19/05/2018
Catechesi N. 212
A - Gesù spiega la relazione tra il Padre e l’umanità utilizzando l’esempio della vite, Lui si identifica nella vite e indica il Padre come il vignaiuolo che pota i rami secchi, mentre l’umanità si diversifica in tralci buoni e tralci secchi.
B - Quando Gesù dice di dover potare anche i buoni, afferma un concetto molto importante, perché solamente così i buoni credenti daranno più frutto. Il lavoro dello Spirito Santo è quello di ripulirci dalle sozzure del peccato e della mentalità umana e di trasformarci in nuove creature.
C - Ogni essere umano avverte la necessità di amare i familiari e i conoscenti, ed è molto bello instaurare reciproche relazioni fondate sull’affetto. È ancora più gratificante quello che si riceve amando Gesù, perché solo Lui riesce a colmare e appagare i desideri più profondi del nostro cuore.
D – Sono legatissimo al Santuario di Pompei innanzitutto per la devozione che nutro da oltre venti anni verso la Madonna e anche per il ricordo dolcissimo di quando mi recai a pregare in quel luogo benedetto e rimanevo ore a contemplare l’immagine impressa sul miracoloso quadro.
Lunedì 21 Maggio ore 21 conferenza sulle Confessioni, potranno partecipare tutti i fedeli.
Terrà la relazione il Professor Dr. Mons. SERGIO UBBIALI Docente di Teologia alla facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
Domenica 3 Giugno ore 15 Santo Rosario, ore 15.30 funzione dei Malati..
Pellegrinaggio a Lourdes dal 21 al 25 Giugno.
Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.
Tutti i venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario, ore 21 funzione dei Malati tutto in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione.
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+ VANGELO (Gv 15,1-8)
Chi rimane in me ed Io in lui fa molto frutto.
A - Gesù spiega la relazione tra il Padre e l’umanità utilizzando l’esempio della vite, Lui si identifica nella vite e indica il Padre come il vignaiuolo che pota i rami secchi, mentre l’umanità si diversifica in tralci buoni e tralci secchi. Colui che può stabilire la vitalità o l’aridità di un tralcio è il Padre, noi infatti non siamo in grado di giudicare nessuno perché spesso non siamo neanche capaci di riconoscere il nostro stato spirituale.
Nell’eternità, dopo il Giudizio Universale, quante sorprese ci saranno!!!
Quante anime ignorate e disprezzate dal mondo perché considerate delle nullità, brilleranno come Stelle fulgidissime nella Gerusalemme Celeste, mentre tante altre stimate e osannate sulla terra saranno ultime nel regno dei Cieli se non dannate, per aver nascosto dietro una maschera di rispettabilità, un anima corrotta, depravata e malvagia. Lo Sguardo divino del Giudice Eterno smaschererà ogni inganno e sarà rivelata la vera identità di ognuno. Si vedrà allora chi sono coloro che hanno impresso nell’anima il Sigillo di Cristo e quelli che invece hanno il marchio della bestia!!!
Nel Vangelo di oggi, Gesù spiega chiaramente il destino che attende i malvagi: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano”.
Questa è la condizione e la fine di quanti scelgono di opporsi a Lui: la loro vita finirà miseramente.
Gesù ripete tre volte la necessità di rimanere in Lui. Bisogna dunque scegliere con ferma decisione e senza ripensamenti di vivere uniti a Lui.
Il Signore si rivolge anche ai credenti e li invita a riflettere sulla loro condotta di vita, perché chi non porta frutti spirituali, non può rimanere in comunione con Lui. La pianta sterile viene tagliata, il tralcio secco muore da solo e il vignaiolo passando lo pota. Questa è la condizione di quanti non corrispondono alla volontà di Dio e non osservano i Comandamenti.
È vero che Gesù è misericordioso e permette a tutti di ricominciare e di riparare, ma quelli che non vogliono cambiare vita e ostinatamente perseverano nel male saranno perduti per tutta l’eternità.
Egli mostra anche la sua bontà infinita quando parla dei tralci che portano frutti, ma necessitano di una potatura. Dio desidera che ogni credente porti molti frutti, per sé, per gli altri e soprattutto per i bisogni della Chiesa; ma per diventare fecondi di opere buone è necessario togliere dal nostro cuore tutto ciò che ci impedisce di crescere spiritualmente. Ecco allora che Dio ci pota…..
È un intervento spesso doloroso, ma indispensabile e salutare!!!
La frase che più deve rimanere impressa nel cuore di ognuno è questa: “Chi rimane in me, e Io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. È necessario rimanere in Lui, solo così si compiono grandi opere e si portano abbondanti frutti.
Ricordiamo bene questo concetto: senza la vera comunione con Gesù non si può compiere nulla di veramente buono. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Gv 15,1-8)
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
B - Quando Gesù dice di dover potare anche i buoni, afferma un concetto molto importante, perché solamente così i buoni credenti daranno più frutto. Il lavoro dello Spirito Santo è quello di ripulirci dalle sozzure del peccato e della mentalità umana e di trasformarci in nuove creature.
Cosa che non fecero gli ebrei quando si trovavano in Egitto. Per la sua ingratitudine il popolo eletto degli ebrei era stato paragonato, in varie occasioni, a una vigna. Si parla così della vigna divelta dall’Egitto e trapiantata in un’altra terra; in un’altra pagina Isaia esprime il dolore del Signore perché la sua vigna, dopo tante cure, mentre Egli aspettava che producesse uva, essa fece invece uva selvatica.
Anche Gesù ha utilizzato l’immagine della vigna per raccontare il rifiuto del Messia da parte degli ebrei, e la conseguente chiamata delle genti pagane.
Nel Vangelo di oggi però, il Signore impiega l’immagine della vite e dei tralci in un senso del tutto nuovo. Cristo è la vera vite, che comunica la propria vita ai tralci. È la vita della Grazia che fluisce da Cristo e si trasmette a tutti i membri del suo Corpo, che è la Chiesa.
Se manca questa linfa vitale essa non produce alcun frutto.
La Grazia divina ha un tale valore che Gesù ha sparso all’ultima goccia del suo Sangue perché noi potessimo ottenerla. Tutte le sue parole, le azioni, i miracoli ci introducono gradualmente nella nuova vita, indicandoci come essa nasce e cresce in noi, come muore e come ci viene restituita se dovessimo perderla.
«Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». «Rimanete in me e Io in voi».
Analizziamo ora le parole di oggi che ci colpiscono in modo particolare: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”.
Gesù ci spiega la vera condizione per ricevere Grazie con facilità ed è la comunione con Lui. È logico che non può dare qualcosa di importante a chi non lo ama, a chi non ha la giusta disposizione interiore perché non si impegna in un autentico cammino di conversione.
Gesù non mette limite ai doni che vuole dare, precisa bene la sua disponibilità: “… quello che volete”. Tutto si può ricevere da Gesù, tutto quello che serve alla nostra santificazione e ai bisogni della vita terrena.
Gesù non trascura nulla, promette e concede in abbondanza, questo lo possono confermare quelli che hanno chiesto con umiltà e preghiera una Grazia e hanno ottenuto di più. Perché Gesù è l’Amore, desidera ardentemente donarci Grazie ma trova molto spesso peccati nelle anime o una mancata disponibilità.
“Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me”. Ricordiamo bene queste parole di Gesù, nessuno può portare buoni frutti se non cammina accanto a Lui.
E’ nel rapporto personale con Gesù Cristo che noi attingiamo tutta la forza e la Luce per amare veramente gli altri e portarli a Lui, perché questo è quanto desidera il Signore: la Salvezza eterna di tutti!!! Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Gv 15,9-11)
Rimanete nel mio Amore, perché la vostra gioia sia piena.
C - Ogni essere umano avverte la necessità di amare i familiari e i conoscenti, ed è molto bello instaurare reciproche relazioni fondate sull’affetto. È ancora più gratificante quello che si riceve amando Gesù, perché solo Lui riesce a colmare e appagare i desideri più profondi del nostro cuore.
La mancanza di vero amore, quello sincero e disinteressato, genera invece abbattimento, depressione, desolazione.
Nel mondo è assente l’amore che ha insegnato Gesù nel Vangelo, non c’è quasi più rispetto per nessuno, non si praticano neanche le virtù naturali, quelle innate in ogni essere. Il mondo è immerso nelle tenebre e pochi riescono a vedere ancora la Luce.
Gesù ha indicato inequivocabilmente la misura con cui dobbiamo amare tutti, praticamente non c’è limite; non possiamo rifiutare nessuno anche se in qualche circostanza non è opportuno manifestarlo a chi ci odia o cerca di rovinarci.
Ma noi li amiamo comunque e preghiamo per la salvezza delle loro anime!
L’amore con cui dobbiamo amare tutti ce lo ha mostrato Gesù mentre stava per morire: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). Sono parole che ci commuovono profondamente perché Gesù le ha pronunciate mentre stava morendo in Croce tra tormenti e torture disumane. Ha scusato i suoi crocifissori, perché incapaci di comprendere l’orribile deicidio che stavano commettendo. E’ una lezione importantissima per noi cristiani che facciamo fatica a perdonare anche la minima offesa.
Gesù è il nostro modello per amare senza riserve tutti, prima però dobbiamo conoscere l’Amore di Gesù, che ci ricolma con la presenza dello Spirito Santo. La sua presenza nell’anima allontana le nostre miserie umane e ci trasforma in creature nuove.
Ecco il significato di queste parole: “Rimanete nel mio Amore”.
I credenti che rimangono nel Cuore di Gesù, quelli che compiono la sua volontà e lottano le tentazioni, conoscono le meraviglie dell’Amore di Dio.
È indispensabile rimanere in Gesù ma si può ritornare a Lui con la Confessione dopo qualche caduta.
Gesù ci ripete più volte in che misura ci ama: “Come il Padre ha amato me, così anch'Io ho amato voi”. Non conosciamo nessuno in grado di amarci con un Amore così infinito. Neanche noi riusciamo ad amare gli altri con tale amore perché troppo spesso l’egoismo, l’avidità, la venalità di possedere denaro o cose, svuota la nostra persona e ci rende sempre più immersi nella frivolezza del mondo!
In questo modo il cuore diventa di pietra, incapace di ricevere e trasmettere amore.
Riflettiamo attentamente sull’Amore infinito con cui Gesù ci ama. Come ricambiamo tale Amore??? Come sappiamo amare il nostro prossimo???
Gesù è il modello perfetto da seguire se vogliamo essere autentici cristiani. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Gv 15,12-17)
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
D – Sono legatissimo al Santuario di Pompei innanzitutto per la devozione che nutro da oltre venti anni verso la Madonna e anche per il ricordo dolcissimo di quando mi recai a pregare in quel luogo benedetto e rimanevo ore a contemplare l’immagine impressa sul miracoloso quadro. È un’immagine che conquista e rapisce il cuore, infatti si rimane a contemplarlo senza più accorgersi delle ore che trascorrono veloci.
Questo succede a tutti coloro che amano sinceramente la Madonna e a Lei si rivolgono in tutte le loro necessità.
Quello di Pompei è un Santuario straordinario dove si avverte potentissima la presenza della Vergine Maria. Non ci sono parole sufficienti per esprimere le meraviglie che avvengono: Miracoli straordinari e Grazie ininterrotte che la Regina del Cielo e della Terra elargisce dal suo trono di Gloria.
Lo diciamo nella supplica che recitiamo oggi alle 12:
«Dal Trono di clemenza,
dove siedi Regina,
volgi, o Maria,
il tuo sguardo pietoso
su di noi, sulle nostre famiglie,
sull’Italia, sull’Europa, sul mondo».
La supplica alla Regina del Santo Rosario si recita l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. Quando si recita si avverte un senso di pace, come avviene per l’Atto di Consacrazione alla Madonna che recitiamo nella nostra Cappella. Non sono importanti solo le parole, è l’amore sincero e puro alla Madonna a trasformare una preghiera in una inappellabile richiesta, a cui Lei non dice mai no per la Fede che vi trova, per l’amore che trasmette quella preghiera.
In questi tempi molti teologi purtroppo sono riusciti a minimizzare la figura della Madonna e a fare ignorare le ricorrenze a Lei dedicate. Sono poche infatti le parrocchie che oggi festeggiano la Madonna e aprono le Chiese per la recita alle ore 12 della importante Supplica.
Il solo pensare che la recita della Supplica potrebbe convertire o guarire da malattie o liberare da negatività molte persone, dovrebbe spingere il sacerdote a spalancare la Chiesa e a richiamare tutti i parrocchiani. La gravità della crisi religiosa che stiamo vivendo si nota anche dalle moltissime Chiese che rimangono chiuse quasi tutto il giorno, per aprire solo quando si svolgono determinate funzioni.
E i credenti o anche i peccatori che desiderano entrare per chiedere perdono… fermarsi… pentirsi… adorare Gesù….. Dove andranno???
Moltissimi parroci devono rivedere questa loro scelta scellerata ( tenere inspiegabilmente le Chiese chiuse ). Hanno forse dimenticato Chi c’è nel Tabernacolo??? Perché sono sempre occupati nelle loro faccende ???. E la loro missione di apostoli? La salvezza delle anime? Chi si occupa di ciò???
Siamo tornati da poco da un bellissimo pellegrinaggio al Santo Curato d’Ars, un Parroco Santo che passava interminabili ore davanti al Tabernacolo ( e invitava i fedeli a fare altrettanto) e ha trasformato quel piccolo paese sconosciuto della Francia in una meta di interminabili pellegrinaggi da ogni parte del mondo. Vedete cosa può fare un Parroco Santo??? Un Parroco che bruciava di Amore per Gesù, per la Santissima Eucarestia e per le anime che Dio le aveva affidato!!!
La penitenza non deve mai mancare nei Sacerdoti, si deve avere la forza e la coerenza di mettere tutto da parte per dedicarsi esclusivamente alle cose di Dio, per compiere la sua volontà, per intraprendere un cammino di santità e guidare alla salvezza milioni di anime.
Non è facile però far rivedere certe posizioni, l’unica arma che abbiamo è il Santo Rosario, per questo vi invito a recitarlo tutti i giorni per la nostra amata Chiesa.
Vediamo di conoscere meglio la storia di Pompei. Bartolo Longo, nel suo intento di propagandare la pratica del Rosario tra i Pompeiani, si recò a Napoli per comprare un dipinto della Madonna del Rosario. L’idea era quella di acquistarne uno già visto in un negozio, ma le cose non andarono così.
Per puro caso infatti incontrò in Via Toledo, Padre Radente (suo confessore) che allo scopo gli suggerì di andare al Conservatorio del Rosario di Portamedina e di chiedere, in suo nome, a Suor Maria Concetta De Litala un vecchio dipinto del Rosario che egli stesso le aveva affidato dieci anni prima.
Bartolo seguì tale suggerimento, ma fu presto preso da sgomento quando la suora gli mostrò il dipinto: una tela corrosa dalle tarme e logorata dal tempo, mancante di pezzi di colore, con la Madonna in atteggiamento antistorico, cioè con la Vergine che porge la Corona a Santa Rosa, anziché a Santa Caterina da Siena, come nella tradizione domenicana. Bartolo fu sul punto di declinare l’offerta, ma ritirò comunque il dono per l’insistenza della Suora.
«Non si può non incominciare dalla campagna, dove il Santuario della Madonna di Pompei richiama ogni anno milioni di pellegrini elargendo Grazie su Grazie. E proprio Lei desiderò arrivare in questo luogo, e per farlo scelse il carretto adibito ad un trasporto quanto mai inadatto. Eppure dopo tanti anni in cui era stata dimenticata, grazie a Bartolo Longo e all’affetto del popolo napoletano, torna ancora più bella alla venerazione dei fedeli.
Il quadro dopo il dovuto restauro fu posto alla venerazione dei fedeli il 13 febbraio 1876. Nello stesso giorno, a Napoli, avvenne il primo miracolo per intercessione della Madonna di Pompei: la dodicenne Clorinda Lucarelli, giudicata inguaribile dall’illustre prof. Antonio Cardarelli, guarì perfettamente da terribili convulsioni epilettiche.
Altro meraviglioso miracolo venne elargito ad una fanciulla di nome Maria Petruni di appena otto anni, la quale caduta quando ne aveva due, rischiava di vedere amputata la gamba. Dopo una tentata operazione che peggiorò solo la situazione la bambina non faceva che piangere e una suora di nome Rosaria le consigliò di rivolgersi alla Vergine di Pompei.
Il giorno 24 Marzo del 1889, Suor Rosaria la vede mesta guardare le amiche giocare e d’impulso le dice: “Cammina, la Vergine di Pompei ti farà camminare!”. A quell’incitamento la bimba si fa forza e sente scorrere in se le forze e si accorge di essere istantaneamente guarita!».
Sono milioni le Grazie donate dalla Madonna in questo Santuario o a quanti La invocano da ogni parte del mondo. Leggiamone un altro, questo avvenne e Fossano (CN) l’8 maggio 1521, nella Chiesa della Madonna di Cussanio:
«Una giovane e bella donna vestita di bianco con un mantello azzurro apparve in sogno ad un povero pastore, Bartolomeo Coppa, muto fin dalla nascita. La Vergine presentatasi dopo avergli restituito la parola e l’udito gli affida il compito di esortare gli abitanti di Fossano a fare penitenza per i propri peccati, in modo da scongiurare i castighi del Signore.
Successivamente l’11 maggio riapparirà in sogno a Bartolomeo vestita di rosso con un grande manto blu sulle spalle incoraggiandolo a rinnovare il suo messaggio ai fossanesi e, vedendolo affamato, gli porge tre pani che il pastore troverà al suo risveglio.
Venne così costruito un Santuario dedicato nel 1875 alla Madre della Divina Provvidenza. Durante l’intero mese di maggio, si celebrano solenni feste, in particolar modo l’8 maggio».
Il Santo Rosario è l’arma potente per indebolire e sconfiggere i diavoli, ma sono pochi i credenti che lo recitano e ancora meno quelli che ripongono in esso tutte le loro speranze. Chi soffre per malattie o è perseguitato dai diavoli o ha problemi di qualsiasi genere, si rivolga con fede e umiltà alla Madonna, recitando ogni giorno la preghiera a Lei più cara: il Santo Rosario!!!
Quando pregheremo con cuore ardente e fiducioso la Madonna concederà ogni tipo di Grazie, sempre, ovviamente, secondo la volontà di Dio. Buona preghiera a tutti.