18° Pensiero

1) È facile intuire la non comprensione dei giudei, il dato che presentava Gesù era davvero elevato, pesante per la loro scarsa capacità spirituale e questo li rendeva ancora più agitati. Non potevano assolutamente entrare nel pensiero di Gesù, essi non conoscevano Dio in quanto non erano osservanti della sua Legge e rimaneva impossibile comprendere Gesù.

Quindi Gesù non parlava inutilmente ai giudei, non perdeva mai tempo con nessuno, se spiegava questo ad essi era opportuno.

Nulla di quanto compiva il Signore era superfluo, il problema non era la sua Parola, quanti non la comprendevano invece avevano serie difficoltà spirituali. Anche se diverse parabole neanche gli Apostoli le comprendevano però essi ne coglievano il concetto, assimilavano sempre qualcosa perché erano desiderosi di seguire Gesù. Già questa disposizione interiore manifesta una disponibilità molto forte.

Il Vangelo è un po’ complicato da comprendere, quando si cerca di spiegarlo con le sole categorie umane si sbaglia quasi sempre, infatti rimane impossibile penetrarne il significato senza la Luce dello Spirito Santo. Noi leggiamo il Vangelo e spesso qualcosa rimane incomprensibile perché il suo significato sfugge, questo però non indica che siamo lontani da Gesù ma che dobbiamo pregare bene per capire la Parola.

La Parola di Dio va pregata, adorata, accettata come la lascia scivolare Lui, senza inserire interessi personali o altro che piace.

Se meditiamo ogni giorno bene questa parola del Vangelo, diventa sempre più familiare e comprensibile, si superano quelle difficoltà che si avevano in precedenza. Siamo in cammino verso la perfezione cristiana, ognuno con i suoi tempi ma è importante tenere vivo il desiderio di restare in comunione con Gesù. La sua Parola non sempre è facile, però agisce il suo Spirito in noi quando la meditiamo e vogliamo viverla.

“Se uno osserva la mia Parola, non vedrà la morte in eterno”, infatti quanti vivono in Cielo sono vivi, anche se in una forma diversa ma le anime sono immortali. Leggiamo alcuni passaggi del Catechismo del 1992:

“Noi crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella Grazia di Cristo [...] costituiscono il popolo di Dio nell'aldilà della morte, la quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della risurrezione, quando queste anime saranno riunite ai propri corpi.

“Noi crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite attorno a Gesù e a Maria in Paradiso, forma la Chiesa del Cielo, dove esse nella beatitudine eterna vedono Dio così com'è e dove sono anche associate, in diversi gradi, con i Santi Angeli al governo divino esercitato da Cristo glorioso, intercedendo per noi e aiutando la nostra debolezza con la loro fraterna sollecitudine”.

“Coloro che muoiono nella Grazia e nell'amicizia di Dio, ma imperfettamente purificati, benché sicuri della loro salvezza eterna, vengono sottoposti, dopo la morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia di Dio”.

«In virtù della “Comunione dei Santi”, la Chiesa raccomanda i defunti alla misericordia di Dio e per loro offre suffragi, in particolare il Santo Sacrificio Eucaristico».

“Seguendo l'esempio di Cristo, la Chiesa avverte i fedeli della triste e penosa realtà della morte eterna, chiamata anche inferno”.

“La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio; in Dio soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira”(1052-1057).

Gesù invita ad osservare la sua Parola per vivere da vivi in questa vita, mentre aumentano sempre più quelli che sono senza la sua Grazia e non hanno in sé la Vita, l’agitazione prende il sopravvento e sembrano sballottati dai venti del mondo. Non è sufficiente leggere il Vangelo, conoscerlo magari a memoria, la conoscenza deve tradursi nella vita, sono le opere a testimoniare che seguiamo il Signore.

Sappiamo che non tutti accettano la nostra spiritualità, anche in famiglia molti hanno difficoltà a pregare e qualche volta qualche familiare un po’ disturbato accusa chi prega di essere un demonio. Non preoccupatevi, è normale questo attacco dai diavoli arrabbiati, essi perdono potere e si agitano. Anche Gesù era colpito con le stesse accuse: Ora sappiamo che sei indemoniato”. Non è bello ricevere questa accusa, ma Gesù oltre questa ne ricevette altre ancora più gravi.

“Chi credi di essere?”, è l’interrogativo che viene posto anche alle anime buone o che viene solo pensato dai cattivi che non posseggono lo Spirito di Dio. La società andrà a perdere gradatamente l’amicizia di Dio ed arriverà a seguire il male sotto ogni forma di degenerazione, anche quel male che viene presentato come bene. Già il peccato in molti contesti ecclesiali viene presentato come un’esperienza positiva per conoscere la misericordia di Dio… Questa è la stessa teoria dei protestanti e viene insegnata un po’ ovunque.

Ritorno all’incapacità dei giudei di capire Gesù. Lo esprimono benissimo in questa domanda: “Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto?”. Evidentemente i loro pensieri si muovevano su piste diverse, Gesù si riferiva al suo Spirito eterno e che ha potuto conoscere Abramo, i nemici consideravano la sua età. Un discorso viziato dall’incapacità dei giudei di entrare nella dimensione spirituale di Gesù, ci riuscirono con molte difficoltà gli Apostoli dopo tre anni di vita comune, perché seguivano ancora la mentalità vecchia.

Però Gesù si spinge oltre ed arriva a svelare la sua eternità come Figlio di Dio quando afferma: “Prima che Abramo fosse, Io Sono”, un titolo contenuto nelle Scritture e che i giudei conoscevano bene. Gesù si presenta con lo stesso nome che Dio indicò a Mosè per parlare al faraone d’Egitto e agli israeliti sottoposti alla schiavitù: “Dio disse a Mosè: Io sono colui che sono! Poi disse: Dirai agli Israeliti: Io Sono mi ha mandato a voi” (Es 3,14).

Il nome con cui si presenta Gesù viene considerato un sacrilegio, ma Gesù così esprime solamente la Verità.

Inoltre Gesù li accusa di pretendere di conoscere Dio solamente perché si recavano al Tempio e recitavano meccanicamente alcune preghiere. «Voi dite: “È nostro Dio!”, e non Lo conoscete». L’affermazione è sempre attuale e richiede una risposta dai cristiani che pregano ma non riescono a capire il valore della loro preghiera. Molti cristiani in buonafede si impegnano per crescere nella Fede ma per varie difficoltà fanno fatica. Occorre insistere con serenità e si colgono buoni frutti, il cammino verso Gesù diventa facile e piacevole.

Purtroppo diventa sempre più difficile per molti cristiani vivere la Fede pubblicamente sia per l’attacco massiccio dei diavoli sia per l’opposizione di quanti non hanno Fede. Gli attacchi manifestati o subdoli non mancano e sicuramente cresceranno come crescerà la confusione dei cristiani in questi tempi di purificazione. I giudei cercarono di lapidare il Signore, questo fatto manifesta il loro profondo odio: “Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di Lui; ma Gesù si nascose e uscì dal Tempio”.

Noi siamo consacrati al Cuore Immacolato di Maria e in questo Rifugio troviamo pace e gioia. Qui i diavoli non possono raggiungerci!

2)

Dalla lettura di oggi conosciamo il motivo che innervosiva i giudei fino a renderli quasi assassini perché sempre sul punto di prendere le pietre e lapidare Gesù. Non appena incontravano Gesù subito pensavano alle pietre da raccogliere per tirargliele. Non avvenne mai perché “non era ancora venuto il tempo”, questo spiega la sua potenza nel dominare la brutalità dei suoi nemici.

Voglio qui inserire una spiegazione che ho pensato alcuni giorni fa sul male commesso dagli uomini. Si parlava del libero arbitrio che Dio rispetta degli uomini e la loro decisione di vivere nel bene o nel male. Quanti si sottraggono al disegno di Dio seguono un loro percorso, ovviamente diverso e opposto a quello preparato dal Signore. Queste persone non solamente vivono nel male, diventano imprevedibili in tutto ciò che di grave sono in grado di compiere.

Sappiamo che ci sono persone nel mondo che vivono come veri criminali senza pietà e pieni di odio verso tutti. La cosa che turba le persone buone è la considerazione della illusoria vita felice condotto dai cattivi e dalla falsa fortuna che cammina con loro. È apparenza di felicità, un’accennata illusione di appagamento per il possedimento di un po’ di denaro di provenienza dubbia. I cattivi che vivono pienamente nella corruzione non possono più capire il bene e la gioia, sono troppo colmi di immoralità.

Proprio per questo i buoni si chiedono il motivo della loro fortuna… La verità è che i loro peccati li hanno posto in una condizione di non ritorno a Dio, comunque è difficilissimo, Dio quindi li lascia vivere come desiderano perché dopo questa vita non avranno alcun premio eterno, si danneranno nell’inferno. Inoltre i buoni aggiungono che mentre i cattivi si divertono spesso essi soffrono per le ingiustizie che patiscono. È vero, ma Gesù non vuole usare misericordia verso coloro che non la meritano!

Se Gesù facesse morire prima del tempo una persona molto cattiva e intima con satana, le farebbe risparmiare molti altri peccati da espiare nell’inferno, quindi il Signore non interviene perché i cattivi non meritano misericordia a causa di tutto il male commesso. E i buoni che hanno patito sofferenze, guadagneranno molte Grazie in questa vita e la salvezza eterna.

In parte raffigura la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro. Il ricco nella vita sperperava ed esultava durante i banchetti ignorando il povero Lazzaro, pieno di piaghe e di umiliazioni. Dopo avere lasciato il mondo ognuno ricevette quello che aveva seminato in vita, però la condanna o il premio dureranno eternamente.

I nemici di Gesù e i nostri sono sempre agitati per colpirci in qualche modo. Se è un vostro parente insinua per creare divisioni, se è un collega tradisce per averne vantaggi, se è un conoscente parla con una lingua affilata e tagliente. Tutti questi tirano pietre invisibili ai buoni o verso chi provano invidia, non si rendono conto che compiere il male è sempre una ritorsione verso se stessi.

C’è un danno di ritorno, in qualche modo il male commesso si ritorce sempre contro chi lo commette.

Come avveniva a Gesù, anche i buoni credenti ricevono del male non per le buone opere che compiono, è un attacco per ciò che sono, essi sono spirituali e vicini a Gesù, questo fa impazzire molti cattivi. Gesù era accusato non per le opere che faceva, dicono oggi i giudei ma in altre circostanze le accuse interessavano anche su questo, essi perdono la ragione quando sentono il Signore che si definisce Figlio di Dio. “Tu, che sei Uomo, ti fai Dio”. Ma erano i miracoli che lo provavano, bastava considerarli.

Gesù cercava di convincerli mostrando l’evidenza: “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?”. Gesù non poteva nascondere la sua identità né poteva assumerne una fittizia per paura della loro reazione, Egli con coraggio ripeteva la sua provenienza Divina. È il coraggio che manca ai credenti insicuri e rispettosi anche fin troppo delle idee degli altri. Ognuno ha le sue idee, i cristiani devono manifestare anche le loro.

Che facciamo allora, gli altri possono manifestarli e i cristiani fanno silenzio per rispetto?

Non dobbiamo avere paura di chi non condivide la nostra Fede, questa è vigliaccheria, e spesso si tace perché indifferenti o indisposti ad entrare in conflitto con qualcuno. Mostrare la propria Fede è dei coerenti e di quanti mostrano chi sono senza temere nulla. Quale ritorsione possono fare i cattivi? La Madonna è con noi e ci protegge sempre. Gesù non aveva paura, anche se cercavano di catturarlo, Egli li confondeva sempre con la sua autorità.

Proprio per il coraggio mostrato da Gesù in questo scontro, “in quel luogo molti credettero in Lui”. La testimonianza causa sempre conversioni.

3)

Da questo testo si deduce che la scelta dell’uccisione di Gesù scaturì da una esigenza politica, dalla paura dei giudei di non riuscire ad ottenere l’autonomia dal dominio romano. Ieri abbiamo meditato la Parola che riportava l’affermazione dei giudei sul motivo dell’avversità nei confronti di Gesù. Ieri non Lo accusavano per le sue opere, “non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei Uomo, ti fai Dio”.

In questo caso il motivo era religioso, legato strettamente alla fede ebraica che accetta ancora oggi un solo Dio e considera bestemmia la presenza del Figlio. Rimane sempre comprensibile la confusione che si era creata nel tempo della predicazione di Gesù, Lui svelò oltre Dio anche un Figlio che era venuto nel mondo per salvarlo. Svelò che Dio è Padre perché aveva anche un Figlio, come Lui eterno.

Lo scontro scaturiva essenzialmente da questa diversità di verità, erano due verità provate, anche se la Divinità di Gesù e l’essere Figlio eterno di Dio dovevano ancora affermarsi. Quelli che credevano alle parole del Signore erano i docili e i miti, cominciavano a seguirlo i miracolati e i convertiti, rimaneva però intatta la superbia e l’avversità dei giudei troppo sicuri delle loro opinioni.

Se è vero che liberamente si può esprimere il proprio parere, la saggezza spinge a parlare secondo verità e discernimento.

Lo abbiamo letto ieri, Gesù invitava i giudei a valutare le sue opere se non volevano accettare le sue parole, ma neanche questo erano disponibili a fare. “Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e Io nel Padre”.

Questo avviene anche a molti cristiani che parlano della loro Fede e chi ascolta più che soffermarsi sulla testimonianza comincia a valutare le opere di chi parla. Non si dà retta alla testimonianza di una persona conosciuta quando si ricorda qualche sbaglio perdonabile commesso tra parenti o tra colleghi. Se qualcuno racconta di essersi convertito in un Santuario mariano immediatamente parte dagli ascoltatori il giudizio negativo, e quindi il convertito è chiamato a mostrare senza ostentazione le sue buone opere, per manifestare di avere incontrato Gesù.

Le buone opere si devono sempre compiere indipendentemente da chi crede o non crede, da chi vi ama e chi vi deride.

Gesù ci insegna anche come affrontare le avversità, Egli ci insegna tutto della vita, ci aiuta a superare ogni problematica con coraggio e buona volontà. Consideriamo la frase detta dai nemici di Gesù: Che cosa facciamo? Quest’Uomo compie molti segni”. Vediamo che oltre i due citati motivi di odio verso Lui, inevitabilmente esiste anche quello delle opere, essi avevano terrore della popolarità che conquistava il Signore per mezzo dei miracoli.

Nel mondo la mentalità della superiorità è diventata un idolo, molti temono i buoni risultati anche dei loro amici per non sentirsi inferiori. Da qui nascono invidie e insinuazioni, malesseri che disturbano fisico e spirito, tutto questo per non accettare i buoni segni degli altri. Anche tra familiari esiste questa lotta silenziosa.

L’amore invece porta pace al cuore e alla mente, la gioia è grande anche per i buoni risultati degli altri e ci rallegriamo. Perché lasciare innescare un pensiero di avversità verso qualcuno, arriva fino allo scoppio in qualche modo. Può scoppiare di dolore anche chi non riesce ad accettare il bene compiuto dagli altri. È bene controllarsi perché si può cadere in uno dei sei peccati contro lo Spirito Santo: Invidia della Grazia altrui”.

I giudei contro Gesù presero la decisione più ignominiosa:“È conveniente per voi che un solo Uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera”. Chi non prega e non supera gli impulsi di invidia che prova verso qualcuno, arriva anche alla decisione di uccidere l’amore che lo legava all’altra persona per sostituirlo con l’avversità.

La recita del Santo Rosario e le invocazioni alla Vergine Santa nelle difficoltà, sono indispensabili per superare queste tentazioni.Buona preghiera a tutti.

Madonna Orione
Madonna di Lourdes San Luigi Orione

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