28/03/2015
Catechesi N. 60
A - Chi di noi è in grado di capire l'amore che Dio ha per ognuno di noi? Nessuno, dovremmo essere Dio per la conoscenza adeguata. Possiamo però comprendere qualcosa leggendo la Sacra Scrittura e riflettendo sul piano di salvezza operato da Lui.
B - Ieri abbiamo considerato che il cristiano non può limitarsi a qualche preghiera fugace o alla Messa festiva, sappiamo che l'amore si misura dalla dedizione. Tanto si ama quanto si cerca l'amato.
C - Questa Domenica Laetare viene a trovarsi proprio nel mezzo della Quaresima, come se fosse un'intrusione mentre è chiaramente inserita per far comprendere bene il significato della Quaresima. L'espressione Domenica Laetare indica, nel calendario liturgico della Chiesa, la quarta domenica della Quaresima.
D - Nella serata di ieri ho ripreso nuovamente il Vangelo della domenica, per assaporare ancora una volta il grande miracolo compiuto da Gesù e considerare la spaventosa miopia intellettuale dei farisei.
Sotto potete trovare la traduzione in Inglese.
A - Chi di noi è in grado di capire l'amore che Dio ha per ognuno di noi? Nessuno, dovremmo essere Dio per la conoscenza adeguata. Possiamo però comprendere qualcosa leggendo la Sacra Scrittura e riflettendo sul piano di salvezza operato da Lui. Considerando quanto ha compiuto per l'uomo, si arriva a capire che è il Padre di tutti, il suo Amore è infinito e rimane tale nonostante i peccati degli uomini.
L'Amore di Dio è ineguagliabile, inimmaginabile anche per i più grandi Santi, essi devono fermarsi ad un limite nella contemplazione, oltre non si può andare. È una grandissima consolazione sapere che il Padre ci ama in modo infinito, nonostante gli errori degli uomini: Lui è sempre il Padre che attende il ritorno del figlio smarrito.
Più l'uomo è pieno di peccati più il Padre è in ansia per il suo ritorno.
Non riusciremo ad immaginare quanto Dio ci ama. Per salvarci, quando eravamo perduti, ha inviato suo Figlio perché, con l'offerta della sua vita, ci riscattasse dallo stato in cui eravamo caduti. "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16).
Non è chiaro per molti credenti l'Amore infinito che Gesù ha per tutti, non si percepisce se non si fa l'esperienza diretta.
Una cosa è pregare, altra cosa è avere la cognizione che Gesù ci ama sempre, ci ama così come siamo e ci invita a migliorare per avvicinarci a Lui. Non gusta la preghiera chi prega senza avere la consapevolezza di essere amato da Gesù, diventa quasi un'abitudine pregare senza affetto. Pregare è parlare con Dio, aprire il cuore ed avere la certezza che Lui è vicino, ascolta ed aiuta.
Gesù ci ama ininterrottamente ma i credenti si ricordano di Lui solo quando hanno bisogno, sono malati e pregano e in pochi altri momenti della giornata.
Così si considera Gesù come un estraneo e non cresce la fiducia verso Lui, non si mette al centro e si dirige la propria vita seguendo le scelte istintive. Gesù ci ama sempre e questa verità deve diventare certezza nel credente, per ricambiare secondo la sua generosità. Non si può rimanere indifferenti davanti alle prove che il Padre e il Figlio hanno dato per la redenzione dell'umanità.
C'è da domandarsi cosa stiamo facendo per ringraziare Gesù. Nella giornata si devono creare angoli da dedicare alla preghiera del cuore, quella che viene fatta con parole spontanee ma piene di affetto. Sono quelle giaculatorie tanto care ai Santi e che sono in effetti fiamme spirituali che incendiano il cuore di amore.
In tanti momenti della giornata è possibile elevare la mente e ringraziare Gesù, per chiedere il suo Amore, il suo aiuto, la sua Grazia. Buona preghiera a tutti.
B - Ieri abbiamo considerato che il cristiano non può limitarsi a qualche preghiera fugace o alla Messa festiva, sappiamo che l'amore si misura dalla dedizione. Tanto si ama quanto si cerca l'amato. Non pensare con affetto al coniuge o ai genitori è sintomo di insensibilità affettiva, ancora più grave è l'indifferenza verso Gesù. Da Lui abbiamo avuto tutto il Bene che percepiamo e riconosciamo, non è per nostro merito che abbiamo la vita.
Se viene a mancare l'amore a Gesù, il ringraziamento sincero e costante per tutti i doni ricevuti, non esiste la comunione con Lui, quindi la preghiera fatta senza amore e riconoscenza è vuota di contenuti.
In assenza della sana spiritualità anche il credente è in balia di se stesso, della parte più istintiva ed emotiva di sé.
Una prova ci arriva dal Vangelo, la parabola che insegna è diretta ad "alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri". Non si tratta di una presunzione leggera o superficiale, Gesù indica che è intima, quindi profonda, interiore.
La presunzione è una brutta cosa, ogni essere umano già alla nascita si ritrova tante miserie ed inclinazioni ai vizi, a causa della natura umana ferita dal peccato originale. Solo i credenti in Gesù possono ottenere la guarigione di queste ferite per mezzo della Grazia di Dio, che si riceve con i Sacramenti e una vita virtuosa secondo gli insegnamenti del Vangelo.
Vediamo cosa si intende per presunzione: superbia, orgoglio, arroganza, ambizione, boria, vanagloria, presuntuosità, spocchia, immodestia. Superfluo spiegare i significati di queste parole, ma neanche bisogna abbattersi quando si riconoscono le proprie debolezze. Il fatto stesso di conoscerle è l'occasione per il pentimento e la Confessione se necessaria, una maggiore consapevolezza nella lotta contro i vizi.
Si cade spesso nell'atteggiamento presuntuoso, molti non se ne accorgono perché non lo compiono intenzionalmente, altri invece impostano la loro vita sulla presunzione. È una fiducia eccessiva nelle proprie capacità, alta ed esagerata opinione di sé, con riferimento a un comportamento particolare e determinato.
Anche senza pensarci si è convinti intimamente di riuscire a compiere determinate azioni o lavori con maggiore bravura degli altri, comunque in tutto c'è questa presunzione di superiorità. C'è grande facilità anche nel giudicare tutto, per cui da fatti noti o anche in parte immaginati si ricavano opinioni e induzioni più o meno sicure intorno a fatti ignorati.
Altra cosa è il significato nel linguaggio giuridico e giudiziario, infatti la presunzione d’innocenza, è un principio per cui bisogna ritenere innocente la persona accusata, finché non sia stata confermata, a seguito di un regolare processo, la sua colpevolezza.
Mentre nella teologia cattolica, il peccato di presunzione (o presunzione della propria salvezza, o di salvarsi senza merito), è un peccato che si oppone alla virtù della speranza in quanto ripone nell’uomo la capacità di raggiungere la salvezza eterna, senza il concorso della Grazia.
La presunzione che troviamo nel fariseo che nel Tempio elogia se stesso e si innalza un monumento, è certamente la più classica e Gesù la manifesta a tutti. Il fariseo non ha idea dell'umiltà, infatti la superbia perverte tutto e rende la persona accecata. Egli è concentrato solo su se stessi, gli altri non esistono se non per averne vantaggi. Si vanta delle sue buone opere e arriva a porsi più in alto di Dio. Tanto fa innalzare la presunzione.
La sua preghiera è una litania di autocompiacimento, è soddisfatto di sé, superiore, più giusto, più rispettoso della Legge.
Il più grande ostacolo che l'uomo oppone alla Grazia Divina è la superbia, che è il vizio capitale più pericoloso. Si insinua e tende ad infiltrarsi anche nelle nostre opere buone, togliendo loro la dimensione e il merito soprannaturali.
La radice della superbia sta nell'intimo dell'uomo, nel suo amor proprio disordinato, e niente è altrettanto difficile da sradicare, o anche di riconoscere con chiarezza l'agire presuntuoso. Ciò che tiene lontani i farisei da Dio, è la vanagloria, li fa lottare in un altro teatro e li rovina. "Non fate secondo le loro opere". Gesù spiega il motivo per cui non si devono seguire le opere dei farisei o degli ipocriti presenti anche nel nostro tempo.
"Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini". Gesù utilizza parole forti contro i farisei, li definisce ipocriti, simili a sepolcri imbiancati: belli all'esterno e dentro pieni di ogni putridume.
I farisei, per superbia, divennero duri, inflessibili ed esigenti con gli altri, teneri e comprensivi con se stessi.
A noi Gesù dice una parola bellissima e chi la comprende si riempie di grande spiritualità, scopre l'Amore di Dio: "Il più grande tra voi sia vostro servo". Chi è umile mostra un cuore buono e accogliente, diventa un vero cristiano che aiuta tutti.
Dobbiamo rifiutare l'esempio e la preghiera del fariseo nel Tempio e imparare invece dal pubblicano: "O Dio abbi pietà di me peccatore". Questa giaculatoria va ripetuta molto spesso, favorisce l'amore all'umiltà, rende la preghiera filiale. Per accrescere questa virtù dobbiamo rivolgerci ogni giorno all'umile Donna diventata, per Grazia, Madre di Dio. Quanto più si umiliò, tanto più la Trinità La innalzò ad una santità eccelsa. Buona preghiera a tutti.
San Michele dei Santi
C - Questa Domenica Laetare viene a trovarsi proprio nel mezzo della Quaresima, come se fosse un'intrusione mentre è chiaramente inserita per far comprendere bene il significato della Quaresima. L'espressione Domenica Laetare indica, nel calendario liturgico della Chiesa, la quarta domenica della Quaresima. L'origine dell'espressione deriva dall'inizio (incipit) dell'introito cantato nella Messa di tal giorno, che, in latino, inizia con Laetare Jerusalem, che significa: Rallégrati, Gerusalemme.
La Domenica Laetare, essendo legata alla data della Pasqua, può cadere in una data compresa tra il 1º marzo e il 4 aprile. In tale giornata, secondo le regole dei colori liturgici, nella Messa è possibile utilizzare il rosa nei paramenti liturgici, invece del viola, normalmente utilizzato durante la Quaresima. L'uso dei paramenti rosa è ammesso anche in una domenica dell'Avvento: la domenica Gaudete.
La gioia è una caratteristica essenziale del cristiano, la Chiesa anche durante la Quaresima ci indica che è possibile conservare l'atteggiamento gioioso in tutti i momenti della nostra vita. Sembra un paradosso ma non per noi cristiani, sono gli atei a trovare incredibile la coesistenza della gioia e della malattia, di ogni forma di sofferenza.
La gioia dei cristiani è quella di Gesù, è piena di speranza e porta in sé la certezza che siamo amati sempre dal Padre e non ci abbandona neanche quando ci dimentichiamo di Lui. La gioia accompagna il cammino spirituale dei cristiani, in ogni Tempo liturgico la gioia è sempre lì, viva e luminosa, ad indicarci che Gesù è la soluzione di ogni sofferenza e questo ci riempie di gioia.
Nella Quaresima i cristiani devono meditare con gioia sulla Croce, una gioia diversa da quella effimera del mondo, noi gioiamo davanti alla Croce perché per suo mezzo siamo stati redenti, con la sua invocazione riceviamo aiuti divini, con la sua contemplazione troviamo una forza interiore che non è di questo mondo.
La gioia è letizia, beatitudine, dolcezza, consolazione, conforto, amore verso tutti, felicità, allegria, intesa come gaudio interiore.
La gioia non la possiamo produrre noi, è un dono di Dio, ci arriva con la sua Grazia, è una partecipazione alla gioia di Gesù. Sorge in un cuore che ama Gesù, quindi, la mortificazione che si vive in Quaresima non deve appannare la nostra gioia interiore, al contrario deve accrescerla, perché la Pasqua della nostra Redenzione si avvicina, si approssima quella profusione d'amore per gli uomini che è la Passione. La gioia della Pasqua si fa imminente.
La Chiesa oggi ci ricorda che la gioia è perfettamente compatibile con la mortificazione e con il dolore. Ricordiamolo bene.
La gioia traspare e nasce da un cuore che si sente amato da Dio e che a sua volta ama il Signore alla follia. Un cuore che si sforza, inoltre, affinché l'amore a Dio si traduca in opere buone. Un cuore unito a Dio e in pace con Lui si riconosce peccatore, e ricorre spesso alla fonte del perdono, a Gesù, nel Sacramento della Confessione.
Anche molti cristiani hanno paura del dolore e delle tribolazioni, Gesù invece ci chiede di perdere questa paura e di unirci a lui, vicini alla Croce. Gesù ci aspetta sulla Croce non per farci soffrire, al contrario lì sulla Croce ci insegna a sopportare con amore le sofferenze e a superarle con l'amore e il perdono. La nostra gioia è autentica quando rimane sempre vicina alla Croce.
Portare la croce è una sofferenza, senza la vicinanza di Gesù è un tormento, insieme a Gesù si sopporta con gioia e amore.
Il Vangelo oggi ci parla ampiamente del cieco nato. Colpisce la guarigione di un uomo che non aveva le pupille, addirittura gli altri non vedevano neanche l'incavo dove sono posizionati gli occhi. Leggiamo cosa dice un Apostolo:
«Maestro, osservalo. Ha le palpebre saldate. Anzi direi che non ha palpebre. La fronte si unisce alle guance senza incavo alcuno, e sembra che sotto non siano le palle degli occhi. È nato così l’infelice. E così morrà, senza aver visto una volta la luce del sole, né il volto dell’uomo».
Dopo l'intervento di Gesù, il cieco senza pupille comincia incredibilmente a vedere:
«Oh! Altissimo! Io vedo!», e si getta a terra come vinto dall’emozione, le mani messe a parare gli occhi, strette alle tempie, per ansia di vedere, per sofferenza di luce, e ripete: «Vedo! Vedo! Questa è dunque la terra! Questa la luce! Questa l’erba che conoscevo solo per la sua frescura...».
Il cieco nato era stato avvicinato il giorno prima da Giuda per avvisarlo che Gesù doveva passare da lì, ma non si tratta di un gesto di amore che compie il traditore. Il suo intento persegue sempre la finalità di rendere Gesù un capo politico, un rivoluzionario, un Messia secondo il suo progetto di liberare Israele dal dominio dei Romani. La presunzione di Giuda non ha limiti e poi è stata impiccata ad un albero.
Come la guarigione dalla lebbra e la ricostruzione immediata della pelle caduta precedentemente a brandelli dal corpo, così il miracolo del cieco nato lascia impressionati. Non solo perché vede senza le pupille, è commovente sapere che è avvenuta la ricostruzione degli occhi. La cavità che era stata coperta dalla pelle e la fronte unita alle guance, fuoriesce e diventa normale, come chi non ha mai avuto problemi di vista.
È vero ci sono le tre risurrezioni dei morti che vengono indicati come grandi miracoli, anche questo del cieco nato manifesta indiscutibilmente l'Onnipotenza di Gesù ed invita tutti gli ammalati a chiedere le Grazie con fiducia. Quando si chiede una Grazia si deve anche cambiare vita e mentalità, lasciare i peccati, l'odio, il risentimento e amare tutti.
La società in larghissima parte è come un cieco che non vede la Verità, non vede i peccati, non conosce il Vangelo per rimediare. Buona preghiera a tutti.
San Michele dei Santi
D - Nella serata di ieri ho ripreso nuovamente il Vangelo della domenica, per assaporare ancora una volta il grande miracolo compiuto da Gesù e considerare la spaventosa miopia intellettuale dei farisei. Una mente libera, per non dire onesta, dinanzi alla riacquistata vista di un uomo nato cieco e riconosciuto da tutti tale da decenni, non può condannare di inganno o cercare stupide falsità. Quantomeno si deve rimanere in silenzio per riflettere.
I cattivi di questo mondo invece sono precipitosi nel condannare e diffamare i buoni. Quelli che vivono senza amore non hanno alcun freno nel riversare odio e maligne insinuazioni anche contro i propri familiari. Per essi ciò che conta è il risultato, cercano solo di riuscire a raggiungere i loro intenti.
È una cecità vissuta all'interno di una oscurità tenebrosa, non uso altri termini per indicare la loro esagerata negatività.
I buoni devono cercare di comprendere i cattivi, senza arrivare mai a giustificare i loro peccati, come cristiani sono chiamati ad amare e a perdonare nel loro cuore. Comprendo bene che in molte circostanze i credenti trovano difficile perdonare i cattivi spietati che hanno causato danni irreparabili al loro matrimonio, al futuro dei figli, alla situazione economica della famiglia.
Vendicarsi o portare odio non ha migliorato mai una sofferenza o una ferita spirituale. L'accresce di continuo.
Gesù dice che molti di quelli convinti di vedere in realtà sono ciechi.
Non possono vedere la verità né la realtà oggettiva perché sono cattivi e vivono nel male. Rileggiamo le parole del Signore, mentre risponde a questa affermazione dei farisei: «"Siamo ciechi anche noi?". "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane"».
È una grande sofferenza cadere sotto l'odio di chi non vede e si illude di vedere bene. La sua miopia deforma tutto e fa compiere sbagli su sbagli, valutazioni calcolate male, non ha discernimento ma una elevatissima considerazione personale.
Gesù non si fida mai di quanti dicono di vedere e proprio per questo non vedono nulla.
La loro affermazione è piena di superbia. Dire di vedere nelle cose spirituali, nella nostra spiritualità è presunzione, vanagloria e orgoglio. I Santi e le anime buone, non sbandierano di vedere, anche se hanno speciali rivelazioni. Qui sta pure la differenza tra un veggente autentico e un/una imbroglione/a.
Il miracolo di oggi è un'altra grande manifestazione di Dio, la prova che Gesù è il Messia. Continuo a ripetere che Gesù è Dio e il Messia, insisto sulla sua Divinità perché molti diranno il contrario e Lui sarà considerato anche da molti cristiani solamente un debole profeta. Sembra impossibile, eppure quante cose impossibili si sono avverate in questa società pagana?
Nel miracolo di oggi chi chiede con grande fiducia l'intervento di Gesù è un pagano, egli si mette alla sua ricerca ed è sicuro del potere del Signore, Lo ha visto agire e vede in Lui il Benefattore che non si risparmia. Quando ascolta la sua implorazione, Gesù non gli pone alcuna domanda, però precisa che molti credono solo quando vedono segni e prodigi. Con questo anticipa la risposta ed è inutile porre qualche domanda.
Gli dice con assoluta certezza: "Va’, tuo figlio vive", e sorprende la reazione del funzionario: "Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino". Prima aveva chiesto a Gesù di andare a casa sua per guarire il figlio, poi è sufficiente la rassicurazione di Gesù per credere. Una sola parola del Signore tranquillizza il funzionario, non insiste più, non ripete a Gesù di andare fisicamente a casa sua ma se ne va per vedere il figlio.
Il funzionario crede alla parola di Gesù e torna a casa sua convinto della guarigione, e lungo la strada conosce che il figlio è guarito.
Noi credenti dobbiamo chiederci quante parole di guarigione interiore e fisica ci rivolge Gesù di continuo nel Vangelo, e lo scopriamo ogni volta che meditiamo la Parola. Ma non le prendiamo in seria considerazione.
Una grande Fede come quella del funzionario, suscita molte Grazie particolari e miracoli straordinari. Egli ascolta e crede! Buona preghiera a tutti.
Gloria dei Santi e Profeti
Catechesis # 60
A - Which one of us is able to understand the love that God has for each of us? No one, we should be God for the proper knowledge. But we can understand something by reading Sacred Scripture and reflecting on the plan of salvation accomplished by Him.
B - Yesterday we considered that the Christian can not be limited to a few fleeting prayer or at the festive Mass, we know that love is measured by the dedication. So much we love such as you search for the beloved.
C - This Sunday Laetare finds himself right in the middle of Lent, as if it were an intrusion and is clearly placed to understand the meaning of Lent. The expression Laeture Sunday indicates, in the liturgical calendar of the Church, the fourth Sunday of Lent.
D - Yesterday evening I recovered the Sunday Gospel, to savor again the great miracle performed by Jesus and consider the frightening intellectual myopia of the Pharisees.
A - Which one of us is able to understand the love that God has for each of us? No one, we should be God for the proper knowledge. But we can understand something by reading Sacred Scripture and reflecting on the plan of salvation accomplished by Him. Considering what has made for man, you come to realize that it is the Father of all, his love is infinite and remains so despite the sins of men.
The Love of God is incomparable, unimaginable even for the greatest saints, they must stop and a limit in contemplation, well you can not go. It is a great consolation to know that the Father loves us infinitely, despite the mistakes of men, He is always the Father who awaits the return of the lost son.
More man is full of sins more the Father is anxious for his return.
We couldn't be able to imagine how much God loves us. To save us, when we were lost, sent his Son so that, with the offer of his life, redeem us from the state in which we had fallen. "God indeed has so loved the world that he gave his only Son, that whoever believes in Him should not perish but have eternal life" (Jn 3:16).
It is not clear to many believers the infinite Love that Jesus has for all, you can not perceive if you are not the direct experience.
One thing is to pray another is having the knowledge that Jesus always loves us, loves us as we are and invites us to improve to approach him. It doesn't taste the prayer who prays without having the feeling of being loved by Jesus, it becomes almost a habit praying without affection. Prayer is talking to God, open our hearts and be sure that He is near, listens and helps.
Jesus loves us continuously but believers remember Him only when they need, they are sick and pray and in a few other times of the day.
So you consider Jesus as an outsider and not growing confidence in him, we don't put Him at the center and we head our own life following the instinctive choices. Jesus loves us always and this truth must be certainty in the believer, according to reciprocate his generosity. One can not remain indifferent to the evidence that the Father and the Son have given for the redemption of mankind.
One wonders what we are doing to thank Jesus. During the day you have to create corners to dedicate your prayer of the heart, what is done with sponteneous words but full of affection. Ejaculations are so dear to the Saints and that are in fact spiritual flames that burn the heart of love.
In many moments of the day you can elevate the mind and thank Jesus, to ask for his love, his help, his Grace. Good prayer to all.
San Placido e Santa Flavia
B - Yesterday we considered that the Christian can not be limited to a few fleeting prayer or festive Mass, we know that love is measured by the dedication. So much we love such as you search for the beloved. Do not think fondly of the spouse or parents is a symptom of emotional insensitivity, even more serious is indifference towards Jesus. From him we had everything we perceive and recognize Well, not for our merit that we have life.
If there is no love for Jesus, the sincere gratitude and constant for all the gifts received, there is no communion with Him, then the prayer without love and gratitude is empty of content.
In the absence of the healthy spirituality even the believer has to fend for itself, to the most instinctive and emotional self.
Proof comes to us from the Gospel, the parable that teaches is directed to "some who had the intimate presumption of being righteous, and despised others." It's not a presumption slight or superficial, Jesus indicates that is intimate, so profound, interior.
The presumption is a bad thing, every human being at birth finds himself so much misery and inclinations to vices, because of human nature wounded by original sin. Only those who believe in Jesus can get the healing of these wounds, by the grace of God, that you receive the Sacraments and a virtuous life according to the teachings of the Gospel.
Let us see what is meant by presumption: haughtiness, pride, arrogance, ambition, conceit, presumptuousness, immodesty. Needless to explain the meanings of these words, but not even break down when we recognize our weaknesses. The fact of knowing them is an opportunity for repentance and Confession if necessary, an increased awareness in the fight against vices.
We often fall in the cocky attitude, many do not realize it because they do not perform it intentionally, while others set their lives on the presumption. It's too much trust in their abilities, high and exaggerated opinion of himself, with reference to a particular behavior and determined. Even without thinking it is intimately convinced of being able to perform certain tasks or work with greater skill than the others, however, in all this there is a presumption of superiority. There is also a very good easiness to judge everything, so from known facts or partly imagined opinions and inductions are obtained more or less safe around facts ignored.
Another thing is the meaning in the language of law and justice, in fact, the presumption of innocence is a principle that must be considered innocent the accused person, until it has been confirmed, following a regular trial, his guilt.
While in Catholic theology, the sin of presumption (or presumption of his own salvation, or saved without merit), is a sin that is opposed to the virtue of hope as it puts in man's ability to achieve eternal salvation, without the concurrence of Grace.
The presumption that we find in the Pharisee in the temple praising himself and stands a monument, it is certainly the most classic and Jesus manifest to all. The Pharisee has no idea of humility, in fact pride perverts everything and makes the person blinded. He focused only on themselves, others do not exist except for having advantages. He boasts of his good works and get to ask higher than God. So does raise the presumption.
His prayer is a litany of self-satisfaction, is smug, he's pleased with himself, superior, more right, more respectful of the Law.
The biggest obstacle that man opposes the Divine Grace is pride, which is the capital sin more dangerous. It creeps and tends to infiltrate even in our good works, removing their size and supernatural merit.
The root of pride is within man, in his self-love messy, and nothing is more difficult to eradicate, or even to recognize clearly the act cocky. What keeps away the Pharisees by God, is vainglory, it makes them fight in another theater and ruin them. "Don't do according to their works." Jesus explains why you do not have to follow the works of the Pharisees and hypocrites present also in our time.
"All their works they do it for to be seen of men." Jesus uses strong words against the Pharisees, calls them hypocrites, like whitewashed tombs beautiful outside and inside full of all uncleanness.
The Pharisees, for pride, became hard, inflexible and demanding with others, tender and gentle with themselfs.
Jesus says to us a beautiful word and who understands it is filled with great spirituality, discovers the Love of God: "The greatest among you shall be your servant." Who is humble shows a good heart and friendly, it becomes a true Christian that helps everyone.
We must reject the example and the prayer of the Pharisee in the temple and learn instead from the publican: "O God, be merciful to me a sinner." This aspiration should be repeated very often, fosters love humilty, makes the filial prayer.
To enhance this virtue we must turn every day to the humble Woman became for Grace, Mother of God. The more she humbled herself, the more the Trinity raised to a sublime holiness. Good prayer to all.
C - This Sunday Laetare finds himself right in the middle of Lent, as if it were an intrusion and is clearly placed to understand the meaning of Lent. The expression Laetare Sunday indicates, in the liturgical calendar of the Church, the fourth Sunday of Lent. The origin of the expression comes from the beginning (incipit) introit sung in the Mass of this day, which, in Latin, begins with Laetare Jerusalem, which means: Rejoice, Jerusalem.
The Laetare Sunday, being linked to the date of Easter can fall on a date between 1 March and 4 April. On that day, according to the rules of the liturgical colors, in the Mass you can use the pink in liturgical vestments instead of purple, normally used during Lent. The use of vestments rose is also admitted in a Sunday of Advent: Gaudete Sunday.
Joy is an essential characteristic of the Christian, the Church even during Lent shows us that you can keep the attitude of joy in every moment of our lives. It seems a paradox, but not for us Christians, are the atheists that find incredible coexistence of joy and disease, of all forms of suffering.
The joy of Christians is that of Jesus, is full of hope and brings with it the certainty that we are loved by the Father forever and does not abandon us even when we forget Him. The joy accompanies the spiritual journey of Christians in every time the liturgical Joy is always there, vivid and bright, to show us that Jesus is the solution of all suffering and this fills us with joy.
In Lent, Christians must meditate with joy on the Cross, a joy different from the ephemeral world, we rejoice in front of the Cross because through it, we have been redeemed, with its invocation we receive divine helps, with his contemplation we find an inner strength that it's not of this world.
Joy is joy, happiness, sweetness, consolation, comfort, love for all, happiness, joy, meaning like inner joy.
Joy is joy, happiness, sweetness, consolation, comfort, love for all, happiness, joy, meaning like inner joy. The joy we can not produce it ourselves, is a gift from God, comes to us with his grace, is a sharing in the joy of Jesus. It is set in a heart that loves Jesus, therefore, mortification that you live in Lent should not tarnish our inner joy, on the contrary should increase it, because the Easter of our redemption draws near, approximates the profusion of love for men that is the Passion. The joy of Easter becomes imminent.
Today the Church reminds us that joy is perfectly compatible with the mortification and pain. Let us remember well.
The joy shines and comes from a heart that feels loved by God and that in turn loves the Lord to madness. A heart that strives, moreover, till the love of God is translated into good works.
A heart united with God and at peace with Him is a sinner, and often resort to the source of forgiveness, to Jesus, in the Sacrament of Confession. Many Christians are afraid of the pain and tribulations, Jesus instead asks us to lose this fear and join him, close to the Cross. Jesus waits for us on the Cross not to make us suffer, on the contrary there on the Cross teaches us to bear with love the suffering and overcome them with love and forgiveness. Our joy is authentic when it is always close to the Cross.
Carrying the cross is a suffering, without the proximity of Jesus is a torment, along with Jesus bears with joy and love.
The Gospel today speaks extensively of the man born blind. Affects the healing of a man who had no pupils, even the others do not even see the notch where the eyes are positioned. Let's read what the Apostle says:
"Master, watch. He welded the eyelids. I would say that does not have eyelids. The forehead is joined to the cheeks without any recess, and it seems that underneath they are not the eye balls. It borns like this the unhappy. And so will die, without once seeing the light of the sun, nor the man's face. "
After the intervention of Jesus, the blind man without pupils incredibly begins to see:
"Oh! Most High! I see! "And throws himself to the ground as won by emotion, put hands to parry his eyes, narrow at the temples, for anxiety to see, for the suffering of light, and repeated:" I see! I See! So this is the ground! This is light! This grass that knew only by its freshness ... ".
The blind man had been approached the day before by Judas to warn him that Jesus had to go from there, but it is not a gesture of love that makes the traitor. His aim always pursues the aim of making Jesus a political leader, a revolutionary, a Messiah according to his plan to free Israel from Roman rule. The presumption of Judas has no limits and then was hanged from a tree.
How to cure leprosy and the immediate reconstruction of the skin previously fallen to shreds by the body, so the miracle of the man born blind leaves impressed. Not only because he sees without pupils, it is touching to know that took place the reconstruction of the eyes. The cavity that had been covered by the skin and the united front to the cheeks, escapes and becomes normal, as those who have never had vision problems.
It is true there are three resurrections of the dead who are referred to as the great miracles, even that of the man born blind shows unquestionably the Omnipotence of Jesus and invites all the sick asking Graces with confidence. When you ask for a grace you must also change your life and mentality, leaving sins, hatred, resentment and love everyone.
The company is in large part as a blind man that does not see the truth, does not see the sins, does not know the Gospel to remedy. Good prayer to all.
D - Yesterday evening I recovered the Sunday Gospel, to savor again the great miracle performed by Jesus and consider the frightening intellectual myopia of the Pharisees.
A free mind by not saying honest, before the repurchased view of a man born blind and recognized by all this for decades, can not condemn deception or falsehood look at stupid falsity. At least one must remain silent to reflect.
The villains of this world instead they rush to condemn and defame the good.
Those who live without love does not have any brake to pour in hatred and malignant insinuations even against their family. For them, what matters is the result, just try to be able to achieve their aims.
It is a blindness lived in a dark gloomy, do not use other terms to indicate their exaggerated negativity.
The good ones must try to understand the bad ones, without ever to justify their sins, as Christians are called to love and forgive in their hearts.
I understand that in many circumstances, believers find it hard to forgive the bad ruthless that have caused irreparable damage to their marriage, the future of the children, the family's economic situation.
Revenge oneself or bring hatred has never improved ever a spiritual suffering or injury. Instead it continually expands.
Jesus says that many of those convinced they see are actually blind.
They can not see the truth or objective reality because they are bad and they live in evil. Let us read the words of the Lord, while responding to this statement of the Pharisees,«" Are we also blind? ". "If you were blind, you would have no sin: but now you say, 'We see', your sin remains"».
It is a great suffering to fall under the hatred of those who can not see and the illusion of seeing well. His myopia deforms everything and does make mistakes on mistakes, valuations calculated evil, have no discernment but a very high personal consideration.
Jesus never trusts of those who say they see and that's why they do not see anything.
Their statement was full of pride. Saying to see spiritual things in our spirituality is presumption, vainglory and pride. The Saints and the good souls, do not wave the flag to see, even if they have special revelations. Here is also the difference between a authentic clairvoyant and cheater.
The miracle of today is another great manifestation of God, the proof that Jesus is the Messiah. I keep repeating that Jesus is God and the Messiah, I insist on his divinity because many will say the opposite, and He will be regarded by many Christians only a weak prophet. It seems impossible, yet how many impossible things have come true in this pagan society?
In the miracle of today who asks with great confidence the intervention of Jesus is a pagan, he gets to his research and is sure of the power of the Lord, He saw action and sees him as the benefactor who is generous.
When he listens to his supplication, Jesus did not pose any question, however, noted that many believe only when they see signs and wonders.
This anticipates the answer and it is useless to ask some questions. Says with absolute certainty: "'Go, your son lives", and surprises the reaction of the officer: "The man believed the word that Jesus had said and went on his path." Before he had asked Jesus to come to his house to heal his son, then simply the reassurance of Jesus to believe. One word of the Lord calms the official, no longer insists, does not repeat Jesus to physically go to his house but he goes to see his son.
The official believes the words of Jesus and returns to his home convinced of the healing, and along the way knows that his son is healed.
We believers have to ask ourselfs how many words of inner healing and physical addresses to us Jesus in the Gospel continually, and we discover every time we meditate the Word. But do not take them seriously.
A great Faith like that of the officer, raises many special Graces and wonderful miracles. He hears and believes! Good prayer to all.