Il termine zizzania indica indubitabilmente un elemento di discordia, chi ne è portatore è una minaccia continua, innanzitutto per se stesso poi per gli obiettivi che individua. Innanzitutto vediamo che la zizzania è stata presa da Gesù per spiegare la parabola che ne dà il nome, ed era una erba che cresceva insieme al grano. Il significato principale è questo, comunque era sempre di rovina al buon grano che cresceva e che la vicinanza lo danneggiava.

La zizzania era erba addirittura simile al grano, come chi semina oggi zizzania è pure un essere umano in incognito.
La zizzania intesa come erba pericolosa per il grano e la zizzania intesa come portatrice di discordia e di rovina alle brave persone, è in modo identico causa di male, di rovina, di controversie.
La zizzania rimane sempre vicina a chi vuole colpire, l’erba vicina al grano, chi è maldicente vicino alla vittima scelta. Non bisogna andare a cercare lontano chi semina zizzanie, in qualche modo è vicino a noi, fisicamente o per un legame di parentela o di amicizia.
La zizzania quasi non si vede in mezzo al grano buono, come spesso non si manifestano le trame di quanti seminano zizzanie e si nascondono dietro sorrisi molto studiati, tirano la pietra e nascondono la mano, si mostrano bravi anche con i familiari e poi il loro tempo è impegnato nel cercare di tramare qualcosa. È vero che la zizzania si può incontrare dovunque, può crescere in famiglia o altrove, il dato pure certo è che oggi la zizzania è cresciuta enormemente.
La zizzania non la vedi ma la percepisci, è come l’aria impregnata di fetore e non sai la sua provenienza. Si sentono gli effetti…
Di per sé la zizzania nessuno la va a cercare e non ha alcun piacere a farla entrare in famiglia o darle spazio tra gli amici o al lavoro, tant’è essa riesce sempre ad intrufolarsi attraverso le lingue sciolte. Oltre le lingue sono anche le menti un po’ rilassate, nessuna persona corretta prova piacere nell’infangare la dignità di qualcuno per qualche incomprensione o un litigio.
Non c’è alcuna ragione per diventare zizzania e rovinare la buona reputazione del prossimo.
Gesù mostra che il buon grano soffre per la vicinanza della zizzania, come avviene alle persone buone quando sono costrette ad incontrare parenti pericolosi o colleghi di lavoro. Che si fa in questi casi? La cosa principale è amare tutti, bisogna ripetere mentalmente alcuni comportamenti spirituali di accoglienza e bontà da eseguire dinanzi ad essi nei momenti di vicinanza con chi semina la zizzania.
La zizzania è come un virus letale, cammina insieme alle persone infettate, è la loro ombra e non possono eliminarla. Si trova in Parrocchia, in Associazione o tra gli amici, nell’ambiente di lavoro ed è causa di gravi inimicizie. Non si guarisce con la medicina o la visita dallo psichiatra, è necessaria la Grazia di Dio, bisogna ricorrere spesso alla Confessione e all’Eucaristia tutte le volte che rimane possibile.
Per sradicarla Gesù dice bisogna cambiare vita, altrimenti sarà il suo Giudizio a stroncarla. Per questo si deve attendere il tempo della mietitura! Solo chi inizia il cammino spirituale con serietà e umiltà, riesce a bloccare il pericolo della sua zizzania. Bisogna voler guarire.
Gesù considera la zizzania come portatrice di male, è un male che infetta le cose buone e le guasta. È pericoloso infatti stare ad ascoltare quelle persone che amano seminare zizzania per invidia, vendetta, odio, pura cattiveria.
È un comportamento ben distinguibile dalle debolezze dei giudizi, emessi senza volontà di distruggere la dignità altrui. La zizzania è portatrice di discordia, è un male spirituale pericoloso anche perché si mimetizza bene.
Nella parabola Gesù afferma che aspetta il tempo del Giudizio per dividere buon grano e zizzania, intendendo che le persone lontane da Dio o comunque cattive finiranno all’inferno per quanto hanno compiuto di gravissimo alle persone buone, ma per noi si pone un problema immediato in quanto non abbiamo la capacità e l’autorità per bruciare oggi la zizzania che tanto male ci arreca. Ed è meglio così, immaginate se noi avessimo la capacità di separare la zizzania e di bruciarla…
Gli uomini agiscono d’impeto e cercano la giustizia immediata, molti non hanno la forza di attendere il tempo di Gesù, perché solo Lui deve operare la vendetta intesa come giustizia. È Lui che deve donare giustizia ai suoi devoti, è Lui che fa trionfare la verità nel tempo debito.
Convivere o frequentare chi semina zizzanie è doloroso, egli cerca liti e contrasti, travisa i fatti per condannare. Dopo avere pregato per la conversione dei seminatori di zizzania, si può chiarire se è una persona tranquilla, si può spingere alla riflessione per conoscersi meglio e conoscere i suoi pericolosi comportamenti.
“Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”.

“Chi ha orecchi, ascolti!”. La premura di Gesù per gli altri è inesauribile, fa un invito insistente ad ascoltare la spiegazione della parabola della zizzania, una parabola inquietante per coloro che vivono nel mondo seminando cattiverie, inganni, rancore. Gesù sapeva che rimane molto difficile a questi di ravvedersi dalla condotta malvagia, ma tutto è possibile a Dio se trova uno spiraglio nell’anima del peccatore.
La spiegazione della parabola è molto chiara, rileggere più volte questo Vangelo permette di comprendere meglio la vita umana.
È l’uomo a scegliere il ruolo che vuole rivestire nella sua vita, anche se molte volte le scelte sono determinate da motivi contingenti o costringenti. Spesso si assume nella società un ruolo che non compete, non tanto per mancanza di professionalità che si può sempre acquisire, più che altro per una mancata predisposizione personale.
Voglio dire che spesso le scelte sbagliate condizionano la propria vita e quella degli altri. Un esempio: ci sono disponibili circa diecimila ingressi all’università di medicina ma le richieste sono moltissime. Tutti vogliono diventare medici. È vero che crescono le nuove generazioni, come è altrettanto vero che molti non amano la professione, l’obiettivo è la ricchezza e il prestigio. Senza avere alcuna predisposizione, senza amare il sacrificio che richiede tale responsabilità né gli ammalati.
I medici bravi e professionali ci sono e rasserenano i pazienti, infatti una buona parte che sceglie medicina avverte un forte trasporto interiore, vuole aiutare gli altri a guarire, vuole rendersi utile alla collettività. Mentre quella parte che non è attratta dalla professione di medico e studia per altre ragioni, farebbe bene ad iscriversi alla facoltà di agraria. Non lo scrivo per prendere in giro, ma a parte la scarsità di studenti, oggi è diventato importante lo studio delle scienze agrarie e forestali.
“Chi ha orecchi, ascolti!”. Ascoltare Gesù meditando il Vangelo permette di ricevere le sue ispirazioni per scegliere bene e non sbagliare nelle cose importanti. Già si vive nella continua sofferenza a causa dei cattivi, se poi si sbagliano pure le scelte di vita, si va di male in peggio. Non ci sono solo persone cattive, molta gente onesta e buona viene considerata normale, ed interiormente c’è tanto bene.
Il campo del mondo ha molti semi buoni, molte persone pregano e vogliono conoscere bene il cammino spirituale.
Rimango felice per migliaia di voi, conosco moltissimi che hanno iniziato il cammino di Fede con impegno e coraggio, dedicano tempo della giornata alla preghiera, perché la preghiera trasfigura l’anima e l’abbellisce. Per vincere con amore la zizzania che cresce vicino a noi, dobbiamo saper amare, perdonare e rimanere forti nelle contrarietà. Il modo migliore per superare le difficoltà è sempre la preghiera, essa ci lega a Gesù e ci fa dialogare con Lui.
Ricevo moltissime testimonianze inviate dai nostri Associati del Cuore Immacolato di Maria. Il cammino che abbiamo iniziato sta dando abbondanti frutti spirituali. Questo è solamente l’inizio, la Madonna è Maestra di spiritualità e guida verso la Verità.

Il Vangelo oggi ci parla di avidità e di forte preoccupazione del futuro presenti nell’uomo moderno e convinto che solamente la ricchezza garantisca una vita serena. Nei due casi presi in considerazione oggi nel Vangelo, la preoccupazione è esclusivamente economica, la convinzione nasce dalla sicurezza riposta nel benessere economico. Allora come si spiega che i Santi e le anime mistiche sono sempre state persone non ricche ma di modeste condizioni finanziarie?
Numerose volte ho spiegato che l’utilizzo dei beni materiali è inevitabile ma bisogna distaccare l’affetto, non devono diventare idoli né riporre in essi tutta la speranza. Perché è proprio questo comportamento a creare una divisione da Gesù, la rottura della comunione con Lui.
A cosa serve poi pregare o fare altri atti di vita virtuosa se Gesù si è allontanato a causa di questi peccati?
La liturgia oggi ci ricorda che la vita terrena è un’attesa del ritorno del Signore. Tutti noi siamo chiamati all’eternità, a vivere per sempre nella Gloria di Dio, nella infinita felicità del Cielo, ma dobbiamo meritarci questo premio inestimabile. Gesù è venuto nel mondo per riparare il peccato originale e indicarci la Via della salvezza eterna, ha insegnato chiaramente e prolungatamente che bisogna vincere il peccato per salire il monte della perfezione.
Se Gesù ci ha dato tutte le istruzioni per la salvezza, i diavoli invece vogliono impedire la nostra salvezza, e per riuscire nel loro intento operano instancabilmente per distaccarci da Dio, inoltre si servono di uomini votati a loro e privi di morale. Con tutte le loro arti odiose tramano ininterrottamente contro ognuno di noi.
I veri cristiani comprendono l’importanza di una vita vissuta onestamente dato che è l’unica vita per meritare poi in Paradiso le ricompense. Anche in questa vita Dio ricompensa i buoni in molti modi, li protegge sotto le sue ali, non permette nulla senza il suo consenso. È però una vera lotta per i buoni mentre i cattivi non si fanno mancare nulla quando si trovano in difficoltà. Un giovane lontano da Dio ricorre alle droghe e all’alcool senza difficoltà.
Invece il Vangelo di oggi ci chiama alla speranza, è da deboli cadere nelle trappole di satana, mentre nelle difficoltà si deve sperare pregando, ripetere mentalmente che Gesù non ci abbandona e che la Madonna ci protegge. È la Fede a darvi la forza quando si scatenano liti familiari, nelle incomprensioni con i figli o i genitori, nelle sofferenze fisiche e nei luoghi di lavoro.
La Fede ci dona la serenità così la paura del domani non esiste più, Gesù è con noi e chi potrà arrecarci del male per sempre?
La nostra esistenza umana poggia su due verità fondamentali: tutti siamo destinati al Cielo, quindi ogni altra cosa deve essere subordinata a questo fine supremo. Inoltre, Gesù vuole aiutarci a raggiungere il Cielo, quando arriverà il tempo stabilito da Lui. Egli ci mette a disposizione con generosità molti mezzi.
La paura non fa parte del cristiano, egli ha la certezza della presenza di Dio Padre, del suo Amore infinito. L’abbattimento è una contraddizione, nessuna prova potrà spaventare chi confida in Dio, nessuna sofferenza resterà per sempre o causerà un male superiore alla capacità di sopportazione. Nel cammino di santità bisogna riflettere spesso su queste tre verità:
Dio è Onnipotente;
Dio mi ama immensamente;
Dio è fedele alle promesse.
Dio ama un cristiano come se fosse l’unico suo figlio, per ogni essere umano ha un amore infinito ma è felice dell’amore corrisposto da parte del cristiano. La speranza umana è riposta nella certezza che nel Padre c’è la bontà, la sapienza e l’Onnipotenza Divina che non si possono riscontrare negli uomini. Tutti possono fare del male, solo Dio ci ama ininterrottamente e stabilisce una comunione con chi corrisponde al suo Amore.
Per restare vicini al Padre dobbiamo cominciare ad essere fedeli nelle cose piccole. Le piccole vittorie quotidiane sulla tiepidezza, l’impazienza, l’ira, i giudizi, le bugie, le perdite di tempo, le curiosità, l’orgoglio, fortificano la vita interiore e avvicinano sempre più l’anima a Gesù.
Dinanzi alle tentazioni pregate un’Ave Maria o fate un atto d’amore a Gesù, sappiate che le tentazioni vanno vinte con la Fede.

Oggi è la festa liturgica di San Domenico, contemporaneo di San Francesco d’Assisi, insieme hanno bloccato tutte le eresie che serpeggiavano in Europa. San Domenico è stato un potente predicatore, girava per le città e le conversioni erano incalcolabili. Il segreto lo aveva rivelato la Madonna a Lui, il segreto era il Santo Rosario.
Il Beato Alano de la Roche è stato il grande divulgatore del Rosario. Egli è anche il primo ad affermare che San Domenico aveva ricevuto dalle parole della Madonna l’insegnamento sul Santo Rosario, perché ne divulgasse la devozione. Circa le vere apparizioni che San Domenico ebbe dalla Madonna, è San Luigi Grignon da Monfort ad affermare ciò che da alcuni secoli i devoti del Rosario già sapevano. È confermato dalla Madonna in diverse apparizioni, che il primo a ricevere l’invito a recitare e a diffondere il Santo Rosario fu San Domenico e che non appena iniziò a recitarlo e a diffonderlo, le conversioni si contavano a migliaia.
Tra le altre cose, la Madonna disse a San Domenico: “Nelle tue prediche esorta a recitare il Rosario e raccoglierai grandi frutti per le anime”. Così fece il Santo, e questo spiega il pieno successo della sua predicazione.
Molti sono convinti che la recita del Santo Rosario è preghiera fuori moda e che oggi non è più proponibile. Come si ingannano! Questa convinzione lascia supporre che queste persone siano state da Dio confermate in Grazia, cioè, non possono più commettere peccati e hanno addirittura il Paradiso assicurato.
Mentre noi, poveri esuli, carichi di problemi e sofferenze, stanchi per le lotte, dobbiamo recitare la Corona del Santo Rosario ogni giorno, quasi come una condanna, per chiedere alla Madonna di ottenerci Grazie temporali e soprattutto la salvezza eterna. Questa considerazione non è reale, in quanto tutti noi, proprio tutti, viviamo nell’incertezza della destinazione dopo il Giudizio: salvezza eterna o dannazione eterna.
Dio ci ha creato per Lui, per andare tutti noi in Paradiso, ma per andare in Paradiso ci vuole la Grazia, la Grazia ce la procura Maria; per noi trovare Grazia presso Maria, dobbiamo pregare. Come? Dobbiamo pregare più con il cuore che con le labbra. Quale preghiera? La preghiera che la Madonna è venuta ad insegnarci e che preferisce di più: IL SANTO ROSARIO.
Se preghi nel modo che gradisce Maria, tutto puoi ottenere, perché tutto Maria ti dà.
Tutto il bene ci viene per mezzo di Maria Santissima, tutto Lei ci dona per mezzo del Santo Rosario. È la Corona Benedetta, è la lunga Catena che lega Cielo e terra. Da una parte ci siamo noi, dall’altra Maria. Noi da qui chiediamo Grazie, Lei dal Cielo ce le dona, facendole arrivare a noi sempre attraverso questa Catena.
Col Rosario salgono a Maria le nostre preghiere, e Maria sempre per il Rosario, fa scendere le sue innumerevoli Grazie. Per questo chi non è legato a Maria per mezzo di questa dolce e mite Catena, non speri grandi aiuti. A ragione, il Beato Bartolo Longo chiamava il Rosario: “Catena dolce che ci rannoda a Dio”.
È preghiera evangelica, il compendio di tutto il Vangelo in quanto è devozione cristocentrica. Preghiamo Gesù, meditiamo la sua Vita con il Cuore della Madre, insieme alla Madre, anzi, è la Madre che in noi prega il Figlio e ci fa conoscere la Vita del Figlio.
Il Beato Alano de la Rupe, i Padri Giovanni Dumont e Thomas, le cronache di San Domenico e altri autori, riportano un gran numero di conversioni eccezionali, ottenute per mezzo di questa mirabile devozione del Rosario: conversione di peccatori e peccatrici ritornati sulla via del bene dopo 20, 30 e anche 40 anni di vita disordinata, non essendo stata efficace nessuna cosa per farli ravvedere.
Solo la recita del Rosario ottenne la conversione di innumerevoli persone di cattivo esempio. Dovunque, la recita del Rosario ha ottenuto conversioni, santificazioni di intere masse di popoli, trasformazioni di parrocchie.
San Clemente Maria Hofbauer ripeteva con gioia: “Tutte le volte che ho recitato il Rosario per un peccatore, ne ho ottenuto la conversione”.
L’esperienza dei Santi è chiara, loro hanno dato molta importanza al Rosario, lo hanno eletto come mezzo per ottenere dalla Madonna innumerevoli Grazie. Migliaia di persone andavano da Padre Pio e si convertivano, proprio perché il Santo otteneva fiumi di Grazie dalla Madonna, per la recita continua del Rosario.
L’Ave Maria è l’invocazione di salvezza del peccatore, che sa di potere trovare misericordia solamente presso il Cuore di Maria. Per quanto accanito ed incallito possa essere il peccatore, troverà sempre accogliente e misericordiosa la Madonna. Alle volte, basta anche una sola Ave Maria ben detta, per ottenere la conversione di un peccatore.
Già agli inizi del 1700, San Luigi Maria da Monfort scriveva: “L’Ave Maria ben detta, secondo i Santi, è il nemico che mette in fuga il diavolo, è il martello che lo schiaccia, la santificazione e fecondità dell’anima, la gioia degli Angeli, la melodia dei predestinati, il Cantico del Nuovo Testamento, la Gloria della SS. Trinità, il piacere di Maria, un bacio casto e amoroso che Le si dà...”. San Giovanni Bosco: “Il Rosario è una continuazione di Ave Maria, con le quali si possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell’inferno”.
L’Ave Maria converte anche i più grandi peccatori, anche coloro che vivono costantemente in peccato mortale. È difficile ma non impossibile la conversione di grandi peccatori, di coloro che vivono già come morti spiritualmente in questa vita. Ma la Madonna è Colei che fa risorgere i morti, che dona vita soprannaturale ed infonde potente spinta interiore per vincere ogni forma di peccato. Anche il più orribile e grandissimo.
Santa Brigida ricevette questa rivelazione: “Se uno vedesse la bruttezza d’un’anima in peccato mortale ne morirebbe di spavento”. L’anima brutta a causa del peccato, potrà diventare bellissima per l’intervento di Maria. “Ciò che impossibile agli uomini, è possibile a Dio”(Lc 1,37), quindi è ugualmente possibile a Maria.
Il Rettore di una Parrocchia  raccontava spesso, alla maggior Gloria di Dio e per la gioia della sua anima, d’aver sperimentato nella propria parrocchia tanti frutti della devozione del Rosario. “Avevo diceva predicato su tutti i temi più urgenti e più utili, ma senza alcun profitto. Non vedevo nessun miglioramento nella mia parrocchia e allora mi decisi di predicare il Rosario: ne spiegavo l’eccellenza e la pratica. Ebbene: posso dichiarare che dopo aver fatto gustare questa devozione ai miei parrocchiani, in sei mesi ho visto un visibilissimo cambiamento. Veramente, questa preghiera è efficace e di unzione divina per toccare i cuori e per ispirare l’orrore al peccato e l’amore alla virtù”.
Sul letto di morte, Guglielmo Marconi (+1938), il grande inventore della telegrafia senza fili, teneva tra le mani la Corona del Rosario. Così, colui che aveva scoperto i congegni per parlare a distanza, per collegare un estremo con l’altro della terra, alla fine sentì il bisogno di tenere tra le mani, ciò che collega la terra al Cielo.
Un altro scienziato di fama internazionale, Enrico Medi (figlio spirituale di Padre Pio), ha scritto: “Non vi è nulla, dopo l’Eucaristia e le Sacre Scritture, che noi possiamo stringere fra le nostre mani, comprimere sul nostro cuore, che sia più dolce, soave e riposante, sicuro, sorgente di conforto, di serenità, di abbandono come il Rosario”.
Significativo questo racconto fatto dal Padre Pesce: “Giovanni Carnevali, detto il Piccolo, valente pittore (1804-1876), dopo aver percorso molte contrade ed aver avuto la propria residenza prima a Cremona, poi a Milano, infine si stabilì a Bergamo. Insoddisfatto sempre di tutto, nel 1867 fu preso da nostalgia per il suo paese natio (Montegrino), nei pressi del Lago Maggiore. Così un bel giorno, da buon camminatore qual era, se ne partì a piedi e giunse a Montegrino verso le otto di sera.
Tutto era buio; ma egli passando per le strade riconobbe i luoghi più cari alla sua adolescenza. Ad un certo punto si trovò dinanzi a casa sua. Da una finestrella guardò nell’interno e vide che tutti i suoi stavano serenamente recitando il S. Rosario. Fu così commosso per quella scena, che scoppiò in pianto: quella era la vera pace che egli aveva cercato invano, la vera fede che dava la forza per vivere ancora. Cadde in ginocchio. Quando il Rosario fu terminato, il pittore si alzò e, senza entrare e turbare i familiari con i suoi dolori, se ne tornò via sospirando.
Ma nel cuore s’era riaccesa la speranza della sua gioventù, la confidenza in Dio, l’amore alla Vergine, un grande desiderio di bontà e preghiera. Aveva scoperto il segreto della felicità: il Rosario! E se ne servì per il resto dei suoi giorni. Quando morì annegato a Caltaro sul Po, gli si rinvenne in tasca un Rosario, consumato dall’uso”.
Se un tuo familiare, le persone che conosci, le persone che non conosci, o chi ha avuto contrasti con te, sono lontani da Gesù e dalla Madonna, non pregano e vivono come peccatori ostinati, ricorda che è possibile la loro conversione, la loro salvezza eterna: con il Santo Rosario. Quante Grazie di conversione si conoscono, quanti cuori induriti e infedeli hanno abbandonato peccati e vizi per inginocchiarsi dinanzi a Gesù Eucaristia chiedendo perdono ed invocando l’aiuto della Madonna!
Non disperare se qualcuno che conosci vive disordinatamente e continua a commettere molti peccati, perché con la recita del Rosario tutto puoi ottenere dalla Madonna. Abbi solo Fede, perché Gesù è fedele e la Madonna ha il potere di donare le Grazie a chi vuole, come vuole e quando vuole. Sii pieno di fiducia verso la Madonna e Lei non ti lascerà deluso.
Non è mai successo, che sia stata chiesta una Grazia veramente giusta e necessaria e la Madonna non abbia risposto con premura, affetto e disponibilità. Se la tua preghiera è umile, devota, filiale, costante, riceverai quanto chiedi, subito o quando sarai diventato più umile e più spirituale.
Abbiamo una vera Mamma in Cielo, che vuole salvarci tutti, portandoci nel Cuore di Gesù, facendoci fare l’esperienza della rinascita spirituale nel suo Cuore Immacolato. La consacrazione al Cuore di Maria, accresce in te il fervore di fare quanto piace a Lei, perché in te vive ed opera il suo Spirito. E Lei ti infonderà un grande amore per il Santo Rosario, una grande Fede, che porterà in te una fiducia illimitata nel suo aiuto sicuro e potente.
Non dispererai più nelle tue difficoltà; non temerai nei momenti di abbattimento; non perderai fiducia quando tutto ti sembrerà contrario; non avrai risentimento se sarai avversato.
Perché nel tuo cuore ci sarà l’amore di Maria, la sua pace e la sua fiducia, e tutto assumerà una veste sincera e limpida, sarai sicuramente pieno di speranza dell’immancabile aiuto di Lei, che renderà possibile tutti i tuoi desideri umanamente impossibili e buoni per la tua santificazione. Buona preghiera a tutti.

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