25/08/2017
Catechesi .173
A - Gli scontri che avvengono spesso tra “suocera contro nuora e nuora contro suocera”, quasi sempre non sono causate dalla Parola di Dio, ci sono motivazioni meno nobili che guastano l’affetto e causano molte sofferenze.
B - Il Vangelo di oggi coincide con la festa liturgica di San Bernardo di Chiaravalle, abate, un grande uomo di Dio nato il 1090 e morto nel 1153. È una di quelle figure che hanno dato tantissimo alla Chiesa, che hanno praticato il rinnegamento fino all’insopportabile per seguire la volontà di Dio.
C - La figura che ricordiamo oggi è di grande rilievo nella Chiesa ed è il Patrono dei parroci, il loro modello di vita, un uomo considerato da tutti a quel tempo come incapace di compiere anche le cose più banali, figuriamoci l’incarico e la responsabilità di parroco.
D - Nello stesso periodo della predicazione di San Francesco d’Assisi, Dio si compiacque di inviare un altro grande Santo, più preparato nelle Scritture e coraggioso oppositore delle eresie che serpeggiavano con facilità in Italia e in Francia.
E - Oltre gli atei e gli agnostici/indifferenti, anche incalcolabili cristiani hanno smarrito la bussola della loro vita, non hanno presente nella mente l’esistenza di Dio e si abbandonano all’imprevedibile forse per rianimarsi dalle vicende politiche ed economiche mondiali.
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Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario, ore 21 Funzione dei Malati.
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Dal Lunedì al Venerdì ore 10,30 Santo Rosario in diretta.
Questa sera venerdì 25 Agosto ore 21 ci sarà la funzione dei Malati. Ore 20,30 Rosario nelle varie lingue.
Dal 3 al 5 Novembre Pellegrinaggio a Cascia da Santa Rita. Partenza Giovedì 2 Novembre ore 23.30
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+ VANGELO (Lc 12,49-53)
Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.
A - Gli scontri che avvengono spesso tra “suocera contro nuora e nuora contro suocera”, quasi sempre non sono causate dalla Parola di Dio, ci sono motivazioni meno nobili che guastano l’affetto e causano molte sofferenze. Anche molti peccati, infatti sono scontri in cui non si risparmiano giudizi e offese, attacchi per non arrendersi e non dare vittoria alle pretese dell’altra parte.
Litigi e incomprensioni ingiustificate se si pensa all’invito che arriva dal Vangelo di amare e perdonare tutti.
Le persone che non seguono Gesù non prendono minimamente in considerazione il Vangelo, non hanno alcuna riserva nel causare sofferenze anche senza vere ragioni, non risparmiano giudizi e offese pur di soddisfare il proprio orgoglio. Ma i credenti non possono cadere nelle trappole dell’odio.
L’esempio fatto da Gesù nel Vangelo di oggi invece spiega che la sua Parola sarà causa di divisione perché in una famiglia non tutti l’accetteranno e le contrarietà che nasceranno saranno dovute alle scelte di vita opposte prese dagli stessi familiari. Quelli che seguono la Parola di Gesù hanno un’altra mentalità, fanno scelte fondate sui valori morali, interpretano la vita in modo spirituale, hanno maggiore padronanza di sé, agiscono con amore e perdonano con facilità, non giudicano velenosamente e non cercano divisioni.
Le divisioni nascono quando il fuoco dell’Amore Divino è vivo nelle anime dei familiari credenti e coerenti al Vangelo.
Non sono sicuramente i familiari credenti a cercare le divisioni, sono sempre i non credenti o non praticanti a cercare di demolire la Fede dei propri parenti, con insinuazioni maligne, con ricatti poco intelligenti, con un’avversità che di umano ha veramente poco o nulla. Perché i familiari che non pregano, impediscono a quanti invece pregano di recarsi a Messa e di recitare le preghiere del giorno? Cosa viene a mancare a loro? È un attacco immotivato, una forte tentazione portata dai diavoli.
Gesù vuole che il suo Amore si impadronisca del nostro cuore e provochi un incendio che lo invada tutto! Ci ama infinitamente!
L’Amore chiede amore, Gesù ha dato se stesso sulla Croce per ognuno di noi, la sua richiesta di vivere in noi è più che motivata, ma Egli rispetta chi non Lo accetta, anche se non risparmia ispirazioni ed inviti alla loro conversione. Molti si convertono dopo avere conosciuto la sofferenza ed è comunque sempre meglio così, altri amano Gesù perché hanno scoperto in Lui il senso della vera vita, hanno trovato Dio che non abbandona mai quanti si abbandonano a Lui.
Nel mondo sono miliardi quelli che dicono no a Gesù, rifiutano il suo Amore perché dominati dall’egoismo, noi invece vogliamo cominciare a dire sempre sì al suo invito di santificarci.
Noi mostriamo di vivere nel suo Cuore nelle piccole cose giornaliere, quando dimentichiamo noi stessi per servire o aiutare quelli che convivono con noi o lavorano con noi; anche nelle mortificazioni che ci aiutano a rimanere temperanti ed equilibrati; nella puntualità dei nostri doveri e delle preghiere giornaliere.
Ogni giorno possiamo ottenere piccole vittorie su noi stessi, sono piccole ma preparano quelle grandi, questa è la vita spirituale.
Oggi Gesù invita noi credenti ad essere fuoco in mezzo al ghiaccio dei cuori e degli occhi di miliardi di persone senza Dio. Un fuoco di amore che infiamma quanti vivono nell’indifferenza e nell’aridità spirituale. Un fuoco vivo per portare in tutti quelli che incontriamo la speranza di una vita nuova e diversa, di una salvezza eterna che è possibile anche ai più cattivi.
Molti aspettano un nostro sorriso, una parola buona, un invito a pregare insieme, una mano che li rialzi e li accompagni in Chiesa!
Noi mostriamo di amare Gesù, soprattutto quando vogliamo farlo conoscere ai familiari e ai conoscenti freddi e paralizzati nell’anima, quando rimaniamo davanti al Tabernacolo e adorando il Dio eterno chiediamo con umiltà e grande fiducia la conversione di quanti vivono nell’errore e si avviano verso il fallimento eterno. Noi diventiamo forti nello spirito quando adoriamo e preghiamo il Signore della storia, Lui ci trasmette la sua forza e il suo fuoco d’Amore Divino.
+ VANGELO (Mt 6,1-6.16-18)
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
B - Il Vangelo di oggi coincide con la festa liturgica di San Bernardo di Chiaravalle, abate, un grande uomo di Dio nato il 1090 e morto nel 1153. È una di quelle figure che hanno dato tantissimo alla Chiesa, che hanno praticato il rinnegamento fino all’insopportabile per seguire la volontà di Dio. Per raggiungere le altezze della spiritualità ovviamente fu un grande devoto della Madonna e su Lei scrisse opere di qualità. San Bernardo ha scritto questa famosa preghiera:
“Ricordati, o piissima Vergine Maria,
che non si è mai inteso al mondo
che qualcuno sia ricorso alla tua protezione,
abbia implorato il tuo aiuto,
chiesto il tuo patrocinio
e sia stato da Te abbandonato.
Animato da tale confidenza,
a Te ricorro, o Madre,
Vergine delle vergini,
a Te vengo, e, peccatore come sono,
mi prostro ai tuoi piedi a domandare pietà.
Non volere, o Madre del divin Verbo,
disprezzare le mie preghiere,
ma benigna ascoltale ed esaudiscile. Amen”.
Per conoscerlo meglio leggiamo alcuni cenni biografici. San Bernardo nacque nel 1090 a Fontaine-lès-Dijon, a due chilometri da Digione (Francia). Il padre, Tescelino, era uno dei più notevoli vassalli del duca di Borgogna. La madre, Aleth , o Aletta, apparteneva anch’essa alla nobiltà.
Bernardo fu il terzogenito di sei maschi e una femmina, Ombelina. La madre gli morì precocemente il 1° settembre 1107. Probabilmente nell’età giovanile ebbe un periodo di disorientamento. Nel 1112 trenta persone entrarono con lui nel monastero di Citeaux. Lo stesso Tescelino finirà Cistercense. In questo, Bernardo dimostrò una grandissima capacità di affascinare e di trascinare la gente.
Dopo appena tre anni, nel 1115, Stefano Harding, lo inviò a fondare il monastero di Clairvaux, nel territorio di Troyes. Con dodici compagni scelse una vallata solitaria, ma luminosa, Clara vallis, Clairvaux, nella diocesi di Langres. Ne sarà abate per trentotto anni, sino alla morte.
I primi anni furono assorbiti soprattutto dai problemi di vita monastica. Chiaravalle diventò modello di osservanza e centro di attrazione per le anime che aspiravano alla perfezione evangelica. A causa del continuo affluire di postulanti, fu costretto presto a fare nuove fondazioni; 68 se ne contarono durante la sua vita.
Nel 1119 iniziò la polemica con i Cluniacensi, che intendeva richiamare ad una vita più austera. Il momento di partenza fu rappresentato dal transitus a Cluny di suo cugino Roberto, con lui entrato a Citeaux.
Bernardo è entrato nella storia della Chiesa intera, in occasione dello scisma del 1130: Innocenzo II e l’antipapa Anacleto II, esponenti di due fazioni della nobiltà romana. Bernardo prese partito per Innocenzo II, papa riformatore.
Nel 1140 entrò nella delicata operazione che sfociò nella condanna di Pietro Abelardo nel concilio di Sens.
Nel 1145 fu eletto Papa Eugenio III, cistercense, discepolo di Bernardo. Ciò aumentò il prestigio di Bernardo.
Il 20 agosto 1153, all’ora di Terza, Bernardo morì a Clairvauz, consunto dalla malattia e dalla austerità. Fu canonizzato da Alessandro III nel 1174; nel 1830 Pio VIII lo iscrisse tra i Dottori della Chiesa.
San Bernardo visse una spiritualità intensa, comprese presto che i beni della terra devono essere ordinati al fine soprannaturale dell’uomo. Per questo Gesù diceva: “Difficilmente un ricco entrerà nel Regno dei Cieli”. Non ha detto che rimane impossibile, sicuramente è impegnativo per chi disponendo di beni notevoli non riconosce più Dio come il suo Creatore, considera la sua condizione sicura e non prevede alcun inconveniente.
Sarà un po’ anche ottuso chi pensa questo, però è un dato inconfutabile che moltissimi di quelli che posseggono ricchezze non pregano o si limitano a fare qualcosina, perché non si sa mai…
Ma che colpa hanno quelle persone che hanno ereditato ricchezze o le hanno ottenute con il proprio lavoro? Non è indice di colpevolezza possedere beni materiali, il problema semmai è l’utilizzo, quale valore si ripone in essi, cosa sono quelle ricchezze, se fanno amare di più Gesù oppure causano un allontanamento.
Dopo avere detto che “difficilmente un ricco entrerà nel Regno dei Cieli”, Gesù rispose alla domanda di Pietro precisando che “a Dio tutto è possibile”. Chi prega e si fida di Dio, pur possedendo ricchezze troverà la misericordia e tutti gli aiuti per salvare la propria anima. Il problema delle ricchezze scaturisce dalla cecità spirituale che causa, la realtà si vede annebbiata e la mente è confusa. Basta vedere le scelte di vita che compiono quasi tutti i personaggi famosi.
Gesù non vuole abbandonare nessuno al suo destino, è l’uomo che sceglie un percorso sbagliato e vive disordinatamente.
Oggi nel Vangelo Gesù invita a lasciare affettivamente i propri beni, bisogna utilizzarli senza adorarli, senza riporre in essi la felicità. Nessun bene materiale ha mai potuto dare la vera pace o creare un’armonia soprannaturale in famiglia. La ricchezza e i talenti personali vanno posti al servizio del bene. La vera ricchezza infatti sono i talenti che ci ha donato Dio, e chi comprende questo intuisce che deve impegnare le sue energie per il progresso della società e cercare con tutti i mezzi leciti di renderla sempre più rispettosa dell’uomo.
Il vero seguace di Cristo deve impegnare le proprie capacità per il bene della società, cominciando dalla famiglia che deve poter contare su quanto le è necessario; aiutando chi si trova nel bisogna; creando posti di lavoro. Oggi la crisi sta mettendo tutto in ginocchio, è la prova che sono mancate le prerogative cristiane nel guidare la politica europea e le banche mondiali!
Poi Gesù indica qual è il vero cammino che deve compiere chi riceve la chiamata sacerdotale: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio Nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”. In questo caso si tratta di lasciare non solo affettivamente ma anche effettivamente i propri beni. Non possedere nulla se veramente si è trovato il Tutto.
Questo distacco compiuto dai Consacrati è il vero gradino per salire verso le altezze della spiritualità del Vangelo. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 13,54-58)
Non è costui il Figlio del falegname? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?
C - La figura che ricordiamo oggi è di grande rilievo nella Chiesa ed è il Patrono dei parroci, il loro modello di vita, un uomo considerato da tutti a quel tempo come incapace di compiere anche le cose più banali, figuriamoci l’incarico e la responsabilità di parroco.
San Giovanni Maria Vianney è meglio conosciuto come il Santo Curato d’Ars, quindi è il Santo Parroco per antonomasia e per antonomasia si indica il suo attributo o la sua apposizione più nota e del Santo di oggi viene indicato esclusivamente Lui come Curato (Prete).
Curato si utilizzava per significare colui che curava le anime, il Sacerdote, incaricato per missione di prendersi cura delle anime!
La storia racconta che San Giovanni Maria Vianney quando era un seminarista non mostrava alcuna attitudine allo studio, un grande amore per la Teologia quello sì, ma non aveva l’idoneità necessaria per proseguire gli studi e pensavano di cacciarlo dal seminario.
Fu un Sacerdote più anziano a ricevere l’ispirazione di aiutarlo, notando la sua profonda spiritualità e la determinazione nel voler servire Gesù. Senza l’aiuto del Sacerdote la Chiesa non avrebbe avuto questo umile e potente Santo e milioni di credenti non lo avrebbero raggiunto in uno sperduto paesino di 300 persone per confessarsi e iniziare un vero cammino di Fede.
Il ragionamento fatto al Vescovo fu proprio questo, di ordinarlo Sacerdote anche se aveva una cultura appena sufficiente e di inviarlo in un paesino sperduto con poche persone. “Non sarà un dotto ma sicuramente un buon parroco”.
Diventerà il Patrono dei parroci non per la cultura ma per la sua eccezionale Fede.
Il Sacerdote che lo aiutò non riusciva ad intuire il meraviglioso disegno che Dio aveva per il giovane seminarista e delle interminabili schiere di cristiani che avrebbero conosciuto il Santo Curato d’Ars sui libri. Egli non scrisse libri ma la sua vita è stata raccontata in migliaia di libri, anche le sue brevi, semplici e incisive parole che diceva nelle omelie.
La carità intesa come amore donativo, spinse il Santo Curato d’Ars a consumarsi per la Chiesa e la salvezza delle anime!
Visse in modo eroico la sua vocazione, fece della sua vita una donazione totale a Gesù, con la missione di compiere la Volontà di Dio.
Oggi la Chiesa ha urgente necessità di tanti parroci come San Giovanni Maria Vianney, anche se molti buoni e bravi Sacerdoti si adoperano per le anime, sono una minoranza rispetto a quanti hanno scelto il modernismo, una visione di Chiesa che si apre al mondo per diventare come vuole il mondo.
Questo modo di interpretare l’apertura al mondo non viene dallo Spirito Santo, Egli non contraddice il Vangelo di Gesù.
Per fare comprendere il concetto, pensiamo ad un marito che invita la moglie a prostituirsi gratuitamente con tutti, o al contrario l’invito arriva dalla moglie al marito e, peggio ancora, uno o i due genitori invitano la figlia a fare sesso libero con tutti gli uomini (o donne…) che conosce e incontra…
È folle questa scelta e nessuna persona sana di mente vi giunge, solo un genitore impazzito e degenerato sceglie questi orientamenti.
L’esempio comunque ci permette di capire che la Chiesa di Gesù Cristo che ha migliaia di modelli che presenta al mondo come Santi, non può cadere nella trappola della mondanità, altrimenti entra nel secolarismo che si oppone alla Chiesa e la vuole sradicare.
Secolarismo indica tutto ciò che non appartiene alla religione, in senso assoluto al Cristianesimo. Per molti si intende una serie di trasformazioni sociali, che portano una Nazione ad adottare una cultura più laica, da un lato eliminando l’ingerenza dello Stato nella sfera religiosa e dall’altro indirizzando la popolazione verso l’ateismo.
Il secolarista è la persona che limita la propria visuale alle cose del mondo, che non vede o si rifiuta di vedere le cose alla luce dell’eternità. È una ristrettezza mentale, anche se liberamente voluta. Il secolarismo significa negazione dell’eternità, rifiuto di credere che una tal cosa sia possibile.
La presenza di santi parroci in questo mondo che rifiuta Dio è necessaria come l’ossigeno per il corpo. La nostra Parrocchia virtuale deve prendersi incarico di pregare ogni giorno per tutti i Sacerdoti del mondo, per la rivitalizzazione spirituale dei tiepidi e la vera conversione dei dissipati.
È necessario per molti Sacerdoti ricominciare con una nuova determinazione, con il convinto proponimento di lavorare nella Vigna di Dio senza preoccuparsi più degli interessi personali e forse opposti alla spiritualità che ci viene dal Vangelo.
Per ricominciare è indispensabile chiedere sempre a Gesù l’umiltà, meditare sulla propria miseria umana per dare piena gloria al Signore.
Tutto il Bene arriva da Lui, i Sacerdoti sono solo strumenti nelle sue mani, siamo nulla davanti a Lui e tali dobbiamo considerarci.
Pensare bassamente di sé non è uno svilimento della propria persona o un esercizio autopunitivo, questi pensieri permettono al contrario di capire chi siamo veramente e ci aiutano anche a scoprire i talenti ricevuti da Dio.
Pensare bassamente di sé è la pratica dei forti non dei deboli, i deboli cercano l’orgoglio e cadono nella superbia per ostentare, ma cosa?
Il Santo Curato d’Ars era forse agevolato in questo esercizio spirituale per le incalcolabili umiliazioni subite a causa della scarsa cultura, ma non voglio applicare a Lui questo. Era la sua elevata Fede a permettergli di stare vicino a Dio e di possedere una immensa Luce che illuminava la sua piccolezza e così ricevere tanti doni, tra cui il discernimento degli spiriti e quello di leggere nei cuori.
L’umiltà la può praticare anche un re di questo mondo, un ricco, uno scienziato, ma non come il più grande teologo latino San Tommaso d’Aquino. Il più grande teologo e maestro del Cristianesimo possedeva un’umiltà disarmante. Per questo poteva leggere nei misteri di Dio, almeno quello che gli veniva concesso. Ma nessun teologo più di Lui.
Tutti dobbiamo chiedere ogni giorno l’umiltà e leggere meditazioni su questa straordinaria virtù.
Vi invierò qualcosa per conoscerla e compiere grandi opere animati dalla virtù che santifica, gradita alla Santissima Trinità e che terrorizza i diavoli. Quando siete tentati, fate atti di sincera umiltà e i diavoli fuggiranno immediatamente da voi.
Lo stesso avviene quando obbedite alla Parola di Dio, alla sua Volontà: anche dinanzi all’obbedienza i diavoli sono terrorizzati e lasciano subito la persona tentata, altrimenti rimangono e mettono su casa. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 15,1-2.10-14)
Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata.
D - Nello stesso periodo della predicazione di San Francesco d’Assisi, Dio si compiacque di inviare un altro grande Santo, più preparato nelle Scritture e coraggioso oppositore delle eresie che serpeggiavano con facilità in Italia e in Francia.
San Domenico è nato in Spagna nel 1170, quasi coetaneo di San Francesco, famoso nel mondo per avere diffuso il Santo Rosario. A Lui la Vergine Maria rivelò le meravigliose promesse di abbondanti Grazie a quanti recitano la benedetta Corona con devozione. Leggiamole.
1) “A tutti quelli che devotamente reciteranno il mio Rosario, Io prometto la mia protezione speciale e grandissime Grazie”.
2) “Chi persevererà nella recitazione del mio Rosario riceverà Grazie preziosissime”.
3) “Il Rosario sarà un'Arma potentissima contro l'inferno; esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie”.
4) “Il Rosario farà fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie divine; sostituirà nei cuori l'amore di Dio all'amore del mondo, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni. Quante anime si santificheranno con questo mezzo!”.
5) “Colui che si affida a Me con il Rosario, non perirà”.
6) “Colui che reciterà devotamente il mio Rosario, meditando i suoi misteri, non sarà oppresso dalla disgrazia. Se è peccatore, si convertirà; se è giusto, crescerà in Grazia e diverrà degno della vita eterna”.
7) “I veri devoti del mio Rosario non moriranno senza i Sacramenti della Chiesa”.
8) “Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e alla loro morte la Luce di Dio, la pienezza delle Sue Grazie e parteciperanno dei meriti dei Beati”.
9) “Libererò molto prontamente dal Purgatorio le Anime devote del mio Rosario”.
10) “I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gloria in Cielo”.
11) “Quello che chiederete con il mio Rosario, lo otterrete”.
12) “Coloro che diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da Me in tutte le loro necessità”.
13) «Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i membri della “Confraternita del Rosario” abbiano per fratelli durante la vita e nell'ora della morte i Santi del Cielo».
14) “Coloro che recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo”.
15) “La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione”.
Il termine predestinazione non significa assenza di libero arbitrio, rimane ovviamente la libertà decisionale personale, qui per predestinazione s’intende la maggiore possibilità di salvare eternamente la propria anima. Chi recita il Santo Rosario riceve Grazie particolari, soprattutto viene di continuo visitato dallo Spirito della Madre di Dio.
La meditazione delle 15 promesse della Madonna a San Domenico vanno rilette attentamente, meditate con particolare interesse.
Nel meraviglioso quadro della Madonna di Pompei è presente San Domenico mentre riceve la Corona del Santo Rosario da Gesù Bambino.
Una delle apparizioni della Madonna a San Domenico è particolarmente interessante per la rivelazione della potenza del Santo Rosario e fu con questa benedetta preghiera che il Santo sconfisse gli eretici Catari. Il catarismo fu un movimento ereticale molto pericoloso e si insinuava con facilità nel Cristianesimo, portando molti cristiani a lasciare la Chiesa.
I catari diffusero nel basso Medioevo, e in particolare tra il 1150 e il 1250, un'eresia dualista che si fondava essenzialmente sul rapporto oppositivo tra materia e spirito. La dottrina catara fu assimilata al suo apparire a quella del manicheismo e dei bogomili dei Balcani: con questi ultimi tuttavia aveva molti punti in comune.
Gli eretici Catari, predicando e dando l’esempio di una vita austera e povera, avevano buon gioco sul popolo a causa del lusso, dell’ignoranza e talvolta della vita dissoluta del clero, sostanzialmente contrario alla riforma voluta nel secolo XI da Papa Gregorio VII.
Per vincere, bisognava combattere i Catari sul loro stesso terreno, associando alla predicazione, povertà e austerità di vita; così avevano già cominciato a fare Padre Diego e Padre Domenico il quale poi incentrò il suo apostolato su dibattiti pubblici, colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione, preghiera e penitenza appoggiato dal Vescovo di Tolosa, Folco di Marsiglia.
San Domenico come vediamo utilizzò molto i dibattiti pubblici, la predicazione e la penitenza, ma fu la preghiera del Rosario a farlo trionfare sugli eretici. È famosa l’apparizione della Madonna a Lui quando gli ha spiegato il modo per sconfiggere le eresie e convertire gli eretici alla Santa Chiesa.
Durante la sua permanenza a Tolosa, come ci racconta il Beato Alano della Rupe, Padre Domenico ebbe una visione della Vergine Maria che gli additò il Rosario come la preghiera più efficace per combattere le eresie senza violenza.
Nel 1212 San Domenico a Tolosa ebbe una visione della Vergine Maria e la consegna del Rosario, come richiesta a una sua preghiera per combattere l'eresia albigese senza violenza. Da allora il Rosario divenne la preghiera più diffusa per combattere le eresie e nel tempo una delle più tradizionali preghiere cattoliche.
Da allora, il Rosario si diffuse fino a diventare una delle più tradizionali preghiere mariane.
Insieme al Vescovo Folco di Tolosa, nell’ottobre 1215 Padre Domenico prese parte a Roma al Concilio Lateranense IV e sottopose il suo progetto a Innocenzo III che lo approvò. L’anno successivo, il 22 dicembre, fu il successore, Onorio III, a dare l’approvazione ufficiale e definitiva a quello che fu chiamato “Ordine dei predicatori”.
Leggiamo alcuni degli innumerevoli miracoli ottenuti da San Domenico recitando il Santo Rosario della Beata Vergine Maria.
«Il miracolo del pane. Questo episodio è tratto dalle testimonianze raccolte durante il processo di Canonizzazione di San Domenico, tenutosi a Bologna nel 1233. Fra Buonviso da Piacenza narra che un giorno ai frati del convento di Bologna venne a mancare completamente il pane. San Domenico diede però ordine di apparecchiare la tavola come al solito e di sedersi in mensa; poi alzò le mani al Cielo e invocò la benedizione del Signore.
In quel momento entrarono due giovani bellissimi che recavano due ceste colme di pane.
Distribuirono a ogni frate un pane di straordinaria fragranza e bontà e, terminato il compito, salutarono Padre Domenico con un cenno del capo e sparirono all’improvviso, così come erano venuti.
È conservata, nella cella che fu del Santo, a Bologna un pezzo della tavola in cui Padre Domenico, quel giorno, benedisse e mangiò con i suoi il pane miracoloso.
La resurrezione di Napoleone Orsini. Durante uno dei suoi soggiorni a Roma, San Domenico compì quello che forse è il suo più celebre dei molti suoi miracoli. Napoleone Orsini era un giovane nobile romano ben conosciuto da San Domenico. In seguito a una rovinosa caduta da cavallo il giovane Napoleone morì.
Mentre il corpo veniva trasportato verso la sua abitazione tra i lamenti di parenti e amici, accorse il Santo che era stato avvisato della disgrazia mentre si trovava al capitolo con i suoi frati.
San Domenico fece posare il corpo in terra e lo benedisse, pregando fervidamente. In quel momento il giovane si alzò e, del tutto risanato senza accusare alcun dolore nel corpo, venne restituito all’affetto dei suoi cari. I fatti sono conservati negli atti processuali.
La resurrezione di un bambino. San Domenico si trovava a Roma, era l’anno del Signore 1220. Una signora che abitava vicino al convento di San Sisto in Roma, aveva una grande voglia di ascoltare la Parola di Dio.
Suo figlio però era molto malato. Decise comunque di recarsi in Chiesa e lasciò suo figlio solo. Andò a San Sisto e ascoltò la predicazione di San Domenico.
Tornata a casa, molto edificata dalle parole che aveva ascoltato, trovò il figlio morto.
Disperata prese il figlio in braccio e corse alla ricerca di quel Sant’uomo di cui aveva ascoltato la predicazione.
Trovatolo, si accasciò ai suoi piedi e implorò San Domenico di restituirgli il figlio perso.
San Domenico la guardò commosso, pianse davanti a quel dolore, pregò intensamente elevando i suoi occhi al cielo, poi comandò al bimbo di alzarsi.
Il fanciullo sì alzò, completamente vivo e guarito anche dalla malattia e abbracciò la madre.
Domenico ammonì la donna e coloro che furono presenti, di non dire a nessuno ciò che era successo, ma lei uscita di lì, annunziò a tutti lo strepitoso miracolo.
Il fatto giunse all’orecchio del Pontefice che mandò a chiamare Padre Domenico e alcuni testimoni dell’accaduto. Accertato il tutto dichiarò che avrebbe fatto un annuncio solenne di questo fatto alla Cristianità.
Il Santo Patriarca Domenico si oppose con tutte le forze minacciando addirittura di lasciare il convento di San Sisto che ebbe in dono come Casa dal Pontefice stesso. Il Pontefice allora decise di non divulgare il fatto e si commosse davanti a tanta umiltà».
San Domenico è una figura austera e straordinaria, si consumò nell’apostolato e nella diffusione della sana dottrina. Docilmente ascoltò le parole della Madonna e iniziò a recitare numerosissime Corone del Santo Rosario, ottenendo molti miracoli e la conversione di incalcolabili peccatori.
Egli aveva scoperto la potentissima intercessione dell’Avvocata del Cielo ad ogni Ave Maria che recitava. Prima dell’omelia o del discorso pubblico per almeno un’ora recitava numerose Corone del Santo Rosario e i frutti di conversione, i miracoli che otteneva erano parecchi.
Leggiamo un ultimo episodio dal libro del Beato Alano della Rupe.
«Un giorno -ricorreva la festa di San Giovanni Evangelista- il Santo stava in una cappella dietro l’altare maggiore della cattedrale di Notre-Dame a Parigi e recitava il Santo Rosario per prepararsi a predicare. La Santa Vergine gli apparve e disse: “Domenico, la predica che hai preparato è buona, ma migliore è questa che ti presento”.
San Domenico riceve dalle mani di Lei il libro in cui è scritto il discorso, lo legge lo apprezza, lo fa suo e ringrazia la Vergine Santa.
All’ora della predica sale sul pulpito e, dopo avere detto in lode di San Giovanni Evangelista soltanto ch’egli aveva meritato di essere il custode della Regina del Cielo, dichiara all’illustre uditorio dei grandi e dei dottori abituati a discorsi singolari e forbiti, che avrebbe continuato non con le dotte parole della sapienza umana, ma con la semplicità e la forza dello Spirito Santo.
E li intrattenne sul Rosario spiegando loro, parola per parola, come avrebbe fatto parlando ai fanciulli, il Saluto angelico, servendosi dei pensieri e degli argomenti molto semplici letti sul foglio che gli era stato consegnato dalla Madonna.
Lo stesso Beato Alano della Rupe, come riferisce ancora il biografo Cartagena, racconta di parecchie altre apparizioni di Nostro Signore e della Vergine Santa a San Domenico per stimolarlo ed infervorarlo sempre più a predicare il Santo Rosario perché il peccato sia distrutto e i peccatori e gli eretici si convertano».
A Lourdes la Madonna teneva la Corona del Rosaio in mano e chiese a Bernardetta di recitarlo. A Fatima nelle sei apparizioni ha sempre ripetuto di recitarlo ogni giorno con amore e fiducia.
Non dimentichiamo quello che disse la Madonna a Suor Lucia e che ella ha spiegato con queste parole al suo Padre spirituale: “Guardi, Padre, la Santa Vergine Maria, in questi ultimi tempi in cui ci troviamo, ha dato una nuova efficacia alla recita del Rosario, a tal punto che non vi è alcun problema, non importa quanto grande sia, sia esso temporale o soprattutto spirituale, nella vita di ciascuno di noi, delle nostre famiglie, delle famiglie di tutto il mondo o delle comunità religiose, o persino nella vita dei popoli e delle nazioni, che non possa essere risolto dal Rosario.
Non c’è alcun problema, le dico, non importa quanto difficile esso sia, che non possa essere risolto dalla recita del Santo Rosario. Con il Santo Rosario noi ci salveremo. Ci santificheremo. Consoleremo Nostro Signore ed otterremo la salvezza di tante anime”. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 16,24-28)
Che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
E - Oltre gli atei e gli agnostici/indifferenti, anche incalcolabili cristiani hanno smarrito la bussola della loro vita, non hanno presente nella mente l’esistenza di Dio e si abbandonano all’imprevedibile forse per rianimarsi dalle vicende politiche ed economiche mondiali.
La preghiera contemplativa non è conosciuta nella sua meravigliosa fondatezza, non si conosce Santa Chiara d’Assisi e le scelte spirituali di tantissime altre ragazze e donne più mature che avvertono la presenza dello Spirito Santo e l’invito a lasciare tutto per trovare il Tutto.
È una scelta di Fede grandiosa lasciare anche un lavoro redditizio per prendere la via indicata interiormente da Gesù!
La clausura è una scelta coraggiosa sostenuta da una Grazia abbondante e proporzionata almeno a quanto si deve abbandonare.
Chi trova Gesù non vive più nell’agitazione o nell’abbattimento, le irritabilità o le nevrosi molto spesso nascono dalla vita scomposta e dall’assenza di Dio, sono conflitti interiori che la persona da sola non riesce a superare e deve ricorrere alla visite mediche o ad altro.
Gesù dà la pace e la gioia interiore che il mondo non conosce minimamente, questo spiega la scelta di molte donne di entrare in clausura e vivere esperienze spirituali impossibili nel mondo. Sono monache che scoprono la vera vita, ma non solo loro.
Molti cattolici che vivono in famiglia e lavorano compiono cammini di profonda Fede e non è però un grande merito, essi corrispondono all’invito di Dio. Non è un obbligo pregare, lo fa chi scopre l’esistenza di Dio e a Lui dedica la sua vita. Se Dio è al centro di tutto, acquista armonia e solidità il matrimonio, tutta la famiglia, il lavoro e ogni aspetto della vita.
Santa Chiara è una donna straordinaria per il coraggio di avere risposto sì a Dio che La invitava a compiere un cammino paragonabile a quello di Abramo. Lasciò tutto per Fede, coinvolta nell’esperienza di un giovane di Assisi da tutti considerato un folle perché aveva lasciato i divertimenti del mondo e le ricchezze familiari.
Ogni cristiano deve saper imitare Santa Chiara anche senza entrare in un monastero a meno che non abbia la vocazione.
Ella si può imitare vivendo nel mondo e capisco che questo è molto impegnativo. È più agevole imitarla nelle virtù che adornarono di splendore la sua persona e nella preghiera contemplativa che si può compiere in un angolo silenzioso della propria casa o rimanendo ogni giorno per almeno mezz’ora davanti al Tabernacolo dove c’è Gesù.
“Tu quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,6).
Se i cristiani comprendessero la straordinaria forza che arriva dall’adorazione dell’Eucaristia, dai miracoli che si ricevono, dalla pace interiore che si acquisisce, dalla liberazione di ossessioni diaboliche e di tentazioni, resterebbero ogni giorno più ore davanti a Gesù Sacramentato.
In clausura è più facile avvicinarsi a Gesù perché le preoccupazioni del mondo non devono più coinvolgere monaci e monache. Comunque la clausura non è un fuggire dal mondo, è il migliore modo per donarsi interamente a Dio senza preoccuparsi delle cose del mondo.
È una vocazione speciale non accessibile a tutti, poi lo Spirito Santo ad ognuno dà una missione ed è un trionfo quando si viene a scoprire il proprio posto in questo mondo. Non è d’altronde difficile, se si è sposati si comprende che bisogna santificarsi rispettando sommamente il coniuge, amando con un amore più spirituale che carnale i figli e creando una famiglia fondata sui valori morali.
Il mondo necessita di anime contemplative dedite esclusivamente alla preghiera, è la preghiera a cambiare in meglio le sorti di questa umanità spaventata per la volontà di una guerra che coinvolge le Nazioni più potenti. La preghiera del Santo Rosario può allontanare i diavoli che agiscono nei potenti e sono potenti per la presenza potente dei diavoli nel mondo.
Avvicinatevi con grande fiducia ai Sacerdoti e alle Comunità religiose che pregano molto ed indicano la migliore via per sconfiggere i diavoli!
Tutti i Sacerdoti possono fare preghiere di liberazione e dovete richiedere spesso benedizioni per liberarvi dai pensieri ossessivi e dalle negatività.
Ogni venerdì sera facciamo la catechesi qui nella nostra Associazione, e dopo facciamo anche le preghiere di liberazioni e il mio parlare che considero intriso di Fede per la mia costante preghiera, porta a tutti i presenti una profonda pace interiore.
Questo capiterà a tutti i Sacerdoti quando predicano e sono molto contento, io mi accorgo comunque che in ogni persona presente quando parlo, avviene qualcosa e questo è tutto merito di Gesù Cristo e della Madre Immacolata: in tutti scende una profonda pace e i volti da cupi o abbattuti si rinnovano, riacquistano luminosità, gioia e sorriso.
Ognuno poi ha reazioni come un profondo bisogno di addormentarsi ma non confondiamolo con altri effetti che avvengono nelle persone che cadono a terra. Qui nessuno cade per terra e si rimane svegli, è il senso di pace che si sperimenta durante la nostra catechesi ad agevolare un profondo rilassamento senza dormire o perdere coscienza.
Nella catechesi che guido, si nota sul viso dei presenti e poi me lo dicono, che non c’è più la confusione mentale o la rabbia, l’ira, la presenza tentatrice dei diavoli che prima della catechesi opprimevano e tentavano in ogni modo.
Durante le parole che pronuncio con amore e sicura Fede, noto questo e ringrazio Gesù e la Madonna per il loro intervento, in quanto davvero i diavoli sono costretti ad allontanarsi, lasciando i presenti in una serenità impagabile e meravigliosa. Questo avviene anche quando dialogo con qualsiasi persona.
Il tutto si spiega semplicemente con un potente intervento di Gesù e la Madonna sui presenti, certamente per la mia povera Fede che considero sempre non abbastanza.
Pregate quindi ogni giorno per me. Il demonio mi sta facendo una guerra spietata e c’è bisogno anche delle preghiere di tutti per aiutarmi in questa lotta tremenda..
Io non mi dimentico di ognuno di voi e vi ricordo nelle Sante Messe, nelle Corone del Santo Rosario e nella preghiera personale di tutti i giorni. Buona preghiera a tutti.