Presvet Trojstvo 1
 
13/03/2018
 
LO SPIRITO CI CONDUCE AL PADRE
 
Anima Eucaristica Riparatrice, il danno più grave nella nostra vita, anche in quella consacrata dei sacerdoti o religiosi, sta nel fatto che noi parliamo molto di Dio, però parliamo poco a Dio. 
Sappiamo pregare? Molti cristiani, oggi, credono di pregare perché chiedono cose materiali: la salute, il successo negli affari, il felice esito di un intervento chirurgico, una carriera ....Altri restano muti davanti a Dio: non sanno cosa dire al loro Padre. 
Quanti sono i cristiani che lodano Dio, che chiedono la venuta del suo Regno, la sua grazia, il suo amore, la sua pace? 
Carissimi Associati e frequentatori dell’Associazione, abbiamo bisogno dello Spirito Santo per pregare e per conoscere il modo di elevare la mente a Dio Padre. 
 
Pellegrinaggio dal Santo Curato D'Ars e da Santa Bernadette dal 21 al 24 Aprile.
 
Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.
Tutti i venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario, ore 21 funzione dei Malati tutto in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione.
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Rivelaz
 
Soprattutto con il dono della pietà lo Spirito Santo ci rivela il cuore del Padre e ci spinge ad aprirci a lui con confidenza filiale. Nella casa, cosa fa spesso la madre? Fa da intermediaria nei confronti del padre, appoggiando la richiesta del bambino e indicandogli quanto e come egli deve chiedergli. Lo Spirito Santo fa qualcosa di simile in noi: ci sospinge verso il Padre, fonte di ogni bene, ci suggerisce ciò che dobbiamo chiedere e come dobbiamo chiederlo e appoggia le nostre richieste. Santa Teresa di Gesù insegna che lo Spirito Santo deve essere intermediario tra l'anima e il Padre; è lo Spirito che muove l'anima "con ardenti desideri; e l'accende di quel fuoco sovrano a cui è tanto vicina". Lo Spirito suggerisce al cristiano quello che deve chiedere e crea in lui le disposizioni con le quali deve pregare perché la sua orazione sia ascoltata dal Padre. Per mezzo dello Spirito la preghiera è infallibile! 
Lo Spirito è veramente il solo che prega, e che fa vibrare le corde del cuore umano.  La preghiera è perfetta nella misura in cui la persona si affida allo Spirito nel profondo del proprio essere. 
Ma non finisce qui l'azione dello Spirito Santo. Riprendendo l'immagine della madre, possiamo aggiungere che una madre premurosa del bene del figlio, non solo fa conoscere al figlio il suo padre, ma gli fa anche comprendere come lui sia il capo della famiglia e l'ultimo responsabile della stessa e lo apre al padre. Allo stesso modo lo Spirito conduce al Padre i cristiani. Lo Spirito che muove e guida la Chiesa, muove anche il cristiano e lo sospinge nello sviluppo della sua vita in Cristo. 
L'anima si vede così sotto l'azione dello Spirito Santo che lo dirige interiormente in modo che in essa si manifesti la vita filiale, fino al punto da essere autentica manife-stazione del Padre tra i fratelli e nel mondo. Può allora ripetere come Cristo: "Colui che vede me, vede il Padre" (Giovanni 14,9). 
Le relazioni filiali di ogni cristiano col Padre che saranno piene e definitive quando saremo nella gloria, sono "già" una realtà nel tempo della nostra vita, sebbene allo stato "germinale". La vita "filiale" deve svilupparsi in noi fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. Dobbiamo sottoporci a un processo "peregrinante", "pasquale", simile a quello cui si sottomise il Cristo. E in questo cammino pasquale - che stiamo percorrendo proprio in questi giorni - Cristo ebbe sempre lo Spirito Santo come guida e animatore, che lo condusse fino alla morte e lo risuscitò ad una vita nuova ed eterna. Neanche noi, che dobbiamo compiere lo stesso processo"pere-grinante " e "pasquale" siamo soli: lo Spirito dimora in noi e ci conduce al compimento "nella casa del Padre". Il concilio Vaticano Il, riconoscendo l'ordinamento di ogni cosa a Cristo e, mediante lui, al Padre, ha affermato la presenza dello Spirito in tutta la vita del mondo come quella forza formidabile che dirige tutti gli eventi fino alla piena realizzazione del disegno del Padre. 
In ultima analisi, questo disegno è che tutti gli uomini siano suoi figli e vivano nella libertà dei figli di Dio. Attraverso i "segni dei tempi" - il grido dei poveri, dei perseguitati per la fede, degli oppressi, dei posseduti…..- risuona nel mondo la voce del Padre che, col suo Spirito chiama gli uomini, assetati di giustizia, di libertà, di amore e di pace, a una vita liberata e nuova con la libertà dei figli di Dio. 
E' lo Spirito Santo che manifesta il disegno del Padre nei "segni dei tempi" e denuncia le violazioni degli uomini contro questo ammirabile disegno di amore. Questa è la missione dello Spirito: condurre gli uomini, per Cristo, attraverso le realtà umane fino al Padre. Ce lo dice chiaramente il concilio: "(La comunità cristiana) è composta di uomini, i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre" (Gaudium et Spes n.1). 
La storia con tutte le sue contraddizioni che sono conseguenza del peccato, è lo scenario nel quale si svolge il piano del Padre, il quale, nella sua immensa bontà, offre a tutti la salvezza per mezzo del suo Figlio incarnato. Questo piano di salvezza si fa realtà concreta in ognuno di noi sotto l'azione dello Spirito Santo. Lo Spirito dopo aver suscitato nel nostro cuore una risposta "filiale" ci offre anche un significativo impulso e ci fa crescere mediante una vita teologale di fede, speranza e carità fino alla piena statura del Cristo. In questi giorni di preparazione alla solennità della Pasqua, imploriamo con forza il fuoco dello Spirito perché trasformi il nostro cuore e tutta la nostra vita. 
L'Eucaristia e i Santi
 
Salvezza
 
SAN DOMENICO SAVIO 1842-1857 (6 Maggio) 
 
Ecco il simpatico ragazzino torinese dagli occhi intelligenti e buoni, stretto nel suo gilet marrone e la giacchina scura, con la sgargiante farfalla sul collettino bianco, tutto giulivo perché ha Gesù nel cuore. Fa freddo alla sua nativa Riva di Chieri e anche a Torino coperta di neve dove frequenta, a dodici anni, l'Oratorio diretto da Don Bosco. 
Fa freddo ma il ragazzino non ha freddo, perchè nel petto ha una scintilla così ardente d'amore per Gesù nell'Eucaristia che è un piccolo vulcano, tanto è vero che la mattina presto, quando va a scuola, avrebbe la voglia di salutare prima il suo Gesù nel tabernacolo, ma essendo chiusa la chiesa, si ferma davanti alla porta e prega con le ginocchia nude sulla neve finché questa si scioglie e bagna i lembi dei calzoncini corti. Il suo carattere era estremamente allegro e arguto. Tuttavia amò tanto la mortificazione che Don Bosco dovette frenarlo ordinandogli di dare più importanza ai piccoli doveri e anche ai giochi. Una notte., allorché il freddo era pungente, trovò il giovanetto senza vesti nel letto. "Non far così - gli disse - ti prenderai una polmonite". Domenico rispose: "Forse che la prese il Bambino Gesù nel presepio?". 
Nella sua preghiera, specialmente ai piedi del Ciborio, erano frequenti le estasi che egli chiamava distrazioni. Ai suoi tempi, la prima Comunione ai bambini veniva amministrata non prima dei dodici anni, ma la pietà eucaristica di Domenico era già così viva nella primissima età che per eccezionale privilegio gli fu conferita a sette anni. La tenera dimestichezza che aveva con Gesù in Eucaristica, egli sapeva riversarla in tutti con infinita affabilità e dolcezza. 
Un piccolo episodio. Era genuflesso al passaggio del Santissimo, ma accanto a lui un militare "innanzi a Dio come fuso" non accennava ad inginocchiarsi. Con tanta finezza il ragazzino estrasse dal taschino il suo candido fazzolettino e lo stese davanti alle ginocchia del militare che ben comprese l'invito. Motivi di salute non gli consentirono la permanenza nell'Oratorio di Don Bosco, per cui dovette tornare nella sua povera famiglia di Riva di Chieri riscaldandola di amore e di gioiosità, finché, prevedendo la sua morte, vi si preparò pregando, sorridendo, consolando i suoi genitori, e invitando tutti a raggiungerlo in Cielo. 
 
 
SAN PASQUALE BAYLON 1540-1592 (17 Maggio)
 
Non meraviglia se la sua vita ha dello sbalorditivo perché era umilissimo e sappiamo che Dio in queste anime compie prodigi. Non ci meraviglia il fatto che un laico che durante la vita fu appena conosciuto in un angolo della Spagna, presieda dal Cielo le riunioni dei grandi congressi eucaristici di cui è patrono. Non meraviglia se le meraviglie cominciano da quando, piccolissimo, perso di vista dai genitori e da questi cercato nel villaggio per un'intera giornata, fu trovato in chiesa seduto sui gradini dell'altare a contemplare il tabernacolo, ai piedi del quale s'era trascinato con le ginocchia e con le sue fragili manine, perché era un innocente. Non meraviglia se, piccolo pecoraio, custodiva grandi greggi che rimanevano tranquilli e sicuri mentre lui andava a far visita a Gesù Sacramentato, o, non potendo andarci, era egli visitato dal Santissimo, poiché provvedevano gli angeli a custodire le pecore o a portargli il Santissimo per l'adorazione o la Comunione: era un'anima semplicissima. 
Non meraviglia se, giovanetto, è rifiutato dai francescani perché troppo incolto e rozzo: pascendo imparò da solo a leggere per il desiderio di cantare le lodi o scandire le Ore al suono lontano della campana: era povero, ma ricco della sapienza di Dio. Non meraviglia se, finalmente accolto nella comunità religiosa, non volle diventare sacerdote sentendosene indegno, ma assisteva tra le lacrime dalle sette alle nove sante Messe ogni giorno e, in ginocchio con le braccia incrociate, sostava ai piedi del Tabernacolo in tutte le ore e i momenti di sosta che il lavoro gli concedeva: era un serafino di preghiera. 
Non meraviglia che, benché illetterato, fosse incaricato di delicate e difficili missioni in Francia, viaggiando a piedi nudi, a capo scoperto, mendicando il vitto, ricevendo insulti e percosse dai calvinisti che egli confutava con profonda e ispirata dottrina: era pronto a morire e soffrire per Cristo. 
Non meraviglia il bene che, sempre sorridente, riusciva a profondere in tutte le anime che lo avvicinavano: aveva per Dio un cuore di figlio, per il prossimo un cuore di madre, per sè un cuore di giudice. 
Non meraviglia se avvisato dal Signore della sua prossima morte vi si preparò con animo giulivo, spirando al suono delle campane che davano il segnale della Consacrazione e, ormai morto, durante la santa Messa di esequie, si ergesse due volte per fissare lo sguardo all'elevazione dell'Ostia e del Calice: i suoi occhi già vedevano in Paradiso la presenza di Gesù.
 
Pilar
 
DIALOGHI CON GESU' EUCARISTICO
 
ANIMA: Gesù, lascia che io mi presenti a Te oggi e ti esprima la mia gioia per quanto mi hai detto, però devo esprimerti anche la mia angoscia perché sono tanto lontana da quella meta ed ho paura di non riuscire a raggiungere quella intimità. Tu conosci la mia fragilità e i miei limiti. Ci proverò, ma per ora contentati e accettami come sono. Se mi aiuti arriverò dove Tu mi vuoi, tutta la mia fiducia e la mia speranza sono in Te. 
 
GESU’: Io ti conosco e so quanto tu puoi e per tua consolazione desidero dirti che mi piace che tu rimetta in me ogni fiducia e speranza. Io lo so che non ti è facile e agevole e non pretendo che tu raggiunga più o meno subito quella meta, quello che mi aspetto da te è che tu la desideri, la cerchi, t'impegni con umile disponibilità. Prova, riprova e non preoccuparti se non sempre riesci, ciò che conta è la continuità della tua volontà. lo questo mi aspetto da te, perseveranza senza interruzione e senza preoccupazione se non sempre riesci. lo non apprezzo i risultati, ma l'impegno, lo sforzo, è questo che premio: i risultati non dipendono da te, ma da me e sono condizionati al tuo sforzo. Se c'è questo, vedrai che quando io lo crederò opportuno ti troverai nello stato abituale di intimità con tua meraviglia e gioia. Perciò, non piagnucolare quando vieni a trovarmi, ma offriti a me come sei, con le tue vittorie e le tue cadute. Io sono l'Amore e perché ti amo, ti accetto come sei.
  
ANIMA: Grazie, Gesù, di quanto mi hai fatto capire. Spero di ricordarmelo per trovare più pace e serenità e, così, liberarmi dei miei infantili timori. Ora sono qui dinanzi a Te sicura che mi aiuterai a superare questo momento, che mi angoscia non poco. Ti dico subito, tutto mi va male, nessuna cosa che intraprendo mi riesce, mi sento come una fallita e presa di mira dai miei fratelli che si lamentano di me, mormorano, forse mi calunniano, fanno delle insinuazioni malevoli e quel che più mi addolora è la motivazione perché mi sono avvicinata a Te e cerco di esserti fedele. Non mi sopportano proprio perché cerco di dare una testimonianza di fede e di fiducia in Te. Lo so e lo penso, Tu sei stato trattato anche peggio di me, ma mi sento ugualmente angosciata. Ti chiedo aiuto, rinnovo la mia fiducia in Te, mi sforzo di abbandonarmi in Te che sei la mia salvezza e il mio unico conforto. 
 
GESU’: Anima benedetta, sappi che io ti sono più vicino di quanto tu possa immaginare. Ti comprendo, soffro con te perché anch'io nella mia vita ho fatto le tue esperienze. Pensa al mio grido d'aiuto al Padre nell'Orto del Getsemani e al mio lamento sulla Croce. Sì, tu lo riconosci, ma non trovi conforto. Neanche io ne ho trovato dai tre apostoli che non sono riusciti a vincere il sonno!... Cerca di capire che questo periodo ti è utile e ti porterà a grandi e importanti risultati. Ti è utile perché serve a purificarti da ogni scoria di umano, a rendere più salda la tua fede, a stornarti dall'umano, constatando la vanità di ciò che è terreno e farti acquisire la convinzione che ciò che conta è la Virtù e l'azione proiettata verso l'Eterno. Ti aiuta anche a ridimensionare il valore delle cose che appartengono all'umano, a non fidarti incon-dizionatamente degli uomini; parenti, amici, ecc. per mettere tutta la tua fiducia nel Padre Celeste. Se valorizzi gli scopi che Dio si prefigge nel farti attraversare questo tormentoso periodo, vedrai che Egli ti consolerà interiormente e, al momento oppor-tuno, anche all'esterno le cose cambieranno e tu diventerai centro d'irradiazione e i fratelli se ne accorgeranno e ti seguiranno. Intanto contentati di quel poco che ti danno i pochi fratelli, come io ho avuto tanto conforto da mia Madre - ricordati che è anche tua - dal Cireneo, da Giovanni e dalle Pie donne. Coraggio! Trascinati come puoi, sopporta tutto sia pure con sforzo, offri al Padre in unione con Me e con Mia Madre, l'Addolorata, ravviva la speranza e godrai dei buoni risultati che io ti concederò al termine della prova. 
 
ANIMA: Grazie, Gesù, grazie davvero perché Tu sei la luce che dirada le tenebre, la forza che spinge avanti, Grazie perché mi hai fatto capire che non ci può essere bene che non sia il frutto di una sofferenza. Grazie, anche, perché mi hai illuminato sul valore vano e scialbo delle cose umane, mentre quello che appartiene allo Spirito mi proietta verso l'Eterno. 
 
Dialoghi con Gesù Eucaristico. L'Eucaristia nel corpo mistico.  
 
Anima: Mio Gesù quando mi nutro del tuo Corpo ho la sensazione di essere più strettamente unita al resto dei miei fratelli. è bello sentirmi così unita per merito tuo a tutte le creature umane, prego per loro, desidero che si salvino, che Ti amino e Ti ricevano. 
 
Gesù: Anima carissima, non può essere diversamente perché tutti i fratelli fanno parte del mio Corpo Mistico, di cui Io sono il Capo ed essi le membra. Da Me, che sono il Capo, voi tutti ricevete quella vita che poi esprimete nelle varie forme. Il Capo cementa questo vincolo, lo irrobustisce e aiuta perché ogni membro svolga la sua funzione. 
 
Anima: Non è solo bello sentirsi uniti ai fratelli, ma credo di capire che sia anche utile perché tutti siamo compartecipi dei beni che esprimiamo. 
 
Gesù: E come! Quale migliore espressione di socialità e di condivisione dei beni può esistere? Ogni membro è in funzione dell'altro e viceversa, pur mantenendo la specifica funzione particolare. A somiglianza delle membra del corpo umano ognuno di essi non vive e agisce per sé, ma per gli altri membri, così i piedi, le mani, il cuore, ecc. non vivono e agiscono per se stessi, ma per il corpo intero. Io, poi, che sono il Capo dò vita ai singoli e all'insieme del corpo. 
 
Anima: O Gesù, se il mondo intero, se tutta la società umana, si sforzasse di adeguarsi a questa realtà che Tu, o Gesù, mi hai fatto capire, quale armonia, solidarietà, collaborazione si realizzerebbe! Ognuno al proprio posto, ognuno nella propria mansione, non egoisticamente, ma per gli altri,... Ciò, mi sembra un Paradiso anticipato, con Te a capo e vitalizzante. 
 
Gesù: Purtroppo, gli uomini, salvo pochi, non hanno capito l'importanza determinante di questa concezione. Solo coloro che mi ricevono nella Eucarestia con le migliori disposizioni la capiscono ed io li aiuto a realizzarla. Era così all'origine del Mondo: il Padre Creatore, la creatura umana... e il resto del Creato erano una unità e gustavano l'armonia, l'interdipendenza nella specifica funzione. Il Padre all'apice di questa unione, il resto unito a Lui. Il peccato ha distrutto questa armonia ed Io sono venuto nel mondo per ricostruirla. 
 
Anima: Come è triste tutto questo! Gesù, per quel che posso mi impegno a ricostitui-re questa armonia che il peccato ha distrutto. Sono convinta che il riceverti spesso mi aiuterà a contribuire a questa realizzazione. Soprattutto cercherò di capire qual'è la mia funzione nel Tuo Corpo Mistico e di viverla quanto più posso, così mi renderò utile ai miei fratelli. 
 
Gesù: Nel piano sapiente del Padre ognuno di voi ha una funzione, un compito che deve amalgamarsi nell'unità del Capo, cosa che la mia vita Eucaristica incrementa se le anime vivono e si sforzano di vivere l'unione con Me. Io sono la linfa che vivifica e attiva ogni singolo membro per svolgere il compito specifico: il cuore amore da cuore che ama; le mani da mani nelle attività esterne; il piede da piede che spinge a camminare nella via del bene ecc.; Quello che ogni membro svolge nel corpo fisico vedilo in quello mistico e capirai quale può essere la tua funzione. I Carismi sono tanti, altrettanto i doni, ma una sola è l'anima come una sola è la Trinità che unifica e vivifica tutto.
 
Anima: Mio Gesù, cercherò di capire col tuo aiuto qual'è la mia posizione in questo Corpo Mistico perché desidero rendermi utile a far contento Te che sei il mio Capo. Non voglio godere egoisticamente della vitalità che Tu mi comunichi. Certo devo tener conto della mia condizione nella vita e nella società. 
 
Gesù: Cara anima, spero che tutte quella anime che Mi ricevono si rendano conto di quanto sia importante svolgere questa funzione di membro nella vita sociale. Una madre, un professionista, un operaio, un giovane, un adulto, un anziano hanno il loro posto nel mio Corpo Mistico che si avvalora dall'essere a Me uniti. Se vivono di Me, ogni posizione o posto che occupano rivela loro qual'è la funzione specifica nel mio Corpo Mistico. Così nella varietà si realizza l'unità. 
 
Anima: Sai, Gesù, mi sembra di capire che se mi sforzerò di essere Cuore che soprattutto ama, realizzerò me stessa in Te e nei fratelli. 
 
Rosario
 
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