06/10/2018
Catechesi N. 232
A - Non è mai piacevole portare una croce anche di piccole dimensioni, e per croce si intende qualsiasi forma di sofferenza. La sua dimensione più o meno grande dipende dalla gravità della prova a cui si è sottoposti.
B - La Fede è capace di smuovere le montagne. Il Vangelo di oggi ci presenta questo padre che ha un figlio gravemente ammalato. Egli si rivolge a Gesù per la sua guarigione con una preghiera piena di umiltà; non fa appello alla potenza di Gesù, ma alla sua compassione.
C - Il Vangelo di oggi prosegue e completa l’insegnamento di Gesù ai giudei che mormoravano di Lui perché aveva detto: “Io sono il Pane disceso dal cielo”. Effettivamente chi pronuncia queste imperscrutabili parole, o è ciò che sostiene, o è uno squilibrato.
D - Poche parole per rivelare una grande verità: non si può seguire Gesù se prima non si muore al proprio egoismo.
Questa morte è una vera rinascita spirituale e non è qualcosa di immediato, è un cammino lungo e faticoso che richiede impegno e determinazione costante.
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+ VANGELO (Mt 16,24-28)
Che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
A - Non è mai piacevole portare una croce anche di piccole dimensioni, e per croce si intende qualsiasi forma di sofferenza. La sua dimensione più o meno grande dipende dalla gravità della prova a cui si è sottoposti.
Vediamo se è possibile portare la croce con serenità e con gioia interiore. Sembra una contraddizione, ma verifichiamo.
Tutti, chi più chi meno, portiamo la nostra croce quotidiana fatta di tante sofferenze fisiche e morali. Spesso purtroppo questa croce ci viene “confezionata” dalla cattiveria di quelle persone che sono soddisfatte solo se ci vedono soffrire e non sanno darsi pace se ci vedono sereni anche nella sofferenza.
Infatti è possibile rimanere felici anche quando si soffre, ovviamente non è una felicità umana come viene intesa dai mondani, consiste in quella pace e serenità interiore presente in coloro che vivono intimamente uniti a Gesù.
Il dolore, sofferto con amore e per amore, riserva molti altri frutti:
è espiazione per i peccati,
purifica l’anima,
rafforza il nostro carattere
e la nostra personalità.
ci dona una squisita sensibilità per comprendere e condividere le sofferenze del nostro prossimo,
ci spalanca le porte del Cuore di Cristo e ci introduce nel mistero dolcissimo della sua intimità che è mistero di Amore infinito.
La vita interiore ha bisogno della mortificazione.
La mortificazione passiva ci arriva sempre dall’esterno, è importante ed efficace, non deve però rappresentare una scusa per evitare le piccole mortificazioni volontarie che sono segno di un vero spirito di penitenza.
Possiamo essere generosi anche nelle piccole cose. La mortificazione volontaria ci fa superare costantemente l’egoismo, la pigrizia, il desiderio di far bella figura in ogni situazione e di essere sempre al centro dell’attenzione.
Sono molte le piccole mortificazioni per rendere più amabile la vita agli altri: essere cordiali nei rapporti con il prossimo; sforzarsi di superare quegli stati d’animo che ci porterebbero forse ad avere un atteggiamento troppo rigido; sorridere anche quando ci sentiamo tristi o infastiditi; curare la puntualità nel lavoro o nello studio; mantenere ordinata la casa o l’ambiente di lavoro.
Le piccole e le grandi mortificazioni volontarie irrobustiscono fortemente la vita spirituale e ci avvicinano a Gesù e a Maria.
Spesso una sofferenza anche aspra segna un cambiamento nelle nostre vite e ci porta a cominciare di nuovo con fervore e speranza, con un modo nuovo, più profondo e completo di concepire la propria esistenza.
Il dolore e la sofferenza, però, non sono tristezza se vissute cristianamente.
La croce, portata in unione con Gesù, riempie l’anima di pace e di serenità
La vita dei Santi è piena di gioia, una gioia che il mondo non conosce perché ha le sue radici in Dio. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 17,14-20)
Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.
B - La Fede è capace di smuovere le montagne. Il Vangelo di oggi ci presenta questo padre che ha un figlio gravemente ammalato. Egli si rivolge a Gesù per la sua guarigione con una preghiera piena di umiltà; non fa appello alla potenza di Gesù, ma alla sua compassione. Non fa valere meriti, né offre nulla, si affida esclusivamente alla misericordia di Gesù.
Il suo è un atteggiamento di pieno abbandono in Dio, si rivolge a Lui con la certezza dell’ascolto.
Quando si ricorre al Cuore misericordioso di Gesù si è sempre ascoltati. Il figlio sarà guarito, cosa che poco prima non erano riusciti a fare gli Apostoli. Il motivo dell’insuccesso dei Dodici e dovuta alla loro poca fede e ai loro ragionamenti troppo intrisi di umanità. Infatti quando gli Apostoli, “in disparte”, chiesero al Signore perché non avevano potuto guarire il ragazzo indemoniato, Egli rispose: «Per la vostra poca Fede. In verità Io vi dico: se avrete Fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spostati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Chi deve agire nel nome di Cristo deve credere fermamente nella sua Onnipotenza divina.
Quando la nostra Fede è profonda partecipiamo a questa Onnipotenza, a tal punto che Gesù arriverà a dire in un’altra occasione: “Anche chi crede in me, compirà le opere che Io compio e ne farà di più grandi, perché Io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel Nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, Io la farò”.
Alcuni Padri della Chiesa fanno notare che il prodigio di spostare una montagna si ha tutte le volte che qualcuno, con l’aiuto della Grazia, arriva dove le sue forze umane non sono in grado di farlo giungere.
È quel che accade nell’opera della nostra santificazione personale, quando docili all’azione dello Spirito Santo ci impegniamo a sradicare con forza le radici profonde del peccato e ad estirpare le erbe velenose dei sette vizi Capitali per rinascere a vita nuova.
San Domenico che oggi festeggiamo fu un grande predicatore e suscitava ammirazione per la vita penitente che conduceva; riusciva a toccare molti cuori induriti facendoli riflettere sulla loro condizione. A nulla sarebbero servite le sue parole se non avesse agito con una Fede forte.
Proprio i Santi sono quelli che agiscono con una grande Fede e tutto quello che chiedono di utile per le anime, lo ottengono.
Lungo i secoli gli Apostoli e molti Santi hanno realizzato miracoli meravigliosi nell’ordine naturale. Ma i miracoli più grandi e più importanti sono stati, come già accennato, quelli che riguardano le anime che, immerse nella morte del peccato e della mediocrità spirituale rinascono nella nuova vita dei figli di Dio. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Gv 6,41-51)
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
C - Il Vangelo di oggi prosegue e completa l’insegnamento di Gesù ai giudei che mormoravano di Lui perché aveva detto: “Io sono il Pane disceso dal cielo”. Effettivamente chi pronuncia queste imperscrutabili parole, o è ciò che sostiene, o è uno squilibrato.
C’è da rivelare che quando Gesù pronunciava queste parole, aveva già ampiamente dimostrato di non essere un Uomo come tutti gli altri, non poteva esserlo se dominava la morte, i diavoli e la natura. Quantomeno bisognava ritenerlo come il Messia atteso inviato da Dio.
Gesù in ogni sua opera andava oltre l’umano, ogni suo gesto era soprannaturale e anche noi dobbiamo sforzarci di trasformare le azioni ordinarie in azioni straordinarie. Per riuscire a vivere in una dimensione più soprannaturale che umana occorre innanzitutto avere un cuore puro e una retta intenzione che viene purificata con costanti preghiere e penitenze.
Molti credenti hanno timore della stessa parola penitenza, non conoscono le grandi Grazie che si riceve da Dio e come ci si trasforma interiormente, tanto che un peccatore può diventare una nuova creatura guidata dallo Spirito Santo, una creatura che ama, perdona ed è piena di misericordia.
Il punto che dobbiamo analizzare con molto interesse si trova in questa dichiarazione di Gesù: “Io sono il Pane disceso dal cielo”.
Per spiegare questa affermazione, trovo opportuno trascrivere alcune frasi che ho scritto già domenica scorsa. Leggiamole.
Non c’è nulla di più grande dell’Eucaristia per irrobustire la propria Fede, questo è il vero Cibo che non perisce mai. Gesù lo afferma con assoluta sicurezza: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’Uomo vi darà”.
Con queste parole Gesù voleva indicare la sua presenza viva reale nella Santissima Eucarestia, il Dono dei doni che Egli ha lasciato prima di morire sulla Croce.
L’Eucaristia è Gesù che si offre a noi in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Queste frasi le ho già inserite domenica scorsa e contengono spiegazioni importanti che vanno meditate fino a imprimerle nel cuore e nella mente.
Innamorarsi dell’Eucaristia è il sinonimo di Salvezza, è il vero passaggio da una Fede debole e vulnerabile a una Fede forte che unisce alla volontà di Gesù, in modo che tutto quanto viene compiuto nella vita, acquista un valore infinito per l’unione al Signore.
Noi siamo così piccoli davanti a Dio. Possiamo avere tantissime buone qualità, ma la debolezza prevale su tutto.
Siamo incapaci di alzare le croci pesanti e di sopportare anche un minimo peso. Chiediamoci con sincera umiltà: “Cosa siamo noi davanti a Dio Onnipotente che ha creato dal nulla ogni cosa?”. Siamo solo un invisibile puntino! Eppure questo Sacramento ci dona un incredibile forza per affrontare ogni prova.
Gesù è Dio, come Figlio di Dio è sceso dal Cielo per condividere la nostra vita, quindi Egli può dire senza tema di essere smentito: “Io sono il Pane Vivo disceso dal cielo”. E’ un Pane spirituale che sfama le nostre anime. La Sacra Eucaristia produce nella vita spirituale effetti simili a quelli che il cibo materiale produce nel corpo.
Essa ci fortifica, ci irrobustisce spiritualmente, allontana i peccati veniali che sono la causa dell’indebolimento dell’anima e ci preserva da quelli mortali che sono la causa della morte spirituale.
Mangiare questo Pane, quindi fare la Comunione, permette di recuperare le forse perdute per continuare e migliorare il cammino di Fede. Chi si unisce a Lui nei vari momenti della giornata rende “divine” anche le sue misere opere perché le compie in unione a Gesù, secondo la sua Volontà.
Il Signore oggi ci ricorda dunque l’importanza e la necessità di riceverlo nella Sacra Comunione per partecipare alla vita Divina, per uscire vittoriosi dalle tentazioni, per far crescere la vita di Grazia ricevuta nel Santo Battesimo.
Colui che si comunica con l’anima in Grazia partecipa ai frutti della Santa Messa e ottiene, altresì, alcuni benefici propri e specifici della Comunione eucaristica: riceve spiritualmente e realmente lo stesso Cristo, fonte di ogni Bene.
L’Eucaristia è, perciò, il Sacramento più grande, centro e culmine di tutti gli altri Sacramenti.
L’anima deve essere sempre grata a Dio per questo dono sublime. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Gv 12,24-26)
Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
D - Poche parole per rivelare una grande verità: non si può seguire Gesù se prima non si muore al proprio egoismo.
Questa morte è una vera rinascita spirituale e non è qualcosa di immediato, è un cammino lungo e faticoso che richiede impegno e determinazione costante.
Dal momento in cui si decide di cambiare vita e di mettere al centro Dio, inizia la vera conversione e tutto viene visto con occhi nuovi.
Senza questo cambiamento la persona non incontra mai la verità, vive come fuori di sé nella continua ricerca di appagamenti che non potranno mai soddisfare la sua insaziabile sete di felicità. Solo Dio infatti può rendere veramente felici!!!
Molti vivono senza Dio e contano esclusivamente sulle loro capacità e convinzioni; non danno importanza a tutti gli errori che commettono perché sono accecati dall’orgoglio.
L’egoismo è una brutta malattia spirituale e chi ne soffre non sa di avere questo germe infettivo che corrompe ogni idea, L’egoista è uno che ama solo se stesso si preoccupa solo di sé, non vede i problemi e le esigenze del prossimo; egli considera la sua vita e le sue cose come il centro dell’universo. L’egoista non può amare né cercare Gesù, si considera autosufficiente e non ritiene necessario ricorrere a Dio per ricevere il suo aiuto.
La società di oggi vive una dolorosissima agonia spirituale perché l’egoismo che soffoca l’amore e tutti i valori morali si e infiltrato in ogni settore. Tante persone con il loro egoismo hanno contribuito a formare una società disumana.
L’umanità in balia di tutte le forze negative dei demoni non può costruire nessun progresso perché non c’è futuro senza la forza vivificante dell’Amore che è la stessa forza di Dio.
La ricetta per guarire dall’egoismo è una sola e ce la offre il Signore: morire a se stessi facendo un serio cammino di rinascita spirituale.
Solo la Grazia di Dio può guarire dall’egoismo e trasformarci in persone buone e caritatevoli, aperte alle necessità dei fratelli, a partire dalla propria famiglia.
Il lavoro che bisogna fare per vincere l’egoismo è la riflessione giornaliera sulle azioni che si compiono, sulle parole che si dicono e sui pensieri che si elaborano. Infatti non tutto ciò che si affaccia alla mente è veritiero e può arrivare anche dai diavoli.
Quando i pensieri vi spingono all’egoismo, chiedete l’aiuto ai Cuori Sacratissimi di Gesù e di Maria che sono la Fonte inesauribile dell’Amore. Buona preghiera a tutti.