01/03/2023
Catechesi N. 458
A - Gesù rimprovera i presenti che Lo ascoltano, continua a rimproverare ogni essere umano, soprattutto si rivolge a tutti i credenti che rimangono molto spesso tiepidi anche dinanzi a segni molto forti emanati da Dio.
B - Questa Parola è breve, ma ricca di significati, richiede una spiegazione indispensabile per cogliere almeno il senso della domanda posta dai discepoli: “Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?”.
C - In questa terza domenica di Avvento siamo ancora in compagnia di Giovanni Battista, l'ultimo grande profeta. Vi ricordate cosa diceva il Vangelo di domenica scorsa proprio riguardo a questo personaggio? Lo andiamo a rileggere insieme: “La parola di Dio venne su Giovanni Battista, figlio di Zaccaria, nel deserto”.
D - Dinanzi allo sfacelo morale presente nella società, Gesù viene a ricordarci che arriverà il momento dell’intervento di Dio per riportare l’armonia dove adesso sembra trionfare il male. Ed è inevitabile seguire e vivere in una forma di torpore morale quando non si rimane vicini a Gesù.
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa
Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione
Seminario di preghiera presso Villa Tecla Casa di Spiritualità Sant'Andrea via Rimini N. 29 a Quartu Sant'Elena provincia di Cagliari dal 14 al 18 Aprile per informazioni e prenotazioni chiamare il Sig. Gabriele Telefono 3284062205
Pellegrinaggio a Lourdes dal 23 al 26 Giugno 2023
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+VANGELO (Mt 11,16-19)
Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.
A - Gesù rimprovera i presenti che Lo ascoltano, continua a rimproverare ogni essere umano, soprattutto si rivolge a tutti i credenti che rimangono molto spesso tiepidi anche dinanzi a segni molto forti emanati da Dio. Sono molti quelli che si fermano all'ascolto della Parola e non la vivono, e sono pochissimi i cattolici che la praticano, è una situazione veramente deprimente.
"A chi posso paragonare questa generazione?". Gesù pone la domanda anche alla nostra società e ci invita a riflettere.
Dio ha inviato moltissimi segni negli ultimi secoli per mezzo di apparizioni in molte parti del mondo, soprattutto con le rivelazioni a Santi, a Sante e a i Beati. I Mistici hanno ricevuto messaggi molto forti e per la loro credibilità li hanno trasmessi, ma pochi hanno creduto.
Se pensiamo che soprattutto Fatima, famosa per via del 3° Segreto, è stata l'apparizione meno ascoltata, comprendiamo il disagio.
Gesù chiede ad ognuno di noi se aderiamo alla mentalità di questa generazione oppure vogliamo con coraggio seguire il Vangelo Storico.
Conosco decine di casi di persone che hanno pregato e Gesù ha risposto con Grazie particolari e risoluzioni di malattie gravi.
Mi arrivano tantissime testimonianze di guarigione. Per farvi comprendere che Gesù ci è sempre vicino se non Lo rifiutiamo, scegliendo il peccato. Se non si ascolta la sua voce si finisce per seguire il peccato.
Sono molti quelli che cadono nei peccati e non vogliono rialzarsi, non confidano nella misericordia di Dio e non provano neanche a pentirsi. Essi non vogliono ricominciare, non vogliono lottare contro i difetti e le passioni perverse, fino a rimanerne schiacciati.
Sono responsabili della loro vita sprecata.
La vita cristiana non è compatibile con l'imborghesimento, non può un cristiano adeguarsi alla vita pagana e alle consuetudini borghesi, obbedendo all'istinto irrazionale. Gesù ci invita a ricominciare da capo dopo ogni insuccesso, non deve venire mai meno in noi la Fede in Lui.
"Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!". Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Mt 17,10-13)
Elia è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.
B - Questa Parola è breve, ma ricca di significati, richiede una spiegazione indispensabile per cogliere almeno il senso della domanda posta dai discepoli: “Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?”.
In realtà si trattava di una profezia del Profeta Malachia e la leggiamo: “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore” (Ml 4,5).
Gli ebrei ragionevolmente aspettavano la venuta di Elia per riconoscere Gesù come Messia e diventava un pretesto per screditare il Signore e compatire i discepoli che Lo seguivano.
Sappiamo che Gesù era costantemente attaccato, ostacolato, screditato, calunniato e diffamato non solo da quanti osservavano la legge ebraica, si univano anche quelli indifferenti a Dio. Tutti ispirati e istigati da satana e volevano fermarlo in tutti i modi. Lo stesso avviene oggi anche ai veri seguaci di Gesù!
Quindi senza Elia non poteva esserci il Messia, questo il ragionamento degli ebrei, soprattutto i maligni scribi, esperti delle scritture.
Alla domanda sottile e provocante, quale risposta poteva dare Gesù, oltre ad indicare i suoi straordinari Miracoli impossibili all’uomo? Non c’erano altri argomenti, ma Lui uno lo trova e confonde gli ascoltatori, mentre illumina tutti noi per la profondità e la conoscenza della sua Persona Divina.
Gesù risponde che effettivamente Elia è venuto, quindi anche il Messia è presente. Però indica due Elia, due persone che agiscono in tempi diversi, ma con la stessa identica missione: “Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma Io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto”.
All’inizio dice che verrà, nel proseguo precisa che è già venuto. Quindi, quell’Elia già venuto è Giovanni Battista, invece l’Elia Profeta che vivo fu “rapito in Cielo con un carro di fuoco e cavalli di fuoco” (2 Re 2,11), è quello che tornerà prima della manifestazione gloriosa di Gesù.
Questo viene affermato dalle Sacre Scritture e noi ci fidiamo esclusivamente della Parola di Dio.
Solo di Elia e di Enoch in tutta la Scrittura viene affermato che furono rapiti in Cielo in anima e corpo e si parla anche della loro ricomparsa prima della manifestazione gloriosa del Signore.
Questo viene annunciato nell’Apocalisse: “Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni. Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno davanti al Signore della terra” (Ap 11,3-4).
Prima di rivelare questo a San Giovanni, Gesù dà una indicazione che viene confermata in altre parti del Libro dell’Apocalisse e indica che la Chiesa sarà colpita per tre anni e mezzo, ma non si sa precisamente quando. “Ma l'atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi” (Ap 11,2).
Questo lungo tempo ci impressiona e preoccupa per le sorti della Chiesa, anche se la nostra piena fiducia in Gesù ci fa restare sereni e fiduciosi perché Lui salverà la sua Chiesa, l’unica vera Chiesa voluta dal Creatore, e sarà salvata anche con pochi fedeli.
A una Mistica spiegando l’Apocalisse, Gesù ha precisato che per le preghiere dei buoni gli anni di purificazione si sono ridotti notevolmente e gli anni sono diventati mesi, i mesi giorni e i giorni ore. Il Signore lo ha affermato nel Vangelo e riporto la stessa profezia da due Evangelisti:
“E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati” (Mt 24,22).
“Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni” (Mc 13,20).
Amen. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Lc 3,10-18)
E noi che cosa dobbiamo fare?
C - In questa terza domenica di Avvento siamo ancora in compagnia di Giovanni Battista, l'ultimo grande profeta. Vi ricordate cosa diceva il Vangelo di domenica scorsa proprio riguardo a questo personaggio? Lo andiamo a rileggere insieme: “La parola di Dio venne su Giovanni Battista, figlio di Zaccaria, nel deserto”. Il verbo “VENNE” su Giovanni, cosa significa? Significa che Dio va a cercare le persone, le interpella, si avvicina e va verso di loro con la sua Parola. Giovanni accoglie questo dono che lo chiama ad essere profeta, ad annunciare la speranza ad un popolo che ormai non sperava più. I segni che ci indicano che Giovanni accoglie la Parola di Dio li vediamo in questo brano che segue quello del Vangelo di domenica scorsa. Oggi sentiamo che le folle andavano da Giovanni e lo interrogavano. Osserviamo insieme la scena. Giovanni si trova nel deserto, un luogo angusto, difficile da raggiungere, ma quando una persona chiamata accoglie la Parola che Dio le dona, diventa come un faro luminoso per tutti, diventa una piccola Luce che può illuminare il cammino e indicare una via sicura, proprio come Giovanni Battista. Ecco perché le folle, cioè una massa di gente, va da lui a farsi battezzare. Ma non solo... va da lui a chiedere consigli su come vivere il cambiamento in vista del Signore che viene. Giovanni dà ad ogni categoria di persone insegnamenti giusti e precisi. Alle persone del popolo chiede di saper condividere quanto hanno con chi non ha. Il consiglio della condivisone è anche per noi. Il cristiano è uno che sa condividere, sempre e in ogni momento. C'è un'altra categoria di persone che va da Giovanni a farsi battezzare: i pubblicani. Voi ormai dovreste saperlo... queste persone erano considerate peccatori pubblici, gente senza Dio. Eppure il Battista li accoglie ed anche alla loro domanda dà una bella risposta: “Accontentatevi di quanto è stato fissato”. Cosa vuol dire? I pubblicani erano degli ebrei che riscuotevano le tasse dalla loro gente per conto dei Romani dominatori. Ogni pubblicano doveva versare nelle casse romane, ogni mese, una certa somma di denaro. Quindi, in base alla tariffa stabilita, i pubblicani, a loro piacimento, aumentavano le tasse per guadagnare oltre il dovuto. Giovanni, anche a loro dà un consiglio preciso: non esigere di più di quanto prevede il lavoro eseguito, non chiedere di più. Anche questo diventa un bel consiglio per tutti noi. Essere esigenti significa pretendere dagli altri quello che gli altri non possono dare. Per esempio, quando si torna a casa e si trova un cibo che non piace tanto, esigere che la mamma ne prepari uno diverso, o che faccia delle altre cose anche quando è molto stanca o non sta bene. L'altra categoria di persone che si avvicina a Giovanni Battista sono i soldati. Anche questo era un gruppo disprezzato perché, come ben capite, i soldati fanno la guerra e usano la violenza, la prepotenza. Il Battista dice di non estorcere: è un termine che esprime durezza, ingiustizia, ed invita ad accontentarsi di quanto si ha. Bambini a volte può capitare di essere un po' avidi... per esempio di giocattoli, di dolci, di cose nuove. Insomma di non accontentarci mai. Avviarci al Natale del Signore tenendo conto di queste indicazioni, diventa un motivo per vivere meglio le feste che verranno. San Paolo, alla comunità dei Filippesi, dice di essere lieti, di mostrare a tutti la gioia, la capacità di amare perché il Signore è vicino. Lui è vicino perché ci è accanto, è vicino perché viene. Voi direte: “ Certo che a Natale Lui viene!”. Noi, il 25 dicembre, ricordiamo la nascita del Figlio di Dio su questa terra, ma Paolo ci ricorda che, come cristiani, siamo in attesa della seconda venuta del Signore, quella della fine dei tempi quando verrà a regalarci cieli nuovi e terra nuova. A questo deve orientarci la ricorrenza del Natale. Come vorremmo essere trovati dal Signore quando verrà? Io vorrei che mi trovasse con la gioia che scaturisce dall'essere stato capace di condividere ciò che ho, non solo in cose e in denaro, ma anche in capacità, in doni di intelligenza, di fantasia, di accoglienza, di servizio. Vorrei essere capace di non esigere dagli altri più di quello che mi possono dare, vorrei ancora essere capace di accontentarmi di quanto ho. Dio ha chiamato Giovanni, ma chiama sempre anche noi. La sua Parola viene su di noi. Se siamo capaci di accoglierla diventeremo delle piccole luci che sapranno illuminare il cammino e indicare la strada che porta a Gesù.
Buona domenica Bambini! Buona preghiera a tutti
+ VANGELO (Lc 3,10-18)
E noi che cosa dobbiamo fare?
D - Dinanzi allo sfacelo morale presente nella società, Gesù viene a ricordarci che arriverà il momento dell’intervento di Dio per riportare l’armonia dove adesso sembra trionfare il male. Ed è inevitabile seguire e vivere in una forma di torpore morale quando non si rimane vicini a Gesù.
“Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”.
L’equilibrio è una conquista di grande valore, bisogna distinguere quello spirituale da un altro equilibrio che si chiama controllo di sé, attuato anche dai non credenti, soprattutto da quanti perseguono intenzionalmente progetti maliziosi per averne grandi o piccoli vantaggi personali.
La coerenza dell’essere umano non arriva dalle sue capacità o talenti, dallo studio o dal potere, è presente dove c’è Dio!
Se oggi assistiamo ad una ampia follia nella società paganizzata, è la prova che Dio è stato escluso e mai si potranno raccogliere buoni frutti da un albero selvaggio. L’Avvento invece è gioia e questo viene anche espresso in questa domenica “Gaudete”. Oggi la Chiesa ci ricorda che il gaudio si può sperimentare solo nell’incontro con Gesù.
Purtroppo, quelli che poggiano le loro scelte sulle loro sicurezze, non ottengono le Grazie e gli aiuti del Signore, perché non chiedono nulla e nulla possono ricevere. Non sperimentano nella loro vita la vera gioia, la letizia, la beatitudine che lo Spirito Santo fa sperimentare ogni giorno anche nelle sofferenze.
L’Avvento è tempo di gioia e di speranza, non è la gioia del mondo che è falsa, inoltre la speranza ci arreca grande serenità.
Gesù viene sempre nella gioia e non nell’afflizione. I suoi misteri sono tutti misteri di gioia. I misteri dolorosi li abbiamo provocati noi.
Anche nella sofferenza si deve avere grande speranza di vedere cambiare ogni dolore in una gioia incontenibile. Con Gesù tutto è possibile. Lo consideriamo nella sua Passione e Morte, quando sembrava terminata la missione del Signore, il terzo giorno è Risorto, Glorioso e Splendido.
Vivere nella sofferenza è una prova molto dolorosa, noi cristiani abbiamo la soluzione, la risposta sicura e infallibile a ogni dubbio: Gesù Cristo!
Dopo i giorni oscuri che seguono la Passione, Gesù Risorto apparirà diverse volte ai suoi discepoli. E l’Evangelista annoterà più volte che gli Apostoli “gioirono nel vedere il Signore” (Gv 20,20). Non dimenticheranno mai quegli incontri, nei quali le loro anime hanno sperimentato una gioia indescrivibile.
Potremo essere allegri se il Signore è veramente presente nella nostra vita, se non Lo abbiamo perduto, se i nostri occhi non sono velati dalla tiepidezza o dalla mancanza di generosità.
Quando per trovare la felicità si provano altre vie che non portano a Dio, alla fine si trova solo infelicità e tristezza.
L’allegria che dà il mondo viene da ciò che aliena l’uomo. Nasce quando questi riesce finalmente a sfuggire a se stesso, quando bada a ciò che è esteriore, quando distoglie lo sguardo dal mondo interiore, che gli riserva dolorosa solitudine, perché lo sguardo non vi trova che il vuoto.
Il cristiano ha la gioia in se stesso, perché nella sua anima in Grazia trova Dio. Ecco la fonte permanente della sua allegria.
Avere la certezza che Dio è nostro Padre e vuole il meglio per noi ci dà una fiducia serena e allegra anche di fronte alla durezza di fatti inattesi. Nei momenti che un uomo senza fede considererebbe colpi fatali e insensati, il cristiano scopre il Signore e, con Lui, un bene molto più alto.
Non è difficile immaginare la Vergine Maria, in questi giorni di Avvento, raggiante di gioia con il Figlio di Dio nel suo seno. Buona preghiera a tutti.