ADORAZIONE EUCARISTICA 33

GESU’ TI OFFRO

Anima eucaristica riparatrice, avrai certamente letto l'articolo precedente: "Gesù, nel tuo operare! "e sicu­ramente anche tu sarai rimasta sorpresa della pochissi­ma importanza che si dà alle azioni ordinarie di ogni giorno quando, invece, se fossero inserite nel sacrificio di Cristo, potrebbero divenire una inesauribile sorgen­te di grazia per tutta la società.

Anch'io ho riletto quell'articolo e, rileggendo e riflet­tendo, mi è venuto in mente un altro pensiero che po­trebbe benissimo completarlo.

Devi imparare ad offrire non solo le tue azioni, ma anche Gesù stesso: Gesù, ti offro!

1. Gesù è tuo.

Con la tua offerta, inserita nell'offerta di Cristo, rea­lizzi una intima compenetrazione tra te e Gesù. Tu in Gesù e Gesù in te, secondo la parola divina: "Chi man­gia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me e io in lui " (Gv. 16,56); "Chi osserva i suoi comanda­menti, dimora in Dio ed Egli in lui " (1 Gv. 3,24); "Dio è amore, chi sta nell'amore, dimora in Dio e Dio dimo­ra in lui" (1 Gv. 4,16).

Allora renditi consapevole che con i tuoi atti di offer­ta aumenti, perfezioni sempre più questa presenza di te in Gesù e di Gesù in te.

Nella misura in cui aumenta questa presenza scam­bievole, tu divieni di Gesù e Gesù diviene tuo.

Ammira, contempla quale fiducia Gesù pone in te, da mettersi totalmente nelle tue mani. Gesù è tuo.

2. Puoi prenderlo e offrirlo.

Rivolgi pure il pensiero al tabernacolo, nella pisside vi è anche la tua Ostia, che sempre ti attende per acco­glierti e per donarsi a te.

Con il tuo inserimento nell'Ostia, con la tua assimi­lazione dell'Ostia, con la tua immolazione con l'Ostia, entri sempre più in possesso di quest'Ostia, formata da Gesù e da te, per cui puoi prenderla e offrirla al Padre.

Considera attentamente l'amore grande di Gesù. Egli ha compiuto il suo cammino dal Cielo in terra, dalla terra alla croce, dalla croce all'altare per venirti incontro, per offrirti la sua presenza, per mettersi nelle tue mani, per essere da te offerto.

Vuole rivivere in te la sua offerta, iniziata nell'Incar­nazione, compiuta sulla croce, resa presente sull'alta­re, resa eterna in cielo.

Rivolgi la tua attenzione a Gesù presente e vivente nel­l'Eucaristia, e subito ti viene da pensare che Egli è nel­l'Ostia, si trova nel tabernacolo in uno stato di offer­ta. Si offre continuamente al Padre.

Però per offrirsi al Padre non era necessario che ri­manesse nelle specie eucaristiche, perché la sua offerta era già perfetta e perenne in cielo, ma rimase per essere la tua offerta, per essere da te offerto.

Di conseguenza, Gesù si trova nel tabernacolo in uno stato di attesa per essere offerto.

Hai a tua disposizione l'unica offerta, l'unica media­zione gradita a Dio Padre. Puoi prenderla e innalzarla al Cielo.

Però ricordati, come già ti ho detto, che puoi prende­re quell'Ostia soltanto se vi hai inserito la tua presenza, la tua offerta, in modo che sia formata da Gesù e da te.

Gesù e la tua preghiera, Gesù e il tuo lavoro, Gesù e la tua sofferenza, Gesù e la tua solitudine, ecc. Prendi quell'Ostia e innalzala, offrila al Padre: Ge­sù, ti offro!

Eserciti il tuo sacerdozio non solo per te, ma per tutti. Mettiti in sintonia, sappi raccogliere le attività degli uomini, la vita di ogni creatura, l'armonia del cosmo, e tutto inserisci nell'Ostia: Gesù, ti offro!

3. Per la salvezza dell'umanità.

Forse non sempre ti rendi conto, eppure hai a tua di­sposizione un tesoro immenso, una potenza infinita: l'of­ferta di Gesù.

E puoi servirtene a tuo piacimento, come vuoi e quan­do vuoi, per stabilire e regolare le tue relazioni col Pa­dre Celeste.

Puoi servirtene per riparare, annullare il continuo gri­do di ribellione e di bestemmia che dalla terra sale al cielo.

Puoi servirtene per far scendere su questa povera uma­nità giustizia, pace, fraternità.

Considera quale forza mediatrice ti è stata messa nel­le mani. Te ne rendi conto? Te ne servi?

Mi vengono in mente le parole di Gesù: "I figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce" (Luc 16,8). Sappi vederli, questi figli delle tenebre, come sono attivi, intraprendenti, instancabili per divulgare tanto ma­le nella società.

Per rendertene conto, basta che ti soffermi per qual­che istante davanti al televisore, ecc.

E noi che abbiamo a disposizione il rimedio per an­nullare questo malefico influsso, ci limitiamo a guarda­re e lamentarci.

Tu, invece, renditi più consapevole di quanto possie­di e irradia nel mondo l'azione espiatrice di Cristo Gesù. Non ti preoccupare come fare, è sufficiente che toc­chi un tasto nell'intimo del tuo cuore, il tasto dell'amo­re, che ha la potenza, la capacità di innalzare ed espan­dere sul mondo la tua offerta: "Gesù, ti offro!"

4. La tua responsabilità.

Questo Gesù che ti è stato dato, può essere paragona­to ai talenti di cui parla il Vangelo. Il loro numero - 10,5,1 - può corrispondere al grado di conoscenza che hai avuto di Cristo Gesù.

Ora questa conoscenza come la fai fruttificare? 1 die­ci talenti stanno diventando venti? 1 cinque stanno di­ventando dieci? Oppure ti accontenti di custodire l'uni­co talento pensando solo a te stessa?

Se fosse così, un giorno non sarà Cristo a rimprove­rarti, ma saranno i tuoi stessi fratelli, vicini e lontani, cristiani e non cristiani.

Potresti sentire questo rimprovero:

- avevi Cristo, il Salvatore, e non ce l'hai mostrato; - avevi la fede e non ce l'hai trasmessa;

- avevi la luce e non ci hai illuminati;

- avevi il mezzo per riparare i nostri peccati e non l'hai usato;

- avevi il mezzo per santificarci e non ce l'hai comu­nicato...

Per sentire simili rimproveri, non devi aspettare l'ul­timo giorno, perché ogni giorno vieni giudicata e rim­proverata.

Forse l'abitudine, l'indifferenza impediscono anche a te di sentire, di comprendere il grido di aiuto che s'in­nalza dalle tante situazioni dolorose che travagliano la società.

Sono convinto che se tutti coloro che si nutrono alla mensa del Signore, vivessero una vita inserita in Cristo e offerta con Cristo, non ci sarebbero tante ingiustizie, violenze, odio, fame, miseria...

Questa mia convinzione è basata sulla fede, la quale mi assicura che il sacrificio di Cristo ha redento tutti gli uomini. E se questa opera di amore non produce ab­bondanti frutti di amore, è perché non viene vissuta, ma­nifestata, trasmessa.

Anche tu tieni ben presente che Gesù ha meritato per tutti la grazia redentiva, ma richiede la nostra collabo­razione perché venga applicata alla anime. Chi riceve, deve a sua volta trasmettere. Quindi la grazia c'è, ma difetta la nostra collaborazione.

Non ti angustiare se non sai cosa fare, come fare. Con­tinua pure a vivere la tua vita quotidiana, però ricordati di rivolgere con più frequenza il pensiero a Gesù, che sia sull'altare come nel tabernacolo ti attende sempre per accogliere la tua offerta e per essere da te preso e offerto: Gesù, ti offro!

Il tuo atto di amore avrà la sua risonanza su tutta l'u­manità e per tutta l'eternità.

Un atto d'amore

La croce non è un casti­go, perché Dio è amore, è bontà infinita, è tene­rezza materna e paterna, per cui non può essere un castigatore.

La croce non è neppure una fatalità, perché non c'è nulla che capiti che Dio non permetta, nulla esiste per caso; perciò:

- non si è handicappati per caso;

- non avviene un inciden­te per caso;

- non succede una calami­tà per caso;

- e anche se può sembrare uno sproposito, si può di­re che non scoppia neppu­re una guerra per caso.

Dio non vuole, ma per­mette, traendo sempre il bene dal male.

La sofferenza è sorgen­te di gioia, di gioia profon­da, perché, quando noi di­ciamo il nostro sì fedele a Dio, un sì detto con liber­tà, volontarietà, respon­sabilità, la nostra sofferen­za diventa una vera voca­zione e il peso della cro­ce, non solo diventa più leggero, ma si prova una grande pace, ci si sente co­me liberati interiormente, leggeri, perché l'accetta­zione è la grazia più gran­de che il Signore possa concedere ad un sofferen­te, molto più grande della guarigione e, inoltre, si prova gioia perché ci si sente utili, importanti; per­ché si diventa addirittura soci di Gesù e Maria nel­la salvezza dell'umanità.

Capita anche alcune vol­te che ci dicano che noi non siamo nessuno, che non valiamo niente, che il Signore doveva farci morire piuttosto che farci sof­frire e umiliarci su una car­rozzina ma, per fortuna, noi non la pensiamo e non ci sentiamo così; noi non ci sentiamo in basso ma molto in alto e la nostra carrozzina può essere un trono, con la differenza che noi siamo molto più fe­lici di un re sul suo trono.

Gustiamo la gioia di aiu­tare Gesù a salvare le ani­me e godiamo di una pace interiore che essi non han­no ma che molto spesso ci invidiano; infatti, tante volte, vedendoci così con­tenti, pazienti, sempre sor­ridenti e disponibili, av­vertono quasi un senso di rabbia e di invidia, come a dire: "guarda, non han­no niente eppure hanno quello che noi non abbia­mo pur avendo tutto".

Questo io lo ritengo, tut­to sommato, una cosa po­sitiva, perché se ci guar­dassero con indifferenza allora sì che sarebbe dolo­roso; ma se ci invidiano è perché nel loro cuore vor­rebbero avere quella pace che noi già assaporiamo avendo detto il nostro sì d'amore alla volontà di Dio. Essi, nel loro intimo, pur contestandoci, vorreb­bero scoprire il nostro se­greto e tante volte succe­de proprio che si apra un dialogo là dove sembrava quasi impossibile e si arri­vi alla conversione, alla fede.

Inoltre la sofferenza, se accettata con amore, è espiazione e purificazione non solo per i nostri pec­cati, ma anche per quelli dei nostri familiari e di tan­ti altri. Se accolta, vissuta in grazia e offerta a Dio in unione a Gesù per Maria, aiutiamo molto anche le anime del Purgatorio che attendono proprio i nostri sacrifici e le nostre pre­ghiere.

La sofferenza accettata e vissuta in grazia insegna anche molte cose a chi ci sta accanto e cioè:

- la pazienza; - la serenità;

- la pace;

- la gioia;

- il sorriso;

- la fede;

- la preghiera.

Virtù che sono per i no­stri familiari e per coloro che ci avvicinano come un ristoro, un dono gradito, la testimonianza vera di un cristianesimo autentico, fatto non di parole, tristez­ze e brontolii, ma di sere­nità, pace e sorriso.

La sofferenza dà molto anche a noi perché ci inse­gna a maturare cristia­namente.

Il mistero del dolore, per essere interpretato po­sitivamente, suppone:

- una vita vissuta in grazia di Dio;

- una vita di testimonianza;

- una vita di apostolato. Noi dobbiamo essere i testimoni di Gesù Risorto con la nostra serenità, e se­gni del Dio vivo, nel sen­so che quando gli altri ci guardano devono pensare a Dio e a dargli gloria, per­ché ogni sua opera è per la sua maggior gloria e noi sia­mo le sue opere più belle.

Se un giorno ci accor­gessimo di non riuscirci, e ci assalisse lo sconforto, ci assista la consapevolezza che Dio, alla fine della no­stra vita, non premierà tan­to la riuscita ma lo sforzo continuo, la buona volon­tà di aver ricominciato ogni giorno daccapo, di aver sempre provato sen­za stancarci mai e il desi­derio ardente di essere mi­gliori, non per orgoglio, ma per Lui.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divi­nissimo Sacramento.

Sia gloria, onore e riparazione a te, Gesù Sacramentato. Signore Gesù, tu sei il Dio presente! Ti sei fatto presente anche sotto queste apparenze del pane, e da questa presenza mi chiami umilmente ma ardentemente, chiedi la mia presenza. O Gesù, tu ti rendi presente a me perché sei amore, perché mi ami, perché vuoi travolgermi nel tuo amore.

Gesù, liberami, da tante presenze - sentimenti, affetti, ri­cordi, impegni, preoccupazioni... - per poter percepire solo questa tua presenza, altrimenti a che mi servirebbe essere qui, davanti a te, se non mi accorgessi che tu sei qui, davanti a me?

Signore Gesù, rendi certa e forte la mia fede; apri i miei occhi alla tua luce; attira il mio udito all'ascolto della tua parola.

Solo così sarò sicuro e convinto che tu sei qui, che mi aspetti, che desideri vedermi, parlarmi...

Solo così sarò più attento, più desideroso, più premuroso d'incontrarmi con te, di trattenermi con te, che sei sempre qui, e mi aspetti con tanta pazienza e sempre con amore.

Gesù, quante lunghe attese... Perdonami, Signore! Anche in questo momento, da questa tua presenza eucari­stica, tu mi guardi, Gesù. Sono nella luce di questo tuo sguardo divino, me ne sento avvolto.

É meraviglioso, Gesù, essere circondato dal tuo sguardo. Mi penetri, mi conquisti, mi trasformi, mi rendi tua luce, tua trasparenza, tua traslucenza. Sarà la mia conversione... la mia risurrezione.

O Vergine Maria, tu che vivesti una vita tutta permeata dalla presenza di Gesù, vieni in mio aiuto perché anch'io possa vi­vere con Gesù e per Gesù.

In questa sosta eucaristica del mio pellegrinaggio quaresi­male, ottienimi luce e forza per meglio conoscere la scelta che devo fare, per meglio imitare il tuo esempio, per meglio vivere la volontà del Padre.

Prima lettura

Dal Libro del Deuteronomio (30,15-19).

"Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la mor­te e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore Dio tuo, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi co­mandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti molti­plichi e il Signore Dio tuo ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso. Ma se il tuo cuore si vol­ge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrar­ti davanti ad altri dei e a servirli, io vi dichiaro oggi che cer­to perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto da­vanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; sce­gli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza ".

Parola di Dio.

Riflessione: la mia scelta

Gesù, sei veramente un Dio "geloso"! Nel tuo amore mi vuoi tutto per te. E per volermi tutto per te, mi scuoti dalle mie posizioni sicure e mi metti di fronte ad una scelta, in cui non vi sono alternative: "Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male "; e attendi una mia risposta.

Certamente sono portato per istinto a scegliere la vita, ma come è facile sbagliare, o Gesù, perché la vita che mi offri posso riceverla solo a costo di una morte: "Chi vorrà salva-

re la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per me, la salverà " (Lc 9,24).

Gesù, fammi comprendere questo rovesciamento radicale; fammi comprendere come possa seguirti: "Se qualcuno vuo­le venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua " (Lc 9,23).

Gesù, hai trasformato la via della croce in una sorgente di vita. Tu l'hai percorsa facendoti "obbediente fino alla mor­te" (Fil. 2,8), e ora mi chiami a percorrerla dietro a te.

In questo tempo di quaresima, o Gesù, donami tanta gene­rosità e perserveranza per compiere un vero cammino di con­versione da me a te, cioè rendimi disponibile a cooperare con la tua grazia nell'eliminare il contrasto che vi è tra me e te, nel colmare l'abisso che mi separa da te, dal pensare, agire, amare come tu pensi, agisci e ami, fino a condurmi a morire a me stesso per vivere in te e di te.

Mirabile sostituzione, o Gesù! É la mia Pasqua, il mio con­tinuo passaggio dall'io a Dio, là mia risurrezione.

Un cammino, un passaggio, una risurrezione che durano, o Gesù, quanto dura questa mia vita terrena, e si realizzano nell'insicurezza, nella prova, nella tentazione, perché mi metti, o Gesù, di continuo di fronte ad una scelta: "Vela nelle mie membra un'altra legge, che latta contro la legge della mia mente e che mi rende schiava della legge del peccato che è nelle mie membra" (Rom. 7,23).

Preferire te, o Gesù, è "concrocifiggermi" con te, per es­sere "configurato" a te e "conglorificato" con te.

Gesù, per meglio comprendere queste sublimi e consolan­ti realtà, mi metto in silenzio davanti a te, parla tu al mio cuore.

Pausa di silenzio.

Preghiera

Gesù, presente nell'Ostia, ci guarda con amore, ci rivolge delle proposte e attende la nostra risposta. Perché possiamo

meglio comprendere e accogliere le sue attese, rivolgiamo­gli la nostra preghiera, dicendo: ascoltaci, Gesù Sacra­mentato.

1. Gesù Sacramentato, che in questo tempo di quaresima ci poni più che mai di fronte ad una scelta, donaci luce per conoscerti e forza per seguirti, noi ti preghiamo: ascolta­ci, Gesù Sacramentato.

2. Cristo Gesù, che hai voluto sottometterti alla prova della tentazione, rendici persuasi che la nostra santificazione si realizza in un susseguirsi di scelte, noi ti preghiamo: ascol­taci, Gesù Sacramentato.

3. Gesù Salvatore, che ti sei fatto nostra Pasqua, suscita in noi tale disponibilità alla grazia da accogliere la tua vo­lontà nelle varie circostanze della vita, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

4. Gesù Eucaristico, che ci hai comandato di perpetuare il tuo sacrificio sui nostri altari, fa' che lo riviviamo con la nostra partecipazione di morte, di risurrezione e di dona­zione, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

5. Gesù, che nel tuo Spirito formi di tutti noi un solo corpo, fa' che questa comunione spirituale ci portì alla condivi­sione fraterna dei beni materiali, noi ti preghiamo: ascol­taci, Gesù Sacramentato.

Padre Nostro...

Canto.

Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Luca (1,28-38).

L'angelo Gabriele disse a Maria: ' Ti saluto o piena di gra­zia, il Signore è con te ". A queste parole ella rìmase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chia­merai Gesù ". Allora Maria disse all'Angelo: "Come è pos­sibile ?Non conosco uomo ". Le rispose l'angelo: Lo Spiri­to Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà, sarà dunque san­to e chiamato Figlio di Dio ". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto ".

Parola del Signore.

Riflessione: l'esempio di Maria

Signore Gesù, nella tua scienza divina avevi scelto e pre­parato la tua Mamma, pur tuttavia hai posto anche lei davan­ti ad una libera scelta e hai atteso la sua risposta: "Ecco l'an­cella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola ".

L'attesa di questa risposta mi fa comprendere, Gesù, il ri­spetto massimo che hai verso la libertà dell'uomo. Infatti, solo dopo il "sì" di Maria hai dato inizio alla rea­lizzazione del tuo progetto di amore: la tua Incarnazione e la Redenzione dell'umanità.

Se ora, Gesù, sei qui presente sotto le apparenze del pane, è perché Maria ha detto il suo "sì". E perché tu possa conti­nuare e completare la tua Incarnazione e la tua Redenzione in me e in tanti altri miei fratelli attendi, come da Maria, an­che il mio "sì".

Anche in questo momento, o Gesù, tu mi trattieni alla tua presenza per rivolgermi i tuoi amorosi inviti: "rimani con me..., coopera con me... ".

Donami il tuo corpo, perché possa realizzare il mio ar­dente desiderio di passare dal tabernacolo al tuo cuore per fare di te una "mia dimora".

Donami la tua volontà, perché io possa continuare ad amare il Padre e a salvare gli uomini nella tua libera volontà. Donami il tuo operare, perché io possa servirmi anche di te per trasmettere agli uomini il mio amore salvatore. Gesù, aiutami a comprendere queste tue attese e rendi la mia volontà sempre pronta e disponibile, perché anch'io vo­glio vivere in te, con te e per te.

Ma delle volte, Gesù, mi sembra così poco dire un "sì", da sentirmi scontenta, da desiderare qualcosa di più grande.

O Gesù, illuminami, sostienimi, liberami da questo peri­colo, perché mi è facile scambiare, ritenere come tue esigen­ze quelle del mio orgoglio.

Tu, o Gesù, non hai bisogno delle mie opere, ma vuoi sol­tanto la mia disponibilità per realizzare la tua volontà, per­ché non puoi amare qualcosa di diverso dalla tua volontà.

Aiutami, Gesù, a dirti il mio "sì", soprattutto nelle azioni più ordinarie di ogni giorno. Sarà un "sì" piccolo, nasco­sto, ma tu l'attendi perché ti dà la possibilità di donarti. E con quale ansia l'attendi! Gesù, fa' che non ti deluda.

Ora, Gesù, mi metto in silenzio, ti invito nel mio cuore, parlami..., ti ascolto.

Pausa di silenzio.

Preghiera

Gesù, nel silenzio dell'Ostia, attende la nostra cooperazio­ne per rendere operante oggi il suo sacrificio, ma conoscen­do la nostra debolezza e incostanza, chiediamo il suo aiuto dicendo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

1. Gesù, tu hai detto: "Ecco, io vengo, o Padre, per fare la tua volontà, vieni in nostro aiuto affinché possiamo dirti sempre il nostro "sì", noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

2. Gesù, la tua obbedienza al Padre ti ha condotto fino alla morte di croce, vieni in nostro aiuto affinché ti rimaniamo fedeli, anche nelle difficoltà, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

3. Gesù, tu sei presente nell'Eucaristia per il "sì" di Maria, vieni in nostro aiuto affinché con il nostro "sì" tu possa fare di noi una tua dimora, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

4. Gesù, tu sei presente nell'Ostia sempre in attesa di donar­ti, vieni in nostro aiuto affinché sappiamo accoglierti e do­narti ai fratelli, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacra­mentato.

5. Gesù, tu hai lasciato tutto, perfino la tua Mamma, per com­piere l'opera della Redenzione, vieni in nostro aiuto affin­ché ci rendiamo cosi disponibili che tu possa servirti an­che di noi per essere più conosciuto, amato e glorificato nel mistero eucaristico, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

Padre Nostro...

Canto.

Terza lettura

Dalla Lettera di San Paolo ai Filippesi (2,6-11).

"Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;

perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra, e sotto terra;

e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio.

Riflessione: conformità alla volontà divina

Gesù, il tuo apostolo Paolo mi ha ricordato che tu per mio amore ti sei fatto obbediente fino alla morte di croce. Questa tua generosa obbedienza al Padre mi rende ancor più convinto del tuo amore per me, e nello stesso tempo mi fa molto riflettere su l'ambiente in cui mi trovo.

Sto sperimentando, Gesù, come tutto oggi venga contesta­to, criticato, rifiutato da una orgogliosa volontà di autode­terminazione, di autosufficienza, di autoaffermazione.

Immerso in questo ambiente, quando maggiormente mi as­sale il dubbio di essere un deluso, Gesù, vieni in mio soccor­so e fa' risplendere con più evidenza davanti al mio sguardo la tua vita eucaristica, dove offri l'esempio di una obbedien­za totale, non solo al Padre, come hai fatto nella vita terrena, ma a tutti; ai sacerdoti e ai laici, ai degni e agli indegni, agli amici e ai nemici...

Gesù, nel tuo grande amore, mi hai unito a te come il tral­cio è unito alla vite, per cui, se voglio vivere, devo vivere della tua vita, che è vita di obbedienza.

Questa imitazione della tua obbedienza, o Gesù, mi mette in una continua comunione di amore con la volontà del Pa­dre. E questa volontà del Padre è sempre volontà di salvez­za: "Dio vuole salvi tutti gli uomini" (1 Tim. 2,4).

Ne segue, o Gesù, che unirmi alla volontà di Dio, è unir­mi alla sua volontà salvifica, è entrare nel piano divino per la salvezza del mondo.

In questo prospetto l'obbedienza diventa, in te anche per me, riparazione alla resistenza che il mondo oppone alla pa­rola di Dio, alla sua legge, alla sua volontà.

In questa partecipazione con te, o Gesù, non ha importan­za l'età, non importa se si sta bene o se si è infermi, non con­ta il posto che si occupa o l'azione che si compie; ciò che tu, Gesù, consideri, è l'omaggio reso a Dio con la conformi­tà alla sua volontà. Quindi il merito non consiste nel fare questo o quell'atto, ma deriva dal grado di unione alla tua volontà, o Gesù.

Se in questo tempo di intense preoccupazioni morali, poli­tiche, economiche, voglio dare alla mia vita un valore apo­stolico e riparativo, devo saper conformarmi alla tua volon­tà, o Gesù, vedendo e accogliendo questa tua volontà che mi

manifesti ora per ora durante la giornata sia negli avvenimenti lieti come in quelli meno lieti.

Gesù, per meglio comprendere e vivere questa imitazione di te, questa cooperazione con te, mi metto in silenzio, in ascol­to della tua parola.

Pausa di silenzio.

Preghiera

Di fronte all'obbedienza che Gesù praticò nella vita terre­na e che ora vive nella vita eucaristica, di fronte al valore apostolico e riparativo che ci offre la partecipazione a questa obbedienza di Cristo, rivolgiamoci a Lui con fiduciosa pre­ghiera, dicendo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

1. O Gesù obbediente, facci comprendere che soltanto in una piena adesione alla tua volontà noi possiamo realizzare il fine della nostra esistenza, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

2. O Gesù Eucaristico, infondi nel nostro animo il tuo spiri­to di obbedienza, perché possiamo compiere in ogni cosa quello che piace a te, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

3. O Gesù, che hai detto di essere nell'amore del Padre per­ché osservavi la sua volontà, aiutaci a vivere i tuoi coman­damenti perché possiamo così dimostrarti il nostro amo­re, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

4. O Gesù immolato, insegnaci a dare alla nostra obbedienza un valore di apostolato e di riparazione, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

5. O Gesù, per il mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, accresci in noi la forza, la fiducia, l'amore; rafforza i de­boli, consola gli afflitti, dona la tua speranza ai moribon­di, noi ti preghiamo: ascoltaci, Gesù Sacramentato.

Padre Nostro...

Canto.

TESTIMONIANZA DI CONVERSIONE

Sono felice di avervi incontrati attraverso la meravigliosa rivista "Riparazione Eucaristica ".

Non è una pubblicazione qualunque, ma il segno di un grande amore che unisce tutti anche senza conoscersi di persona: l'amore di Cristo Gesù.

É appena un anno che mi sono convertita grazie a un caro missionario ospite della mia parrocchia; poi ho co­nosciuto "Radio Maria " e la vostra Associazione. Vi ap­partengo da cinque mesi soltanto, ma già tante cose sono cambiate nella mia vita spirituale. Quanto conforto sape­te dare all'anima mia! Cosa chiedere di più a Dio se ho già tanta compagnia?

Pur essendo mamma di due bambini e sposa di un bra­v'uomo, pur avendo il papà in casa, a volte mi sentivo tanto sola...

Ma ora basta andare con la mente al Tabernacolo, là dove c'è Gesù che mi ama, e tutto passa...

Superfluo sarebbe commentare questa lettera, e fin troppo facile ammettere che la nostra rivista abbia contribuito a consapevolizzare una fede eucaristica che crediamo non svi­luppatasi in cinque mesi soltanto, ma da sempre saldamente radicata nella nostra amica; eppure, se un po' di conforto essa riesce a dare alle tante Isabelle che brancolano anco­ra nel buio e di cui il mondo è pieno, perché non prestarne loro qualche numero già letto?

LA MESSA INVISIBILE

La Chiesa, anche se ha tre diverse collocazioni, anche se ha tre diversi gradi di formazione - militante, purgante, trionfante - è sempre una sola, quella che è nata con Cri­sto, quella che è sempre con Cristo.

Ha il suo punto di convergenza nella celebrazione della Messa, che costituisce la gioia dei beati del cielo, il tesoro dei fedeli in terra, la speranza delle anime del Purgatorio.

Partecipare alla Messa è mettersi al centro di questi due mondi: quello celeste e quello terrestre, quello angelico e quello umano, dove Cristo è altare, vittima e sacerdote.

In cielo la liturgia si svolge intorno al mistico Agnello dell'Apocalisse, immolato per la nostra salvezza, sempre in atto di intercedere per noi presso il Padre (Ebr. 7,25).

La nostra Messa non è un riflesso di questa liturgia ce­leste, ma è addirittura la stessa liturgia del cielo portata in terra.

Ora, se la Messa è un tutt'uno con l'offerta che Gesù fa di sé in cielo, si deve ammettere che essa viene celebra­ta alla presenza di tutta la corte celeste.

La Chiesa, "pellegrina sulla terra", non invita gli an­geli e i santi a scendere in terra, ma ordina ai fedeli di sa­lire nel mondo angelico: "Sursum corda! in alto i nostri cuori!" E il punto di congiungimento avviene nella recita, nel canto del "Sanctus".

"Per questo mistero di salvezza il cielo e la terra si uni­scono in un cantico nuovo di adorazione e di lode, e noi con tutti gli angeli del cielo proclamiamo senza fine la tua

gloria: santo, santo santo... " (Pref. della SS. Eucaristia). Vengono superate le barriere del tempo e dello spazio; terra e cielo si congiungono; corte celeste e povera uma­nità si uniscono; Chiesa trionfante e Chiesa militante si fon­dono, per assistere e partecipare all'offerta perenne che Ge­sù, l'Agnello immolato, fa di sé stesso per mezzo dello Spi­rito Santo al Padre, a beneficio di tutta la creazione.

"Perciò quando celebriamo il sacrificio eucaristico ci uniamo in sommo grado al culto della Chiesa celeste, co­municando con essa e venerando la memoria soprattutto della gloriosa sempre vergine Maria, ma anche del beato Giuseppe e dei beati apostoli e martiri e di tutti i santi... " (Lumen Gentium, 50).

Quindi cielo e terra formano una cosa sola, per cui quando si celebra la Messa noi siamo già in cielo davanti al trono della Maestà divina, concittadini degli angeli e dei santi, e familiari di Dio.

Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di an­geli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti..., al Mediatore della Nuova Alleanza... " (Ebr, 12,22-24).

Allora "rifletti con chi ti trovi accanto e con chi stai per invocare Dio: con i Cherubini. Immaginati in quali cori stai per entrare. Che nessuno si unisca con negligenza a questi inni sacri e mistici. Che nessuno conservi un pen­siero terreno, ma liberatosi da tutto ciò che è terreno e trasportatosi interamente in cielo... , canti l'inno santissi­mo del Dio della gloria e della maestà... " (S. Giovanni Crisostomo).

PICCOLA OSTIA

Alcuni giorni fà con Maria Teresa sono andato a far vi­sita ad un'anziana signora, che ben conosciamo da tantis­simi anni. É una di quelle persone che veramente si può definire "una santa donna.

Già da tempo vive sempre in casa e riesce a malapena a spostarsi dal letto o dalla poltrona. Ha tanta paura di ca­dere e mentre si muove, siccome è molto devota di Papa Giovanni, si raccomanda sempre a lui, chiedendogli di aver misericordia e di sorreggerla.

Nella vita ha tanto sofferto, soprattutto per la morte del marito ancora in giovane età e di un figlio sedicenne, tra­gicamente annegato.

E anche ora con quel suo dolce sorriso, ci dice che la sua è una vita di preghiera, di sacrificio e di amore fino ad essere vittima di quell'immenso amore che ha per tutti, ma soprattutto per Gesù.

Ci chiede di pregare tanto lo Spirito Santo che può con­cedere ogni grazia, e di pregare per la conversione dei pec­catori invocando l'arcangelo Gabriele.

Che grande fede!

Si può considerare una di quelle "piccole ostie" viventi che ogni giorno offrono loro stesse a Gesù e cooperano con Lui alla salvezza dell'umanità.

Sono rimasto talmente impressionato e con il cuore ri­colmo di gioia che ho voluto farvene partecipi, anche co­me spunto di riflessione sul modo di affrontare la vita e tanti problemi.

Per l’acquisto delle sante indulgenze 1 Padre, Ave e Gloria.

 

 

 

 

 

 

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