13/11/2022
Catechesi N. 442
A - C’è una piccola mancanza ed è comunque normale, nel Vangelo di Marco rispetto a quello di Matteo riguardo la domanda posta a Gesù sui posti di privilegio da occupare nel Regno dei Cieli.
B - Dio scelse quattro Evangelisti per dare una prova maggiormente solida sulla vera Persona divina incarnata in Gesù di Nazareth. Un solo Evangelista probabilmente non sarebbe stato considerato credibile, quindi risultano favorevoli non tanto le descrizioni opposte, perché non ce ne sono riguardo le opere di Gesù, ma nel raccontarle con sfumature diverse.
C - L'essenza della Parola che oggi Gesù ci elargisce è di sentirci pellegrini in questo mondo. Qualcuno certamente si considera tale, ha pensato magari più di una volta alla fugacità della vita, altri hanno avuto paura e la paura è il segnale dell'assenza del Signore.
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa
Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione
Sabato 3 Dicembre e Domenica 4 Dicembre faremo due giornate di preghiera presso il Santuario di San Michele Argangelo a Maddaloni in Provincia di Caserta
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+ VANGELO (Mc 10,35-45)
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
A - C’è una piccola mancanza ed è comunque normale, nel Vangelo di Marco rispetto a quello di Matteo riguardo la domanda posta a Gesù sui posti di privilegio da occupare nel Regno dei Cieli. Non è però importante conoscere chi pose la domanda, anche se si può interpretare in molti modi diversi la domanda posta dalla loro madre o direttamente da Giacomo e Giovanni.
Il passo di oggi si può leggere secondo l’intendimento che si vuole dare, ovviamente sempre attinente alla Sana Dottrina. Qui sono i due fratelli a porre la domanda a Gesù, una domanda fuori luogo, ma che è comprensibile se consideriamo l’assimilazione degli insegnamenti del Signore che gli Apostoli dovevano ancora realizzare.
In San Marco la domanda viene posta dai due fratelli, in San Matteo dalla madre, ed è completa questa seconda versione, ma non è una mancanza rilevante nel Vangelo di oggi, perché la madre disse quella inopportuna richiesta perché invitata da Giacomo e Giovanni. Quindi, non cambia nulla, sono sempre i due fratelli gli autori della richiesta.
Si consideri inoltre che San Marco non era presente perché non era un Apostolo e ascoltò il racconto da San Pietro, il quale sicuramente gli ha riferito quello che lui aveva ascoltato e forse non era vicino quando la madre pose la famosa richiesta: “Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo Regno” (Mt 20,21).
Chiarito che la mancanza della madre dei due fratelli non è incisiva nel Vangelo di oggi, c’è da cogliere la reazione degli altri dieci Apostoli e la risposta di Gesù all’agitazione che si era creata. I dieci si sdegnarono e rimasero sorpresi perché Giovanni era puro e semplice. La loro reazione è comprensibile perché Gesù aveva insegnato l’umiltà e il sevizio.
Anche noi dobbiamo vigilare sui pensieri che arrivano alla mente, con prontezza eliminiamo quelli che spingono all’orgoglio.
La richiesta dei due fratelli arrecò turbamento per il pensiero che poteva sorgere di essere migliore degli altri, del potere umano, della condizione sociale elevata che si ricerca anche andando contro la propria coscienza.
Domandiamoci però di quale coscienza stiamo parlando.
In senso figurato molti dicono che bisogna “ascoltare la voce della coscienza”, quindi decidere in base ai propri principi morali. E se non possiedono i principi morali? Se la loro coscienza è corrotta, sporca e immorale? Allora in che modo è possibile attribuire la frase citata indistintamente?
Noi cristiani alla coscienza diamo molta importanza, essa è il sacrario dell’uomo, è la sua guida morale. S’intende quando la persona è onesta, leale, sincera e umile. In questo caso la coscienza diventa consapevolezza che permette al soggetto di avvertire quanto avviene in sé e nei suoi rapporti con il mondo esterno; ha la piena coscienza di ciò che dice e compie; ha coscienza dei propri limiti, dei propri diritti e doveri, del pericolo.
Il cristiano che prega bene ha la coscienza di sé, la consapevolezza della propria identità, del proprio ruolo, delle proprie potenzialità.
A questo dobbiamo mirare ogni giorno, con calma e costanza, sicuri che ogni nostro gemito è ascoltato da Gesù e dalla Vergine Santa
La formazione della propria coscienza avviene gradualmente proprio come avviene nella vita spirituale, con la nostra indispensabile partecipazione attiva, altrimenti non avviene nulla e Gesù non concede Grazie dove non esiste il vivo desiderio di servire Lui e la sua Chiesa.
Diventa facile perdere il senso del sacro, perdere la Fede anche se il ricordo di Gesù e della Madonna aleggia sempre nella mente. Anche i diavoli pensano ininterrottamente a Gesù e alla Madonna, ma non Li amano e in verità pensano a Loro con odio e disprezzo per cercare di trovare tante possibilità di allontanare l’uomo da Dio.
QUESTO È IL PRINCIPALE OBIETTIVO DEI DIAVOLI: ALLONTANARE L’UOMO DA DIO.
Se si tralascia la preghiera del Rosario giornaliero e non si frequenta la Messa con viva partecipazione e non si compiono vere e ripetute opere di bontà, umanità, generosità, non si può servire Gesù, come Lui ci chiede oggi nel Vangelo.
Lui è venuto a servire l’umanità, e servire non significa solo essere a disposizione, indica anche il fornire qualcosa agli altri come la nostra Sana Dottrina, in modo da procurare del bene a tutti quelli che conosciamo e incontriamo.
Questo significa dare la nostra sincera amicizia, l’amore spirituale che non si nega a nessuno, provvedere anche alle necessità di chi è nel bisogno, soddisfare le richieste se abbiamo la disponibilità di un po’ di tempo da dedicare a chi è solo, a chi è malato, a chi vuole sentire parlare di Gesù e della Madonna.
Proponiamoci di parlare in famiglia e alle persone che conosciamo dei miracoli di Gesù e degli insegnamenti della Madonna. Buona preghiera a tutti.
+ VANGELO (Lc 10,1-9)
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
B - Dio scelse quattro Evangelisti per dare una prova maggiormente solida sulla vera Persona divina incarnata in Gesù di Nazareth. Un solo Evangelista probabilmente non sarebbe stato considerato credibile, quindi risultano favorevoli non tanto le descrizioni opposte, perché non ce ne sono riguardo le opere di Gesù, ma nel raccontarle con sfumature diverse.
Infatti, due Evangelisti erano Apostoli, due non lo erano. Matteo e Giovanni assistettero ai miracoli compiuti dal Signore e furono autentici testimoni degli insegnamenti del Maestro, mentre Marco e Luca ascoltarono i racconti da altri due pilastri della Chiesa: Pietro e Paolo.
È un solo Vangelo quello diffuso nel mondo, i racconti sono quattro e questo lo avvalora notevolmente. Tre sono molto simili e si chiamano sinottici. Sono i tre Vangeli di Marco, Matteo e Luca. Il nome è dato dalle notevoli somiglianze del testo dei tre Vangeli, e se posti su tre colonne parallele, in uno sguardo d’insieme che è la sinossi, ci si accorge facilmente che ci sono somiglianze nella narrazione, anche come vengono disposti gli episodi evangelici, i singoli brani, sono frasi uguali o con leggere differenze.
Questi tre racconti rendono fortemente attendibile la Persona di Gesù anche presso i pagani, soprattutto quando all’inizio non era semplice accreditare il Messia perché molte credenze si immischiavano nel popolo.
I tre racconti hanno destinatari diversi, sono indirizzati dallo Spirito Santo verso determinati popoli o per descrivere Verità importanti della Vita di Gesù e di sua Madre Maria.
Proprio Luca è chiamato a redigere un Vangelo mariano, caratteristica interessante insieme ad altri temi toccanti.
Oltre ai racconti dettagliati e commoventi che riguardano la Madonna, come l’Annunciazione, la Visitazione, le scene del Natale, la Presentazione al Tempio di Gesù, il suo Vangelo è fortemente intriso della misericordia del Signore.
San Luca infatti rivela con tratteggi toccanti la profondità misericordiosa del Cuore di Gesù.
È San Luca a precisare, illuminato dallo Spirito Santo, che la Madonna «serbava tutte queste cose meditandole nel suo Cuore» (Lc 2,19).
Anche noi dobbiamo conservare nel cuore tutto ciò che riguarda Gesù e la Vergine Maria, sono grandi i profitti che si compiono quando la mente riflette su Loro e il cuore ama l’oggetto tanto importante rappresentato dall’intelletto.
San Luca aveva un’anima nobile e virtuosa, venne scelto dallo Spirito Santo anche per raccontare importanti scene della vita della Madonna e destinate a far conoscere fino alla fine del mondo, le grandezze della Fanciulla di Nazareth. Viene chiamato l’Evangelista della Madonna per quanto ha scritto sulla Vergine Maria, Madre di Dio.
In Luca troviamo la parabola del figlio prodigo, questo meraviglioso racconto in cui pentimento, perdono e misericordia si intersecano perfettamente. Descrive anche la parabola della dramma perduta e ritrovata.
Inoltre, evidenzia meravigliosamente la bontà del Signore, riportando la parabola del buon samaritano, dell’amore che Gesù riversava sui poveri e la sua tenerezza quando li avvicinava. È proprio Luca a descrivere con maggiore profondità l’Amore che Gesù aveva per i più deboli, per gli ammalati, per gli indemoniati e per tutti quelli che si trovavano nella povertà.
Nel Vangelo Luca tratta della commozione di Gesù dinanzi al dolore della vedova di Nain, quando accoglie la peccatrice in casa di Simone il fariseo e si mostra misericordioso promettendo il perdono di Dio; la sua bontà nell’accogliere Zaccheo e come cambiò il suo cuore avido di pubblicano in un cuore pentito e generoso verso tutti.
Il Vangelo di San Luca è toccante perché spinge ad avere piena fiducia in Gesù, trasmette infatti molta fiducia, arreca pace e consolazione. Le sue parole lasciano comprendere che era pieno di zelo, un seguace innamorato di Gesù anche se non Lo incontrò durante la sua predicazione.
San Luca non era un Apostolo e ci sorprende molto la piena conoscenza dei fatti che narra. È stato incaricato da Dio ad incontrare la Madonna e a scrivere quanto di ineffabile avvenne in Lei. È un Dio che si preoccupa di tutto, ma molti non Lo conoscono così premuroso e amorevolmente Padre.
Il Vangelo di San Luca è chiamato della misericordia, ma contiene anche le forti accuse di Gesù a scribi e farisei, come i «guai» nel Vangelo dei giorni scorsi.
Quando si ama qualcosa si riversa grande attenzione e si è premurosi nel proteggerla da quanti hanno finalità distruttive.
L’amore a Gesù non si esprime solo con qualche pensiero affettuoso, non succede così tra familiari che si amano. L’amore richiede sacrificio, impegno e donazione di sé. Non possiamo neanche rimanere indifferenti dinanzi agli attacchi che vengono portati contro la Santa Chiesa di Gesù e con coraggio diffondiamo la Sana Dottrina e il suo Vangelo Storico.
Leggete questo Vangelo di seguito, anche in alcuni giorni, vi ispirerà maggiore fiducia in Gesù, vi sentirete più sereni, gioiosi e sicuri che il Signore non abbandona nessuno di quanti Lo invocano con fiducia e osservano la sua Parola. Buona preghiera a tutti.
+VANGELO (Lc 12,35-38)
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.
C - L'essenza della Parola che oggi Gesù ci elargisce è di sentirci pellegrini in questo mondo. Qualcuno certamente si considera tale, ha pensato magari più di una volta alla fugacità della vita, altri hanno avuto paura e la paura è il segnale dell'assenza del Signore.
I cristiani meno spirituali si preoccupano fortemente quando si discute della morte, mentre i pagani fanno riti scaramantici, pensando di allontanare la morte o la sfortuna. La scaramanzia è una brutta ospite e devasta ogni forma di ragionevolezza.
Milioni di persone compiono molti gesti scaramantici o indossano gli stessi indumenti quando devono fare qualcosa, ma i risultati sono solo apparentemente positivi, perché se il diavolo ti dà 1 poi ti toglie 5.
Il modo migliore per il diavolo demolire la persona superstiziosa è di rubargli l'anima alla fine della vita, mentre durante la vita la fa vivere illusoriamente nel successo in mezzo a malattie strane, sofferenze periodiche, tradimenti, separazioni, rovina dei figli, fallimenti personali e lavorativi, un avvilimento interiore che infonde sempre insoddisfazione e frustrazione.
Possono dirsi felici attori, cantanti, calciatori, imprenditori e tanti altri che utilizzano la superstizione lasciandoci tutte le penne?
Questa gente attraverso la magia occulta fa il patto col diavolo, chiede qualcosa a colui che non può dare nulla di buono se non ciò che è corruzione e quanto conduce alla morte prima spirituale e poi fisica e anche eterna.
Gente che chiede un piatto di lenticchie per perdere la gloria eterna, e vivere già in questa vita una condizione insostenibile.
Gente che vuole allontanare la morte quanto più possibile e si affida, o meglio, si getta tra le braccia di chi è il padre della morte.
Non riesce a vivere nella vera pace chi è superstizioso, e si vedono personaggi che sfoggiano braccialetti ai polsi di stoffa o di altro materiale, la cui provenienza è esclusivamente satanica, anche se loro si rivolgono a maghi ed affini che promettono tutto. Qualsiasi cosa richiesta essi sono sicuri di poterla ottenere. Ma solo per qualche tempo e non ciò che è buono. Le cose buone le può donare solo Gesù.
Donde arriva ad essi questa sicurezza? Molti sono imbroglioni, altri sono in comunione con chi effettivamente concede favori per poi prendere le loro anime. Ma se i clienti non credono nell'esistenza dell'anima, cosa volete gliene importi? La contraddizione sta nel non credere nell'anima, ma di venderla a satana per avere il suo aiuto.
È folle questa eventualità, solamente le persone senza amore per sé possono arrivare a tanto: sono fallite fino a vendersi al nemico.
La loro aspettativa della vita è irreale, vivono morendo e avvertono che tutto scivola via. Non hanno pace e vogliono compiere qualsiasi trasgressione mentre sono in grado di farlo, e in questo stato solo un miracolo, il miracolo della preghiera recitata da altri, potrà strapparli dalla disperazione e dalla dannazione eterna.
L'uomo deve prendere consapevolezza che è un pellegrino in questo mondo e non può programmare la sua esistenza come se dovesse perdurare millenni. La vita terrena è come una notte, perché non ha la vera luce della gioia, ed è una prova. Essa può riguardarsi quasi divisa in tre vigilie, come gli antichi dividevano la notte: la gioventù, la virilità, la vecchiaia.
Il Signore può venire in ciascuna di queste vigilie, e bisogna che noi siamo pronti e vigilanti per accoglierlo, se vogliamo che Egli ci partecipi l'eterna gloria, quasi come un padrone che si cinge i fianchi, fa sedere a mensa i suoi servi fedeli, e somministra loro il cibo.
Il Signore nella gloria ci comunica la sua stessa felicità, e può dirsi veramente che Egli si cinge e ci alimenta, perché nella sua grandezza si proporziona a ciascun'anima e, secondo la capacità di essa, l'alimenta di eterni beni. Buona preghiera a tutti.