21/12/2016
Catechesi N. 139
A - Oggi possiamo conoscere meglio la mansuetudine di Gesù, capire il modo di imitare il nostro modello. Gesù porta all’umanità un giogo e un carico. Ma quel giogo è leggero, perché è liberatorio, e quel carico non opprime perché è il Signore a reggerne la parte più pesante.
B - In questi giorni di Avvento ci viene presentata la figura di Giovanni Battista come modello di virtù da imitare e come figura scelta da Dio per preparare l’arrivo del Messia. Con lui si chiude l’Antico Testamento e si giunge alla soglia del Nuovo.
C - Il paragone che fa Gesù sui due fratelli che compiono il contrario di quanto promesso al padre, è la prova che non sempre si rispetta quanto si promette. Tutti i cattolici sono chiamati a lavorare nella Vigna del Signore, ma in pochi effettivamente sono coerenti e rispondono con le loro buone opere.
D - L’invio di due discepoli a chiedere a Gesù notizie sulla sua identità, non indica la mancata conoscenza che già aveva Giovanni Battista del Figlio di Dio. «… e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l'Agnello di Dio!”» (Giovanni 1,36). Questo avvenne prima dell’invio dei suoi discepoli.
E - Ci avviciniamo al Natale del Signore e abbiamo ancora un po’ di tempo per conoscere meglio questo mistero unico e meraviglioso. Ognuno di noi comprende il Natale dalla spiritualità che possiede, per esempio, quei presidi ed insegnanti atei o scettici non vogliono vivere la gioia cristiana della nascita del Figlio di Dio nella carne.
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario. Ore 21 funzione dei Malati.
Domenica 25 Dicembre Santo Natale a partire dalle ore 19 Tombolata.... Vi aspettiamo numerosi!!!
Venerdì 6 Gennaio ore 15.30 Tombolata!!!
Domenica 8 Gennaio ore 10 Santo Rosario. Ore 10.30 funzione dei Malati.
L'Associazione chiude da Sabato 24 Dicembre e riapre Lunedì 9 Gennaio.
Per chi vuole ascoltare la Catechesi anche in Inglese, Portoghese e Francese cliccare sotto.
+ VANGELO (Matteo 11,28-30)
Venite a me, voi tutti che siete stanchi.
A - Oggi possiamo conoscere meglio la mansuetudine di Gesù, capire il modo di imitare il nostro modello. Gesù porta all’umanità un giogo e un carico. Ma quel giogo è leggero, perché è liberatorio, e quel carico non opprime perché è il Signore a reggerne la parte più pesante.
Con i suoi precetti e Comandamenti Gesù non ci schiaccia, essi, al contrario, ci rendono più liberi e ci facilitano sempre l’esistenza.
Nel Vangelo della Messa Gesù ci dice che il carico che ci appare pesante, diventa leggero se chiediamo a Lui di sostenerci!
Il Signore propone se stesso come modello di mansuetudine e di umiltà, due virtù, due atteggiamenti del cuore tra loro inseparabili.
Gesù si rivolge alle persone che Lo seguono “stanche e sfinite, come pecore senza pastore”, e guadagna la loro fiducia con la mansuetudine del suo Cuore, sempre accogliente e comprensivo.
La liturgia dell’Avvento ci propone Gesù “mansueto e umile”, affinché ci avviciniamo a Lui con semplicità, sforzandoci di imitarlo in questo aspetto mentre ci prepariamo al Natale. Solo così potremo capire i fatti di Betlemme, solo così potremo far sì che quanti camminano vicino a noi ci accompagnino fino a Gesù Bambino.
A un Cuore mansueto e umile, com’è quello di Gesù, le anime si aprono con fiducia.
Lì, nel suo Cuore amabilissimo, le moltitudini trovano rifugio e riposo. Anche oggi è da Lui che le folle si sentono fortemente attratte, forse inconsapevolmente, ed è in Lui che possono trovare la pace. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Matteo 11,11-15)
Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.
B - In questi giorni di Avvento ci viene presentata la figura di Giovanni Battista come modello di virtù da imitare e come figura scelta da Dio per preparare l’arrivo del Messia. Con lui si chiude l’Antico Testamento e si giunge alla soglia del Nuovo.
Il Vangelo ci fa riflettere che la Chiesa patisce violenza da parte dei poteri del male, e patisce violenza pure l’anima ogni giorno, incline al peccato in conseguenza della caduta dei nostri progenitori.
Per seguire i passi del Signore in questa vita, e per poi contemplarlo eternamente in Cielo, sarà necessario che lottiamo costantemente, fino alla fine dei nostri giorni.
La vita cristiana non è compatibile con l’imborghesimento, la comodità e la tiepidezza.
L’Avvento è un momento particolarmente propizio per esaminarci su come lottiamo contro i nostri difetti e passioni, contro il peccato, contro il cattivo carattere. Questa lotta è fortezza per combattere le proprie debolezze e le proprie miserie, coraggio di non mascherare le proprie infedeltà, audacia per confessare la Fede anche quando l’ambiente è ostile.
La lotta che Gesù ci chiede per tutta la vita e specialmente in questo tempo liturgico si concretizza molte volte in un proposito di fortezza.
I propositi non solo bisogna farli ma si devono anche osservare. Quando stabiliamo di compiere atti di pietà con delicata puntualità, senza rinviarli per un qualsiasi motivo e senza farli dipendere dallo stato d’animo del momento.
Diventa concreta nel modo di vivere la carità, nel desiderio di correggere aspetti disordinati del carattere e ci sforzeremo di moltiplicare piccoli gesti di cordialità, di buon umore, di attenzione agli altri.
Si inizia a lottare le piccole cose per diventare forti nelle grandi cose. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Matteo 21,28-32)
È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto
C - Il paragone che fa Gesù sui due fratelli che compiono il contrario di quanto promesso al padre, è la prova che non sempre si rispetta quanto si promette. Tutti i cattolici sono chiamati a lavorare nella Vigna del Signore, ma in pochi effettivamente sono coerenti e rispondono con le loro buone opere.
Va comunque precisato che questa Parola viene rivolta dal Signore soprattutto ai Vescovi, ai Sacerdoti, ai Religiosi. “Figlio, oggi va a lavorare nella vigna”. Questa è la missione di chi ha la vocazione ed è chiamato a lasciare tutto, proprio tutto, per dedicarsi esclusivamente alle cose di Dio.
Il lavoro nella Vigna del Signore è a tempo pieno, ma sono pochi quelli che dedicano incondizionatamente la loro vita a Dio. Bravi Sacerdoti e Religiosi/e ci sono e questi sono il parafulmine di tanti complotti contro la Chiesa di Dio. Lo sono con la loro vita di penitenze, rinunce e contemplazione.
Ci sono inoltre moltissimi laici che hanno compreso il valore della preghiera fatta con il cuore e si dedicano alle cose di Dio con pieno abbandono. Continuano a lavorare e a vivere nelle loro famiglie, ma la mente e il cuore sono rivolti sempre a Dio. Anche quando sono impegnati in attività tra le più svariate, compiono ogni cosa per amore di Dio e ogni opera diventa preghiera.
Non si prega solo con le preghiere tradizionali e con quelle del cuore o spontanee, la vita può diventare preghiera se si purifica la mente dai pensieri umani e dalle inclinazioni peccaminose. Questo cammino è impegnativo e meraviglioso, perché ad ogni sforzo che si compie si ricevono Grazie speciali e illuminazioni, si acquisisce lo Spirito di Dio e la vita è gioia anche nelle prove.
L’esempio portato oggi da Gesù manifesta che con le sole promesse non si va da nessuna parte. Le promesse dei buoni e degli onesti vengono mantenute perché la loro retta intenzione li spinge amorevolmente a mettere da parte tutte quelle cose non importanti ed effimere per osservare i Comandamenti.
Essi ricevono già in questa vita cento volte tanto di quello che lasciano e che si oppone alla Parola di Dio. Si ottiene da Gesù anche quanto umanamente impossibile se ci si dispone a riceverlo, rinunciando a tutti quei pensieri che spingono a peccare o a compiere azioni inutili con perdite di tempo che non si potrà mai più recuperare.
È necessaria la formazione spirituale, e il luogo per eccellenza è la Chiesa. Il catechismo non va insegnato solo ai bambini, anche i giovani e gli adulti hanno necessità di una formazione permanente, partecipando due o tre volte la settimana ad incontri di formazione teologica in parrocchia.
Evidentemente non dipende dai fedeli organizzarli, è compito del parroco avvertire interiormente l’ansia apostolica di salvare le anime di tutti i parrocchiani e non solo… e dedicare molto tempo all’istruzione religiosa dei parrocchiani.
Molti non arrivano a questa decisione perché riflettono poco sulle cose di Dio!
I nostri Associati hanno le idee chiare sull’importanza della preparazione alla Messa e alla preghiera.
“È buona cosa pregare il Rosario prima della S. Messa però... perché non lasciare almeno 10 minuti di silenzio per una preghiera personale prima del suo inizio? Finiscono le preghiere e poi subito inizia la S. Messa. Poi: il canto durante la Comunione. Non sarebbe anche qui necessario lasciare almeno TRE minuti di silenzio per un colloquio personale con Gesù? e poi fare un canto di adorazione o ringraziamento? Così come per esempio certi celebranti, durante la consacrazione fanno talmente in fretta ad alzare l'Ostia e il calice che se uno volesse dire almeno un'invocazione non riesce...”.
Il primo figlio alla richiesta del padre si rifiuta di lavorare nella vigna ma poi meditando cambia decisione. «Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò».
Ecco l’importanza della riflessione, della preghiera per ricevere da Dio la forza di compiere opere che ci sembrano all’inizio difficili.
Non hanno alcun valore le buone parole su Gesù e la Madonna se poi non si compie la volontà di Dio, come il secondo figlio che promette di lavorare nella vigna mentre poi fa tutt’altro. «Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò».
Il nostro cammino è impegnativo e abbiamo gratificazioni giornaliere. È sufficiente riflettere sugli aiuti misteriosi che si ricevono costantemente da Dio e la protezione materna dell’Immacolata, che non lascia mai soli i suoi figli che ogni giorno recitano il suo Rosario. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Luca 7,19-23)
Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.
D - L’invio di due discepoli a chiedere a Gesù notizie sulla sua identità, non indica la mancata conoscenza che già aveva Giovanni Battista del Figlio di Dio. «… e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l'Agnello di Dio!”» (Giovanni 1,36). Questo avvenne prima dell’invio dei suoi discepoli.
Il Battista non aveva dubbi ma i suoi discepoli avevano necessità di capire, per questo vengono mandati a chiedere: “Sei Tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Una domanda rispettosa e chiarificatrice, infatti Gesù non la prende come una sfida né lamenta il motivo della presenza dei discepoli del Battista.
Al contrario, è felice vedendoli davanti a Lui e per dare una immeditata risposta a loro, mostra dei segni che può compiere solo chi viene da Dio. Gesù era il Figlio di Dio ma non poteva rivelarlo in quella circostanza, era prematuro, sono i segni a testimoniare la sua provenienza.
“In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi”.
Gesù opera meraviglie di Grazie quando la richiesta di aiuto è sincera, fatta con Fede, accompagnata da una umiltà autentica.
I discepoli di Giovanni Battista hanno queste caratteristiche anche se la Fede in Gesù era da venire, ma avevano avuto Fede nel comando di Giovanni Battista, quindi in essi è presente un grande desiderio di servire il Messia.
“Sei Tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Questa domanda oggi moltissimi cristiani non se la pongono nemmeno, pur conoscendo che Gesù è Dio e dopo duemila anni di incalcolabili segni divini che ha dato direttamente ai credenti, anche attraverso sua Madre Santissima, i Santi autentici testimoni.
Questa domanda oggi viene ignorata anche da molti che invece dovrebbero testimoniare con la vita santa la Divinità di Gesù.
Il vivo desiderio che troviamo nei discepoli di Giovanni Battista, non si trova più in moltissimi cristiani per la vita dissipata e per gli interessi materiali che prendono il sopravvento sulla spiritualità.
Questo è il tempo di Grazia per fermarsi e domandarsi quale direzione ha intrapreso la vita che si conduce!
Anche chi non commette grandi peccati ma prega poco e trascura la vita spirituale, deve chiedersi se merita i segni miracolosi che Gesù invia a quanti vogliono restare in comunione con Lui e vogliono impegnarsi osservando i Comandamenti e il Vangelo.
La risposta che Gesù dà ai discepoli di Giovanni Battista che poi seguiranno Lui, è valida anche per noi e dobbiamo riflettere su queste parole: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia”.
Questo è Gesù, solo Lui compie queste meraviglie e non i falsi veggenti e gli imbroglioni che si spacciano per apostoli di Dio.
Oggi inizia la Novena a Gesù Bambino e in questi giorni è cosa buona e giusta dedicare maggiore tempo alla preghiera e alla conoscenza del Signore. Le Grazie si ricevono con grande facilità quando si crede fermamente in Gesù, non si tratta però di una conoscenza intellettuale come hanno i diavoli e molti teologi traviati, è la conoscenza del cuore che adora Dio.
La vera preghiera deve essere avvertita prima nel cuore, dobbiamo pregare con vero amore.
In questi giorni di preparazione al Santo Natale, pensiamo di più a Gesù e Lui ci invierà piccoli e grandi segni del suo Amore. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Luca 1,57-66)
Nascita di Giovanni Battista.
E - Ci avviciniamo al Natale del Signore e abbiamo ancora un po’ di tempo per conoscere meglio questo mistero unico e meraviglioso. Ognuno di noi comprende il Natale dalla spiritualità che possiede, per esempio, quei presidi ed insegnanti atei o scettici non vogliono vivere la gioia cristiana della nascita del Figlio di Dio nella carne.
Non solo non credono al Natale, ma scorrettamente impongono a migliaia di bambini e giovani le loro frustrazioni.
Le delusioni della vita portano a vivere perennemente negli avvilimenti, e nessuno di chi sta lontano da Gesù riesce a superare queste prove dolorosissime. Molti arrivano alla depressione e spesso non se ne accorgono, per qualche motivo che distrae riescono a superare la caduta rimanendo sempre lontani dalla Luce e dalla Verità.
Gli atei e i peccatori lontani da Gesù mi arrecano tanta sofferenza, ogni giorno rimango a riflettere sulla loro condizione instabile e istintiva, un atteggiamento che li porta a commettere moltissimi peccati e a vivere in uno sbandamento morale preoccupante. Gesù vuole salvare anche loro e ci chiede di pregare per tutti i peccatori.
Ogni giorno dedico moltissime preghiere per la conversione di quanti sono lontani da Gesù e, soprattutto, per quanti Lo perseguitano.
Sta arrivando il Natale oramai diventato un po’ ovunque una festa pagana, anche i cattolici sono troppo preoccupati per i preparativi e pochi si preparano spiritualmente per trovarsi la Notte Santa davanti alla Grotta per adorare il Bambino nato da una Vergine, un Bambino che è pure Dio.
Voi che state completando la Novena vi siete preparati e avete avuto modo di riflettere sul Bambino che nasce e che diventerà adulto, comincerà la vita pubblica con la predicazione fondata sull’amore, il perdono, la misericordia per coloro che si pentono. Farà grandi miracoli come mai nessuno prima né dopo di Lui.
È Dio incarnato che viene a salvarci da noi stessi… Viene a portarci la sua Grazia per elevarci dalla condizione miserevole.
È molto triste il Natale festoso senza Gesù Bambino nel cuore o almeno presente nelle case dove giustamente ci si riunisce per condividere la gioia e i regali. Il regalo più grande, addirittura infinito, non è quel Bambino che gratuitamente vuole nascere in tutti i cuori?
Siamo noi a decidere quale dovrà essere il nostro futuro, dipenderà dalle nostre preghiere e dalle scelte di vita che faremo.
Lontani da Gesù si rimane muti come Zaccaria, anche se la punizione riguardava un suo dubbio sulla possibilità della gravidanza della moglie, ma compiendo la volontà di Dio, egli riebbe la voce dopo avere espresso per iscritto quanto gli aveva chiesto l’Arcangelo nell’apparizione.
Si rimane muti e non si parla di Gesù quando si cercano esclusivamente altri interessi, invece chi crede o ritorna a Dio, parla con un linguaggio corretto e amorevole. «Egli chiese una tavoletta e scrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio».
Possiamo benedire Dio tutte le volte che lo vogliamo, con la nostra vita onesta e con le preghiere di ringraziamento, lode e adorazione.
Io continuo ogni giorno a pregare molto per tutti voi, perché questo Natale vi porti ciò che desiderate di buono e di santo. Buona preghiera a tutti.