Il Signore, come vedete, opera sempre  nella sua Chiesa, quella vera, per mezzo dello Spirito Santo che agisce  nonostante tutti i nostri peccati  e  tutte le sporcizie dei   suoi Prelati. Nella Sua Bontà  ci ha donato ancora una  possibilità di Salvezza con questo nuovo  Papa che è un Santo. Egli cammina fra noi con lo stesso stile di Papa Luciani che voleva la Chiesa umile e povera; un Papa imprevedibile, inatteso, insperato, un vero Dono del Cielo, termini questi che esprimono la gioia di noi  cattolici osservanti, quando tutto era pronto per l’elezione di un altro Cardinale di Curia che avrebbe permesso alle alleanze che lo appoggiavano di continuare a gestire la Chiesa più con interessi umani che spirituali. Occorreva veramente un elemento di rottura e di rinascita spirituale e questo cambiamento salutare e assolutamente necessario per il respiro della Chiesa  si può intuire già nella scelta del nome: Francesco.

Era chiaro che l’alleanza dei  Cardinali italiani entrati nella Sistina volesse il Cardinale Scola, questa alleanza ha cercato di coinvolgere gli extraeuropei, ma essi questa volta non hanno accettato la sua proposta ed è così nata la sorpresa delle sorprese. Va considerato che questo papato nasce dopo le inaspettate dimissioni del Vescovo emerito di Roma Joseph Ratzinger e l’eccessiva premura di anticipare il conclave richiesta dai Cardinali del Vaticano, premura che ha ancora di più insospettito gli extraeuropei con in testa tutti gli americani.

Proprio gli americani sono arrivati a Roma molto irritati per le crisi vissute dalla Curia di Roma negli ultimi anni, forse da più di dodici anni avvengono situazioni molto imbarazzanti, quindi non si fidavano e non erano più disposti ad accettare il candidato presentato dai Cardinali italiani. Infatti  i Cardinali avevano preparato già tutto per l’elezione del Cardinal Angelo Scola, tanto che ieri sera dopo la fumata bianca e prima dell’apparizione del nuovo Papa Francesco, la Conferenza Episcopale Italiana aveva diffuso un comunicato stampa in cui i Vescovi italiani si rallegravano per l’elezione a Papa del Cardinale di Milano Angelo Scola.

Come si deve interpretare questo comunicato? È stato una gaffe o la chiara dichiarazione pubblica che la CEI voleva Scola come Papa?

Prima o poi la CEI otterrà questo, ma adesso bisogna obbedire al Papa dei poveri e degli umili, al Papa che in pochi minuti dal balcone di San Pietro ha detto parole incredibilmente opportune e necessarie alla nostra amata Chiesa lacerata e malata. Vediamo che è malata anche dalla frattura avvenuta ieri nel conclave tra i Cardinali europei, soprattutto tra gli italiani. Speriamo  che questa frattura non danneggi ulteriormente la Chiesa Santa.

Prima di spiegare quanto ha detto il Papa,  voglio fissare l’attenzione su alcune frasi che ho scritto alcuni giorni fa riguardo l’elezione del Pontefice. «Rimane, per esempio, fastidioso ascoltare il telegiornale per le teorie che abbozzano sui candidati papabil;, è vero che i giornalisti devono fare il loro mestiere e riempire di curiosità i servizi, ma per noi è banale ascoltare le quotazioni sul prossimo Papa. La verità spesso è il contrario di quanto viene affermato dai giornalisti. Magari sarà eletto chi non è stato indicato dai cronisti di tutto il mondo».

Queste parole non le ho scritte come una profezia, assolutamente no; tutto era predisposto per un’altra elezione. Solo  la divisione interna a questa alleanza ha causato l’elezione di un Papa che già nel nome ha espresso tutto il suo programma. Ma ne parlerò più avanti.

Le alleanze erano pronte per l’elezione di un italiano, non erano pronte, invece, quelle che hanno eletto Papa Francesco e che si sono materializzate fin dall’inizio del Conclave. Il motivo l’ho già accennato ed è per noi molto doloroso: l’allontanamento dal Vangelo di Gesù di molti Prelati e l’attrazione verso le cose del mondo. Questo Papa riporta la Chiesa nella sua giusta posizione di origine che è quella della povertà e dell’umiltà.

Nei giorni scorsi avevo accennato in due circostanze all’urgente necessità  di un segnale da parte della gerarchia ecclesiastica affinchè  privilegiasse la povertà rispetto  al lusso e allo spreco e spezzasse finalmente ogni legame con il potere e con il “carrierismo”  o addirittura, come indicato da qualche Prelato, dal malaffare. Papa Francesco sarà, infatti,  il difensore dei poveri. La sua vita è costellata dalla presenza  dei poveri e degli umili. Ripeto, la mia non era una previsione, ma una esigenza urgente. Speriamo che lui abbia tutto il  tempo necessario per attuarla. Leggiamo quanto ho scritto due giorni fa:

«Gesù salverà la sua Chiesa, non però con i nomi che conosciamo, ma solamente con un suo intervento soprannaturale sarà possibile distruggere tutto ciò che si oppone al suo Vangelo storico per far ritornare la Chiesa come ai primi tempi cristiani, quando “la moltitudine di coloro che erano venuti alla Fede aveva un cuore solo e un'anima sola” (Atti 4,32).

È indispensabile che la Chiesa ritorni ad essere povera, deve possedere solamente ciò che necessita per il suo sostentamento, il di più và utilizzato per evangelizzare, costruire scuole e ospedali nelle zone povere, sostenere le mense ed aiutare i poveri che conosciamo, costruire enormi capannoni per ospitare poveri e i malati, curare gli ammalati gratuitamente. È indispensabile che la Chiesa sia casta e spirituale, dedicata alle cose di Dio e al bene delle anime. Il resto non viene da Dio.

C’è molto bene da fare e per “vederlo” è necessario abbandonare il potere, ossia tutto ciò che non è spirituale e che  quindi risulta essere dannoso per la stessa Chiesa».

Vediamo i momenti che rimarranno storici perché autentici, di Papa Francesco sul balcone di San Pietro. Mi ha sorpreso vedere accanto e dietro al Papa i cerimonieri e i Prelati pietrificati, non avevano ancora assorbito lo shock di un Papa voluto dai Cardinali americani; nessuno aveva previsto questo “intoppo”, tutti, infatti, erano orientati verso un altro Cardinale. Noi, però,  eravamo pronti ad accogliere il Papa che si sarebbe affacciato dalla balconata della Basilica.

Vorrei  ora a commentare  il prezioso discorso del Papa. Davanti a miliardi di persone il Papa ha chiesto al popolo presente e a quanti guardavano la televisione la benedizione di Dio. Questa richiesta è bella e umile, il Papa intuisce che la sua elezione non piace a molti. Che deve fare? Andare per la sua strada e riportare la Chiesa alle  sue origini, quando si occupava di pregare, di salvare anime, di aiutare i poveri e di guarire i malati.

Questa è la misericordia della Chiesa.

Durante il breve discorso il Papa ha salutato Benedetto XVI chiamandolo Vescovo emerito di Roma, come è giusto che sia chiamato. Il  Papa ha poi parlato di cammino da compiere insieme, invitando i cattolici a riprendersi dalla sosta infruttuosa e sterile.

Da Vescovo il suo programma è tutto significativo: “Andare per le strade a cercare la gente”.

Ha colpito tutti la sua serenità, la semplicità del linguaggio, la capacità di entrare in relazione con i fedeli, l’amorevolezza e la compostezza che manifesta una vita interiore molto curata.

Non è un uomo debole e ha sempre difeso i diritti dei più emarginati, con durissimi rimproveri nelle omelie ai governanti argentini, tanto che a Natale e a Pasqua i capi del Governo non frequentavano mai la Messa celebrata da lui quale Cardinale di Buenos Aires e Primate dell’Argentina.

Da Cardinale ha sempre condannato nella Chiesa il carrierismo e la vanità, che sono sinonimo di arroganza, amor proprio, ambizione e ostentazione.

E dal “balcone”  ha detto al mondo che bisogna ritornare all’umiltà e a mettere al primo posto Dio. Per questo ha compiuto qualcosa di assolutamente inedito, ha recitato il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre. Ha chiesto il silenzio per pregare per lui ma anche per far capire l’importanza del raccoglimento e della riflessione silenziosa, come a dire: è importante la benedizione di Dio “Pregate Dio per benedirmi”.

Ci ha commosso  quando varie volte ha citato la Madonna, affermando che affidava a Lei il papato e che si sarebbe recato a pregare in Santa Maria Maggiore, gesto compiuto il giorno seguente. Dopo  aver parlato della Madonna, ha anche indicato alla sua destra il suo vicario argentino, non a caso sulla balconata e non a caso indicato da lui come uomo che lo aiuterà nel difficile compito. Questo costituisce  un altro elemento di rinascita nella Chiesa.

Voglio ultimare lo scritto ritornando al nome che ha scelto: Francesco. Il compito che diede Gesù mentre il giovane convertito Francesco pregava davanti al Crocifisso di San Damiano fu questo: “Và Francesco e ripara la mia Casa, che come vedi va in rovina”. Questo sarà il compito del nuovo Papa: riparare, quindi, correggere e sanare con coraggio la vera Chiesa di Dio. Perciò dobbiamo pregare molto per Papa Francesco, perché, quando cercherà di rimuovere  i vertici della Chiesa con i massoni e  i Prelati che si sono macchiati dell'orrendo peccato di pedofilia, correrà gravi rischi. Troverà, infatti,  molti avversari  che tenteranno di farlo perire come avvenne a Papa Luciani, Giovanni Paolo I.

I nemici del Papa cercheranno di realizzare questo terribile progetto verso fine anno. Speriamo vivamente che non avvenga quanto temiamo e che la preghiera di tutti noi fedeli formi uno scudo di Luce per proteggere il Papa da ogni pericolo e da ogni oscuro progetto di male che, da sempre, i figli delle tenebre tramano contro i Santi di Dio. 

Il  Signore ha avuto Misericordia di noi uomini ancora una volta e, prima della fine dei tempi, ci ha dato in Francesco l’ultimo Santo Papa, dopo il quale arriveranno gli eretici.

San Francesco d’Assisi nel 1220 scrisse una lettera contenenti parole che oggi vanno rivolte anche ai Prelati “Ai reggitori di popoli”, «A tutti i podestà e consoli, magistrati e reggitori d’ogni parte del mondo, e a tutti gli altri ai quali giungerà questa lettera, frate Francesco, vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace. Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina (cf. Gn 47,29).

Vi supplico perciò, con tutta la reverenza di cui sono capace, di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e preoccupazioni di questo mondo, e di non deviare dai suoi Comandamenti, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai Comandamenti di Lui, sono maledetti (cf. Sal 118,21) e saranno dimenticati da Lui (Ez 33.13)».

 

    Ieri pomeriggio ho avuto modo di seguire l’omelia di Papa Francesco nella Messa celebrata nella Cappella Sistina. Ha detto poche parole a braccio, commentando le tre letture.  Il  Vangelo ovviamente riguardava il Primato che Gesù diede a Pietro. “E Io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16,18).

Il Papa ha espresso pochi concetti raggruppati in questi tre verbi: camminare, edificare, confessare. Camminare è un movimento che indica vitalità, una preghiera viva del credente. Edificare gli altri con la pratica delle virtù. Confessare che apparteniamo a Gesù Cristo e come Lui dobbiamo vivere. Fin qui il discorso, anche se interessante e spirituale, non aveva smosso forse nulla.

Ma una frase ha raggelato quei Cardinali che probabilmente sono un po’ lontani da Gesù. Questa la frase del Papa: “Chi non prega il Signore prega il diavolo, quando non si confessa Gesù si confessa la mondanità del demonio”. Sono parole che scuotono tutti i cristiani, soprattutto i Cardinali e queste parole il Papa le ha dette proprio per i Cardinali presenti. Ognuno di essi ha provato gioia o irritazione nel sentire queste parole, nessuno lo sa, se non Dio e la loro coscienza.

Il Papa ha detto queste parole nella prima Santa Messa davanti ai Cardinali, e un motivo lo avrà certamente avuto!

Oltre a spiegare i tre verbi sopracitati, ha approfondito il significato della Croce, anche qui ha detto alcune parole che hanno un peso gravoso. Non tanto perché ha parlato dell’importanza della Croce, il fatto è che le parole erano rivolte ai soli Cardinali presenti, non era un discorso rivolto al pubblico. Leggiamole attentamente: “Quando confessiamo Gesù Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore, siamo mondani. Possiamo essere Vescovi, Cardinali, Papa… ma non discepoli del Signore”.

La riflessione sulla Croce è senz’altro determinante, la Croce comporta una vita crocifissa per un Sacerdote e soprattutto per un Cardinale, è il letto mistico su cui deve riposare interiormente per riprendere vigore e vivere con maggiore impegno la sua vocazione sacerdotale.

Infine  il Papa ha preso come riferimento Pietro, probabilmente non a caso dopo quanto avvenuto nel mese di febbraio. Queste le sue parole: “Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù, voleva seguire il Signore, ma all’inizio diceva no alla Croce, Ti seguo senza altre condizioni. Noi dobbiamo avere il coraggio di camminare con la Croce del Signore”. E rivolgendosi con maggiore chiarezza a tutti i Cardinali presenti ha aggiunto: “Se testimoniamo con il Sangue del Signore, la Chiesa andrà avanti”.

Il Vangelo di oggi presenta uno dei soliti attacchi contro Gesù. Alcuni abitanti di Gerusalemme osservavano il Signore e si ponevano domande sul suo coraggio, sulla predicazione profonda e veritiera, traendone una convinzione: “Egli parla liberamente ma sappiamo di dov’è, non può essere il Messia”. Come spesso accadeva, l’opinione che si formavano i nemici di Gesù, diventava immediatamente verità, senza fare verifiche, né d’altronde potevano capire perchè non avevano alcun discernimento.

Gesù parlava liberamente perché Lui stesso era la Verità, quanti Lo seguono fedelmente, partecipano a questa Verità e vogliono manifestarla a tutti con amore e coraggio. Ognuno di voi è chiamato come battezzato a parlare di Gesù e del Suo Vangelo; dovete, quindi, spiegare ai vostri familiari l’importanza della Confessione, dell’Eucaristia, della preghiera quotidiana, delle virtù da praticare e dei vizi da vincere.

La perseveranza nel praticare le virtù e la lotta contro i vizi arrecano grandi benefici spirituali che si riversano anche sul fisico. Molte persone ammalate guariscono quando iniziano a pregare con Fede. Chi prega bene, vive bene!

Caro Papa Francesco,

sono soltanto  pochi giorni che sei con noi è già sentiamo di volerti tanto bene, già sentiamo che non potremmo stare senza di te!

Più che un Papa sei un papà che cammina tra i suoi figli e non li guarda da lontano, seduto sul trono del suo palazzo.

Avevamo bisogno di un Padre così amoroso perché è da tanto tempo ormai che ci sentiamo orfani.

Avevamo bisogno di ritrovare il volto di Cristo, la carezza della sua mano, il calore del suo abbraccio, la potenza della sua parola, la santità della sua vita e tutto questo lo abbiamo ritrovato in te.

Grazie caro Papa, sei parte di noi, ti porteremo nei nostri cuori con la promessa di pregare ogni giorno per te, affinchè il Signore e la Vergine Santissima ti custodiscano e ti proteggano ovunque e sempre! Nuvola a forma di angelo saluta Papa Francesco 03

13 Marzo 2013 mentre usciva la fumata bianca per l'elezione del Santo Padre Francesco in florida un fotografo a scattato la foto nelle nuvole ed è uscito a forma di angelo.

Alcuni nostri Volontari sono andati Martedì 12 Marzo ad assistere alla prima Santa Messa del Santo Padre Papa Francesco.

 

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