11/06/2014

Catechesi N. 33

A - Senza la guida dello Spirito Santo la nostra preghiera resterebbe umana e impossibilitata ad elevarsi da terra.
B - Non avvertire la presenza di Gesù è una sofferenza dolorosissima. L'anima si preoccupa di non essere più degna, si interroga sul motivo dell'aridità e spesso si abbatte.
C - Nella tristezza, intesa come avvilimento, dolore, oppressione che arriva dalla sofferenza, le anime buone e spirituali costruiscono la loro perfezione e integrità.
D - La vera devozione alla Madonna si stabilisce nell'imitazione delle sue virtù, nel linguaggio umile e rispettoso, nelle opere sante, nei pensieri sinceri.

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http://www.segnidalcielo.it/2014/06/11/fukushima-sta-trasformando-il-pacifico-in-un-cimiteroma-nessuno-ne-parla/

Sotto troverete la traduzione in Inglese e Spagnolo

 

 

27/05/201

A - In questi giorni la liturgia si sofferma sul Paraclito, appellativo dello Spirito Santo, termine che significa consolatore, intercessore. Questo spiega il motivo delle parole evidenziate da Gesù: "È bene per voi che Io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, Lo manderò a voi". La missione dello Spirito Santo è di consolare, santificare. E’ l'intercessore presso il Padre e il Figlio.
È intercessore Divino, è l'Amore della Santissima Trinità e i credenti necessitano della sua presenza per pregare bene, per rivolgere parole sapienti a Dio. Senza la guida dello Spirito Santo la nostra preghiera resterebbe umana e impossibilitata ad elevarsi da terra.
La devozione allo Spirito Santo è abbastanza confusa tra i cristiani. E’ un errore pregarlo senza amore e sono inutili le lunghe invocazioni vocali senza la partecipazione del cuore. In queste circostanze lo Spirito Santo non fa alcuna visita e il credente arriva a ingannarsi, deteriorando la sua vita spirituale.
Per accrescere la devozione allo Spirito Santo dobbiamo incominciare col praticare, nel lavoro e nella convivenza quotidiana, le virtù umane e cristiane. Solamente quando il cristiano lotta per acquisire tali virtù, la sua anima si dispone a ricevere efficacemente la Grazia dello Spirito Santo. Con gioia e premura la terza Persona della Santissima Trinità regala i suoi doni: dono di sapienza, di intelletto, di consiglio, di fortezza, di scienza, di pietà, di timor di Dio.
È infinita la gioia dello Spirito Santo di infonderci i suoi doni. L'ostacolo viene posto dalla mancata predisposizione del credente.
Oggi dobbiamo riflettere sugli ostacoli che impediscono allo Spirito Santo di ricolmarci con i suoi doni. Quali peccati si ripetono spesso?
Non è una riflessione di alcuni minuti, non si compie nel frastuono e senza una sincera ricerca interiore. Questo Spirito Divino è Amore. Cerca in continuazione cuori puri e buoni per entrarvi e compiere meraviglie di Grazie.
Dobbiamo prepararci alla solennità della Pentecoste in modo nuovo. E’ il nostro impegno a stabilire la venuta dello Spirito Santo in noi. Non rilascia i suoi doni casualmente. Deve avvenire un incontro tra chi ama e l'Amato. Dopo la solennità dell'Ascensione che sarà domenica prossima, mediteremo attentamente i doni dello Spirito Santo.
È importante ricordare che solo la fedeltà alle Grazie e ispirazioni che riceviamo dallo Spirito Santo, ci rende docili per seguire la direzione spirituale. Se manca questa docilità, non c'è la capacità di rinnegarsi per seguire la volontà di Dio.
Buona preghiera a tutti.

29/05/2014

B - La frase iniziale che apre il Vangelo di oggi lascia tutti sorpresi, sembra un enigma difficile da capire. "Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete". Il riferimento non riguarda la sua Risurrezione e le apparizioni prima dell'Ascensione. Non è Lui ad agire in questo caso.
Non si tratta di una visione fisica di Gesù, ma di sicuro anticipa lo stato spirituale in cui si troveranno gli Apostoli quando rimarranno soli, dopo la sua Ascensione. Con delicata cura materna Gesù anticipa la sofferenza spirituale che cominceranno a provare interiormente quando rimarranno soli. Quando Gesù pronuncia queste parole loro non conoscevano la vita spirituale, e dovevano assimilare adeguatamente gli insegnamenti del Signore.
Gli insegnamenti di Gesù non portano sofferenze. Essi dovevano ancora comprendere le cause e i rimedi per superare le prove morali.
Insieme a Gesù gli Apostoli si considerano forti e non riflettono sul dopo, sia per esorcizzare la stessa idea sia per non provare panico. Con Gesù i nemici si dileguano e nessuno infastidisce più loro eccessivamente. Essi vivono come in una campana di vetro e nulla viene a mancare ai loro bisogni giornalieri.
Cosa avverrà invece quando Gesù non sarà più con loro e dovranno sbrigarsela da soli?
"Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete".
Gesù vuole dire che il turbamento assale la persona quando non vede più Lui. Non Lo vede con gli occhi della Fede, per il turbamento che abbatte e offusca. Non vedere si intende nel senso di non avvertire la presenza di Gesù, ed è sempre una sofferenza.  Gli Apostoli in passato non avevano fatto questa esperienza. Sino ad ora erano rimasti per tre anni insieme a Lui.
Non avvertire la presenza di Gesù è una sofferenza dolorosissima. L'anima si preoccupa di non essere più degna, si interroga sul motivo dell'aridità e spesso si abbatte. Moltissime anime buone dinanzi all'aridità si fermano nel cammino di Fede e il più delle volte ritornano indietro, a condurre una vita dissipata. Vanno a Messa e recitano le preghiere, forse senza cuore, senza provare vero amore.
Le aridità sono un dramma se non c'è l'aiuto di un esperto Padre spirituale. Le aridità si manifestano con una freddezza interiore che non produce più una preghiera amorosa e fiduciosa. C'è insensibilità verso le cose di Dio e tutto appare infruttuoso.
In effetti quando l'aridità è causata dalle colpe della persona, non c'è da rallegrarsi e bisogna affrettarsi a cercare i rimedi, soprattutto la Confessione. Insieme allo sforzo di capire in una serena riflessione i motivi dell'aridità.
L'aridità può causarla anche Dio. In questo caso è un'aridità benedetta. La persona viene investita da un senso di vuoto interiore e non avverte più il desiderio di pregare, di fare penitenze, di osservare i riti spirituali. Si trova dinanzi a un bivio. Non reagisce e lascia perdurare lo stato di aridità, scadendo notevolmente nel cammino di Fede oppure reagisce e con sacrifici continua a rispettare la preghiera, le penitenze, i riti spirituali.
Quando la causa è personale l'aridità non è mai una buona compagna. Se invece arriva da Dio è sempre una benedizione.
Dio permette l'aridità per spingere la persona ad uscire dall'assistenza dello Spirito Santo. Deve cominciare a camminare da sola, come un bambino quando deve imparare a camminare e la mamma lo lascia andare ma continua a proteggerlo.
"Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia". Il cammino spirituale ha momenti di fervore, di grande fervore e di desolazione. C'è tristezza e poi la gioia, quando si avverte la presenza di Gesù e i giorni di vuoto interiore. Come riempire questo vuoto? Qui Dio ci chiama a controllare gli impulsi e a continuare a praticare la Fede come in passato.
Ci sono anche momenti di grande tribolazione per il credente. "Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà". Chi non geme sotto la dura sofferenza? C'è da distinguere chi la sopporta con Fede da chi soffre e reagisce senza rispetto verso Gesù.
Per i deboli che si allontanano da Gesù la vita diventerà dura e piena di rovine, mentre per i veri credenti c'è una continua risurrezione spirituale: "Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia".
Buona preghiera a tutti.

30/05/2014

C - La liturgia di oggi ci presenta l'ultimo versetto del Vangelo di ieri. Lo fa per agganciare il testo che segue del capitolo 16. Sono parole molto importanti per i credenti. La riflessione di questo versetto ha aiutato generazioni di cristiani a non mollare e a resistere con amore dinanzi a dolorosissime prove. "In verità, in verità Io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia".
C'è un primo effetto che fuoriesce nelle prove a cui veniamo sottoposti per motivi vari. E’ l'esultanza crudele dei nostri nemici, in molti casi anche dei familiari e parenti quando la persecuzione è interna. Chi può gioire della sofferenza degli altri? Quelle persone che non amano e che hanno bisogno delle nostre preghiere. Anche se ci perseguitano, noi dobbiamo pregare per loro. E’ un dovere per la nostra adesione totale al Vangelo di Gesù.
Quando la sofferenza ci visita e tutto sembra nelle mani di satana, la reazione dei credenti fiduciosi dell'intervento del Signore e innamorati della Madonna è la preghiera. Cominciano a pregare di più e ad allontanarsi dai peccati, dalle situazioni che arrecano dissipazione e aridità. C'entra sempre l'aridità quando il credente si sente svuotato e prova noia quando prega. Ci ritorno dopo, e continuo il discorso iniziale.
Il mondo si rallegra delle nostre sofferenze. Ma se noi siamo con Gesù, quelli che si rallegrano non stanno con Gesù. Questo è sicuro, e non affermo che stanno con satana. Lasciamo giudicare Dio su questo punto. È sicuro che non stanno con Gesù. Vivono forse un'apparente religiosità con la Messa e qualche preghiera. Una religiosità fittizia e portatrice di allucinazioni.
Non deve spaventarci il rallegramento di chi non ci ama. Questo spirito vendicativo sarà forse la loro rovina e a noi non fa piacere.
Noi non ci concentriamo sulla cattiveria degli altri. E’ uno spreco di energie spirituali, considerando inoltre che si può arrivare a cadere anche in peccati gravi con i giudizi e le imprecazioni. Nella tristezza, intesa come avvilimento, dolore, oppressione che arriva dalla sofferenza, le anime buone e spirituali costruiscono la loro perfezione e integrità.
Ecco che la tristezza si trasforma in gioia per la fiducia riposta in Gesù e Maria, una gioia sempre più consistente.
Con una grande fiducia in Loro e con la gioia che infervora l'anima, prima o poi ogni sofferenza finisce. Quanto ci affliggeva fisicamente o moralmente scompare oppure viene sistemato per non causare più sofferenze, anche se non come speravamo per la durezza altrui. Ma ha un termine.
La gioia spirituale che arriva dallo Spirito Santo trasforma la persona, allontana la tristezza e la rimpiazza con sentimenti buoni. Si stabilisce una spiritualità piena di amore e misericordia, di perdono e comprensione verso chi non ci ama.
Il cammino da seguire deve indirizzarci al raggiungimento della gioia che elargisce Dio. Una gioia interiore che il mondo non conosce e per questo perseguita i veri credenti che la posseggono. Con questa gioia noi superiamo sempre ogni prova e tutte le sofferenze che ci visitano, fisiche e morali. Chi oggi si trova nella tristezza deve guardare in alto e credere nell'intervento sicuro di Gesù. La fiducia in Lui è un grande atto di Fede.
La tristezza può arrivare anche dall'aridità, riprendo l'argomento di ieri per svilupparlo ancora. È una sensazione psicologica-spirituale di noia e incapacità. Non c'è più il desiderio di produrre atti di devozione e di meditazione religiosa. L'aridità si può trovare nei vari stadi della vita spirituale, tanto ascetici che mistici. La sua massima espansione si realizza nella notte oscura.
Uno scritto autobiografico di San Bernardo descrive molto bene i vari sintomi di questa desolazione: "Mi ha invaso questa languidezza e ottusità della mente, questa debolezza e sterilità dell'anima, questa assenza di devozione. Come si è asciugato così il mio cuore? È tale la durezza del cuore che già non riesce a commuoversi né a versare una lacrima. Non trovo più gusto nel salmodiare. La lettura spirituale mi risulta insipida, la preghiera ha perso per me il suo incanto... Mi sento pigro nel lavoro manuale, sonnolento nelle veglie, propenso ad arrabbiarmi, ostinato nella mia avversione...".
Questo grande Santo ha sperimentato l'aridità come intervento di Dio per spingerlo a camminare con le sue gambe.
L'aridità si esprime anche con questi termini: secchezza, languore dell'anima, ottusità della mente, durezza di cuore, mancanza di devozione, noia.
Produce sensazione prolungata di annientamento mentale e affettivo, impossibile da superare. Si sviluppa nell'ambito affettivo e si estende a tutta l'attività psichica e spirituale: colpisce la preghiera in primo luogo, ma anche le decisioni e l'azione, la riflessione e la lettura spirituale.
Quando l'aridità arriva da Dio è perché Egli vede l'anima impegnata in un cammino sincero e vuole elevarla ad un'alta perfezione. Egli causa il passaggio dal senso allo spirito, dal sensibile alla vita teologale. Vuole far passare l'anima dal fervore sensibile all'amore arido e conoscitivo. Per questo la persona abituata ai sentimenti, si trova improvvisamente vuota e disorientata.
La persona avverte in modo forte il contraccolpo e si trova nella confusione. La sua coscienza non è preparata per gustare il delicato sapore dell'amore di Dio. L'amore sofferto e ricercato è migliore, e nell'aridità si fa questa esperienza.
Considerata sotto questo aspetto, l'aridità diventa parte integrante del cammino ascetico. Sono gli sforzi che si compiono per salire il Monte, che rendono il significato di ascensione. Ascendere, quindi, come innalzarsi, elevarsi, arrampicai con tutte le forze verso l'alto.
L'aridità vista sotto questa prospettiva è un elemento necessario che spinge notevolmente nel cammino di Fede e procura amore verso Dio, conformità con Cristo, purificazione dell'energia sensibile e rafforzamento dell'energia spirituale.
Gli sforzi che si applicano nell'aridità per pregare bene anche senza fervore e in uno stato di noia e indolenza, portano ad una maturità elevata e che riguarda la persona sia spiritualmente che intellettualmente. La maturità si manifesta in tutte le attività che richiedono dedizione costante, preghiera, sofferenza, convivenza, apostolato.
Dovete saper distinguere l'aridità causata dalle colpe personali che fanno svanire il fervore, dall'aridità benedetta. È difficile capirlo. Impegnatevi comunque e fatevi aiutare dai Sacerdoti esperti. Una prova per capire se l'aridità è benedetta, viene dalle scelte che si fanno quando il fervore svanisce: se si ritorna a ricadere nei peccati gravi di prima e a ricercare i piaceri del mondo, quell'aridità non viene da Dio, non è benedetta.
Comunque anche se non è causata da peccati gravi, l'aridità può arrivare dalla naturale indolenza a pregare, a dedicare tempo alla vita spirituale. Restiamo sempre vicini a Gesù e nessuno potrà toglierci la nostra gioia.
Buona preghiera a tutti.

31/05/2014

D - Le grandezze della Madonna sono ineffabili e solo Dio ne può parlare adeguatamente. Noi balbettiamo qualcosa, La preghiamo e ci sforziamo ogni giorno di avvicinarci a Lei. La vera prova della vicinanza alla Madre affiora quando ci si riveste dei suoi sentimenti. Questa operazione non è compiuta dal  credente, ma è l'azione compiuta dalla Madonna che trasmette queste Grazie ai suoi veri devoti.
Senza la collaborazione e il desiderio del credente queste Grazie non arrivano, perché sarebbero sprecate.
La vera devozione alla Madonna si stabilisce nell'imitazione delle sue virtù, nel linguaggio umile e rispettoso, nelle opere sante, nei pensieri sinceri. Non è sufficiente recitare il Rosario o andare in pellegrinaggio nei luoghi di apparizioni. Questa è ancora una devozione esteriore.
Oltre alle preghiere e prima ancora delle preghiere va sviluppato l'amore interiore verso Lei. Un amore che deve portare il credente a rinnegarsi e a decidersi per iniziare una vita nuova improntata sul Vangelo.
L'impedimento principale è la mancanza di conoscenza delle virtù della Madonna. Manca l'approccio ai buoni libri, all'ascolto di catechesi mariane e impregnate di insegnamenti dei grandi apostoli dei secoli passati, devoti della Madre di Dio.
Da alcuni decenni invece circolano tantissimi libri modernisti e impregnati di eresie. Libri che non meritano di ricevere uno sguardo e queste notizie mi arrivano da quanti disgraziatamente hanno letto e si sono ritrovati a seguire una spiritualità protestante.
Tantissimi versetti del Vangelo sono manipolati e si diffondono spiegazioni sbagliate, contrarie alla sana tradizione della Chiesa.
La confusione dottrinale è immensa. I commenti biblici più diffusi nelle omelie sono modernisti. Dove stiamo andando?
Scarsissima è la conoscenza della sana dottrina, della spiritualità cristiana come l'hanno vissuta i Santi. E l'ultimo è stato San Giovanni Paolo II, che interroga i Pastori impegnati in tante altre cose e dimentichi delle cose essenziali: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta" (Lc 10,42-43).
Nei giorni scorsi ho spiegato l'aridità. E’ un tema certamente importante della spiritualità. La mancata conoscenza mantiene i credenti in uno stato confuso e bloccato, inoltre non permette ad essi di conoscere i motivi degli sbalzi di fervore.
Se consideriamo le pochissime testimonianze autentiche che si vedono, tra i cattolici praticanti sono pochi quelli che conoscono il vero cammino di Fede. La maggior parte segue le proprie opinioni e non la Verità del Vangelo.
Tra i tanti aspetti consideriamo il dato che riguarda i politici in Parlamento di estrazione cattolica. Non c'è traccia in essi di impegno cristiano e di difesa dei valori non negoziabili. Qualcos'altro li abbaglia più della Fede che dicono di possedere.
La vera Fede è scomparsa un po’ ovunque. C’è un crescendo di indifferenza verso il Vangelo e si privilegia il proprio pensiero.
La responsabilità non è tutta da attribuire ai credenti. E’ vero che molti non hanno desiderio di impegnarsi di più e di rinnegarsi in ciò che non è lecito. La mancanza che si avverte di più è la formazione. Più che parlare di aspetti davvero ininfluenti, le omelie devono formare i credenti, e illuminarli sul Vangelo vivo. Bisogna rimettere Gesù al centro di tutto. Siamo cristiani perché Lui è il nostro Dio.
La Visitazione mostra la grande Fede della Beata Vergine. Ogni suo gesto scaturisce dalla volontà di Dio. Il Magnificat è l'inno di una Creatura impareggiabile, senza eguali. Solo Lei poteva elevare un cantico così intenso di amore per Dio e pieno di riferimenti biblici.
Chiediamo alla Madonna di visitarci spesso e di farci conoscere il vero Volto di Gesù. Solo i suoi devoti hanno questo privilegio.
Buona preghiera a tutti.

 

English Edition
Catechesis # 33
A - Without the guidance of the Holy Spirit our prayer would remain human and unable to rise from the ground.
B - Do not feel the presence of Jesus is a painful suffering. The soul is concerned about not being worthy, asks about the reason of aridity and often breaks down.
C - In sadness, understood as a degradation, pain, oppression that comes from suffering, the good and spiritual souls build their perfection and integrity.
D - True Devotion to Mary is established in imitation of her virtues, in the humble and respectful language, in holy deeds, in sincere thoughts.

 

27/05/2014
A - In these days the liturgy focuses on the Paraclete, the Holy Spirit appellation, a term which means comforter, intercessor. This explains why the highlighted words from Jesus: "It is well for you that I go away: because if I do not go, the Paraclete will not come to you; but if I depart, I will send him to you." The mission of the Holy Spirit is to comfort, sanctify. He is the intercessor with the Father and the Son.
He is the Divine Intercessor, is the Love of the Blessed Trinity and the believers require its presence to pray well, to address wise words to God. Without the guidance of the Holy Spirit our prayer would remain human and unable to rise from the ground.
Devotion to the Holy Spirit is quite confusing among Christians. It 'a mistake to pray him without love and long voice prayers are useless without the participation of the heart. In these circumstances, the Holy Spirit does not make any visit and the believer comes to be mistaken, impairing its spiritual life.
In order to increase the devotion to the Holy Spirit we must begin to practice, at work and in daily life, the human and Christian virtues. Only when the Christian struggle to acquire these virtues, his soul is ready to efficiently receive the Grace of the Holy Spirit. With joy and concern the Third Person of the Holy Trinity gives his gifts: the gift of wisdom, understanding, counsel, fortitude, knowledge, piety, fear of God.
The joy of the Holy Spirit to infuse his gifts is infinite. The obstacle is posed by the lack of preparation of the believer.
Today we have to reflect on the obstacles that prevent the Holy Spirit to fill us with His gifts. What sins are repeated so often?
It is not a reflection of a few minutes, it is not fulfilled in the din and without an honest interior searching. This Divine Spirit is Love. He searches in continuation pure and good hearts to enter and perform wonders of Graces.
We must prepare for the solemnity of Pentecost in a new way. It’s our commitment to establish the coming of the Holy Spirit in us. He does not release his gifts casually. A meeting between lovers and the Beloved must happen. After the solemnity of the Ascension,  that will be next Sunday, we’ll carefully meditate on the gifts of the Holy Spirit.
It is important to remember that only the loyalty to the Graces and the inspirations we receive from the Holy Spirit, makes us docile to follow the spiritual direction. Without this openness, there is not the ability to deny himself to follow the will of God
Good prayer at all.

05/29/2014
B - The initial sentence that opens the Gospel of today leaves everyone surprised, it seems an enigma difficult to understand. "A little, and ye see me no more, a little while and you will see me." The reference does not relate to his Resurrection and appearances before the Ascension. He is not to act in this case.
This is not a physical vision of Jesus, but certainly anticipates the spiritual state in which the Apostles will be when they will remain alone, after His Ascension. With delicate care Jesus anticipates the spiritual suffering that they will begin to feel inwardly when alone. When Jesus spoke these words they did not know the spiritual life, and had adequately to assimilate the teachings of the Lord.
The teachings of Jesus do not bring suffering. They had yet to understand the causes and remedies to overcome the moral trials.
Being with Jesus, the Apostles consider themselves strong and do not reflect on what will come after, either to exorcise this idea or to try not to panic. With Jesus, enemies vanish and nobody no longer bother them too much. They live as if in a bell jar and nothing is lacking to their daily needs.
What will happen, however, when Jesus will no longer be with them and they will have to fend for themselves?
"A little, and ye see me no more, a little while and you will see me."
Jesus wants to say that the disturbance axles when the person no longer sees Him. Not sees Him with the eyes of Faith, due to the disturbance that breaks down and blurs. Do not see is intended in the sense of not feel the presence of Jesus, and it is always a pain. The Apostles in the past had not had this experience. Until now had remained for three years with Him
Do not feel the presence of Jesus is a painful suffering. The soul is concerned about not being worthy, asks about the reason of aridity and often breaks down. Many good souls before aridity stop in the journey of  Faith and most of the time they return back to lead a dissipated life. They go to Mass and recite the prayers, perhaps without heart, without experiencing true love.
The dryness is a drama if there is no help of an experienced spiritual Father. The aridity occurring with an inner coldness that does not produce a more loving and trusting prayer. There's insensitivity towards the things of God and everything seems fruitless.
In fact, when the dryness is caused by the fault of the person, there is no reason to rejoice and you must give yourself time to seek remedies, especially Confession. Along with the effort to understand the reasons of aridity in a serene reflection.
The dryness can also be caused by God.  In this case it is a blessed dryness. The person is struck by a sense of inner emptiness and no longer feels the desire to pray, to do penance, to observe spiritual rituals. He is faced with a dilemma. He does not react and lets continue the state of dryness, running out considerably in the journey of Faith, or he reacts and with sacrifices continues to comply with the prayer, penances, spiritual rituals.
When the cause is personal the dryness is never a good companion. Instead if it comes from God is always a blessing.
God allows dryness to push the person away from assistance of the Holy Spirit. He must begin to walk alone, like a child when he has to learn to walk and his mother lets him go but continues to protect him.
"You will be in sadness, but your sorrow will turn to joy." The spiritual journey has moments of fervor, of great fervor and desolation. There is sadness and then joy, when you feel the presence of Jesus and  days of inner emptiness. How to fill this void? Here God calls us to control impulses and to continue to practice our Faith as in the past.
There are also moments of great tribulation for the believer. "You will weep and mourn, but the world will rejoice." Who does not groan under the harsh suffering? It has to be distinguished who supports it by who suffers and reacts without respect to Jesus.
For the weak who turn away from Jesus the life will become tough and full of ruins, while for the true believers there is a continuous spiritual resurrection: "You will be in sadness, but your sorrow will turn to joy."
Good prayer at all.

05/30/2014

C - Today's liturgy presents to us the last verse of the Gospel of yesterday. It does it to hook the text that follows in Chapter 16. They are very important words to believers. The reflection of this verse has helped generations of Christians not to give up and resist with love before painful trials. "Verily, verily, I say unto you: you will weep and mourn, but the world will rejoice. You will be in sadness, but your sorrow will turn to joy."
There is a first effect that comes out in the evidences that we are subjected for various reasons. It is the cruel exultation of our enemies, in many cases also of family members and relatives when the persecution is internal. Who can rejoice in the suffering of others? Those people who do not love and who need our prayers. Although they persecute us, we must pray for them. It 'a duty to our total membership to the Gospel of Jesus
When the suffering visits us, and everything seems to be in the hands of Satan, the reaction of  believers confident in the intervention of the Lord and loving the Virgin Mary it is the prayer. They begin to pray more and to move away from sins, from the situations which cause dissipation and dryness. There is always dryness when the believer feels drained and boredom when he prays. I’ll return on this later on, and I continue the initial speech.
The world rejoices for our suffering. But if we are with Jesus, those who rejoice are not with Jesus. That's for sure, and I do not say that they are with Satan. Let God judge on this point. For sure they are not living with Jesus. Perhaps they live an apparent religiosity with the Mass and a few prayers. A dummy religiosity is bearer of hallucinations.
Should not scare the rejoicing of those who do not love us. This vengeful spirit will perhaps be their downfall and we do not like this.
We do not focus on the wickedness of others. It 'a waste of spiritual energy, also considering that we can get to fall into serious sins with the judgments and curses. In sadness, understood as a degradation, pain, oppression that comes from suffering, the good and spiritual souls build their perfection and integrity.
Here is that the sadness turns to joy for the confidence in Jesus and Mary, a joy more and more consistent.
With great confidence in Them and with the joy that warms the soul, sooner or later all sufferings are going to end. How long plagued physically or morally this disappears or is placed so as not to cause more suffering, though not as we had hoped because of the hardness of others. But it has an end.
The spiritual joy that comes from the Holy Spirit transforms the person, takes away the sadness and replaces it with good feelings. It establishes a spirituality full of love and mercy, forgiveness and understanding toward those who do not love us.
The way forward must direct us to the attainment of the joy that God bestows. An inner joy that the world does not know and for that persecutes the true believers who possess it. With this joy we can always overcome every trial and all the suffering that visit us, physical and moral. Who is now in sadness must look up and believe in the safe intervention of Jesus. Trust in Him is a great act of Faith.
Sadness can also come from aridity. I take the argument of yesterday to develop it again. It is a spiritual-psychological feeling of boredom and failure. There is no longer a desire to produce acts of devotion and religious meditation. The dryness can be found in various stages of the spiritual life, so ascetic that mystics. Its greatest expansion takes place in the dark night.
An autobiographical of St. Bernard describes very well the various symptoms of this desolation: "This languor and dullness of mind invaded me, this weakness and sterility of soul, this lack of devotion. As it dried so my heart? It is such  the hardness of heart that already cannot be moved nor shed a tear. I cannot enjoy anymore in chanting. I find spiritual reading tasteless, and prayer has lost its charm for me ... I feel lazy in manual labor, drowsy vigils, inclined to get angry, stubborn in my aversion ... ".
This great Saint has experienced drought as God's intervention to push him to walk with his legs.
The dryness is also expressed in these terms: dry, languor of the soul, dullness of mind, hardness of heart, lack of devotion, boredom.
Produces prolonged sensation of mental and emotional annihilation, impossible to overcome. It develops within affective and extends to the whole psychic and spiritual activity: hitting the prayer in the first place, but also the decisions and the action, the reflection and spiritual reading.
When the dryness comes from God is because He sees the soul engaged in a sincere way and wants to raise it to a high perfection. He causes the transition from sense to spirit, from the sensible to the theological life. He wants to pass the soul from sensible fervor to arid and cognitive love. For this reason, the person accustomed to the feelings, is suddenly empty and disoriented.
The person feels so strong kickback and is located in confusion. His conscience is not prepared to taste the delicate flavor of love of God. Suffered and sought love is better, and in the dryness it makes this experience.
Considered in this light, the dryness becomes an integral part of the ascetic path. They are the efforts being made to climb the Mount, which make the meaning of ascension. Ascend, so, as to rise, soar, climb with all your strength up.
The aridity seen in this perspective is a necessary element that drives much in the way of Faith and procures love for God, accordance with Christ, purification of the sensitive energy and reinforcement of spiritual energy.
The efforts that apply in the aridity to pray well even without fervor and in a state of boredom and laziness, lead to a high maturity and respect of the person both spiritually and intellectually. The maturity is manifested in all the activities that require constant devotion, prayer, suffering, cohabitation, apostolate.
You must be able to distinguish the dryness caused by personal faults, that are fade fervor, from blessed aridity. It is difficult to understand it. Commit yourself anyway and get help from experts Priests. A test to see if the dryness is blessed, it is the choices you make when the fervor fades: if you go back to fall back into serious sins than before, and to seek the pleasures of the world, that aridity is not coming from God, is not blessed .
However, even if it is not caused by serious sins, the aridity  may come from natural indolence to pray, to devote time to the spiritual life. Let us be always closed to Jesus and no one can take away our joy.
Good prayer at all.

05/31/2014

D - The greatness of  Mary are ineffable and only God can speak about it properly. We stammer something, we beg Her and we strive every day to get closer to Her. The real test of the proximity to the Mother emerges when one plays Her feelings. This operation is not performed by the believer, but it is the action taken by the Madonna which transmits these Graces to her true devotees.
Without the cooperation and the desire of the believer these Graces will not come, because they would be wasted.
True devotion to Our Lady is established in imitation of her virtues, in the humble and respectful language, in holy deeds, in sincere thoughts. It is not enough to pray the Rosary or go on a pilgrimage to the places of apparitions. This is still an outward devotion.
In addition to the prayers and even before the prayers must be developed the inner love toward Her.  A love that should lead the believer to deny himself, and to decide to begin a new life guided by the Gospel.
The main impediment to his is the lack of knowledge of the virtues of the Virgin Mary. It is missing the approach to good books, and the listening to Marian catechesis, imbued with the teachings of the great apostles of the past centuries, devotees of the Mother of God
For several decades instead many modernists books,  impregnated with heresies, are circulating. Books that do not deserve to get a look at, and  this news I get from many who unfortunately red and were left to follow a Protestant spirituality.
Many verses of the Gospel are manipulated and spread wrong explanations, contrary to the sound tradition of the Church.
The doctrinal confusion is immense. The most common biblical commentaries in the homilies are modernists. Where are we going?
Very little is the knowledge of sound doctrine of Christian spirituality as it has been  experienced by the Saints. And the last was St. John Paul II, who questions the pastors involved in many other things and forget the essential things: "Martha, Martha, you  are careful and troubled about many things, but there is only one thing that it is needed. Mary has chosen that good part, which shall not be taken from her "(Luke 10.42-43).
A few days ago I explained the aridity. Certainly it is a major theme of spirituality. Ignorance keeps believers in a confused and locked state, and also does not allow them to know the reasons for the sudden fervor.
If we consider the very few authentic testimonies which are seen, among practicing Catholics, few are those who know the true path of Faith. Most follow their own opinions and not the Truth of the Gospel.
Among the many aspects we consider the data that relates to the politicians in the Parliament of  Catholic extraction. There is no trace in them of Christian commitment and defense of non-negotiable values. Something else dazzles them most of the Faith they claim to possess.
True Faith is gone a bit 'everywhere. There is a growing indifference to the Gospel and our own thought is privileged
The responsibility is not all to be attributed to believers. It’s true that many of them have no desire to do more and to deny themselves in that which is not lawful. The lack is felt most is the training. Rather than talking about issues really irrelevant, homilies should form the believers, and enlighten them about the alive Gospel. We have to put Jesus again at the center of everything. We are Christians because He is our God
The Visitation shows the great Faith of the Blessed Virgin. Her every gesture comes from the will of God. The Magnificat is a hymn of an inimitable Creature, unmatched. She could only raise a sing so intense of love for God and full of biblical references.
We ask Our Lady to visit us often and let us know the true Face of Jesus. Only his devotees have this privilege.
Good  prayer  at all.

Traduzione in Spagnolo

A – En estos días la liturgia habla del Paráclito, nombre del Espíritu Santo, término que significa consolador, intercesor.
B – La primera frase del Evangelio de hoy deja sorprendido a todo el mundo, parece un enigma dificil de comprender: “Todavía un poco, y no me veréis; y de nuevo un poco, y me veréis”(Gv 16, 16).
C – La liturgia de hoy presenta el último versículo del Evangelio de ayer para conectarse con el capítulo 16.
D – La grandeza de la Madre de Dios es inefable y sólo Dios puede hablar de Ella de forma apropiada. Nosotros tartamudeamos, rezamos y ententamos de scercarnos a Ella cada día más.

27/05/2014

A – En estos días la liturgia habla del Paráclito, nombre del Espíritu Santo, término que significa consolador, intercesor. Esto explica las palabras de Jesús: “Os conviene que yo me vaya; porque si no me fuera, el Consolador no vendría a vostro; mas si me fuere, os lo enviaré” (Gv 16, 7). La misión del Espíritu Santo es consolar, santificar e interceder ante Dios y su Hijo.
Es intercesor divino, es el Amor de la Santísima Trinidad y los creyentes necesitan su presencia para poder rezar bien, para dirigirle a Dios palabras sabias. Sin el Espírito Santo nuestra oración quedaría humana y no podría elevarse de la tierra.
La devoción al Espíritu Santo es bastante difundida entre los cristianos, es un error rezar sin amor y son inútiles las oraciones vocales sin la participación del corazón. En estos casos el Espíritu Santo no visita al creyente que se engaña deteriorando su vida espiritual.
Para acrecentar la devoción al Espíritu Santo tenemos que practicar las virtudes humanas y cristianas tanto en el trabajo como en la convivencia de todos los días. Solo cuando el cristiano lucha para obtener las virtudes, su alma está dispuesta a recibir de manera eficaz la Gracia del Espíritu Santo. La tercera Persona regala con júbilo sus dones: don de sabiduría, entendimiento, ciencia, consejo, piedad, fortaleza y temor.
Infundir sus dones es motivo de infinito júbilo para el Espíritu Santo, el obstáculo es la falta de disposición del fiel.
Hoy tenemos que reflexionar sobre los obstáculos que impiden que el Espíritu Santo nos infunda sus dones. ¿Cuáles pecados repetimos a menudo?
No es una reflexión de unos minutos, no se puede responder a esta pregunta sumergidos en el ruido y en la confusión y sin una sincera búsqueda interior. El Espíritu Divino es Amor que busca corazones puros y bondadosos sin interrupción para entrar en ellos y hacer maravillas de Gracias.
Tenemos que prepararnos para la solemnidad de Pentecostés de forma nueva, nuestro compromiso establece la llegada del Espíritu Santo en nosotros. No infunde sus dones de forma casual, es necesario un encuentro entre quien ama y el Amado. Después de la solemnidad de Ascensión del próximo domingo meditaremos en detalle los dones del Espíritu Santo.
Es importante recordar que solo la fidelidad a las Gracias e inspiraciones que recibimos del Espíritu Santo nos hacen dóciles para seguir en el camino espiritual. Si falta la docilidad no hay manera de renegar de nosotros para seguir la voluntad de Dios. Que todo el mundo reze bien.

B – La frase inicial del Evangelio de hoy deja a todos sorprendidos, parece un enigma difícil de entender. “Todavía un poco, y no me veréis; y de nuevo un poco, y me veréis”(Gv 16, 16). No se refiere ni a la resurrección ni a las apariciones ante de la Ascensión, no es El quien actua en este caso.
No se trata de una visión física de Jesús mas adelanta el estado espiritual de los Apóstolos cuando quedarán solos, después de su Ascensión. Con un amor materno Jesús adelantael sufrimiento espiritual que sufrirán cuando estarán solo. Cuando Jesús pronuncia estas palabras ellos no conocen la vida espiritual y por eso tenían que asimilar de forma adecuada la enseñanza del Señor.
La enseñanza de Jesús no lleva sufrimiento, ellos todavìa tenían que comprender las razones y los remedios para las pruebas morales.
Los Apóstolos, cuando están con Jesús, se consideran fuertes y no reflexionan sobre lo que pueda pasar después tanto para exorcizar la idea misma, como para no tener miedo. Con Jesús los enemigos escapan y nadie los molesta. Están protegidos y no les falta nada de lo que necesitan para vivir.
¿Qué pasará cuando Jesús ya no estará con ellos y tendrán que arreglárselas solos?
“Todavía un poco, y no me veréis; y de nuevo un poco, y me veréis”(Gv 16, 16).
Jesús quiere decir que la turbación llega cuando ya no se ve El, no se ve con los ojos de la Fe por la turbación cegadora. No poder ver significa no apercibirla presencia de Jesús y siempre es un sufrimiento. Los Apóstolos no habían vivido nunca esta situación antes, sino quedaron con El durante tres años hasta aquel momento.
No apercibir la presencia de Jesús es un gran sufrimiento; el alma se preocupa y piensa que ya no está digna, no conoce la razón de su aridez y se desanima. Muchas almas buenas interrumpen su camino de Fe frente a la aridez y vivir una vida disipada. Van a la Misa y rezan quizás sin corazón, sin sentir un amor verdadero.
La aridez tiene que sanearse con la ayuda de un padre spiritual. La aridez se presenta como un frío interior que no produce una oración amorosa y confiada, crece la insensibilidad hacia lo que es de Dios y todo parece vano.
Cuando el motivo de la aridez son las culpas de la persona, hay que buscar inmediatamente los remedios, sobre todo la Penitencia junto con el esmero de comrender y reflexionar sobre las causas de la aridez.
La aridez podría también ser Dios quien la causa, en este caso es una aridez bendita. La persona advierte un sentido de vacío interior y ya no apercibe el deseo de rezar, de hacer actos de mortificación y de seguir los ritos espirituales. A esta altura del partido hay dos posibilidades: no reaccionar y seguir en el estado de aridez o reaccionar y, con sacrificios, seguir con las oraciones, con la mortificación y los ritos espirituales.
Cuando la aridez es personal nunca es una buena compañera, siempre es una bendición cuando es Dios quien la quiere.
Dios permite la aridez para hacer que la persona se libere de la ayuda del Espíritu Santo porque tiene que empazar a caminar con tus pies, como un niño que tiene que aprender a caminar y su madre lo deja pero sigue protegiéndolo.
“Estaréis tristes, pero vuestra tristeza se convertirá en gozo”.El camino espiritual tiene su altibajos. Hay tristeza y luego gozo, dias en que se advierte la presencia de Jesús y dias de vacío interior. ¿Cómo llenar este vacío? Dios nos invita a controlar los impulsos y a seguir practicando la Fe como en los tiempos pasados.
Hay momentos de tribulación en la vida del cristiano: “lloraréis y os lamentaréis, y el mundo se alegrará”. ¿Quién no se lamenta en la hora del sufrimiento? Hay que distinguir quien soporta con Fe y quien reacciona sin respetar a Jesús.
Los débiles que se van de Jesús tendrán una vida llena de obstáculos mientras para los creyentes habrá una vida de resurrección espiritual: “Estaréis tristes, pero vuestra tristeza se convertirá en gozo”. Que todo el mundo reze bien

30/05/2014

C – La liturgia de hoy presenta el último versículo del Evangelio de ayer para conectarse con el capítulo 16. son palabras muy importantes para los creyentes, la reflexión sobre este versículo ayudó a generaciones de cristianos a resistir con amor frente a pruebas muy dolorosas. En verdad, en verdad os digo que lloraréis y os lamentaréis, y el mundo se alegrará. Estaréis tristes, pero vuestra tristeza se convertirá en gozo.
Hay una primera consecuencia de nuestras pruebas, o sea la exultación cruel de nuestros enemigos y, en muchos casos, también de los familiares cuando la persecución es interna. ¿Quién puede exultar del dolor de los demás? Las personas que no aman y no necesitan nuestras oraciones. Aunque nos persigan, tenemos que rezar por ellos, es necesario para nuestra adhesión total al Evangelio de Jesús.
Cuando el sufrimiento nos visita y todo parece en las manos de satán, la reacción de los creyentes que tienen confianza en la ayuda de Dios y están enamorados de la Virgen es la oración; empiezan a rezar más y se despiden de los pecados, de todo lo que pueda llevar aridez. Siempre hablamos de aridez cuando el creyente se siente vacío y reza con aburrimiento. Seguiremos con esto más tarde.
El mundo exulta para nuestro dolor pero si nosotros estamos con Jesús los que exulten no están con El, esto está seguro y no afirmo que están con satán. Dejamos que sea Dios quien judique. Seguro que no están con Dios, viven quizás en una religiosidad simulada con la Misa y unas oraciones.
La exultación de los que no nos aman no tiene que espantarnos, este sentimiento de venganza podría ser su ruina y nosotros no estamos contentos con esto.
No nos centremos en la maldad de los demás, sería un desperdicio de energías espirituales tenendo en cuenta también que se puede caer en pecados graves con los juicios y las imprecaciones. En la tristeza, en el dolor, en la opresión debida al sufrimiento las animas buenas y espirituales contruyen su perfección y su integridad.
Así la tristeza se convierte en gozo gracias a la confianza en Jesús y la Virgen, un gozo cada vez más grande.
Con una gran confianza en Ellos y con la alegría que llena el alma, ytarde o temprano cada sufrimiento termina. Los que nos dañaba en el físico o moralmente desaparece o se arregla de manera que ya no sea causa de dolor, aunque no como esperábamos pero termina.
El gozo spiritual que viene del Espíritu Santo transforma a las personas y remplaza la tristeza con sentimientos buenos, se establece una espiritualidad llena de amor y misericordia, de perdón y comprensión.
Nuestro camino tiene que llevarnos al gozo que Dios dona, un gozo interior que el mundo no conoce y por esto persigue a los creyentes que lo poseen. El gozo nos permite ganar las pruebas y todos los sufrimientos, físicos y morales. Quien hoy se encuentre en la tristeza tiene que mirar hacia arriba y creer que Dios va a actuar. La confianza en Dios es un acto de Fe muy grande.
La tristeza puede llegar de la aridez, es una sensación psicológica-espiritual de aburrimiento e incapacidad, desaparece el deseo de actos de devoción y meditación religiosa. La aridez se puede encontrar en distintas etapas de la vida espiritual, su máxima expansión se realiza en la noche oscura.
San Bernardo describe muy bien los síntomas de esta desolación cuando en un relato autobiográfico cuenta que le inavdieron una languidez y una mente obtusa, una debilidad y esterilidad del alma, una ausencia de devoción. Pues se pregunta cómo se secó su corazón. La dureza de su corazón es tanta que ya no puede conmoverse ni llorar. El dice que ya no le gusta salmodiar, la lectura espiritual le resulta insípido, la oración había perdido su encanto. Se sentía perezoso en el trabajo manual, tenía sueño durante las velas, se enfadaba más y seguía obstinado en su aversión.
Este Santo sintió la aridez que quiso Dios para que aprendera a caminar solo.
La aridez produce una sensacion de anuquilación mental y afectiva imposible de superar. Se desarrolla en el ámbito afectivo y se extende a toda la actividad psíquica y espiritual: afecta la oración, las decisiones, la acción y la reflexión.
Cuando es Dios quien quiere la aridez porque ve el alma comprometida en un camino sincero y quiere para ella un nivel más alto de perfección, causa el pasaje de la esfera sensorial a la espiritual, a la vida teologal.
El amor que se gana con el sufrimientto es mejor y en la aridez se vive este dolor.
La aridez llega a ser parte del camino ascético, son los esfuerzos para subir a la montaña, ascender, escalar con todas nuestras fuerzas hacia el alto.
La aridez es un elemento necesario para el camino de Fe y conlleva amor hacia Dios, conformidada con Cristo, purificación de la energía sensible y una mayor energía espiritual.
En momentos de aridez, los esmeros para rezar bien, aun sin fervor y en estado de aburrimiento, llevan a una madurez espiritual e intelectual elevada. La madurez se manifiesta en todas las actividades que requieren dedicación constante, oración, sufrimiento, convivencia, apostolado.
Hay que distinguir la aridez debida a culpas personales que hacen desaparecer el fervor y la aridez bendita. Es dificil entenderlo, pedid ayuda a sacerdotes expertos. Un indicio para comprobar si la aridez es bendita está en la observación de lo que se hace cuando el fervor desaparece: si volvemos a nuestros pecados y perseguimos los placeres del mundo no es aridez bendita.
La aridez podría ser también una consecuencia de una indolencia natural a la hora de rezary dedicar tiempo a la vida espiritual. Tenemos que estar siempre muy cerca de Jesús, así nadie podrá quitarnos nuestro gozo. Que todo el mundo rece bien.

31/05/2014
D – La grandeza de la Madre de Dios es inefable y sólo Dios puede hablar de Ella de forma apropiada. Nosotros tartamudeamos, rezamos y ententamos de acercarnos a Ella cada día más. La cercanía a la Virgen aflora cuando nos adorna con sus sentimientos, esto no es mérito del creyente, es nuetsra Madre que dona las Gracias a sus devotos.
Sin la colaboración y el deseo del creyente las Gracias no llegan, serían un desperdicio.
La verdadera devoción a la Virgen está en la imitación de sus virtudes, en el lenguaje humilde y respetuoso, en los actos santos, en los pensamientos sinceros. No es suficiente rezar el Rosario o hacer peregrinajes.
Con las oraciones tenemos que desarrollar un amor interior por ella, un amor que haga que el creyente renegue de si mismo y empiece una vida nueva siguiendo el Evangelio.
El mayor obstáculo es la falta de conocimiento de las virtudes de la Virgen, no se conocen los libros buenos y no se presta atención a la enseñanza de los Apóstolos de los siglos pasados, devotos de María.
Desde hace unos años circulan muchos libros modernistas llenos de herejías y muchas personas terminan siguiendo una espiritualidad protestante. Se manipula el Evangelio y se difunden explicaciones contrarias a la tradición de la Iglesia.
La confusión doctrinal es inmensa, los comentarios más difusos en las prédicas son modernistas. ¿A dónde estamos yendo?
El escaso conocimiento de la doctrina, de la espiritualidad cristiana como la vivieron los santos interroga a los sacerdotes comprometidos en muchas cosas y que se olvidaron las más esenciales: Marta, Marta, te preocupas y te agitas por muchas cosas; y hay necesidad de pocas, o mejor, de una sola. María ha elegido la parte buena, que no le será quitada (Lc 10, 41-42).
Entre los católicos practicantes son pocos los que conocen el verdadero camino de Fe, la mayoría persigue su opiniones, no la Verdad del Evangelio.
Por lo que atañe a los políticos “católicos” no se ve en ellos un compromiso cristiano de defensa de los valores no negociables. Hay otro que los atrae más que la Fe que dicen poseer.
La Fe verdadera desapareció casi por doquier y hay una indiferencia cada vez más grande por el Evangelio. Se privilegian los pensamientos de cada uno.
Los creyentes no tienen toda la responsabilidad. Muchos no tienen el deseo de comprometirse y de renegar a si mismos. Hay una falta de formación: las prédicas deberían instruir a los creyentes. Tenemos que poner Dios en todo, tiene que ser el centro. Somos cristianos porque El es nuestro Dios.
La Visitación muestra la gran Fe de la Virgen, cada acto es voluta de Dios. El Magníficat es el himno de un Ser sin pares.
Pedímole a la Virgen que nos visite a menudo y que nos haga conocer la verdadera cara de Jesús. Sólo sus devotos tienen este privilegio. Que todo el mundo rece bien.

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