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09/04/2022

Catechesi N. 412

A - Si legge nel Vangelo di Matteo al capitolo 11, versetto 29, la seguente esortazione di Gesù: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite è umile di cuore”…..
B - Gesù si ritrova a passare vicino a un campo di grano nel giorno di sabato.
I suoi discepoli avevano fame e si misero a raccoglierne alcune spighe per mangiarle.
I farisei subito l’accusarono perché nel giorno di sabato era proibito fare qualsiasi lavoro, era infatti il giorno del Signore.  
C - Il piccolo Gesù a quaranta giorni viene portato nel Tempio per essere offerto al Signore come prescriveva la Legge. È qui che la Vergine Santa incontra il vecchio Simeone il quale mosso dallo Spirito Santo si era recato proprio nel Tempio per incontrare Gesù.
D - Sabato 28 e Domenica 29 Maggio abbiamo organizzato due giornate di preghiera con Pino di Missaglia, laico Carismatico
 
Dal Lunedì al Sabato ore 9,30 Santa Messa 
Lunedì sera ore 20,30 Preghiere di Liberazione
Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Messa di Guarigione e Liberazione
Domenica 1° Maggio festa dell'Associazione 13° anno ore 16 Santa Messa di Guarigione
Sabato 21 Maggio pellegrinaggio alla Piccola Lourdes a Forno di Coazze
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Acheoggi 
 
+VANGELO      (Mt 11,28-30)
….. Imparate da me che sono mite e umile di cuore.
 
A - Si legge nel Vangelo di Matteo al capitolo 11, versetto 29, la seguente esortazione di Gesù: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite è umile di cuore”….. Il giogo è quello strumento che serve per il traino. Veniva usato fin dall’antichità, applicandolo sulla parte anteriore degli animali in modo che potessero trainare l’aratro. Era dunque uno strumento di sottomissione per l’animale che costava fatica e sofferenza. Gesù parla di un suo giogo e ci dice di prenderlo su di noi. Il giogo a cui si riferisce Gesù è la sua Legge che, a prima vista può sembrare pesante da praticare, ma è invece l’esatto contrario perché dirà infatti: “Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”. Chi segue Cristo e il suo Vangelo si libera pian piano di tutto ciò che opprime l’animo, si libera dalla schiavitù dei vizi, delle passioni, del proprio egoismo, spezzando tutte le catene del peccato che legano l’uomo a satana. I Santi infatti erano perfettamente felici pur nelle più grandi sofferenze perché il “giogo” di Cristo trasfigurava ogni loro dolore. 
Gesù ci esorta a modellare la nostra vita sul suo esempio. In Lui erano presenti tutte le Virtù al sommo grado perché, essendo Dio, non aveva nessuna imperfezione, in particolare qui ci invita a imitarlo nella mitezza e nell’umiltà. Esaminiamo queste due Virtù che sono come fiori rari. Vediamo in che cosa consiste l’umiltà. L’umiltà è riconoscere la nostra piccolezza, il nostro limite, la nostra povertà; è riconoscersi creature dinnanzi all’Onnipotenza del Creatore e proprio perché tali, desiderose di   dipendere interamente da Lui. La persona umile comprende che da sè non può fare nulla di buono e accetta questa amorosa dipendenza da Dio. Tale dipendenza comporta la sottomissione alla sua Volontà e alla sua Legge che è una Legge d’Amore, fatta per la nostra eterna Felicità. L’umiltà di Gesù è stata straordinaria. Per compiere la Volontà di Dio ha lasciato lo Splendore del Cielo e si è Incarnato nella nostra povera condizione umana; ha accettato tutti i disagi, le fatiche e i dolori della vita, ma la massima espressione dell’umiltà di Gesù la troviamo nella sua Passione, nel suo totale annientamento per Amore nostro. L’umiltà di Gesù è unita alla sua mitezza; come un agnello mansueto si è lasciato fare, si è consegnato nelle mani dei suoi accusatori e accettò, Lui che era Dio, l’ingiusta condanna, le umiliazioni, le offese, gli insulti, gli sputi, gli schiaffi, il disprezzo e la derisione di tutta una folla inferocita che voleva la sua morte, ed infine si lasciò inchiodare al patibolo della Croce dove morì tra i più atroci tormenti e nel più trafiggente abbandono. Gesù tutto ha compiuto della sua missione di Redentore in piena sottomissione alla Volontà del Padre. Non abbiamo che confrontarci con il nostro Salvatore per comprendere in quali condizioni spirituali ci troviamo, soprattutto per quanto riguarda le virtù della mitezza e dell’umiltà.
Meditando la vita di Gesù procederemo speditamente nella via della perfezione. L’anima mite e umile vive nella pace anche in mezzo alle sofferenze, lo ha detto Gesù: “Imparate da Me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro alla vostra stanchezza”. La maggior parte dei nostri problemi nasce dalla nostra superbia, dal nostro orgoglio, dalla nostra presunzione; pretendiamo di costruire la nostra vita senza il Signore, decidendo noi cosa è bene e cosa è male, vivendo indipendentemente dalla sua Legge. Non sappiamo accettare il suo Volere che si manifesta in tutti gli avvenimenti della giornata. Ecco perché appena sorge un imprevisto, una difficoltà, una sofferenza, una prova, subito scatta in noi l’impazienza, la rabbia, l’ira, la ribellione e la nostra anima diventa come un cielo in tempesta. In queste condizioni si finisce per lasciarsi travolgere dagli avvenimenti per poi cadere nel peccato. Sempre, ma soprattutto nei momenti di grande difficoltà dobbiamo guardare il nostro Salvatore e imparare da Lui la mitezza e l’umiltà. Preghiamo tanto la Madonna, Lei è l’Umilissima Ancella del Signore, è la Maestra insuperabile di Santità! Se ricorriamo a Lei con fiducia e amore ci donerà il suo stesso Spirito e il Profumo delle sue Virtù. Buona preghiera a tutti.
 
Achesantobe
 
+VANGELO  ( Mt 12,1-8)
Il Figlio dell’uomo è signore del sabato. 
 
B - Gesù si ritrova a passare vicino a un campo di grano nel giorno di sabato.
I suoi discepoli avevano fame e si misero a raccoglierne alcune spighe per mangiarle.
I farisei subito l’accusarono perché nel giorno di sabato era proibito fare qualsiasi lavoro, era infatti il giorno del Signore.  
In realtà la legge stabiliva che non si poteva mietere, ma non che era proibito cogliere le spighe. I farisei trovano ugualmente il pretesto per criticare Gesù, perché sfruttavano sempre qualsiasi occasione per scagliarsi contro di Lui, sperando di coglierlo in fallo, ma Gesù ricorda loro cosa fece Davide e li zittisce; dinanzi a ragioni di forza maggiore, come la fame, si può anche sorvolare a certe regole, la cui trasgressione motivata dalla necessità, non intacca certamente il cuore della Legge. Dirà bene l’Evangelista Marco commentando questo episodio: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”. Dio infatti ha stabilito il giorno di sabato per le necessità fisiche e spirituale dell’uomo affinchè si riposi e si dedichi il tempo alla preghiera. Il sabato non deve però  trasformarsi in schiavitù, come invece facevano i farisei che erano rigorosamente spietati nell’interpretazione della Legge e finivano per opprimere il popolo con un infinità di norme e precetti inutili. Il loro pensiero non era certamente quello di Dio! Gesù ricorda ancora che anche i sacerdoti lavorano nel Tempio nel giorno di sabato per offrire sacrifici e, se è vero che non commettono colpa perché era un lavoro inerente al culto divino e quindi sacro, è altrettanto vero che Gesù è ancora più sacro del Tempio: “Ora vi dico che qui c’è qualcosa di più grande del Tempio”.
Gesù infatti è Dio e Dio è infinitamente più grande di ogni cosa. Ma come potevano i farisei accettare il fatto che Gesù fosse Dio? Il loro cuore era di pietra, indurito dalle colpe, dalla loro malizia e ipocrisia. Erano ciechi spiritualmente, una cecità che impediva a loro di vedere la Verità e di capire che solo Dio poteva operare i prodigi che Gesù compiva. Gesù prosegue citando il Profeta Osea, 6,16-17: "Misericordia voglio e non sacrificio". Questa bellissima espressione significa che ciò che conta    davanti a Dio non sono i sacrifici di animali, ma il sacrificio del proprio cuore che si deve impegnare per diventare più buono e caritatevole con tutti. La misericordia indicata da Gesù era più grande del sacrificio di animali nel Tempio, in questo caso chi moriva era l'animale, ma per usare misericordia l'uomo deve morire a se stesso ed agire con spirito di umiltà e di amore. Questo concetto è valido anche per i cristiani di oggi; infatti diventano inutili tutte le pratiche devozionali se sono fatte senza amore, perché così facendo si rischia di cadere nell’ipocrisia, tanto detestabili agli occhi del Signore.  Gesù termina dichiarandosi il Signore del sabato: “Il Figlio dell’uomo è il Signore anche del sabato”. È un'altra affermazione che rivela la sua natura divina, perché era Dio che aveva istituito il sabato. Molti si pongono la domanda sul perché Gesù si definisce “Figlio dell’Uomo”. Gesù sicuramente si definiva tale in riferimento alla visione del Profeta Daniele dove, un personaggio che compariva davanti all’Altissimo con l’aspetto d’uomo, aveva ricevuto: "potere, gloria e regno… e il suo potere è un potere eterno" (Dn 7,14). In quel potere eterno era inclusa la signoria sul sabato, data all'uomo per onorare Dio e non perché l'uomo se ne rendesse schiavo. Lo stesso possiamo dire di tutti i beni materiali e di ogni altra cosa che Dio ci ha messo a disposizione. Tutto deve essere un mezzo per arrivare a Dio, ma di cui l’uomo non deve diventare assolutamente schiavo. Buona preghiera a tutti.
 
Achegera 
 
+VANGELO   Lc2,29-35
 
Anche a Te una spada trapasserà l’anima
 
C - Il piccolo Gesù a quaranta giorni viene portato nel Tempio per essere offerto al Signore come prescriveva la Legge. È qui che la Vergine Santa incontra il vecchio Simeone il quale mosso dallo Spirito Santo si era recato proprio nel Tempio per incontrare Gesù. Il suo desiderio di vedere il Messia si era avverato e prendendo fra le sue mani il Bambino pronuncia il bellissimo canto del “Nunc dimitis” e profetizza a Maria la terribile spada di dolore che le avrebbe trapassato l’anima. Il Cuore di Maria era unito indissolubilmente al Cuore di Gesù e tutti i dolori del Figlio si riflettevano su quello della Madre. Erano due Cuori uniti in un Cuore solo che dovevano soffrire per la Salvezza del mondo: Gesù è il Redentore e Maria è la Corredentrice! Questa tenerissima Madre ha sofferto indicibilmente per tutta la sua vita e anche ora che è in Cielo Ella soffre per tutti i suoi figli che si perdono o che rischiano la dannazione eterna. Ecco perché, lungo i secoli della storia, nelle sue apparizioni autentiche Ella viene a richiamarci instancabilmente alla conversione. Maria vuole salvare dall’inferno tutti i suoi figli e per evitare una simile tragedia irreparabile ci offre tutti i mezzi e tutti gli aiuti che solo una Madre sa trovare. Voglio ora approfondire una delle devozioni più antiche è più importanti della Madonna, quella legata al Monte Carmelo. Questa devozione che ci aiuterà a capire quanto la Madonna ci ami, è stata per secoli seguita  con particolare partecipazione anche per l'apparizione al generale dell'Ordine Carmelitano, San Simone Stock. 
Il 16 luglio 1251 la Madonna gli insegnò dunque una devozione straordinaria, gli consegnò lo Scapolare in tessuto rivelandogli importantissimi privilegi legati al suo culto. Queste le parole dette dalla Madonna a San Simone:
“Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare del tuo Ordine, segno della mia fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani. Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare non andranno nel fuoco dell’inferno. Esso è un segno di salvezza, di protezione e di sostegno nei pericoli e di alleanza di pace per sempre“.
Questa meravigliosa promessa della Santissima Vergine non è di poco valore per il cristiano che veramente desidera salvare la sua anima. Molti Papi e teologi hanno confermato e spiegato che chi ha una vera devozione per lo Scapolare e lo usa, effettivamente riceverà da Maria Santissima la Grazia della contrizione e della perseveranza finale.
Dopo l’apparizione a San Simone Stock, l’Ordine Carmelitano rifiorì e conobbe altri periodi di gloria, accrescendo in tutta la Chiesa Cattolica la devozione alla Santissima Vergine. In questo Ordine nacquero tre luminari, per non citare che questi, che risplenderanno dappertutto e per sempre nel firmamento della Chiesa: Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce e Santa Teresa del Bambino Gesù, tutti e tre proclamati “Dottori della Chiesa”.
Una seconda promessa fatta da Nostra Signora del Carmelo, ha dato una ancor più importanza alla devozione dello Scapolare. La Santissima Vergine apparve a Papa Giovanni XXII e disse quanto segue: 
“O Giovanni, Vicario del mio diletto Figlio… concedi ampia conferma al mio santo e devoto ordine del Carmelo, iniziato da Elia ed Eliseo… E anche altri, se entreranno, faranno parte per devozione, portando l’Abito Santo… Io, Madre di Grazia, libererò quanto prima e specialmente il primo sabato dopo la loro morte, quanti troverò nel Purgatorio: li libererò e li condurrò al monte santo della Vita Eterna”.
Lo stesso Pontefice, il 3 marzo 1322, confermò questa indulgenza plenaria nella celebre Bolla Sabatina, confermata successivamente dai Papi Alessandro V, Clemente VII, Paolo III, San Pio V e San Pio X.
Nel 1950, Papa Pio XII scrisse sopra lo Scapolare, esprimendo il suo desiderio perché “sia il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi”. 
Scrisse anche: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna, in virtù della tradizionale promessa della Beata Vergine. Si tratta infatti dell’impresa più importante e del modo più sicuro di attuarla…” (Lett. “Neminen profecto”, 11 febbraio 1950).
Il Papa Paolo VI esortava nel 1965: “Abbiamo in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso la Beatissima Vergine, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa, tra i quali stimiamo di dover ricordare espressamente la religiosa prassi del Rosario e dello Scapolare del Carmelo”.
Anche il Papa San Giovanni Paolo II lo ha raccomandato insistentemente.
All’inizio lo Scapolare era di uso esclusivo dei religiosi carmelitani. Più tardi, la Chiesa, volendo estendere i privilegi e i benefici spirituali di questo abito religioso a tutti i cattolici, estese la possibilità del suo ricevimento a tutti i fedeli. 
La Madonna, con la Sua rivelazione, ha voluto dire che chiunque indosserà e porterà per sempre l’Abitino, non solo sarà salvato eternamente, ma sarà anche difeso in vita dai pericoli.
Non dobbiamo credere, però, che la Madonna, voglia generare nell’uomo l’intenzione di assicurarsi il Paradiso, conti¬nuando a peccare, ma piuttosto che in forza della Sua Promessa, Ella si adopera in maniera efficace per la conversione del peccatore, che porta con fede e devozione l’Abitino fino al punto di morte». Buona preghiera a tutti.
 
Aroccaviva
Santuario Madonna del Canneto
 
D - Sabato 28 e Domenica 29 Maggio abbiamo organizzato due giornate di preghiera con Pino di Missaglia, laico Carismatico (con Doni di guarigione), fondatore dell’Associazione Nostra Signora di Lourdes. 
Le funzioni saranno al Santuario della Madonna del Canneto a Roccavivara in provincia di Campobasso.
 
Il programma 
 
Sabato 28 Maggio  
Ore 14    Pino riceve le persone fino alle ore 18,45
Ore 19    Catechesi fino alle ore 19.30
 Ore 20,30    Santa Messa celebra Padre Vladimiro, a seguire Adorazione con preghiere di Guarigione fino alle ore 22,45
 
Domenica 29 Maggio 
Ore 9             Pino riceve le persone fino alle ore 11,00 
Ore 11,30      Santa Messa  
Ore 13,45       Pino riceve le persone fino alle ore fino alle ore 14,45 
Ore 14,45      Adorazione con preghiere di Guarigione fino alle ore 16,00           
 
Copertina 
    Il libro si può ordinare direttamente da Editrice Ancilla telefonando al numero  è 337502951
 
Madonna Orione
Madonna di Lourdes San Luigi Orione

Come trovarci

Associazione
Amici nostra Signora di Lourdes
San Luigi Orione

Via Cascina Nuova n° 5
23873    Missaglia ( LC )

Tel. 338 2519542  -  340 0694979  -  039 9241201

Ci troviamo il:
Lunedì - Martedì - Mercoledì - Giovedì e Venerdì -  dalle ore 8,30 alle ore 12,30


Il pomeriggio dalle ore 14 fino alle ore 17 per i soli Malati spirituali telefonare per l'appuntamento.

Tutti i Venerdì sera ore 20,30 Santo Rosario ore 21 la Messa dei Malati
La domenica dalle ore 14,30 fino alle ore 19,30

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