Associazione Nostra Signora di Lourdes-San Luigi Orione N. 10
Davanti a un re
Voce del cuore:
Come si sta davanti a un Re? Io non lo so, Signore.
Re della terra non ne ho mai incontrati. Tu sei il Re!
Sei il Re dei re...
Il fatto che non ti veda non dovrebbe cambiare nulla; perciò non vorrei circondarti di meno onore. Sei il mio Re.
A te levo i miei occhi; umilmente levo il mio sguardo in cerca del Tuo, o mio Signore per dirTi ancora eccomi: il tuo servo ti ascolta...
Voce del Vangelo:
S. Giovannî racconta: "Quando sentirono che Gesù stava per arrivare a Gerusalemme, presero rami di palma e gli andarono incontro. E gridavano:
OSANNA, GLORIA A DIO BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE BENEDETTO IL RE D'ISRAELE". (12,12-13)
Voce del cuore:
Signore, oggi sono io per te Gerusalemme; Tu mi vieni incontro E, anche io, ECCOMI, voglio accoglierti da Re osannando e proclamando la mia fede: benedetto il re d'Israele, benedetto Colui che viene nel nome del Signore.
Guarda Gesù:
Tu vedi trasformati i rami di palma nelle mie mani nei miei sentimenti, nei miei pensieri,
nelle azioni di questo giorno che ti presento come dono di tutto me stesso.
Sono poca cosa, forse niente, ma a un Re Onnipotente cosa può importare il valore delle cose?
O tu vuoi che io sia triste perché sono povero mentre tu sei il Re?
Adorazione in Silenzio
Voce del Vangelo:
S. Matteo racconta:
"Gesù mandò avanti due discepoli. Disse loro: `Andate nel villaggio che è qui di fronte a voi, e subito troverete un'asina e il suo puledro, legati. Slegateli e portateli a me. E se qualcuno vi domanda qualcosa, dite così: il Signore ne ha bisogno, ma poi li rimanda indietro subito'.
E così si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo del profeta:
Dite a Gerusalemme: guarda il tuo re viene a te. Egli è umile,
e viene seduto su un asino, un asinello, puledro d'asina.
I discepoli partirono e fecero come Gesù aveva comandato. Portarono l'asina e il puledro, gli misero addosso i mantelli e Gesù vi montò sopra." (21,1-7)
Voce del cuore:
Signore
Ti adoro.
Dai miei occhi
sgorgano lacrime di commozione: tu RE del cielo e della terra nascondi la tua maestà
sulla groppa di un semplice asinello per venirmi incontro da amico, da fratello.
Tu non vuoi farmi vergognare, non vuoi farmi arrossire, non vuoi mettermi a disagio...
Tu, il RE...
Ci può essere una cortesia, una finezza più squisita della tua?
Tu hai rispetto della mia povertà e per questo te ne stai pure in un'Ostia.
Per rispettare la mia cecità che non potrebbe resistere davanti al tuo splendore.
Silenzio
Voce della Chiesa:
Preghiamo.Acclama il tuo re Gerusalemme viene a te su un umile asinello
Lodate il Signore del cielo; dall'alto del cielo lodatelo!
Lodatelo angeli tutti Voi sue schiere lodatelo!
Preghiamo. Acclama il tuo re Gerusalemme viene a te su un umile asinello
Lodatelo sole e luna
Voi, splendide stelle, lodatelo!
Lodatelo altissimi spazi E anche voi, acque del cielo!
Preghiamo. Acclama il tuo re Gerusalemme viene a te su un umile asinello
Lodate tutti il nome del Signore A un suo comando foste creati Vi rese stabili per sempre
Fissò una legge che non passerà
Preghiamo. Acclama il tuo re Gerusalemme viene a te su un umile asinello
Lodate il Signore della terra Mostri e abissi del mare
Fuoco e grandine, neve e nebbia Uragani docili alla sua parola.
Preghiamo.Acclama il tuo re Gerusalemme viene a te su un umile asinello
Lodatelo montagne e colline alberi da frutto e foreste animali selvatici e domestici rettili e uccelli dell'aria.
Preghiamo. Acclama il tuo re Gerusalemme viene a te su un umile asinello
Lodatelo re della terra lodatelo nazioni tutte principi e governanti del mondo.
Ragazzi, ragazze, vecchi e bambini lodate tutti il nome del Signore. (Salmo 148)
Voce del Vangelo:
S. Matteo ancora racconta:
'I maestri della legge videro le cose straordinarie che aveva fatto, sentirono i bambini che gridavano: `Gloria al figlio di Davide!' e si arrabbiarono. Dissero a Gesù:
- Ma senti che cosa dicono?
Gesù rispose: - Sì, sento. Ma voi non avete mai letto nella Bibbia queste parole: `Dalla bocca dei fanciulli e dei bambini ti sei procurata una lode?'
- Poi li lasciò e se ne andò via. Uscì dalla città e passò la notte a Betania." (21,15-17)
Voce della coscienza
- Chi sono io per i figli di Gerusalemme: un dottore della legge o un bambino?
- Cosa faccio più spesso: critico o lodo Dio?
- Mi dà fastidio il successo degli altri o ne godo con semplicità?
- Come mai Gesù passò la notte a Betania? Dove erano i suoi acclamatori? Nessuno si offri ad ospitarlo dopo la gloria?
Voce del cuore:
Signore Dammi un cuore di fanciullo
Per farmi testimone fedele e semplice, tuo servitore e cantore
TuttiO re mite e umile noi ti preghiamo Signore liberami dalla grettezza della superbia invidiosa dei doni altrui; apri i miei occhi alla Tua grandezza e il mio cuore alla stima dei fratelli.
TuttiO re mite e umile noi ti preghiamo Nessuno degli abitanti di Gerusalemme Ti diede ospitalità dopo averti acclamato;
che la mia fede non sia l'entusiasmo di un momento ma un sì senza ripensamenti.
Tutti O re mite e umile noi ti preghiamo Signore fa' di me una nuova Gerusalemme; ricostruisci sulle mie rovine il tempio della Tua gloria
Tutti O re mite e umile noi ti preghiamo
Voce della Chiesa
FRATELLI, adoriamo Cristo nostro Re. Facciamoci aiutare da Maria modello della nuova Gerusalemme.
Il suo canto di esultanza e di gratitudine risuoni ancora sulle nostre labbra.
Canto del Magnificat
L'Eucaristia riconduce a unità i cristiani
Dall'unione verticale con Cristo mediante la comunione, Paolo passa all'unione orizzontale, o ecclesiale, mediante "l'unico pane" e "il solo corpo". Dice infatti: "Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane" (1Cor 10,17).
L'apostolo insiste in modo quasi martellante su "un solo", ripetuto ben tre volte, che mette in rapporto con "molti", o "tutti", che vengono ricondotti a unità. Egli esprime e sviluppa il suo pensiero in tre momenti logicamente ben collegati fra di loro:
1.C'è un solo pane
2.Noi partecipiamo all'unico pane
3.Pur essendo molti siamo un corpo solo.
Quindi l'unico pane fa sì che i molti cristiani di Corinto e di ogni luogo formino un solo corpo. Giovanni Damasceno riferendosi a 1Cor 10,17, si esprime così:
"Proprio perché partecipiamo a un solo pane, diventiamo tutti un solo corpo di Cristo, un solo sangue e membri gli uni degli altri, essendo stati fatti concorporei con Cristo".
Vogliamo ora rapidamente soffermarci sul significato di ogni frase.
C'è un solo pane.È "il pane che noi spezziamo", cioè il pane eucaristico. Non è necessario pensare che a Corinto si celebrasse con una sola pagnotta di pane, perché dietro l'unicità del pane c'è il Cristo unico, che si rende presente nel pane consacrato a Gerusalemme, ad Antiochia, a Triade.
Pur essendo molti siamo un solo corpo.La molteplicità dei cristiani è ridotta a unità, "un solo corpo". Ma qui qual è il significato di "corpo"? Ha un valore simbolico, metaforico o sacramentale? Si tratta di sapere se qui "corpo" indica la comunità cristiana oppure se è il corpo eucaristico di Cristo.
Gli studiosi propendono sempre più per il valore sacramentale: un solo corpo è il corpo di Cristo reale e individuale, datore di Spirito Santo e redentore che si rende presente nell'Eucaristia.
Ma una volta che si è affermato che si tratta del "corpo" eucaristico si deve prendere in considerazione il valore che si aggiunge a tale "corpo", in quanto la frase in cui si trova suona letteralmente così: "Un corpo siamo in molti" (10,17). Inversamente da quanto avviene per il cibo naturale, il corpo eucaristico unisce intimamente a sé coloro che lo ricevono in nutrimento; in Giovanni Gesù dirà: "Chi mangia me, vivrà per me" (Gv 6,57).
Tutti infatti partecipiamo dell'unico pane.La partecipazione all'unico pane eucaristico fa sì che i comunicanti si uniscano all'unico Cristo che è presente nel pane consacrato e di conseguenza si ritrovano in unità fra di loro.
In conclusione Paolo, sottolineando l'unione del tutto particolare che l'Eucaristia realizza con il comunicante, vuole raggiungere un molteplice scopo: tenere lontani i corinzi dall'idolatria, ammonire i forti perché non danneggiano i deboli sul fatto degli idolotiti (10,22-33), portare tutti a vivere nell'unità e nella fedeltà alla loro vocazione. Con questo stretto legame di causa ed effetto tra Eucaristia e Chiesa, per quello che riguarda l'esistenza e l'unità della Chiesa, Paolo indica nello stesso tempo la natura eucaristica della Chiesa. Dice che la Chiesa è tale mediante l'Eucaristia.
Dunque la Chiesa stessa non può non mettere al primo posto della sua vita e della sua missione la Celebrazione eucaristica e il culto eucaristico. A proposito della venerazione al santissimo Sacramento il Papa afferma: "Al di fuori della celebrazione eucaristica, la Chiesa si prende cura di venerare l'Eucaristia che deve essere conservata come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale".
Cosa fa il cristiano quando adora il santissimo Sacramento dell'altare? E il Pontefice stesso che risponde con estrema chiarezza, fugando ogni dubbio circa l'efficacia dell'adorazione stessa: "Attraverso l'adorazione, il cristiano contribuisce misteriosamente alla trasformazione radicale del mondo e alla diffusione del Vangelo. Ogni persona che prega il Salvatore trascina dietro di sé il mondo intero e lo eleva a Dio.
Coloro che si incontrano con il Signore svolgono dunque un eminente servizio; essi presentano a Cristo tutti coloro che non lo conoscono, o che sono lontani da lui, in loro nome".
TESTIMONI DELL’EUCARISTIA
Charles de Foueauld (1858-1916)
Charles-Eugène de Foucauld nacque a Strasburgo il 15 settembre 1858 da una famiglia fieramente aristocratica. Per proseguire un'autentica tradizione di famiglia accettò d'iscriversi, senza grande interesse, all'accademia militare di Sannt-Cyr. Da qui venne trasferito ad una scuola di cavalleria leggera, dove si diplomò nel 1879, all'ottantaseiesimo posto in una classe di ottantasette alunni. L'ispettore generale lo descrisse come "una persona la cui unica preoccupazione era quella di divertirsi".
Inviato in missione in Nord Africa, fece l'esperienza della religiosità mussulmana. "Il contatto con questa fede - scrisse - e con gli spiriti che vivevano sempre alla presenza di Dio mi aiutò a capire che c'era qualcosa di più grande e di più reale dei piaceri di questo mondo".
Una forza nuova e irresistibile lo stava attirando a sé, ma non sapeva dove. In preghiera ripeteva: "Mio Dio, se esisti, rivelami la tua esistenza". Nell'autunno del 1886 decise d'affidarsi alla guida spirituale del reverendo parigino Huvelin, determinante per la sua conversione e per il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio. Più tardi scriverà: "appena credetti che Dio esisteva, compresi che non potevo fare altro che vivere per lui. La mia vocazione religiosa nacque insieme alla mia fede".
Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, entrò nell'ordine dei Trappisti. Vi passò sette anni e tuttavia non ne restò soddisfatto, in quanto il rigore che vi regnava era ancora ben lontano dai suoi ideali di povertà. Tornò in Terra Santa e trovò impiego come inserviente presso un convento di Clarisse, deciso ad emulare la "vita nascosta" di Gesù. Ma la sua santità era così palese da attirare l'attenzione della Superiora. Ella riuscì a convincerlo che aveva una missione più importante da compiere nel mondo e lo invitò a diventare sacerdote. Pur sentendosi indegno dell'ordinazione, il sogno di fondare una comunità di fratelli che condividessero il suo stile di vita lo rallegrava.
Subito dopo la sua ordinazione nel 1901, Charles tornò in Nord Africa. Decise che per attuare la sua nuova missione non occorreva vivere nella città di Nazaret. Nazaret poteva essere qualsiasi altro luogo. Così fece ritorno in Algeria, nell'oasi di Beni-Abbès al confine con il Marocco. Beni-Abbès era una colonia prevalentemente araba e sede di una guarnigione francese. La sua missione era divisa tra l'assistenza agli arabi e il servizio pastorale alle truppe. Era l'unico sacerdote nell'arco di quattrocento chilometri. Si considerava l'avamposto di una comunità di "Piccoli Fratelli" che vivessero tra i poveri, in spirito di servizio e solidarietà. Ma seguaci non vi giunsero mai: all'epoca non erano molti quelli disposti a comprendere il suo nuovo metodo missionario; meno ancora coloro che avrebbero sopportato uno stile di vita così austero, estremo e quasi impossibile.
Nel 1905, alla ricerca di un ambiente più remoto, Charles mosse verso il Sahara interno, nella remota regione dell'Hoggar. Stabilì la sua nuova residenza a Tamanrasset, piccolo villaggio di circa venti famiglie della tribù dei Tuareg. Costruì una casa di pietre e canne, un piccolo parlatoio, un refettorio e una serie di cellette, sperando sempre nell'arrivo di nuove reclute che però non accolsero mai il suo appello. Per raggiungere Tamanrasset, ci volevano sessanta giorni di viaggio nel deserto!
Due anni dopo, ottenne dal Vaticano una dispensa per costruire un tabernacolo e dire messa da solo. In quell'oasi desolata, la presenza dell'Eucaristia era la presenza di Cristo tra i più abbandonati e dimenticati. Trascorreva lunghe ore in adorazione silenziosa: il suo motto era: diventare contemplativo. "Non soffro affatto di questa solitudine - scriveva - ma la trovo dolcissima: ho il Santissimo Sacramento, il migliore degli amici, al quale parlare giorno e notte... Amiamo Gesù, perdiamoci davanti al Santissimo Sacramento: là c'è tutto, l'Infinito, Dio... Oh! Potessimo perderci e inabissarci, fino alla morte, nell'oceano dell'amore del nostro beneamato Gesù...".
Così si preparava alla chiamata che piacque al Signore di fargli ascoltare la sera del 1° dicembre 1916, per mano di un ribelle Tuareg. Già nel 1897; mentre viveva a Nazaret, annotava nel suo diario: "Pensa che prima o poi morirai martire, privato di ogni cosa, accasciato nudo per terra, a malapena riconoscibile, coperto di sangue e ferite, violentemente e penosamente ucciso... Augurati che ciò accada oggi... Pensa spesso a questo tipo di morte, preparati a essa e giudica le cose nel loro giusto valore".
N.B.:Dopo la morte di fratel Charles, sorgeranno discepoli in tutte le nazioni del mondo. Oggi, si contano una dozzina di istituti di vita consacrata, cinque istituti religiosi e una quarantina di movimenti che si ispirano al suo carisma.
Preghiera di abbandono
Questa fu l'ultima preghiera del nostro Maestro, del nostro Amato. Possa anche essere la nostra. E possa essere non solo quella dell'ultimo istante, ma anche di ogni momento:
"Padre, mi consegno nelle tue mani; Padre, io mi abbandono a te, mi affido a te. Padre, fa' di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazierò! Ringraziandoti per ogni cosa, sono pronto a ogni cosa, accetto ogni cosa, ringrazio per ogni cosa. Purché la tua volontà si compia in me, mio Dio, purché si compia in tutte le tue creature, in tutti i tuoi figli, in tutti quelli che il tuo cuore ama, non desidero nient'altro, mio Dio. Rimetto la mia anima nelle tue mani. Te la dono, mio Dio, con tutto l'amore del mio cuore, perché ti amo. Ed è per me un'esigenza di amore il donarmi. Metto me stesso senza riserve nelle tue mani, con infinita confidenza, poiché tu sei il Padre mio".
Primo mistero della Luce. Il Battesimo di Gesù nel Giordano
"Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: all’improvviso il cielo si aprì ed egli vide lo Spirito di Dio che, come una colomba scendeva e veniva su di Lui. E dal cielo venne una voce: "Questo è il mio Figlio, che amo. Io l’ho mandato" (Mt. 3, 16).
Il Battesimo è il Sacramento che ci purifica dal peccato originale, inserendoci nel cuore di Cristo come suoi figli autentici. Gli angeli , avvolti da pura luce, ci ricordano l’integrità acquisita con il battesimo , la veste candida che dobbiamo preservare nella nostra esistenza , avvalendoci della loro presenza costante nel difenderci dal male .
Ci é stato donato un angelo custode affinché possiamo percorrere strade sicure e luminose che conducano all’unione con Cristo nel tempo e nell’eternità. Chiediamo, in questo mistero, la volontà ferma di custodire la luce interiore dell’amore, da offrire un giorno, in ricordo e conferma del nostro Battesimo, come segno di perfetta adesione al progetto di Dio su di noi.
Padre nostro,10 Ave Maria, Gloria al Padre, Angelo di Dio
Secondo mistero della Luce. Gesù alle nozze di Càna
"Così Gesù fece il primo dei suoi segni miracolosi nella città di Càna, in Galilea, e manifestò la Sua grandezza, e i suoi discepoli credettero in Lui" (Gv. 2, 11).
Maria é il modello esemplare dell’amore attento alle esigenze del mondo. Maria è la regina degli angeli perché, come essi, ed in maniera mirabile e straordinaria, preserva le nostre vite dal male e ci dona amore e protezione costante, assecondando le nostre richieste, intercedendo per noi e soddisfando bisogni interiori e materiali. Maria é testimone e fautrice dei miracoli che Cristo compie nell’esistenza umana , anche servendosi dell’aiuto degli angeli che, spesso, sono persone incontrate lungo il cammino della vita come stelle per guidarlo. L’incontro con Maria, regina degli angeli, può cambiare la nostra esistenza trasformandola, come avvenne per l’acqua tramutata in vino, in un segno visibile del suo amore per l’umanità. Preghiamo affinché l’amore di Cristo ,mediato da Maria, possa rinnovare integralmente la nostra vita.
Padre nostro,10 Ave Maria, Gloria al Padre, Angelo di Dio
Terzo mistero della Luce.L’annuncio del regno di Dio
"Così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano il bene che voi fate e ringrazino il Padre vostro che è in cielo" (Mt. 3, 16).
Cristo desidera che ogni uomo entri a far parte del suo regno che, già durante la vita terrena, deve essere preparato attraverso il compimento della volontà di Dio e la diffusione dell’amore e della pace. Viviamo, tuttavia, continuamente esposti a pericoli ed insidie sferrati dal maligno che vuole impedire il compimento e la venuta del regno di Dio sulla terra. L’aiuto degli angeli diventa fondamentale : essi ci aiutano nella lotta contro il male, ci sostengono nell’esercizio costante delle virtù cristiane sull’esempio della parola di Dio contenuta nel Vangelo, ci guidano nella edificazione di una civiltà rinnovata dall’amore, ci preparano alla venuta del Salvatore affinché il nostro incontro con Lui sia avvolto di luce eterna. Preghiamo affinché la presenza degli angeli accanto a noi diventi una luminosa armatura contro il potere delle tenebre.
Padre nostro,10 Ave Maria, Gloria al Padre, Angelo di Dio
Quartomistero della Luce. La trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor
"...li condusse su un alto monte, in un luogo solitario. Là, di fronte a loro, Gesù cambiò di aspetto: il Suo volto si fece spendente come il sole e i suoi abiti diventarono bianchissimi, come di luce" (Mt. 17, 2).
Gli angeli , nel loro sfolgorante splendore, contemplano l’immensa luce di Cristo. Diventano, pertanto, modelli di una perfetta comunione con Lui e ci invitano a percorrere un cammino di purificazione e santificazione. I santi, infatti, si sono valsi dell’aiuto degli angeli, per seguire un cammino di ascesi all’insegna dell’amore di Cristo che , nella trasfigurazione , rivela la sua umanità e la sua divinità , invitando l’uomo a diffondere nel mondo la gioia dell’incontro con Lui. Chiediamo in questo mistero maggiore fervore nel nostro proposito di santificarci , mediante l’azione dello Spirito Santo e la protezione degli angeli, soprattutto del nostro angelo custode.
Padre nostro,10 Ave Maria, Gloria al Padre, Angelo di Dio
Quintomistero della Luce. L’istituzione dell’eucaristia
"Mentre stavano mangiando, Gesù prese il pane, fece la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai discepoli e disse: ‘Prendete questo è il Mio Corpo’. Poi prese la coppa del vino, fece la preghiera di ringraziamento, la diede ai discepoli e tutti ne bevvero. Gesù disse: ‘Questo è il Mio Sangue offerto per tutti gli uomini. Con questo Sangue Dio rinnova la Sua Alleanza’." (Mc. 14, 22-24).
L’eucaristia, pane degli angeli, é Cristo stesso , dono di Dio all’umanità attraverso il grembo di una donna , la regina degli angeli, il tempio dello Spirito Santo. E’ l’eucaristia la presenza reale che unifica attraverso un vincolo profondo di amore eterno. Gli angeli vivono continuamente nella dimensione perfetta dell’amore di Cristo. Chiediamo loro in questo mistero di insegnarci , attraverso una assidua frequenza al sacramento dell’eucaristia, che l’amore da offrire al mondo non basta mai e deve pertanto diventare un dono continuo da diffondere in maniera gratuita e solidale.
Padre nostro,10 Ave Maria, Gloria al Padre, Angelo di Dio
Litanie
Signore pietà Signore pietà
Cristo pietà Cristo pietà
Signore pietà Signore pietà
Cristo ascoltaci Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici Cristo esaudiscici
Padre del cielo che sei Dio Abbi pietà di noi
Figlio redentore del mondo che sei Dio “
Spirito Santo che sei Dio “
Santa Trinità , unico Dio “
Per la presenza nell’universo di spiriti angelici - Noi ti diamo gloria
Per il dono dell’angelo custode – Noi ti diamo gloria
Per l’arcangelo S. Michele valoroso difensore delle nostre anime e capo delle milizie angeliche -
Per l’intervento dell’angelo che fermò la mano di Abramo in procinto di sacrificare Isacco -
Per aver inviato due angeli a Sodoma onde preservare la vita di Lot e della sua famiglia -
Per l’angelo che ricondusse la schiava Agar ad Abramo per consentire la nascita di Ismaele -
Per gli angeli giunti in sogno a Giacobbe tramite una scala posta tra cielo e terra onde elargirgli la benedizione estesa alla sua discendenza – Noi ti diamo gloria
Per l’angelo che sostenne Mosé alla guida del popolo di Israele in occasione del miracolo del mar Rosso – Noi ti diamo gloria
Per l’angelo che saziò il profeta Elia lungo il suo cammino – Noi ti diamo gloria
Per l’angelo che agì sui soldati di Sennacherib per liberare dall’assedio Gerusalemme – Noi ti diamo gloria
Per l’arcangelo S. Raffaele, guida di Tobi, che rifiutò la ricompensa di Tobia, invitandolo, invece ,a benedire il Signore – Noi ti diamo gloria
Per la liberazione, operata da un angelo, del profeta Daniele , dalla bocca dei leoni – Noi ti …..
Per l’angelo che introdusse al profeta Zaccaria in 8 visioni la figura del Messia – Noi ti diamo gloria
Per l’angelo che annunciò a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista, uomo
pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre – Noi ti diamo gloria
Per l’annuncio ,operato dall’arcangelo Gabriele, della nascita di Cristo nel grembo di Maria -
Per l’angelo che confermò in sogno a Giuseppe la matrice divina del frutto del grembo di Maria -
Per l’angelo che comparve in sogno a Giuseppe suggerendogli di fuggire con Maria e il Bambino -
Per l’angelo che avvolse di luce i pastori annunciando loro la nascita di Gesù -
Per gli angeli che adorarono e servirono Gesù dopo le tentazioni del deserto -
Per l’angelo che donò conforto a Gesù sofferente nell’orto degli ulivi – Noi ti diamo gloria
Per l’Angelo che annunciò alla Maddalena ed alle altre donne la resurrezione di Cristo – Noi ti …
Per l’annuncio agli apostoli, mediato da due uomini in bianche vesti, del ritorno di Gesù – Noi ti …
Per la liberazione miracolosa di S. Pietro da parte di un angelo - Noi ti diamo gloria
Per l’angelo in splendide vesti che indusse il centurione Cornelio ad incontrare Simon Pietro e a convertirsi - Noi ti diamo gloria
Per l’angelo che sciolse il timore di Paolo durante la tempesta indicandogli la salvezza - Noi ti diamo gloria
Agnello di dio che togli i peccati del mondo Perdonaci Signore
Agnello di dio che togli i peccati del mondo Ascoltaci Signore
Agnello di dio che togli i peccati del mondo Abbi pietà di noi
Preghiamo :
O Dio, tu hai donato all’uomo validi aiuti nelle presenze angeliche affinché egli possa vincere le forze del male e costruire un mondo rinnovato dall’amore e dalla luce di Cristo ; concedi al nostro cuore la grazia di beneficiare del loro aiuto e della loro protezione nel tempo della vita terrena e di essere introdotti un giorno nel loro regno beato. Te lo chiediamo per Cristo Nostro Signore. Amen.
Per l’acquisto delle Sante indulgenze. 1 Padre, Ave e Gloria.