19/09/2015

Catechesi N. 80

A - Questo dialogo avviene dopo l'incontro con il giovane ricco, lo abbiamo meditato ieri e abbiamo considerato lo slancio iniziale, la devozione e l'amore mostrati da lui, per poi ritirarsi quando Gesù gli presentò le condizioni per seguirlo nella verità.

B – L’invito a lavorare nella Vigna del Signore è rivolto a  tutti, non  puo’ esserci imparzialità in Dio. Nessuno può sindacare il Suo operato, perché segue sempre  il Suo infinito senso di giustizia  che dona ad ognuno quanto merita.

C - Siamo passati dalla parabola degli operai mandati nella vigna, alla parabola del banchetto nuziale. Gesù nella parabola di ieri ci ha detto che chiama gli operai nella Sua Vigna a qualsiasi ora e che i volenterosi guadagneranno la salvezza eterna.

D - La festa mariana di oggi vede la gloriosa Madre di Dio decorata di una regalità unica: Regina dell'universo. C'è il Re, suo Figlio, e Lei la Regina che ha condiviso tutto con il Redentore.

E - L'affermazione di Gesù "dicono e non fanno", coinvolge moralmente non solo i Sacerdoti distratti dalla mondanità, ma anche tutte quelle persone che amministrano qualcosa di pubblico..

 

San Pasquale Baylon

+ VANGELO (Mt 19,23-30)
In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.

A - Questo dialogo avviene dopo l'incontro con il giovane ricco, lo abbiamo meditato ieri e abbiamo considerato lo slancio iniziale, la devozione e l'amore mostrati da lui, per poi ritirarsi quando Gesù gli presentò le condizioni per seguirlo nella verità.
Gesù si può seguire nella verità quando si accolgono i Suoi insegnamenti, che sono indubbiamente esigenti, ma trasfigurano i credenti verso la Vera Vita in questo pellegrinaggio, ricevendo Grazie, protezioni e continui aiuti dalla Madonna, per sé e i familiari.
Analogamente possiamo seguire Gesù nella convinzione  di fare bene, perseverando invece nell'inganno e vivendo ai margini della vera spiritualità, privandoci delle Grazie che solo Lui e la Vergine Madre concedono con grande disponibilità ai veri credenti.
Lo slancio del giovane ricco su cui abbiamo riflettuto ieri non lasciava assolutamente prevedere la conclusione del discorso fra Gesù e lui. Lo slancio faceva risaltare l'inizio di una nuova vita del giovane attuando concretamente le parole del Signore, ma cosi non fu.
Questo dimostra come lo slancio e la devozione nei credenti a volte può essere solo esteriore, poichè privi di una solida spiritualità interiore, che li fa ricadere inesorabilmente negli stessi errori. La maggior parte di essi, evita la confessione ma commette  il sacrilegio della Comunione. Il motivo della mancata conoscenza di Gesù e del Vangelo arriva quasi sempre dalla durezza del cuore appesantito dai peccati e dalle loro conseguenze.
C'è il peccato mortale che per definizione determina la perdita della Grazia e la separazione da Gesù e le conseguenze del peccato, che danneggiano l'anima e l'intelletto. L'anima perde gradualmente la capacità di cercare Gesù e di pregare e la ragione svanisce lasciando ampio spazio ad atteggiamenti impulsivi, precipitosi e irrequieti.
L'intelletto, offuscato dal disordine degli effetti dei peccati mortali, perde la lucidità perché  ha perso la comunione con Dio e questo implica di conseguenza, un modo falsato di interpretare la realtà attraverso una visione distorta e soggettiva, alterando tutto e vivendo nell'orgoglio. Si instaura così ,giorno dopo giorno,  una sorta di negatività che ci rende più inclini al male.
Il giovane ricco era un bravo ragazzo, tanto che nel Vangelo di Marco è scritto che Gesù "fissatolo, lo amò" (Mc 17,21) e ne rimase sorpreso e soddisfatto della sua risposta  quando venne da Lui richiamato all’osservanza dei Comandamenti; il problema di questo giovane era il suo cuore, troppo legato ai beni materiali che rappresentavano pesanti impedimenti verso il cammino spirituale.
La lettura di questo passo ci porta quindi a riflettere sulla salvezza eterna, che non è legata solamente all’osservanza dei Comandamenti, ma implica un lavoro accurato sul nostro cuore di liberazione dalle dipendenze viziose.
Il cuore di un credente onesto e buono, che rimane però legato alle ricchezze terrene e mette in secondo piano il legame con Dio, mette in pericolo la sua salvezza eterna.
Il paragone del cammello nella cruna è tale da scoraggiare chiunque ed ecco che i discepoli si guardarono costernati ma  Gesù immediatamente li rassicurò ricordando loro che a Dio tutto è possibile… occorre abbandonare il proprio istinto e scegliere di abbandonarsi a Lui.
Regno dei Cieli, salvezza, vita eterna, nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca si equivalgono.
Risulta estremamente difficile alla volontà umana rinunciare ai beni materiali, ma per raggiungere la salvezza eterna di Gloria e beatitudine  occorre farlo ed è attuabile  lasciando spazio alla volontà Divina.
La volontà umana si arrende totalmente a quella Divina quando si sceglie di seguire il Vangelo e questa condizione manifesta  la potenza di Dio capace di vincere la durezza del cuore umano.
 I discepoli ricevettero grandi ricompense per avere lasciato tutto e così è avvenuto ai grandi Santi come San Benedetto, San Domenico, San Francesco, San Giovanni della Croce, Santa Teresa D’Avila,  Santa Rita, San Giovanni Bosco, San Pio, Santa Bernadette ecc.
Le parole di Gesù si sono avverate alla lettera, verosimilmente è accaduto  anche al giovane ricco che se ne andò, ma certamente non può aver mai dimenticato i consigli ricevuti dal Signore.
Buona preghiera a tutti.

 

San Pasquale Baylon

+ VANGELO ( Mt 20, 1-16)
Si accordò con loro per un denaro.

B – L’invito a lavorare nella Vigna del Signore è rivolto a  tutti, non  puo’ esserci imparzialità in Dio. Nessuno può sindacare il Suo operato, perché segue sempre  il Suo infinito senso di giustizia  che dona ad ognuno quanto merita. Dio agisce nei modi più inspiegabili perché ci ama così come siamo e vuole salvarci tutti.
Gesù si paragona a un padrone di casa che esce in ore svariate della giornata per assumere operai e farli lavorare nella Sua vigna. Distribuisce lavoro come in realtà distribuisce infinite Grazie a chi  Le chiede. L'uscita del padrone da casa è come la Grazia che scende ininterrottamente dal Cielo su innumerevoli esseri umani anche se non tutti sono capaci di accoglierla o di percepirla.
Gesù chiama tutti a un disegno di amore e ci chiede di fare parte della Sua Vigna, che non è un'appartenenza solo fisica, è soprattutto una partecipazione interiore al lavoro intrapreso dal Signore. Un lavoro interiore volto ad affinare sentimenti e pensieri simili ai Suoi, così dal facilitarci a trasmettere ai familiari e a tutti i conoscenti, quello che sentiamo nel cuore.
Se prima non ci riempiamo dell'Amore di Gesù, non potremo dare nulla agli altri, né sarà possibile vivere il Vangelo.
Il lavoro nella Vigna è la collaborazione che siamo chiamati a dare a Gesù; in virtù del Battesimo ricevuto , abbiamo l'obbligo di annunciare il Vangelo come sappiamo e possiamo fare, ma dobbiamo predisporci ogni giorno a dare qualcosa in più.
Non possiamo aspettarci continue Grazie senza fare nulla per Gesù e la Madonna!
Dio chiama tutti a lavorare come discepoli affinché il Suo Amore divampi nel mondo, non tutti sono pronti ad accoglierlo e partecipano solo quando si svegliano dal torpore della dissipazione. Lui ci chiama la mattina, a metà giornata, di pomeriggio e più tardi ancora, a tutti promette una paga, quindi nessuno può lamentarsi. La paga è la salvezza eterna, offerta a quanti collaborano alla Sua Parola, che si rendono disponibili a lasciare le cose futili per servire Dio.
Il punto di discussione che emerge nella parabola si riferisce al lamento di chi ha lavorato di più rispetto a chi era stato chiamato per il solo pomeriggio… ma il padrone aveva promesso quella paga senza discutere di altro e l'operaio avrebbe dovuto accettarla in silenzio. I credenti che amano poco agiscono esattamente come quell’operaio, non badando a  quanto ricevono da Gesù ma lamentandosi di coloro  che hanno lavorato per poco tempo per il Vangelo o addirittura si sono convertiti in punto di morte ed hanno comunque ottenuto la salvezza eterna.
Gesù vuole salvare tutti, chiama tutti a qualsiasi ora a lavorare per guadagnare meriti per il Paradiso; in questa parabola ciò che si vuole evidenziare è l'aspetto della salvezza eterna e non tanto della Gloria che si riceverà in Paradiso rispetto alla Grazia ricevuta in vita.
Quindi, la chiamata di tutti è la salvezza eterna, ci sono quelli che lavorano di più e altri meno, e in Cielo saranno premiati maggiormente  i credenti che hanno osservato con maggiore impegno e amore il Vangelo. Gli operai chiamati la mattina e che hanno lavorato di più, riceveranno maggiore Gloria in Paradiso, saranno più vicini alla Santissima Trinità e diventeranno potenti intercessori.
Gli operai dell'ultima ora pur avendo guadagnato la stessa paga dei primi, cioè la salvezza eterna, godranno in Paradiso  di una minore vicinanza a Dio e il loro grado di santità sarà comunque minimo.
La parabola ci dice anche che qualsiasi ora e circostanza sono buone per l'apostolato.
Chiunque sia passato accanto a noi dovrebbe poter dire che si è sentito spinto a vivere più vicino a Gesù Cristo.
Buona preghiera a tutti.

 

San Pier Damiani

+ VANGELO (Mt 22,1-14)
Dite agli invitati: Ecco ho preparato il mio pranzo.

C - Siamo passati dalla parabola degli operai mandati nella vigna, alla parabola del banchetto nuziale. Gesù nella parabola di ieri ci ha detto che chiama gli operai nella Sua Vigna a qualsiasi ora e che i volenterosi guadagneranno la salvezza eterna. Oggi invece nelle Sue parole, ci racconta del banchetto di nozze e del re che aveva fatto chiamare inutilmente gli invitati dove i più facoltosi, gli intellettuali, i ricchi, i superbi si erano rifiutati di partecipare al banchetto.
Ognuno aveva motivazioni discutibili e tutti le ritenevano essere più importanti del banchetto del re. Eppure quest’ atteggiamento è singolare …chi si sarebbe rifiutato di mangiare a casa del re? Gli invitati avevano evidentemente altro da fare e consideravano una  sciocchezza l'invito del re o forse  ne erano annoiati; un po’ come quando Gesù ci invita ad andare a Messa e ci si annoia in Chiesa e non si vede l'ora di sentire le parole finali: "La Messa è finita, andate in pace". In realtà è a quel punto che  inizia la Messa, che dobbiamo rivivere da Cristiani nella giornata  che ci prestiamo ad affrontare.
Voglio separare ora i Vangeli di questi due giorni.
Ieri Gesù chiamava gli operai a qualsiasi ora per lavorare nella Sua Vigna e per tutti coloro che ci andarono la paga fu la stessa, ossia  la salvezza eterna, sia chi aveva lavorato molto sia chi era arrivato all'ultima ora, precisamente alle cinque.
Oggi Gesù ci dice , in un’altra Sua parabola, che molti invitati al banchetto del Cielo, quello eterno, non sono interessati perché hanno altro da fare… cosa perdono …?
"Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i servi del re, li insultarono e li uccisero".
E’ infinito ormai il numero di  persone che oggi hanno altro da fare e non si curano minimamente di Gesù e altrettante ve ne sono intente ad insultare il Cristianesimo e ad uccidere le anime dei credenti con i mezzi più svariati, citiamo ad esempio l'utilizzo disinvolto dei mezzi di comunicazione.
Tanti intellettuali o quanti si ritengono tali per la lettura di testi atei e seguaci di una visione distorta della vita e della realtà, rifiutano categoricamente di partecipare al banchetto dell'Eucaristia. Essi non avranno mai modo di recriminare quando scenderanno dove c'è "pianto e stridore di denti", non potranno dire che non sapevano perché il Re aveva inviato i Suoi servi (Sacerdoti e credenti impegnati) ad annunciare la Sua presenza e il Suo importante invito.
È una grande sfortuna rifiutare l'invito di Dio, una sfortuna intensa come una disgrazia che l'uomo di oggi si attira su di sé perché intontito da tanto altro che lo rallegra. Chi non si ferma a riflettere non può capire la veridicità del percorso che ha intrapreso, ecco che molti dopo una malattia o una sofferenza ritornano a Dio e Lo pregano.
Quando i sapienti del mondo rifiutano l'invito del re, la porta si chiude senza possibilità di riaprirla. Dio ha invitato e continua ad invitare anche i sapienti del mondo a partecipare eternamente alla Gloria, portatrice di felicità, ma loro hanno altro da fare e si considerano appagati da pensieri contorti e distorti.
A questi che rifiutano Dio cosa accadrà?
"Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città"… quanti si erano rifiutati di partecipare al banchetto furono assassini delle loro anime e i loro corpi finirono all'inferno, a bruciare eternamente.
La parabola afferma che il Re nonostante la delusione ,mostrò subito la Sua nobiltà d'animo e inviò i servi a chiamare tutti quelli che avrebbero incontrato, buoni e cattivi al Regno…, perchè il Regno dei Cieli è aperto anche a quei cattivi che accettano l'invito di Dio, si convertono e partecipano al sontuoso banchetto eterno.
I passaggi che vi ho appena descritto, mi spingono a ringraziare Gesù per la Luce che mi dona e la Madonna per tenermi le mani!
Buona preghiera a tutti.

 + VANGELO (Mt 22,34-40)
Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore.

D - La festa mariana di oggi vede la gloriosa Madre di Dio decorata di una regalità unica: Regina dell'universo. C'è il Re, suo Figlio, e Lei la Regina che ha condiviso tutto con il Redentore. Con il termine “Regina”  indichiamo  il culmine della vita terrena di Maria di Nazareth, il coronamento del cammino doloroso intrapreso dall'Annunciazione al Calvario, per poi trionfare sempre insieme al Figlio Gesù, nella Sua Risurrezione.
La Madonna visse pienamente immersa nella Santissima Trinità, questo titolo regale è una delle tante Sue prerogative. Ella dopo la salita al Cielo in Anima e Corpo e come Regina, conosce con estrema precisione tutto di ognuno di noi perché lo vede nella Luce di Dio.
Nella vita amò il prossimo con piena bontà, oggi ci invita ad amarci gli uni gli altri, così come Gesù lo rivelò nel Vangelo.
Per spiegare una meravigliosa parabola Gesù rispose ad una domanda che in realtà era una giustificazione: "E chi è il mio prossimo?" (Lc 10,29). Prima di porre questa domanda il dottore della legge, fiero della sua altezzosità si era alzato per mettere alla prova Gesù: «"Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fa questo e vivrai"» (Lc 10,25-28).
Il brano l'ho tratto dal Vangelo di Luca, uno dei tanti brani in cui si sottolinea l’importanza dell’amore verso il prossimo.
La risposta di Gesù al dottore della legge era stata precisa e aveva toccato perfettamente il punto debole degli ipocriti ebrei: l'amore verso il prossimo. Per non darsi vinto e non sembrare inosservante, replicò al Signore chiedendo di capire come riconoscere il prossimo.
Gesù allora citò la mirabile parabola del buon Samaritano: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto…" (Lc 10,30).
 Il Vangelo di oggi ci descrive un'altra circostanza in cui si parla del “prossimo”, questo “prossimo” per molti è un'entità astratta, un fantasma, per  altri uno straniero e per altri ancora addirittura  un nemico.
Gesù parla dell’amore verso il prossimo solo dopo aver spiegato in che modo è possibile amare veramente Dio. Possiamo “classificare” l’amore per Dio attraverso una scala numerica che va da 1 a 100 e dove ognuno di noi è posizionato in un punto preciso, equivalente al risultato delle nostre  scelte di vita, della nostra condotta  morale e dalle risposte date ai richiami di Dio con poca o molta adorazione.
Chiediamoci in quale posizione siamo giunti in questa scala, considerando che il superbo è convinto di trovarsi verso i numeri piu’ elevati , mentre  l'umile verso quelli più bassi . Coloro che credono con onestà e umiltà sono gli unici che possono percepire con oggettività quanto manca ancora per raggiungere il traguardo più alto, consapevoli sempre nell’umiltà, di riconoscere che non tutto cio’ che facciamo lo facciamo al meglio di come puo’ esser fatto.
Quando sara’ chiesto dai non credenti o dai cristiani insipidi il significato e il valore dell’amore per il prossimo, solo i credenti che camminano saldi alla mano di Gesù, saranno in grado di darne una precisa definizione.
Per gli ebrei la definizione di “prossimo”  indicava “chi viene dopo” qualcuno o qualcosa, vicinanza o affinità a qualcuno o a qualcosa.
Per questa ragione sia il dottore della legge sia altri ebrei con a capo i farisei, chiesero a Gesù di indicargli una piu’ chiara definizione di “prossimo”.
Per Gesù e, quindi nel significato teologico cristiano, “prossimo” è qualsiasi essere umano, anche un nemico, verso cui esprimere l'amore indicato da Gesù come un dovere, come viene spiegato nel Vangelo proprio con la parabola del buon samaritano.
Il prossimo è colui che prima o poi incontreremo e a cui un giorno daremo aiuto o da cui riceveremo aiuto.
Prima di parlare del prossimo, Gesù spiegò che l'amore da donare a Dio è totale, Sorse a chi udiva le parole del Signore  un dubbio: è possibile "amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente?", sì è possibile…
 Lo sanno molto bene i Santi , ma ognuno di noi sa o puo’ scoprire cosa voglia dire amare Dio pienamente.
Non siete chiamati a rivivere la vita di San Francesco o San Pio, siete chiamati ad amare Dio… come si può amare l'Essere Supremo, il Creatore, Colui che ogni mattina ci dona la linfa vitale e la possibilità di alzarci dal letto e vivere in questo pellegrinaggio?
Qualsiasi dubbio sull'amore totale verso Dio trova spiegazione e compimento attraverso l’umana necessità di riempirci del Suo Amore, affinche’ ogni nostra scelta possa compiersi animati da questo Amore e vivendo nella Sua volontà. Si può amare Dio con il cuore pieno, l'anima spiritualizzata, la mente che ha come guida la retta intenzione, sempre e in ogni circostanza.
Amare Dio sopra ogni cosa è possibile quando Dio fa veramente parte della nostra vita, quando nella giornata dedichiamo buon tempo a Lui e viviamo per darGli   gloria, anche nelle piccole cose. In ogni nostro interesse e quando si compie ogni opera si devono osservare le Sue Leggi quelle espresse nei Comandamenti e nel Vangelo.
Riflettiamo sul nostro amore verso il prossimo: cosa facciamo per gli altri e con quale spirito? Per tornaconto o per amore di Dio?
Vogliamo vedere in ogni persona che conosciamo ed incontriamo il prossimo da amare e aiutare e possiamo farlo cominciando a parlare di Gesù.
Buona preghiera a tutti.

 

 

+ VANGELO (Mt 23,1-12)
Sulla Cattedra di Mosè si sono seduti.

E - L'affermazione di Gesù "dicono e non fanno", coinvolge moralmente non solo i Sacerdoti distratti dalla mondanità, ma anche tutte quelle persone che amministrano qualcosa di pubblico. Se da una parte le piccole medie imprese stanno combattendo per scongiurare il peggio, dall’altra lo Stato Italiano, ormai da decenni, sta’ prendendo sempre piu’ le sembianze del gruviera,  il noto formaggio coi buchi!
Probabilmente non esiste al mondo Nazione più “ricca” dell’Italia, se ne consideriamo la storia, la cultura e la religione ,eppure da  oltre vent'anni ormai  tutti i politici "dicono e non fanno".
Potremmo non dubitare sulle intenzioni, anche se dalle loro parole spesso si enunciano progetti irrealizzabili.
I politici dovrebbero vivere piu’ seriamente il loro impegno difendendo la Patria e dare aiuto agli Italiani con progetti concreti.
Nel mondo la situazione si è deteriorata se solo ripensiamo agli accadimenti di quest’ultima settimana…Molti politici delle Nazioni potenti "dicono e non fanno", promettono la pace a gran voce pensando silenziosamente l’opposto; essi sognano in realtà la guerra e gli effetti sono già visibili con l'invasione russa in Ucraina dopo gli eccessivi e provocatori embarghi (blocchi economici, sanzioni) voluti dall'Europa alleata con gli Stati Uniti.
C'è molta sfrontatezza in alcune decisioni, quasi ad istigare scontri fra potenze … Perché?
Quello che stiamo vivendo è  il periodo più pericoloso da quando Dio creò Adamo ed Eva, ma non siamo noi cristiani a temere gli effetti degli scontri tra le Nazioni potenti perché la Madonna ha promesso che proteggerà tutti i suoi devoti, i consacrati al Suo Cuore Immacolato.
Ciò nonostante  non possiamo ignorare gli avvenimenti internazionali degli ultimi giorni, la Fede alimenta la speranza e ci rende fiduciosi, gioiosi della vicinanza di Gesù e della ininterrotta protezione della Madonna.
Nella Chiesa c'è una grande crisi proprio perché sono molti i disorientati dalle tantissime attrazioni mondane, ma non bisogna condannare nessuno, forse bastano poche preghiere per ottenere da Dio il ravvedimento di molti Consacrati, per questo dobbiamo attivarci con ancor più fervore a pregare per tutti i Sacerdoti.
Le poche ma intense parole proferite da Gesù, non devono applicarsi solamente ai Sacerdoti, per essi c'è solo da pregare senza giudicare, ma ai potenti di ogni Nazione del mondo: "Dicono e non fanno". Dicono qualcosa che già sanno di non realizzare, dicono il contrario di ciò che pensano, dicono parole disinvolte per confondere e placare gli animi della popolazione mondiale e intanto crescono ogni giorno sotto ai nostri occhi la povertà, la disperazione, la violenza, la trasgressione, l'inciviltà.
L'umanità dal punto di vista morale è in pieno regresso, nessuno dei governanti se ne preoccupa…
Buona preghiera a tutti. 

 

 

 

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