santità. 
A Lei, nel maggio 1956, dedica la “Casa Sollievo della Sofferenza”, una delle strutture sanitarie oggi più qualificate a livello nazionale e internazionale, con 70.000 ricoveri l’anno, attrezzature modernissime e collegamenti con i principali istituti di ricerca nel mondo. 
Negli anni ‘40, per combattere con l’arma della preghiera la tremenda realtà della seconda guerra mondiale, Padre Pio diede avvio ai Gruppi di Preghiera, una delle realtà ecclesiali più diffuse attualmente nel mondo, con oltre duecentomila devoti sparsi in tutta la terra. Con la “Casa Sollievo della Sofferenza” essi costituiscono la sua eredità spirituale, il segno di una vita tutta dedicata alla preghiera e contrassegnata da una devozione ardente alla Vergine. 
Da Lei il frate si sentiva protetto nella sua lotta quotidiana col demonio, il “cosaccio” come lo chiamava, e per ben due volte la Vergine lo guarisce miracolosamente, nel 1911 e nel 1959. In quest’ultimo caso i medici Lo avevano dato proprio per spacciato quando, dopo l’arrivo della Madonna pellegrina di Fatima a San Giovanni Rotondo, il 6 agosto 1959, Padre Pio fu risanato improvvisamente, tra lo stupore e la gioia dei suoi devoti. 
“Esiste una scorciatoia per il Paradiso?”, gli fu domandato una volta. 
“Sì”, lui rispose, “è la Madonna”. 
“Essa -diceva il frate di Pietrelcina- è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni”. 
Esortava sempre i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l’umiltà, la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità. “Vorrei avere una voce così forte -diceva- per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna”. 
Lui stesso aveva sempre la Corona del Rosario in mano. 
Lo recitava incessantemente per intero, soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghiera -diceva Padre Pio- è la nostra Fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”. 
Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”. 
Intorno alla sua figura in questi anni si sono scritti molti fiumi di inchiostro. Un incalcolabile numero di articoli e tantissimi libri; si conta che approssimativamente sono più di 200 le biografie a Lui dedicate soltanto in italiano. 
“Farò più rumore da morto che da vivo”, aveva pronosticato Lui con la sua solita arguzia. 
Quella di Padre Pio è veramente una “clientela” mondiale. 
Perché tanta devozione per questo San Francesco del ‘900? È stato spiegato così: “Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio -come un giorno correva dietro a Francesco d’Assisi- è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l’amore a Gesù e al prossimo”». Buona preghiera a tutti.
 
Miraculus
 
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