Aacheberna

12/12/2022

Catechesi N. 446

A - Il mese scorso abbiamo festeggiato la solennità dei Santi. Questa solennità ci fa guardare la vita dei Santi e quasi fa pensare all’impossibilità di seguirne le orme. Effettivamente è molto difficile imitare la vita fatta di lunghe penitenze e di digiuni di San Francesco d’Assisi, invece è alla portata di tutti imitare la sua preghiera. 
B - La Parola del Vangelo di oggi ci spiega con grande chiarezza quale sarà la destinazione di ogni persona. Non ci sono altre possibilità oltre la salvezza eterna e la dannazione eterna. Questa vita è il campo di lavoro in cui ci prepariamo il futuro che non avrà mai fine. 
C - Anche oggi la Parola di Dio è adatta riguardo le vicende che ci sono nel mondo. Le parole rivolte al giovane ricco, sono indirizzate a tutti i Consacrati di ogni tempo e la mancata osservanza porta al rifiuto di Gesù e del suo Vangelo.
D - Nella solennità più importante e commovente per i devoti mariani, c’è sempre qualcosa che ci amareggia, come in questo caso la traduzione della Bibbia. La nuova traduzione nella risposta che la Vergine Maria dà all’Arcangelo Gabriele ha sostituito “di Me” con “per Me”, manipolazione che ho evidenziato più volte in passato e ritorno a farla per dare all’Immacolata il ruolo che Le spetta.
 
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa 
Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione 
Sabato 17 Dicembre Faremo la Messa di Guiarigione con don Marcello Stanzione Presso la Casa Dehoniani a Capiago (Como). Ore 15 Catechesi con don Marcello, ore 16 Santa Messa a seguire Adorazione con preghiere di Guarigione.
Giovedì 22 e Venerdì 23 Dicembre saremo a Toro in Provincia di Campobasso al Convento Santa Maria di Loreto con Padre Armando.
 
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Aachebelse  
+ VANGELO (Mt 5,1-12) 
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. 
 
A - Il mese scorso abbiamo festeggiato la solennità dei Santi. Questa solennità ci fa guardare la vita dei Santi e quasi fa pensare all’impossibilità di seguirne le orme. Effettivamente è molto difficile imitare la vita fatta di lunghe penitenze e di digiuni di San Francesco d’Assisi, invece è alla portata di tutti imitare la sua preghiera. 
Sicuramente non con la sua intensità, perché la preghiera è espressione di ciò che è l’anima, se è pura o ancora macchiata dalle conseguenze dei peccati.
Nella assoluzione che si riceve alla fine della Confessione, vengono perdonati i peccati in ordine alla colpa mentre la pena da espiare rimane. Come quando in un processo il giudice dà una sentenza di condanna al carcere anche se ha parole di comprensione verso l’imputato. 
L’anima purificata dalla preghiera costante e piena di Amore verso Gesù, che si purifica con la rinuncia a tutto ciò che si oppone agli insegnamenti del Signore, è certamente molto gradita e davanti a Dio merita più attenzione e di ricevere maggiori Grazie.
Una persona viene apprezzata o respinta dalle opere che compie, se è sincera e affidabile è una grande gioia restare e dialogare insieme.
Dio apprezza le anime che meritano il suo Amore perché si sforzano di compiere la sua volontà. Come quando un figlio fa di tutto per osservare le indicazioni dei genitori e questi sono felici per il figlio o la figlia obbediente, sincero/a e affidabile.
Quindi rimane un po’ difficile imitare le opere penitenziali dei Santi, mentre è possibile vivere interiormente quasi come Loro, mettendo Gesù al centro della vita e tenendo ben presente nella mente che saremo giudicati dall’Amore verso Dio e il prossimo.
Non si può assolutamente amare Dio se si rimane schiavi dei vizi, questa conoscenza è importante per rivedere gli atteggiamenti che si compiono e verificare come eliminarli. Infatti è possibile vincere quelle tentazioni che spingono con violenza a commettere peccati, ma necessita pregare bene e con costanza.
La vita non è vissuta bene se ci sono solo divertimenti, anche se sono leciti, anche se questi devono esserci e tutto si può compiere di lecito, ma la vera vita è quando vogliamo realizzarci nell’Amore di Dio, mettendo al centro i suoi interessi, senza per questo eliminare una vita sociale normale insieme agli amici e alle persone che si gradiscono.
Ci sono molte anime che rifiutano pure i divertimenti per donarsi totalmente a Dio, e in questo tempo di tribolazioni è una Grazia.
La vita dei Santi sappiamo che è stata piena di grandi opere, hanno donato la Loro vita a Dio privandosi di tutto. I Santi vengono visti come persone irraggiungibili e questo è sbagliato, vuol dire che non si comprende bene il Vangelo.
Tutti siamo chiamati alla santità, e i fedeli laici possono santificarsi in una vita ordinaria. Vivendo nel loro stato di vita.
Vediamo qual è la caratteristica principale per tutti, quindi anche per i fedeli laici chiamati alla santità, per raggiungere la beatitudine, come ci dice oggi Gesù nel Vangelo. 
È la carità, intesa come amore, bontà, generosità, compassione, benignità,         perdono, mitezza, umiltà.
Seguendo questi comportamenti che però scaturiscono da un cuore buono, a tutti è possibile staccarsi dalla condizione peccaminosa e salire verso altezze di santa spiritualità. Tutto dipende dalla buona volontà personale, dalla conoscenza di Gesù perché non si inizia sul serio questo cammino se non ci sono motivazioni forti.
Si compie così la volontà di Dio e si vive una vita trasfigurata, interiormente nella vera pace e gioia, esteriormente si compiono opere buone e si avverte una forte capacità e lucidità nel compiere le scelte migliori. 
Tutti siamo chiamati alla santità, è l’insegnamento di Gesù: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48). 
Una santità che scaturisce anche dalle piccole opere, come sorridere sempre, essere pazienti, dire la verità, amare tutti e desiderare il loro bene, gioire per il bene degli altri, non giudicare, avere mitezza davanti agli altri, agire con umiltà, perdonare, non conservare astio, mostrarsi disponibili, essere generosi, sforzarsi di diventare sempre più buoni quando interiormente c’è ribellione.
La Madre dei Santi e la Maestra di santità è sempre pronta a guidarci nella via della perfezione. Recitiamo ogni giorno il Santo Rosario.
Quindi la festa dei Santi e di tutti i cattolici, perché noi veneriamo i Santi, quindi ad ognuno di voi auguro ogni bene possibile e quanto desidera il vostro cuore. Vi auguro di compiere il cammino di santità che indico qui in Associazione. Devo chiedervi di non dimenticarvi mai di pregare per me. Buona preghiera a tutti.
 
Aabella  
+ VANGELO (Gv 6,37-40) 
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
 
B - La Parola del Vangelo di oggi ci spiega con grande chiarezza quale sarà la destinazione di ogni persona. Non ci sono altre possibilità oltre la salvezza eterna e la dannazione eterna. Questa vita è il campo di lavoro in cui ci prepariamo il futuro che non avrà mai fine. 
“Imparate da Me, che sono mite e umile di Cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11,29-30). 
La lotta durante questa vita è inevitabile contro il proprio orgoglio, le insistenti tentazioni demoniache, le cattiverie e le calunnie che spuntano come funghi da più parti. È questa lotta a dare la connotazione autentica di ogni persona, tra chi l’affronta con coraggio e la sua Fede, da chi invece per varie ragioni rinuncia a lottare e rimane un vinto qui e poi nell’aldilà nel precipizio del fuoco eterno.
Volenti o nolenti in questa vita si affronta una lotta, anche chi rinuncia a lottare in realtà si ritrova a lottare contro se stesso.
Si rifiuta di lottare con Fede verso l’esterno e le tentazioni che appaiono come una naturale debolezza della persona, mentre rimangono potenti e violenti le miserie interiori. In qualunque modo si lotta nella vita, ma moltissimi non se ne rendono conto, non hanno una visione reale della loro esistenza.
Gli stessi errori commessi cercano di seppellirli con altri errori e questo perché non pregano, non chiedono aiuto a Gesù, in pratica non riescono a vedere con umiltà la loro condizione spirituale e finiscono col precipitare nel fuoco eterno. Preferiscono vivere in una sorta di allegra confusione per soddisfare ogni forma di piacere e rendere la loro vita gradevole.
È la mancanza di Gesù a offuscare la realtà e gli orientamenti migliori da intraprendere. Sono non credenti sballottati dalle onde delle inclinazioni viziose, anche cattolici tiepidi che si accontentano della Santa Messa domenicale per poi continuare una vita sterile spiritualmente e solitaria perché si è sempre lontani da Gesù.
Cosa fa il Signore con i tiepidi? Lo rivelò a San Giovanni nell’Apocalisse: “Poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,16). Un cattolico tiepido non serve alla causa del Vangelo, non fa nulla per il bene della sua anima, non espia alcun peccato e dovrà rimanere in Purgatorio per il lungo tempo della purificazione.
Il mese scorso abbiamo onoriato tutti i defunti che si trovano nel Purgatorio e preghiamo particolarmente per confortarli e soprattutto alleggerirli dal fuoco che purifica e rende sempre più pura l’anima che poi dovrà presentarsi davanti a Dio in Paradiso. 
Gesù ne parlò in una parabola della necessità della purezza per prendere parte al banchetto eterno.
È la parabola del banchetto nuziale che spiega in quale modo bisognerà conquistare ed entrare nel Regno dei Cieli.
“Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti” (Mt 22,11-14).
Al momento della loro morte le Anime benedette che si trovano in Purgatorio non indossavano l’abito della festa, splendente e luminoso, ecco la necessità di sbiancarlo lì dove “non è pianto e stridore di denti” come è l’inferno, ma dove si patisce per un determinato periodo e poi entrare nella Beatitudine eterna.
L’unica consolazione che provano le Anime del Purgatorio è il pensiero che dopo la purificazione vedranno e godranno Dio in Paradiso e questo è veramente straordinario.
Le Anime benedette del Purgatorio hanno assoluto bisogno di molte preghiere, soprattutto le Sante Messe, la recita del Santo Rosario, la recita ogni giorno dei cento Eterno Riposo e le penitenze che alleviano le loro grandi sofferenze. 
Chi non ha familiari e parenti defunti? Non pensiamo di aiutarli per diminuire le loro sofferenze e agevolare l’ingresso in Paradiso?
In Purgatorio si soffre tanto, anche se per la durata commisurata alle pene da espiare, perché le colpe vengono cancellate nella Confessione.
Tutte le Anime che si trovano in Purgatorio sicuramente rimpiangono il tempo trascorso sulla terra senza adorare e ringraziare Gesù, senza la vicinanza alla Madonna, senza pregare perché occupati in tantissime cose poco importanti e che alimentavano l’orgoglio e la superbia.
Potessero tornare indietro, farebbero tutto il contrario delle opere sbagliate compiute, delle scelte di vita che Le hanno portate a peccare.
In Purgatorio capiscono benissimo che ogni peccato merita una riparazione e se non si compie durante la vita terrena, anche per mezzo di tutte le prove che si devono accettare con amore, toccherà ripararlo lì, per poter entrare in Paradiso. 
Nessuno di voi farebbe entrare a casa sua qualcuno sporcato di pece liquida gocciolante, ricolmo delle più nauseanti sudicerie, con gli scarponi ingrossati di sterco inguardabile e irrespirabile. È impensabile fare entrare nel vostro salotto chi è combinato in questo modo.
Un semplice esempio per capire che in Paradiso si entra con la veste pura e splendente, profumati di Amore, di Bontà e di Verità.
Riflettiamo sulla realtà del Purgatorio, ci farà molto bene. 
Riflettiamo anche sulla vita che conduciamo e sulle tanti possibilità che abbiamo di riparare i peccati commessi, con i Sacramenti, una vita virtuosa, le buone opere e gli aiuti economici ai bisognosi, la pratica della sincerità, della bontà, della docilità, dell’amore verso tutti e del perdono verso chi non ci ama. Buona preghiera a tutti.
 
Aachepier
 
+ VANGELO (Lc 14,25-33) 
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. 
 
C - Anche oggi la Parola di Dio è adatta riguardo le vicende che ci sono nel mondo.
Le parole rivolte al giovane ricco, sono indirizzate a tutti i Consacrati di ogni tempo e la mancata osservanza porta al rifiuto di Gesù e del suo Vangelo. “Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel Cielo; poi vieni e seguimi” (Mt 19,21). 
Queste parole Gesù le rivolge a quanti hanno risposto alla chiamata di Dio e sono sacerdoti, religiosi, vescovi e cardinali. Se non si riesce a osservare questa volontà di Dio, il ministero sacerdotale non potrà mai produrre buoni frutti e le pecore rimangono senza Pastore, quindi senza guida.
“Vendi quello che possiedi”, non si tratta solamente di dare ai poveri quello che si possiede prima di diventare Sacerdote, c’è un’altra cosa che bisogna dare: eliminare la mentalità umana. Bisogna rivestirsi di Cristo per poter vivere da cristiani.
Tutti i Sacerdoti sono chiamati ad una vita angelica, e non è facile abbandonare o spogliarsi della mentalità umana se non si prega molto e non è vivo il desiderio di seguire umilmente Gesù. Senza questa volontà determinata, si cade rovinosamente e molte volte è difficile rialzarsi.
Non è automatico il cambio di mentalità quando si viene ordinati Sacerdoti, occorre un ininterrotto e profondo impegno spirituale che si chiama rinnegamento e rinuncia verso tutto ciò che si oppone a Gesù Cristo.
Senza questo cambiamento interiore, il Sacerdote e il Prelato restano legati alla materia popolare e non seguono più Gesù.
È dolorosissimo quanto sta avvenendo oggi nella Chiesa.  
Ci sono lotte di potere economico finanziario, sono molti a pensare più ai complotti che alle preghiere. Questa è la ragione degli scontri di potere e dei complotti che escogitano.
La Chiesa Essa è sempre Santa, sono gli uomini a perdere l’onorabilità dopo aver perduto la moralità.
Molti uomini di Chiesa sono lontanissimi dalla disposizione di Gesù riguardo la sua Chiesa, che deve essere povera, spirituale e pura.
Sarà possibile in questi tempi riportare la Chiesa come era nei primi secoli? 
Sì, ma non per volontà degli uomini, sarà Gesù a rendere pura la sua Chiesa e a ricostruirla dalle fondamenta. Lo disse Lui alla mistica Luisa Piccarreta e anche oggi leggiamo una importante rivelazione del Signore. È una rivelazione sorprendente e che spiega l’apparente silenzio di Dio in questi anni.
Gesù annuncia a Luisa che “i nemici purificheranno e ripuliranno la Chiesa dalle piaghe che porta, specialmente quelle dei suoi Pastori, che proteggono i falsi virtuosi e opprimono e condannano i veri buoni”.
“Figlia mia, potrei confondere i nemici della Santa Chiesa, ma non voglio. Se ciò facessi, chi purgherebbe la mia Chiesa? Le membra della Chiesa e specie quelli che stanno in posti e in altezze di dignità hanno gli occhi abbagliati e si ingannano di molto nel vedere, tanto che giungono a proteggere i finti virtuosi e ad opprimere e condannare i veri buoni. 
Questo mi dispiace tanto, vedere quei pochi veri miei figli sotto il peso dell’ingiustizia; quei figli da cui deve risorgere la Chiesa e ai quali Io sto dando molta Grazia per disporli a ciò, Io li vedo messi di spalle al muro e legati, per impedir loro i passi. Questo mi duole tanto, che mi sento tutto furore per loro! 
Senti, figlia mia, Io sono tutto dolcezza, sono benigno, clemente e misericordioso, tanto che per la mia dolcezza rapisco i cuori, ma però sono anche forte, da stritolare ed incenerire coloro che non solo opprimono i buoni, ma giungono ad impedire il bene che vogliono fare. 
Ah, tu piangi i mondani, ed Io piango le piaghe dolorose che sono nel corpo della Chiesa, che mi addolorano tanto da oltrepassare le piaghe dei mondani, perché vengono dalla parte che non me l’aspettavo e che mi fanno disporre a far inveire i mondani contro di loro”. (Vol. 10°, 16-05-1911). Buona preghiera a tutti.
 
Aabellaseima  
+ VANGELO (Lc 1,26-38)  
Rallegrati piena di grazia: il Signore è con Te.
 
D - Nella solennità più importante e commovente per i devoti mariani, c’è sempre qualcosa che ci amareggia, come in questo caso la traduzione della Bibbia. La nuova traduzione nella risposta che la Vergine Maria dà all’Arcangelo Gabriele ha sostituito “di Me” con “per Me”, manipolazione che ho evidenziato più volte in passato e ritorno a farla per dare all’Immacolata il ruolo che Le spetta.
Infatti, il testo della Bibbia come è stato tradotto nel 2008, minimizza la figura della Madre di Dio e questa è un’ulteriore prova della scarsa devozione o di un piano massonico per emarginare la Madonna dal contesto evangelico per permettere la comunione con i protestanti…
Il testo tradotto del 2008 riporta “per Me”, ma così lascia intendere che l’opera dello Spirito Santo è passata attraverso la giovane Maria senza compiere altro in Lei se non la fecondazione del Figlio di Dio.
Già questo evento da solo Le avrebbe dato comunque una gloria che sfiora l’infinito, ma i modernisti cercano di minimizzare l’Immacolata.
L’utilizzo della preposizione “per” in questo caso è una vera provocazione, il termine intende il moto attraverso un luogo, un movimento, un mezzo. Spiegato così la Madonna sarebbe stata quasi una incubatrice, una culla chiusa per dare Corpo e Sangue al Figlio di Dio e qui terminava la sua collaborazione.
I dogmi mariani e le grandezze della Madonna arrecano grande fastidio anche a quei Prelati che non coltivano una Sana devozione Mariana.
Invece la preposizione “di” esprime un altro significato, indica normalmente una proprietà, sia nel senso di possesso e appartenenza (la macchina di Roberta) sia nel senso di una caratteristica specifica, propria di qualcuno o qualcosa (Anna è una persona di venticinque anni). Nella terminologia grammaticale tradizionale è indicata come la preposizione che introduce il complemento di specificazione, corrispondente al caso genitivo latino.
Per abbreviare, “per Me” nella risposta della Madonna all’Angelo come è stata tradotta la Bibbia del 2008, mostra la giovane Maria come un mero strumento e di conseguenza non si deve parlare di Lei né nelle omelie, né nelle catechesi. Così si rallegrano i protestanti e festeggiano insieme…
Invece “di Me”, manifesta che il progetto del Padre di inviare nel mondo suo Figlio incarnandosi e nascendo da una Donna, si realizza per la perfetta corrispondenza della Donna, la quale diventa Corredentrice del genere umano, subordinata all’unico Redentore.
“Di” si usa per precisare e specificare meglio la parola da cui dipende, che altrimenti avrebbe un significato più generico.
«Allora Maria disse: “Ecco la Serva del Signore: avvenga di Me secondo la tua parola”. E l’Angelo si allontanò da Lei».
L’utilizzo della preposizione “di” rende all’Immacolata la dignità di cui L’ha rivestita Dio, ma che gli uomini cercano di modificarla e di eliminarla.
In Maria il Figlio eterno si incarna e diventa Uomo, Dio ha chiesto il permesso a Ella e con il suo consenso è avvenuta l’Incarnazione. La Vergine si rese pienamente disponibile e rispose che “di” Lei, Dio poteva disporre come voleva, ma la sua volontà l’aveva eliminata fin dal seno materno.
Se veramente la Madonna avesse risposto “per me”, il significato sarebbe stato diverso, l’azione di Dio si sarebbe fermata in Lei e non sarebbe avvenuto null’altro nella sua Persona, non sarebbe diventata Mediatrice di tutte le Grazie, non avrebbe gli onori che merita e non si festeggerebbe in nessuna circostanza. Proprio come avviene tra i protestanti…
Molti nella Chiesa, Consacrati e laici, pronunciano spesso il nome della Madonna e nei loro discorsi inseriscono sempre un accenno rivolto alla Vergine. Purtroppo non approfondiscono mai la vera identità dell’Avvocata del Cielo e si comprende dalla precaria preparazione, di Colei che con un sospiro fa tremare tutto l’inferno e i diavoli cercano di rintanarsi nelle caverne di fuoco per non avvertire quel sospiro della Madre di Dio.
Oggi che è la solennità dell’Immacolata, dobbiamo dedicare maggiore tempo nella recita del Rosario, magari recitandone più di uno, di sicuro dobbiamo metterci davanti una sua immagine e ripetere l’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Buona preghiera a tutti.
 
Aacheluce1
 
 
 
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