Pastorellitf

10/11/2018

Catechesi N. 236
 
A - Questa domenica il Vangelo ci presenta un chiarimento tra Gesù e i suoi più intimi Apostoli, dopo che “molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui”. Ognuno aveva una giustificazione umana per nascondere l’incapacità di osservare i Comandamenti e di lasciare una vita di peccato.
B - La necessità di coltivare sempre la vita spirituale è il normale impegno di un buon cristiano. Non si chiede nulla di straordinario e di impossibile, si tratta solo di essere coerenti  con la scelta fatta.
C - Il richiamo che fa Gesù è sempre attuale, oggi lo è di più considerando i tempi tribolati in cui stiamo vivendo. Il significato del suo discorso è molto semplice: ci invita a preoccuparci della vita interiore piuttosto che curare l’immagine esteriore. 
D - Fra le righe di questo brano evangelico troviamo il messaggio della speranza. Chi confida pienamente in Gesù non resterà deluso.
Nella prima lettura è il Profeta Isaia ad annunciare il tempo in cui Dio stesso interverrà e darà ai suoi adoratori quanto necessita: 
 
 
Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.
Tutti i venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario, ore 21 funzione dei Malati tutto in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione.
Lunedì 12 Novembre ore 21 Mons. Sergio Ubbiali terra la Catechesi sulla Genesi.
Domenica 18 Novembre Castagnata con gli Alpini di Lissone. L'Associazione apre ore 10, ore 11 Lodi, ore 12,30 pranziamo insieme. Ore 15,30 Messa di Guarigione.
Sabato 24 Novembre ore 15,30 Santa Messa di Guarigione celebra don Marcello Stanzione.
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GiuseppeCoper
 
+ VANGELO (Gv 6,60-69) 
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. 
 
A - Questa domenica il Vangelo ci presenta un chiarimento tra Gesù e i suoi più intimi Apostoli, dopo che “molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui”. Ognuno aveva una giustificazione umana per nascondere l’incapacità di osservare i Comandamenti e di lasciare una vita di peccato.
Gesù però li lasciava liberi di seguire i suoi insegnamenti o di percorrere la strada della perdizione. Gesù sempre invita, ma non obbliga mai.
In effetti, la dichiarazione che Gesù aveva fatto di se stesso, di essere cioè vero Cibo per la Salvezza del mondo aveva lasciato sbigottiti molti presenti. Erano scandalizzati e anche confusi, perché, se da un lato le opere compiute del Signore erano grandiose, dall’altro un’affermazione di questo genere sembrava inconcepibile. Coloro che la consideravano tale erano in malafede, avevano la malizia nel cuore, non volevano lasciare la loro vecchia mentalità e attaccavano Gesù con pretesti inutili.
La dottrina del Signore era ineccepibile, bisognava però accettarla con Fede, non con ragionamenti umani guidati spesso da pensieri frutto di negatività. Da duemila anni si ripete sempre questa ribellione alle parole di Gesù, tanto che negli ultimi decenni molti teologi si sono sentiti autorizzati a modificare il Vangelo Storico e a interpretarlo in modo umano.
Gesù li lascia fare… lascia liberi tutti di violare la sua Parola, ma cosa aspetta questi teologi che volutamente Lo tradiscono?
Il bello del Cristianesimo è che si segue il Signore non per paura, ma per amore.
Gesù però è stato chiaro e ha precisato cosa attende coloro che fine all’ultimo istante lo rinnegano. Nel corso di questi duemila anni di cristianesimo anche la Madonna è apparsa molte volte per metterci in guardia dai pericoli che corre l’umanità che ostinatamente si ribella al suo Creatore.
Ha annunciato le tribolazioni che ci attendono proprio a causa dell’immoralità dilagante. 
Le tribolazioni descritte nell’Apocalisse sono sette, chi vuole approfondirle non ha che da leggere.
Questo è il momento per dedicare maggiore tempo alla preghiera giornaliera e alla riflessione personale. Tutto passa sulla scena di questo mondo e nulla gli uomini porteranno nell’aldilà, se non i meriti acquistati vivendo nell’onestà e nella verità.
Anche a causa della crisi economica, il mondo ha perduto la bussola e Gesù oggi chiarisce: “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla”. Non sono le cose materiali che possono dare la vera felicità, è il suo Spirito a ricolmarci della vera pace e della vera gioia.
Nel Vangelo di questo giorno Gesù sollecita nei discepoli un’adesione esplicita. Gesù gioisce nel vedere i suoi seguaci fervorosi, fedeli alla sua Parola, impegnati nel mondo a diffondere la Fede in Lui. Ma a causa delle molteplici occupazioni dovute la ritmo frenetico di questa società, sono in molti a non aiutare il Signore nell’opera di salvezza.
Gesù ripete anche ai cristiani indifferenti e poco interessati alla sua Persona: “Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”.
Si riferiva a quelli che non credevano ai suoi miracoli e Lo seguivano per curiosità. Quale profitto potevano averne?
“Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano”. 
Eppure Gesù rimase sempre amorevole con essi e desiderava il loro bene, non pensava ad altro che alla loro salvezza eterna.
Se le parole di Gesù sul mistero eucaristico apparvero difficili da accettare, si dimostrarono poi assolutamente veritiere. 
Così i veri seguaci di Gesù si riconoscono quando annunciano l’evento di fatti futuri inimmaginabili che poi puntualmente si realizzano.  
Con le parole si costruiscono solo fantasie, sono i fatti a provare l’autenticità del vero seguace di Gesù Cristo, come per esempio San Pio, San Giovanni Bosco o la Beata Emmeric per citarne alcuni. Tutto quello che preannunciarono si realizzò perfettamente, anche quelle profezie che agli ascoltatori presenti sembravano follie, soprattutto quelle della Beata Emmeric dove si afferma che sarebbe sorta una Chiesa stravagante in cui si mangiava, si beveva  e si ballava.
Gli Apostoli e gli altri discepoli che credettero in Gesù, vennero premiati dalla Grazia di Dio perché avevano agito animati da molta Fede. Che sarebbe stato di loro senza Gesù? Dove avrebbero orientato i loro passi? Chi avrebbe colmato le ansie del loro cuore? La vita senza Cristo, allora come oggi, non ha senso.
Tanti che camminavano nell’oscurità, quando incontrarono Gesù hanno visto aprirsi innanzi a loro una via sicura che li avrebbe condotti al Cielo. Così è anche per    noi, quando incontriamo Gesù tutto acquista un significato diverso; anche la libertà servirà per indirizzarci verso l’obiettivo più importante da raggiungere: LA SALVEZZA ETERNA DELL’ANIMA!!! 
Purtroppo per molti essere liberi significa seguire gli impulsi o gli istinti, lasciarsi trascinare dalle passioni o da un piacere momentaneo.
Se abbiamo scelto Gesù, se Lui è il vero fine del nostro agire, consideriamo un bene immenso tutto ciò che a Lui ci avvicina.
Tutti noi abbiamo bisogno di restare accanto a Gesù, da Lui arriva la Grazia che eleva l’anima e porta alla mente pensieri buoni e santi. Buona preghiera a tutti.
 
Giusgig 
 
+ VANGELO (Mt 24,42-51) 
Tenetevi pronti
 
B - La necessità di coltivare sempre la vita spirituale è il normale impegno di un buon cristiano. Non si chiede nulla di straordinario e di impossibile, si tratta solo di essere coerenti  con la scelta fatta.
L’anima può essere accesa di fuoco spirituale o spenta. Il cristiano autentico è colui che veglia incessantemente perché mai si spenga in lui la vivificante fiamma dell’Amore Divino. 
La vita spirituale va dunque rinvigorita ogni giorno con la rinuncia verso tutto ciò che ci allontana da Dio, oltre all’impegno di una preghiera umile e costante. Ovviamente solo la preghiera non è sufficiente infatti può essere una preghiera vuota, fatta per abitudine o utilizzata quasi per scaramanzia.
C’è infatti chi, pur pregando, può commettere peccati di irreligione, ciò è spiegato il Catechismo della Chiesa al numero 2118: “Il primo Comandamento di Dio condanna i principali peccati di irreligione: l'azione di tentare Dio, con parole o atti, il sacrilegio e la simonia”.
Si parla di tentare Dio, un’affermazione un po strana che per qualcuno può sembrare una novità. Sempre il Catechismo al numero 2119 spiega con facilità la reale possibilità per un credente di tentare Dio anche quando prega.  
«L'azione di tentare Dio consiste nel mettere alla prova, con parole o atti, la sua bontà e la sua Onnipotenza. È così che satana voleva ottenere da Gesù che si buttasse giù dal Tempio obbligando Dio, in tal modo, ad intervenire. Gesù gli oppone la Parola di Dio: “Non tenterai il Signore Dio tuo” (Dt 6,16). La sfida implicita in simile tentazione di Dio ferisce il rispetto e la fiducia che dobbiamo al nostro Creatore e Signore. In essa si cela sempre un dubbio riguardo al suo Amore, alla sua Provvidenza e alla sua Potenza”.
Si prega male quando non c’è un’adeguata preparazione spirituale, quando la preghiera è veloce, superficiale e distratta. Infatti se non c’è il pensiero rivolto a Gesù, chi si prega? Se manca il desiderio di compiere la Volontà di Dio, di ringraziare Gesù e di amare la Madonna come nostra Madre, che senso ha la preghiera?
Tutto il Vangelo è un invito a rimanere desti, vigilanti e all’erta davanti al nemico che non riposa, pronti ad accogliere la venuta del Signore, che non sappiamo quando verrà. Il Signore ci mette in guardia in molti modi, con varie parabole, contro la trascuratezza, la pigrizia e la mancanza di amore. 
Un cuore che ama è un cuore che vigila su se stesso e sugli altri.
Dio ci raccomanda di vegliare su coloro ai quali ci legano particolari vincoli di Fede, di parentela, di amicizia.
Occorre vigilare sempre, essere all’erta e allontanare il sonno della tiepidezza. 
Lo saremo se lotteremo contro quegli aspetti che ci sono stati indicati nella direzione di un buon sacerdote, se faremo un “esame di coscienza giornaliero” per combattere tutte le nostre tendenze peccaminose. Teniamo ben presente che in una società come la nostra sono tantissimi i pericoli che insidiano la nostra vita, dunque ….. MANTENIAMOCI SEMPRE IN GRAZIA DI DIO PERCHE’ NON SAPPIAMO NE’ IL GIORNO NE’ L’ORA IN CUI DOVREMO COMPARIRE DINNANZI AL GIUDICE ETERNO!!! Questa è la cosa più importante perché CHI PERDE IL PARADISO HA VISSUTO INVANO!!! Buona preghiera a tutti.
 
Bianconemf
 
+ VANGELO (Mt 23,23-26) 
Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. 
 
C - Il richiamo che fa Gesù è sempre attuale, oggi lo è di più considerando i tempi tribolati in cui stiamo vivendo. Il significato del suo discorso è molto semplice: ci invita a preoccuparci della vita interiore piuttosto che curare l’immagine esteriore. 
La dignità della persona si evidenzia dagli atti esteriori, ma gli atti esteriori hanno valore solo se sono sinceri, autentici, se partono dal cuore. In caso contrario cadiamo nell’ipocrisia. 
L’ipocrisia è dunque mostrare esteriormente un atteggiamento falso che non corrisponde all’interiorità. Quante persone si fingono amiche fanno tanti sorrisi,    pronunciano  belle parole e poi hanno il cuore pieno d’invidia e pieno d’odio. Oppure quanti cercano di mostrarsi in pubblico come persone “per bene” e poi nella vita privata commettono i più vergognosi peccati.
La condanna di Gesù è stata gravissima: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza”.
L’invito che oggi ci propone Gesù è l’impegno interiore a ripulire l’anima dalle miserie umane, dalle debolezze che si possono superare con la rinuncia, con il   controllo dei pensieri e delle parole che si pronunciano. 
Occorre confessarsi spesso e riproporsi un serio cammino di conversione. Sono troppi coloro che conducono una vita dissipata sperperando i talenti che Dio concede e di cui si dovrà rendere conto.
L’anima dissipata è un danno enorme, il credente ricerca sempre i piaceri del mondo, non riflette sulle conseguenze disastrose soprattutto all’interno delle famiglie. 
All’interno di una famiglia dovrebbe regnare l’Amore di Dio, che porta la vera gioia e la pace, mentre oggi assistiamo a contrasti e lotte familiari per cose di poco conto, fino ad arrivare sempre più spesso, ad omicidi assurdi. È l’orgoglio che acceca la mente e confonde, eliminando il rispetto tra i coniugi, tra genitori e figli e viceversa.
Se i genitori non danno il buon esempio, i giovani che scoprono la delusione della vita futile, si sentono autorizzati a ripetere: “Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!”. Questo monito vale soprattutto per i Sacerdoti, è valido per ogni formatore di ogni ambiente sociale, anche nel mondo ateo. 
I professori atei invece di ripetere come litanie le accuse contro Dio e la Chiesa, dovrebbero mostrare agli studenti come deve vivere una persona perbene. E mostrare esempi edificanti di verità, onestà, amicizia, giustizia e bontà.
Le parole del Vangelo ci dicono che dobbiamo essere sempre giusti. Vivere la giustizia verso il prossimo è ben di più che il semplice non recargli danno, e non è sufficiente, per adempierla, lamentarsi di fronte alle tante situazioni di ingiustizia. 
I lamenti sono sterili se non si traducono in una maggiore preghiere e in opere buone per porre rimedio alle infinite necessità dei fratelli. Buona preghiera a tutti.
 
Caterinads
 
+ VANGELO (Mc 7,31-37) 
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
 
D - Fra le righe di questo brano evangelico troviamo il messaggio della speranza. Chi confida pienamente in Gesù non resterà deluso.
Nella prima lettura è il Profeta Isaia ad annunciare il tempo in cui Dio stesso interverrà e darà ai suoi adoratori quanto necessita: 
“Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi”.
Il Profeta annuncia con la venuta del Messia grandi prodigi che si compiranno pienamente:
“Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua”.
Con la venuta di Cristo l’uomo intero viene risanato e le fonti inesauribili della Grazia trasformano il mondo in una nuova creazione.
Il Signore Gesù ha trasformato tutto e specialmente le anime.
La guarigione del sordomuto che ci presenta il Vangelo di oggi, è l’esempio che chi si avvicina a Gesù comincia ad ascoltare correttamente e senza più fantasticare, inoltre comincia a parlare un linguaggio nuovo, improntato sulla verità e sull’onestà.
Gesù portò in disparte l’uomo che non parlava e non sentiva. Questa azione del Signore fu resa possibile per la docilità del sordomuto, anche se furono altri ad accompagnarlo. Gesù agisce in quelle persone che desiderano veramente farsi toccare nell’anima da Lui, altrimenti, se non c’è questo desiderio, la preghiera del credente rimane inattiva. 
Non ha molto valore la preghiera quando si vive nel disordine morale intenzionale. I peccati commessi per debolezza devono essere presi in esame per cercare in tutti i modi di evitarli con un impegno serio e costante.
Gesù portò in disparte il sordomuto per allontanarlo dalla presenza di molte persone che lo distraevano e per mostrare ai presenti che Lui era il guaritore. In questo miracolo Gesù pose le dita negli orecchi e gli toccò la lingua con la saliva. Poi, Gesù guardando verso il Cielo, gli disse: “Effatà”, cioè “Apriti”. 
Subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e il sordomuto ora parlava correttamente.
Le dita significano la potenza dell’azione divina; alla saliva veniva attribuita una certa efficacia nell’alleviare le ferite. Anche se erano state le sue parole a operare la guarigione, Gesù ha voluto, come in altre circostanze, utilizzare elementi materiali visibili che in qualche modo significassero l’azione più profonda che i Sacramenti avrebbero esercitato sulle anime.
Nella guarigione realizzata dal Signore possiamo vedere rappresentata la sua azione nelle anime: 
libera l’uomo dal peccato, 
apre le sue orecchie perché ascolti la Parola di Dio 
e scioglie la sua lingua perché lodi e proclami le meraviglie divine!
Esiste una sordità nell’anima peggiore di quella del corpo, dato che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Molti sono coloro che hanno gli orecchi chiusi alla Parola di Dio, e molti sono anche coloro che rimangono sempre più insensibili alle innumerevoli chiamate alla Grazia. 
Sarà il nostro apostolato paziente, perseverante, unito alla preghiera a far sì che molti nostri amici ascoltino la Parola di Dio e si trasformino in nuovi apostoli disposti a diffonderla in ogni luogo. È uno dei mandati che riceviamo nel Battesimo. Buona preghiera a tutti.
 
Nottebela
 
Madonna Orione
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