Aaacheriso

22/04/2023

Catechesi N. 461

A - La testimonianza di Giovanni Battista è già completa perché profetizza che Gesù oltre ad essere il Messia è il Figlio di Dio. Una conoscenza che gli è arrivata dal Cielo, come spiega lui, precisamente era stato inviato a predicare la venuta del Messia e ad attendere la comparsa di Colui che nelle fattezze umane era buono come un agnello, ed era mite e umile di Cuore.
B - La semplicità è una virtù trascurata probabilmente da tutti quelli che pregano poco, anche perché non si comprende come ottenerla, in quale modo praticarla. La mancanza di letture spirituali e la dimenticanza del colloquio con il Padre spirituale lasciano la maggior parte dei cattolici nello stesso stato in cui si trovavano anni fa. 
C - Filippo è stato il primo a ricevere l’invito esplicito da Gesù a seguirlo, dopo l’incontro con Andrea, Pietro e Giovanni. È bello notare che Gesù a Filippo ha rivolto una sola parola: “Seguimi”.
 
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa 
Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione  
Lunedì 1° Maggio festa dell'Associazione 14° anno. Apriamo ore 10, ore 11 Santa Messa, ore 12,30 Pranziamo insieme, ore 16 Santa Messa di Guarigione
Per i Bambini a partire dalle ore 11 potranno giocare insieme, ci saranno anche i Gonfiabili. 
Pellegrinaggio a Lourdes dal 23 al 26 Giugno 2023
 
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Aaacrocesotto
 
+VANGELO  (Gv 1,29-34)
Ecco l’agnello di Dio.
 
A - La testimonianza di Giovanni Battista è già completa perché profetizza che Gesù oltre ad essere il Messia è il Figlio di Dio. Una conoscenza che gli è arrivata dal Cielo, come spiega lui, precisamente era stato inviato a predicare la venuta del Messia e ad attendere la comparsa di Colui che nelle fattezze umane era buono come un agnello, ed era mite e umile di Cuore.
Voglio ribadire la straordinaria umiltà di Giovanni Battista, d’altronde Dio ha scelto il meglio da affiancare a suo Figlio per la redenzione dell’umanità. “Dopo di me viene un Uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Parole enigmatiche che noi riusciamo a comprendere, ma per quanti ascoltavano il Penitente, dovevano suonare difficili.
Annunciava che l’Uomo che stava per arrivare lì era presente e vivo prima ancora di lui, il Figlio di Dio preesisteva a lui. 
Invece cadono facilmente quanti si mettono davanti a Dio con i loro comportamenti orgogliosi e arroganti, protesi dietro una felicità falsa che non potranno mai conoscere. Corrono dietro le favole immaginarie e rimangono sempre in uno stato di delusione, non riescono a trovare la bussola e vagano senza una meta decorosa.
Delle tre concupiscenze (bramosie, intemperanze) la superbia della vita è la più pericolosa. Questo atteggiamento pone la persona in un ininterrotto atteggiamento altezzoso, presuntuoso, anche senza rifletterci vive e si relaziona con modi sempre sprezzanti, tranne con gli amici.
La superbia della vita porta a una catastrofe spirituale se la persona non trova i giusti rimedi come una bassa considerazione di sé e ripetuti atti di umiltà interiore per abbassarsi, ed esteriore per trovare l’equilibrio nelle relazioni con gli altri.
Dalla superbia della vita derivano la vanagloria, l'accidia o pigrizia spirituale, l'invidia e l'ira. 
Riflettete attentamente su questi vizi per comprendere il pericolo di agire avventatamente e così porsi dinanzi a Dio nelle scelte di vita e nella gloria che deve darsi solamente a Lui e non agli idoli di questo mondo. 
Chi vive immerso nei piaceri materiali, è sempre molto egoista e non ha quella sensibilità dell'animo da immedesimarsi nelle sofferenze del prossimo. Inoltre, chi vive così è anche accecato nello spirito e non vede le manifestazioni di Dio intorno a sé, nella Chiesa e nella natura. 
Giovanni Battista poteva ascoltare la voce di Dio per la sua purità interiore, non c’era alcun ostacolo all’azione dello Spirito Santo. 
Riconobbe Gesù come il Figlio di Dio, ma chi non si converte seriamente non può avere questa conoscenza. La preghiera dona la luce! Buona preghiera a tutti.
 
Aaachetri
 
+ VANGELO (Gv 1,35-42) 
Abbiamo trovato il Messia. 
 
B - La semplicità è una virtù trascurata probabilmente da tutti quelli che pregano poco, anche perché non si comprende come ottenerla, in quale modo praticarla. La mancanza di letture spirituali e la dimenticanza del colloquio con il Padre spirituale lasciano la maggior parte dei cattolici nello stesso stato in cui si trovavano anni fa. 
I progressi che attestano il vero cammino di Fede si vedono in poche persone, desiderose di servire con amore la causa del Signore.
I dialoghi che leggiamo nel Vangelo di oggi sono improntati su una semplicità disarmante, posseduta dai dialoganti per la buona spiritualità, senza considerare poi la divinità del Signore. La semplicità si acquisisce conducendo un cammino di Fede costante e sincero, con la conoscenza personale e la valutazione giornaliera della vita spirituale.
Trascurare la vita dell’anima arreca più danni alla persona della trascuratezza del corpo.
Comprendo che oggi per molti è diventato uno sforzo notevole rinnegarsi o rinunciare a determinate cose apparentemente innocue. 
Eppure, tantissime cose che si praticano o si utilizzano in qualche modo quotidianamente e che sembrano fare parte della vita ordinaria di moltissimi, anche se si ricercano con avidità, sono reali impedimenti al raggiungimento della semplicità. 
Essa è sinonimo di purezza, onestà o correttezza, chiarezza, essenzialità, sobrietà, regolatezza, genuinità.
Ripeto nuovamente tutta la mia comprensione verso chi si trova incatenato ai suoi vizi o al ricorso quotidiano di ciò che causa il peccato mortale, appunto comprendo l’incapacità colpevole di non riuscire a liberarsi dalle catene della schiavitù peccaminosa dei diavoli. Vuol dire che non ha incontrato Gesù e da solo/a non potrà mai superare qualcosa che rimane molto oppressivo.
Ovviamente è una vita opposta al Vangelo, rimane incatenato nei vizi e bramoso di eseguire ogni pensiero che si presenta alla mente e questo è causato dal forte impulso che domina e guida la sua persona. 
Ma anche dinanzi a situazioni disastrose, è possibile attuare la vera conversione e ricominciare una nuova vita in Gesù.
Non bisogna mai abbattersi anche se si ricade molte volte, ma non deve mai mancare la volontà di vincere le debolezze anche con il ricorso alla Confessione. L’abbattimento è una sconfitta e quando il pensiero si blocca sull’inutilità della spiritualità si finisce di credere e di pregare. 
Significa che si è scesi nel profondo pozzo e solo la Grazia di Dio potrà salvare quella persona.
Gesù anche oggi passa accanto a tutti noi e ci domanda: “Che cosa cercate?”. Ognuno ha le sue richieste, spesso prevalgono quelle materiali mentre le migliori richieste sono quelle spirituali. Gesù ci conosce perfettamente e non ci farà mancare nulla se noi ci preoccuperemo essenzialmente della nostra vita spirituale.
Gesù vuole salvare tutti e manda tanti apostoli alla ricerca dei peccatori, ispira molti a pregare per la conversione dei peccatori, ma dall’altra parte satana non riposa mai e diventa forte dinanzi a coloro che vivono lontani da Dio e senza Fede. 
Stiamo vivendo il peggiore momento della storia, questo lo dobbiamo fissare molto bene nella nostra mente e se ci ragioniamo con saggezza, comprendiamo che è urgente stare vicino al Signore. Nulla oggi è più importante di Dio, tutti abbiamo assoluta necessità della sua protezione.
Gli attacchi contro la Chiesa arrivano da ogni parte, quasi sempre sono sottili, ma efficaci e realizzano piani criminali non riconosciuti dai cattolici. Una minima parte di credenti ha la spiritualità di capire gli errori dottrinali che circolano all’interno della Chiesa stessa e reagiscono con accortezza.
Questo spiega la mia insistenza nell’invitarvi a pregare, a dedicare alcune ore ogni giorno all’incontro spirituale con Gesù e con la Madonna, per non rimanere indifesi dinanzi agli attacchi violenti ed imprevedibili, come anche le tentazioni impetuose che subiscono quelli che iniziano il cammino, o sono ancora all’inizio dopo molti anni di frequenza della Santa Messa.
“Ecco l’Agnello di Dio!”. Anche a noi viene indicato Gesù come l’unica salvezza dinanzi ai lupi che hanno perduto anche quel residuo di decenza ed agiscono nelle tenebre come il loro padrone satanico! 
Solo questo Agnello divino mette terrore ai diavoli e ai nostri nemici. 
Gesù quando avverte la nostra vicinanza ci dice nel silenzio: “Che cosa cercate?”.
Chiediamoci cosa cerchiamo noi da Lui e ripetiamoglielo con fiducia perché la sua gioia è quella di ricolmarci di Grazie. Dobbiamo cercarlo dove dimora sacramentalmente, nel Tabernacolo della Chiesa, che ogni giorno vediamo passando, ma quasi sempre la maggior parte non entra per ringraziare Gesù e raccomandare tutte le nostre necessità, personali e dei familiari.
Non si ottiene nulla se non diamo un po’ del nostro tempo al Signore, non siamo protetti e il male può colpire da ogni parte. I diavoli sono scatenati.
I primi Apostoli “andarono dunque e videro dove Egli dimorava e quel giorno rimasero con Lui”. Ognuno oggi deve chiedersi nella silenziosa meditazione che significa: “Rimasero con Lui”. Si capisce che essi rimasero con Gesù, ma per noi che significato ha rimanere con Gesù? Riusciamo a trovare ogni giorno alcune ore da dedicare a Colui che si è donato totalmente per salvarci, morendo in Croce?
È importante fare apostolato, parlare del Signore, della Madonna e del Vangelo, dire a quanti sono lontani: “Abbiamo trovato il Messia”. Buona preghiera a tutti.
 
Aaaflage
 
+VANGELO  (Gv 1,43-51)
Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele.
 
C - Filippo è stato il primo a ricevere l’invito esplicito da Gesù a seguirlo, dopo l’incontro con Andrea, Pietro e Giovanni. È bello notare che Gesù a Filippo ha rivolto una sola parola: “Seguimi”. Aveva letto nel cuore dell’uomo sorpreso, ma fervoroso, la sua disponibilità a lasciare tutto per seguire uno sconosciuto, ma che emanava uno Spirito non umano.
Una disponibilità sincera che oggi è difficile da trovare anche in certi contesti della Chiesa, figuriamoci cosa avviene tra i cattolici. 
Nel Vangelo non viene riportata la risposta di Filippo tanto era ovvia, ma c’è una doppia sorpresa in questo novello Apostolo, perché subito si mette a lavorare per la causa di Gesù ed incontrando Natanaele che diventerà Bartolomeo, gli annuncia la sua grande scoperta: “Abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nàzaret”.
Commovente l’atteggiamento di Filippo, poco valutato nella Catechesi, ma è un grande uomo di Fede per avere creduto senza porsi tante domande. Egli ha agito per Fede, non ha fatto calcoli umani, non ha pensato più ai divertimenti che prediligeva, non si è più preoccupato delle sue cose per donarsi e vivere interamente gli insegnamenti del Signore.
Così devono comportarsi i Consacrati, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti e Religiosi. Non c’è nulla di più importante al di sopra di Gesù, non si può rimanere con un piede in due staffe e seguire i vizi e il Vangelo, non si guadagna alcun merito davanti a Dio se si rimane schiavi della mentalità umana.
Filippo con una decisione ferma e convinta ha annullato tutto quello che non apparteneva a Dio, anche se il suo cammino è stato graduale come gli altri Apostoli e ha lottato per scacciare le tentazioni e i pensieri mondani.
Però Filippo ci dice che non si può rimanere indecisi quando si deve seguire Gesù, la decisione deve essere decisa e convinta.
Il suo fervore lo portò, quindi, a parlarne subito con gli altri, questo è il segno del vero amore a Gesù: quando si vuol far conoscere la sua Persona, il suo Amore. L’incontro con Gesù trova la sua autenticità in voi nel desiderio di farlo conoscere ai familiari, ai colleghi, agli amici, ai conoscenti. Da questo desiderio si riconosce la presenza di Gesù nell’anima.
Quando Filippo ne parla con Natanaele, trova subito un’opposizione, trova un giudizio emesso senza conoscere Gesù, è una condanna solo perché Gesù veniva da Nazaret. È un grave errore giudicare preventivamente, avere preconcetti su qualcuno e dare valutazioni sbagliate, causando così danni molto gravi alla dignità e alla buona reputazione degli altri con calunnie e diffamazioni.
Avviene però un segno che lascia sbigottito Natanaele: Gesù incontrandolo gli rivela cosa faceva sotto l’albero di fico. Pregava, ma chi poteva saperlo se non era stato visto da nessuno? Solo Dio poteva avere questa conoscenza e subito Natanaele si riprese esclamando con grande Fede: “Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il re d’Israele!”.
Essere prevenuti è una debolezza pericolosa, innanzitutto si manifesta poca onestà intellettuale, poi si rischia di cadere in giudizi e valutazioni infondati, quindi insensati e sconclusionati. 
Il credente che prega con amore, fiducia e cerca di crescere nella Fede, noterà cambiamenti importanti anche sotto l’aspetto del pregiudizio. È sufficiente meditare sulla gravità del giudizio ed imporsi il silenzio interiore su tutte quelle cose che non si conoscono.
Vediamo che l’incontro con Gesù è contagioso, Filippo ne parla con Natanaele, questi con umiltà rivede il suo giudizio e Lo segue. Buona preghiera a tutti.
 
Aaacapelli
 
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