Aabambima

24/12/2022

A - Oggi è la vigilia del Santo Natale e non può essere un giorno come gli altri. Come la Madonna dopo che la potenza dell’Altissimo scese su di Lei e rimase in dolce e sereno raccoglimento, anche noi dobbiamo fermarci e meditare.

B - La Messa del giorno presenta l’inizio del Vangelo di San Giovanni, indicato come Prologo e contiene una meravigliosa sequenza di espressioni belle e talvolta sofferenti. Prologo è ciò che introduzione, è la premessa, la prolusione o preparazione o esordio.

C - Guardarsi anche da quelli che conosciamo poco o dai colleghi o da quanti condividono qualcosa con noi, per esempio in parrocchia, in Associazione o nel gruppo di preghiera, non è mancanza di fiducia, ma di prudenza. Senza giudicare e creare inutili conflitti.

Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa 

Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Lunedì 26 Dicembre Santo Stefano ore 15,30 Tombolata, ore 18,45 Santa Messa
Martedì 27 Dicembre ore 23 Partenza per Cascia.
Venerdì 30 Dicembre non c'è la Messa di Guarigione. 
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione 
Venerdì 6 Gennaio festa dell'Epifania ore 16 Santa Messa di Guarigione
Sabato 7 Gennaio a partire dalle ore 16 faremo le Mille Ave Marie 20 Santi Rosari
 
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+ VANGELO (Lc 1,67-79) 
Ci visiterà un sole che sorge dall’alto. 
 
Oggi è la vigilia del Santo Natale e non può essere un giorno come gli altri. Come la Madonna dopo che la potenza dell’Altissimo scese su di Lei e rimase in dolce e sereno raccoglimento, anche noi dobbiamo fermarci e meditare sull’avvenimento più importante della storia: Dio diventa Uomo e viene in mezzo a noi per donarci il Paradiso.
Il Natale ci svela il meraviglioso progetto che Dio si era proposto ab aeterno, cioè di prendere la natura umana per far entrare l’uomo nel suo mistero. Una decisione che solo un Dio Amore poteva prendere, perché la sua Incarnazione Lo ha indotto a comunicarsi completamente a un altro essere differente da Lui. 
È talmente infinita la sua umiltà che si è degnato di darsi in Dono a qualcuno. Dio si fa Dono in Gesù, ognuno di noi deve diventare dono per gli altri, cominciando dai propri familiari e verso tutti quelli che incontriamo. 
Il Natale non può lasciarci nelle stesse condizioni spirituali di oggi, ognuno deve fare santi propositi per viverli giornalmente con impegno, ma non devono essere molti o gravosi. L’aiuto del Padre spirituale è necessario, comunque occorre poco per intuire cosa c’è nella nostra vita che dobbiamo migliorare e ciò che va eliminato.
Come il tralcio secco non produce alcun frutto, ma rovina la pianta, così i cristiani devono confrontarsi con il Vangelo per verificare cosa danneggia la loro esistenza. Chi non desidera vivere nella pace interiore e nella gioia costante? 
Ma questi doni arrivano da Gesù, a Lui dobbiamo chiederli con dolce insistenza, disponendoci interiormente con l’impegno di rinunciare a quanto si oppone a Lui.
Non possiamo chiedere qualcosa continuando a compiere l’opposto e rimanendo consapevolmente bloccati.
Gesù è molto chiaro nel Vangelo di San Giovanni: “Rimanete in Me e Io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in Me” (15,4). 
Prima e dopo questa frase avvisa con due spiegazioni trancianti cosa avviene a chi si disinteressa della vita spirituale e non mette alcun impegno nell’amare Dio e nella preghiera. “Ogni tralcio che in Me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto” (Gv 15,2). “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano” (Gv 15,6). 
Gesù viene in mezzo a noi donandosi e portandoci l’insegnamento spirituale perfetto e non c’è alcuna Religione simile alla nostra. Nessuno di essi crede che Dio si è fatto Creatura donandosi all’umanità, per comunicarci il suo Bene, la sua Verità e la sua Bellezza. 
Si è donato ad una creatura capace di comprenderlo e questo è l’uomo, inteso come essere umano. Infatti creò Adamo ed Eva e non solo l’uomo. Preciso che comunque la parola uomo deriva dal termine latino homo, che indica l’essere umano in generale, senza specificazione di genere. Nel linguaggio comune si dice uomo per indicare il maschio.
Qui l’uomo indica entrambi i generi e solamente questa creatura possiede la capacità di accogliere Dio e diventa abitazione di Dio. 
L’uomo è stato creato per questo, non c’erano altre ragioni per la sua esistenza. Dio che produce Amore ininterrottamente ha voluto rendere partecipe anche l’uomo e il Figlio viene in mezzo a noi per parlarci del Padre. Siamo disponibili ogni giorno a fermarci ed ascoltarlo nel silenzio della preghiera?
La vera realizzazione dell’uomo è la conoscenza e la comunione con Dio, attraverso Lui poi pratica i suoi talenti nel lavoro che sceglie.
Il Verbo eterno si è fatto Carne nel seno della Vergine Maria e da Lei è nato l’Uomo-Dio. 
Anche noi dobbiamo nascere spiritualmente nel Cuore della Madre per ricevere il suo Spirito e cominciare ad attuare quella trasformazione interiore possibile solamente con l’aiuto della Mediatrice di tutte le Grazie.
Oggi chiediamo a Lei di aiutarci nella meditazione del momento straordinario del Natale, Ella ci guidi nella santa preparazione e nell’incontro con Gesù Bambino. Riflettiamo cosa vogliamo promettere a Lui nell’impegno spirituale e ringraziamolo per l’Amore che ha donato a quanti lo accolgono e lo conservano. Buona preghiera a tutti.
 
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+ VANGELO (Gv 1,1-18) 
Il Verbo si fece Carne e venne ad abitare in mezzo a noi. 
 
La Messa del giorno presenta l’inizio del Vangelo di San Giovanni, indicato come Prologo e contiene una meravigliosa sequenza di espressioni belle e talvolta sofferenti. Prologo è ciò che introduzione, è la premessa, la prolusione o preparazione o esordio. 
L’Autore ispirato dallo Spirito Santo racchiude in questi 18 versetti la vicenda terrena del Verbo eterno, l’incarnazione impensabile del Figlio di Dio e Dio stesso, la venuta nel mondo, la sua apparizione, la Luce che emanava, le tenebre che vollero rimanere tali, il rifiuto dei suoi paesani, l’uccisione nella natura umana e non dello Spirito che non poteva che rimanere eterno.
Il prologo ha una grande importanza nella commedia e nella tragedia greca, in cui un personaggio incarna il ruolo dell’autore, che si rivolge agli ascoltatori in un monologo destinato a svelare l’antefatto, cioè a introdurre l’azione scenica prima del suo vero e proprio inizio, a chiarire degli avvenimenti. Inoltre, poteva dare delle informazioni sull’autore, o poteva avere la funzione di difendere l’autore dalle critiche.
All’inizio della Chiesa, il Prologo era il testo fondamentale della comunità primitiva, costituitasi in Asia Minore a Efeso e nelle località limitrofe facenti capo alla guida Giovanni e alla stessa Vergine Maria che aveva seguito Giovanni su indicazione di Gesù stesso, nel fuggire alle persecuzioni a Gerusalemme dove era stabilita la comunità madre del cristianesimo primitivo.
Prologo dal greco prològos significa prima del discorso o di parlare, anche parlare del Verbo o della Parola. Il Logos è il Verbo eterno, il Figlio che si incarna per permettere all’uomo di incarnare la Parola di Dio nella sua vita.
L’inizio del Vangelo di San Giovanni ha una concezione ebraico ellenistica del Messia identificato con il logos che per l’Evangelista è paragonabile a quell’archè che a partire da cinque secoli prima, i fondatori della filosofia già trattarono prima di lui e che videro di volta in volta identificato in un elemento come l’acqua di Talete o l’aria di Anassimene o il mondo delle idee di Platone, fino ad arrivare appena tre secoli prima del Logos Giovanneo al motore che nella concezione propria di Aristotele pur essendo immobile tutto muove.
Archè significa “principio”, “origine”, e per gli antichi greci rappresenta la forza primigenia che domina il mondo, da cui tutto proviene e a cui tutto tornerà. San Giovanni trova questa originale concezione del Figlio di Dio e la presenta nel Prologo. 
Il Prologo è una estrema capacità di sintesi che traccia la storia dell’intero universo a partire dal “Logos che era in principio”.
Il Prologo che meditiamo oggi è una meraviglia di estratto di tutto il Vangelo e il Logos viene indicato come il Verbo che ha parlato la lingua degli uomini, ma gli uomini sono rimasti sordi oppure non hanno voluto ascoltare. Anche oggi sono molti quelli che rimangono sordi alla Parola del Vangelo!
«Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di Lui; eppure il mondo non Lo ha riconosciuto. 
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto».
La vicenda storica del Verbo eterno incarnatosi in Gesù di Nazareth, non è costellata da trionfi o ricchezze o guerre o supremazie. Il Verbo in Gesù si annullò per amore di ognuno di noi e volle dimostrare quanto ci ha amato accettando nella sua natura umana, la morte più ignominiosa come quella di chi veniva crocifisso.
Con la venuta nel mondo del Verbo, tutti abbiamo avuto “il potere di diventare figli di Dio”.
La comunione più completa tra Dio e l’uomo poteva realizzarsi tramite un Essere superiore all’uomo, così Dio si fa Uomo, rimanendo Dio.
Allo stesso tempo chiede ad ogni uomo di diventare come Dio, cioè di trasfigurarsi spiritualmente abbandonando la mentalità macchiata e violata dal peccato originale. L’uomo da solo non potrà mai riuscire in questa opera divina, solamente incontrando questo Bambino che è nato per rendere noi adulti e maturi, possiamo iniziare una nuova vita.
La nascita di Gesù in una Grotta e non in una reggia, da una Madre poverella e non da una donna ricca, ci indicano che il Signore predilige i semplici, i buoni, i poveri e gli ammalati. Non hanno accesso i superbi, quelli che adorano se stessi.
Con la nascita di questo Bambino, Dio non è più inconoscibile o incomprensibile, tutti possono conoscere e comprendere che Dio è Padre che ama gli esseri umani perché creati a sua immagine e somiglianza, e perdona quanti riconoscono i loro peccati. 
È un Padre che rimane in attesa del figliol prodigo, rimane ad aspettare per abbracciare anche quei peccatori che hanno sperperato i suoi doni.
Nessuno pensi che Dio perdona i peccatori senza il loro pentimento, nessuno immagini il perdono di tutti i peccati, perché come ha detto Gesù, la “bestemmia contro lo Spirito Santo” non potrà mai ricevere perdono. 
Per colpa dell’uomo che rifiuta Dio e non di Dio che vede i suoi nemici preferire l’inferno piuttosto che sottomettersi al volere divino.
Ho già commentato il significato della “bestemmia contro lo Spirito Santo”. 
“Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che Lo ha rivelato”. Buona preghiera a tutti.
 
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+ VANGELO (Mt 10,17-22) 
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro. 
 
Guardarsi anche da quelli che conosciamo poco o dai colleghi o da quanti condividono qualcosa con noi, per esempio in parrocchia, in Associazione o nel gruppo di preghiera, non è mancanza di fiducia, ma di prudenza. Senza giudicare e creare inutili conflitti.
È diventato difficile nella società avere amici sinceri, per il resto non mancano le conoscenze simpatiche e la condivisione di momenti gioiosi. 
La spiritualità cristiana non è compresa da tutti, e nel Cristianesimo ci sono milioni di credenti che hanno una debole percezione dei valori morali per la vita disordinata che conducono. Non è più sufficiente dichiararsi cristiano per avere la certezza della sua sincera amicizia.
Sono molti i motivi che hanno eliminato gli stessi valori umani, quindi figuratevi cosa ne hanno fatto di quelli cristiani. 
Con i cattivi esempi di tantissimi personaggi pubblici, con i mass-media che bombardano con spettacoli in cui emergono sempre i cattivi, la perversità, la corruzione e la disonestà, la società ha seguito passivamente o ciecamente quanto viene insegnato da coloro che mostrano sempre l’opposto dell’onestà, della verità e   della giustizia.
“Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe”. Gesù non dice che dobbiamo temere tutti, indica la prudenza dinanzi alle persone che condividono con noi il lavoro, la frequentazione occasionale, la partecipazione a qualche incontro.
Però bisogna guardarsi soprattutto se noi siamo vicini a Gesù e in molti scatta l’odio incontrollato o l’invidia o la gelosia e si scatenano.
Non necessita molto guardarsi quando, appunto, si condivide la mentalità corrotta del mondo, anche se non mancano mai i tradimenti tra gli amici e tra gli stessi familiari. È più facile e naturale comportarsi iniquamente che controllarsi e rispettare la nobiltà intesa come importanza, dell’amico/a. 
In un mondo in cui conta l’apparenza si perdono tutti i requisiti per comportarsi sempre con la massima correttezza. Scompare l’amore verso tutti, la dignità dell’onestà, la gioia della verità, la misura della giustizia, la disponibilità del perdono, la prontezza della disponibilità, la bontà delle relazioni umane con tutti.
A Natale Gesù viene ad insegnarci tutto questo ed altro ancora, non seduto sul trono dei potenti di oggi, ma ci guarda da una culla e ci interpella uno ad uno. Ci chiede come viviamo i suoi insegnamenti nonostante le tantissime difficoltà che si incontrano di continuo.
Quelli che non credono in Lui e non si curano della salvezza eterna, apparentemente sembrano felici o appagati, si tratta invece di una illusoria gratificazione che arriva dalla vita corrotta e anche dal fatto che non saranno felici eternamente e Dio concede loro di provare questa sfuggente contentezza che non avranno in eterno.
Noi credenti sappiamo che non è facile mantenere viva e integra la nostra Fede in mezzo a persone senza cuore o senza limiti di decenza. Ogni giorno dobbiamo compiere numerosi sforzi spirituali per rimanere assolutamente fedeli alla Verità, conquistando così premi che equivalgono a meriti davanti a Dio.
Chi ha più meriti davanti a Dio, appunto, merita di più, la sua vita è benedetta da Gesù e le sue preghiere sono sempre accolte. 
Il primo Martire della Chiesa, Santo Stefano, fu coerente fino ad accettare il martirio pur di non perdere la Fede e i meriti davanti a Dio.
Il nostro martirio quotidiano spesso è presente quando sopportiamo con pazienza le cattiverie altrui, quando amiamo quanti ci infastidiscono, perdoniamo gli errori degli altri, facciamo finta di non capire l’ipocrisia anche di un familiare, sopportiamo le ingiustizie con la fiducia che Gesù prima o poi interviene sempre e dona ad ognuno quanto gli spetta.
Chiediamo ogni giorno alla Madonna di aiutarci nel mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù e di trasformarci in creature nuove. Buona preghiera a tutti.
 
Aacapanna
 
Madonna Orione
Madonna di Lourdes San Luigi Orione

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