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05/08/2017

Catechesi N. 170

A - Questa parabola manifesta il grande coraggio di Gesù nel proclamare la Verità che non poteva tacere e che invita anche a noi a proclamare quando è opportuno farlo. Ci sono momenti in cui si tace per prudenza, non per paura!
B - Dopo avere raccontato la parabola dei vignaioli, Gesù si trova dinanzi alcuni farisei ed erodiani in cerca di qualche accusa da formulare subdolamente contro Lui. Prima di approfondire  questo episodio, ritorno alla parabola di ieri per focalizzare ancora l’importanza di quella Pietra, su cui si fonda l’intero edificio della Chiesa.
C - La saggezza non è la furbizia degli scaltri di questo mondo e questo noi lo sappiamo. Sono loro a non comprendere la disastrosa condizione spirituale in cui vivono, come avviene a tutti coloro che hanno una scarsa conoscenza personale e giustificano ogni loro scelta.
D -  Il fatto di avere dato a dodici uomini presi tra il popolo, “il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e di infermità”, manifesta che Gesù è un Essere superiore agli uomini stessi, e non semplicemente un Profeta di Dio
 
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A - Questa parabola manifesta il grande coraggio di Gesù nel proclamare la Verità che non poteva tacere e che invita anche a noi a proclamare quando è opportuno farlo. Ci sono momenti in cui si tace per prudenza, non per paura! Si tace per parlare non appena arriverà l’occasione propizia. Non si può tacere per paura quando bisogna difendere la nostra fede, è una vigliaccheria questa che si paga amaramente, Gesù non avrà mai più fiducia di quanti per rispetto umano e per tornaconti personali tacciono quando devono parlare. 
Ognuno risponde alla propria coscienza e poi anche a Dio. Nel giudizio che ognuno dovrà affrontare Dio dovrà necessariamente valutare le parole, le opere, le omissioni, e chiederà a chi si presenta al suo cospetto: “Che cosa hai fatto per me nella tua vita? Hai osservato i miei Comandamenti? Hai vissuto bene nel tuo stato di vita (Consacrato, sposo, non sposato)?”.
Gesù parlava apertamente davanti ai capi della sinagoga, a quelli che Lo avevano  perseguitato e diffondevano false notizie su di Lui. Per allontanare il popolo. Erano tutte persone già in mano ai diavoli. Gesù Parlava con chiarezza utilizzando la parabola ma il concetto è fin troppo chiaro: sono stati i capi degli ebrei ad uccidere gli uomini (Profeti) mandati dal padrone “a ritirare la sua parte del raccolto della vigna”. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani che si trovavano ad ascoltare Gesù e i loro predecessori sono i veri nemici di quel Dio che presumevano di adorare.
Dio ha i più grandi nemici tra i suoi. Pensate a Giuda, nessun discepolo immaginava il suo tradimento, lui agiva furtivamente.
Gesù ha spiegato la gravità di chi intenzionalmente commette scandali perché è proprio a causa degli scandali che tanti si allontanano dal Vangelo: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Mt 18,6).
Chi incontra veramente Gesù non può pensare di tradirlo. Deve essere un insensato quel credente che per un attimo di falsa felicità sceglie il male e lascia il Bene e così cade in mano ai diavoli e si incammina verso la via della dannazione eterna. Nessuna gioia terrena potrà mai essere paragonata a quella di coloro che vivono uniti a Cristo. Tutta la pace e la sovrumana letizia di questo Cuore divino si comunica ai suoi veri devoti ed essi vivono già su questa terra un Paradiso anticipato. Anche oggi, come ai tempi di Gesù coloro che vivono nei vizi e non si curano dell’anima sono in mano ai diavoli e vivono sempre delusi e inappagati. 
Non sono tutti cattivi quelli che vivono nella trasgressione, però la ripetizione dei peccati li rende sempre più schiavi delle negatività demoniache.
Si staccano da Gesù tutti coloro che vogliono una vita libertina e così facendo,  si gettano nelle braccia di satana. 
Questo discorso della presenza di negatività nei peccatori e dell’instabilità che si impossessa della persona lo approfondirò meglio; è importante conoscere gli effetti devastanti nella vita corrotta di quanti pensano esclusivamente a soddisfare qualsiasi pensiero, anche i più vergognosi e ripugnanti. Compito del cristiano è di pregare per i non credenti, di desiderare la loro conversione, anche dei personaggi famosi perché se qualcuno incontra Gesù, molti altri seguiranno la sua scelta.
La vita è autentica solo quando si incontra Gesù. Lui si definisce come pietra angolare sulla quale bisogna edificare la propria esistenza. 
Infelice è la vita di quanti non incontrano Dio, anche se godono di ricchezze e di apparente gratificazione mondana. Non c’è una terza via, o si segue Gesù o si segue satana.
Bisogna saper imitare gli insegnamenti e gli esempi di Gesù e per fare ciò occorre conoscere i metodi per iniziare con serietà il cammino di vera conversione. La Fede gradualmente ci illumina ed indica la Via, ci permette di conoscere la vera realtà delle cose e degli avvenimenti. Da soli si finisce per camminare alla cieca e per sbagliare percorso spirituale. Occorre una seria guida spirituale che sappia veramente guidarci a Gesù, attraverso Maria. 
Nella Chiesa ci sono molte spiritualità e tutte dobbiamo rispettarle, la migliore e quella che ha le stesse caratteristiche del Vangelo: umiltà, fedeltà, verità, amore, misericordia. Nella parabola di oggi i vignaioli assassini non hanno queste qualità, essi rappresentano i capi del popolo d’Israele, mentre il padrone è Dio. Questi vignaioli vogliono impadronirsi della vigna, cioè del popolo di Dio per condurlo nell’abisso di fuoco.
Dinanzi a questi malvagi e a tutti quelli che combattono contro la Chiesa, pur essendo cattolici, Gesù domanda: “Che cosa farà dunque il padrone della vigna?”. Che farà Dio a quanti dilapidano la Fede dei buoni? “Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri”. Quello che è verità davanti a Dio in molti casi oggi non è la verità degli uomini. Non si potrà tradire Gesù per sempre, il suo intervento sarà risolutivo. 
Oggi la Madonna cerca molti apostoli per portare ovunque il Vangelo di suo Figlio, nelle famiglie, nelle parrocchie, nei gruppi e negli ambienti di lavoro. Aiutiamola e resteremo sempre nel rifugio del Suo Cuore Immacolato. Buona preghiera a tutti.
 
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 * Vangelo
 
B - Dopo avere raccontato la parabola dei vignaioli, Gesù si trova dinanzi alcuni farisei ed erodiani in cerca di qualche accusa da formulare subdolamente contro Lui. Prima di approfondire  questo episodio, ritorno alla parabola di ieri per focalizzare ancora l’importanza di quella Pietra, su cui si fonda l’intero edificio della Chiesa. Gesù si è costituito Pietra fondamentale della Chiesa e di ogni uomo, senza questa Pietra l’edificio inevitabilmente crolla.
Dopo la Risurrezione del Signore, San Pietro trovandosi davanti al sinedrio non ebbe timore nell’affermare l’onnipotenza di questa Pietra che i sacerdoti del tempio illusoriamente pensavano di avere distrutto. Gesù è una Pietra d’inciampo, quanti la toccano o si santificano o si sfracellano. Queste le parole dell’Apostolo: “Questo Gesù è la Pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo” (At 4,11).
La vita del cristiano deve necessariamente poggiare su questa Pietra d’angolo; tutta la costruzione esistenziale si sostiene su di essa e non può che essere così. La Fede deve toccare tutti gli aspetti della vita del credente: famiglia, affetti, lavoro, tempo. Non si è seguaci di Gesù a ore stabilite o a giorni alterni. Quando la vita del cristiano poggia sulla Pietra d’angolo, tutto diventa più soave, anche la sofferenza!!! 
Chi ama veramente Gesù porta la Luce Divina in tutto ciò che compie, divenendo lui stesso strumento dell’azione di Dio.
Oggi molti non danno più importanza a questa Luce e seguono l’istinto. Proprio ieri il Papa ha nuovamente condannato il carrierismo all’interno della Chiesa e ha parlato di molti corrotti che vogliono “impadronirsi della vigna e hanno perso il rapporto con il Padrone della vigna”. Questo tema del carrierismo è molto attuale e ne parla molto spesso, lo ha fatto anche ieri indicando proprio quei Consacrati a Dio che hanno dimenticato la loro missione. 
Le persone che volevano impadronirsi della vigna «si son sentite forti, si sono sentite autonome da Dio. Questi, pian pianino, sono scivolati su quella autonomia, l'autonomia nel rapporto con Dio: “Noi non abbiamo bisogno di quel Padrone, che non venga a disturbarci!”. E noi andiamo avanti con questo. Questi sono i corrotti! Quelli che erano peccatori come tutti noi, ma hanno fatto un passo avanti, come se fossero proprio consolidati nel peccato: non hanno bisogno di Dio! Ma questo sembra, perché nel loro codice genetico c'è questo rapporto con Dio. E come questo non possono negarlo, fanno un dio speciale: loro stessi sono dio. Sono i corrotti. Questo è un pericolo anche per noi».
Ha detto ancora il Papa: “Nelle comunità cristiane i corrotti pensano solo al proprio gruppo, e a loro stessi. Giuda ha incominciato: da peccatore avaro è finito nella corruzione. È una strada pericolosa la strada dell'autonomia: i corrotti sono grandi smemorati, hanno dimenticato questo amore, con il quale il Signore ha fatto la vigna, ha fatto loro! Hanno tagliato il rapporto con questo amore! E loro diventano adoratori di se stessi. Quanto male fanno i corrotti nelle comunità cristiane! Che il Signore ci liberi dallo scivolare su questa strada della corruzione”.
Il motivo che porta alla dissoluzione della vita spirituale è sempre l’attivismo. I Consacrati a Dio sono invece chiamati innanzitutto alla contemplazione delle cose di Dio e poi all’azione. Ma l’azione deve occupare sempre minor tempo rispetto alla preghiera e alla contemplazione; sono queste due componenti a decretare la riuscita delle iniziative religiose. 
La problematica di questo tempo è l’interpretazione sbagliata del Cristianesimo, che da molti Consacrati viene considerato esclusivamente sotto l’aspetto sociologico. Questa tendenza è un vero dramma per la Chiesa perché costituisce un grave pericolo per la vita spirituale del cristiano, pericolo che Papa Giovanni Paolo II denunciò, 32 anni fa in occasione di un convegno per le Missioni al popolo. Queste le sue parole:
«Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani, oggi, in gran parte, si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi; si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la Liturgia; immersi nel “relativismo” intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva» (Osservatore Romano, 7 febbraio 1981).
Proprio oggi il Vangelo ci dice che bisogna dare a Dio quello che appartiene a Dio, ossia l’adorazione, il servizio totale da parte dei Consacrati, il rispetto, l’osservanza delle sue Leggi. Non ci si può interessare dei problemi di competenza dello Stato, la Chiesa non ha come missione quella di dare soluzioni alle realtà temporali. Il Regno di Gesù non è di questo mondo, è esclusivamente spirituale e questo aspetto deve interessare quei Prelati che dedicano tutto il loro tempo alle cose del mondo. Occuparsi dei poveri o dei peccatori che conducono un’esistenza immorale è anche compito della Chiesa, ma non per strumentalizzarli o per avere notorietà. Migliaia di giovani benedicono quei Sacerdoti che hanno donato la vita per redimerli da peccati.  Per mezzo di questi Sacerdoti i giovani hanno incontrato Gesù e la loro vita è totalmente cambiata, così come è successo anche a tantissimi genitori che per anni hanno pianto e si sono disperati per la corruzione dei figli.
Senza voler condannare nessuno, rifletto sulla figura di due Sacerdoti impegnati nel sociale, uno bravo e uno meno bravo. Uno è morto da alcuni anni, l’altro continua imperterrito a presenziare in molti programmi televisivi alquanto discutibili. Da quello che leggo sui quotidiani, don Mazzi è abbastanza presente nelle trasmissioni di gossip che non hanno nulla da vedere con la sua missione di sacerdote. Lui è pure guida della comunità di recupero di ex tossicodipendenti. Libero di scegliere come trascorrere il suo tempo!
Invece, l’altro è don Oreste Benzi; ha operato dal 1973 nel vasto ambiente dell'emarginazione e della povertà fino alla morte avvenuta il 2 novembre 2007. Ha fondato 40 Comunità di accoglienza nel mondo, ha salvato anche innumerevoli prostitute dalla strada, insieme ad altri collaboratori. Anche da anziano andava nelle strade perdute dell’infelicità per parlare di Gesù e illuminare quelle sventurate che si stavano perdendo. Don Oreste ha anche pagato molti soldi per il riscatto di donne che avevano un debito economico con lo sfruttatore di prostitute. Molte donne sono state liberate dalla schiavitù della prostituzione. 
Don Oreste non amava essere protagonista; pregava nel nascondimento….. questa era la sua principale occupazione,  proprio come coloro che hanno trovato il Tesoro nascosto e non cercano altro perché nelle cose del mondo non trovano alcuna felicità. Egli aveva capito che la riuscita della sua missione era condizionata dalla preghiera. Quando un Sacerdote comprende questa fondamentale verità, si preoccupa esclusivamente della salvezza delle anime e non delle cose del mondo.
La Chiesa oggi ha bisogno di molti Consacrati Santi, dediti solo alle cose di Dio, a tempo pieno, senza deviazioni e convinti che le anime si salvano solamente con la preghiera e una vita virtuosa. Diversamente si rimane impantanati nel mondo e incatenati ai diavoli, rischiando di perdersi eternamente!!! Buona preghiera a tutti.
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+ VANGELO (Mt 19,27-29) 
Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto. 
 
C - La saggezza non è la furbizia degli scaltri di questo mondo e questo noi lo sappiamo. Sono loro a non comprendere la disastrosa condizione spirituale in cui vivono, come avviene a tutti coloro che hanno una scarsa conoscenza personale e giustificano ogni loro scelta.
Conoscersi interiormente è una conquista straordinaria e non si raggiunge senza la volontà di voler rinascere nello Spirito.
Non bisogna pensare solo agli elementi negativi presenti in noi. In molti casi una persona non è contenta di sé, ma possiede talenti importanti che non riesce a far sviluppare. Occorre la Grazia di Dio per scoprire quali sono questi talenti e tutti gli altri aspetti positivi.
La paura di molti cristiani di avvicinare un Padre spirituale è quella di sentire delle critiche sui propri comportamenti. Non è così, un Padre spirituale non condanna né dice parole che abbattono, al contrario, egli incoraggia e dà forza spirituale per superare le difficoltà e le prove. Egli deve anche spronare i deboli e pigri, essere prudente e scrupoloso e agire sempre con saggezza ed equilibrio. Il suo agire è sempre ispirato dal desiderio di vedere migliorare tutti coloro che si sono affidati alle sue cure. 
Se nel mondo si aggirano migliaia di furbi e imbroglioni, noi dobbiamo mostrare con la nostra vita coerente che le loro opere non possono essere approvate perché nascono dalla menzogna. Anche se l’abitudine ad agire in questo modo li ha resi operatori del male, hanno sempre comunque la possibilità di pentirsi e cambiare vita.
Un cristiano che vive nella confusione intellettuale può non riconoscere i suoi talenti nascosti e ha bisogno di una guida. I furbi di questo mondo sono convinti di farla sempre franca e non si preoccupano di essere scoperti. Sono furbi, abili e maliziosi, non possono essere in comunione con Gesù perchè non osservano le regole del Vangelo.
Ho scritto che ognuno pensa di fare bene tutto quello che compie nella vita perché non si conosce, non si confronta con la sua coscienza e sarebbe anche difficile farlo senza una profonda conoscenza dei metodi per disciplinarsi.
Dove si dirige un cristiano che si limita a pregare e non si preoccupa di conoscere il cammino della vita interiore? Non è presente a se stesso, e quindi non vive alla presenza di Dio, ossia, non pensa che Dio vede e ascolta tutto.
San Benedetto scrisse una importante Regola che serviva ai monaci, ma quanto chiedeva ai monaci vale per tutti i cristiani. “Ascolta”. Chiedeva di ascoltare solo Dio e non i pensieri viziosi, né quelli che apparentemente giustificano tutto. Questo è il metodo per vincere la superbia, l’orgoglio, la pigrizia spirituale, l’invidia, la gelosia e ogni pensiero negativo.
Chi ascolta nel suo intimo la voce della coscienza che spinge a fare del bene e a  evitare ogni forma di male, è vittorioso in ogni attacco diabolico.
Per ascoltare occorre fare silenzio, solo nel silenzio lo Spirito Santo agisce e illumina, ispira e fa vedere il vero cammino spirituale da compiere.
Il silenzio interiore e anche quello esteriore quando è possibile è determinante per ascoltare la Voce di Dio, lo Spirito Santo non ama le anime chiacchierone! buona preghiera a tutti.
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+ VANGELO (Mt 10,1-7)
Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. 
D -  Il fatto di avere dato a dodici uomini presi tra il popolo, “il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e di infermità”, manifesta che Gesù è un Essere superiore agli uomini stessi, e non semplicemente un Profeta di Dio.
I grandi Profeti dell’Antico Testamento avevano manifestato le opere di Dio con miracoli straordinari. Essi però avevano dei limiti, perché erano pur sempre uomini.
La predicazione di Gesù è diversa, ovviamente unica e irripetibile. Gesù manifesta un potere sovrumano, non ricevuto da nessuno. Egli opera in prima persona perché è Dio e ha dunque l’autorità di investire altri del suo potere onnipotente!!!                                                                                                           Soffermiamoci sull’autorità di compiere miracoli che Gesù diede ai Dodici.
Egli non li invia solamente a predicare il suo Nome, Egli sa bene che occorrono le prove da offrire alla gente e la prova più evidente è il miracolo ossia la sospensione delle leggi fisiche. Tutti gli Apostoli, ed anche i Santi lungo i secoli della storia hanno compiuto miracoli.  Con questo potere di compiere miracoli, i Dodici divengono  creature trasfigurate, ma sempre molto umani, con lacune e con vizi ancora da vincere come la superbia e la vanità. Ecco perché tra Loro troviamo il traditore mentre tutti gli altri fuggono quando si compie il più atroce dei delitti della storia umana: il deicidio. Deve ancora giungere la Pentecoste, dove lo Spirito Santo con il Suo Santo fuoco d’Amore li trasformerà in  intrepidi testimoni di Cristo. Con i miracoli che compiono, gli Apostoli sono in parte trasfigurati ma non completamente, è già un inizio brillante che però fa emergere anche molte lacune, tra cui la superbia e la vanità. Gesù non li ha messi alla prova, è però necessario renderli capaci di manifestare l’Onnipotenza di Dio con i miracoli per accreditare, avvalorare, proprio la Persona di Gesù e il Vangelo che predica.
I grandi Santi che hanno ottenuto miracoli per le loro lunghe preghiere e penitenze, erano molto spirituali e l’umiltà li rendeva ancora più “piccini”  quando Dio si manifestava con i miracoli. La differenza tra i Santi venuti dopo Gesù e gli Apostoli che rimasero tre anni insieme a Gesù, si trova nella formazione spirituale.                     I Santi, come ho appena detto ottenevano e ottengono miracoli dopo lunghi sacrifici, digiuni e preghiere. Mentre gli Apostoli incominciarono subito a operare i miracoli perché c’era l’urgenza di manifestare l’Onnipotenza di Gesù, ma erano ancora all’inizio del cammino spirituale.                                                                                         Anche ognuno di voi può ottenere grandi miracoli se resta in comunione con Gesù, prega e conduce una vita Santa.                                                                              
“Strada facendo, predicate che il Regno dei Cieli è vicino”.                              
 Questo deve essere il messaggio trasmesso dai veri cristiani quando incontrano parenti e amici. La frase detta così può suscitare ilarità e sorpresa,ma è necessario parlare delle opere di Gesù e della Madonna e affermare che il Regno dei Cieli si stabilirà sulla Terra.                                                                                                      Se non vogliono credere o rimangono meravigliati e alcuni forse anche sconcertati, mostrate loro i grandi miracoli compiuti da Gesù e quello che sta avvenendo nel mondo. Se non vogliono capire, voi avrete fatto comunque la vostra parte, e offerto loro la possibilità di incontrare il Cristo e quindi la salvezza eterna.
Ognuno di noi ha un potenziale enorme di spiritualità che forse non scopre o non lo fa sviluppare. Impegnatevi a parlare di Gesù e della Madonna per diventare missionari della parola e suscitare la riflessione su quale sia il vero senso della vita in quanti vivono sbandati e fuorviati. 
Moti peccatori in fondo non sono persone cattive e  peccano per fragilità. Cercateli tra i vostri conoscenti e annunciate loro che Gesù li vuole salvare! Buona preghiera a tutti.
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