29/09/2018
Catechesi N. 231
A – Nel Vangelo di oggi vediamo Gesù operare un portentoso Miracolo, mostrando ancora una volta la sua onnipotenza divina. Le parole di Gesù potevano in un primo momento far sorridere i suoi Discepoli perché era un’impresa umanamente impossibile sfamare tutta quella folla con il pochissimo cibo a disposizione
B - Gesù cammina sempre accanto a noi e noi spesso non Lo riconosciamo perchè non abbiamo una Fede autentica per vivere la sua Parola.
“Coraggio, sono Io, non abbiate paura!”, questo dice il Signore all’anima che Lo cerca con umiltà di cuore.
C – tante volte i credenti pregano anche per molti anni senza ottenere nulla, questo significa che la preghiera fatta non ha i requisiti richiesti per essere efficace, non arriva al Cuore di Dio e rimane bloccata a terra.
È determinante saper chiedere le Grazie, ancora più importante è la disposizione interiore, lo stato spirituale di chi chiede le Grazie.
D - Per riconoscere Gesù come Figlio di Dio, si deve prestare attenzione alla voce che viene dal Cielo: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. La voce è quella del Padre e si fa sentire dopo la Trasfigurazione del Figlio, alla presenza di Mosè ed Elia, che rappresentavano per gli ebrei la Legge e i Profeti.
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+ VANGELO (Mt 14,13-21)
Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
A – Nel Vangelo di oggi vediamo Gesù operare un portentoso Miracolo, mostrando ancora una volta la sua onnipotenza divina. Le parole di Gesù potevano in un primo momento far sorridere i suoi Discepoli perché era un’impresa umanamente impossibile sfamare tutta quella folla con il pochissimo cibo a disposizione: «“Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. Gli risposero: “Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!”. Ed Egli disse: “Portatemeli qui”».
La docilità dei discepoli alle parole sorprendenti di Gesù, è l’atteggiamento migliore per diventare veri amici del Signore e ottenere Grazie impossibili.
Dopo avere ordinato alla folla di sedersi sull’erba, “prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla” “Tutti mangiarono a sazietà”. Nulla è dunque impossibile a Dio.
Gesù anticipa in questo modo il miracolo dell’Eucaristia perché spezza il pane e lo benedice, sfama migliaia di persone e poteva anche sfamarne a milioni, il cibo si sarebbe moltiplicato all’infinito. Sempre Gesù è attento ai nostri bisogni e non manca mai di soccorrere tutti coloro che lo invocano con il cuore buono e fiducioso.
Gesù è sceso sulla terra soprattutto per sfamare il desiderio ardente delle nostre anime e il suo Amore infinito per noi lo ha spinto a farsi Cibo, a farsi Carne e Sangue per assimilarci a Lui, per farci una cosa sola con Lui e trasmetterci così la sua Vita divina. Quando medito ciò, la mente si perde in un oceano sconfinato di stupore e di gratitudine, veramente non basterà l’eternità per ringraziaLo, ma già qui su questa terra il nostro cuore dovrebbe palpitare per Lui in ogni istante per rendergli amore e lode in cambio di sua Bontà.
L’episodio della moltiplicazione dei Pani ricorda quello degli Ebrei al tempo di Mosè, quando attraversarono il deserto per giungere alla Terra Promessa. Anche allora il popolo era affamato e Dio concesse la miracolosa Manna per sfamarli in quel luogo tanto ostile per la sopravvivenza, dove non si trovava cibo. Essi però non erano contenti, si lamentavano con Mosè perché quel cibo, se pur gustoso lo mangiavano ormai da diversi anni; si lamentavano e rimpiangevano le cibarie dell’Egitto. Non si rendevano conto che ora non erano più schiavi e si stavano dirigendo verso la libertà ….. preferivano tornare alla condizione di schiavitù pur di soddisfare il loro ventre: che stoltezza!!!
Non valeva la pena tollerare qualche privazione per arrivare in una nuova Terra dove “scorre latte e miele?”.
Questa la promessa di Dio che leggiamo nel Libro dell’Esodo: “Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l'Hittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo” (Es 3,8).
Quante volte l’uomo preferisce essere schiavo di satana per soddisfare tutte le sue voglie e le sue passioni rinnegando la meravigliosa libertà dei figli di Dio solo perché tale libertà comporta impegno e sacrificio!!!
Mosè si sentiva costretto a rivolgersi a Dio e a chiedergli di morire per non sentire più i loro lamenti del suo popolo. Mosè avvertiva con profonda amarezza la delusione degli ebrei, seppure ingiustificata e impulsiva, ed era per lui una pena insostenibile.
«Mosè disse al Signore: “Perché hai trattato così male il tuo servo?”. “Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire!”».
Dio non aveva trattato male nessuno, Mosè e il popolo non comprendevano l’insegnamento indispensabile per diventare il popolo di Dio. Era la strada del sacrificio che dovevano percorrere gli israeliti per lasciare la vecchia mentalità e cominciare una nuova vita, osservando i 10 Comandamenti. I lamenti degli ebrei erano quindi immotivati, È sempre così quando non si conosce la volontà di Dio e si cercano soluzioni umane. Nelle scelte di vita in cui non conta l’esperienza ma necessita la Luce soprannaturale, solamente quelli che pregano sono sicuri di non sbagliare, tutti gli altri azzardano e quasi sempre sbagliano.
Per questo milioni di credenti andavano da Padre Pio a chiedere consigli, anche moltissime anime molto avanti nel cammino di Fede. Umilmente si confrontavano con un Santo e le risposte rispecchiavano sempre la volontà di Dio.
Non ottenevano nulla invece gli orgogliosi e gli ottusi che pretendevano le Grazie senza compiere penitenze, senza rinnegarsi, senza cambiare stile di vita.
La mentalità umana è miope nelle cose spirituali, giudica dalle apparenze e non può capire la verità di Dio. Solo gli umili e i puri di cuore comprendono il pensiero di Dio! Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 14,22-36)
Comandami di venire verso di te sulle acque.
B - Gesù cammina sempre accanto a noi e noi spesso non Lo riconosciamo perchè non abbiamo una Fede autentica per vivere la sua Parola.
“Coraggio, sono Io, non abbiate paura!”, questo dice il Signore all’anima che Lo cerca con umiltà di cuore.
Per ascoltare la sua voce viene richiesta una Fede sicura, l’abbandono in Lui, la certezza che Gesù è Dio e che ci ama infinitamente.
La Fede in Gesù ci permette di agire accompagnati dalla sua Onnipotenza, con Lui possiamo tutto, senza di Lui siamo incapaci di fare un solo passo. Tutte le opere compiute senza Gesù non danno meriti, non permettono un avanzamento spirituale, ma sono opere puramente umane.
Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci Gesù salì su un monte vicino e, fattasi notte, rimase lì solo, in colloquio col suo Padre celeste. Dall’alto Gesù vede gli Apostoli già in mare aperto, in pericolo sulla barca, agitata dalle onde a causa del vento contrario.
“Verso la fine della notte”, prima che spuntasse il sole, “Egli venne verso di loro camminando sul mare”. I discepoli non riuscivano a distinguere bene la figura di Gesù, perché lottavano contro le onde e il vento ed erano assaliti dalla paura.
QUANDO LA FEDE DIMINUISCE, LE DIFFICOLTA’ SI INGIGANTISCONO.
Ai discepoli impauriti Gesù va in loro soccorso e si fa riconoscere: “Coraggio, sono Io, non abbiate paura!”. Le stesse parole le ripete a tutti coloro che Lo invocano quando sono in difficoltà e non sanno come fare per superare le prove della vita.
Gesù è sempre vicino a chi Lo invoca, ma non bisogna invocarlo solamente nelle necessità, ma sempre perché in ogni istante abbiamo bisogno di Lui.
Gesù Cristo si presenta sempre nella vita del cristiano, dando conforto e serenità.
Quando soffia il vento forte e le onde tendono di affondare la barca della nostra vita, teniamo fisso lo sguardo in Gesù e tutto supereremo. Distogliere lo sguardo da Gesù significa affondare!!!
Dio chiede a volte cose apparentemente impossibili, che diventano però semplici quando agiamo con fede e ci abbandoniamo a Lui.
Così visse il Santo Curato d’Ars, grande mistico che trascorse la sua esistenza in un paesino della Francia, attirando milioni di persone per la sua Fede e la sua preghiera costante. Richiamava, buoni e cattivi. Rimaneva a confessare per lunghe ore e come Padre Pio aveva tanti doni, tra cui anche la scrutazione dei cuori.
Chi avvicinava il grande Santo che veneriamo oggi, si sentiva conquistato dallo Spirito di Dio e cambiava vita, si proponeva una rinascita e la fedeltà al Vangelo. Questo Parroco apparentemente insignificante e dall’aspetto esile e fragile, atterriva i diavoli e otteneva miracoli continui perché era un gigante nella Santità.
La Chiesa lo ha insignito con il titolo di “Patrono dei parroci”, e noi chiediamo a lui di intercedere per tutti i parroci del mondo. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 15,21-28)
Donna, grande è la tua fede!
C – tante volte i credenti pregano anche per molti anni senza ottenere nulla, questo significa che la preghiera fatta non ha i requisiti richiesti per essere efficace, non arriva al Cuore di Dio e rimane bloccata a terra.
È determinante saper chiedere le Grazie, ancora più importante è la disposizione interiore, lo stato spirituale di chi chiede le Grazie.
Gesù vuole concedere infinite Grazie, ma bisogna meritarle, impegnandosi a fare un serio cammino di conversione. Nel Vangelo troviamo tutte le indicazioni date da Gesù per vivere secondo la sua volontà.
La donna cananea non avrebbe dovuto ottenere il Miracolo perché non apparteneva al popolo eletto, ma Gesù dimostra che la Salvezza è aperta a tutti, occorre solo riconoscerLo come Dio e aver fede nella sua Persona. Il suo rifiuto iniziale è solo apparente, Egli voleva provare la Fede della donna, una Fede che si dimostrò veramente ammirevole e che ottenne l’immediata guarigione della figlia: “Donna, grande è la tua Fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita”.
La perseveranza della donna deve fare riflettere tutti, ella non si è fermata alla prima risposta negativa data da Gesù, ma ha insistito, ha ripetuto la sua richiesta con tutto l’amore possibile. Questo ci insegna che non bisogna fermarsi o allentare la preghiera quando ancora non si ottiene nulla, alle volte Gesù ci spinge a pregare di più non concedendo subito la Grazia.
La preghiera per elevarsi verso l’alto deve dunque contenere questi requisiti indispensabili: UMILTA’, FIDUCIA, AMORE E PERSEVERANZA!!!
Senza queste indispensabili caratteristiche la preghiera è priva di Fede e non raggiunge il Signore.
Gesù ci chiede di crescere nella Fede, e la Fede è vincolata alla vita che conduciamo, la Fede aumenta o diminuisce dalle virtù che pratichiamo o non pratichiamo. È determinante il nostro giornaliero impegno nella pratica delle virtù, questo diventa facile se chiediamo aiuto alla Madonna con il Santo Rosario. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mc 9,2-10)
Questi è il Figlio mio, l’amato.
D - Per riconoscere Gesù come Figlio di Dio, si deve prestare attenzione alla voce che viene dal Cielo: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. La voce è quella del Padre e si fa sentire dopo la Trasfigurazione del Figlio, alla presenza di Mosè ed Elia, che rappresentavano per gli ebrei la Legge e i Profeti.
Come la Trasfigurazione era riservata a pochi intimi, lo stesso vale per le parole del Padre che confermano Gesù come il Messia, l’atteso delle genti. Con queste poche parole il Padre proclama solennemente adempiute le profezie dell’Antico Testamento, a beneficio di tre dei Dodici Apostoli, i pochi scelti ad assistere al divino Segreto della Trasfigurazione del Signore.
Se fossero stati presenti i Dodici non avrebbero avuto più dubbi su Gesù, invece la pedagogia Divina, che è perfetta, ha voluto lasciare nove dei Dodici nello stato spirituale della ricerca, Dio non voleva dare ad essi una sicurezza che non avrebbe fatto guadagnare a loro meriti maggiori.
La scelta di Gesù, come tutte le altre, era finalizzata al bene dei nove assenti, per questo disse a Pietro, Giacomo e Giovanni di non dire nulla. “Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’Uomo fosse risorto dai morti”.
Molte volte quei credenti che non ricevono subito le Grazie richieste, si agitano e si lamentano, ma non comprendono il vero motivo della strategia di Gesù che è quello di farli crescere nella Fede e di aiutarli a staccare il cuore dalle cose materiali inutili. Da sé una persona difficilmente riesce a distaccarsi da certi vizi o inclinazioni che vanno contro il Vangelo, allora Gesù li lascia “in attesa”, aspettando il loro cambiamento.
Infatti il desiderio di Dio è quello di renderci tutti quanti trasfigurati. Egli con premura di Padre interviene infinite volte nella nostra vita per cercare di orientare i nostri pensieri verso i beni del Cielo e spesso si serve anche della sofferenza che puntualmente bussa al nostro cuore per farci riflettere e rientrare in noi stessi. Quanti dopo una prova dolorosa o una malattia si volgono a Dio e decidono di cambiare vita!!!
Questa solenne ricorrenza della Trasfigurazione di Gesù ci ricorda il nostro destino eterno, la nostra sublime dignità di figli di Dio. Siamo chiamati ogni giorno a rinunciare al peccato e a far risplendere in noi la Luce divina per poter giungere Trasfigurati al grande incontro con il Signore.
La Trasfigurazione di Gesù davanti ai tre Apostoli aveva ovviamente un fine formativo; innanzitutto erano i tre che più degli altri si erano donati interamente alla causa del Signore e meritavano di assistere alla sua Trasfigurazione, si tratta dei due fratelli Giacomo e Giovanni e di Pietro. In essi Gesù vedeva molto di più dei semplici pescatori. Gesù vede ognuno di noi non come siamo, ma come vorrebbe farci diventare, creature nuove trasfigurati, dal suo Amore.
In Simone vede Kefa, Pietro, la roccia su cui fondare la sua Chiesa; in Giovanni vede il discepolo dalle più folgoranti intuizioni: “Dio è Amore” !!! ….. colui che grazie alla sua purezza si sarebbe elevato sulle possenti ali della contemplazione e avrebbe rivelato gli eventi ultimi della Chiesa (Apocalisse).
In Giacomo “figlio del tuono”, vede colui che primo fra tutti gli Apostoli subirà il martirio.
Cosa vuole Gesù da ognuno di noi?
Lasciamoci guardare anche noi da Gesù, prima però gettiamo via tutto ciò che è contrario al Vangelo e riempiamoci del suo amore, della sua bontà, della sua mitezza e della sua pazienza. Buona preghiera a tutti.