09/02/2015

Catechesi N. 53

A - Gesù in questa circostanza spiega l'importanza e la necessità di ricorrere alla correzione verso gli altri.
B - Prima di operare male bisognerebbe riflettere coscientemente sulle conseguenze dannose e dolorose che potremmo infliggere agli altri.
C - È facile ergerci a giudici e valutare in autonomia  il nostro stato spirituale, dobbiamo invece avere la consapevolezza che si è sempre in cammino, nessuno deve considerarsi appagato né orientarsi a fare sempre il minimo.
D - Un cieco non può guidare un altro cieco in questo mondo, la deduzione è che un cieco non può guidare se stesso nella via spirituale.
E - Gesù sottolinea ancora una volta che non serve a nulla invocarLo senza compiere la Sua volontà nell’osservanza dei Comandamenti e del Vangelo storico.

A - Gesù in questa circostanza spiega l'importanza e la necessità di ricorrere alla correzione verso gli altri, meglio se sono familiari e amici.
 Non è prudente cercare di correggere gli sconosciuti o, peggio ancora, le persone ostili. Con questo vi indico che occorre molta prudenza quando si tratta di correggere qualsiasi persona.
Gli unici che non sbagliano nella correzione sono i formatori, che siano essi persone religiose o i nostri genitori. Non sbagliano quando presentano come regola i Comandamenti, i valori cristiani, la retta intenzione. Non sbagliano i genitori quando correggono i loro figli nei tempi e nei modi opportuni, anche se oggi è diventato raro vedere  genitori pronti e preparati nella correzione dei loro figli. Da cosa dipende quindi questa inadeguatezza?
Il primo elemento negativo è che la maggioranza dei genitori non è culturalmente preparata a trasmettere ai propri figli un'educazione religiosa elevata, ne tantomeno incisiva nel rigoroso rispetto dei principi morali.
Il secondo dato negativo è rappresentato dal fatto che i genitori non sentono la necessità di colmare le proprie lacune circa la dottrina cattolica e rimanendo nella loro ignoranza, non possono sapere quanto a volte nelle parrocchie ci si allontani dalla mentalità del Vangelo storico , per favorire dottrine più moderne, demandando in ogni caso ai Sacerdoti il compito di insegnare la dottrina ai loro figli.
Sono quei genitori che non studiano la Fede cattolica e si accontentano dell'omelia senza avere discernimento anche nell'ascolto.
La correzione diventa necessaria quando qualcuno che conosciamo commette opere sbagliate. Non serve intervenire prepotentemente, occorre invece saper cogliere il giusto tempo per interrompere il nostro interlocutore con tatto evitando in questo modo di turbare, o peggio far infuriare, chi sta sbagliando.
Pregate prima di correggere qualcuno, specialmente se l’interlocutore è una persona adulta. Ciò aiuterà a farlo in modo costruttivo, anche e a maggior ragione quando si tratta di un familiare.
Con i figli è diverso, sia per l'autorità che giustamente abbiamo (o dovremmo avere) verso di loro sia per il dovere che abbiamo in quanto genitori, di intervenire quando sbagliano o vogliono fare scelte sbagliate. Dalla modalità correttiva adottata dai genitori verso i figli, si capisce quanto sia salda la loro spiritualità. Quanto più si è vicini  a Gesù tanto più rigorosa sarà la posizione che manterremo dinanzi alle pretese e alle sceneggiate dei nostri figli volte ad ottenere ciò che non giova loro e non è utile a nessuno.
La lontananza da Gesù e dal suo Spirito, induce i genitori ad essere volubili dinnanzi ai loro figli, incapaci di sane negazioni ma persuasi dall’idea che sia doveroso soddisfare ogni loro richiesta evitandogli una “sofferenza” ed evitando una loro reazione spesso sconsiderata ai “no”.
La reazione di un figlio è volta a colpire la debolezza dei genitori; è chiaro che la reazione più naturale per un genitore è quella di lasciar prevalere l’amore carnale su quello educativo. Noi genitori dobbiamo fortificarci attraverso un’adeguata formazione dottrinale e questo cammino comincia con una profonda meditazione sul senso dei 10 Comandamenti.
La correzione tra adulti è oggettivamente più complicata, richiede un impegno notevole, perché non possiamo agire con la fermezza con cui agiremmo sui nostri figli e le reazioni potrebbero essere innumerevoli e imprevedibili. E’ proprio per questo che il modo in cui ci poniamo dinanzi a chi sbaglia, le parole che scegliamo per spiegare l’errore  e un atteggiamento di umiltà, sono fondamentali e possono fare di noi un amico che vuole aiutare chi ha sbagliato.
La correzione fraterna è difficile ma importante. Quelli che pregano molto e sono guidati dallo Spirito di Dio non devono perdere alcuna occasione per parlare di Gesù e della Madonna soprattutto a coloro che sbagliano. Devono invece saper capire quando è il momento di fermarsi se la reazione è eccessiva.
Dobbiamo rispettare le scelte degli altri, il nostro compito è di seminare, di trasmettere piccoli o grandi insegnamenti del Vangelo, il resto lo deve compiere lo Spirito Santo.
La preghiera prima di fare apostolato, con uno stile di vita che deve diventare preghiera, faciliterà l'azione di Dio e sarà Lui a toccare i cuori più induriti per cambiarli in buoni. Nessuno si convinca che sono le nostre parole a convertire. Esse sono sì importanti, ma sono Gesù e Maria a cambiare i cuori e a salvare le anime.
Pregate molto in famiglia, riunitevi insieme ogni sera per recitare il Santo Rosario, pregate per la salvezza eterna di tutti i familiari. Gesù è sempre presente quando una famiglia prega insieme. Egli è presente veramente, non si tratta di qualcosa di astratto. Gesù vi guarda e vi ascolta sempre quando in famiglia pregate insieme e vi dà molte benedizioni, spesso concede Grazie particolari. Ma dovete pregare insieme. Buona preghiera a tutti.


 

B - Prima di operare male bisognerebbe riflettere coscientemente sulle conseguenze dannose e dolorose che potremmo infliggere agli altri.
 Gesù emanava una forza tale da guarire chiunque. Anche noi dobbiamo chiederci cosa siamo in grado di provocare agendo bene o, contrariamente, agendo male.
Potrebbero sembrare ovvie le conseguenze dei nostri comportamenti, invece non dobbiamo mai dare nulla per scontato e cercare con assiduità  quali siano i motivi che più o meno spesso ci inducono ad agire nella vita in assenza di Amore. La mancanza di amore nelle parole e nelle opere non può certamente produrre effetti spirituali benigni ma provocare semmai un indebolimento o addirittura la perdita della comunione con Gesù.
Prima di operare male bisognerebbe riflettere coscientemente sulle conseguenze dannose e dolorose che potremmo infliggere agli altri.
I Sacramenti, la Preghiera costante e prolungata, la pratica delle virtù ci avvicinano a Gesù permeandoci del Suo Spirito.
Pregare con devozione e costanza ci avvicina a Gesù e alla Madre di Dio, che intercederanno per noi, poiché la nostra sarà la voce umile di chi vuol farsi sentire vicino a Dio, che ha un suono molto diverso rispetto al suono della  voce di chi prega ma in realtà è  lontano dal cuore di Dio.
Chiediamoci dunque quale spirito fuoriesce da noi quando parliamo con gli altri, quando riflettiamo e compiamo le nostre opere.
"Da Lui usciva una forza che guariva tutti"; questa è la stessa forza che fuoriesce dall'Eucaristia, per questo continuerò a  rinnovare il mio invito ad andare ogni giorno davanti al Tabernacolo. Per  qualcuno entrare in Comunione con Dio ogni giorno potrà sembrare  inutile perché non ha abbastanza Fede, ma per  quanti invece credono e adorano Gesù, l’Eucaristia, l’incontro più intimo e profondo con il corpo di Cristo, il nostro abbandono a Lui, non può che fortificarci e immergerci in una impagabile pace interiore.  Tutto cambia in meglio!
Un altro suggerimento di riflessione  che viene dal  Vangelo è la prolungata preghiera di Gesù.
Qui debbo inserire la traduzione della CEI del 1974 e non quella attuale, perché in quelle precedenti il versetto 12 affermava che Gesù passò la notte in orazione:
"In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione", mentre in quella moderna è scritto che pregava Dio.
Ma non era Lui Dio? "In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio".
È una distorsione molto grave, sottile e rasente. Noi crediamo che Gesù è Dio e pregava semmai il Padre, pregava per la sua missione.
Buona preghiera a tutti.

 

Santa Filomena

 C - È facile ergerci a giudici e valutare in autonomia  il nostro stato spirituale, dobbiamo invece avere la consapevolezza che si è sempre in cammino, nessuno deve considerarsi appagato né orientarsi a fare sempre il minimo.
 Le Beatitudini rappresentano la sintesi del Vangelo, il culmine della predicazione di Gesù e la “carta d’identità” del vero cristiano. Un seguace di Gesù senza Beatitudini è sprovvisto degli elementi essenziali per poter entrare in comunione con Lui.
Il cammino verso la pratica delle Beatitudini non è sicuramente un cammino privo di ostacoli e di prove. Più tardi troveremo la volontà di percorrerlo, più tardi arriveremo alla conversione .. È facile ergerci a giudici e valutare in autonomia  il nostro stato spirituale, dobbiamo invece avere la consapevolezza che si è sempre in cammino, nessuno deve considerarsi appagato né orientarsi a fare sempre il minimo.
Assistiamo oggi all’affermazione di più dottrine nella Chiesa e quella dominante è quella più vicina al protestantesimo per la sua facilità di applicazione. In essa si consolida l’errata convinzione che non esiste il peccato e che tutti saranno salvati, omettendo di spiegare cosa volesse dire Gesù al suo popolo con le Beatitudini!
Se tutti saremo salvati perché dovremmo compiere sforzi immani nel praticare le Beatitudini? Infatti non sentiamo parlare di persecuzioni tra i protestanti come invece avviene ai cattolici che seguono fedelmente il Vangelo.
Le Beatitudini sono considerate “vecchie” per molti cristiani, soprattutto per i teologi di questo mondo. Esse sono ormai superate, antiquate e per questo considerate inopportune all’insegnamento poiché fuori tempo.
 A tal proposito non dimentichiamoci che  Gesù disse che le sue parole sarebbero rimaste immutate per l’eternità. E’ quindi chiaro che chi “manipola” la Sua parola, non può essere vicino a Dio.
Le Beatitudini riportate da San Luca sono quattro, mentre nella redazione più moderna di San Matteo si riportano quattro Beatitudini che si aggiungono a quattro “guai”. Gesù chiama beati i poveri, quelli che sono alla ricerca della giustizia, che soffrono e che sono perseguitati dai cattivi. Sono beati perché soffrono con grande spirito di sopportazione, soffrono e amano senza cercare alcuna vendetta.
Tra tutte le sofferenze quella più crudele è la persecuzione che rappresenta la più tremenda sofferenza morale.
Poi passa ai “guai”, si rivolge a quanti sguazzano nei piaceri di questo mondo e rendendo dolorosa la vita a molti altri. I ricchi, diventati arroganti e sprezzanti, sono incapaci di  pensare umilmente di loro e della vita. Nel loro credo tutto viene completamente stravolto e resta privo di alcun senso buono.
I “guai” sono di quanti ignorano le pene degli altri e rimangono indifferenti. Ma verrà comunque un tempo in cui avranno fame cercando aiuto tra i loro simili. Chi li aiuterà ? Dio non potrà dare ad essi nessun aiuto per la mancanza di pentimento e di verità.
Quanti “guai” aspettano quelli che ridono nella cattiveria, che sono compiaciuti dei mali e delle sofferenze altrui.
Questi miseri sentimenti si alimentano oggi nelle famiglie, tra parenti.
E’ sempre più affermato e radicato un atteggiamento di assoluto disinteresse davanti ad azioni atroci. Siamo spettatori passivi mentre ascoltiamo notizie sconcertanti al telegiornale così tanto distanti dalla verità delle cose dal non comprendere che i potenti stanno cercando di creare qualcosa di terrificante per poi riconciliarci in una finta pace.
Come spiegano l’insistente e incomprensibile embargo alla Russia, il tentativo di isolarla provocandone una reazione sproporzionata?
I potenti giocano con le vite umane e le disprezzano. Pensiamo ad esempio agli Stati Uniti e all’Europa che “giocano” con le ritorsioni alla Russia, cercando con questa provocazione una reazione nel suo presidente, magari in un’aggressione violenta così poi da esser a lui attribuita. Giochi di potere, operazioni studiate per ottenere il predominio ed anche… la diminuzione della popolazione mondiale.
Gesù poi dà un avviso importante: “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi”. Devono dire bene, ma non tutti, perché se tutti parlano bene di noi vuol dire che scendiamo a compromessi con tutti.
Non dobbiamo cercare le offese nuocendo agli altri e Gesù lo precisa nel Vangelo: “se lo vivi o lo predichi,  non tutti parleranno bene e ci saranno incomprensioni e forse persecuzioni, al contrario, se tradisci il Vangelo tutti parleranno bene di te. Se dai ragione a chi non ama il Vangelo, non sarà mai tuo nemico e ti esalterà.”
È cosa buona se parlano bene di noi, ma ci sono sempre i cattivi e gli anticlericali che parleranno male di chi vive il Vangelo.
Buona preghiera a tutti.

 

Santa Maria Goretti

D - Un cieco non può guidare un altro cieco in questo mondo, la deduzione è che un cieco non può guidare se stesso nella via spirituale.
 La festa liturgica del Santissimo Nome di Maria è la ricorrenza più attesa dai suoi devoti, poiché è testimonianza concreta che l’ invocazione a Maria è piena di premura e di risposte da parte sua. Il Rosario pieno di Ave rivolte a Maria contempla le lodi che i veri devoti Le tributano con convinzione e i diavoli tremano al sentire il nome di Maria
Tra i cattolici devoti di Maria ci sono Santi e anime spiritualmente elevatissime, mentre in altri ambienti ecclesiali ebrei (protestanti, ecc.) non si ricordano Santi come  San Francesco, Sant'Antonio, San Pio, perché chi incontra Maria incontra Gesù.
 Nelle altre Religioni, frutto della fantasia degli uomini ,esistono solo le tenebre e le nostre preghiere sono rivolte alla conversione di tutti coloro che si sono persi in queste tenebre. Un cieco non può guidare un altro cieco in questo mondo, la deduzione è che un cieco non può guidare se stesso nella via spirituale.
Non voglio aggiungere nulla alle parole perfette e complete di Gesù, la mia deduzione riguarda la conduzione spirituale e personale del singolo credente, talmente sicuro… dal credere di non aver bisogno di consigli cercando un confronto costruttivo con il confessore o con il Padre spirituale.
Le vie dello Spirito sono imprevedibili e  problematiche, e lo sono maggiormente  per chi si addentra in percorsi intrinsecamente sbagliati, non curante della volontà di Dio. Spesso questi percorsi ci portano a compiere azioni in totale divergenza con il nostro pensiero rendendoci incapaci di costruire qualcosa insieme con gli altri.
Sono moltissimi coloro i quali si definiscono “credenti” orientandosi troppo spesso verso scelte in assoluto contrasto con la Fede o appoggiando consapevolmente situazioni per nulla congrue alla vita spirituale personale o dei familiari.
 Come è possibile dunque tutto questo?
Queste persone non riescono a frenare l'istinto passionale e carnale delle loro azioni perché sono anime fragili nello spirito. L’istinto da un lato li spinge nel baratro personale o familiare e dall'altro li rende pericolosamente orgogliosi delle scelte fatte… fino a quando la realtà, assai lontana dalla loro immaginazione, li costringe a un brusco e deludente risveglio. Penso a tal proposito ai tanti cristiani che inseguono assurdi postulati di falsi veggenti per poi ritornare alla vita reale, intossicati e rovinati dal “virus” delle negatività .
La perseveranza in questo atteggiamento contrario alla parola di Dio trova giustificazione nel soddisfacimento di bisogni prettamente umani e materiali agendo oltretutto nell’autoconvinzione che nulla abbiamo da correggere nel nostro comportamento spirituale come se  uno o l’altro atteggiamento fossero due condizioni disgiunte.
Molti cristiani non hanno mai intrapreso il cammino di purificazione, non hanno mai nemmeno pensato a piccole mortificazioni o rinunce giornaliere, alle penitenze, meno ancora hanno mai lottato e combattuto le tentazioni. E’ anche vero che molti vivono nella cecità intellettuale, senza per questo assecondare opere cattive o intenzionalmente nocive verso gli altri.
L'intento delle loro azioni è buono per  sua natura e questo merita certamente una nota positiva a loro favore, purtroppo il risultato non lo è altrettanto poiché la cecità intellettuale che li pervade  è più forte e ha la capacità di confondere tutto: nelle loro scelte di vita il vero sembra falso, il falso sembra vero. Questa confusione poi, in tutto ciò che riguarda la spiritualità, è del tutto fuori controllo; riusciamo a perdere la razionalità nel discriminare i falsi veggenti da quelli autentici, le parole sane e sacre del Vangelo o del Padre spirituale, da quelle profane di autentici impostori.
Io stesso consiglio alle persone di intraprendere un cammino spirituale e di autentica Fede con il proprio parroco o la propria parrocchia, eppure spesso mi sento rispondere da queste stesse persone che non chiedono consigli perché indirizzati diversamente rispetto al proprio pensiero.
Ma essere “indirizzati diversamente” dal proprio parroco, significa cambiare il nostro percorso predisponendoci umilmente alla correzione dei nostri errori oppure significa mettere in discussione il  Padre spirituale per aver contraddetto e criticato il nostro pensiero che credevamo essere indiscutibile?
 Se anche la guida fosse  cieca , si correrebbe in due il rischio di precipitare in un fosso. Agli occhi di Dio, dare un consiglio superficiale è molto grave.
Il Vangelo ci parla oggi pure della classica pagliuzza.
Noi cristiani siamo sempre bersagliati dai tanti "Polifemo" di turno, per un eccesso di superbia e orgoglio a lanciarci pietre o a maledirci come fece Polifemo con Ulisse. Dobbiamo avere fermezza nell’imitare Ulisse solo con la scaltrezza nell’individuare i ciclopi che vivono tra noi, coloro che vivono con un occhio solo, che travisano e manipolano negativamente il senso dei nostri intenti, anziché giudicare severamente i loro  gesti criminali e le loro azioni cattive.
 Non dobbiamo accecarli con qualcosa che faccia male, come racconta Omero nell’Odissea a proposito del ciclope che venne colpito nella caverna.
Non dobbiamo reagire con i loro stessi mezzi, dobbiamo lasciarci guidare dagli insegnamenti del  Vangelo verso l'amore, il perdono, la misericordia, la pazienza, la docilità, insieme con la ricerca della  verità e della giustizia. Costoro, differentemente dai veri Cristiani, non hanno leggi morali da seguire e hanno tradito gli insegnamenti di Gesù.
I cristiani hanno molte pagliuzze e non sono certo le stesse utilizzate dai cattivi di questo mondo ma quelle che ci permettono di vedere la realtà, anche se a volte un po’ deformata, senza perderne mai traccia. La trave nell'unico occhio di cui dispongono i ciclopi è quella che oscura ogni vista costringendoli perennemente al buio delle tenebre, tanto da causare molte sofferenze al prossimo preparandosi a quel male terribile pieno di fuoco che non avrà mai fine, dove ci sarà "pianto e stridore di denti".
Siamo molto dispiaciuti per il loro destino, molto diverso dal Nostro che sappiamo amare e perdonare tutti!
Devo riprendere una frase di Gesù del Vangelo di ieri: "A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra". Questo non vuol dire soccombere alla loro violenza, vuol dire  avere la forza di mostrare ai cattivi e ai prepotenti un’altra guancia, quella che loro non hanno e che si chiama amore, perdono e pazienza, senza allontanarci mai dalla verità e dalla giustizia. Ciò che è vero resta vero, ciò che è giusto bisogna rispettarlo!
Buona preghiera a tutti.

 

Santa Filomena

E - Gesù sottolinea ancora una volta che non serve a nulla invocarLo senza compiere la Sua volontà nell’osservanza dei Comandamenti e del Vangelo storico.
 Ogni giorno la lettura del Vangelo ci regala spunti preziosi di riflessione anche se non sempre facilmente comprensibili. Lo sono di più per quanti hanno amore verso la Parola di Dio ma ci sono moltissime affermazioni di Gesù che richiedono spiegazioni. Il commento che mi accingo a scrivere su questo Vangelo vorrei analizzarlo con voi a lungo e servirebbero diverse ore per farlo, non avendo tanto tempo a disposizione in questi giorni, mi riservo di ritornare in futuro nell’analisi di questi passi.
Di questi 7 versetti si potrebbero scrivere molti commenti, elaborare numerose catechesi lasciando intercorrere il giusto  tempo per una adeguata riflessione. Una frase su tutte colpisce anche per la sua attualità considerata la grande confusione dei nostri tempi all’interno della Chiesa.
La frase è il versetto 46: "Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?".
È rivolta a tutti i tiepidi, a quanti non corrispondono alla Grazia di Dio, soprattutto ai Consacrati che hanno smarrito la Via della santità.
Gesù sottolinea ancora una volta che non serve a nulla invocarLo senza compiere la Sua volontà nell’osservanza dei Comandamenti e del Vangelo storico.
Eppure si odono rimbombi di preghiere in più contesti e la pronuncia ripetuta del Nome di Gesù, senza poi che venga dato seguito nella vita di tutti i giorni all’osservanza della  Parola di Dio. Non siamo certo noi a dover valutare la Fede degli altri. Solo le Opere che compiamo danno un valore oggettivo alla fede, supremo e assoluto rispetto a qualsiasi altro giudizio. "Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono".
L'uomo buono si riconosce dalla mitezza, mentre un uomo pervaso dalla cattiveria potrà compiere solo e solamente cattiverie.
Non dobbiamo giudicare il prossimo perché farlo è peccato, ma le opere compiute da ognuno di noi raccontano la verità; ciò che vediamo e udiamo sono prova della bontà o della cattiveria che ci appartengono.
"Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo".
Eppure molti uomini cattivi hanno la capacità di camuffare molto bene la propria mentalità corrotta e recitano con grande partecipazione e persuasione il ruolo di persone perbene e affettuose.
E così, quando meno te lo aspetti, siamo vittime delle coltellate alle spalle nei luoghi di lavoro, nelle parrocchie, nei gruppi di preghiera e anche nelle amicizie di gruppo.
È contro natura per ogni persona celare quello che realmente porta dentro di sé, spesso però la debolezza umana ci fa cadere in comportamenti scorretti, per questo dobbiamo evitare di avere pregiudizi e di fare valutazioni avventate. Non si guadagna nulla davanti a Dio nel comportarsi anche con un solo pizzico di cattiveria, di risentimento, di invidia, di animosità, anzi si perde molto.
È l'amore che ci rende riconoscibili come seguaci autentici di Gesù e innamorati della Madonna. Chiediamo a Loro di amare tutti.
Buona preghiera a tutti. 

 

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