20/10/2018
Catechesi N. 234
A - Il capitolo 6 di San Giovanni è molto importante per la rivelazione sconvolgente che Gesù fa di se stesso. Egli proclama di essere vero Cibo, Carne e Sangue per la salvezza delle anime; queste parole hanno procurato profondo turbamento nei presenti perché tutto potevano aspettarsi, ma non una simile affermazione.
B - Dopo aver benedetto alcuni bambini Gesù partì dal luogo dove si trovava e mentre era per strada gli si avvicinò un giovane che gettandosi in ginocchio gli domandò: “Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?”. Una domanda legittima e spirituale, pronunciata poi da un giovane non poteva che suscitare grande ammirazione in chi lo ascoltava.
C - Gesù e gli Apostoli videro allontanarsi il giovane ricco che non aveva voluto abbandonare le sue ricchezze per seguire il Maestro. Lo videro partire con la tristezza tipica di chi si accorge di non saper corrispondere al volere divino.
È la tristezza che provano tanti credenti di oggi che non seguono più Dio e vivono nella confusione.
D - Gesù vuole spiegare il mistero dell’azione della Grazia nelle anime e racconta la parabola del seminatore. A tutti quelli che ascoltavano era noto come si lavoravano i campi nelle terre della Palestina. «Il seminatore uscì a seminare la sua semente».
Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.
Tutti i venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario, ore 21 funzione dei Malati tutto in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione.
Domenica 18 Novembre Castagnata con gli Alpini di Lissone. L'Associazione apre ore 10, ore 11 Lodi, ore 12,30 pranziamo insieme. Ore 15,30 Messa di Guarigione.
Cliccare sotto il link per collegarsi in diretta.
Iscrivetevi al canale YouTube e condividete la nostra pagina Facebook con i vostri amici.
Cliccare sotto per ascoltare la catechesi
+ VANGELO (Gv 6,51-58)
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
A - Il capitolo 6 di San Giovanni è molto importante per la rivelazione sconvolgente che Gesù fa di se stesso. Egli proclama di essere vero Cibo, Carne e Sangue per la salvezza delle anime; queste parole hanno procurato profondo turbamento nei presenti perché tutto potevano aspettarsi, ma non una simile affermazione.
Possiamo immaginare la derisione e i commenti offensivi, molti avranno considerato come pazzo il Signore. Egli ribadisce più volte questo concetto perché deve affermare solennemente una Verità che nessuno aveva mai udito e che solo Lui, vero Uomo e vero Dio poteva pronunciare.
Inizialmente il capitolo presenta la moltiplicazione dei pani e dei pesci, dal 1° versetto al 15 a cui fa seguito il racconto dell’intervento di Gesù per salvare gli Apostoli in balia di una tempesta, mentre di notte erano sul mare a pescare: “Sono Io, non temete” (16-21).
Dal versetto 22 in poi inizia la spiegazione di quella rivelazione che molti non compresero anche fra i più intimi: “Io sono il Pane vivo, disceso dal Cielo. Se uno mangia di questo Pane vivrà in eterno e il pane che Io darò è la mia Carne per la vita del mondo”.
In effetti non era facile da accettare una frase così enigmatica, anche se Gesù era un personaggio assolutamente credibile per la sua straordinaria Santità e per i portentosi miracoli compiuti.
Ancora oggi purtroppo, dopo 2000 anni di insegnamenti chiarificatori e dimostrativi dell’assoluta certezza di questa Verità, dopo i numerosi miracoli Eucaristici che confermano la reale presenza di Gesù nell’Ostia, sono moltissimi i credenti che ignorano l’Eucaristia, che la minimizzano e c’è addirittura chi compie continui sacrilegi o profanazioni comunicandosi in stato di peccato mortale permanente.
Ancora dopo millenni non c’è quella adorazione che merita questo sublime Dono di Dio. Come possiamo dunque condannare quella folla che non riusciva a capire le parole di Gesù?
I veri cattolici che invece hanno scoperto la presenza viva, reale, sostanziale del Signore nell’Eucaristia, non possono fare a meno di partecipare ogni giorno alla Santa Messa o quantomeno di visitare per una decina di minuti Gesù che rimane nel Tabernacolo e ringraziarlo, adorarlo, parlargli delle cose personali.
Se tutti comprendessero che nella Santa Eucaristia è vivo, presente e palpitante il Cuore di Dio e che proprio da quell’Ostia bianca Egli sprigiona tutta la sua straordinaria potenza d’Amore, tutte le Chiese sarebbero colme di gente! Invece si assiste tristemente a tantissimi credenti che corrono qua e là spesso in posti sbagliati e da persone sbagliate per ricevere aiuto e non sanno rivolgersi a Colui che è il Re dei re, il Signore assoluto del Creato, il Solo capace di risolvere ogni nostro problema perché Egli è Dio e può mutare, con un solo cenno del suo volere, l’intero corso della Storia!!! Perdonaci Signore della nostra stoltezza e abbi ancora pietà di noi miseri, veramente miseri peccatori!!!
Nella catechesi fatta da Gesù, Egli ribadisce di continuo la necessità di nutrirsi di Lui. l’Eucaristia è l’alimento indispensabile dell’anima che aumenta la vita di Grazia e al tempo stesso rende capaci di resistere a tutti gli assalti dell’inferno.
Chi non ha ancora una adeguata devozione e un grande Amore all’Eucarestia, vada davanti al Tabernacolo e lo chieda a Gesù. Infatti non e mai cosa buona avvicinarsi a questo sacramento per abitudine, e se in passato c’è stato questo atteggiamento, oggi è il momento di cambiare. Tutti i Santi rimanevano lunghe ore durante il giorno ad adorare l’Eucaristia e in questo modo ottenevano Grazie e anche grandi miracoli a quanti si rivolgevano ad essi per necessità gravi.
Dall’Eucaristia arrivano i più grandi doni di Gesù.
Chiediamo a Gesù di innamorarci della Santa Eucarestia e appena abbiamo la possibilità andiamo in Chiesa ad adorarlo, Egli e lì, nel Tabernacolo che ci attende trepidante per elargire le sue infinite Grazie, a tutti coloro che ricorrono a Lui e lo invocano con Amore. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 19,16-22)
Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo.
B - Dopo aver benedetto alcuni bambini Gesù partì dal luogo dove si trovava e mentre era per strada gli si avvicinò un giovane che gettandosi in ginocchio gli domandò: “Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?”. Una domanda legittima e spirituale, pronunciata poi da un giovane non poteva che suscitare grande ammirazione in chi lo ascoltava. Ma l’esperienza insegna che non sempre la prima impressione che si riceve da una persona, sia in positivo che in negativo corrisponde a verità. Occorre avere sempre molta prudenza nel formulare un giudizio; occorre approfondire la conoscenza della persona, capire se è sincera o falsa e verificare poi le sue opere nel tempo.
Nessuno di voi che legge deve però cadere nel panico se alle volte maschera qualche cosa o non sempre è sincero/a. Nessun Santo è nato tale, per tutti c’è un cammino di conversione e di santificazione personale da compiere. Il cammino è difficoltoso, lo sappiamo, senza la Grazia di Dio diventa addirittura impossibile proseguire nella Via del Vangelo.
È importante sforzarsi di purificare la mente; c’è una lotta da sostenere contro i pensieri non buoni. È una lotta gioiosa perché compiuta nella preghiera, in unione a Gesù e alla Madonna che intervengono sempre quando si invocano.
Il Vangelo oggi ci mette dinanzi una verità che i buoni riconoscono come indispensabile per vivere nella Grazia di Dio e ricevere aiuti nei pericoli e nelle malattie: “Osservare i Comandamenti”. Questo disse Gesù al giovane ricco.
Gesù vide subito che la domanda espressa dal giovane era buona, ma bisognava purificare l’intenzione. A lui fece una proposta particolare e che non riguarda chi è sposato e chi non è un Consacrato: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel Cielo; e vieni! Seguimi!”.
Gesù lo mette alla prova per fargli capire quale era la reale condizione del suo cuore.
Quindi, non sempre quando si parla o si prega c’è una autentica disposizione interiore. “Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze”.
Il giovane passò dall’euforica esaltazione alla tristezza, perché aveva ottenuto una risposta che non corrispondeva alle sue aspettative.
Gesù non si riferisce solamente alle ricchezze economiche. Ognuno di noi deve assolutamente lasciare gli idoli che porta nel cuore e che impediscono il vero culto a Dio. Anche l’orgoglio e la superbia sono gravissimi ostacoli all’Amore di Dio.
Chi pone sul trono del cuore il proprio io non può seguire Gesù.
Con l’esame di coscienza ognuno scopra qual’è “l’idolo” che ha nel proprio cuore e si impegni con tutte le sue forze a rinunciare ad esso per essere vero seguace di Cristo. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 19,23-30)
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.
C - Gesù e gli Apostoli videro allontanarsi il giovane ricco che non aveva voluto abbandonare le sue ricchezze per seguire il Maestro. Lo videro partire con la tristezza tipica di chi si accorge di non saper corrispondere al volere divino.
È la tristezza che provano tanti credenti di oggi che non seguono più Dio e vivono nella confusione.
Mentre Gesù e i suoi camminavano per spostarsi in un’altra città, disse loro: “Difficilmente un ricco entrerà nel Regno dei Cieli”. Una frase che scombussola la vita soprattutto dei ricchi o di quanti vivono, comunque nel benessere. E per dare maggiore forza al suo pensiero, aggiunse: “Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno di Dio”.
I discepoli rimasero costernati, erano impreparati a replicare, anche se tale argomento non riguardava loro.
Il ragionamento di Gesù, come sempre era di una perfezione unica e chiarissima. Chi pone il cuore nei beni della terra si rende incapace di incontrare il Signore. L’uomo, infatti nella vita è posto davanti a un bivio.
O mette il suo fine ultimo in Dio, e in tal caso giunge a Lui anche attraverso le cose materiali, che rappresentano per lui semplici mezzi. In questo caso una persona ricca farà buon uso dei suoi bene, usandoli per aiutare il prossimo. L’altra possibilità è considera le ricchezze, nelle sue molteplici espressioni, l’unico scopo da raggiungere. Allora tutti i suoi sforzi vengono indirizzati per ottenere soldi, potere, successo, lusso …….
Il cuore di ognuno di noi si muove secondo questi due possibili orientamenti, uno esclude l’altro.
Infatti Gesù ha detto in un'altra circostanza: “non potete servire Dio e a Mammona”.
Il termine aramaico ricchezze utilizzato dal Signore è appunto Mammona, che indica con irrisione un idolo e questo per un doppio motivo: primo perché un idolo è un ripiego di Dio. In secondo luogo per ciò che significa. Oltre al denaro, semplice unità monetaria, l’idolo Mammona rappresenta lo strumento della brama di potere, un mezzo per possedere il mondo, un’espressione di avidità delle cose e altresì una degenerazione delle relazioni degli uomini fra di loro.
Il dominio che l’idolo esercita sull’uomo è in contrasto con quanto è proprio della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio, e pertanto ostacola la sua relazione con il Creatore.
Colui che ripone il suo desiderio nelle cose terrene come se fossero un bene assoluto commette una sorta di peccato di idolatria, corrompendo la sua anima come la corrompe l’impurità, e spesso, finisce con l’unirsi al principe di questo mondo ( satana), che congiura contro il Signore. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Lc 8,4-15)
Il seme caduto sul terreno buono sono coloro che custodiscono la Parola e producono frutto con perseveranza.
D - Gesù vuole spiegare il mistero dell’azione della Grazia nelle anime e racconta la parabola del seminatore. A tutti quelli che ascoltavano era noto come si lavoravano i campi nelle terre della Palestina. «Il seminatore uscì a seminare la sua semente».
È Cristo stesso che continuamente, anche oggi, estende il suo Regno di pace e di amore nelle anime, contando sulla libertà e sulla corrispondenza di ciascuno. Dio trova nelle anime le situazioni più diverse, come diversi sono i terreni su cui l’identica semente va a cadere.
Certe anime, indurite dalla mancanza di pentimento per i loro peccati, si fanno incapaci di ricevere Dio che viene a visitarle. Il terreno si fa cattivo come la strada della parabola. Il demonio trova in queste anime il terreno adatto per far sì che la semente di Dio rimanga infeconda.
Al contrario l’anima che, nonostante le sue debolezze, di volta in volta si apre al pentimento, cerca di evitare le occasioni di peccato e ricomincia tutte le volte che è necessario, attira la misericordia divina.
L’umiltà nel riconoscere i peccati, anche solo veniali e i propri difetti, prepara l’anima ad accogliere la Parola di Dio affinchè porti molto frutto. Perciò oggi, mentre meditiamo la parabola di Gesù, domandiamoci se ogni giorno chiediamo perdono per tutte le cose che non piacciono al Signore, anche quelle di poco conto e se ricorriamo con frequenza alla Confessione con autentica sete di purificazione.
Questo è anche il momento opportuno per chiedere a Gesù che ci aiuti ad allontanare da noi tutto ciò che, per piccolo che sia, ci separa da Lui, tutti quei difetti o atteggiamenti che offuscano la luminosa bellezza della nostra anima.
Nelle mie Catechesi e nei libri che ho scritto in questi anni metto continuamente in guardia i fedeli dai tranelli di satana. Troppe sono le anime disturbate dai demoni che non pregano abbastanza e non si decidono per un serio cammino di fede. Provo tanta pena per loro perché corrono il rischio di restare irrimediabilmente avvolte nelle trame finissime di tutte le trappole che la bestia infernale tesse senza sosta per catturarle e farle sua preda.
Ho donato la mia vita a Gesù e alla Vergine Santissima e rimango sempre disponibile ad aiutare e prego di continuo per tutti. Anche i grandi peccatori pentiti trovano molta comprensione in me, l'adeguata pazienza unita ad una serena esigenza del cammino di conversione che bisogna compiere.
Il mio modo di agire ed è molto spontaneo, si fonda su una grande comprensione anche verso i più accaniti peccatori e mi rendo disponibile ad aiutarli con grande premura, prego di continuo per la salvezza di tutti.
Chi prega bene agisce bene, avverte l’azione dello Spirito di Dio e con molta facilità viene a trovarmi qui in Associazione, o mi scrive o mi telefona.
È la spiritualità che si possiede interiormente a guidare ogni persona, infatti le persone possedute dai diavoli o che hanno negatività demoniache hanno pensieri di rifiuto ad incontrarmi. Sono i diavoli a spingerli a non avvicinarmi per non ricevere aiuti da me e non sentire i miei insegnamenti fedelissimi al Vangelo.
Le ispirazioni dei diavoli insinuano nella loro mente che tutto è inutile, che la vita è solo un fallimento, che non ci sarà mai la guarigione, che non cambierà mai nulla, e che non serve andare da Pino. Tutto il contrario della verità!!!
I diavoli infondono anche pensieri negativi verso i Sacerdoti che pregano molto e che danno la vita per la salvezza delle anime. Fanno di tutto per tener lontano da loro quelle persone che hanno bisogno di preghiere di Liberazione.
Trovo una grande gioia, quando avverto un miglioramento spirituale nelle persone che mi incontrano, mi telefonano o mi scrivono. È una grande consolazione interiore sapere che si salveranno eternamente e che Gesù viene riconosciuto come Dio e Salvatore.
Prego molto ogni giorno anche per tutti voi Volontari e per le persone che vengono in Associazione, prego per le vostre famiglie e per i vostri figli.
Ritorniamo al Vangelo della semente. Una parte «cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità». Sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la Parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell’ora della tentazione e della prova vengono meno.
Quando arriva una tentazione e una prova cedono e cadono. La ragione è che la loro Fede è fondata sui sentimenti e non su una vita di preghiera.
La Fede fondata sulla Persona di Gesù è capace di resistere ai momenti difficili, alle prove della vita e ai periodi di aridità.
Nella vita spirituale del cristiano ci sono anche questi periodi di aridità. In questo tempo non si avverte nessun fervore e non c’è alcun desiderio di pregare. La causa non è una sola, perché può essere anche Volontà di Dio lasciare un’anima nell’aridità per spingerla a pregare anche quando non avverte alcun fervore, né desiderio.
Però le anime devote, nei momenti di aridità non ritornano a comportarsi come facevano prima dell’inizio del cammino spirituale, non ritornano ad assumere la vecchia mentalità del mondo, ma restano abbandonate e fiduciose in Dio.
L’azione dello Spirito Santo in queste anime che soffrono terribilmente perché non «sentono» Dio, è un’azione benedetta. È una grande benedizione trovarsi nell’aridità, ovviamente non a causa dei peccati mortali commessi, ma per volontà di Dio. Questa sofferenza infatti è una fonte di Grazie per tutti.
«Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono».
Sono coloro che dopo aver ascoltato e accolto nell’anima la Parola di Dio non arrivano a dar frutto perché si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dal desiderio della ricchezza e dai piaceri della vita. È impossibile seguire Gesù senza una vita mortificata, perché, così facendo, si perde a poco a poco l’interesse per le cose di Dio e ci si avvia per il facile cammino dell’attaccamento alle cose terrene che appaiono le uniche importanti.
«Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto».
La preghiera e la mortificazione preparano l’anima a ricevere la semente buona e a portarla a maturazione. Senza la Grazia di Dio la vita è arida, inefficace e infruttuosa.
Dobbiamo essere terra buona per far crescere in noi la Grazia e ricevere abbondanti doni dello Spirito Santo. Lui visita gli onesti e i buoni.
La parola mortificazione indica il dominio della nostra volontà sui pensieri e le opere. È sinonimo di penitenza, sacrificio, rinuncia. Buona preghiera a tutti.