Cardinali, Vescovi e Sacerdoti prendete esempio da Papa Francesco e cominciate veramente a mettere in atto il Vangelo di Gesù. Il demonio esiste è una realtà e inutile che vi nascondete dietro alle malattie Psichiatriche, i malati vanno verificati caso per caso, se c'è l'intervento del demonio oppure no, bisogna fare discernimento.

Il Papa: il demonio non si vince con atteggiamenti a metà, seguire Gesù senza sfumature.

2013-10-11 Radio Vaticana

Dobbiamo sempre vigilare contro l’inganno del demonio. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha sottolineato che non si può seguire la vittoria di Gesù sul male “a metà” e ha ribadito che non dobbiamo confondere, relativizzare la verità nella lotta contro il demonio. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Gesù scaccia i demoni e qualcuno comincia a dare spiegazioni “per diminuire la forza del Signore”. Papa Francesco incentra l’omelia sul Vangelo odierno e subito sottolinea che sempre c’è la tentazione di voler sminuire la figura di Gesù come fosse “al massimo un guaritore”, da non prendere “tanto sul serio”. Un atteggiamento, ha osservato, che è “arrivato ai nostri giorni”:
“Ci sono alcuni preti che quando leggono questo brano del Vangelo, questo e altri, dicono: ‘Ma, Gesù ha guarito una persona da una malattia psichica’. Non leggono questo qui, no? E’ vero che in quel tempo si poteva confondere un’epilessia con la possessione del demonio; ma è anche vero che c’era il demonio! E noi non abbiamo diritto di fare tanto semplice la cosa, come per dire: ‘Tutti questi non erano indemoniati; erano malati psichici’. No! La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio”.

Per questo, ha avvertito, “non dobbiamo essere ingenui”. Il Papa ha, quindi, osservato che il Signore ci dà alcuni criteri per “discernere” la presenza del male e per andare sulla “strada cristiana quando ci sono le tentazioni”. Uno dei criteri è di “non seguire la vittoria di Gesù sul male” solo “a metà”. “O sei con me – dice il Signore – o sei contro di me”. Gesù, ha soggiunto, è venuto a distruggere il demonio, “a darci la liberazione” dalla “schiavitù del diavolo su di noi”. E, ha ammonito, non si può dire che così “esageriamo”. “In questo punto – ha detto – non ci sono sfumature. C’è una lotta e una lotta dove si gioca la salute, la salute eterna, la salvezza eterna” di tutti noi. C’è poi il criterio della vigilanza. “Dobbiamo sempre vigilare – ha esortato il Papa – vigilare contro l’inganno, contro la seduzione del maligno”:
“E noi possiamo farci la domanda: ‘Io vigilo su di me, sul mio cuore, sui miei sentimenti, sui miei pensieri? Custodisco il tesoro della grazia? Custodisco la presenza dello Spirito Santo in me? O lascio così, sicuro, credo che vada bene?’ Ma se tu non custodisci, viene quello che è più forte di te. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. La vigilanza! Ma, tre criteri, eh! Non confondere la verità. Gesù lotta contro il diavolo: primo criterio. Secondo criterio: chi non è con Gesù, è contro Gesù. Non ci sono atteggiamenti a metà. Terzo criterio: la vigilanza sul nostro cuore, perché il demonio è astuto. Mai è scacciato via per sempre! Soltanto l’ultimo giorno lo sarà”.

Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, ha rammentato il Papa, “si aggira per luoghi deserti, cercando sollievo e non trovandone dice: ‘Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito’. E quando la trova “spazzata e adorna”. Allora va, “prende altri sette spiriti peggiori di lui, vengono e prendono dimora”. E, così, “l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima”:
“La vigilanza, perché la strategia di lui è quella: ‘Tu ti sei fatto cristiano, vai avanti nella tua fede, io ti lascio, ti lascio tranquillo. Ma poi quando ti sei abituato e non fai tanta vigilanza e ti senti sicuro, io torno’. Il Vangelo di oggi incomincia con il demonio scacciato e finisce con il demonio che torna! San Pietro lo diceva: ‘E’ come un leone feroce, che gira intorno a noi’. E’ così. ‘Ma, Padre, lei è un po’ antico! Ci fa spaventare con queste cose…’. No, io no! E’ il Vangelo! E queste non sono bugie: è la Parola del Signore! Chiediamo al Signore la grazia di prendere sul serio queste cose. Lui è venuto a lottare per la nostra salvezza. Lui ha vinto il demonio! Per favore, non facciamo affari con il demonio! Lui cerca di tornare a casa, di prendere possesso di noi… Non relativizzare, vigilare! E sempre con Gesù!”.

 

Nel 1972 Papa Paolo VI affermò che la maggiore necessità della Chiesa odierna è che noi riconosciamo e superiamo la realtà del demonio che non è soltanto un’idea o una costruzione sociale, come molti invece vogliono farci credere, ma un agente effettivo, nelle parole del Papa, un essere vivo spirituale, pervertito e pervertitore.

Nel 1974 una rivista medica inglese ha discusso la preghiera di liberazione come un possibile aiuto nel trattamento della schizofrenia.

In Inghilterra, negli ospedali, gli esorcisti anglicani e cattolici possono entrare liberamente a fare esorcismi sui malati di mente e molti vengono guariti. In Italia non si potrebbe dire, perché si parla dell’oscurantismo della Chiesa medioevale, ma dell’oscurantismo delle mode di oggi non se ne parla mai. Ci sono degli oscurantismi cosiddetti "scientifici", che fanno paura!

Padre Matt Linn dice: recentemente siamo venuti a conoscenza di un esempio drammatico di preghiera di liberazione per aiutare coloro che hanno problemi psicologici. Eravamo in visita ad un terapista del Rinnovamento, nel Connecticut, che aveva curato 32 suoi pazienti per non meno di 2 anni di cura. Egli invitò una donna del Rinnovamento, nota per il suo dono di discernimento degli spiriti, per valutare ognuno di questi pazienti. Senza che le fosse stato detto nulla riguardo la loro storia di pazienti, questa signora seppe diagnosticare correttamente il problema di ciascuno e le sue radici; e indicare se qualche spirito maligno fosse connesso al proprio problema psichico. Il terapista fu stupito dalla diagnosi esatta di tutte queste cose; era un dono che si chiama "di conoscenza". Dopo questo fu fatta la preghiera di liberazione su tutti questi 32 pazienti e in 28 di questi, casi la donna riconobbe la presenza di uno spirito maligno; dopodiché furuno fatte delle preghiera di liberazione e 27 su 28 pazienti furono liberati dalla malattia nel giro di qualche mesi.

Posso dire di una signora sulla quale avevano lavorato senza successo per tre anni gli psichiatri, per fermare una depressione parossistica. Fu fatta una drammatica preghiera di liberazione e questa donna fu liberata.

Qual è il legame tra la malattia emotiva e gli spiriti maligni?

La depressione è una malattia comune che è molto diffusa ed ha molte cause possibili.

Per esempio una depressione potrebbe avere una causa fisica primaria come ad esempio l’iperglicemia.

Naturalmente la depressione può essere causata da fattori emotivi o da traumi infantili e cose del genere, e qualche depressione può essere causata da fattori spirituali. In qualche caso ci potrebbe essere una depressione di origine traumatica su cui si è innestata anche qualche influenza maligna.

Ogni caso di depressione potrebbe essere causato da uno di questi fattori o da una loro combinazione; sarebbe quindi sbagliato avvicinare una persona depressa e dire: hai uno spirito di depressione. Non lo si può fare perché innanzi tutto questo potrebbe spaventare la persona e in secondo luogo non si può avere la certezza che la causa della depressione sia sempre uno spirito maligno. Potrei citare ancora tantissimi esempi ma mi fermo qui.

L'anno prossimo, nel terzo e ultimo libro che scriverò, se Dio vorrà,  tratterò ancora qualche argomento sul demonio e poi parlerò del Paradiso, perchè bisogna far conoscere questa meravigliosa e sublime Realtà che Dio ha preparato per tutti coloro che lo amano. Parlerò anche delle cose belle che ci attendono nell'aldilà cioè la Salvezza eterna della nostra Anima...

8/10/2013

Oggi è la festa liturgica della Madonna del Rosario, un grande giorno per chi è devoto del Rosario e ha scoperto la grande potenza di questa preghiera.

Considerando la straordinaria importanza del Rosario e il continuo invito che vi rivolgo di recitarlo ogni giorno e anche più volte se è possibile, in questa Catechesi inserisco un altro capitolo del libro, dal titolo: La preghiera preferita dai Santi.

«Se consideriamo la vita di tutti i Santi, oltre ad un amore infiammato verso la Madonna, troviamo come sua ovvia conseguenza un grande amore per il Santo Rosario. “Sulla devozione a Maria, i Santi ci insegnano che i suoi veri devoti sono da Lei amati e protetti con amore di tenerissima Madre e per mezzo di Lei sono certi di trovare Gesù e di ottenere il Paradiso. La devozione che la Chiesa ci raccomanda in modo speciale verso Maria Santissima è la recita del Santo Rosario”, ha scritto San Pio X nel Catechismo della Dottrina Cristiana.

Chi ama la Madonna, La prega con fiducia, La onora come una Regina, La invoca come la perfetta Madre di Dio. Il grande amore che si può avere per il Santo Rosario è una normale conseguenza dell’amore portato a Maria. È Lei a dare amore verso il Rosario, è la sua presenza a dare impulso alla recita perseverante del Rosario.

È da quasi mille anni la preghiera preferita dai Santi:

S.Caterina da Siena recitava quotidianamente parecchi Rosari interi e col suo Rosario convertiva tante anime da tenere occupati tutto il giorno vari confessori.

S.Tommaso Moro conservava per sé un Rosario a grossi chicchi di legno e a sua moglie ne donò uno d’oro, ma voleva che lo tenesse al collo quale ornamento femminile.

S.Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, dedicò la più bella cappella del Duomo di Milano alla Madonna del Rosario.

S.Filippo Neri reputava non gradito a Dio il giorno in cui non avesse recitato il Rosario intero.

S.Francesco di Sales, Vescovo e Dottore della Chiesa, recitava il Rosario intero ogni giorno e ci impiegava un’ora.

S.Francesco Saverio, il grande missionario delle Indie, portava il Rosario al collo quale difesa della sua persona dai pericoli materiali.

S.Pietro Claver distribuiva ogni anno circa 9.000 Rosari agli schiavi.

S.Luigi Gonzaga, dopo avere recitato il Rosario intero, fece voto di castità.

S.Gabriele dell’Addolorata, dopo aver recitato il Rosario intero nella Santa Casa di Loreto, fece la sua Confessione generale, poi andò a farsi passionista nel vicino convento di Morrovalle (Macerata).

S.Giovanni Battista de la Salle nella sua regola permette, come ricchezza nelle camere dei suoi religiosi, un grosso Rosario insieme ad un Crocifisso.

S.Alfonso dè Liguori fece voto “sub gravi”di recitare ogni giorno il Rosario intero. Al suo infermiere un giorno disse: “Dall’aver recitato un Rosario può dipendere la mia eterna salvezza”.

S.Giuseppe Cottolengo, fondatore della “Piccola Casa della Divina Provvidenza”, volle essere sepolto nella Cappella della Madonna del Rosario.

Il Beato Massias, laico domenicano, devotissimo del S. Rosario, in punto di morte confessò che con i suoi Rosari aveva salvato dall’inferno 1.400.000 anime.

S.Giovanni Berchmans, vicino a morire, volle essere composto sul letto di morte con tre cose: il Crocifisso, il Rosario, e la Regola, e disse: “Queste sono le tre cose che ho amato di più: con queste, muoio volentieri”.

S.Paolo della Croce non lasciò mai il Rosario. Sul letto di morte lo recitava ancora. “Non vede che non ne può più? Non si affatichi”, gli diceva l’infermiere. Ed il Santo: “Lo voglio dire finché son vivo; se non lo posso dire con la bocca, lo dirò col cuore”.

In altre pagine del libro ha trattato ampiamente della sconfinata devozione di Padre Pio alla Corona benedetta del Rosario.

Nei secoli passati molti Re e Regine mostravano con piacere la Corona del Rosario che recitavano ogni giorno. Oggi questo avviene molto raramente. Ricordiamo questi episodi:

Leopoldo il Granderecitava ogni giorno il S. Rosario senza rispetto umano.

Enrico Vvolle eretta nella sua cappella privata la confraternita del Rosario.

Giovanni Sobieski, combattendo contro i Turchi, aveva la Corona del Rosario intrecciata all’elsa della spada.

Emanuele Filiberto, dopo la vittoria di S. Quintino, entrava trionfatore in Torino con la Corona del Rosario in mano.

Maria Stuardatrovava nel Rosario il suo conforto.

Maria Clotilde e Cristina di Savoiarecitavano il Rosario intero ogni giorno.

Anche molti grandi uomini hanno trovato nel Rosario la forza per procedere nelle loro vicende della vita:

Daniele O’ Connell, l’eroe dell’Irlanda, chiamato d’urgenza alla Camera, dove si discuteva la legge per la libertà dell’Irlanda, rispose: “Lasciatemi finire il Rosario, che per la libertà della mia Patria vale più di ogni eloquente discorso”.

Andrea Hofer, il difensore del Tirolo contro Napoleone, dopo la vittoria sul monte Isel, disse ai suoi soldati: “Non tanto le palle del fucile quanto le palline del Rosario furono quelle che ci fecero vincere la battaglia”.

Federico Ozanamsi convertì vedendo il celebre scienziato Ampère che recitava il Rosario.

Silvio Pellicorecitava il Rosario sovente e la sua Corona si conserva ancora nella sua casa di Cavazza (Saluzzo).

Alessandro Manzoniinterrompeva le visite e ogni discussione quando l’orologio batteva l’ora del Rosario.

W. Amedeo Mozart, dopo l’esecuzione della “Sinfonia in re maggiore”, recitava il Rosario in ringraziamento.

Giuseppe Haydn affermava che le più belle sinfonie le aveva scritte dopo aver recitato il Rosario.

Michelangelo Buonarrotiera devotissimo del Rosario e lo immortalò nel suo “Giudizio universale”, dipingendo gli Angeli che traggono le Anime dal Purgatorio con una Corona.

La nostra vita è tutto un cumulo di bisogni e di necessità: il Rosario è la chiave che ci apre l’accesso ai tesori divini.

La nostra vita è tutta un pianto: il Rosario è la mano Divina che asciuga le nostre lacrime.

La nostra vita è una battaglia: il Rosario è l’Arma della vittoria.

Dunque il Rosario sia la nostra quotidiana preghiera.

È preghiera che dà gloria alla Santissima Trinità, preghiera della famiglia, degli innamorati di Maria, preghiera che al diavolo causa tantissima sofferenza, preghiera che gli fa perdere forze spirituali, fino ad abbandonare ogni tentativo di disturbo nel consacrato a Maria.

Il Santo Rosario trasforma interiormente il devoto di Maria, lo rende testimone dell’Amore di Gesù nel mondo e imitatore delle virtù di Maria.

Si riconosce il devoto di Maria da come parla, ama, agisce, come è onesto, leale, sincero e amante del prossimo. Quando gli altri incontrano un devoto della Vergine Immacolata, che recita ogni giorno ripetutamente con amore l’Ave Maria, si accorgono della presenza materna della Madonna e che in quel cuore il Regno di Gesù è presente ed operante».

                      

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