Apparsa la Madonna di Guadalupe nella foto scattata il 7 Maggio ore 17,27 nei cieli della Repubblica Dominicana.
02/11/2017
Catechesi N. 183
A - “Chi ha orecchi, ascolti!”. La premura di Gesù per gli altri è inesauribile, fa un invito insistente ad ascoltare la spiegazione della parabola della zizzania, una parabola inquietante per coloro che vivono nel mondo seminando cattiverie, inganni, rancore.
B - Ogni pagina del Vangelo entusiasma il lettore interessato per la profondità spirituale e le perfette argomentazioni. Nessun uomo è in grado di mettere assieme parole non comuni e soprannaturali, solo Dio può darci questo alimento indispensabile per conoscere la Verità e diventare migliori.
C - Riprendiamo il Vangelo di ieri e approfondiamo la gravità delle accuse lanciate da Gesù a scribi e farisei. Il genere letterario dei “guai” è un genere profetico. Non si identifica con la maledizione, ed avveniva sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento.
D - Visto che oggi, sia nella catechesi che nelle omelie, il tema dell'inferno è quasi totalmente ignorato... visto che al¬cuni teologi vescovi, cardinali e pastori d'anime, alla colpa già grave del silen¬zio, aggiungono quella della negazione dell'inferno che... "o non c'è, o se no è vuoto".
TUTTI I VENERDI' ALLE ORE 21 POTETE SEGUIRE LA NOSTRA FUNZIONE DEI MALATI IN DIRETTA COLLEGANDOVI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK - ASSOCIAZIONE NOSTRA SIGNORA DI LOURDES. ORE 20.30 SANTO ROSARIO A SEGUIRE LA FUNZIONE DEI MALATI.
Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.
Sabato 25 Novembre ore 15 Santo Rosario, ore 15,30 Funzione dei Malati.
Cliccare sotto il link per collegarsi in diretta.
Per chi vuole ascoltare la Catechesi cliccare sotto
+ VANGELO (Mt 13,36-43)
Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
A - “Chi ha orecchi, ascolti!”. La premura di Gesù per gli altri è inesauribile, fa un invito insistente ad ascoltare la spiegazione della parabola della zizzania, una parabola inquietante per coloro che vivono nel mondo seminando cattiverie, inganni, rancore. Gesù sa che per costoro è molto difficile ravvedersi dalla loro condotta malvagia, ma sa anche che tutto è possibile a Dio se trova uno spiraglio nell’anima del peccatore.
La spiegazione della parabola è molto chiara, rileggere più volte questo Vangelo permette di comprendere meglio la vita umana.
È l’uomo a scegliere il ruolo che vuole rivestire nella sua vita, anche se molte volte le scelte sono determinate da motivi contingenti o costringenti. Spesso si assume nella società un ruolo che non compete, non tanto per mancanza di professionalità che si può sempre acquisire, ma più che altro per una mancata predisposizione personale e purtroppo, spesso, le scelte sbagliate condizionano la propria vita e quella degli altri.
Da qui l’importanza di meditare attentamente il Vangelo per comprendere e attuare gli insegnamenti di Gesù, evitando così di commettere gravi errori nelle decisioni importanti della vita.
Già si vive nella continua sofferenza a causa dei cattivi, se poi si sbagliano anche le scelte, si va di male in peggio.
Nel campo del mondo ci sono però anche molti semi buoni, molte persone che pregano e vogliono intraprendere un serio cammino spirituale.
Sono felice per moltissimi di voi che hanno iniziato questo cammino di Fede con impegno e coraggio, dedicando più tempo della giornata alla preghiera, perché la preghiera trasfigura l’anima e l’abbellisce. Per vincere con amore la zizzania che cresce vicino a noi, dobbiamo saper amare, perdonare e rimanere forti nelle contrarietà. Il modo migliore per superare le difficoltà è sempre la preghiera. Essa ci lega a Gesù, ci fa dialogare con Lui, assimilando in questo modo il Suo stesso Spirito.
Ricevo moltissime testimonianze inviate dai nostri Associati del Cuore Immacolato di Maria. Il cammino che abbiamo iniziato sta dando abbondanti frutti spirituali. Questo è solamente l’inizio, la Madonna è Maestra di spiritualità e guida verso la Verità. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 23,13-22)
Guai a voi, guide cieche.
B - Ogni pagina del Vangelo entusiasma il lettore interessato per la profondità spirituale e le perfette argomentazioni. Nessun uomo è in grado di unire concetti di così grande elevatura spirituale, solo Dio può darci questo alimento indispensabile per conoscere la Verità e diventare migliori.
Questa pagina del Vangelo di oggi mette ben in mostra lo sdegno di Gesù, condito da parole pesanti e inequivocabili. La prima cosa che appare certa è che Gesù non maledice i farisei ingannatori, Egli svela tutta la loro corruzione e lo fa con parole chiare. Gesù può farlo perché è Dio e non aspetta alcuna ricompensa da nessuno, Lui semmai dona ricompense e benedizioni. Il suo parlare esplicito, pieno di sapienza e di coraggio rivela la Sua vera identità. Gesù parla con questo eroismo perché Lui stesso è la Verità.
I suoi seguaci sono chiamati a parlare con coraggio ma difficilmente questo avviene per varie circostanze. Innanzitutto il coraggio spesso non è adeguato, ci sono troppi ragionamenti e la giustificazione sempre presente, inoltre manca la spinta interiore che deve provenire dallo Spirito Santo. Non sempre bisogna esternare o parlare con coraggio, la prudenza è più importante del coraggio, quando si comprende che bisogna parlare solo se è volontà di Dio.
È sempre volontà di Dio difendere il Vangelo e la Chiesa; ci sono situazioni in cui bisogna difendere in quel momento la Verità di Dio, senza preoccuparsi del giudizio degli altri. Chi ha rispetto umano e quindi teme il giudizio degli altri, non è vero seguace di Gesù.
Con serenità si possono spiegare tante verità; si devono anche denunciare le eresie degli ingannatori, ma questo bisogna comprenderlo nella preghiera prolungata e nell’adorazione costante dell’Eucaristia.
L’azione di Gesù è delicata, opposta a quella agitata dei diavoli, sempre martellanti nel voler far compiere azioni sbagliate.
Chi è intimo con Gesù si sente sempre spinto a difendere con coraggio il Vangelo e la Chiesa, ma alle volte non è opportuno anticipare una difesa che in quel determinato momento non porterebbe alcun vantaggio; così, con intelligenza, si rimanda al tempo che deciderà Gesù, ed è proprio qui che si evidenzia il cristiano che segue Gesù da chi invece segue se stesso!
Con gioia e nella pace profonda chi è vicino a Gesù è sempre pronto a fare silenzio anche per anni e a parlare o scrivere quando Lui vorrà, infatti anche il coraggio sovrabbonda in chi vive in totale dipendenza da Dio.
Chi è intimo con Gesù non ha paura dei nuovi farisei presenti nella Chiesa e sono i neomodernisti, i cardinali e vescovi massoni quelli che stanno distruggendo la sana dottrina cattolica, dopo avere inventato un falso vangelo. Sono loro ad avere terrore di chi grida con coraggio la piena Verità del Vangelo storico e svela la loro doppiezza nell’agire.
“Guai a voi”. È il grido di Gesù a quanti Lo tradiscono e conducono milioni di persone all’inferno. È l’avvertimento finale!
Oggi, domani e mercoledì ci troviamo a meditare il capitolo 23, precisamente le tre parti che contengono i 7 “guai” lanciati dal Signore ai falsi devoti. Oggi meditiamo Mt 23,13-22, domani Mt 23,23-26 mentre mercoledì Mt 23,27-32. Sono tre meditazioni che meritano una particolare considerazione soprattutto da parte dei Consacrati e dei teologi. Sono 7 “guai” divisi in tre meditazioni, oggi 3, domani 2 e dopodomani altri 2.
Adesso mi ritrovo ad avere poco tempo a disposizione per i numerosi impegni che si susseguono nella giornata. Non voglio liquidare in poco tempo i primi 3 “guai” di oggi e rimando al commento di domani l’inclusione di questi e la meditazione dei 2 del Vangelo di martedì. Domani, se Dio vorrà, mediteremo 5 “guai” dei 7 che ci presenta San Matteo. È una meditazione molto bella e che preparerò anche di notte, se sarà necessario.
Oggi voglio riportare alcune terribili parole di Gesù pronunciate poco prima di lanciare i 7 “guai”. I destinatari sono sempre tutti gli ipocriti che Lo oltraggiano e diffamano senza vergogna. “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito” (Mt 23,2-4).
+ VANGELO (Mt 23,23-26)
Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.
C - Riprendiamo il Vangelo di ieri e approfondiamo la gravità delle accuse lanciate da Gesù a scribi e farisei. Il genere letterario dei “guai” è un genere profetico. Non si identifica con la maledizione, ed avveniva sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Gesù non maledisse neanche il fico sterile: «Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: “Non nasca mai più frutto da te”. E subito quel fico si seccò» (Mt 21,19).
Il genere letterario dei “guai” è un metodo usato per denunciare il peccato, un avviso del tremendo giudizio di Dio ancora evitabile. Gli antichi Profeti molto spesso annunciavano “guai” imminenti alle popolazioni infedeli. Dobbiamo inquadrare in questa analisi i “guai” pronunciati da Gesù che troviamo in questi giorni nella lettura del Vangelo. Gesù non solamente rivela la corruzione dei farisei o neomodernisti di oggi, afferma anche che per le loro colpe subiranno conseguenze tremende.
I “guai” lanciati da Gesù sono atti di misericordia a persone che non meritano nulla, colpevoli di avere abusato della misericordia di Dio, perché hanno calpestato senza freno le Sacre Scritture, ed esercitato un potere oppressivo ed ingiusto sulla popolazione. Gesù denuncia pubblicamente questi corrotti, svela i loro crimini, presagisce la loro perdizione.
Gesù trova piena ipocrisia nella classe dirigente giudaica, i 7 “guai” sono rivolti solo ai suoi capi e non a tutto Israele.
Gesù denuncia apertamente gli ipocriti ed avvisa i futuri cristiani a non cadere nell’ipocrisia, perché la loro fine sarà simile a quella di scribi e farisei. La deformazione religiosa può infiltrarsi ovunque all’interno della Chiesa per l’agire subdolo dei neomodernisti, massoni e oggi non sono più sufficienti i 7 “guai” lanciati da Gesù…
È facile scoprire questa deformazione religiosa in tutta la sua mostruosità, valutando l’ipocrisia tra quello che dicono e ciò che vivono; l’esteriorità, quindi la ricerca dell’apparenza e non dell’essenza; la vanità della vita; la simulazione di pietà quando si esibisce un fervore inesistente e bocciato dalle stesse opere inique; la miopia nel non vedere più la Verità del Vangelo storico.
Il primo “guai” riguarda il “vietare l’accesso al Regno di Dio”. Chi entra in questo Regno manifesta l’adesione al Vangelo, Gesù denuncia l’osteggiamento verso il suo Vangelo. Oltre a non aderire al messaggio di Gesù, i neomodernisti con in testa i teologi, con la loro influenza impediscono di fatto ai credenti di immettersi nel cammino della vita spirituale. Indicano una via sbagliata anche se piacevole ai sensi esterni…
Il secondo “guai” riguarda il proselitismo. Il proselito passava dal paganesimo all’ebraismo attraverso il battesimo e la circoncisione. Gesù denuncia un comportamento aggressivo di chi si convertiva e diventava ancora più intransigente di quanti erano nati nell’ebraismo; questo convertito arrivava a diventare doppiamente nemico di Gesù.
Il terzo “guai” riguarda il giuramento. Erano bravi ad evitare il Nome di Dio attraverso un giro di parole ambigue. Utilizzavano il tempio, l’altare o il cielo nei formulari del giuramento per sostituire il Nome di Dio e questa era una doppia falsità. Gesù condanna la pratica del giuramento, utilizzato per coprire i loro misfatti ed affermare falsità.
Il quarto “guai” riguarda le decime. Gesù osserva che scribi e farisei oltre a seguire la prescrizione della Torà di dare la decima sul frumento, sul vino, sull’olio e sul gregge, hanno aggiunto a questa tassa religiosa anche su tre tipi di erbe. Tutto sommato non è uno scandalo, ma c’è una grande contraddizione nel pretendere l’osservanza di queste tasse, trascurando di osservare i doveri etici fondamentali, come la giustizia, la misericordia e la fedeltà.
Il quinto e il sesto “guai” sono associati, Gesù trova pienamente ipocrita l’osservanza esteriore per poi marcire interiormente. La vera purità non sta nel bicchiere o nel piatto pulito se poi i cuori sono covi di odio, malizia e intemperanza. Non bisogna pulire solo l’esterno del bicchiere, è più importante l’interno, và pulito prima ancora dell’esterno.
Questi avvisi Gesù li ripete anche oggi ed invita tutti a preoccuparci della vita spirituale interiore, non tanto dell’apparenza!
D - Visto che oggi, sia nella catechesi che nelle omelie, il tema dell'inferno è quasi totalmente ignorato... visto che al¬cuni teologi vescovi, cardinali e pastori d'anime, alla colpa già grave del silen¬zio, aggiungono quella della negazione dell'inferno che... "o non c'è, o se no è vuoto"... visto che troppi oggi parlano dell'inferno in modo sarcastico o quantomeno banalizzante... visto che è anche e principalmente il non cre¬dere o il non pensare all'inferno che porta a impostare la propria vita in modo diverso da come Dio la vorrebbe e per¬ciò a rischiare di farla finire nella rovina eterna... ho pen¬sato di accogliere il suggerimento di un sacerdote che conosco, che passa ore e ore in confessionale per ridare alle anime l'acqua pura e fresca della grazia perduta col peccato. Mi ha parlato anche lui dell’inferno e sempre ne fa riferimento nelle sue omelie.
Così ho pensato di fare una Catechesi su questo argomento per tutti quelli che vorrebbero sentirne parlare, ma non sanno più a chi rivolgersi... per tutti quelli che ne hanno sentito parlare finora in modo distorto e tranquillizzante... per tutti quelli che non ci hanno mai pensato e... (perché no?) anche per chi dell'inferno non vuole proprio sentirne parlare, per non essere costretto a fare i conti con una realtà che non può lasciare indifferenti e non permette più di vivere nel peccato allegramente e senza rimorsi.
Si capisce da qui che una pastorale che fa silenzio sulla terrificante realtà dell'inferno per non raccogliere sorrisini di compatimento e per non perdere la clientela, sarà anche gradita agli uomini, ma è sicuramente sgradita a Dio, perché è distorta, perché è falsa, perché non è cristiana, perché è sterile, perché è vile, perché è venduta, perché è ridicola e, quel che è peggio, perché è estremamente dannosa: riempie infatti i "granai " di Satana e non quelli del Signore.
In ogni caso non è la pastorale del Buon Pastore Gesù... che dell'inferno ne ha parlato tante e tante volte!!! Nel Vangelo che i falsi pastori continuino con la loro "pastorale del nulla". Noi preoccupiamoci solo di piacere a Dio e di essere fedeli al Vangelo storico di Gesù, ciò che non sarebbe... se tacessimo sul¬l'inferno!
Questa Catechesi va meditata attentamente, per il proprio bene spirituale, e va diffuso il più possibile, sia da parte dei sacerdoti che da parte dei laici, per il bene di tante anime alla deriva.
Prima di descrivere le terrificanti visioni avute dai Santi sull’inferno, voglio riportare qui sotto alcune visioni del Purgatorio, per farvi comprendere che già in questo luogo di purificazioni le pene sono tremende. Spero che ciò serva a farvi riflettere sulla grande responsabilità che ognuno di noi ha, sia per quanto riguarda la salvezza della propria anima, sia per la salvezza altrui.
Queste mie parole sono rivolte a tutti, ma specialmente a coloro che con estrema leggerezza negano o mettono in dubbio l'esistenza dell'aldilà e, anche, a quei teologi schizzinosi, per i quali nulla è veramente dimostrato con certezza e perciò sono sempre pronti a minimizzare certe verità di fede.
Nel Diario di santa Faustina Kowalska (1905-1938) leggiamo che una volta, di notte, venne a trovarla una consorella, morta due mesi prima. Era in uno stato spaventoso, tutta avvolta da fiamme, con la faccia dolorosamente stravolta. L'apparizione durò solo un breve momento, ma l'anima di Suor Faustina fu trapassata. Pur non sapendo dove soffrisse, se in Purgatorio o all'Inferno, ella raddoppiò le preghiere per lei. La consorella ritornò la notte seguente, in uno stato ancora più spaventoso, tra fiamme più fitte, aveva sul volto i segni della disperazione. Sorpresa di vederla così dopo tutte le preghiere fatte, suor Faustina le chiese: "Non le hanno giovato per nulla le mie preghiere?". La consorella rispose che non erano servite a nulla e che niente poteva aiutarla. E le preghiere insistette suor Faustina fatte per lei da tutta la Congregazione, anche quelle non le hanno giovato a niente? ". "Niente. Quelle preghiere sono andate a profitto di altre anime". E allora disse Suor Faustina: "Se le mie preghiere non le giovano per niente, la prego di non venire da me". Al che ella scomparve immediatamente. Tuttavia si continuò a pregare per lei. Dopo qualche tempo, di notte, ritornò di nuovo, ma in uno stato del tutto diverso. Non era tra le fiamme come prima e il suo volto era raggiante, gli occhi le brillavano di gioia... esortò a non cessare di pregare per le anime purganti, e disse pure che non sarebbe rimasta a lungo in Purgatorio. I giudizi di Dio sono veramente misteriosi!
La Venerabile Maria Rosa Carafa della Spina (1782-1890), napoletana, si distinse per una grande devozione al Preziosissimo Sangue di Cristo e alle anime del Purgatorio. Una volta, nel giorno dei Defunti, Gesù le mostrò in visione il Purgatorio. Un mare di fiamme apparve al suo sguardo atterrito. Gesù le disse: "Figlia mia, hai un gran mezzo nelle tue mani per spegnere quelle fiamme. Prendi il Sangue del mio Cuore e versalo su di esse". Ella così fece e vide le anime sante salire al cielo come stelle luminose. Allora la Venerabile pregò Gesù: "Signore, voglio liberare tutte queste Anime!" e Gesù le rispose: "Se gli uomini pensassero al tesoro che hanno nelle mani, potrebbero liberare a migliaia le Anime che qui penano". Abbiamo qui la rivelazione e la conferma che a liberare le anime dal Purgatorio è soprattutto il gran mezzo del Sangue di Cristo.
Santa Francesca Romana nacque a Roma all'inizio del 1384 e morì il 9 marzo 1440. Fondò le Oblate della Congregazione Benedettina di Monte Oliveto. La sua vita fu un tessuto di visioni, di rivelazioni e di estasi. Ella vide il Purgatorio diviso in tre parti distinte. Nella regione superiore le anime che soffrivano la sola pena del danno (cioè la privazione della visione di Dio) o qualche pena mite e di poca durata, per renderle degne della visione e del godimento di Dio. Nella regione media vide che soffrivano le anime che avevano commesso in vita colpe leggere o che dovevano liberarsi dalle pene dei peccati mortali perdonati quanto alla colpa. In fondo all'abisso e in vicinanza dell'inferno vide la terza regione, ossia il Purgatorio inferiore, tutto pieno di un fuoco chiaro e penetrante, diverso da quello dell'inferno, oscuro e tenebroso. Questa terza regione la vide divisa in tre scompartimenti, dove le pene andavano gradatamente aumentando a seconda della responsabilità delle anime del grado di gloria e di felicità alla quale dovevano giungere. Il primo lo vide riservato ai secolari, il secondo ai chierici non ordinati, il terzo ai sacerdoti e ai vescovi. Questo terzo scompartimento lo vide come un luogo più infimo, riservato ai religiosi e alle religiose, che, avendo avuto maggiori mezzi di santificazione e maggiori lumi da Dio, avrebbero una più grande responsabilità nelle loro colpe e, quindi, un più grande bisogno di espiazione.
Buona preghiera a tutti.