Aachebel6

05/11/2022

Catechesi N. 441

A - L'accusa forte di Gesù verso i dottori della Legge scuote tutti i presenti, la sua affermazione fa svaporare in un attimo la stima che molti israeliti nutrivano per questi falsi sapienti. Da essi doveva diffondersi la vera conoscenza delle profezie e loro più di tutti gli altri possono comprendere la presenza del Messia, dai segni rilasciati da Gesù.
B - Gesù mette in guardia anzitutto i suoi discepoli dall'ipocrisia e li tranquillizza, anzi li invita a non avere paura di nessuno sulla terra, indicando nei diavoli i veri pericoli, perché essi sono in grado di trascinare nel fuoco eterno, simboleggiato dalla Geenna.
C - Rappresenta una delle frasi più misteriose dette da Gesù, ma non voleva lasciarla nel mistero, come sempre era perfetta la definizione che dava ad ogni cosa, e l’atteggiamento di quanti rifiutano il perdono di Dio, è una bestemmia che non potrà ricevere alcuna Grazia. 
 
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa 
Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione 
Sabato 5 Novembre a partire dalle ore 16 faremo le Mille Ave Marie 20 Santi Rosari
Venerdì 11 e Sabato 12 Novembre faremo due giornate di preghiera con don Marcello Stanzione
Sabato 12 Novembre Messa di Guarigione alle ore 16
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Aabracisedu
 
+VANGELO    (Lc 11,47-54)
Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa.
 
A - L'accusa forte di Gesù verso i dottori della Legge scuote tutti i presenti, la sua affermazione fa svaporare in un attimo la stima che molti israeliti nutrivano per questi falsi sapienti. Da essi doveva diffondersi la vera conoscenza delle profezie e loro più di tutti gli altri possono comprendere la presenza del Messia, dai segni rilasciati da Gesù.
Non sorprendiamoci di questi dottori, anche se agiscono con superficialità ci sarà qualcuno in buonafede e in cuor suo si sforza di capire la verità. Gesù afferma che è Lui la Verità, con grande dolore oggi purtroppo assistiamo ad una moltiplicazione di eresie all'interno della Chiesa e questo confonde notevolmente tutti i credenti.
I dottori della Legge sono molto venerati dagli israeliti, essi sono i custodi della Rivelazione di Dio almeno riguardo l'Antico Testamento, ma la vita che conducono è la loro condanna. L'orgoglio è una corona sulla loro testa, sono radicalmente accecati e non si accorgono del loro atteggiamento arrogante, presuntuoso e millantatore. Anche millantatore per il linguaggio da gradassi, hanno un fare vanaglorioso. Tutto fumo che non contiene nulla, solo parole vuote al vento.
Parlano molto ingannandosi che le molte parole diano ad essi la patente di infallibili e di veri esecutori della volontà di Dio.
Nella Chiesa se ne vedono molti tra Consacrati e laici, così orgogliosi e chiacchieroni, abbagliati dalle tenebre e pieni di stupida superbia.
La grande differenza tra i credenti che vivono nella Luce di Dio e quelli orgogliosi del loro stesso vuoto, lo spiega bene San Paolo: «Sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito» (Gal 5,18-25).
Chi è un agitatore e vive di inimicizia, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, non viene da Dio, è solamente un insoddisfatto.
Mentre chi vive in Dio tra i molti frutti conserva fortemente il dominio di sé, il quale non solo non fa proferire accuse e volgarità, ma infonde molta prudenza,    pazienza e virtù che gli altri neanche immaginano. 
Chi vive in Dio e si nutre del suo Amore non imita i dottori della Legge, fanatici e prepotenti, ricolmi di delirio per un potere che Dio non concedeva ad essi a causa del loro smisurato orgoglio. Questi falsi sapienti dobbiamo considerarli fanatici, essi accusano ed istigano irrazionalmente gli altri ad accusare Gesù, senza avere una sola prova contro di Lui. 
Al contrario, se si tratta di uno o più cristiani che si accostano vicino alle eresie, con un po’ di intelligenza si attende il tempo della manifestazione delle eresie per non incappare in condanne preventive da parte di chi quelle eresie ancora non le comprende.
La prudenza è una virtù che non hanno gli esaltati, pronti a modificare la Sana Dottrina o a voler cambiare anche il piano di Dio. 
"Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito". Una responsabilità gravissima e sarà conosciuta nella sua tremenda gravità nel Giudizio davanti a Dio, perché questi maestri non sono obbligati a schierarsi contro Gesù, essi anticipano una valutazione e questo dimostra l'assenza di equilibrio.
La persona saggia invece dà una valutazione pubblica quando c'è almeno una prova di eresia da parte di chiunque, non prima dell'errore. In Gesù non hanno trovato una sola affermazione eretica, Lui è venuto a dare compimento alla Legge e non a modificarla. È stato inutile attendere un suo errore contro la Scrittura.
In tutte le circostanze le persone sagge prima di pronunciarsi pubblicamente su qualcosa o contro qualcuno, vogliono avere almeno una prova delle eresie di un sacerdote o di un laico, mentre è da fanatici accusare senza prove. 
Questa premura manifesta l'assenza dello Spirito Santo, in quanto colpiti dal delirio di onnipotenza ci si crede autorizzati a stabilire chi è buono e chi cattivo. Un cristiano equilibrato non agisce così e come prima regola rispetta le scelte degli altri pur non condividendoli e condannandole, ma è tenuto ad evidenziare le eresie. 
Devono esserci però le eresie, se non ci sono espressamente, è da fanatici innalzarsi a giustizieri e a considerarsi superiori a Dio.
Il Vangelo ci insegna che Luce e tenebre sono incompatibili, perché chi vive nella Luce è padrone di sé e possiede molto equilibrio, tanto da saper aspettare il tempo delle eresie per condannarle pubblicamente e schierarsi con Gesù e con quanti continuano a seguire la Sana Dottrina della Chiesa.
Chi vive nelle tenebre è simile ai dottori della Legge, si nutre di esaltazione e si illude meschinamente di avere compreso tutto, fantastica di conoscere anche il pensiero di Dio e ingannevolmente pretende di voler stabilire i tempi spirituali degli altri cristiani, mostrando così di essere privo di virtù, a cominciare dalla prudenza. E questo spiega l'arroganza e la frustrazione.
Sono questi cristiani ad allontanare gli indecisi dalla Chiesa, perché pretendono che un convertito diventi in una settimana come Padre Pio, mentre essi si compiacciono orgogliosamente degli ammonimenti che sparano senza prudenza né rispetto verso i poveri peccatori, al contrario bisognosi di conforto, di sostegno, di amore.
Oggi all'interno della Chiesa abbiamo sacerdoti e laici che si sostituiscono con facilità a Dio e nel loro delirio manipolano tutto. Preghiamo il Santo Rosario per modificare gli eventi. Buona preghiera a tutti.
 
Aacaliova
 
+VANGELO   (Lc 12,1-7)
Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati.
 
B - Gesù mette in guardia anzitutto i suoi discepoli dall'ipocrisia e li tranquillizza, anzi li invita a non avere paura di nessuno sulla terra, indicando nei diavoli i veri pericoli, perché essi sono in grado di trascinare nel fuoco eterno, simboleggiato dalla Geenna, una valletta scavata dal fiume Hinnom sul lato sud del monte Sion, oggi diventata una zona povera di Gerusalemme.
Nella Dottrina Cattolica, per similitudine, la Geenna rappresenta l'inferno, un luogo abissale, dove regnano corpi impuri, luogo di punizione eterna, dove un vero fuoco spirituale brucia i peccatori. In tutto il Nuovo Testamento è questo il significato che viene attribuito a questa parola, Geenna viene tradotta con inferno.
Gesù richiama la Geenna per rappresentare la completa distruzione della persona nel Giudizio avverso di Dio, un Giudizio che non ammette alcuna possibilità di riparazione. Agli scribi e ai farisei Gesù anticipa la loro sorte, lo fa pubblicamente per svergognare questi personaggi ambigui che non servono Dio, ma strumentalizzano la religiosità per compiere tutto quello che vogliono. 
Nel Vangelo si parla molto degli scribi e dei farisei, sono famose le dispute fatte da Gesù con questi nemici, un po’ tutti gli ebrei li considerano malvagi e perciò "soggetti alla Geenna". Il Signore ne dà conferma con queste parole: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei Cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci".
Gesù condanna l'ipocrisia come un male pericoloso da estirpare se non si vuole arrivare alla morte spirituale.
Se al tempo di Gesù l'ipocrisia era sinonimo di farisei, riconosciuti come fanatici, oggi si può senza alcun dubbio affermare che l'ipocrita è una persona senza la Legge di Dio nel suo cuore. Anche se prega e frequenta i Sacramenti, conserva nel cuore una ribellione a tutto ciò che non è conforme alla sua mentalità, è un credente bugiardo e maschera una fittizia religiosità fatta di esclusiva esteriorità.
L'ipocrita ha necessità di ricevere consensi per giustificare la sua esaltazione, è sconnesso dalla realtà e non vede con gli occhi di Dio perché ha una elevatissima considerazione di sé. Gesù vomita l'ipocrita che vuole imporre il suo parere e vuole farsi strada nei cuori altrui, versando parole senza senso e una parlantina che non è quella del Vangelo.
"Il vostro parlare sia sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno" (Mt 5,37).
Stranamente, ma questo si spiega come una patologia, gli ipocriti in molti casi sono i più inflessibili osservanti della ritualità, pronti sempre e solo a condannare gli altri e mai a considerare tutti i loro limiti. E come potrebbero farlo se sono sconnessi dalla realtà? 
"Guardatevi bene dal lievito dei farisei". Gesù indica l'ipocrisia come una vera minaccia per i buoni, ingannati dai falsi credenti.
In tutto il Vangelo vediamo che Gesù si scaglia principalmente contro gli ipocriti, li considera pericolosi per la loro falsità e la capacità camaleontica di mascherarsi e di ingannare con parole senza senso. Gesù elargisce misericordia anche ai grandi peccatori pentiti, ma davanti agli scribi e ai farisei si irrigidisce per la loro abilità nell'ingannare. 
Non trascrivo tutte le accuse contro di loro, mi sembra utile ricordare quella che è la più efficace nel dipingere questi impostori: "Sepolcri imbiancati". È tremenda la condizione di chi mostra una maschera che vuole esprimere spiritualità, cerca di imporsi come perfetto in un gruppo di preghiera, in parrocchia o in Associazione e le sue opere sono invece di provenienza satanica. 
La mancanza di docilità, di bontà, di pace, assente quando si esterna, sono il segno di una mancata comunione con Dio.
"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume" (Mt 23,27).
Non ci sono forse molti eretici che esprimono nelle conferenze belle parole evangeliche e di alta teologia, ma nel cuore hanno la guerra e una profonda cattiveria. Gesù è misericordioso verso quei cristiani ancora incapaci di agire con retta intenzione, conosce i loro cuori e vi trova il dolore dell'incapacità a resistere a comportamenti sregolati. Chi è in cammino non deve cedere alla confusione né abbattersi se non riesce a controllare l'istinto, deve lottare con una forte vigilanza, chiedendo a Gesù una maggiore capacità di resistenza.
"Guardatevi bene dal lievito dei farisei". Sono quelli che abbelliscono le parole spirituali per ricevere elogi, ostentano una spiritualità inesistente perché altrimenti non sarebbero falsi e cattivi, vogliono imporre ogni loro opinione, anche contro l'evidenza o la contrarietà di una comunità. Sono troppo sicuri di sé.
Esteriormente vogliono sembrare perfetti, interiormente sono cadaveri e Gesù li vomita. 
Per noi non sia così, non cadiamo mai nell'ipocrisia, mostriamo invece la verità, mostriamo il volto autentico di ciò che siamo dentro! Buona preghiera a tutti.
 
Aachebel1
 
+ VANGELO (Lc 12,8-12) 
Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire. 
 
C - Rappresenta una delle frasi più misteriose dette da Gesù, ma non voleva lasciarla nel mistero, come sempre era perfetta la definizione che dava ad ogni cosa, e l’atteggiamento di quanti rifiutano il perdono di Dio, è una bestemmia che non potrà ricevere alcuna Grazia. 
Trascrivo la traduzione del Catechismo: riguardo la bestemmia contro lo Spirito Santo. 
«Dopo avere chiarito cosa avverrà a chi Lo riconoscerà e a chi Lo rifiuterà, Gesù afferma che “chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”. La confusione su questa frase è immensa, ognuno dà una spiegazione personale, secondo la maturità della vita spirituale. 
In effetti, sembrerebbe delimitare la misericordia infinita di Gesù, il suo desiderio di salvare tutti i peccatori. Bisogna chiarire due cose: il peccato della bestemmia può essere perdonato nella Confessione, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere perdonata.
Separiamo la bestemmia come tale e l’atteggiamento peccaminoso che è un oltraggio allo Spirito Santo. “La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata”, si spiega che con molta difficoltà si otterrà il perdono, non per mancanza di amore o di potenza di Dio (è dogma di Fede che la Chiesa può rimettere tutti i peccati senza alcuna eccezione), ma per la chiusura all’azione della Grazia da parte di chi commette quel peccato. 
Non è Gesù a rifiutare il perdono, è il peccatore a rifiutare il perdono. 
La maggior parte non se ne rende conto, tanto è ottenebrato l’intelletto, non ha alcun desiderio di chiedere perdono a Gesù. E questo succede anche a tutti coloro che pur pregando, hanno una condotta di vita spregiudicata e insensibile alle cose di Dio. 
Non si tratta del classico peccatore come lo intendiamo, che può, senza limiti e alcun problema, convertirsi e cominciare una vita santa. Riguarda chi riconosce che determinate opere sono di Gesù e nella sua follia le attribuisce al diavolo. Perché non è interessato a Gesù né alla vita di Grazia. 
Succede soprattutto a Sacerdoti e Prelati. Nessuno è escluso. Quindi, la bestemmia contro lo Spirito Santo è quella di coloro, che chiudono gli occhi davanti alle opere di Dio, e respingono ostinatamente le sue opere, addirittura attribuendole al diavolo, identificando così lo Spirito Santo con lo spirito maligno, come facevano i farisei. 
Vediamo innanzitutto i sei peccati contro lo Spirito Santo indicati dal Catechismo: 
1) l’impugnazione della verità conosciuta; 
2) l’invidia della Grazia altrui; 
3) la disperazione della salvezza; 
4) la presunzione di salvarsi senza merito; 
5) l’ostinazione nel peccato; 
6) l’impenitenza finale. 
Si tratta di ostinazione nel peccato, e viene commessa sapendo di andare contro Dio, è un’irriverenza ribelle, arrecando umiliazione intenzionale alle cose legate a Dio, sapendo con precisione a chi dichiara guerra. 
Una malattia viene dichiarata insanabile quando l’ammalato rifiuta la medicina, allo stesso modo c’è una specie di peccato che non si rimette, né si perdona, perché il peccatore rifugge dalla Grazia di Dio, che è il rimedio suo proprio. Rifugge perché rifiuta la Grazia. 
Addirittura avversa la Grazia di Dio, la combatte nelle persone oneste, la vuole sradicare dal mondo. 
Questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo e non può essere perdonata, perché il peccatore non riuscirà più a tornare indietro. 
Gode addirittura di rimanere nella disperazione perché l’odio verso Dio lo rende folle, lo acceca, lo fa diventare come un demonio. 
Lo afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo” (CCC 1864). 
Il peccatore dovrebbe rivolgersi a Gesù con un atteggiamento di riconoscenza, non di bestemmia. Dio può aprirsi la strada nonostante tutti gli ostacoli frapposti dagli uomini, ma può anche talvolta abbandonare certi progetti di misericordia per la durezza di cuore di questi stessi uomini. 
In ogni caso, guai a coloro che, chiamati a collaborare a questi progetti divini con la migliore disposizione di mente e spirito, si oppongono di fatto ai suoi disegni, troppo legati come sono a vedute, istituzioni e criteri puramente umani. 
Chi tradisce Gesù non desidera più la sua Misericordia, rimane indifferente alla sua Grazia».  
È una spiegazione molto chiara sulla bestemmia contro lo Spirito Santo, era l’atteggiamento utilizzato dai farisei contro Gesù: essi si chiudevano alla Grazia di Dio perché negavano l’evidenza ed attribuivano al demonio quanto compiva il Figlio di Dio. 
I farisei dinanzi all’evidenza di molti miracoli compiuti da Gesù, avevano la sfacciataggine di negare l’evidenza tanto era ottenebrato e indurito il loro cuore. I farisei di allora e quelli di oggi non vogliono piegare l’intelligenza alla verità provata e non trovano altra soluzione se non quella di attribuire al demonio le opere compiute da Gesù e dai suoi seguaci autentici. 
Peccano contro lo Spirito Santo quanti chiudono occhi e mente dinanzi alle opere sante di Dio. Essi si chiudono alla Grazia e non se ne rendono conto, negano così implicitamente la stessa esistenza di Dio. 
Gesù perdona tutti i peccati nell’infinita misericordia contenuta nel suo Cuore, ma per ottenere il perdono bisogna riconoscere il peccato, la disposizione interiore assente in coloro che chiudono la porta al pentimento perché si considerano nella verità e non comprendono la gravità delle loro parole e delle loro opere. 
Chi non cambia certe disposizioni interiori ostinate e piene di cattiveria, si sottrae da sé al perdono di Dio. Moltissime coscienze sono deformate perché questi cristiani presumono di avere il diritto di perseverare nel male, di agire seguendo i loro pensieri senza più confrontarsi con la Parola di Dio. 
Occorre pregare molto per quei familiari ridotti in queste condizioni, ogni giorno bisogna chiedere alla Madonna il cambiamento del cuore e di renderli umili e sinceri. Cominciamo da noi stessi, verifichiamo se c’è qualche aspetto indurito e proponiamoci un radicale cambiamento. 
Il danno più grave per un cristiano è la perdita del senso del peccato. 
Quando non si ha più un limite da rispettare, si pecca di continuo e si cade nel peccato contro lo Spirito Santo, in quanto poi non si avrà più la forza spirituale di confessarsi con un pentimento sincero ed umile. 
Il cuore indurito conduce il cristiano verso il paganesimo, pur frequentando la Messa e pregando ogni giorno, ma la sua mentalità è più mondana che spirituale. Cerca i piaceri del mondo invece di piacere a Gesù con una vita onesta ed autentica. Arriva a giudicare con criteri molto lontani dalla Legge di Dio, come se Egli non esistesse o non avesse nulla da dividere. 
Questa coscienza rilassata e confusa deve cambiare orientamento, principalmente deve rientrare in sé e scoprire questa penosa condizione, poi deve purificarsi iniziando con il rinnegamento verso tutto ciò che si oppone al Vangelo, quindi all’Amore, alla Verità e alla Bontà. 
Se non si avverte il peso dei peccati, nel cuore c’è ancora la presenza dell’insensibilità spirituale, perché solo una condizione ci dice che amiamo Gesù: quando si sentono le mancanze come offese commesse contro Gesù. Così avviene in una buona famiglia: le mancanze di un figlio o di un genitore fanno soffrire tutti gli altri familiari. 
Per resistere alle tentazioni ed evitare di peccare facilmente, occorre avere un punto di riferimento, bisogna indirizzare cuore e mente alla santità di Gesù. Guardando Lui e ricordando la sua Vita, sarà più facile resistere alle inclinazioni verso i peccati, si avrà una forza maggiore per dire no a quanto si riconosce come peccato e offesa contro Gesù. 
Ogni volta che si pecca, si tradisce l’Amore di Gesù. 
È vero che Lui non fa mancare il suo perdono, ma la ripetizione dei peccati gravi indebolisce la vita spirituale e si rimane sempre stabili ad un livello basso. Il cristiano che non controlla la sua vita spirituale e commette con facilità peccati gravi con le cattive opere e con giudizi temerari, non riconosce più Gesù come Dio, ne diventa un avversario perché le sue opere non sono più buone.
“Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli Angeli di Dio”. 
A meno che quel cristiano non cambi comportamento, pentendosi con sincerità di tutti i peccati, proponendosi una nuova vita. 
Diversa è la condizione di quanti seguono Gesù con umile abbandono, anche se commettono errori per debolezza e fragilità. È diverso cadere nel peccato per debolezza, dall’amare i peccati gravi e cercarli con facilità. 
Questi credenti lottano i peccati e non commettono scandali davanti agli uomini con opere disoneste e un linguaggio malizioso. A questi Gesù dice: “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’Uomo Lo riconoscerà davanti agli Angeli di Dio”.
Pregate tanto per noi. Buona preghiera a tutti. 
 
Aache1an
 
Madonna Orione
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