SuoerRegi
 
22/09/2018
 
Catechesi N. 230
 
A - Gesù oggi ci spiega cosa significhi il Regno dei Cieli e lo fa usando tre similitudini. 
Il Regno dei Cieli è sicuramente il luogo della perfetta Beatitudine, la dimora degli Angeli e dei Santi che vivono immersi nell’Amore di Dio, ma il Regno dei Cieli è già presente qui, su questa terra in tutti coloro che vivono in Grazia di Dio e che fanno del loro cuore la dimora della Santissima Trinità.
B - Gesù sapeva bene che nella sua patria sarebbe stato guardato con diffidenza, senza amore, perché l’essere Figlio di un falegname e l’essere stato visto per molti anni come un umile artigiano rendeva difficile ai nazareni riconoscere in Lui almeno un grande Profeta.
C - Sant’Alfonso è sicuramente un luminoso esempio di piena dedizione al Vangelo, egli ha risposto alla vocazione in maniera commovente. 
La Chiesa ha sempre mostrato questi esempi di santità, invitando tutti a seguirli perché questo è il modo per realizzarsi nella vita spirituale.
D - Questo dialogo si svolse nella sinagoga di Cafarnao. Il discorso che Gesù rivolse ai presenti risultò per loro incomprensibile e sconvolgente. 
Non si era mai sentito un profeta affermare che era il Figlio di Dio e che il suo Corpo era il pane vivo disceso dal Cielo, vero cibo per la salvezza degli uomini.
 
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Ostiagrannd
 
+ VANGELO (Mt 13,47-53) 
Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 
 
A - Gesù oggi ci spiega cosa significhi il Regno dei Cieli e lo fa usando tre similitudini. 
Il Regno dei Cieli è sicuramente il luogo della perfetta Beatitudine, la dimora degli Angeli e dei Santi che vivono immersi nell’Amore di Dio, ma il Regno dei Cieli è già presente qui, su questa terra in tutti coloro che vivono in Grazia di Dio e che fanno del loro cuore la dimora della Santissima Trinità. Se potessimo vedere la bellezza di un anima in cui rifulge la Luce di Dio, eviteremmo di compiere anche il più piccolo peccato!
Questo è dunque il “lieto annuncio” dato da Gesù: credere a Lui, significa essere entrati già nel Regno dei Cieli, potersi considerare cittadini di questo Regno che è, dunque, il Regno di Dio. 
Questa novità, questa esigenza spirituale, è un tesoro talmente grande che basta da solo a soddisfare ogni nostro desiderio o, se vogliamo, a colmare ogni nostra povertà spirituale. Ecco allora, che tutto ciò che prima era ritenuto importante e indispensabile, ora, alla luce di questo “nuovo tesoro”, conta ben poco.
Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; chi lo trova vende tutto per acquistare quel campo e possedere quel tesoro, così come un cercatore di perle, trovata la perla di grande valore, vende tutti i suoi averi per acquistare quella perla.
Gesù con queste due prime similitudini ci fa capire dunque che possedere questo Regno è la cosa più importante della nostra vita ed è una Realtà così meravigliosa e indescrivibile che non la si può paragonare a nessun altra cosa creata. Però per possedere quel Regno occorre “vendere tutto ciò che si possiede” ossia saperci staccare da tutto ciò che ci porta lontano da Dio; saper rinunciare al peccato, ma anche a tutti quegli attaccamenti morbosi che abbiamo verso cose o persone e che ci impediscono di dare a Dio il giusto culto e la vera Adorazione.
Infatti nella terza similitudine ci mette in guardia dal pericolo di essere esclusi per sempre da quel Regno.
Alla fine del mondo gli Angeli del Signore separeranno i giusti dai malvagi. Questi saranno gettati nella fornace ardente dove ci sarà pianto e stridore di denti. L’inferno, che purtroppo al giorno d’oggi tantissimi teologi, cardinali e vescovi negano, esiste ed è una realtà talmente terribile (moltissimi Santi, per volere Divino, sono stati portati a visitare l’inferno per mettere in guardia le anime dal pericolo della dannazione eterna) che dovremmo sempre vigilare, avendo come preoccupazione principale quella di amare Dio ed evitare il peccato. Buona preghiera a tutti.
 
Legno
 
+ VANGELO (Mt 13,54-58) 
Non è costui il figlio del falegname? Da dove gli vengono allora tutte queste cose? 
 
B - Gesù sapeva bene che nella sua patria sarebbe stato guardato con diffidenza, senza amore, perché l’essere Figlio di un falegname e l’essere stato visto per molti anni come un umile artigiano rendeva difficile ai nazareni riconoscere in Lui almeno un grande Profeta.
Effettivamente si chiedeva troppo a gente chiusa nei suoi schemi mentali prestabili, però la colpa dei paesani è stata quella di avere rifiutato di fare anche solo un accenno di riflessione sulle opere straordinarie compiute da Gesù e sull’insegnamento nuovo che annunciava.
Da sempre c’è stata negli uomini e nelle donne la forte inclinazione a giudicare “senza processo” qualcuno che non ispira simpatia o verso cui si prova invidia.
Il pregiudizio distrugge la verità e si finisce per pronunciare valutazioni sbagliate sulle persone.
Giudicare dall’apparenza o, peggio ancora, dal sentito dire, preclude ancora prima di nascere qualsiasi possibilità di stabilire un dialogo con qualcuno. La prevenzione intesa come pregiudizio non è un atto dettato dalla verità, anzi si cade nel peccato grave quando si condanna senza alcuna prova morale.
Fissarsi su un giudizio senza avere la capacità di rimuoverlo, disturbano la persona che in questo modo non è mai libera di agire con obiettività. 
I nazareni si bloccarono sul giudizio negativo verso Gesù e neppure le sue parole chiarificatrici riuscirono a rimuovere quella chiusura. Gli abitanti di Nazaret non riuscivano proprio ad accettare che il Figlio di Giuseppe sarebbe stato Colui che il profeta Isaia aveva annunciato con parole solenni.
Da qui l’amara constatazione di Gesù: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”.
Non angustiatevi se qualche familiare disapprova la vostra vita spirituale o vi deride quando pregate, Gesù ha sofferto prima di noi queste incomprensioni! Buona preghiera a tutti.
 
StaMariana
 
+ VANGELO (Mt 14,1-12) 
Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù. 
 
C - Sant’Alfonso è sicuramente un luminoso esempio di piena dedizione al Vangelo, egli ha risposto alla vocazione in maniera commovente. 
La Chiesa ha sempre mostrato questi esempi di santità, invitando tutti a seguirli perché questo è il modo per realizzarsi nella vita spirituale.
Non tutti sono chiamati alla Consacrazione religiosa, ognuno nel suo stato di vita e nell’ambiente che frequenta può vivere e testimoniare il Vangelo, occorre per far ciò una buona dose di fortezza e di amore per la Parola di Dio e soprattutto necessita il desiderio di avvicinare i non credenti e i tiepidi a Dio, per condurli alla salvezza eterna.
Sant’Alfonso per rispondere alla chiamata di Dio lasciò la toga per la vita ecclesiastica, da avvocato del foro di Napoli divenne avvocato dei peccatori davanti a Dio. Non solo fu un maestro di preghiera, il suo impegno nell’apostolato lo portò ad organizzare continue missioni al popolo per parlare di Gesù e del Vangelo. 
Il suo ardore spirituale era una fiamma d’amore sempre accesa che  illuminava anche i lontani.
È un grande esempio di amore per le anime, caratteristica oggi perduta in gran parte dei consacrati. Assistiamo purtroppo a un indifferenza sempre più crescente   verso l’Adorazione Eucaristica. 
Molte Chiese restano chiuse durante la giornata e si impedisce così a migliaia di credenti, di accostarsi a Gesù presente nel Tabernacolo, Fonte di Vita e di ogni Grazia. A volte basterebbero pochi minuti per meditare e rientrare in sé e fare buoni propositi di vita allontanandosi dai vizi e dai peccati. 
Bisognerebbe anche ritornare ad evangelizzare le famiglie, organizzando incontri mirati e invitando nelle Chiese tutti i parrocchiani.
La formazione spirituale comincia quando ci si rende conto che la pratica delle virtù o la vita di santità è possibile in qualsiasi luogo. Il cristiano e chiamato infatti a testimoniare la propria Fede proprio nel luogo e nella condizione in cui il Signore lo ha chiamato.
Molto spesso il suo comportamento contrasterà fortemente con il comportamento di altre persone forse tiepide, indifferenti o addirittura anticristiane.
 In questi casi è logico che la divergenza sarà notevole, e non c’è da sorprendersi che quelli che agiscono ai margini degli insegnamenti di Cristo giudichino ingiustamente i cristiani e manifestino i loro giudizi con ironia, con commenti velenosi e addirittura con parole offensive e malevole; in certi casi estremi può avvenire anche una vera e propria persecuzione. 
È successa la stessa cosa a nostro Signore e ai suoi Discepoli più autentici. Oggi il Vangelo ricorda la grandiosa figura di San Giovanni Battista. Egli non ebbe paura a testimoniare e a proclamare la Parola di Dio, rimproverando anche i potenti del suo tempo, in questo caso Re Erode perché viveva in peccato mortale. Questa fedeltà a Dio gli costo la vita e venne decapitato.
Nel nostro piccolo capiterà anche a noi, a causa del Vangelo, di sopportare mormorazioni e calunnie, sorrisetti di scherno, discriminazioni nell’ambiente di lavoro, la perdita di vantaggi economici o di amicizie superficiali.
Talvolta, forse anche nella nostra stessa famiglia o con gli amici, sarà necessaria una buona dose di serenità e di fortezza soprannaturale per rimanere coerenti e saldi nella Fede. E potrebbe presentarsi la tentazione, in queste incomode circostanze, di scegliere la via facile per evitare una situazione di rifiuto, di incomprensione, magari anche di derisione da parte degli altri, e questo a spese dell’atteggiamento che un buon cristiano deve sempre mantenere.
Può venire in mente l’idea di non voler perdere amici, di non chiudere porte che sarebbe opportuno rimanessero aperte, di mimetizzare la nostra identità di cristiani lasciandoci travolgere dai rispetti umani. Cerchiamo di non cadere in queste tentazioni, in questi tranelli del demonio e chiediamo a Sant’Alfonso di aiutarci nel cammino spirituale per rimanere sempre vicini e fedeli a Gesù e alla sua Santissima Madre. Buona preghiera a tutti.
 
Blurossa
 
+ VANGELO (Gv 6,24-35) 
Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! 
 
D - Questo dialogo si svolse nella sinagoga di Cafarnao. Il discorso che Gesù rivolse ai presenti risultò per loro incomprensibile e sconvolgente. 
Non si era mai sentito un profeta affermare che era il Figlio di Dio e che il suo Corpo era il pane vivo disceso dal Cielo, vero cibo per la salvezza degli uomini.
Risultava difficile agli ebrei accettare tale insegnamento, ma se i miracoli straordinari che compiva indicavano chiaramente la sua provenienza Divina, perché non credere alle sue parole? I segni che cercavano gli ebrei li avevano già abbondantemente ricevuti. Molti di essi però erano semplicemente curiosi e non potevano comprendere la vera identità di Gesù. Erano come ciechi e non vedevano!
Altri ancora Lo seguivano non per venerazione verso la sua Persona, ma per ottenere il pane materiale, Avevano fame di cibo e non di Dio!!!
I credenti di oggi si distinguono allo stesso modo, tra chi è veramente interessato a Gesù e alla sua Parola, da chi invece cerca i suoi interessi personali.  
Si comprende il motivo per cui si segue Gesù dalle opere che si compiono: “Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?” (Mt 7,16). 
Non è facile arrivare a vivere il Vangelo, è un impegno graduale e un cammino che diventa sempre più piacevole con il passare del tempo, perché si acquisisce maggiore Grazia di Dio e il suo aiuto supplisce e provvede alle difficoltà del credente.
Nessun Sacerdote si deve meravigliare quando un fedele tentenna, cade e si blocca, anzi bisogna dare maggiore aiuto per incoraggiarlo a rialzarsi e a ripartire da dove era caduto. Non ci può essere sorpresa, ma disponibilità totale per far riprendere il cammino ai fedeli.
Non c’è nulla di più grande dell’Eucaristia per irrobustire la propria Fede, questo è il vero cibo che non perisce mai. Qui si trova la vera differenza tra la manna che scendeva dal cielo per volontà di Dio e l’Eucaristia che è il Corpo del Figlio di Dio. 
Quando scendeva la manna mai Mosè potè affermare che si trattava di un cibo che non perisce, mentre Gesù lo afferma con assoluta sicurezza: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’Uomo vi darà”.
Gesù intendeva se stesso nell’Eucaristia, il Dono dei doni, la presenza viva, reale e sostanziale di Dio nell’Ostia che santifica. 
Il Signore allora si dichiara apertamente superiore a Mosè perché prometteva assai più di Mosè. Per mezzo di Mosè fu promesso infatti il Regno terreno, Gesù invece prometteva un cibo di vita eterna che può dare molto più di quanto si possa immaginare. Questo sconvolgeva quanti Lo ascoltavano senza Fede, come tanti credenti di oggi che ascoltano la proclamazione del Vangelo e l’omelia per poi reagire con atti di stizza per qualcosa che non corrisponde alla “loro fede”.
L’Eucaristia è Gesù che si dona in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Chi ha Fede sa che riceverla in Grazia di Dio, è una fonte inesauribile di Grazie. Buona preghiera a tutti.
 
Coronabrilltr
Madonna Orione
Madonna di Lourdes San Luigi Orione

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San Luigi Orione

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