04/07/2015
Catechesi N. 71
A - “Guardatevi dagli scribi”: con queste parole Gesù intraprende uno dei suoi insegnamenti , dinnanzi al disdegno degli stessi .La cattiveria degli scribi è la conseguenza della mancata conoscenza delle Sacre Scritture, che vengono da questi manipolate e riadattate, incuranti della volontà di Dio..
B – In questa solennità entriamo per quanto ci è possibile, nel mistero dell’Eucaristia.
Ricordiamoci che il solo parlarne fa perdere potere a satana e lo fa infuriare; Dio nella Sua onnipotenza puo’ contenere la sua furia, ma il maligno utilizza strade secondarie per ostacolare tutti coloro che intraprendono il cammino di salvezza.
C - Dopo i tre rinnegamenti di Pietro occorre una riabilitazione anche davanti agli altri dieci Apostoli.
Gesù conosce benissimo il cuore di Pietro e comprende il suo timore quando si trova dinanzi alle guardie romane.
Ma questo non è stato un tradimento, non quello che maliziosamente insinua chi il tradimento lo conosce davvero.
D - Il finale del Vangelo di San Giovanni rivela che i tre anni di apostolato di Gesù si caratterizzano di vicende straordinarie, miracoli e guarigioni in grado di far tremare gli anticlericali e quei Consacrati che, “stranamente”, negano i miracoli del Signore o li ridimensionano.
Domenica 12 Luglio a partire dalle ore 9 faremo una giornata di giochi insieme per Bambini, Ragazzi e Adulti vi aspettiamo numerosi. Portare pantaloncini e maglietta per i giochi. Ci saranno anche i Gonfiabili.
+ VANGELO (Mc 12,38-44)
Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
A - “Guardatevi dagli scribi”: con queste parole Gesù intraprende uno dei suoi insegnamenti , dinnanzi al disdegno degli stessi .La cattiveria degli scribi è la conseguenza della mancata conoscenza delle Sacre Scritture, che vengono da questi manipolate e riadattate, incuranti della volontà di Dio.
Un buon Sacerdote oggi dovrebbe citare spesso queste parole, soffermandosi e allertando i fedeli della lunga lista di pericoli dai quali dobbiamo difenderci. Possiamo iniziare parlando dei pericoli della vita quotidiana legati alle distrazioni altrui o parlare di pericoli più difficilmente riconoscibili, come la cattiveria e la rabbia delle persone che ci attorniano. E’ compito però non solo del Sacerdote ma anche dei bravi genitori di informare i loro figli : “Guardatevi…”. È molto difficile guardarsi dai nemici perché ognuno ne ha tanti, sia i buoni per l’invidia dei malvagi, sia i cattivi perché si fronteggiano con altri cattivi come loro.
L’ammonimento del Signore oggi è molto serio, invisibili non sono solamente i diavoli, lo sono diventati anche quei nemici che agiscono nelle tenebre e si mimetizzano tra sorrisi, calorosi saluti e parole rassicuranti.
Non è facile sapersi districare in questa società e riconoscere la cattiveria, perché i demoni sono imprevedibili e si rivelano a noi solo quando hanno portato a termine il loro intento colpendoci. “Guardatevi…”. Una parola che dice tutto, è l’invito ad agire con prudenza, a parlare con rispetto, a vigilare sui nemici e amici.
Vigilare su tutti non comporta la diminuzione della stima verso gli amici, ma quelli che oggi condividono con noi gioie, domani potrebbero fare altre scelte e tradirvi senza pietà. Vigilare significa controllare le parole e le vostre confidenze e custodire da parte vostra i segreti di chi si è aperto con voi riponendo la propria buona fede.
L’inizio del Vangelo di oggi ci presenta una situazione tanto disonesta quanto immorale degli scribi del Tempio; quelli considerati maestri della dottrina e della tradizione biblica, coloro per i quali si provava una sorta di soggezione e timidezza erano invece i più ipocriti.
Gesù svergogna in piazza proprio questi menzogneri maestri e dice parole tremende: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa”.
Compivano tante opere nel Nome di Dio senza che Dio se ne accorgesse… Erano immorali come lo sono i loro seguaci.
Se in una persona non c’è moralità non può esserci vita. L’una deve necessariamente andare insieme all’altra. L’uomo privo di morale è privo di verità. Sono inscindibili verità e moralità, se si parla di verità in una persona già si indica implicitamente la sua elevata moralità.
Non solo i Sacerdoti e i Frati, ma tutti i credenti sono chiamati ad osservare la morale e non esiste altro modo per farlo se non vivendo la propria vita nella verità. Non c’è morale senza verità, ricordiamolo sempre.
La persona che conduce una vita di santità è una persona autentica come inevitabilmente lo saranno le sue parole e i suoi insegnamenti.
Nella Chiesa si è smarrito il proposito della santità personale che è alla base di ogni cammino di Fede. A cosa serve conoscere tutti i testi Sacri se non ambiamo allo spirito di Santità? Cosa potra’ mai realizzare chi si adopera nella Chiesa se non è animato dalla verità e dal desiderio della Santità?
Un apostolo o un predicatore senza la verità è come un cembalo squillante, parla e si muove per fare unicamente del rumore, ma senza verità e moralità non saremo mai in grado di correggere i nostri errori, rimediarvi e cominciare un cammino finalizzato alla ricerca e all’incontro con Dio. Lo Spirito Santo fa visita alle anime che percorrono la strada verso Dio, che è caratterizzata dal compimento di opere buone, dall’osservanza dei Comandamenti e dallo studio approfondito del Catechismo del 1992.
Non si può conoscere la Via della salvezza se non si studia il Catechismo. Solo chi sta nello Spirito di Dio, conosce Dio e parla le parole del Vangelo.
All’ inizio di maggio mi ero riproposto di proporvi i primi 5 Sabati del mese, non riuscendoci. In questi giorni c’è un grande fermento intorno a questo tema per uno scritto che arriverebbe da un veggente. Noi li abbiamo fatti ogni anno ed anche per questo che corre è prevista la pratica di questa solenne promessa fatta dalla Madonna.
Vi indico a seguito le modalità per compiere bene i primi 5 Sabati per 5 mesi.
* Confessione, fatta entro gli otto giorni precedenti o successivi, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se ci si dimentica durante la Confessione di offrire tale intenzione, è concesso formularla nella Confessione seguente.
* Comunione, fatta in Grazia di Dio con la stessa intenzione della Confessione.
* Recitare la Corona del Rosario, almeno la quarta parte, con la stessa intenzione della Confessione.
* Meditare, per un quarto d'ora, i misteri del Rosario facendo compagnia alla Santissima Vergine.
Un confessore di Lucia le chiese il perché del numero cinque. Lei lo chiese a Gesù, il quale le rispose:
«Si tratta di riparare le cinque offese dirette al Cuore Immacolato di Maria:
1. Le bestemmie contro la sua Immacolata Concezione.
2. Contro la sua Verginità.
3. Contro la sua Maternità divina e il rifiuto di riconoscerla come Madre degli uomini.
4. L’opera di coloro che pubblicamente infondono nel cuore dei piccoli l’indifferenza, il disprezzo e perfino l’odio contro questa Madre Immacolata.
5. L’opera di coloro che La offendono direttamente nelle sue immagini sacre».
Consoliamo la Madonna e facciamo il sacrificio di questi primi 5 Sabati, ognuno di noi ne avrà benefici inenarrabili e la protezione della Madonna aumenterà in ogni circostanza. Mostriamoci riconoscenti per tutto quello che ha fatto per noi e vorrà ancora compiere. La Santa Madre vuole donare a tutti incalcolabili Grazie.
Buona preghiera a tutti.
Beata Giovanna Michelotti
+ VANGELO (Mc 14,12-16.22-26)
Questo è il mio Corpo. Questo è il mio Sangue.
B – In questa solennità entriamo per quanto ci è possibile, nel mistero dell’Eucaristia.
Ricordiamoci che il solo parlarne fa perdere potere a satana e lo fa infuriare; Dio nella Sua onnipotenza puo’ contenere la sua furia, ma il maligno utilizza strade secondarie per ostacolare tutti coloro che intraprendono il cammino di salvezza. Quando si opera un forte apostolato come il mio, gli attacchi di satana diretti e indiretti tramite i suoi uomini sono incessanti, tutti però vengono bloccati e paralizzati dalla mia Fede e dalla protezione della Madonna.
Ieri pomeriggio mentre con alcuni nostri Associati seduti qui davanti all’Associazione sotto il gazebo per ripararci dal sole, discutevo di cose spirituali, improvvisamente siamo stati interrotti da fortissimi e ripetuti tuoni proprio sopra l’Associazione , seguiti da una raffica di fulmini.
Immediatamente si è scatenata una pioggia cosi violenta dal costringerci a rientrare. Nell’arco di poco, al nostro rientro, tutto si è placato. È stato un attacco violento e rapido mai accaduto prima in questo luogo e vi garantisco che una concentrazione di fulmini che cadono in poco tempo nello stesso spazio è davvero inspiegabile
…probabilmente è stato il tentativo di satana nel voler provocare danni irreparabili a noi esposti sotto al gazebo … evidentemente non gli è stato concesso e si è dovuto accontentare di sfogare la sua ira verso le cose attorno a noi.
Tutto questo mi induce a pensare a un attacco violento e mirato per fermare il proseguo della mia opera, e non essendoci riuscito sulla mia persona, poco dopo ho appreso che la sua furia si e’ comunque scatenata sui mezzi che utilizzo per scrivere la Catechesi…l’ hard disk del mio pc si e’ bruciato. ..Che dire? …
Per questa ragione non ho potuto scrivere presto la nuova Catechesi e adesso sto utilizzando una chiavetta, caricata provvidenzialmente che dovrò utilizzare per un po’ di tempo, fino a quando verranno sostituiti alcuni pezzi del computer. Ma la Provvidenza mi aiuterà come sempre.
È evidente che l’attacco violento intendeva nuocere a me, agli strumenti e ai mezzi che utilizzo scrivere le Catechesi e pubblicarle affinchè queste possano sostenere migliaia di persone che vogliono compiere un santo e sicuro cammino di Fede. Gesù è sempre li , nell’Eucaristia , ad attenderci e ricolmarci di Grazie con la Madonna, Madre tenerissima e piena di bontà verso ognuno di noi.
Lasciamo ora questo “incidente” e concentriamoci sul significato della solennità di oggi in onore del mistero eucaristico. La liturgia e la pietà popolare, unite, non hanno lesinato ingegno e arte per cantare l’Amore degli amori. La Fede dei veri cristiani induce tutti noi a trattare con la massima riverenza il Corpo del Signore e a rendergli culto pubblico. I più antichi documenti della Chiesa attestano la longevità di questa venerazione, che diede anche origine alla festa che oggi celebriamo.
Nel Tabernacolo si trova il nostro Dio e Signore, c’è Gesù, ed è il luogo più intimo e appropriato dove donare la nostra adorazione e il nostro amore.
La venerazione a Gesù Sacramentato si esprime in vari modi: la benedizione con il Santissimo, le processioni, la preghiera davanti al Santissimo, le genuflessioni rivolte al Tabernacolo , tutti atti autentici di Fede e di adorazione.
Il mondo ha grande bisogno del culto eucaristico, perché attraverso l’adorazione pura e sincera si possono ottenere miracoli e Grazie con facilità estrema, nonostante a volte il tempo che trascorre ci faccia titubare della nostra stessa Fede, ma questo non dipende dalla volontà di Gesù, ma dalla durezza dei cuori di chi ci fa male o ci impedisce determinate azioni. Non perdete mai la Fede perché prima o poi Gesù Eucaristia vincerà sul male; per questo, soprattutto la Chiesa, ha grande necessità del Culto eucaristico, oggi quasi totalmente scomparso nelle parrocchie.
A tutti i parroci dico: aprite la porticina del Tabernacolo e lasciate adorare Dio a tutti i parrocchiani per molte ore al giorno. Avvaletevi dell’aiuto di pensionati o di tanti collaboratori volontari per vigilare in vostra assenza sulla casa di Dio. Pensate a quanto sia immensamente edificante per i vostri parrocchiani, vedere il proprio parroco davanti al Tabernacolo in adorazione. È un grande gesto di Fede che aiuta e rivitalizza quella dei credenti. Quanti parroci fanno l’adorazione eucaristica giornaliera?
Se questo nelle vostre parrocchie non accade piu’ siate voi a chiedere ai vostri parroci di organizzare l’adorazione per molte ore al giorno, offrendo il vostro tempo per vigilare quando lui non potra’ essere presente!
Carissimi parroci, illuminate con un faretto di modesti consumi, l’Eucaristia affinchè sia visibile anche dal fondo della Chiesa dandoGli onore. Adagiate sull’altare ,dove c’è il Tabernacolo, tovaglie preziose e fiori freschi per dire a tutti con questi segni, che lì c’è Dio che merita tutta la nostra adorazione e tutto il nostro amore.
Carissimi parroci, anche se oggi si è insidiata nelle vostra Chiesa una mentalità protestante che rifiuta l’Eucarestia, agite senza timore da cattolici coerenti e puri, annunciando nelle Messe festive che ogni giorno per molte ore la porticina del Tabernacolo è aperta per adorare l’Eucaristia perché li c’è Dio che ci aspetta come un Padre aspetta il proprio figlio e non possiamo lasciarlo solo e trascurarlo, come se Lui non servisse a nulla.
Annunciate a tutti che ogni giorno si può adorare l’Eucaristia perché la porticina del Tabernacolo è aperta e nell’ostensorio si vede il Re dei re, celato sotto un’Ostia originariamente di grano e poi transustanziata in Corpo di Cristo nel Sacrificio Eucaristico della Santa Messa.
Annunciate che ogni giorno si potrà ricevere udienza da Dio! Lui è sempre pronto ad ascoltare e ad aiutare tutti!
Annunciate a gran voce ai vostri parrocchiani che il Tabernacolo è li a disposizione affinchè possano entrare in Chiesa e parlare con Gesù presente nell’Eucaristia perchè Lui è li che ci attende e sicuramente saprà dare con le ispirazioni e le Grazie una risposta a chi Lo cerca con Amore. Nel tempo che riterrà conveniente darà risposte a tutte le loro richieste. Gesù rimane nel Tabernacolo in nostra attesa , per incontrarci e guardarci, mentre seduti in ginocchio, gli apriamo il cuore e gli raccontiamo tutto.
Lui vuole sentire da noi il racconto delle nostre gioie e delle nostre preoccupazioni.
Solo in questo modo Lui diventa l’amico intimo che mai ci delude e mai viene meno alla parola data. Lui lo ha detto: “Chiedete e otterrete”. Dio non lò vediamo con gli occhi ma Lo scopriamo con la Fede e l’amore.
Nella Sacra Eucaristia Gesù, attraverso le parole del Sacerdote modifica la sostanza, l’essenza stessa del pane e del vino, che smettono di essere tali per trasformarsi in modo meraviglioso e soprannaturale nel Corpo e nel Sangue di Gesù.
Permane l’apparenza del pane, ma non c’è più pane; continuano a esserci le apparenze del vino, ma del vino non c’è più nulla.
È cambiata la sostanza, ciò che prima la cosa era in se stessa, ciò per cui una cosa è tale agli occhi del Creatore. Dio che può creare e annientare, può anche trasformare una cosa in un’altra.
Nella Sacra Eucaristia ha voluto che la miracolosa trasformazione del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo, potessero essere percepite solamente mediante la Fede.
Cristo è presente nella Sacra Eucaristia con il Suo Corpo, il Suo Sangue, la Sua Anima e la Sua Divinità.
È lo stesso Gesù che nacque a Betlemme, che dovette fuggire in Egitto tra le braccia di Giuseppe e di Maria, che crebbe e lavorò duramente a Nazaret, che morì e risuscitò il terzo giorno, Colui che ora, glorioso, sta alla destra del Padre.
È lo stesso.
Quando andiamo a trovarlo possiamo dire, come potevano dire coloro che all’Epoca lo incontravano lungo le strade della Palestina : mi trovo davanti a Gesù, sono dinanzi a Dio. «Signore, guardo al Tabernacolo e la vista, il tatto, il gusto non ti colgono, ma la mia Fede penetra i veli che ricoprono il piccolo Tabernacolo e ti scopre lì, realmente presente, che aspetti un atto di Fede, di amore, di ringraziamento, come lo aspettavi da coloro sui quali riversavi il tuo potere e la tua misericordia. Signore Gesù, credo, spero, amo. Aiutami e accresci la mia Fede». Buona preghiera a tutti.
Santa Giovanna Antida
+ VANGELO (Gv 21, 15-19 )
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
C - Dopo i tre rinnegamenti di Pietro occorre una riabilitazione anche davanti agli altri dieci Apostoli.
Gesù conosce benissimo il cuore di Pietro e comprende il suo timore quando si trova dinanzi alle guardie romane.
Ma questo non è stato un tradimento, non quello che maliziosamente insinua chi il tradimento lo conosce davvero. Si è trattato di debolezza e Pietro nello smarrimento generale, non ha trovato di meglio che negare la conoscenza di Gesù anche se in cuor suo, l'amore per Gesù non è venuto mai meno ed è amareggiato per averLo rinnegato.
Nel suo turbamento non si considerava degno dell'amore di Gesù, ma Gesù dopo la Risurrezione, lo riabilita davanti agli altri Apostoli per rasserenare la sua inquietudine…
Il sentimento desolante che prova Pietro è la consapevolezza del credente veramente innamorato di Gesù.
Pietro ascolta frastornato le tre domande poste da Gesù. Analizziamole nel suo insieme focalizzandoci su alcuni spunti importanti:
Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?
Simone, figlio di Giovanni, mi ami?
Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?
Ebbene notiamo intanto che Gesù non lo chiama più Pietro, ma con il nome originario, riabilitandolo con la sua professione di Fede, il discepolo deve pronunciare tre volte il suo sì per riparare le tre negazioni e riprendere il ruolo di Capo degli Apostoli.
Nella prima domanda gli chiede: "Mi ami più di costoro?", perché Pietro ora non deve solamente esprimere l'amore verso Gesù ma deve professarlo al di sopra di ogni amore umano per la sua responsabilità di Capo della nascente Chiesa.
Gesù invita Pietro ad amarlo più di tutto e tutti e lo chiede ad ognuno di noi: "Mi ami più di costoro?"…
Noi amiamo veramente Gesù?
Alle tre domande di Gesù fanno seguito le tre risposte meravigliate e commosse di Pietro e le sue parole ora, acquisiscono un grande valore sia per la sincerità con cui vengono proferite sia per il suo atteggiamento profondamente umiliato mentre risponde. Alle tre risposte di Pietro, il Signore indica la sua rara missione. Due volte pronuncia la parola "pasci" e una volta "pascola".
Pasci i miei agnelli.
Pascola le mie pecore.
Pasci le mie pecore.
“Pasci” indica che la missione di Pietro è quella di nutrire bene i fedeli con la Parola di vita rafforzando la loro Fede, alimentandoli cioè con il cibo spirituale.
Pietro è stato il 1° Papa Santo che ha investito la propria esistenza nel professare l’indiscutibile Parola di Dio.
Il termine pascola indica la vigilanza sul gregge, la capacità di farlo pascolare nella Verità e di saperlo guidare alla ricerca del cibo buono.
Torno ora alla mia analisi sui doni dello Spirito Santo, in particolare al dono della Scienza.
La vera Scienza è conoscere Dio.
Non mi riferisco alla scienza prodotta dall'intelletto umano ed è per questa sua eccezionalità che è un dono, perché solo Dio può permettere all'uomo di penetrare i suoi Misteri, riconoscere il suo vero Volto e capire la sua volontà. Attraverso questo dono si comprende perfettamente il significato più segreto della Sua Parola, si conosce meravigliosamente il concetto delle parole che ci apparivano incomprensibili. Non è solo la mente a ricevere questa Luce, è una Luce che arriva al cuore per amare Dio con un trasporto ineffabile.
Il dono della Scienza dà all’uomo la capacità di percepire e intuire la presenza ed il linguaggio di Dio in due modi: attraverso la natura e attraverso l’analisi degli avvenimenti vissuti da ognuno. La bellezza della natura e del creato, tutto ciò che è visibile, diventano il mezzo per lodare Dio. Ogni aspetto del creato che trasmette bellezza è l'occasione per lodare Dio; un fiore, un giardino, la limpidezza del cielo, l’intesità del colore del mare, la maestosità delle montagne. La bellezza che percepiamo non è quella del fiore che stiamo osservando, ma la consapevolezza che questa meraviglia l’ha creata Nostro Signore; la natura diventa il mezzo per ringraziare Dio.
Il dono della Scienza permette di conoscere il vero valore delle creature nel loro rapporto col Creatore.
L'uomo contemporaneo che si trova dinanzi alle molteplici risorse del creato, senza la Grazia di Dio cade nell'azione di assolutizzarle e quasi divinizzarle, e arriva a farne lo scopo supremo della propria vita. Quando le cose materiali riescono a soddisfare i bisogni dell’uomo, queste vengono esaltate a divinità…l'ebbrezza del potere, la ricerca del piacere, ogni forma di ricchezza vengono idealizzati.
In che modo l'uomo può resistere alle attrazioni mondane che distruggono la sua vita spirituale?
Dio viene in aiuto dell'uomo ed invia lo Spirito Santo che elargisce secondo le disposizioni che trova in ognuno di noi, il dono della Scienza. Solo attraverso questo dono l'uomo riesce a valutare rettamente le cose nella loro essenziale dipendenza dal Creatore.
Scrive San Tommaso che per mezzo del dono della Scienza, l'uomo non stima le creature più di quello che valgono e non pone in esse, ma in Dio, il fine della propria vita.
L'uomo così illuminato, riesce a scoprire il senso teologico del creato, ne scopre il valore autentico dell'Amore che è Dio. Fatte proprie queste considerazioni si sente gioiosamente animato ad esprimere il suo amore con lodi e canti a Dio. Esprime ringraziamenti a Dio con la sua vita onesta e coerente.
Attraverso questo dono comprende quanta distanza esiste tra le cose create e Dio, ed è in grado di discerne per ordine di importanza.
Può possedere anche ricchezze, ma non dà più ad esse alcuna importanza, le amministra e si preoccupa di aiutare gli altri, aiuta principalmente le opere di apostolato affinchè si possa perseguire la diffusione del Vangelo.
Ringrazio quanti di voi sono premurosi nell'aiutare questa Associazione Mariana… non mi creo molte aspettative quando vi presento la necessità di sostenere le molte spese di mantenimento e di favorire lo sviluppo di quanto si vuole realizzare per il bene di tutti.
Un giorno non molto lontano, qui dove viviamo o magari altrove, si potranno organizzare ritiri spirituali sui doni dello Spirito santo, sui 10 Comandamenti, sulle parabole di Gesù, sui miracoli di Gesù, ecc. Si potranno meditare approfonditamente tutte le Verità del Vangelo. Ma come realizzare le opere se abbiamo sempre difficoltà economiche per proseguire i lavori?
Ci sono persone che posseggono davvero molti beni eppure non si preoccupano di fare alcuna donazione perchè non posseggono il dono della Scienza e sono sollecitati dallo Spirito Santo. Ed è un limite poco nobile non ascoltare gli inviti dello Spirito di Dio. Tutti possono contribuire con un aiuto economico a realizzare le opere che si vogliono realizzare.
Per aiutare in questo momento la nostra Associazione Mariana basterebbero 100 Fedeli disponibili a donare ciascuno 100 euro, o 50 euro, senza considerare che per risolvere questa situazione c'è chi può donare anche di più. Ognuno risponde alla propria coscienza e allo Spirito Santo.
Tutte le grandi opere volute da Dio necessitano di donazioni. Rifletteteci.
Il dono della Scienza è esattamente questo: distinguere senza dubbio alcuno quale sia la distanza che separa le cose dal Creatore, dar loro il giusto valore e farne buon uso; è un dono che aiuta a capire il retto utilizzo del denaro e dei beni che si posseggono.
Ci sono state persone facoltose che attraverso il denaro e l’uso che ne hanno fatto si sono santificati, altri, che per un utilizzo avido e smodato hanno condannato la loro esistenza all’inferno.
La straordinaria importanza del dono della Scienza fa scoprire all'uomo la miseria dei beni materiali, aiutandolo a indirizzare la propria esistenza seguendo il Vangelo di Gesù.
Attraverso la Scienza l’uomo comprende che solo Dio può appagare totalmente la propria esistenza; l’uomo che riceverà in dono questa Scienza sarà visitato spesso dallo Spirito Santo e riuscirà a mettere Dio al centro di tutto. La sua vita sarà colma di una gioia e di una pace soprannaturale. La sua famiglia sarà salva dalla corruzione e quando chiederà di ricevere Grazie troverà sempre aperto il Cuore di Gesù.
Buona preghiera a tutti.
Santa Giovanna Antida
+ VANGELO (Gv 21, 20-25)
Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.
D - Il finale del Vangelo di San Giovanni rivela che i tre anni di apostolato di Gesù si caratterizzano di vicende straordinarie, miracoli e guarigioni in grado di far tremare gli anticlericali e quei Consacrati che, “stranamente”, negano i miracoli del Signore o li ridimensionano.
Esiste almeno una ragione, anche se in opposizione alla Verità, che vorrebbe attraverso insinuazioni equivoche parlare di Gesù in modo astratto per minimizzare la Sua grandezza.
È il piano per negare Gesù del Vangelo e sostituirlo con un “buonaccione” che perdona tutto. Un nuovo Gesù non più biblico.
Come afferma oggi l'Apostolo, sono incalcolabili le opere del Signore in quei tre anni di vita pubblica, tanto che "se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere".
Una ulteriore dimostrazione della verità storica ci arriva da una Mistica, che per decenni rimase immobilizzata a letto tempo nel quale ricevette da Gesù alcune rivelazioni sulla sua vita.
Nella catechesi odierna mi limito a terminare la mia riflessione circa i doni dello Spirito Santo, per ovvie ragioni di tempo, sicuramente con le prossime, riuscirò a dedicare ampio spazio ai setti doni.
Il dono della Pietà è la virtù del credente… egli prega perché ama Dio, la preghiera diventa dialogo. La pietà è intesa come religiosità e corretto orientamento spirituale. Quando la pietà è indirizzata con sapienza, il credente si innamora di Dio e Lo pone al centro della propria vita. Si fida ciecamente di Dio e la Sua esistenza pervade il suo Cuore. Il dono della Pietà rende il credente fervoroso, gli fa gustare la preghiera, lo instrada alla lode attraverso una vita coerente, all'adorazione davanti al Tabernacolo, ad una maggiore consapevolezza della presenza di Dio.
Possedere il dono della Pietà ci permette di provare intensamente il desiderio ed il piacere di stare con Dio, la vera gioia di parlare con Dio per mezzo della preghiera. Questo dono spinge il credente a pregare con partecipazione intensa, di provare grande conforto nella preghiera ed è felice quando prega, si sente finalmente bene.
Il credente animato da questa spiritualità intensa,riceve maggiori illuminazioni e comprende con maggiore facilità le cose spirituali differentemente da chi prega e non riceve nulla per la contemporanea presenza del peccato e un comportamento sopra le righe.
Lo dico spesso e non mi stancherò di ripeterlo che è determinante pregare bene, perché una preghiera distratta non produce assolutamente nulla. Ma se la preghiera è vera, sentita e intensa, il nostro gesto sarà davvero gradito a Gesù. Per pregare bene occorre conoscere la vita di Gesù, meditare le sue opere e far nostre le Sue parole, e questo deve essere il nostro obiettivo quotidiano.
Quando la preghiera è fatta bene si avverte una grande pace interiore e si entra in una dimensione mai provata prima e sconosciuta all'uomo mondano. Sono in molti quelli che pregano e non riescono a sperimentare la pace, la delizia spirituale, la tenerezza e la grazia.
Il dono della Pietà infonde un grande senso di tenerezza verso il prossimo, conduce l'anima ad una mitezza meravigliosa. Non a caso le anime spiritualmente molto vicine a Dio sono caratterizzate da una mitezza che spesso viene scambiata per stupidità.
Il dono della Pietà ci rende capaci di amare tutti come fossero nostri fratelli, riscoprendo con autentica sorpresa di possedere un cuore buono e generoso. Il credente investito di tal dono si eleva ad una spiritualità rara, caratterizzata e sostenuta da sentimenti simili a quelli di Gesù.
Diventato pietoso, cioè buono e compassionevole, questo credente non sarà mai animato da odio o rivalsa, non conoscerà la vendetta e non considererà i cattivi suoi nemici anzi, riuscirà ad amarli e a desiderare il loro bene.
Il dono della Pietà brucia e distrugge immediatamente nel cuore, qualsiasi sentimento di contrasto e di avversità e mai agirà con insofferenza e rabbia, perché troverà in sé la comprensione e il perdono verso chi sbaglia.
Il dono del Timore di Dio non è paura di Dio, ma la santa preoccupazione di tributare a Lui l'unica adorazione perché merita questo privilegio. A Lui bisogna obbedire perchè è Colui che ci ha donato la vita e ogni mattina ci dona la linfa vitale per svegliarci e cominciare un nuovo giorno.
La società di oggi ha oscurato il ruolo di Dio facendo credere all’uomo di esser lui stesso un dio. In molti siamo convinti di vivere un po’ più al di sopra degli altri , ma chi ha il dono del Timore di Dio, certamente non puo’ pensare una cosa del genere. L'uomo perde il controllo di sé quando pensa di essere un po’ più importante rispetto a ciò che è realmente.
Chi ha il privilegio di aver ricevuto il dono del Timore di Dio, alimenta la propria esistenza ricercando una particolare e delicata sensibilità nei Suoi riguardi, nell’osservanza del Vangelo affinchè il rispetto dei Suoi insegnamenti, possa cancellare in noi il peccato che distruggerebbe altrimenti il Grande Cuore di Gesù.
Non è quindi paura ma grande rispetto, una stima elevatissima per nostro Signore e l’intento di rendergli continuo omaggio di buone opere.
Si rifiuta prontamente il peccato e su ogni occasione di peccare c'è sincera vigilanza per non dispiacere un amabilissimo Padre.
Il dono del Timore di Dio causa una meravigliosa predisposizione interiore che determina nel credente la volontà di restare sempre in Grazia di Dio.
Buona preghiera a tutti.
San Giuseppe da Copertino